Skip to main content
#sanremo #studionews #askanews #ciaousa #altrosanremo

Piano Ue di sostegno a bisogni energia in Ucraina per inverno

Piano Ue di sostegno a bisogni energia in Ucraina per invernoStrasburgo, 19 set. (askanews) – La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e il direttore esecutivo dell’Aie (Agenzia Internazionale per l’Energia), Fatih Birol, hanno presentato oggi, in una conferenza stampa congiunta a Bruxelles, un piano per il sostegno dell’Ucraina riguardo ai suoi bisogni di energia, in particolare nel prossimo inverno, dopo la distruzione sistematica di una buona parte delle sue infrastrutture di generazione e trasmissione di energia causata dai bombardamenti dell’invasore russo.


Von der Leyen ha annunciato che si recherà in Ucraina nel pomeriggio per discuterne poi domani con il presidente Volodymyr Zelensky. Secondo fonti comunitarie, i bombardamenti russi hanno distrutto tra i 17 e i 18,5 Gigawatt degli oltre 36 Gigawatt della capacità di generazione elettrica che l’Ucraina aveva prima della guerra. Lo Stato ucraino è riuscito a ripristinare 10 Gigawatt di capacità, che sono ora disponibili. Resta un “gap” di circa 8,5 Gigawatt, che l’Ue mira a ridurre a circa 4 Gigawatt, attraverso l’aiuto al ripristino di infrastrutture e la fornitura di piccoli generatori e turbine a gas o impianti di rinnovabili (per il 15% dei bisogni del Paese), o con l’esportazione di elettricità (per il 12% dei bisogni).


Un altro punto importante sarà la decentralizzazione della produzione di elettricità (soprattutto con la fornitura di pannelli solari a scuole e ospedali) e degli impianti di riscaldamento (che in Ucraina sono spesso basati sui “district heating” e co-generazione). “Il 26 agosto – ha ricordato von der Leyen – sono stati lanciati più di 230 missili durante un attacco durato 12 ore. Erano diretti a centrali elettriche, sottostazioni e altre infrastrutture chiave. Milioni di ucraini sono rimasti senza elettricità per diverse ore. Come amici e partner dell’Ucraina, dobbiamo fare tutto il possibile per mantenere le luci accese. E mentre l’inverno si avvicina, dobbiamo tenere al caldo il coraggioso popolo ucraino, continuando a far funzionare allo stesso tempo l’economia”.


“L’obiettivo – ha indicato la presidente della Commissione – è rispondere ai bisogni immediati della popolazione e allo stesso tempo rendere il sistema energetico ucraino più resiliente nel lungo termine. Nel complesso, l’Ucraina avrà bisogno di 17 Gigawatt di capacità elettrica per questo inverno. Quindi oggi proponiamo tre tipi di azioni: riparare, connettere e stabilizzare”. “L’80% degli impianti termici dell’Ucraina e un terzo della sua capacità idroelettrica sono stati distrutti. È qui – ha spiegato von der Leyen – che concentreremo i nostri sforzi di riparazione, con l’obiettivo di ripristinare 2,5 Gigawatt di capacità quest’inverno. Si tratta di circa il 15% del fabbisogno dell’Ucraina”.


Per esempio, “attraverso il meccanismo di protezione civile, siamo riusciti a inviare all’Ucraina più di 10.000 generatori e trasformatori di corrente e ulteriori aiuti stanno arrivando”. Per quanto riguarda l’esportazione di energia verso l’Ucraina attraverso le connessioni con la rete Ue, “esportiamo 2 Gigawatt di elettricità, che coprono circa il 2% del suo fabbisogno per l’inverno”, ha aggiunto la presidente della Commissione. Infine, “stiamo potenziando la produzione decentralizzata di energia”, e in particolare di rinnovabili. “I pannelli solari sui tetti sono più difficili da colpire” nei bombardamenti “e più facili da riparare rispetto alle grandi infrastrutture centrali”, ha osservato la presidente della Commissione, rilevando che questo “spinge anche in avanti l’indipendenza energetica dell’Ucraina e la transizione pulita. Ad esempio, stiamo distribuendo pannelli solari a 21 ospedali nel Paese per garantire un approvvigionamento energetico continuo”. “Questi tre obiettivi (riparare, collegare e stabilizzare) richiedono un significativo supporto finanziario. Nel complesso, stimiamo che il nostro supporto alla sicurezza energetica dell’Ucraina da febbraio 2022 ammonti ad almeno 2 miliardi di euro”, ha concluso von der Leyen.

