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Spari vicino a Trump, l’ex presidente è al sicuro

Spari vicino a Trump, l’ex presidente è al sicuroMilano, 15 set. (askanews) – Donald Trump è al sicuro “dopo gli spari nelle sue vicinanze”. Lo ha dichiarato il portavoce della campagna elettorale dell’ex presidente Usa, Steven Cheung, in un comunicato, non fornendo ulteriori dettagli. “Il presidente Trump è al sicuro dopo gli spari nelle sue vicinanze. Al momento non ci sono ulteriori dettagli”, ha detto Cheung. L’ex presidente stava giocando a golf al Trump International Golf Club di West Palm Beach. Il campo è stato immediatamente chiuso.


Secondo quanto riferisce la Cnn, “nell’area della sparatoria è stato recuperato uno zaino, un fucile semiautomatico e una telecamera GoPro”. I funzionari ritengono che i colpi sparati fossero destinati all’ex presidente Donald Trump, secondo fonti vicine alla vicenda. Il New York Post scrive invece che Trump è stato portato in salvo dal Secret Service dopo che gli agenti hanno aperto il fuoco contro un uomo che era stato avvistato con quella che poteva essere una pistola mentre l’ex presidente si trovava sul campo da golf. Non è chiaro se l’uomo si trovasse sul campo da golf o nelle vicinanze. Un agente ha aperto il fuoco, sparando più volte.

Il ciclone Boris colpisce l’Europa centro-orientale: morti e dispersi, “situazione drammatica”

Il ciclone Boris colpisce l’Europa centro-orientale: morti e dispersi, “situazione drammatica”Roma, 15 set. (askanews) – Sei persone sono morte, annegate, in Austria, Polonia e Romania e altre quattro sono disperse nella Repubblica Ceca a causa del ciclone Boris, che continua a colpire l’Europa centrale e orientale portando piogge torrenziali e inondazioni che hanno costretto all’evacuazione di migliaia di persone dalle loro case.


Da giovedì, ampie zone di Austria, Repubblica Ceca, Ungheria, Romania e Slovacchia sono colpite da forti venti e piogge insolitamente violente. Il vice-cancelliere austriaco, Werner Kogler, ha dichiarato oggi che un pompiere è morto mentre affrontava le inondazioni nella Bassa Austria. Le autorità locali, intanto, hanno dichiarato la provincia, che circonda la capitale Vienna, un’area disastrata. Alcune zone del Tirolo sono state ricoperte da neve fino a un metro, una situazione eccezionale per metà settembre, mese che ha visto temperature fino a 30°C la scorsa settimana.


I servizi ferroviari sono stati sospesi nella parte orientale del paese questa mattina presto e diverse linee della metropolitana sono state chiuse a Vienna, dove il fiume Wien minaccia di straripare, secondo l’agenzia di stampa Apa. I servizi di emergenza hanno effettuato quasi 5.000 interventi durante la notte nella Bassa Austria, dove le inondazioni avevano intrappolato molti residenti nelle loro case. I vigili del fuoco sono intervenuti circa 150 volte a Vienna da venerdì per liberare le strade bloccate dai detriti della tempesta e pompare l’acqua dalle cantine, hanno riferito i media locali.


Il primo ministro polacco, Donald Tusk, ha detto che una persona nella regione di Klodzko è annegata, mentre circa 1.600 persone sono state evacuate a Klodzko e le autorità polacche hanno chiamato l’esercito per supportare i vigili del fuoco sulla scena. “La situazione è davvero drammatica”, ha confermato Tusk questa mattina dopo un incontro a Klodzko, che era parzialmente sommersa dall’acqua. Ieri, intanto, le autorità polacche hanno chiuso il valico di frontiera di Golkowice con la Repubblica Ceca dopo che un fiume ne ha esondato gli argini, oltre a chiudere diverse strade e fermare i treni sulla linea che collega le città di Prudnik e Nysa. A Budapest, le autorità hanno alzato le previsioni di un aumento del Danubio nella seconda metà di questa settimana a oltre 8,5 metri, avvicinandosi al record di 8,91 metri registrato nel 2013. “Secondo le previsioni, una delle più grandi inondazioni degli ultimi anni si sta avvicinando a Budapest, ma siamo pronti ad affrontarla”, ha detto il sindaco di Budapest, Gergely Karacsony, citato dal Guardian. Nel frattempo, la polizia nella Repubblica Ceca ha dichiarato che stamane che quattro persone sono scomparse. Tre erano a bordo di un’auto che è stata trascinata in un fiume nella città nord-orientale di Lipova-lazne, mentre un altro uomo è scomparso dopo essere stato travolto dalle inondazioni nel sud-est.


