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Il NYTimes: Sinwar è vivo e punta a un conflitto più ampio

Il NYTimes: Sinwar è vivo e punta a un conflitto più ampioRoma, 5 ott. (askanews) – A un anno dall’inizio della guerra, il leader di Hamas, Yahya Sinwar, “è diventato più fatalista ed è determinato a vedere Israele coinvolto in un conflitto regionale più ampio”. E’ quanto hanno riferito al New York Times funzionari americani, secondo cui Sinwar sarebbe ancora vivo.


“Alcuni funzionari israeliani hanno messo in dubbio che Sinwar sia ancora vivo – ha ricordato il quotidiano americano – i funzionari statunitensi e israeliani ammettono che non ci sono prove definitive che sia ancora in vita. Da mesi non ci sono registrazioni audio o video. Ma funzionari americani hanno affermato di non avere prove che sia morto, e in effetti alti funzionari statunitensi hanno detto di ritenere che sia vivo e stia prendendo decisioni importanti per Hamas”. Secondo la valutazione Usa, Sinwar avrebbe inasprito le proprie posizioni nelle ultime settimane, tanto che “i negoziatori americani ora ritengono che Hamas non abbia alcuna intenzione di raggiungere un accordo con Israele” per un cessate il fuoco a Gaza e il rilascio degli ostaggi.


Secondo il Nyt, la posizione di Sinwar si è irrigidita la scorsa estate “dopo che Israele ha assassinato Ismail Haniyeh”, il capo politico di Hamas e uno dei principali negoziatori. “Haniyeh era un negoziatore più conciliante, interessato a raggiungere un accordo, – ha scritto il Nyt – e i funzionari statunitensi affermano che era disposto a respingere le richieste più estreme di Sinwar”. Secondo i funzionari Usa, “nelle ultime settimane Hamas non ha mostrato alcun desiderio di impegnarsi in colloqui” per un accordo, e “sospettano che Sinwar sia sempre più rassegnato mentre le forze israeliane gli danno la caccia”. Una guerra regionale più ampia, auspicata dal leader di Hamas, metterebbe “pressione su Israele e il suo esercito e li costringerebbe a ridurre le operazioni a Gaza”. Anche se, ha rimarcato un alto funzionario americano, le azioni dell’Iran negli ultimi mesi hanno inviato un messaggio chiaro a Sinwar, ossia che “la cavalleria non arriverà”.

L’Unifil: i caschi blu rimangono in tutte le posizioni in Libano

L’Unifil: i caschi blu rimangono in tutte le posizioni in LibanoRoma, 5 ott. (askanews) – “I peacekeeper rimangono in tutte le posizioni e la bandiera dell’Onu continua a sventolare”: lo ha detto oggi il portavoce della missione Onu in Libano (Unifil), Andrea Tenenti, citato dall’agenzia di stampa libanese Nna.


Tenenti ha ricordato che il 30 settembre scorso l’esercito israeliano, notificando “l’intenzione di intraprendere incursioni limitate via terra in Libano, ha anche chiesto che ci trasferissimo da alcune delle nostre posizioni”. “I peacekeeper rimangono in tutte le posizioni e la bandiera dell’Onu continua a sventolare. Stiamo regolarmente adeguando la nostra posizione e le nostre attività e abbiamo piani di emergenza pronti da attivare se assolutamente necessario. La sicurezza dei peacekeeper è fondamentale e tutti gli attori sono tenuti a rispettarla”, ha dichiarato oggi Tenenti, rilanciando l’appello a “Libano e Israele ad impegnarsi nuovamente nella risoluzione 1701 del Consiglio di sicurezza, nei fatti, non solo a parole, come unica soluzione praticabile per riportare la stabilità nella regione”.


Ieri il quotidiano Irish Times ha riferito che l’esercito israeliano ha chiesto all’Irlanda di rimuovere i propri peacekeeper da un avamposto al confine con il Libano, noto come posto 6-52, e che il governo irlandese ha risposto che “i movimenti delle truppe Unifil sono una questione di competenza delle Nazioni Unite e del suo comandante sul campo”. Secondo l’Irish Times, l’area dove si trovano i caschi blu irlandesi è stata teatro di intensi combattimenti tra le Forze di difesa israeliane (Idf) e i miliziani di Hezbollah all’inizio della settimana e che “alcuni dei combattimenti hanno avuto luogo a meno di due chilometri dall’avamposto irlandese”.

Commissione Ue, presentata conferenza internazionale per la democrazia

Commissione Ue, presentata conferenza internazionale per la democraziaRoma, 4 ott. (askanews) – Si è svolta in mattinata presso Palazzo Begni, a San Marino, la conferenza stampa di presentazione della Conferenza Internazionale della Commissione Europea per la Democrazia attraverso il Diritto del Consiglio d’Europa (Commissione di Venezia), presieduta dal Segretario di Stato per gli Affari Esteri, Luca Beccari, cui hanno preso parte il Segretario di Stato per la Giustizia, Stefano Canti e il Dirigente Supplente e membro della Commissione di Venezia per San Marino, Commissario della Legge Fabio Giovagnoli.