Europarlamento: togliere restrizioni a uso armi fornite a Ucraina

Europarlamento: togliere restrizioni a uso armi fornite a UcrainaStrasburgo, 19 set. (askanews) – La plenaria del Parlamento europeo ha approvato a larga maggioranza, oggi a Strasburgo, una risoluzione che chiede agli Stati membri di togliere le restrizioni esistenti per le forniture di armi e munizioni all’Ucraina, che in certi casi ne impediscono l’uso per attaccare obiettivi in territorio russo. La risoluzione è stata approvata con 425 voti a favore, 131 contro e 63 astensioni Il paragrafo 8 della risoluzione “invita gli Stati membri a revocare immediatamente le restrizioni all’uso dei sistemi d’arma occidentali forniti all’Ucraina contro legittimi obiettivi militari sul territorio russo, in quanto ciò ostacola la capacità dell’Ucraina di esercitare pienamente il suo diritto all’autodifesa ai sensi del diritto pubblico internazionale e lascia l’Ucraina esposta ad attacchi contro la sua popolazione e le sue infrastrutture”. Un emendamento specifico per confermare questo paragrafo è stato approvato 377 voti a favore, 191 contrari e 51 astenuti.


Nel paragrafo successivo (il numero 9), la risoluzione “sottolinea che le forniture insufficienti di munizioni e armi e le restrizioni al loro utilizzo rischiano di compromettere gli sforzi compiuti finora”. Il Parlamento europeo “deplora profondamente la riduzione del volume finanziario degli aiuti militari bilaterali all’Ucraina da parte degli Stati membri, nonostante le energiche dichiarazioni rilasciate all’inizio dell’anno in corso; ribadisce pertanto il suo invito agli Stati membri a rispettare l’impegno assunto nel marzo 2023 di consegnare un milione di munizioni all’Ucraina”, e chiede “di accelerare le forniture di armi, in particolare di moderni sistemi di difesa aerea e altri tipi di armi e munizioni, compresi i missili Taurus, in risposta a necessità chiaramente individuate”. Gli eurodeputati chiedono inoltre “la rapida attuazione degli impegni congiunti in materia di sicurezza contratti tra l’e e l’Ucraina”. Il Parlamento europeo, infine, “ribadisce la sua posizione secondo cui tutti gli Stati membri dell’Ue e gli alleati della Nato dovrebbero impegnarsi collettivamente e individualmente a fornire sostegno militare all’Ucraina con almeno lo 0,25 % del loro Pil annuale.


Loc

La nuova arma di Kiev, ecco quello che sappiamo del drone-razzo Palianytsia

La nuova arma di Kiev, ecco quello che sappiamo del drone-razzo PalianytsiaRoma, 19 set. (askanews) – L’attacco ucraino che avrebbe distrutto il deposito di missili e di munizioni russe di Toropets, nell’oblast di Tver, sarebbe stato condotto con la nuova arma presentata recentemente dal presidente Volodymyr Zelesnky come una svolta nell’armamento di Kiev. Un’arma sviluppata, a suo dire, internamente, che si chiama Palianytsia. “In due anni e mezzo di guerra su larga scala, la Russia ha lanciato circa 10.000 missili di vario tipo e oltre 33.000 bombe plananti contro l’Ucraina. Fermare gli attacchi contro le nostre città può essere ottenuto colpendo i vettori di queste armi, ovvero gli aerei russi stazionati presso aeroporti militari”, scrisse il 25 agosto scorso Zelensky in un post su X, nel quale mostrava un video di United24 che mostrerebbe la nuova arma. “Ieri – spiegava – si è verificato il primo impiego in combattimento del nostro nuovo armamento: il drone missilistico a lungo raggio ucraino ‘Palianytsia’. È stato progettato internamente per distruggere il potenziale offensivo del nemico”.


