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A Roma Crosetto-Lecornu, serve cambio passo industria difesa

A Roma Crosetto-Lecornu, serve cambio passo industria difesaRoma, 17 set. (askanews) –


(di Cristina Giuliano) Sulla necessità di un cambio di passo per l’industria della Difesa di fronte alle nuove sfide generate da una situazione internazionale sempre più instabile, c’è accordo. Non soltanto tra il ministro della Difesa Guido Crosetto e il suo omologo – incontrato oggi a Roma – Sébastien Lecornu, ma anche da parte dell’industria stessa. È quanto emerso dalla seconda edizione della conferenza sulla difesa aerea e missilistica europea, alla quale hanno partecipato i due ministri. “Abbiamo iniziato questo percorso tra Italia e Francia un paio di anni fa e stiamo iniziando a percorrerlo cercando di velocizzarlo sempre più”, ha detto Crosetto.


Crosetto ha parlato in maniera franca e aperta. “Ho bisogno di una produzione (di difesa) che abbia come priorità l’Europa” perché “noi dobbiamo prevedere lo scenario peggiore”, ha detto. È l’attualità a imporcelo. “Quante nazioni europee sarebbero riuscite a rispondere e ad annullare l’attacco che ha subito Israele? E’ un tema che dobbiamo porci tutti giorni, anche se non è un tema da opinione pubblica e da giornali”, ha detto il ministro. La discussione odierna “è un inizio ma siamo già in ritardo. Siamo lenti. E non è un’accusa alle aziende, è una constatazione. Viviamo in un mondo che si è costruito con processi democratici, siamo meno pragmatici, perché non c’è uno solo che decide”, ha detto Crosetto. Mentre “la Russia collabora più facilmente con l’Iran, con la Cina e la Corea del Nord più facilmente di come noi collaboriamo tra Paesi democratici”.


L’idea è una “industria della difesa come base della garanzia” per il domani e “un piede della Nato in Europa, che deve essere autonomo”, nel caso in cui gli alleati non potranno aiutarci “perché su quelle gambe cammina il nostro futuro”. Circa la cooperazione il ministro ha detto che quello della difesa è uno dei settori dove la cooperazione è più facile visto che già c’è una azienda in comune che è MBDA.


“Dobbiamo ancora realizzare capacità di comando e controllo altamente integrate con caratteristiche multidominio e comunicazioni più rapide e sicure per garantire l’interoperabilità”. A prendere la parola tra i numerosi speaker della conferenza anche Lorenzo Mariani, condirettore generale di Leonardo. Secondo Mariani – che ha portato MBDA come esempio a livello europeo nell’industria della difesa – serve un cambio di atteggiamento da parte dell’intero comparto, non chiedersi cosa il governo può fare per il business ma cosa invece può fare l’industria, oltre alla coscienza che bisogna prendersi più rischi e contemporaneamente porsi la questione dell’accettazione del pubblico: “non tutti al di fuori di qui” – ha detto Mariani – hanno la stessa “percezione” dell’industria della difesa. Intervenendo alla Conferenza odierna Lecornu, ministro francese delle Forze armate, ha fatto notare che “il sistema SAMP/T fa meglio del Patriot americano”. Secondo Lecornu, serve una combinazione di sistemi difensivi e offensivi, per una eventuale “gestione dell’escalation di fronte all’avversario che fa un impiego ‘disinibito’” delle sue risorse. “Disinibito” è la stessa parola che aveva utilizzato in riferimento al comportamento di Mosca il presidente francese Emmanuel Macron quando ha invitato gli europei a costruire una “iniziativa europea di difesa” durante il suo ben noto discorso alla Sorbona, ad aprile, aprendo le porte a un sistema di difesa antimissile. Macron allora aveva fatto un passo verso la Germania, aprendo la porta ad uno scudo antimissile europeo, mentre Berlino ha acquistato a settembre 2023 il sistema di difesa antimissile israelo-americano Arrow-3. Ma Macron vuole una “Europa potente” che “imponga il suo rispetto” e “garantisca la sua sicurezza”, e sappia riconquistare “la sua autonomia strategica”. Un futuro insomma tutto da costruire.

Esplodono cercapersone in Libano, feriti centinaia di membri di Hezbollah che accusa: “Hackeraggio israeliano”

Esplodono cercapersone in Libano, feriti centinaia di membri di Hezbollah che accusa: “Hackeraggio israeliano”Roma, 17 set. (askanews) – Centinaia di persone, perlopiù membri di Hezbollah, sono rimaste
feriti oggi in Libano per l’esplosione dei dispositivi di comunicazione “cercapersone”, avvenuta secondo una fonte vicina ad Hezbollah per un’azione di hackeraggio israeliana. E anche l’ambasciatore iraniano in Libano, Mojtaba Amani, sarebbe rimasto ferito nell’esplosione di un
cercapersone a Beirut. Lo riporta l’agenzia di stampa iraniana Mehr, citando fonti a conoscenza della questione. Le esplosioni si sono verificate soprattutto nel sud del Libano, nella regione della Bekaa e nella periferia meridionale di Beirut, roccaforte dell’organizzazione sciita. Lo hanno riferito alla Reuters fonti della sicurezza. Secondo i media libanesi, diversi ospedali del sud del Libano hanno lanciato appelli a donare il sangue, mentre il ministero della Sanità ha invitato tutti i cittadini in possesso di questi cercapersone a sbarazzarsene immediatamente.