La Conferenza stampa ha fatto il punto sul prossimo significativo evento internazionale che San Marino ospiterà il prossimo lunedì 14 ottobre, presso il Centro Congressi Kursaal organizzato dalla Segreteria di Stato per gli Affari Esteri, sotto l’egida del Segretario Generale del Consiglio d’Europa, Alain Berset. La Conferenza internazionale dal titolo “Aspects of Constitutionalism in European small-sized States”, prima riunione a San Marino della Commissione di Venezia in ambito tecnico-giuridico, vedrà riuniti alcuni tra i maggiori Esperti giuridici internazionali ed esponenti dei principali Comitati internazionali di cui anche la Repubblica è parte attiva. Sarà l’occasione per confrontarsi sulle sfide e le peculiarità dei piccoli Stati d’Europa, con particolare attenzione ai processi elettorali, alle interazioni di questi con i Comitati di Monitoraggio del Consiglio d’Europa e all’implementazione degli standard di indipendenza del potere giudiziario.


Presenti alla Conferenza in qualità di relatori, tra gli altri, Gianni Buquicchio, Presidente Emerito e Rappresentante Speciale della Commissione di Venezia, Panagiota Vatikalou, Membro del Gruppo di Stati contro la corruzione (GRECO), Francesco De Pasquale, Presidente della Commissione per l’efficienza della giustizia del Consiglio d’Europa (CEPEJ) e Nicola Muccioli, Presidente del MONEYVAL. Il Segretario di Stato per gli Affari Esteri Luca Beccari ha ringraziato tutti per la partecipazione sottolineando l’importanza e l’onore di poter ospitare per la prima volta a San Marino un evento cosi importante a livello internazionale, ” di altissimo livello giuridico e culturale, che si pone sotto l’egida del Consiglio d’Europa. È una conferma del ruolo, della dignità e dell’autorevolezza – ha sottolineato il Segretario di Stato Beccari – che la Repubblica ha saputo conquistarsi attraverso una partecipazione costante e sostanziale all’attività degli organismi multilaterali, con un focus sul Consiglio d’Europa, per la sua azione costante di rafforzamento delle istituzioni democratiche degli Stati parte”.


“Sono particolarmente fiero della Conferenza di alto livello che si terrà il prossimo 14 ottobre – ha rimarcato il Segretario di Stato per la Giustizia Stefano Canti – in quanto consente a una piccola Repubblica come San Marino di inserirsi in un contesto internazionale ampio e ricco di esperienza come quello del Consiglio d’Europa. Si tratta dunque di una grande opportunità per l’apertura di un confronto tecnico-scientifico di altissima caratura, del quale beneficerà certamente anche il nostro Tribunale”.

Il premier libanese ha chiesto di fermare gli attacchi israeliani ai soccorritori

Il premier libanese ha chiesto di fermare gli attacchi israeliani ai soccorritoriRoma, 4 ott. (askanews) – Il premier libanese Najib Mikati ha intensificato oggi i “contatti diplomatici” per sollecitare “pressione internazionale su Israele per consentire agli operatori di emergenza e ai soccorritori”, ripetutamente presi di mira, di avere accesso alle zone colpite e alle vittime. Stando a un comunicato stampa diffuso dall’ufficio del premier, Mikati “ha denunciato questi attacchi del nemico israeliano che violano il diritto internazionale e le norme umanitarie in vigore”.


Secondo l’ultimo bilancio fornito ieri dal ministro Sanità libanese Firas Abiad, gli attacchi israeliani hanno causato finora 97 morti e 188 feriti tra diverse organizzazioni di soccorso e danneggiato 45 centri e 128 veicoli. Ieri l’Oms aveva riferito di 28 operatori sanitari uccisi “nelle ultime 24 ore”.

Tajani: autonomia differenziata non è dogma, no accelerazioni

Tajani: autonomia differenziata non è dogma, no accelerazioniRoma, 4 ott. (askanews) – L’autonomia differenziata “non è un dogma di fede”. L’ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani intervenendo all’Assemblea di Confindustria di Bari e della BAT, ribadendo il suo no alla possibilità che venga devoluta la materia relativa al commecio internazionale.


