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Zelensky: drone russo colpisce e danneggia sarcofago Chernobyl

Zelensky: drone russo colpisce e danneggia sarcofago ChernobylRoma, 14 feb. (askanews) – Un drone russo ha colpito nella notte ha attaccato il sarcofago della centrale nucleare distrutta di Chernobyl, teatro nel 1986 del più grave incidente atomico della storia. L’ha reso noto su X il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.


“La notte scorsa un attacco con un drone dotato di una testata ad alto potenziale esplosivo ha colpito il rifugio che protegge il mondo dalla radiazione che ha distrutto il quarto reattore della Centrale nucleare di Chernobyl”, ha scritto Zelensky. “Questo sarcofago è stato costruito dall’Ucraina con altri paesi dell’Europa e del mondo, con l’America: tutti quelli impegnati per una reale sicurezza per l’umanità. L’unico paese nel mondo che attacca siti del genere, che occupa centrali nucleari e conduce guerra senza alcun riguardo per le conseguenze, è la Russia di oggi. Si tratta di una minaccia terroristica all’interno mondo”, ha scritto ancora Zelensky.


Il sarcofago della centrale, ha denunciato il presidente ucraino, “è stato danneggiato da questo drone. L’incendio è stato spento. Ad oggi, i livelli di radiazione non sono aumentati e vengono costantemente monitorati. Secondo le prime valutazioni, il danno al riparo è significativo”.

Sanremo terzo atto, Duran Duran infiammano l’Ariston 40 anni dopo

Sanremo terzo atto, Duran Duran infiammano l’Ariston 40 anni dopoSanremo, 14 feb. (askanews) – La voce è (pressoché) la stessa, la grinta e l’energia anche. Eppure sono passati 40 anni, ma la standing ovation conferma che il pubblico ha gradito il grande ritorno della band inglese sul palco dell’Ariston.


Festival di Sanremo, terzo atto: è la serata dei Duran Duran, che fanno ballare l’Ariston a ritmo di musica anni ’80, da “Invisible” a “Notorious” fino a “Ordinary world”. Al termine di “Girls on film” è arrivata Victoria De Angelis, la bassista dei Måneskin che si è unita ai Duran Duran in “Psycho killer” dei Talking Heads. John Tayor, bassista e fondatore dei Duran Duran, l’aveva definita “la più importante bassista elettrica in circolazione”. Mancata la reunion dei Måneskin, ma sul palco dell’Ariston Conti ha portato a distanza di 24 ore Vic e Damiano. “E’ un gruppo fantastico. Dovreste essere orgogliosi di avere i Måneskin in Italia”, aveva detto Simon Le Bon ieri in conferenza stampa. Al Baronetto di Inghilterra Sir Simon Le Bon Carlo Conti ha consegnato il Premio città di Sanremo e ovviamente non poteva mancare “The wild boys”, brano che li ha consacrati icone della ribellione dei giovani degli ’80.


La terza serata del Festival ha visto protagonisti 14 big, tra cui Olly apparso un po’ stanco ha comunque ottenuto una standing ovation, Tony Effe torna “cattivo ragazzo” tutto tatuaggi e pelle nera; fanno ballare Gaia, Clara, Gaia, i Coma_Cose con il brano tormentone Cuoricini. Brunori Sas, Gabbani e Irama non sbagliano. Ad affiancare Carlo Conti, questa sera, tre donne. “Saremo le co.co.co di Carlo…”, aveva scherzano una di loro, Miriam Leone. Insieme a lei Katia Follesa, che ha inscenato uno sketch con Simon Le Bon e un grande cartello “Sposerò Simon Le Bon”. Dopo il bacio sulle labbra con il frontman dei Duran Duran, ha coronato così il sogno di tutte le teenager dell’epoca.


Ad aprire la serata Edoardo Bennato che ha intonato “Sono solo canzonette”; premio alla carriera a Iva Zanicchi che ha intonato il medley dei tre brani con cui ha vinto il Festival: “Non pensare a me”, “Ciao cara come stai”, “Zingara”. Tra le Nuove Proposte Settembre fa il pieno di premi con il brano Vertebre. Oltre al Leone d’argento, incassa anche il Premio della critica e il Premio della sala stampa Lucio Dalla. Battuto Alex Wyse che ha interpretato il brano “Rockestar”.