Una fonte vicina ad Hezbollah ha detto all’agenzia France presse che l’esplosione dei cercapersone avvenuta oggi in diverse zone del Libano, causando il ferimento di centinaia di membri di Hezbollah, sarebbe frutto di “hackeraggio israeliano”. Alcuni mesi fa il leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, aveva chiesto ai miliziani, in particolare quelli in prima linea lungo il confine con Israele, di smettere di usare gli smartphone per evitare infiltrazioni da parte di Israele. I miliziani avevano quindi fatto ricorso ai cercapersone, difficili da rintracciare e capaci di funzionare anche in zone dove la copertura telefonica è limitata. I dispositivi non richiedono schede sim o connessioni Internet, il che li rende più difficili da individuare e monitorare.Topaz Luk, uno stretto consigliere del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, ha lasciato
intendere in un post su X che dietro l’esplosione di dispositivi cercapersone in tutto il Libano c’era Israele – e ha cancellato il post poco dopo. L’ufficio di Netanyahu ha dichiarato che Luk non è più il
portavoce del primo ministro da diversi mesi, aggiungendo che non è incluso nella cerchia ristretta dei suoi consulenti. Il Wall Street Journal, citando fonti a conoscenza della questione, riferisce che i cercapersone esplosi facevano parte di un carico ricevuto dal gruppo Hezbollah nei giorni scorsi.


Un funzionario di Hezbollah ha riferito di centinaia di combattenti in possesso di questo dispositivo, ipotizzando che sia stato un malware ad aver causato il loro surriscaldamento e la successiva esplosione. La fonte ha infatti raccontato che alcune persone si sono accorte che il cercapersone si stava surriscaldando e lo hanno gettato prima della deflagrazione. Le Forze di sicurezza del Libano hanno riferito di esplosioni avvenute in varie parti del paese, con una forte concentrazione nei sobborghi meridionali di Beirut, roccaforte di Hezbollah. I feriti hanno riportato dita mozzate, lesioni alla testa e profondi tagli al torace.Il media Alhadath di proprietà saudita, ha inoltre riportato che diversi membri libanesi di Hezbollah in Siria sono stati portati negli ospedali a Damasco e nei dintorni della capitale siriana in seguito alle esplosioni dei loro cercapersone, avvenute contemporaneamente alle esplosioni
coordinate in Libano.


  


 

Almeno 21 morti nell’Europa centrorientale per la tempesta Boris. Allerta maltempo verso l’Italia

Almeno 21 morti nell’Europa centrorientale per la tempesta Boris. Allerta maltempo verso l’ItaliaRoma, 17 set. (askanews) – Sono almeno 21 i morti in Polonia, Repubblica Ceca, Austria e Romania per il maltempo che ha colpito la zona dell’Europa centrorientale con la tempesta Boris. Danni ingenti per cui sono stanziati diverse centinaia di milioni di euro dai Paesi interessati, mentre la forte pioggia si sta spostando verso Ungheria, Slovacchia e Italia che si stanno preparando alle condizioni meteorologiche avverse nei prossimi giorni. Mentre in Polonia il bilancio dei morti è salito a sei nelle ultime ore, in Austria si contano cinque vittime e migliaia di famiglie rimaste senza elettricità e acqua. Ma, secondo le autorità, dopo i forti temporali degli ultimi giorni, la situazione si sta lentamente allentando e il livello dell’acqua sta diminuendo. Il cancelliere austriaco Karl Nehammer ha affermato che il governo ha deciso un “pacchetto immediato” di 75 milioni di euro. In Romania la tempesta Boris ha causato la morte di sette persone e danni ingenti in particolare nella zona di Galati. In Repubblica ceca, invece, si contano tre vittime e otto dispersi. Il fiume Danubio, la cui navigazione è interdetta in tutta l’Austria, si sta gonfiando anche in Slovacchia e Ungheria con possibili inondazioni nei prossimi giorni. Le zone di confine tra Repubblica Ceca e Polonia sono tra le più colpite: 15.000 persone sono state evacuate nella Repubblica Ceca, 3.000 in Polonia e decine di migliaia sono ancora senza elettricità. Il primo ministro polacco Donald Tusk ha dichiarato lo stato di calamità naturale per un mese. Il governo polacco prevede che il picco delle inondazioni colpirà domani la capitale della Bassa Slesia, Wroclaw. Più di 3.000 persone sono già state evacuate in tutto il paese.