Ieri, invece, quattro persone sono morte nelle inondazioni nel sud-est della Romania. Nella regione più colpita, Galati nel sud-est, sono state danneggiate 5.000 case. Il presidente della Romania, Klaus Iohannis, ha detto che il Paese sta “di nuovo affrontando gli effetti del cambiamento climatico, che sono sempre più presenti nel continente europeo, con conseguenze drammatiche”. Centinaia di persone sono state salvate in 19 aree del paese, hanno affermato i servizi di emergenza, pubblicando un video di case allagate in un villaggio sul fiume Danubio. “Questa è una catastrofe di proporzioni epiche”, ha detto Emil Dragomir, sindaco di Slobozia Conachi, un villaggio a Galati dove 700 case sarebbero state allagate. La Slovacchia, infine, ha dichiarato lo stato di emergenza nella capitale, Bratislava.

Missili Houthi nel centro di Israele. Netanyahu: pagheranno prezzo elevato

Missili Houthi nel centro di Israele. Netanyahu: pagheranno prezzo elevatoRoma, 15 set. (askanews) – Gli Houthi hanno rivendicato il lancio di un missile verso il centro di Israele. “Finché l’aggressione di Israele continuerà nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania, Israele dovrebbe aspettarsi il peggio” lo ha detto una fonte di alto livello del gruppo Houthi dello Yemen all’agenzia si stampa libanese Al-Mayadeen, dopo il lancio di un missile verso il centro dello Stato ebraico. “Lo Yemen sta promettendo una lunga guerra con il nemico israeliano, utilizzando tattiche diverse, e sta consolidando le sue capacità militari su questa base”, ha aggiunto la fonte. Secondo quanto spiegato, lo Yemen continuerà a colpire punti di interesse a Tel Aviv e in altre aree di Israele, secondo la “banca di obiettivi strategici” in possesso degli Houthi. “Lo Yemen non si accontenterà di un obiettivo israeliano e questo costituisce una minaccia diretta per l’intero paese”, ha affermato la fonte.


Il movimento Houthi dello Yemen “avrebbe dovuto sapere ormai che esigiamo un prezzo elevato da chiunque provi a farci del male. Chiunque abbia bisogno di un promemoria è il benvenuto a visitare il porto di Hodeidah”, è quanto ha detto oggi il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu commentando il lancio di un missile dallo Yemen verso il centro di Israele, rivendicato dagli Houthi.

Papa: cessi la guerra in Palestina e Israele, liberare gli ostaggi

Papa: cessi la guerra in Palestina e Israele, liberare gli ostaggiMilano, 15 set. (askanews) – “Cessi il conflitto in Palestina e Israele, cessino le violenze, cessino gli odi, si rilasciano gli ostaggi, continuino i negoziati e si trovino soluzione di pace”, è il nuovo appello pronunciato dal Papa nel corso del suo intervento in piazza San Pietro in occasione dell’Angelus.


“Non dimentichiamo le guerre che insanguinano il mondo, penso alla martoriata Ucraina, al Myanmar, penso al Medio Oriente, quante vittime innocenti, penso alle mamme che hanno perso figli in guerra” ha aggiunto Francesco. “Quanti giovani, vite stroncate. Penso a Hersh Goldberg-Polin trovato morto inizio settembre insieme ad altri cinque ostaggi a Gaza. Nel novembre dell’anno scorso avevo incontrato la madre, Rachel, che mi ha colpito per la sua umanità. L’accompagno, in questo momento, prego per le vittime e continuo ad essere vicino a tutte le famiglie delle ostaggi” ha concluso il Santo Padre.

Egitto, incidente bus: feriti 9 italiani, attivata ambasciata

Egitto, incidente bus: feriti 9 italiani, attivata ambasciataRoma, 15 set. (askanews) – L’ambasciata d’Italia in Egitto, d’intesa con la Farnesina, si è subito attivata e segue il caso dell’incidente di bus che vede coinvolti alcuni connazionali. Il console italiano in Egitto è in viaggio verso Suez per assistenza, sottolinea la Farnesina, precisando che il ministro Antonio Tajani è stato “subito informato”. Il ministero degli Esteri ha attivato un numero telefonico da contattare per informazioni: 00201006690079.