Al Festival arriva anche il tema della disabilità grazie alla presenza di alcuni membri del Teatro Patologico, accompagnati dal suo creatore Dario D’Ambrosi. “Diamo speranza a milioni di famiglie, perché quando sta bene un ragazzo disabile, stanno bene milioni di persone – ha spiegato D’Ambrosi -. È da qui che dobbiamo migliorare la nostra società. Perché loro sono il sale della vita, senza di loro la vita sarebbe una noia mortale”. C’è spazio anche per il piccolo grande esperto del festival, Samuele Parodi, salito sul palco dell’Ariston dopo che aveva lanciato un appello al direttore artistico per essere invitato a Sanremo. Carlo lo ha messo alla prova con una serie dei domande e il giovanissimo ha risposto con precisione ai quiz fatti da Conti e da alcuni degli ospiti in sala; poi ha presentato il quarto concorrente in gara, Massimo Ranieri. Samuele Parodi ha 11 anni, canta recita e danza. “Ne sa più di Marino Bartoletti – ha etto scherzando Conti- ho trovato il conduttore del prossimo anno”. Di Serena Sartini e Alessandra Velluto

Sanremo, standing ovation per i Duran Duran che non deludono

Sanremo, standing ovation per i Duran Duran che non deludonoSanremo, 13 feb. (askanews) – Sono passati 40 anni dalla loro prima storica performance in Italia, nel 1985 al Festival di Sanremo, i Duran Duran sono tornati all’Ariston con le loro canzoni iconiche che hanno segnato la musica degli anni ’80. La leggendaria band britannica ha eseguito un medley con “Invisible”/”Notorious”/”Ordinary world”. Una performace che viene accolta con grandissimo calore anche se i 40 anni di distanza pesano sui loro volti e anche sulle loro voci non proprio cristallina ma restano capaci di suscitare emozioni.


Poi al termine di “Girls on film” è arrivata Victoria De Angelis la bassista dei Måneskin che si è unita ai Duran Duran in “Psycho killer” dei Talking Heads. John Tayor, bassista e fondatore dei Duran Duran, l’aveva definita “la più importante bassista elettrica in circolazione”. Mancata la reunion dei Måneskin, ma sul palco dell’Ariston Conti ha portato a distanza di 24 ore Vic e Damiano. Al Baronetto di Inghilterra Sir Simon Le Bon Carlo Conti ha consegnato il Premio città di Sanremo e ovviamente non poteva “The wild boys” brano che li ha consacrati icone della ribellione dei giovani degli ’80 fortemente voluto da Conti.


Dirompente l’apparizione di Katia Follesa che poi coronato il sogno di tutte le teenager dell’epoca: si è presentata in abito da sposa bianco e bouquet, con un cartello col titolo del libro e del film “Sposerò Simon Le Bon” di Clizia Currado che raccontava i sogni di una fan dei Duran nel 1986. Katia ha chiesto a Simon di sposarlo perchè lo ama da tanto, e lui ha risposto: “Mia moglie mi uccide!”. Ma c’è il lieto fine le dà un bacino sulle labbra di Katia e lei ringrazia a nome di tutte le donne della sua generazione. Un ritorno al festival che prelude il ritorno quest’estate live in Italia. “Nel febbraio del 1985 – 40 anni fa – mio padre portò per la prima volta i Duran Duran in Italia proprio al Festival di Sanremo” ricorda Clemente Zard, oggi Managing Director di Vivo Concerti e figlio di David, leggendario organizzatore di musica live scomparso 7 anni fa. “Faccio questo mestiere perché mio padre mi ha trasmesso una grande passione per la musica e l’intrattenimento e per me è un cerchio personale che si chiude organizzare i Duran Duran al Circo Massimo per due date il prossimo giugno proprio nella mia città.” I Duran saranno anche a Bari e agli I-Days Milano 2025 all’Ippodromo Snai San Siro venerdì 20 giugno 2025 con uno show indimenticabile.