Allarme anche in Croazia dove gli esperti si aspettano di vedere i livelli delle acque di tre dei suoi fiumi principali aumentare a causa delle forti piogge che hanno colpito l’Europa centrale negli ultimi giorni. Il servizio meteorologico e idrologico croato ha avvertito che il Danubio potrebbe subire un aumento delle acque “estremamente raro”, fino a otto metri, e sono in atto piani per erigere barriere anti-inondazione. Anche i fiumi Mura e Drava sono attentamente monitorati. Il Servizio meteorologico italiano ha emesso avvisi per forti piogge, forti venti e forti tempeste dalle prime ore di questa mattina, fino a giovedì, dalla costa settentrionale dell’Emilia-Romagna al sud del paese.

Maltempo, almeno 21 morti in Europa centro-Est: allerta verso Italia

Maltempo, almeno 21 morti in Europa centro-Est: allerta verso ItaliaRoma, 17 set. (askanews) – Sono almeno 21 i morti in Polonia, Repubblica Ceca, Austria e Romania per il maltempo che ha colpito la zona dell’Europa centrorientale con la tempesta Boris. Danni ingenti per cui sono stanziati diverse centinaia di milioni di euro dai Paesi interessati, mentre la forte pioggia si sta spostando verso Ungheria, Slovacchia e Italia che si stanno preparando alle condizioni meteorologiche avverse nei prossimi giorni.


Mentre in Polonia il bilancio dei morti è salito a sei nelle ultime ore, in Austria si contano cinque vittime e migliaia di famiglie rimaste senza elettricità e acqua. Ma, secondo le autorità, dopo i forti temporali degli ultimi giorni, la situazione si sta lentamente allentando e il livello dell’acqua sta diminuendo. Il cancelliere austriaco Karl Nehammer ha affermato che il governo ha deciso un “pacchetto immediato” di 75 milioni di euro. In Romania la tempesta Boris ha causato la morte di sette persone e danni ingenti in particolare nella zona di Galati. In Repubblica ceca, invece, si contano tre vittime e otto dispersi.


Il fiume Danubio, la cui navigazione è interdetta in tutta l’Austria, si sta gonfiando anche in Slovacchia e Ungheria con possibili inondazioni nei prossimi giorni. Le zone di confine tra Repubblica Ceca e Polonia sono tra le più colpite: 15.000 persone sono state evacuate nella Repubblica Ceca, 3.000 in Polonia e decine di migliaia sono ancora senza elettricità. Il primo ministro polacco Donald Tusk ha dichiarato lo stato di calamità naturale per un mese. Il governo polacco prevede che il picco delle inondazioni colpirà domani la capitale della Bassa Slesia, Wroclaw. Più di 3.000 persone sono già state evacuate in tutto il paese.


Allarme anche in Croazia dove gli esperti si aspettano di vedere i livelli delle acque di tre dei suoi fiumi principali aumentare a causa delle forti piogge che hanno colpito l’Europa centrale negli ultimi giorni. Il servizio meteorologico e idrologico croato ha avvertito che il Danubio potrebbe subire un aumento delle acque “estremamente raro”, fino a otto metri, e sono in atto piani per erigere barriere anti-inondazione. Anche i fiumi Mura e Drava sono attentamente monitorati. Il Servizio Meteorologico Italiano ha emesso avvisi per forti piogge, forti venti e forti tempeste dalle prime ore di questa mattina, fino a giovedì, dalla costa settentrionale dell’Emilia-Romagna al sud del paese.

Von der Leyen presenta lista dei nuovi commissari Ue designati

Von der Leyen presenta lista dei nuovi commissari Ue designatiStrasburgo, 17 set. (askanews) – La presidente riconfermata della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha presentato oggi a Strasburgo, prima nella Conferenza dei presidenti del Parlamento europeo e poi in conferenza stampa, la lista dei nuovi commissari, con i titoli dei portafogli loro assegnati, per il nuovo Esecutivo comunitario.


La lista presenta non poche sorprese in confronto alle diverse anticipazioni di stampa che erano uscite nelle ultime due settimane, anche al di là della novità dell’ultima ora di ieri, la sostituzione del francese Thierry Breton con Stéphane Séjourné. Innanzitutto, riguardo all’equilibrio di genere, ci sono 11 donne e 16 uomini. All’inizio, ‘quando ho ricevuto la prima serie di nomine dei candidati, avevamo circa il 22% di donne e il 78% di uomini. Questo era inaccettabile’, ha ricordato von der Leyen. E ha aggiunto: ‘Così, ho lavorato con gli Stati membri e alla fine siamo stati in grado di migliorare l’equilibrio di genere con il 40% di donne e il 60% di uomini’.