Palianytsa è un nome persino beffardo nei confronti dei russi. Indica un pane di frumento di forma rotonda ma, dall’inizio della guerra, ha assunto un altro valore, perché i russi non riescono a pronunciarla correttamente ed è quindi diventata uno “shibboleth”, cioè un modo di distinguere gli amici dai nemici. Ma cosa sappiamo di Palianytsia? Intanto gli esperti sono divisi su come definire quest’arma. Zelensky l’ha chiamata “drone missilistico”, mentre, parlando con Kyiv Independent, l’esperto di difesa Andryi Kharuk l’ha definito un “missile cruise ordinario, un classico missile cruise” che, in questo caso, ha come motore un turbojet. Nella sua valutazione si tratterebbe di un missile relativamente piccolo con una carica di poche decine di chilogrammi di esplosivo.


Sulla base delle immagini diffuse da United24 col post di Zelensky, il missile appare caratterizzato da un corpo centrale con ali posizionate in avanti e una sezione di coda dotata di quattro superfici di controllo, una configurazione tipica dei missili da crociera. Lanciato da terra, il Palianytsia è alimentato da un motore turbojet, che gli consente di raggiungere capacità a lungo raggio. Il motore è presumibilmente regolabile per un’efficienza ottimale del carburante, permettendo al missile di mantenere una velocità di volo economica su distanze estese, secondo Defence blog.


L’esatta portata dell’arma non è stata rivelata, ma secondo il video che l’Ucraina ha presentato pubblicamente, Palianytsia è in grado di raggiungere 20 basi aeree in profondità all’interno della Russia. Una di queste è la base di Savasleyka, situata a quasi 665 chilometri di distanza dal confine ucraino. Le tecnologie dell’arma non sono nuove, ma lo è il mix tecnologico che Kiev ha messo in campo, nonché la velocità di sviluppo dell’arma – un anno e mezzo secondo il video ucraino – e la sua economicità: il ministro del Digitale ucraino Mikhailo Fedorov ha sostenuto, parlando con l’agenzia di stampa Associated Press, che la produzione di uno di questi droni-missili costa solo un milione di dollari. Molte volte meno di un singolo missile russo. Nei giorni scorsi la Lituania ha promesso 11 milioni di dollari a Kiev per la costruzione di Palianytsia. “La produzione di droni missilistici – ha detto ancora il 25 agosto Zelensky – aumenterà, proprio come è avvenuto per la produzione dei nostri droni d’attacco a lungo raggio, la cui efficacia vediamo quasi quotidianamente”.

Quel che sappiamo del drone-razzo Palyanitsia, nuova arma ucraina

Quel che sappiamo del drone-razzo Palyanitsia, nuova arma ucrainaRoma, 19 set. (askanews) – L’attacco ucraino che avrebbe distrutto il deposito di missili e di munizioni russe di Toropets, nell’oblast di Tver, sarebbe stato condotto con la nuova arma presentata recentemente dal presidente Volodymyr Zelesnky come una svolta nell’armamento di Kiev. Un’arma sviluppata, a suo dire, internamente, che si chiama Palianytsia.


“In due anni e mezzo di guerra su larga scala, la Russia ha lanciato circa 10.000 missili di vario tipo e oltre 33.000 bombe plananti contro l’Ucraina. Fermare gli attacchi contro le nostre città può essere ottenuto colpendo i vettori di queste armi, ovvero gli aerei russi stazionati presso aeroporti militari”, scrisse il 25 agosto scorso Zelensky in un post su X, nel quale mostrava un video di United24 che mostrerebbe la nuova arma. “Ieri – proseguì – si è verificato il primo impiego in combattimento del nostro nuovo armamento: il drone missilistico a lungo raggio ucraino ‘Palianytsia’. È stato progettato internamente per distruggere il potenziale offensivo del nemico”. Palyanitsa è un nome persino beffardo nei confronti dei russi. Indica un pane di frumento di forma rotonda ma, dall’inizio della guerra, ha assunto un altro valore, perché i russi non riescono a pronunciarla correttamente ed è quindi diventata uno “shibboleth”, cioè un modo di distinguere gli amici dai nemici.


Ma cosa sappiamo di Palyanitsia? Intanto gli esperti sono divisi su come definire quest’arma. Zelensky l’ha chiamata “drone missilistico”, mentre, parlando con Kyiv Indepedent, l’esperto di difesa Andryi Kharuk l’ha definito un “missile cruise ordinario, un classico missile cruise” che, in questo caso, ha come motore un turbojet. Nella sua valutazione si tratterebbe di un missile relativamente piccolo con una carica di poche decine di chilogrammi di esplosivo. Sulla base delle immagini diffuse da United24 col post di Zelensky, il missile appare caratterizzato da un corpo centrale con ali posizionate in avanti e una sezione di coda dotata di quattro superfici di controllo, una configurazione tipica dei missili da crociera.