Nato, debutto di Hegseth, tensioni tra alleati a Bruxelles

Nato, debutto di Hegseth, tensioni tra alleati a BruxellesBruxelles, 13 feb. (askanews) – Non è stata una discussione facile, quella della riunione ministeriale Difesa della Nato che si è svolta oggi nel quartier generale dell’Alleanza a Bruxelles. Da una parte, il nuovo “azionista di maggioranza” americano della Nato, il neo segretario di Stato alla Difesa dell’Amministrazione Trump, Pete Hegseth, è partito all’attacco di fronte agli alleati con un mandato chiarissimo: il “dividendo della pace deve finire” (sono le sue parole), gli Stati Uniti non possono continuare a essere, in gran parte a proprie spese, i garanti della pace dei paesi europei, che devono spendere di più per la propria difesa.


Non più 2% del Pil, neanche il 3% che il segretario generale della Nato, Mark Rutte, sta cercando di indicare come soglia di compromesso, “anche il 4% è troppo poco, dovrebbe essere piuttosto attorno al 5%”, ha detto il capo del Pentagono. Improponibile per la maggior parte degli europei, alcuni dei quali (Italia inclusa) non sono riusciti ancora ad arrivare neanche all’obiettivo precedente, il 2%. “Siamo molto incoraggiati – ha detto Hegseth nella conferenza stampa finale – da ciò che hanno detto, a porte chiuse, molti dei nostri alleati, riconoscendo questa realtà. ‘Rendere di nuovo grande la Nato’, è ciò che il Presidente Trump si era prefissato di fare già nel 2017. La stampa aveva detto che il Presidente Trump stava abbandonando la Nato, che stavamo voltando le spalle ai nostri alleati. Questo è ciò si leggeva nei titoli nel 2017 e nel 2018. Ma cosa è successo realmente? Quella dura discussione ha creato ancora più investimenti, al punto che ora quasi tutti i paesi della Nato stanno raggiungendo l’obiettivo del 2 per cento, che era stato definito eclatante quando lo aveva detto per la prima volta. Ora i paesi europei stanno intensificando gli sforzi, e il presidente Trump continua a suonare il campanello d’allarme per dire che sono necessari ancora più investimenti considerando la situazione in cui siamo”.


“Dovete spendere di più – ha detto il capo del Pentagono rivolto agli europei – per la difesa del vostro paese in questo continente. Questo cambiamento deve avvenire. Il dividendo della pace deve finire”. E a questo punto Hegseth ha introdotto un’altra motivazione di questa richiesta: in sostanza, gli europei devono spendere di più in Europa, dove il nemico è la Russia, perché gli americani non possono farlo, in quanto hanno bisogno di spendere di più nella regione dell’Indo-Pacifico. Un’area geopolitica in cui c’è un “competitor” ormai fortissimo, seconda potenza mondiale, la Cina, che non è ancora un nemico, ma che potrebbe diventarlo presto, se non sarà dissuaso dal farlo. Per questo, c’è bisogno di un sistema di deterrenza basato sugli alleati della regione sostenuti dagli Stati Uniti. “Ci sono autocrati – ha ricordato Hegseth – con ambizioni in tutto il mondo, dalla Russia ai comunisti cinesi”. Per gli europei “investire nella difesa nel Continente (europeo, ndr) ha senso. E ha anche senso, comparativamente e geograficamente, per gli Stati Uniti, insieme agli alleati nel Pacifico, come Giappone, Corea del Sud, Filippine, Australia e altri, investire negli alleati, nei partner e nelle capacità nel Pacifico per una proiezione del potere al servizio della deterrenza. Quell’effetto deterrente nel Pacifico può essere guidato solo dagli Stati Uniti”.