I sei vicepresidenti esecutivi, due uomini e quattro donne, non comprendono (come invece prevedevano tutte le indiscrezioni di stampa) gli attuali commissari riconfermati Valdis Dombrovskis (lettone, del Ppe ) e Maros Sefcovic (slovacco). E’ confermato invece il ruolo di vicepresidente esecutivo per l’italiano Raffael Fitto (Fdi-Ecr), che avrà però un portafogli più leggero rispetto alle anticipazioni di stampa, comprendente solo la Coesione e le ‘Riforme’. ‘Sarà responsabile per la politica di coesione, lo sviluppo regionale e le città’, ha riferito von der Leyen, aggiungendo: ‘Ci baseremo sulla sua vasta esperienza per contribuire a modernizzare e rafforzare la nostra coesione, gli investimenti e le politiche per la crescita’. Fitto si occuperà anche della gestione dei piani nazionali di ripresa post pandemica (Pnrr).


Gli altri cinque vicepresidenti esecutivi saranno: 1) l’estone Kaja Kallas (Renew), già nominata dal Consiglio europeo Alto Rappresentante per la Politica estera comune; 2) la socialista spagnola Teresa Ribera (con il portafoglio ‘Transizione pulita, giusta e competitiva’), che sarà anche responsabile della Politica di Concorrenza, e di ‘assicurare che l’Europa continui a perseguire i suoi obiettivi fissati dal Green Deal’, e che l’economia europea sia ‘decarbonizzata e industrializzata allo stesso tempo’, ha detto von der Leyen; 3) la finlandese del Ppe Henna Virkkunnen (‘Sovranità tecnologica, Sicurezza e Democrazia’, ma responsabile anche delle ‘tecnologie di frontiera e digitali’); 4) il francese di Renew Stéphane Séjourné (‘Prosperità e strategia industriale’, ma sarà responsabile anche per l’Industria, le Pmi e il Mercato unico); 5) la socialista rumena Roxana Minzatu (‘Persone, Competenze e Preparazione’), che in sostanza si occuperà di Istruzione e Cultura, Qualificazione professionale, Occupazione e Diritti sociali. Per quanto riguarda le affiliazioni politiche, 13 commissari designati, più la presidente von der Leyen, sono del Ppe, cinque sono dl gruppo liberale Renew, e quattro del gruppo S&D (Socialisti e Democratici), più Sefcovic, del partito slovacco Smer, che si definisce socialdemocratico, ma che è stato sospeso dal Pse (a causa delle posizioni del suo leader, Robert Fico). Inoltre, ci sono Fitto dei Conservatori e Riformisti (Ecr), e Oliver Varhelyi, riconfermato dal premier ungherese Viktor Orbán, del partito nazionalista ed euroscettico Fidesz, findatore del nuovo gruppo di estrema destra dei Patrioti per l’Europa.