Nell’incidente, secondo quanto riportato dalla stampa egiziana, sarebbero rimasti coinvolti nove italiani, 11 cittadini turchi, 2 britannici, 21 russi e tre egiziani, tra cui rappresentanti della compagnia turistica e l’assistente dell’autista. I feriti sono stati trasferiti al Suez Medical Complex. L’ospedale ha dichiarato lo stato di emergenza e ha convocato tutto il personale medico per curare tutti i casi, si legge su Ahram. Il ministro della Salute e della Popolazione Khaled Abdel-Ghaffar starebbe seguendo le operazioni per garantire che tutti i feriti ricevano le migliori cure mediche.

Bauer: decisione summit Washington non cambia rapporto Russia-Nato

Bauer: decisione summit Washington non cambia rapporto Russia-NatoPraga, 14 set. (askanews) – Non le decisioni prese a Washington a luglio dalla Nato a supporto dell’Ucraina, ma le azioni della Russia dal 2014 hanno cambiato il rapporto tra Mosca e l’Alleanza. “Le relazioni tra la Nato e la Russia non sono cambiate negli ultimi mesi, ma sono cambiate nel 2014”, con l’annessione della Crimea. Lo ha detto rispondendo a una domanda di askanews il presidente del Comitato militare della Nato, ammiraglio Rob Bauer, da Praga dove si tiene la riunione sul campo del Comitato.


La domanda era relativa a un cambio di dialettica tra l’Alleanza e Mosca negli ultimi mesi e se questo rispecchi un peggioramento nelle relazioni. Bauer ha chiarito che quanto deciso dal summit di Washington forse qualcuno potrebbe dire che non aiuta la relazione con la Russia, “ma non cambia la relazione in sé, perché la NATO sta ancora facendo ciò che è possibile e consentito dal diritto internazionale con la Carta delle Nazioni Unite, e quindi continuiamo a farlo”. Inoltre “non solo i Paesi della NATO, anche altre nazioni nel mondo, in totale 50 nazioni nel mondo hanno aiutato l’Ucraina dall’inizio di questa guerra a pieno titolo nel 2022”. “Il comportamento della Russia, non della NATO – ha proseguito Bauer -, il comportamento della Russia dal 2008 in Georgia, dal 2014 con l’annessione della Crimea e gli attacchi nella regione del Donbass e di Lugansk, hanno cambiato la relazione. E poi ancora di più, ovviamente, dopo l’invasione (dell’Ucraina) a pieno titolo nel 2022”.


“Abbiamo cercato di essere partner della Russia per 20 anni come Alleanza”, ha aggiunto Bauer, spiegando che con l’annessione della Crimea ha provocato il vero mutamento. “Quello è stato il momento in cui, per esempio, all’ambasciatore russo non è più stato permesso di entrare nel quartier generale della NATO. Al rappresentante militare non è più stato permesso di entrare nel quartier generale militare della NATO. Penso che sia stato un grande cambiamento nel rapporto” ha detto.

Ucraina, Tajani: lavorare in direzione di una conferenza di pace

Ucraina, Tajani: lavorare in direzione di una conferenza di paceRoma, 14 set. (askanews) – In Ucraina occorre “lavorare per andare avanti nella direzione di una conferenza di pace”, che coinvolga anche “la Russia e la Cina” e “garantisca l’indipendenza” del Paese presieduto da Volodymyr Zelensky. Lo ha detto in Sardegna il ministro degli Esteri e vice presidente del Consiglio, Antonio Tajani.


“Credo che si debba lavorare per andare avanti nella direzione di un tavolo per la pace”, ha detto Tajani ribadendo che la riunione di ieri tra il presidente americano Joe Biden e il primo ministro britannico Keir Starmer è stata “interlocutoria”. Per il capo della diplomazia italiana serve lavorare per “una conferenza come quella che si è svolta in Svizzera un paio di mesi fa. Con la partecipazione anche della Russia e della Cina. Ovviamente la Russia non può arrivare con la soluzione e cioè la resa dell’Ucraina, la pace è un’altra cosa: la pace deve essere una pace giusta, che garantisca l’indipendenza dell’Ucraina”.

Kiev rivendica: respinto l’assalto russo alle posizioni ucraine nel Kursk

Kiev rivendica: respinto l’assalto russo alle posizioni ucraine nel KurskMilano, 14 set. (askanews) – Unità delle forze aviotrasportate russe hanno lanciato un attacco alle posizioni dei paracadutisti ucraini nella regione di Kursk. Lo rendono noto fonti ucraine che precisano come in poche ore di combattimento, l’esercito ucraino avrebbe respinto l’assalto.