“Mi pare assurdo che si vada a fare lo scontro tra, che ne so, i vini pugliesi o l’olio pugliese e l’olio ligure. Se non c’è una strategia nazionale, è difficile che una regione possa anche essere presente con i propri prodotti”, ha segnalato Tajani. “Ecco perché ho scritto a Calderoli e manifestato tutte le mie perplessità. Noi abbiamo votato a favore dell’autonomia differenziata. Ringrazio Elisabetta Casellati perché ha corretto molto del testo iniziale, portando ad un testo più equilibrato. Premesso che il testo è equilibrato, adesso anche l’applicazione del testo deve essere equilibrata”, ha continuato il vicepremier. “Non servono accelerazioni, non serve erodere poteri allo Stato, perché l’obiettivo non è quello di erodere poteri allo Stato, ma di servire meglio i cittadini. Questo è il nostro obiettivo”, ha incalzato. “Non è un dogma di fede, l’autonomia. Deve essere uno strumento per permettere di stare meglio e di far funzionare meglio la macchina. Sul commercio internazionale ho molte perplessità”, ha detto ancora.


Su questa materia, ha ribadito Tajani, farà “resistenza” perché la ritiene “una questione di interesse nazionale”. Noi rischiamo – ha continuato – “di fare un danno alla competitività delle nostre imprese in giro per il mondo. Noi dobbiamo invece rinforzare la competitività. E attenzione, qua stiamo parlando di milioni di posti di lavoro. Noi stiamo parlando del 90% del PIL. Guai a toccare la politica commerciale commettendo degli errori che potrebbero provocare danni al PIL e all’economia generale del nostro Paese. Perché le cose stanno andando bene, ovunque, il nord e il sud”. Tajani ha aggiunto di voler “mai fare polemiche”, ma su questo tema ha assicurato che intende lavorare “con grande determinazione e serietà”.

A Teheran Khamenei commemora Nasrallah, “legittimo il 7 ottobre”

A Teheran Khamenei commemora Nasrallah, “legittimo il 7 ottobre”Roma, 4 ott. (askanews) – “I musulmani di tutto il mondo devono essere uniti”. Lo ha detto la Guida suprema iraniana, l’ayatollah Ali Khamenei, aprendo il suo intervento alla commemorazione a Teheran del leader del gruppo libanese Hezbollah, Hassan Nasrallah, ucciso da Israele il 27 settembre scorso. Khamenei ha dichiarato che “il nemico della nazione iraniana è il nemico della nazione palestinese, libanese, irachena, egiziana e siriana, il nemico dei musulmani è lo stesso”.


“Ogni nazione – ha proseguito – ha il diritto di difendersi dall’aggressore. I palestinesi hanno il diritto di opporsi all’occupante”, definendo “legittima” l’operazione al-Aqsa Flood lanciata da Hamas il 7 ottobre dello scorso anno. E inoltre, “il brillante lavoro delle nostre forze armate di qualche notte fa è stato del tutto legale e legittimo”. “Se necessario, in futuro, colpiremo ancora” Israele, ha scandito. Migliaia di iraniani sono radunati alla moschea Imam Khomeini Grand Mosalla, nel centro di Teheran, per commemorare la morte di Nasrallah. Per la prima volta in cinque anni Khamenei guida le preghiere del venerdì.

Schinas (Ue): allerta elevata in Europa in vista del 7 ottobre

Schinas (Ue): allerta elevata in Europa in vista del 7 ottobreMirabella Eclano (Avellino), 3 ott. (askanews) – “Questo G7 avviene in un momento difficile, l’Europa ne è pienamentee consapevole. Ci sono due tipi di minacce cui l’Europa è particolarmente esposta: il terrorismo jihadista e le interferenze di Paesi esteri. Ciò si lega direttamente alla guerra in Ucraina e agli veneti in Medio Oriente. Noi siamo in allerta elavata, questo non è ‘business usual’, stiamo mettendo insieme informazioni in tempo reale, ancora di più in vista di lunedì, anniversario del 7 ottobre”. Così Margaritis Schinas, vicepresidente della Commissione europea, parlando con i cronisti a margine dei lavori del G7 Interni in corso a Mirabella Eclano, in Irpinia.


“C’è questo anniversario (massacro a Gaza il 7 ottobre, ndr) e ci dobbiamo concentrare, serve un cessate il fuoco a Gaza, il resto viene da sè”, ha quindi sottolineato Schinas.

Biden: oggi non sono previste rappresaglie di Israele sull’Iran

Biden: oggi non sono previste rappresaglie di Israele sull’IranNew York, 3 ott. (askanews) – Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden, prima di salire a bordo dell’aereo che lo condurrà oggi a visitare le aree della Florida e della Georgia devastate dall’uragano Helena ha risposto ai giornalisti sulla situazione in Medio Oriente.


Sulla possibilità di un sostegno Usa all’attacco di Israele alle riserve petrolifere iraniane come rappresaglia per il massiccio attacco missilistico di martedì, Biden ha detto: “Ne stiamo discutendo” ma “non succederà nulla oggi; ne parleremo più tardi”. Il presidente ha rifiutato di spiegare quali sanzioni gli Stati Uniti stanno prendendo in considerazione contro l’Iran, dicendo che prima di comunicarlo ai giornalisti lo comunicherà agli iraniani. Ha poi aggiunto che non c’erano aggiornamenti da condividere sugli ostaggi ancora detenuti a Gaza.