Lanciato da terra, il Palyanytsia è alimentato da un motore turbojet, che gli consente di raggiungere capacità a lungo raggio. Il motore è presumibilmente regolabile per un’efficienza ottimale del carburante, permettendo al missile di mantenere una velocità di volo economica su distanze estese, secondo Defence blog. L’esatta portata dell’arma non è stata rivelata, ma secondo il video che l’Ucraina ha presentato pubblicamente, Palianytsia è in grado di raggiungere 20 basi aeree in profondità all’interno della Russia. Una di queste è la base di Savasleyka, situata a quasi 665 chilometri di distanza dal confine ucraino.


Le tecnologie dell’arma non sono nuove, ma lo è il mix tecnologico che Kiev ha messo in campo, nonché la velocità di sviluppo dell’arma – un anno e mezzo secondo il video ucraino – e la sua economicità: il ministro del Digitale ucraino Mikhailo Fedorov ha sostenuto, parlando con l’agenzia di stampa Associated Press, che la produzione di uno di questi droni-missili costa solo un milione di dollari. Molte volte meno di un singolo missile russo. Nei giorni scorsi la Lituania ha promesso 11 milioni di dollari a Kiev per la costruzione di Palyanitsia. “La produzione di droni missilistici – ha detto ancora il 25 agosto Zelensky – aumenterà, proprio come è avvenuto per la produzione dei nostri droni d’attacco a lungo raggio, la cui efficacia vediamo quasi quotidianamente”. (La foto è un fermo-immagine tratto dal video pubblicato dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky il 25 agosto sul suo profilo X)

Gli Usa temono che le esplosioni dei device siano preludio all’attacco di Israele in Libano

Gli Usa temono che le esplosioni dei device siano preludio all’attacco di Israele in LibanoRoma, 19 set. (askanews) – Alti funzionari del Pentagono temono che le recenti esplosioni di massa di dispositivi di comunicazione in Libano siano il preludio ad un’offensiva di terra da parte di Israele. Lo riporta oggi il Wall Street Journal, spiegando che già prima di queste esplosioni, durante un incontro avvenuto lunedì, il capo del Pentagono Lloyd Austin aveva espresso “il timore che Israele potesse lanciare presto un’offensiva di terra, dopo mesi di attacchi reciproci, dall’aria e con razzi, con Hezbollah”.


“L’allarme negli Usa su una possibile invasione si è intensificato con gli sfrontati attacchi in Libano”, riferisce il quotidiano, citando un alto funzionario del dipartimento della Difesa americana. “Sono molto preoccupato per questa escalation incontrollata”. Le Forze di difesa israeliane hanno spostato un’unità d’élite, la 98a divisione aviotrasportata, dalla Striscia di Gaza al territorio settentrionale israeliano, vicino al confine con il Libano. Per ora, Israele non ha richiamato i riservisti, portando i funzionari statunitensi a ritenere che potrebbero comunque volerci settimane per prepararsi a un’invasione o, se decidesse di attaccare prima, optare per un’operazione su piccola scala.


Il movimento sciita libanese Hezbollah, i cui militanti rappresentano la maggior parte delle vittime delle esplosioni degli ultimi giorni, ha incolpato Tel Aviv per l’attacco e ha promesso di vendicarlo.

Recital all’Ambasciata di Romania per 14esima edizione Propatria

Recital all’Ambasciata di Romania per 14esima edizione PropatriaRoma, 18 set. (askanews) – Il Festival Internazionale Propatria – Giovani Talenti Romeni ritorna nel 2024 con la sua 14esima edizione, continuando la sua tradizione itinerante consolidata negli ultimi anni. L’edizione 2024 inizierà il 18 settembre a Roma, presso l’Ambasciata di Romania in Italia, con un recital della mezzosoprano Roxana Constantinescu, del violista Razvan Popovici e della pianista Mara Dobrescu, nota pianista di origine romena, direttrice artistica del festival dal 2018, stabilita in Francia.