Per l’attacco, i russi avrebbero utilizzato 14 unità di equipaggiamento militare: due carri armati, undici veicoli d’assalto anfibi e un veicolo corazzato. Secondo le fonti ucraine il tentativo russo di sfondare non ha avuto successo. In poche ore di battaglia, i paracadutisti ucraini avrebbero sconfitto il nemico, distruggendo cinque dei suoi veicoli, un carro armato e un corazzato da trasporto truppe.

Nato, Bauer spinge sull’industria della difesa: l’economia vince le guerre (l’esercito le battaglie)

Nato, Bauer spinge sull’industria della difesa: l’economia vince le guerre (l’esercito le battaglie)Praga, 14 set. (askanews) – Involontariamente le “circostanze tempestose” per “la sicurezza globale” sono ben rappresentate dalla pioggia insistente di Praga, dove si è aperto oggi il Comitato militare della NATO. Temporali scroscianti e continui mentre nella capitale ceca si riunisce il vertice militare dell’Alleanza atlantica e mentre il contesto internazionale vede un approccio sempre più complesso: dalle ultime esercitazioni russe nel Mare di Barents alle parole del presidente russo Vladimir Putin sul rischio di una “guerra” se all’Ucraina fosse consentito di utilizzare armi a lungo raggio fornite dalla NATO.


Ma nella strategia dell’Alleanza, l’Ucraina appare un punto fermo oggi sin dalle prime parole proferite: con Kiev “ogni giorno diventiamo sempre più interoperabili, finché un giorno saremo fianco a fianco sotto la bandiera della NATO”. A parlare è il presidente del Comitato militare della NATO, ammiraglio Rob Bauer a Praga dove fino a domenica si tiene la riunione sul campo del Comitato, per la prima volta nella Repubblica Ceca. “Le forze armate ucraine stanno dimostrando al mondo che non c’è nulla che non possano fare”, dice. “L’Ucraina merita il nostro instancabile sostegno, non solo per quello che è come popolo, ma anche per quello che siamo noi come Nato” ha aggiunto. Mentre l’Ucraina “ha perso il 40% del suo PIL il primo giorno di guerra” e “ogni sera i ceo ucraini vanno a letto chiedendosi se la loro fabbrica sarà ancora lì la mattina dopo”, “gli alleati della NATO rappresentano il 50% della potenza economica mondiale e il 50% della potenza militare mondiale, abbiamo dentro di noi la capacità di rafforzare l’alleanza più forte del mondo e allo stesso tempo rafforzare le difese dell’Ucraina” ha poi spiegato Bauer.


L’ammiraglio ha ricordato i vari partecipanti al vertice, compreso il comandante supremo alleato in Europa, generale Christopher G. Cavoli (militare americano di origini italiane). E non ha neppure dimenticato il fatto che prima di Bauer stesso, a capo del consiglio, c’era l’attuale presidente ceco – e odierno padrone di casa – Petr Pavel, con alle spalle una lunga carriera militare. “La situazione in cui ci troviamo non ci consente davvero di essere politicamente corretti” ha detto Pavel. “Dobbiamo essere davvero molto ben compresi, in modo da prendere le misure giuste e le decisioni giuste per proteggere i nostri paesi e il nostro stile di vita”. Per poi incoraggiare i vertici militari “a essere audaci e aperti nell’articolare le vostre valutazioni e raccomandazioni, perché più sono rotonde e morbide, meno saranno comprese a livello politico”. Il capo di stato ha anche affermato che “i valori vengono sfidati dai nostri avversari, non solo tradizionali come la Russia, ma anche da Cina, Corea del Nord e Iran e molti altri che stanno osservando come si svilupperà questa competizione”. La Repubblica ceca ha inoltre ricordato, durante i lavori della mattina ciò che l’intelligence ceca collegò ad agenti militari russi: la massiccia esplosione di un deposito di munizioni nei pressi di Vrbetice, avvenuta il 20 ottobre 2014 (pochi mesi dopo l’annessione della Crimea da parte di Mosca). “Ricordiamo molto bene quando i suoi agenti uccisero due cittadini cechi in un deposito di munizioni nel 2014” ha detto il capo di stato maggiore dell’Esercito ceco, Karel Rehka, terzo a parlare. “La Russia – ha proseguito – sta ora aumentando l’uso di tattiche ibride, attacchi informatici, campagne di disinformazione e persino atti di violenza cinetica”. Queste azioni vengono interpretate dall’alto graduato ceco come uno strumento per diffondere la “paura e minare l’unità delle nostre società”. L’invito è a un approccio ampio che colleghi “le nostre capacità militari convenzionali con solide difese informatiche e una forte cooperazione civile-militare. Dobbiamo garantire che le nostre forze militari, istituzioni e società siano pronte ad affrontare questa guerra fisica, digitale e cognitiva. La Repubblica Ceca ha tratto importanti lezioni dall’aggressione russa contro l’Ucraina. Abbiamo rivisto le nostre strategie nazionali e i piani di difesa per affrontare meglio le minacce”, ha detto Rehka.