Dall’altra parte, il capo del Pentagono si è trovato a giocare -sebbene in modo altrettanto aggressivo – in difesa, attaccato da molti degli alleati per l’incredibile comportamento del suo capo, Donald Trump, nella telefonata con Vladimir Putin, in cui ha dato quasi per scontata, prima ancora di cominciare i negoziati di pace e sena averne parlato prima con Kiev e con l’Ue, la perdita dei territori ucraini occupati dalla Russia, la rinuncia dell’Ucraina all’adesione alla Nato, la presenza di truppe di peacekeeping solo europee e non americane per garantire la sicurezza dopo il cessate il fuoco (se ci si arriverà). Il capo del Pentagono è stato tempestato dalle critiche dei baltici, della Svezia, della Germania, della Francia e dell’Ue (se si rimane a quello che è stato riferito chiaramente negli incontri stampa), per il fatto che Trump si è lanciato troppo avanti nelle concessioni a Putin, senza consultarsi con l’Ucraina e con gli alleati europei e anzi dando l’impressione di volerli mettere davanti al fatto compiuto, senza d’altra parte ottenere da Putin nient’altro che la promessa del cessate il fuoco. Mark Rutte ha cercato di mediare, come è suo compito; in particolare, durante la sua conferenza stampa finale, ha ricordato che nell’ultimo suo summit la Nato “si è impegnata per la futura adesione dell’Ucraina, ma non è mai stato concordato che una volta iniziati i colloqui di pace, sarebbero finiti con certezza con l’adesione alla Nato” di Kiev.


Hegseth ha difeso a spada tratta Trump, come il più grande negoziatore del Pianeta, ha affermato che Putin lo teme e lo rispetta, perché capisce solo il linguaggio della forza; e che le azioni militari espansive del presidente russo in Ucraina, cominciate nel 2014 con l’occupazione della Crimea, si sono fermate durante i quattro anni della prima presidenza Trump, e sono riprese quando ha lasciato la Casa Bianca. Ora il presidente è tornato, e, ha fatto capire Hegseth, è questo il momento per far ritornare la pace in Ucraina. Loc-Cgi

Trump assicura: l’Ucraina sarà coinvolta nei negoziati con la Russia. Anche Putin vuole la pace

Trump assicura: l’Ucraina sarà coinvolta nei negoziati con la Russia. Anche Putin vuole la paceRoma, 13 feb. (askanews) – L’Ucraina sarà coinvolta nei negoziati di pace con la Russia. Lo ha assicurato il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, di fronte alla stampa.


L’inquilino della Casa Bianca ha inoltre assicurato che Vladimir Putin, il suo omologo russo, “vuole la pace” con l’Ucraina.

Sanremo, Rocco Hunt rassicura i fan: sto alla grande

Sanremo, Rocco Hunt rassicura i fan: sto alla grandeSanremo, 13 feb. (askanews) – Rocco Hunt rassicura i fan con un post sui social. “Ragazzi molti mi avete chiesto il perchè di questa espressione? Vi volevo tranquillizzare: sto vivendo questo Festival alla grande… Però devo ammettere che sono rimasto spiazzato. Anche io molte volte gioco con i luoghi comuni ma ieri non ho avuto voglia di ridere. State sereni, sono carico, domani ci aspetta una grande serata insieme al mio amico Clementino. Spaccam’ tutt’ cose” Ha scritto. Ieri sera il rapper campano non ha gradito l’ironia di Alessandro Cattelan al DopoFestival che ha proposto una parodia di Montagne Verdi di Marcella Bella trasformata in Montagne bianche con riferimenti a Napoli e a Roccaraso.

Sanremo, Mahmood, Deborah Compagnoni ed Eros Zanotti tedofori a Olimpiadi

Sanremo, Mahmood, Deborah Compagnoni ed Eros Zanotti tedofori a OlimpiadiSanremo, 13 feb. (askanews) – Coca-Cola ha svelato oggi, presso Casa Coca-Cola a Sanremo, i suoi primi tre tedofori del Viaggio della Fiamma Olimpica dei XXV Giochi Invernali di Milano Cortina 2026. Si tratta di tre personalità d’eccezione, rappresentanti di mondi diversi ma accomunati dai valori olimpici e dallo spirito di inclusione:


Mahmood: il ritmo che unisce. Nel contesto del Festival di Sanremo, non poteva mancare un protagonista della scena musicale italiana e internazionale come Mahmood, che quest’anno ricopre il ruolo di co-conduttore nella serata di venerdì 14 febbraio: autore e cantante pluripremiato, simbolo di grande creatività e inclusività, e oltre ad accompagnare Coca-Cola durante il 2025 in diversi momenti chiave, rivestirà il ruolo di tedoforo, portando il suo talento e i suoi valori nel Viaggio della Fiamma Olimpica. “È per me un onore prendere parte a questo progetto di Coca-Cola come tedoforo e avere l’opportunità di portare la Fiamma Olimpica, simbolo di valori sia legati al mondo dello sport che universali come unità e pace. È un ruolo che nel corso degli anni è stato ricoperto non solo da sportivi eccellenti, entrati nella storia, ma anche da personalità del mondo dello spettacolo e grandissimi musicisti.” ha dichiarato Mahmood.


Deborah Compagnoni: il valore delle legacy. Un’icona dello sport italiano e leggenda dello sci alpino, Deborah Compagnoni incarna l’eccellenza sportiva e l’impegno sociale. Già tedofora a Torino 2006, è un simbolo di passione e dedizione ispirato dai valori del Movimento Olimpico. Oltre ai suoi successi in pista, Deborah si distingue per il suo ruolo di Presidente dell’Associazione Sciare per la Vita ODV, attraverso la quale promuove iniziative benefiche per i bambini legate allo sport. “I Giochi Olimpici Invernali di Milano Cortina 2026 saranno i Giochi dell’Italia intera, per questo Il Viaggio della Fiamma Olimpica toccherà tanti territori. Le Olimpiadi sono un evento di grande valore che crea orgoglio”. ha dichiarato Deborah Compagnoni, fuoriclasse dello sci alpino, vincitrice di ben tre medaglie d’oro e un argento olimpici, oltre a 3 ori mondiali e una coppa del mondo di gigante e dal 2021, Ambassador dei Giochi Olimpici e Paralimpici Invernali di Milano Cortina 2026.”Ho sempre disputato le Olimpiadi all’estero ma da cittadina italiano penso sia una grande emozione avere questo evento in Italia, sono orgogliosa di affiancare Coca-Cola nel ruolo di Tedofora del Viaggio della Fiamma Olimpica con l’obiettivo di trasmettere l’importanza dei valori olimpici. Le Olimpiadi sono un forte messaggio per la società perché lo sport unisce, confido nel messaggio finale, che lascino qualcosa di importante nella nostra Italia. Credo nei valori dello sport non solo come valori olimpici, ma anche proprio dell’importanza della pratica sportiva per i giovani”.


Eros Zanotti (atleta Special Olympics): l’inclusione in movimento. Con la selezione dello sciatore di fondo Eros Zanotti, Coca-Cola celebra il potere dello sport come strumento di inclusione e cambiamento sociale. “Essere un tedoforo Coca-Cola nel Viaggio della Fiamma Olimpica per Milano Cortina 2026 è un’emozione indescrivibile e un grande onore. Lo sport mi ha insegnato a credere in me stesso, a superare le difficoltà e a valorizzare il mio talento. Ma soprattutto, mi ha dimostrato che con impegno e passione possiamo raggiungere traguardi straordinari. Spero che questo momento possa ispirare tante persone a non arrendersi mai, perché ogni sfida è un’opportunità per dimostrare il proprio valore. Lo sport è condivisione, amicizia e unione: unisce le persone e ci rende parte di qualcosa di più grande.” ha dichiarato Zanotti.