Il concerto segnerà l’inizio della serie di eventi culturali che si susseguiranno in sei paesi, offrendo alle comunità romene in Italia, Francia, Turchia, Germania, Austria e Romania 10 concerti di musica classica, opera e jazz, mostre ed eventi cinematografici, che si svolgeranno tra il 18 settembre e il 28 ottobre 2024. Con il supporto finanziario del Dipartimento per i Romeni all’Estero, l’edizione di quest’anno mantiene il suo carattere itinerante, offrendo ai romeni all’estero l’opportunità di riconnettersi con la loro identità culturale e linguistica. Il Festival Internazionale Propatria, fondato per evidenziare l’eccellenza dei giovani romeni della diaspora, è diventato un simbolo della promozione dei valori culturali romeni al di fuori dei confini nazionali.


Dalla sua prima edizione internazionale nel 2013, il festival ha ospitato artisti da Francia, Austria, USA, Belgio, Spagna, Paesi Bassi, Germania, Italia, Repubblica Moldova e molti altri paesi, molti dei quali premiati con Trofei Propatria e Premi di Eccellenza. Ad oggi, il festival ha ospitato oltre 80 eventi culturali e premiato più di 350 giovani talenti da tutto il mondo. L’edizione 2024 continuerà a portare diversità ed eccellenza artistica attraverso i suoi concerti, mostre e proiezioni cinematografiche che si svolgeranno in città emblematiche per la diaspora romena: Roma e Milano (Italia), Istanbul (Turchia), Berlino (Germania), Parigi (Francia), Vienna (Austria) e Bucarest (Romania).


Prossima tappa Istanbul il 22 settembre con il concerto jazz con Ramona Horvath, pianista jazz (Romania/Francia), Nicolas Rageau, contrabbasso e Antoine Paganotti, batterista (Francia) e Nardis Jazz Club, Istanbul, in collaborazione con l’ICR Istanbul. Il 6 ottobre a Berlino si svolgerà il concerto del baritono Alexandru Chiriac (Romania), dek pianista Cristian Niculescu (Romania/Germania) e del violoncellista Radu Nagy (Romania/Germania). A Roma il 4 ottobre la PlaCello Ensemble nella Città Eterna, concerto dei violoncellisti Razvan Suma, Ella Bokor, Soma David, Mircea Marian (Romania). A Parigi l’8 ottobre è previsto il recital pianistico di Ingmar Lazar al Théâtre le Ranelagh, Parigi, in collaborazione con l’ICR Parigi. Tappa a Vienna il 14 ottobre per il concerto della mezzosoprano Ruxandra Donose (Romania/Austria) e del pianista Sergiu Tuhutiu (Romania). A Milano il Festival arriverà il 16 ottobre coin “Un Artista, un Pianoforte e un Cimbalo”, concerto del pianista Catalin Raducanu (Romania). Il Galà dei Premi di Eccellenza Propatria con recital di pianoforte di Matei Labunt (Romania/Germania) e Annastella Gibboni (violino/Italia), vincitori del Premio Speciale Propatria, assegnato nell’ambito del concorso “International Competition for Youth Dinu Lipatti”, e spettacolo di balletto dello Studio di Balletto per bambini e giovani dell’Opera Nazionale di Bucarest. Il 28 ottobre, infine, il concerto straordinario di chiusura del festival e Galà dei Premi di Eccellenza con l’Orchestra Filarmonica George Enescu, diretta da Constantin Adrian Grigore, con i solisti Teodora Gheorghiu, soprano (Romania/Svizzera) e Sorin Coliban, baritono (Romania/Austria) a Bucarest presso l’Ateneo Romeno di Bucarest, in collaborazione con la Filarmonica George Enescu.

Nuove esplosioni in Libano, questa volta l’obiettivo sono i walkie-talkie di Hezbollah

Nuove esplosioni in Libano, questa volta l’obiettivo sono i walkie-talkie di HezbollahRoma, 18 set. (askanews) – Sono state registrate nuove esplosioni in diverse città del Libano, ma si tratterebbe di deflagrazioni di walkie-talkie usati da Hezbollah, e non dei cercapersone come avvenuto ieri. Le esplosioni si sono verificate nella periferia meridionale di Beirut, così come nelle città di Nabatieh, Tiro e Saida nel Libano meridionale. Una fonte di Hezbollah ha confermato che i walkie-talkie usati dal gruppo sono stati presi di mira. Una fonte di sicurezza di alto livello ha affermato che le esplosioni sono state di piccole dimensioni, simili comunque all’attacco di ieri.


