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Dazi Usa, Rutte (Nato): no impatto su nostra deterrenza collettiva

Dazi Usa, Rutte (Nato): no impatto su nostra deterrenza collettivaMilano, 3 feb. (askanews) – I dazi “sono assolutamente convinto che non avranno un impatto sulla nostra deterrenza collettiva” e comunque “ci sono più cifre e numeri da guardare”. Così rispondendo a una domanda ha detto il segretario generale della Nato Mark Rutte, , al quartier generale della Nato con il premier britannico Keir Starmer, oggi in conferenza stampa moderata da Allison Hart, attuale portavoce Nato.


Il quesito riguardava il fatto che “Canada e Stati Uniti, sono sull’orlo di una guerra commerciale”, in base a quanto affermato dal giornalista in sala. Il tutto sull’onda delle forti polemiche in seguito ad alcune dichiarazioni del presidente degli Stati Uniti d’America Donald Trump sul Canada. Rutte ha anche precisato che “ci sono sempre problemi tra gli alleati. Non è mai sempre tranquillo e felice. Ci sono sempre problemi, a volte più grandi, a volte più piccoli. Ma sono assolutamente convinto che non toglierà la nostra determinazione collettiva a mantenere forte la nostra deterrenza”. E quando “si parla di commercio”, è interessante vedere il surplus commerciale (di difesa, ndr) degli Stati Uniti in Europa: “dal 2022 vendono più all’Europa di quanto vendiamo a loro, e il surplus netto è di 180 miliardi di dollari dal 2022”, ha dichiarato il segretario generale dell’Alleanza.


Oggi Rutte ha inoltre definito la Gran Bretagna “un fedele alleato”. Con Starmer era stato ha anche preso parte ai lavori della riunione informale del Consiglio europeo sulla difesa. E ha fissato alcuni punti. In particolare la produzione di difesa da potenziare. “L’Ue, compresi i grandi Paesi come l’Italia e la Spagna, e la Norvegia al di fuori dell’Ue, ovviamente, ma anche, naturalmente, la Francia e poi la Turchia: tutti questi grandi paesi con una grossa base industriale della difesa devono aumentare la produzione di difesa”, ha detto. Senza entrare nel merito delle iperboli della nuova amministrazione Usa – spesso destinate a distrarre l’attenzione – Rutte ha anche sgonfiato nuovamente le polemiche sulle dichiarazioni di Trump in merito alla Groenlandia. “E sulla Groenlandia, ho già detto, penso sia molto utile che il presidente Trump ci ha avvisato del fatto che quando si tratta dell’Alto Nord, c’è una questione geopolitica e strategica in gioco. Direi che non si tratta solo della Groenlandia. Questo ha a che fare con la Finlandia. Ha a che fare con la Svezia, la Norvegia, l’Islanda, sì, la Groenlandia – e quindi la Danimarca – anche il Canada, e anche gli Stati Uniti. E chiaramente, collettivamente come Alleanza, vedremo sempre il modo migliore per assicurarci di poter affrontare queste sfide”.


Il tutto in un contesto globale molto competitivo, dove non è dato abbassare la guardia. “Le campagne di destabilizzazione russa nei Paesi alleati sono in aumento”, ha dichiarato Rutte in conferenza stampa. “Hanno preso di mira le infrastrutture digitali, i funzionari britannici e persino il vostro Servizio Sanitario Nazionale (britannico, ndr). Proprio il mese scorso, ancora una volta, avete rilevato una nave spia russa nelle acque britanniche, e avete chiarito a Mosca che tali atti sfacciati erano semplicemente inaccettabili. Per fermare questi attacchi, una volta per tutte, dobbiamo alzare la posta in gioco e assicurarci che la nostra deterrenza non lasci spazio ai dubbi. Possiamo farlo investendo ancora di più in difesa” ha aggiunto secondo quanto trasmesso dalla Alleanza. Rutte ha spesso sottolineato i collegamenti tra Russia, Cina, Nordcorea e Iran, mettendo in chiaro che le sfide non arrivano da un solo Paese. Ma oggi ha dato anche un grosso slancio alla speranza: “Durante la seconda guerra mondiale, le fabbriche nel Regno Unito e negli Stati Uniti produssero miliardi di munizioni. Questo era prima della digitalizzazione e dell’automazione. Con tutte le forze della produzione britannica, immaginate cosa potremmo ottenere ora. Le sfide che affrontiamo sono complesse, ma insieme nella Nato non c’è nulla che non possiamo fare” ha affermato.