Da notare che Dombrovskis, pur non essendo stato confermato vicepresidente esecutivo, avrà il portafogli su ‘Economia e Produttività, Attuazione e Semplificazione’, che gli lascerà molto potere all’interno della nuova Commissione. D’altra parte, von der Leyen ha riferito che ‘almeno 20 Stati membri avrebbero voluto un portafogli economico importante per il commissario da loro indicato, ma – ha osservato ironicamente – non abbiamo 20 portafogli economici nella Commissione’. Quanto agli altri commissari designati, lo slovacco Maros Sefcovic sarà commissario per il commercio e la sicurezza economica, ‘un nuovo portafoglio che include anche la politica doganale. Gli ho anche affidato un secondo ruolo: Commissario per le Relazioni interistituzionali e la trasparenza’, ha detto von der Leyen. La croata Dubravka Suica (Ppe) sarà commissaria per il Mediterraneo, un nuovo ruolo che prima non esisteva e che era stato preannunciato da von der Leyen nei mesi scorsi. ‘Sarà anche responsabile del più ampio vicinato meridionale’, e ‘collaborerà a stretto contatto con Kaja Kallas e molti altri commissari per sviluppare i nostri interessi comuni con la regione’, ha spiegato la presidente della Commissione. L’ungherese Olivér Várhely sarà commissario per la Salute e il benessere degli animali, e sarà responsabile per l’Unione europea della salute. L’olandese Wopke Hoekstra (Ppe) sarà commissario per il Clima, la decarbonizzazione (‘zero emissioni nette’) e la ‘crescita pulita’. Sarà anche responsabile della tassazione. Il lituano Andrius Kubilius (Ppe) sarà il commissario per la Difesa (nuovo portafogli) e lo Spazio. Lavorerà allo sviluppo dell’Unione europea della Difesa e al rafforzamento della capacità industriale e di investimento in questo settore. La slovena Marta Kos (Renew), sarà commissaria per l’Allargamento dell’Ue, responsabile anche del Vicinato orientale. ‘Va notato – ha ricordato von der Leyen – che il Governo della Slovenia ha suggerito Marta Kos come membro del Collegio dei commissari’. Ma ‘è ancora in corso la procedura di nomina che prevede la consultazione del Parlamento nazionale per un parere – ha rilevato – che non è vincolante’. Kos, ha aggiunto, ‘lavorerà per sostenere l’Ucraina, continuerà il lavoro sulla sua ricostruzione, e sosterrà i paesi candidati per prepararli all’adesione’. Il ceco Jozef Síkela (indipendente, ma indicato da un governo che fa parte del gruppo conservatore Ecr) sarà il commissario per i Partenariati internazionali. ‘Guiderà il lavoro su ‘Global Gateway’ e assicurerà che sviluppiamo partenariati’ con i paesi terzi, in particolare in Africa, che siano ‘reciprocamente vantaggiosi e che investano in un futuro comune’, ha precisato la presidente della Commissione. Il cipriota Costas Kadis (Ppe) sarà Commissario per la Pesca e gli Oceani, e dovrà presentare il primo ‘Patto europeo per gli oceani’. La portoghese Maria Luís Albuquerque (Ppe) sarà commissaria per i Servizi finanziari e l”Unione per il risparmio e gli investimenti’. Il suo ruolo, ha sottolineato von der Leyen ‘sarà fondamentale per rafforzare e completare la nostra Unione dei mercati dei capitali e garantire che gli investimenti privati ​​alimentino la nostra produttività e innovazione’. La belga Hadja Lahbib (Renew) sarà commissaria per la Preparazione alle crisi e la loro gestione, con la responsabilità per la protezione civile in caso di catastrofi naturali e per gli aiuti umanitari. L’austriaco Magnus Brunner (Ppe) sarà Commissario per gli Affari interni e l’Immigrazione. ‘Si concentrerà ovviamente sull’attuazione del Patto Ue sull’asilo e l’immigrazione, ma anche sul rafforzamento dei nostri confini e sullo sviluppo di una nuova strategia di sicurezza interna’, ha spiegato von der Leyen. La svedese Jessika Roswall (Ppe) sarà commissaria per l’Ambiente, la ‘resilienza idrica’ e ‘un’economia circolare competitiva’. Il polacco Piotr Serafin (Ppe) sarà il commissario per il Bilancio ue, la lotta alle frodi e la Pubblica amministrazione. Sarà responsabile della preparazione del prossimo bilancio pluriennale dell’Unione. Il danese Dan Jørgensen (S&D) sarà il commissario per l’Energia e l’Edilizia abitativa (nuovo portafoglio). ‘Il suo lavoro contribuirà ad abbassare i prezzi dell’energia, investire in energia pulita e garantire che riduciamo le nostre dipendenze’ dalle energie fossili e importate. ‘Sarà il primo commissario per l’Edilizia abitativa in assoluto, ed esaminerà tutti gli aspetti’ in quest’area, ‘dall’efficienza energetica agli investimenti e la costruzione’, ha puntualizzato von der Leyen. La bulgara Ekaterina Zaharieva (Ppe) sarà commissaria per la Ricerca e l’Innovazione. Secondo la presidente della Commissione, ‘contribuirà a garantire che investiamo di più e concentriamo la nostra spesa su priorità strategiche e su innovazioni rivoluzionarie’. L’irlandese Michael McGrath (Renew) sarà commissario per la Democrazia, la Giustizia e lo stato di diritto. Si occuperà anche di lotta alla corruzione e tutela dei consumatori. Il greco Apostolos Tzitzikostas (Ppe) sarà il commissario per i Trasporti e il Turismo sostenibili. Il lussemburghese Christophe Hansen (Ppe) sarà commissario per l’Agricoltura e l’alimentazione. Von der Leyen ha aggiunto che ‘avrà il compito di dare vita alle raccomandazioni del rapporto sul Dialogo strategico’, presentato all’inizio di settembre, e su questa base ‘svilupperà una visione per l’agricoltura e l’alimentazione nei primi 100 giorni del mandato. L’irlandese Glenn Micallef ‘(Renew) sarà Commissario per l”Equità intergenerazionale’, la cultura, la gioventù e lo sport. ‘L’equità intergenerazionale – ha spiegato la presidente della Commissione – è un argomento trasversale. Riguarda tutti noi, e in particolar modo i giovani. Riguarda il giusto equilibrio in una società, che ho incaricato Glenn di sorvegliare’. ‘Il messaggio chiave – ha sottolineato von der Leyen – è che, da qualunque parte veniamo, qualunque sia la nostra esperienza professionale, dobbiamo lavorare tutti insieme. Faremo dibattiti aperti. Saremo tutti indipendenti nel pensiero e nell’azione. E ci prenderemo tutti la responsabilità di quanto concordato. Questa è la squadra che presento oggi’. ‘Su questa base, una volta che il Parlamento europeo avrà ricevuto la lettera ufficiale del Consiglio Ue, in accordo con la Presidente della Commissione, potrà procedere con le procedure formali per la nomina del nuovo collegio. Sempre nel rispetto delle sue regole procedurali’, ha concluso von der Leyen.