“Israele ha fatto esplodere migliaia di walkie-talkie utilizzati in Libano da membri di Hezbollah in
una seconda ondata dell’operazione di intelligence iniziata martedì con le esplosioni dei cercapersone”, è quanto scrive Axios citando due fonti. Secondo quanto riferito dalle fonti,
esplosivo era stato inserito “dai servizi di intelligence israeliani” nei dispositivi prima che venissero consegnati a Hezbollah e i walkie-talkie “facevano parte del sistema di comunicazioni di emergenza della milizia da usare nel corso di una guerra con Israele”. 

Elezioni Brandeburgo, AfD in testa nei sondaggi davanti Spd

Elezioni Brandeburgo, AfD in testa nei sondaggi davanti SpdRoma, 18 set. (askanews) – A pochi giorni dalle elezioni in Brandeburgo, Land orientale tedesco dove risiede il cancelliere Olaf Scholz, l’ultradestra di Alternativa per la Germania (AfD) è in testa nei sondaggi con il 28% delle preferenze virtuali, seguita dalla Spd del governatore del Land, Dietmar Woidke, con il 25% dei consensi. Lo rivela un sondaggio pubblicato martedì dall’Istituto Insa per “Maerkische Oderzeitung”, “Lausitzer Rundshau” e “Maerkische Allgemeine Zeitung”, scrive Die Welt.


Al terzo posto si piazza con il 16% la Cdu, seguita di misura, con il 14% dalla formazione populista di sinistra, Alleanza Sahra Wagenknecht (BSW). I Verdi, i Movimenti cittadini riuniti del Brandeburgo con i Liberi Elettori (BVB/FW) non superano il 4% delle preferenze, la Linke si ferma al 3%, tutti sotto la soglia di sbarramento del 5%.

Esplosione cercapersone, aumentano le vittime. Il Libano si rivolge all’Onu. Hezbollah giura vendetta

Esplosione cercapersone, aumentano le vittime. Il Libano si rivolge all’Onu. Hezbollah giura vendettaRoma, 18 set. (askanews) – Aumenta il bilancio delle vittime delle esplosioni simultanee dei cercapersone in Libano e Siria, che hanno colpito i miliziani di Hezbollah ma anche civili, in quello che da più parti è stato definito come un attacco hacker israeliano. Il ministro della Salute libanese Firass Abiad ha dichiarato che 12 persone sono state uccise, tra cui una bambina di otto anni e un bambino di 11 anni nelle esplosioni di cercapersone avvenute ieri nel Paese. Parlando in una conferenza stampa, Abiad ha aggiunto che tra le vittime delle esplosioni ci sono anche operatori sanitari. Il Libano potrebbe dover inviare alcuni feriti all’estero per ricevere cure specialistiche, ha dichiarato il ministro della Salute libanese Firass Abiad dopo aver visitato le vittime delle esplosioni di centinaia di cercapersone: 2.750 persone rimangono ricoverate. Alcuni feriti sono stati trasferiti in Iran e Siria per essere curati, ma il 98% dei feriti continuerà a essere curato all’interno del paese. Tra i feriti anche l’ambasciatore iraniano in Libano, Mojtaba Amani, che ha perso un occhio, mentre l’altro è rimasto gravemente danneggiato, come riporta il New York Times. L’ambasciatore sarebbe stato trasferito a Teheran per le cure mediche.