Dazi Usa sospesi per un mese, il Messico invierà al confine 10mila soldati per fermare migranti e fentanyl

Dazi Usa sospesi per un mese, il Messico invierà al confine 10mila soldati per fermare migranti e fentanylNew York, 03 feb. (askanews) – La presidente del Messico, Claudia Sheinbaum ha annunciato che i dazi che il presidente americano Donald Trump vuole imporre al Paese saranno sospesi per un mese. La presidente ha aggiunto che sta inviando truppe militare al confine con gli Usa. “Abbiamo avuto una buona conversazione con il presidente Trump, con grande rispetto per la nostre relazioni e sovranità; abbiamo raggiunto una serie di accordi”, ha scritto la Sheinbaum in un tweet su X. La presidente ha specificato che invierà 10.000 unità della Guardia Nazionale “per impedire il traffico di droga dal Messico agli Stati Uniti, in particolare il fentanyl”. Gli Stati Uniti dalla loro parte hanno accettato di lavorare per impedire il traffico di armi di grosso calibro in Messico, ha spiegato la Sheinbaum, precisando che “I nostri team inizieranno a lavorare oggi su due fronti: sicurezza e commercio”. Da parte sua, il presidente Donald Trump ha dichiarato su Truth Social di aver accettato di “sospendere immediatamente” i dazi sul Messico per un mese, dopo una conversazione “molto amichevole” con la presidente messicana Claudia Sheinbaum. Trump ha sottolineato l’invio al confine con gli Usa di 10.000 soldati messicani, che “saranno specificamente designati per fermare il flusso di fentanyl e migranti illegali nel nostro Paese”. Il presidente americano ha anche spiegato che durante il periodo di sospensione ci saranno “negoziati guidati dal Segretario di Stato Marco Rubio, dal Segretario del Tesoro Scott Bessent e dal Segretario del Commercio Howard Lutnick e da rappresentanti di alto livello del Messico”. Ha poi aggiunto: “Non vedo l’ora di partecipare a quei negoziati, con la presidentessa Sheinbaum, mentre cerchiamo di raggiungere un ‘accordo’ tra i nostri due Paesi”. I dazi del 25% sul Messico sarebbero dovuti entrare in vigore a mezzanotte.

I leader Ue a Bruxelles: i dazi Usa sono dannosi per entrambe le parti, trovare soluzioni

I leader Ue a Bruxelles: i dazi Usa sono dannosi per entrambe le parti, trovare soluzioniBruxelles, 3 feb. (askanews) – Nel corso del summit informale di Bruxelles c’è stato un “forte consenso” sul fatto che “i dazi tra Stati Uniti e UE sarebbero dannosi per entrambe le parti”. E’ quanto sottolineano fonti europee.


Hanno quindi, proseguono le fonti, “sottolineato il valore del partenariato tra l’UE e gli Stati Uniti, che ha radici profonde ed è destinato a durare nel tempo, e hanno convenuto che quando sorgono problemi è necessario trovare soluzioni”.

Alessandro Cattelan e Carlo Conti a Stasera c’è Cattelan-Supernova

Alessandro Cattelan e Carlo Conti a Stasera c’è Cattelan-SupernovaMilano, 3 feb. (askanews) – È il direttore artistico e conduttore del 75° Festival di Sanremo Carlo Conti il nuovo ospite di “Stasera c’è Cattelan – Supernova”, il podcast di Alessandro Cattelan – o come ama lui stesso definirlo, l’ennesimo podcast – che, con le sue interviste fuori dagli schemi, racconta i personaggi del mondo dello spettacolo, dello sport e della cultura in maniera inedita e imprevedibile.


In questa puntata esclusiva, Carlo e Alessandro accendono i riflettori sulle tante curiosità legate alla prossima edizione del Festival di Sanremo. Dal cast ai brani in gara, dal grande ritorno del Dopofestival, all’impatto di social e new media, fino alla sfida di creare uno show sempre ricco di colpi di scena e imprevisti, la chiacchierata tra i due conduttori è un vero e proprio viaggio sul dietro le quinte del Festival più amato d’Italia. Dalla generosità di Carlo Conti che tutti da sempre gli riconoscono, Alessandro per primo: “È una cosa che tutti ti riconoscono, io per primo, posso confermare. Se c’è una cosa che in questo ambiente non è scontata è trovare qualcuno che dia spazio agli altri. Tu questo tratto di carattere ce l’hai.” E il direttore artistico conferma: “Se posso dare un piccolo contributo di esperienza ad altri lo faccio più che volentieri. È quasi un dovere.”


Non manca il ricordo all’amico Fabrizio Frizzi che Carlo conti avrebbe voluto al suo fianco tra gli amici co-conduttori di questo festival. Si parla della selezione brani: “Al primo ascolto capisci subito se una canzone merita. Poi devi sentire e risentire i brani. A differenza degli altri, a me piace sentire i brani a volume basso, anche con il telefonino. I primi ascolti li faccio sempre così e quando qualcosa mi piace molto, alzo il volume e mi godo le parole e il suono”. E ancora, i due conduttori riflettono sull’evoluzione del Festival di Sanremo, evidenziando come, nell’era dei social media, l’evento si sia trasformato in un autentico rito collettivo. L’interazione del pubblico sulle piattaforme digitali ha reso il Festival un fenomeno sempre più partecipativo e dinamico, ampliandone la risonanza e rafforzandone l’impatto culturale. Quest’anno farà il suo ritorno anche il DopoFestival, affidato proprio alla conduzione di Alessandro Cattelan. Come ha ricordato Carlo Conti, il programma nacque da una brillante intuizione di Pippo Baudo, che negli anni ’80 decise di creare uno spazio dedicato ai commenti a caldo degli eventi della serata. Conti ha inoltre rassicurato Cattelan, sottolineando che nel corso delle serate non mancheranno imprevisti e momenti vivaci a rendere ancora più dinamico il DopoFestival. Non mancano anche i momenti surreali e di leggerezza, come nello spirito di Supernova, Alessandro si spinge infatti a chiedere: “Ti stanca questa cosa del sole? Quando la gente fa battute sull’abbronzatura?” e Carlo ridendo ribatte: “Ci ho costruito metà della carriera su questa cosa. Panariello non avrebbe fatto metà delle batture di Mario il bagnino!”