Difesa, “esperienza operativa e di comando”: ecco chi è Portolano

Difesa, “esperienza operativa e di comando”: ecco chi è PortolanoRoma, 17 set. (askanews) – Dal prossimo 4 ottobre il generale di corpo d’armata Luciano Portolano prenderà il posto dell’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, designato presidente del Comitato militare della Nato – massima autorità militare dell’Alleanza – dal prossimo gennaio e che assumerà anche l’incarico di consigliere del ministro della Difesa Guido Crosetto per le relazioni con la Nato. Per Crosetto, Portolano “ha un profilo professionale di primissimo piano” e “vasta esperienza operativa e di comando, che comprende incarichi delicatissimi e di primissimo livello”.


Portolano ha iniziato la sua carriera frequentando il 161esimo Corso dell’Accademia Militare di Modena e, successivamente, numerosi altri corsi in Italia e all’estero. Nel corso della sua vita militare, Portolano ha partecipato a molteplici operazioni e missioni che hanno visto le Forze Armate italiane contribuire alla stabilità, alla sicurezza e alla pace internazionali, e a proteggere e tutelare gli interessi vitali e strategici nazionali. Agli incarichi di comando in Italia e in contesti operativi al di fuori dei confini nazionali, si aggiungono quelli di staff svolti in ambito Forza Armata, Interforze ed organismi internazionali.


Tra il 1990 e il 1991, con il grado di capitano, ha preso parte alla missione UNIMOG (United Nations Iran-Iraq Military Observer Group), al confine tra Iran e Iraq, nata con lo scopo di monitorare la zona cuscinetto e il rispetto del cessate il fuoco tra i due Stati. Nel 1991, a seguito degli eventi della I Guerra del Golfo, viene quindi trasferito dalle Nazioni Unite al confine tra Iraq e Kuwait, per partecipare alla missione UNIKOM (United Nations Iraq-Kuwait Observation Mission), stabilita per creare e monitorare la zona demilitarizzata tra i due Paesi, dove vi è restato fino al 1992. Nel 1999, con il grado di tenente colonnello in qualità di Comandante del 67esimo battaglione bersaglieri, ha preso parte alle Operazioni NATO “Joint Guarantor” in Macedonia, e all’Operazione “Joint Guardian” in Kosovo, a guida delle unità che hanno costituito le Early Entry Forces del contingente nazionale. Nel 2003, con il grado di colonnello, al Comando del 18esimo reggimento bersaglieri, ha partecipato all’Operazione “Antica Babilonia 1”, in Iraq, nuovamente al comando delle Early Entry Forces del dispositivo nazionale, schierato a seguito degli eventi connessi con la II Guerra del Golfo e con la relativa risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, che sollecitava la comunità Internazionale a contribuire alla stabilità e alla sicurezza del Paese iracheno.


Da comandante della brigata meccanizzata “Sassari” nel grado di generale di brigata, tra il 2011 e il 2012 è stato inviato in Afghanistan con la Grande Unità per assumere la guida del Comando multinazionale RC-W (Regional Command – West) nell’ambito dell’operazione NATO – ISAF (International Security and Assistance Force). Con il grado di generale di divisione, nel 2014, è stato nominato dal segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, ‘Head of Mission e Force Commander’ della missione UNIFIL in Libano, incarico che lo vedrà per 2 anni alla guida di più di 10.000 caschi blu delle Nazioni Unite provenienti da 40 Paesi diversi, impegnati nel monitorare la cessazione delle ostilità tra Libano e Israele.


All’esperienza sviluppata nel campo operativo, si associa quella maturata in campo diplomatico, grazie al periodo svolto quale Addetto Militare a Londra, dal 2007 al 2010, e quale Head of Mission della missione UNIFIL, in qualità di diretto responsabile della mediazione a livello politico-strategico tra le controparti Libanesi e Israeliane, nel rispetto dei contenuti della UNSC 1701. Il bagaglio professionale del generale Portolano include gli incarichi di Chief of Staff e di Head of the European Union Command Element del Comando Alleato Interforze e Multinazionale di Lago Patria (Joint Force Command Naples), ricoperti dal 2016 al 2019. Il ruolo rivestito gli ha consentito di interagire, oltre che con i vertici della NATO, con organismi internazionali quali Unione Europea, con particolare riferimento all’Operazione Althea in Bosnia-Herzegovina a guida UE, con l’Unione Africana, con i Paesi del Mediterranean Dialogue e dell’Instanbul Cooperation Initiative, contribuendo anche alla nascita e allo sviluppo del NATO Strategic Direction South/HUB. Il 2 settembre 2019, il Generale Luciano Portolano viene designato quale Comandante del Comando Operativo di vertice Interforze (COI), Comando responsabile dell’Organizzazione militare e in particolare della pianificazione, della predisposizione e dell’impiego delle Forze Armate nel loro complesso, in tutti i Teatri Operativi in cui l’Italia è stata chiamata a intervenire nell’ambito delle Alleanze e degli accordi internazionali. Oltre a ciò, ha pianificato e diretto le attività che la Difesa ha messo in campo nell’ambito della risposta nazionale all’emergenza epidemiologica da COVID 19. A partire dal 26 luglio 2021, a seguito di adeguamento dell’architettura organizzativa della Difesa – avvenuta in attuazione a quanto stabilito nel Concetto Strategico del Capo di Stato Maggiore della Difesa nei confronti delle nuove sfide globali ed intesa a superare il concetto interforze per abbracciare quello del multi-dominio – assume l’incarico di Comandante del COVI (Comando Operativo di Vertice Interforze), rivestendo la IV Stella funzionale per la rilevanza dell’incarico e in virtù delle nuove mansioni acquisite. In tale veste, il generale Portolano ha coordinato e diretto l’operazione “Aquila Omnia”, che ha riguardato tutte le delicate fasi dell’evacuazione dei concittadini e del personale civile afghano dall’aeroporto di Kabul, a seguito del deteriorarsi della situazione in Afghanistan, avvenuta ad agosto del 2021. A far data dal 9 ottobre 2021, il Generale Portolano è nominato quale Segretario Generale della Difesa e Direttore Nazionale degli Armamenti.