Mahmood, Deborah Compagnoni ed Eros Zanotti saranno quindi parte del Viaggio straordinario attraverso l’Italia della Fiamma Olimpica; evento che Coca-Cola è orgoglioso di affiancare come Presenting Partner, proseguendo in un legame speciale che dura da oltre 30 anni, dal debutto ai Giochi Olimpici di Barcellona 1992. Attraverso la selezione dei tedofori, Coca-Cola offrirà all’Italia l’opportunità unica di portare la fiaccola Olimpica mentre le bevande dell’azienda, accompagneranno il pubblico in un’esperienza memorabile. “Siamo molto fieri di annunciare i primi tre tedofori che con noi prenderanno parte al Viaggio della Fiamma Olimpica dei XXV Giochi Olimpici Invernali di Milano Cortina 2026, un momento unico per celebrare i valori di inclusione, speranza e unità che condividiamo con il Movimento Olimpico,” ha dichiarato Luca Santandrea, General Manager Olympic and Paralympic Games Milano Cortina 2026 di Coca-Cola. “Essere Presenting Partner di questo straordinario viaggio è per noi un onore e un impegno a promuovere il potere dello sport come linguaggio universale capace di unire e ispirare. Con la scelta di Mahmood, Deborah Compagnoni ed Eros Zanotti, vogliamo raccontare storie che parlano a tutti. Questi tre mondi, pur diversi, sono accomunati dalla capacità di ispirare attraverso talento, dedizione e inclusione. Questo è solo l’inizio di un percorso che ci porterà a condividere emozioni ed esperienze indimenticabili che riuniranno il Paese in una celebrazione di sport e gioia condivisa.” L’annuncio di Coca-Cola arriva all’indomani dell’apertura ufficiale delle candidature per diventare tedofori di Milano Cortina 2026 sul prestigioso palco dell’Ariston del 75° Festival di Sanremo, di cui Coca-Cola è Partner per il secondo anno consecutivo, che da martedì 11 febbraio sta accompagnando milioni di spettatori e si concluderà con la serata finale di sabato 15 febbraio. “Milano Cortina 2026 e Coca-Cola condividono un impegno profondo verso valori fondamentali come l’inclusività, la comunità e la celebrazione dello spirito sportivo. Il ruolo dei tedofori non è solo quello di portare la Fiamma, ma di rappresentare storie di passione, determinazione e unità. Ogni tedoforo avrà l’opportunità di diventare un ambasciatore di questi valori, ispirando l’Italia e il mondo intero a unirsi in un grande abbraccio di condivisione e celebrazione. Insieme, stiamo creando non solo un evento sportivo, ma un momento di connessione e orgoglio per tutti.” ha dichiarato Luca Casassa, Communications Director della Fondazione Milano Cortina 2026.

Sanremo, oltre 300 milioni di interazioni social

Sanremo, oltre 300 milioni di interazioni socialSanremo, 13 feb. (askanews) – Dati record anche per la seconda serata di Sanremo: le interazioni social salgono a 315 milioni. Olly guadagna oltre 200 mila follower in 24 ore su Instagram e Tiktok. Il party di Urban Vision ottiene circa 20 milioni di visualizzazioni.


La seconda serata del Festival di Sanremo 2025 segna un nuovo traguardo sui social. L’analisi di Socialcom realizzata in esclusiva per Adnkronos con la piattaforma Socialdata ha raccolto 315 milioni di interazioni, quasi il triplo rispetto alla prima serata. Dal 1° febbraio 2025, le menzioni totali del festival salgono a 1,6 milioni. Un’ulteriore conferma arriva dall’analisi dell’after party Urban Vision Loves Rolling Stone: l’evento ha raggiunto un potenziale di quasi 19 milioni di visualizzazioni, soprattutto grazie alla presenza di giovani talent e creator di Instagram e TikTok, oltre a volti noti come Gué, Lele Adani e Nicola Ventola.


Bianca Balti è la regina indiscussa della seconda serata del Festival: il momento del suo ingresso segna il momento di massima attività sui social, risultando il personaggio più citato della serata e con il sentiment più positivo. I suoi look inoltre sono i più commentati e apprezzati della serata. L’accoglienza è più tiepida per gli altri conduttori. Carlo Conti resta al centro di confronti sfavorevoli con Amadeus, mentre Cristiano Malgioglio suscita reazioni più ironiche. Sul fronte musicale, si confermano protagonisti Fedez, Giorgia e Achille Lauro, già emersi nell’analisi della prima serata, che aveva anticipato la classifica del pubblico annunciata al termine della seconda serata. Fedez e Giorgia generano anche gli altri due picchi di attività social e le loro canzoni, insieme a quelle di Simone Cristicchi, Lucio Corsi e Achille Lauro, risultano le più commentate.