Ricorso alla Corte Ue contro l’Italia per l’abuso di contratti a tempo determinato soprattutto nelle scuole

Ricorso alla Corte Ue contro l’Italia per l’abuso di contratti a tempo determinato soprattutto nelle scuoleBruxelles, 3 ott. (askanews) – La Commissione europea ha deciso oggi di deferire l’Italia alla Corte di giustizia dell’Ue per l’uso abusivo di contratti a tempo determinato e a condizioni di lavoro discriminatorie, in particolare nelle scuole pubbliche, in violazione della direttiva 1999 n.70 del Consiglio Ue.


Secondo la Commissione, l’Italia non dispone delle norme necessarie per vietare la discriminazione in relazione alle condizioni di lavoro e l’utilizzo abusivo di una successione di contratti a tempo determinato. Secondo quanto precisa una nota della Commissione, “la legislazione italiana che determina la retribuzione dei docenti a tempo determinato nelle scuole pubbliche non prevede una progressione salariale incrementale basata sui precedenti periodi di servizio. Ciò costituisce una discriminazione rispetto ai docenti assunti a tempo indeterminato, che hanno invece diritto a tale progressione salariale”.


In aggiunta, “in violazione del diritto dell’Ue, l’Italia non ha adottato provvedimenti efficaci per prevenire l’utilizzo abusivo di una successione di contratti a tempo determinato ai danni del personale amministrativo, tecnico e ausiliario nelle scuole pubbliche”, e questo “configura una violazione del diritto dell’Ue in materia di lavoro a tempo determinato”. Il ricorso in Corte di Giustizia è l’ultimo passaggio di una procedura di infrazione che la Commissione aveva avviato, con l’invio di una lettera di costituzione in mora alle autorità italiane, nel luglio 2019. Una seconda lettera di messa in mora era stata inviata dalla Commissione nel dicembre 2020, seguita da un parere motivato (secondo stadio della procedura d’infrazione) nell’aprile 2023.


La decisione di oggi di deferire il caso alla Corte di giustizia dell’Ue, spiega la Commissione, “dà seguito ai rilievi formulati nel parere motivato, in quanto la risposta dell’Italia non ha risolto in misura sufficiente le preoccupazioni della Commissione”, che riguardavano la mancanza di misure efficaci per sanzionare e compensare l’abuso dei contratti a tempo determinato e la discriminazione dei lavoratori a tempo determinato non solo nella scuola ma anche in altri ambiti del settore pubblico.

Domani i funerali di Nasrallah. Ministro libanese: aveva dato l’ok alla tregua prima di essere ucciso

Domani i funerali di Nasrallah. Ministro libanese: aveva dato l’ok alla tregua prima di essere uccisoRoma, 3 ott. (askanews) – Il funerale di Hassan Nasrallah, segretario generale dell’Hezbollah libanese, si terrà domani, secondo un rapporto dei media iracheni citato dall’agenzia di stampa iraniana Irna. Sabrin News ha pubblicato un rapporto citando una fonte speciale anonima, secondo cui la cerimonia di sepoltura del capo di Hezbollah ucciso si terrà venerdì. Questo media non ha specificato i dettagli sull’ora del funerale e sul luogo della sepoltura di Nasrallah, assassinato in un attacco aereo israeliano mirato su aree residenziali nella periferia di Beirut, venerdì scorso.


Intanto il ministro degli Esteri libanese Abdallah Bou Habib ha dichiarato alla Cnn che il leader di Hezbollah Hassan Nasrallah aveva accettato un cessate il fuoco di 21 giorni proposto dagli Stati Uniti e dalla Francia solo pochi giorni prima di essere ucciso da Israele in un massiccio attacco a Beirut: “Lui era d’accordo, era d’accordo. Siamo stati completamente d’accordo. Il Libano ha accettato un cessate il fuoco ma consultandosi con Hezbollah. Il presidente della Camera libanese, il signor Nabih Berri, si è consultato con Hezbollah e abbiamo informato gli americani e i francesi di quanto accaduto. E ci hanno detto che anche Netanyahu era d’accordo sulla dichiarazione rilasciata da entrambi i presidenti”, Biden e Macron, ha dichiarato. Habib ha aggiunto che il consigliere della Casa Bianca Amos Hochstein era pronto ad andare in Libano per negoziare il cessate il fuoco: “Ci hanno detto che il signor Netanyahu era d’accordo su questo e quindi abbiamo ottenuto anche l’accordo di Hezbollah su questo e sapete cosa è successo da allora”, ha rimarcato il ministro.