Crosetto: Portolano ha profilo professionale di “primissimo piano”

Crosetto: Portolano ha profilo professionale di “primissimo piano”Roma, 17 set. (askanews) – “Il generale Luciano Portolano ha un profilo professionale di primissimo piano”. Così il Ministro della Difesa Guido Crosetto in una nota stampa dopo che in data 17 settembre 2024, il Consiglio dei Ministri – su proposta del Ministro della Difesa Crosetto – ha approvato la nomina, quale nuovo Capo di Stato Maggiore della Difesa, del Generale di Corpo d’Armata Luciano Portolano attuale Segretario Generale della Difesa e Direttore Nazionale degli Armamenti. Succederà all’Ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone che a settembre 2023 è stato designato quale Presidente del Comitato Militare della NATO, incarico che assumerà dal gennaio 2025.


Crosetto sottolinea la “vasta esperienza operativa e di comando, che comprende incarichi delicatissimi e di primissimo livello in campo nazionale ed internazionale, e sarà chiamato a gestire le Forze Armate in un momento di grande complessità e profondo rinnovamento, reso ancora più critico dalle crisi in atto. Grazie alle sue competenze, capacità ed esperienza sono certo che saprà interpretare nel modo migliore le sue delicate funzioni, operando ogni giorno per garantire al Paese Forze Armate pronte a operare in ogni contesto, a difesa degli interessi nazionali e per portare la pace laddove essa è a rischio. Buon lavoro Generale Portolano”. Il ministro Crosetto ha poi aggiunto: “Ringrazio l’Ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone per quanto fatto, come Capo di Stato Maggiore della Difesa e come servitore delle Istituzioni durante la sua lunga carriera militare. Il suo operato e la sua professionalità hanno accresciuto il prestigio e l’onore delle Forze Armate e del Paese. A lui auguro le migliori fortune, sicuro che, anche nel futuro ruolo di Presidente del Comitato Militare della NATO, saprà incidere positivamente e dimostrare le sue qualità e la sua leadership”.

Von der Leyen ha presentato la lista dei nuovi Commissari Ue: 11 donne e 16 uomini, ecco i nomi

Von der Leyen ha presentato la lista dei nuovi Commissari Ue: 11 donne e 16 uomini, ecco i nomiStrasburgo, 17 set. (askanews) – La presidente riconfermata della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha presentato oggi a Strasburgo, prima nella Conferenza dei presidenti del Parlamento europeo e poi in conferenza stampa, la lista dei nuovi commissari, con i titoli dei portafogli loro assegnati, per il nuovo Esecutivo comunitario.


La lista presenta non poche sorprese in confronto alle diverse anticipazioni di stampa che erano uscite nelle ultime due settimane, anche al di là della novità dell’ultima ora di ieri, la sostituzione del francese Thierry Breton con Stéphane Séjourné. Innanzitutto, riguardo all’equilibrio di genere, ci sono 11 donne e 16 uomini. All’inizio, “quando ho ricevuto la prima serie di nomine dei candidati, avevamo circa il 22% di donne e il 78% di uomini. Questo era inaccettabile”, ha ricordato von der Leyen. E ha aggiunto: “Così, ho lavorato con gli Stati membri e alla fine siamo stati in grado di migliorare l’equilibrio di genere con il 40% di donne e il 60% di uomini”.


I sei vicepresidenti esecutivi, due uomini e quattro donne, non comprendono (come invece prevedevano tutte le indiscrezioni di stampa) gli attuali commissari riconfermati Valdis Dombrovskis (lettone, del Ppe ) e Maros Sefcovic (slovacco). E’ confermato invece il ruolo di vicepresidente esecutivo per l’italiano Raffaele Fitto (Fdi-Ecr), che avrà però un portafogli più leggero rispetto alle anticipazioni di stampa, comprendente solo la Coesione e le “Riforme”. “Sarà responsabile per la politica di coesione, lo sviluppo regionale e le città”, ha riferito von der Leyen, aggiungendo: “Ci baseremo sulla sua vasta esperienza per contribuire a modernizzare e rafforzare la nostra coesione, gli investimenti e le politiche per la crescita”.