Il ministro dell’Informazione libanese ha affermato che il Libano si sta preparando a presentare un reclamo al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite Sebbene non ci sia stata una dichiarazione ufficiale di responsabilità, l’attacco è stato ampiamente attribuito a Israele. L’agenzia di stampa nazionale libanese riferisce che Ziad Makary ha descritto le esplosioni come “un palese attacco alla sovranità libanese, che ha preso di mira i civili, non solo i membri di Hezbollah”. Ciò che temiamo non è Hezbollah, ma la criminalità di Israele, sia a Gaza che in Libano. Il Libano sta preparando un reclamo da presentare al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e saranno convocati gli ambasciatori di alcuni stati interessati da questo conflitto senza fine tra il Libano e il nemico israeliano”, ha spiegato Makary. “Al nemico non importa di nessuno, nemmeno delle costanti e pubbliche pressioni degli Stati Uniti. La diplomazia statunitense deve intensificare le sue pressioni su Israele prima di farlo su Hezbollah e il Libano”, ha aggiunto il ministro libanese. Da parte sua, il movimento sciita libanese Hezbollah ha giurato vendetta contro Israele. Il gruppo ha incolpato Israele per quella che ha definito “un’aggressione criminale” e ha giurato che avrebbe avuto una “giusta punizione”. Hezbollah ha affermato che due dei suoi combattenti figurano tra i morti. Successivi resoconti dei media hanno affermato che anche il figlio del parlamentare di Hezbollah Ali Ammar sarebbe deceduto nelle esplosioni. Anche alcuni combattenti di Hezbollah in Siria sono rimasti feriti nell’attacco: diversi di loro sono stati ricoverati negli ospedali di Damasco, secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani con sede nel Regno Unito. Saberin News, affiliata alle Guardie rivoluzionarie iraniane, ha riferito che anche alcune guardie in Siria sono state uccise.


Intanto emergono alcuni significativi retroscena dell’attacco, avvenuto in un momento di forti tensioni in Medio Oriente. Israele avrebbe informato gli Stati Uniti dopo la conclusione dell’operazione che ha visto l’esplosione dei cercapersone in dotazione a Hezbollah in Libano e Siria. Lo ha riferito un funzionario americano all’Associated Press, secondo quanto riportato dai media israeliani. E la decisione di accelerare e portare a termine l’attacco con i cercapersone, attribuito a Israele, in Libano sarebbe stata “imposta” allo Stato ebraico dalla scoperta fatta da due agenti di Hezbollah sui dispositivi manomessi: lo hanno riferito ad Al Monitor fonti di intelligence regionali di alto livello. Secondo quanto spiegato, avrebbe avuto luogo un “intenso dibattito” all’interno dell’apparato di Difesa israeliano in seguito al riconoscimento che il piano era stato scoperto. Il dibattito si sarebbe poi concluso con la decisione di far esplodere i dispositivi trasportati dai membri di Hezbollah in Libano e Siria, prima di quanto eventualmente preventivato. Le fonti di intelligence, citate dalla stampa israeliana, hanno riferito che il piano originale di Israele era di far esplodere i cercapersone solo in caso di una guerra in piena regola con Hezbollah per ottenere un vantaggio strategico sull’organizzazione sciita libanese. Sempre questa mattina, tre funzionari statunitensi hanno detto ad Axios che l’attacco con i cercapersona è stato eseguito a causa delle crescenti preoccupazioni di Israele che la sua operazione potesse essere conosciuta e annullata da Hezbollah. “È stato un momento in cui o li usi o li perdi”, ha affermato un funzionario statunitense.

Romania, oltre 100 artisti per la quinta edizione di Classic for Teen

Romania, oltre 100 artisti per la quinta edizione di Classic for TeenRoma, 18 set. (askanews) – Si è conclusa a Focsani, in Romania, con un concerto straordinario dell’Orchestra da Camera del Conservatorio “Santa Cecilia” di Roma, la quinta edizione del Festival “Classic for Teens”. Un Festival che è cresciuto anno dopo anno, sia dal punto di vista qualitativo che numerico. Sotto la direzione artistica di Mara Dobrescu, pianista romena che vive in Francia. Nel 2024, oltre 100 artisti, provenienti da 10 paesi di tre continenti (Europa, Asia, America)- tra i quali i più numerosi dall’Italia – si sono esibiti davanti al pubblico romeno.