Secondo Bauer va distinto “l’incidentale dal ricorrente e le azioni a breve termine dalle conseguenze a lungo termine. Siamo tutti profondamente ispirati dal modo in cui il nostro fratello d’armi ucraino, il capo della Difesa, il generale Sirsky (Oleksandr Stanislavovyc Syrsky), sta facendo questo nel caos della guerra, lui e il suo staff mantengono la loro visione strategica, creatività e ingegno militare” ha aggiunto l’ammiraglio. Sirsky dal febbraio 2024 è comandante in capo delle Forze armate ucraine, dopo che Zelensky ha rimosso dall’incarico il generale Valerij Zaluzhny. Bauer non ha mancato di sottolineare la situazione meteo della capitale ceca oggi, con piogge torrenziali e gravi rischi. “Ci stiamo riunendo qui in circostanze tempestose, non solo in termini di condizioni meteorologiche, con forti inondazioni nella Repubblica Ceca, ma anche tempestose in termini di ambiente di sicurezza globale, il che rende la protezione dell’Alleanza ancora più importante”, ha detto.


“La responsabilità della libertà non ricade” però “solo sulle spalle di coloro che indossano l’uniforme” ha detto infine Bauer. “Per avere successo, abbiamo bisogno di una capacità produttiva dell’industria della difesa molto più ampia, perché mentre potrebbe essere l’esercito a vincere le battaglie, è l’economia a vincere le guerre: più coordiniamo la nostra produzione di difesa, più incrementiamo la nostra deterrenza, più incrementiamo la nostra deterrenza, maggiori sono le possibilità che abbiamo di proteggere le libertà che ci sono care e di impedire che la guerra entri nel nostro territorio. Questa non è un’idea nuova. In effetti, la collaborazione economica è stata un fattore chiave del trattato di Washington firmato 75 anni fa, mentre l’articolo 5 cattura spesso i riflettori, l’articolo 2 è ugualmente significativo: nelle nostre economie liberali, la maggior parte del potere risiede nel mercato, il che significa che qualsiasi cambiamento reale nella capacità produttiva dovrà derivare dalla persuasione, non dalla forza. Persuasione dell’argomento che la nostra prosperità economica è costruita sulle fondamenta della sicurezza che la NATO fornisce”. Questa sicurezza è facilmente data per scontata, ma la sicurezza è “proprio come l’ossigeno”, ha fatto notare l’ammiraglio. “Ti dimentichi che c’è finché non c’è più”. (di Cristina Giuliano)

Petroliera colpita dagli Houthi in fiamme nel Mar Rosso, missione per scongiurare disastro ambientale

Petroliera colpita dagli Houthi in fiamme nel Mar Rosso, missione per scongiurare disastro ambientaleRoma, 14 set. (askanews) – La missione navale europea Aspides partecipa a un nuovo tentativo di soccorso a una petroliera in fiamme nel Mar Rosso dopo attacchi dei ribelli Houthi dello Yemen: lo ha affermato la stessa missione dell’Ue, pubblicando delle immagini di sue navi che scortano rimorchiatori diretti alla petroliera greca Sounion.


La missione è stata “attivamente coinvolta in questa complessa impresa, creando un ambiente sicuro, necessario affinché i rimorchiatori conducano l’operazione di rimorchio”, ha affermato l’Ue, secondo quanto riportato dall’Associated Press. Scongiurare il disastro ambientale La Sounion è stata attaccata dagli Houthi a partire dal 21 agosto. La nave era dotata di un equipaggio di 25 filippini e russi, nonché di quattro membri del personale di sicurezza privato, che sono stati portati da un cacciatorpediniere francese nel vicino Gibuti. Secondo l’Ap, gli Houthi hanno successivamente piazzato degli esplosivi a bordo della nave e li hanno fatti detonare. Ciò ha portato a temere che il milione di barili di petrolio greggio della nave possa riversarsi nel Mar Rosso.