Gli altri cinque vicepresidenti esecutivi saranno l’Estone Kaja Kallas (Renew), già nominata dal Consiglio europeo Alto Rappresentante per la Politica estera, e poi la socialista spagnola Teresa Ribera (con il portafoglio “Transizione pulita, giusta e competitiva”), la finlandese del Ppe Henna Virkkunnen (“Sovranità tecnologica, Sicurezza e Democrazia), il francese di Renew Stéphane Séjourné (“Prosperità e strategia industriale”), e la socialista rumena Roxana Minzatu (“Gente, competenze e preparazione”). Per quanto riguarda le affiliazioni politiche, 13 commissari designati, più la presidente von der Leyen, sono del Ppe, cinque sono dl gruppo liberale Renew, e quattro del gruppo S&D (Socialisti e Democratici), più Sefcovic, del partito slovacco Smer, che si definisce socialdemocratico, ma che è stato sospeso dal Pse (a causa delle posizioni del suo leader, Robert Fico). Inoltre, ci sono Fitto dei Conservatori e Riformisti (Ecr), e Oliver Varhelyi, riconfermato dal premier ungherese Viktor Orbßn, del partito nazionalista ed euroscettico Fidesz, findatore del nuovo gruppo di estrema destra dei Patrioti per l’Europa. Da notare che Dombrovskis, pur non essendo stato confermato vicepresidente esecutivo, avrà il portafogli su “Economia e Produttività, Attuazione e Semplificazione”, che gli lascerà molto potere all’interno della nuova Commissione. D’altra parte, von der Leyen ha riferito che “almeno 20 Stati membri avrebbero voluto un portafogli economico importante per il commissario da loro indicato, ma – ha osservato ironicamente – non abbiamo 20 portafogli economici nella Commissione”.

Fitto designato vicepresidente esecutivo della Commissione Ue con incarichi su coesione e riforme

Fitto designato vicepresidente esecutivo della Commissione Ue con incarichi su coesione e riformeRoma, 17 set. (askanews) – La presidente riconfermata della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha presentato ai media, durante una conferenza stampa questa mattina a Strasburgo, il collegio dei commissari designati per il nuovo esecutivo comunitario. Raffaele Fito per l’Italia è designato come vicepresidente esecutivo della Commissione europea con incarichi su “coesione e riforme”, secondo il quadro illustrato dalla presidente della Commissione Ursula von der Leyen durante la conferenza stampa. Sarà responsabile di “sviluppo regionale e delle città”, ha spiegato.


“Raffaele Fito sarà vicepresidente esecutivo per coesione e riforme. Sarà responsabile del portafoglio relativo alle politiche di coesione – ha spiegato von der Leyen – di sviluppo regionale e delle città. Sulla base della sua lunga esperienza, opererà per modernizzare e rafforzare la nostra coesione, gli investimenti e le politiche di crescita”.

Bus esce di strada in Perù: almeno 30 feriti, tra loro 8 italiani. Tajani: non sono gravi

Bus esce di strada in Perù: almeno 30 feriti, tra loro 8 italiani. Tajani: non sono graviRoma, 17 set. (askanews) – Circa 30 turisti, tra cui otto italiani, sono rimasti feriti in un’incidente d’autobus mentre rientravano dalla cittadella Inca di Machu Picchu, nel sud del Perù: lo ha annunciato la polizia. “Abbiamo 30 turisti feriti, sono stati tutti portati” a Cuzco, il capoluogo della regione, ha detto all’Afp un funzionario di polizia. L’incidente sarebbe avvenuto quando l’autista dell’autobus, che percorreva la strada a zig zag che collega il sito archeologico alla vicina città di Aguas Calientes, ha perso il controllo del veicolo ed è rotolato giù per un pendio per 15 metri. Oltre agli italiani, almeno altri 14 cittadini messicani, cileni e guatemaltechi, sono stati ricoverati in ospedale con fratture multiple. Gli altri hanno riportato contusioni in varie parti del corpo. Tra loro ci sarebbero due giapponesi e un cinese.


La compagnia di trasporti proprietaria dell’autobus, Conssetur, ha indicato che il veicolo è stato “vittima di un incidente stradale”, citando un problema di “disattenzione”, mentre tornava da Machu Picchu, secondo una dichiarazione pubblicata sui social network. La polizia ha aperto un’indagine per determinare le cause dell’incidente, ha aggiunto la società. “Gli italiani coinvolti in un incidente stradale vicino a Machu Picchu non sono in pericolo di vita. L’ambasciata italiana in Perù presta la massima assistenza. Continuiamo a seguire con grande attenzione”, scrive il ministro degli Esteri Antonio Tajani su X, che sta seguendo personalmente gli esiti dell’incidente dell’autobus.