Gli organizzatori hanno mirato a trasformare Focsani in una vera capitale culturale per i giovani, ricca di vivacità ed energia. “Di solito, dietro ai festival più importanti troviamo il lavoro di team di professionisti con anni di esperienza. Dietro al nostro festival c’è il lavoro di oltre 150 giovani volontari, la maggior parte dei quali studenti delle scuole superiori. Fin dall’inizio abbiamo voluto dedicare l’evento a loro. Beneficiari diretti sono stati anche gli adolescenti che si sono iscritti da tutto il paese ai corsi di perfezionamento gratuiti dedicati a loro, tenuti da alcuni dei più rinomati artisti europei: romeni, italiani, francesi. Infine, possiamo dire che è stato anche un festival dei giovani che si sentono tali nello spirito, ma noi adulti non abbiamo fatto altro che orientarli e infondere loro fiducia. Abbiamo dimostrato che attraverso la musica, attraverso l’arte in generale, si possono abbattere barriere fisiche e sociali: il pubblico è stato vario, la musica classica è suonata all’aperto, nel cuore della città”, ha dichiarato Mioara Moraru, manager del Festival. “La mia esperienza in Italia è stata essenziale nello sviluppo e nella gestione di questo festival. Il Festival Internazionale Propatria, che ho creato 14 anni fa a Roma con l’intento di celebrare l’eccellenza dei giovani romeni nella diaspora, offrendo loro riconoscimento e supporto nelle loro carriere internazionali, ha costituito le basi su cui ho fondato questo nuovo progetto, integrando tutto il know-how e l’esperienza accumulata in tutti questi anni”.


Il concerto di apertura del 2 settembre ha visto protagoniste le pianiste Mara Dobrescu e Dana Ciocârlie, insieme alla violinista francese Gaëtane Prouvost. Sono seguiti serate piene di virtuosismo, ritmo e talento, con musicisti jazz provenienti dalla Romania, dall’Italia e dalla Francia: Ramona Horvath, Nicolas Rageau, Antoine Paganotti, Stefano Priori, Alex Man, e il giovane Catalin Raducanu che ha portato sul palco, insieme a un repertorio classico, ritmi folkloristici eseguiti al cimbalo. Una novità è stato anche il concerto tenuto da tre generazioni di violinisti romeni: Gabriel Croitoru, Simina Croitoru Pauca e Eva Pauca. Gabriel Croitoru ha suonato il celebre violino Guarneri del Gesù appartenuto a George Enescu. La musica celebre dei film premiati agli Oscar è stata evocata da Grazia Barilla e Andrea Calabrese (Italia). Razvan Suma e Ella Bokor si sono esibiti insieme a giovani violoncellisti dei Masterclass. Miruna e Radu Nagy hanno accompagnato il baritono Alexandru Chiriac all’arpa e al violoncello. Il pianoforte è rimasto il protagonista indiscusso con il recital inedito dedicato alla mano sinistra di Shwan Sebastian (Romania) e durante le serate con i giovani Tommaso Marino, Alice Salvioni, Emanuele Stracchi (Italia). Negli ultimi giorni sono arrivati da Roma i musicisti dell’Orchestra da Camera del Conservatorio Santa Cecilia, che, sotto la direzione del maestro Fabio Serani, hanno accompagnato Da Hyun Kang, soprano, e il tenore Yun Seoju (Corea del Sud). La prestigiosa Orchestra è stata affiancata anche dalla conosciuta soprano Teodora Gheorghiu, nella serata finale della maratona culturale, che insieme al tenore Yun Seojun hanno interpretato celebri arie da opere come “Le nozze di Figaro” e “La Traviata”.


È stata la conclusione di una vera e propria maratona costruita intorno alla fratellanza e alla collaborazione artistica: dal 2 al 12 settembre, 10 giorni di eventi, concerti, recital e masterclass. I momenti dedicati alla musica classica, protagonista principale, sono stati magistralmente integrati con quelli dedicati al jazz, alla musica folk e non solo. La scultura, la pittura e la letteratura hanno arricchito un quadro complesso e completo, dedicato all’arte e all’amore per la bellezza. La musica è stata completata da due esposizioni alle Gallerie d’Arte, quella della pittrice Adriana Badescu, anche lei con un percorso personale e artistico tra l’Italia e la Romania, e dello scultore Emanuel Chiriac (che ha studiato da piccolo in Italia) che ha esposto tre delle sue opere anche all’aperto, in altrettanti luoghi chiave del centro città. Sempre alla Galleria d’Arte si è tenuto il recital di poesia e pianoforte con il tema dei romeni nella diaspora, sostenuto da Ciprian Apetrei e Cristina Beteringhe. Una novità è stata il Flash-mob del primo giorno del Festival, con le ballerine dello Studio di balletto per bambini e giovani dell’Opera Nazionale di Bucarest, che si sono esibite proprio in Piazza Unirii, per “abbattere barriere” e aprire ponti con il pubblico, come avevano previsto gli organizzatori.