Tra i look più discussi, dopo Bianca Balti, emergono Cristiano Malgioglio, spesso al centro di commenti ironici, seguito da Lucio Corsi, Damiano David e Giorgia. Sul fronte social, Olly domina la crescita di follower: nelle ultime 24 ore, guadagna circa 230.000 nuovi follower tra Instagram e TikTok, affermandosi come il personaggio più seguito del festival. “I social hanno ormai superato gli schermi televisivi, diventando il cuore della conversazione nazionale su Sanremo.”, commenta Luca Ferlaino, fondatore di Socialcom. “Un’ulteriore conferma arriva dall’analisi dell’after party Urban Vision Loves Rolling Stone: i creator e gli influencer amplificano il successo della manifestazione e con post e stories raggiungono quasi 20 milioni di visualizzazioni.

Sanremo, Iva Zanicchi a StudioNews: tornare all’Ariston è meraviglioso

Sanremo, Iva Zanicchi a StudioNews: tornare all’Ariston è meravigliosoSanremo, 13 feb. (askanews) – Iva Zanicchi, una delle icone della musica italiana, ha regalato emozioni ai suoi fan durante un esclusivo collegamento nel salotto giornalistico StudioNews ideato e condotto dalla giornalista Patrizia Barsotti e realizzato in collaborazione con l’agenzia stampa AskaNews e il network CiaoUSA.Tv, in diretta da CasaSanremo Bazr.


Durante l’intervista concessa dall’inviata di AskaNews Serena Sartini, che anticipa l’atteso premio alla carriera che l’artista riceverà questa sera sul palco dell’Ariston, Iva Zanicchi ha condiviso la sua gioia per il traguardo raggiunto. “Una grande emozione. Sorpresa? Si, ma era ora!” ha dichiarato scherzando l’artista, con un sorriso che ha trasmesso comunque tutta la sua gratitudine per il riconoscimento ricevuto. “Tornare su quel palco è davvero meraviglioso e questa sera renderò omaggio alle tre canzoni che mi hanno portato alla vittoria. ‘Zingara’ non può certanente mancare!” ha aggiunto, con quell’entusiasmo che solo lei sa trasmettere. Iva Zanicchi, che ha fatto certamente la storia del Festival di Sanremo con la sua straordinaria carriera, ha ricordato l’importanza di quel palco e delle canzoni che l’hanno consacrata come una delle voci più amate del panorama musicale italiano. “Zingara” è il brano simbolo della vittoria al Festival nel 1969 e la sua presenza sul palco dell’Ariston questa sera rappresenta un atto di omaggio a quei momenti che hanno segnato la sua carriera.


Il collegamento di oggi realizzato in diretta dal programma StudioNews, si inserisce nell’ambito delle iniziative di CasaSanremo Bazr e della collaborazione con AskaNews, continua a portare il Festival di Sanremo oltre i confini nazionali, tramite il network CiaoUSA.Tv offrendo agli italiani all’estero la possibilità di vivere da vicino le emozioni più grandi del Festival.

Nato,Crosetto: aumento spesa Difesa per futuro dei nostri figli

Nato,Crosetto: aumento spesa Difesa per futuro dei nostri figliBruxelles, 13 feb. (askanews) – Indipendentemente dalla disputa sulle percentuali del Pil da dedicare alla spesa militare, la questione non è di prendere “un impegno perché ce lo chiede la Nato”, ma “l’impegno per garantire a noi stessi la nostra sicurezza” qui in Europa; anche di fronte al relativo disimpegno degli Stati Uniti, che si stanno concentrando sempre più sui loro interessi nella regione Indopacifica e sul confronto geopolitico con la Cina. Per questo, “bisognerà avviare una discussione in Italia” su questi temi “che non vanno strumentalizzati politicamente” perché non riguardano solo la maggioranza di governo, ma l’interesse nazionale e “il futuro dei nostri figli”.


Lo ha spiegato il ministro della Difesa, Guido Crosetto, oggi a Bruxelles, parlando con la stampa a margine della riunione ministeriale Difesa della Nato. Durante la discussione della ministeriale, ha detto Crosetto, “non sono stato molto colpito dall’intervento del capo del Pentagono”, Pete Hegseth, “perché ha ripetuto le cose che Trump ha detto in campagna elettorale, che quindi io mi aspettavo”.


“Trump – ha ricordato il ministro della Difesa – ha continuato in campagna elettorale a dire le cose che aveva già iniziato a dire nel suo precedente mandato, cioè che la Nato non era un’organizzazione che poteva basarsi soltanto sugli Stati Uniti, ma che tutti i membri della Nato dovevano partecipare a costruire la loro sicurezza, che gli Stati Uniti non erano più disposti a pagare per garantire sicurezza e deterrenza degli altri paesi aderenti all’Alleanza”. E oggi Hegseth “ci ha ribadito questo”. “Per cui – ha continuato Crosetto – l’impegno del 2%” del Pil di ogni paese alleato da impegnare nella spesa militare, “ormai è ampiamente superato”. Il segretario di Stato Usa alla Difesa “ci ha ribadito che la richiesta di Trump sarà al 5%. E noi abbiamo ribadito che per molti Paesi è impossibile pensare di raggiungere un obiettivo di questo tipo”.


“L’obiettivo che dobbiamo raggiungere – ha spiegato il ministro – è l’impegno sulle capacità che abbiamo promesso alla Nato. La Nato costruisce la sua capacità di difesa e deterrenza sulle capacità che ogni paese dà. Noi dobbiamo assicurare, come prima fase, quelle capacità. E contestualmente, come fa ogni paese, bisogna pensare alla propria sicurezza. E questo è un impegno che va oltre il 2%, non c’è bisogno che ce lo dica Trump, non c’è bisogno che ce lo dica nessuno”. Il 2% è l’impegno formale che era stato preso anni fa dagli alleati, e che alcuni paesi, tra cui l’Italia, non hanno ancora raggiunto. “Probabilmente a fine giugno del prossimo anno, quando si riunirà la Nato (un vertice dei leader è previsto a L’Aia dal 24 all’26 giugno, ndr) ci sarà un’ulteriore proposta che non sarà più sicuramente il 2%, e neanche il 2,5%. Si parla di oltre il 3% e trova concorde quasi tutti i paesi”. Comunque, ha puntualizzato Crosetto, “noi chiaramente non abbiamo preso impegni perché non era il luogo per discutere” la questione.


“Ciò che dobbiamo invece sapere, avere ben chiaro e imparare a fare – ha sottolineato a questo punto il ministro -, è che la sicurezza dell’Europa e di ogni nostra nazione dovremmo assicurarla a noi. Siamo stati abituati per decenni a non investire in difesa perché ci pensavano gli Stati Uniti, a non avere capacità di deterrenza perché tanto c’erano gli Stati Uniti”. Dal capo del Pentagono “ci è stato ribadito, e io l’avevo già capito da anni e spero lo capiscano tutti – ha aggiunto Crosetto -, che gli Stati Uniti ritengono la Cina un concorrente che nei prossimi anni li costringerà a spostare le loro attenzioni sull’Indo-Pacifico”. Hegseth, ha riferito ancora il ministro, “ci ha ricordato oggi che gli Usa hanno speso e investito in Ucraina sette volte quello che gli serve per i Marines ogni anno; e che loro devono garantire innanzitutto, come Trump ha detto in campagna elettorale, la sicurezza degli interessi americani sia in patria che nel mondo. Per cui ha invitato l’Europa a prendersi sulle spalle la responsabilità della propria difesa di sicurezza. Cosa chiara che dovremmo fare. Alcuni paesi hanno già iniziato; noi” come Italia “siamo più in difficoltà, perché siamo all’1,57 per cento. E se pensate di dover arrivare alle cifre di cui parlavamo prima, ne viene un grande sforzo economico”. “Ma quello che noi dobbiamo porci – ha sottolineato Crosetto – non è un impegno perché ce lo chiede la Nato, ripeto, è l’impegno per garantire a noi stessi la nostra sicurezza. Io la vedo in questo modo. Bisognerà avviare una discussione in Italia; questi sono temi che non vanno strumentalizzati, e io vorrei che su temi di questo tipo non si facesse strumentalizzazione politica. Non sono temi di Crosetto o di questa maggioranza: sono temi dell’Italia e riguardano il futuro dei nostri figli, più che il nostro”, ha concluso il ministro della Difesa.