Alessandro Cattelan e Carlo Conti a Stasera c’è Cattelan-Supernova

Alessandro Cattelan e Carlo Conti a Stasera c’è Cattelan-SupernovaMilano, 3 feb. (askanews) – È il direttore artistico e conduttore del 75° Festival di Sanremo Carlo Conti il nuovo ospite di “Stasera c’è Cattelan – Supernova”, il podcast di Alessandro Cattelan – o come ama lui stesso definirlo, l’ennesimo podcast – che, con le sue interviste fuori dagli schemi, racconta i personaggi del mondo dello spettacolo, dello sport e della cultura in maniera inedita e imprevedibile.


In questa puntata esclusiva, Carlo e Alessandro accendono i riflettori sulle tante curiosità legate alla prossima edizione del Festival di Sanremo. Dal cast ai brani in gara, dal grande ritorno del Dopofestival, all’impatto di social e new media, fino alla sfida di creare uno show sempre ricco di colpi di scena e imprevisti, la chiacchierata tra i due conduttori è un vero e proprio viaggio sul dietro le quinte del Festival più amato d’Italia. Dalla generosità di Carlo Conti che tutti da sempre gli riconoscono, Alessandro per primo: “È una cosa che tutti ti riconoscono, io per primo, posso confermare. Se c’è una cosa che in questo ambiente non è scontata è trovare qualcuno che dia spazio agli altri. Tu questo tratto di carattere ce l’hai.” E il direttore artistico conferma: “Se posso dare un piccolo contributo di esperienza ad altri lo faccio più che volentieri. È quasi un dovere.”


Non manca il ricordo all’amico Fabrizio Frizzi che Carlo conti avrebbe voluto al suo fianco tra gli amici co-conduttori di questo festival. Si parla della selezione brani: “Al primo ascolto capisci subito se una canzone merita. Poi devi sentire e risentire i brani. A differenza degli altri, a me piace sentire i brani a volume basso, anche con il telefonino. I primi ascolti li faccio sempre così e quando qualcosa mi piace molto, alzo il volume e mi godo le parole e il suono”. E ancora, i due conduttori riflettono sull’evoluzione del Festival di Sanremo, evidenziando come, nell’era dei social media, l’evento si sia trasformato in un autentico rito collettivo. L’interazione del pubblico sulle piattaforme digitali ha reso il Festival un fenomeno sempre più partecipativo e dinamico, ampliandone la risonanza e rafforzandone l’impatto culturale. Quest’anno farà il suo ritorno anche il DopoFestival, affidato proprio alla conduzione di Alessandro Cattelan. Come ha ricordato Carlo Conti, il programma nacque da una brillante intuizione di Pippo Baudo, che negli anni ’80 decise di creare uno spazio dedicato ai commenti a caldo degli eventi della serata. Conti ha inoltre rassicurato Cattelan, sottolineando che nel corso delle serate non mancheranno imprevisti e momenti vivaci a rendere ancora più dinamico il DopoFestival. Non mancano anche i momenti surreali e di leggerezza, come nello spirito di Supernova, Alessandro si spinge infatti a chiedere: “Ti stanca questa cosa del sole? Quando la gente fa battute sull’abbronzatura?” e Carlo ridendo ribatte: “Ci ho costruito metà della carriera su questa cosa. Panariello non avrebbe fatto metà delle batture di Mario il bagnino!”

Mosca, ucciso in un attentato il fondatore del gruppo paramilitare Arbat. Era ricercato da Kiev

Mosca, ucciso in un attentato il fondatore del gruppo paramilitare Arbat. Era ricercato da KievRoma, 3 feb. (askanews) – Un’esplosione che oggi ha squarciato l’atrio di un complesso residenziale nel nord-est di Mosca ha ucciso un leader paramilitare filo-Cremlino proveniente dall’Ucraina orientale, hanno riferito i media statali, citando le autorità mediche e le forze dell’ordine.


Armen Sarkisyan, fondatore del Battaglione irregolare Arbat, è morto dopo essere stato ricoverato in condizioni critiche, secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa statale TASS. Il Comitato Investigativo russo, che si occupa di indagare sui crimini più importanti, ha poi confermato la sua morte. Secondo il quotidiano economico Kommersant, anche una delle guardie del corpo di Sarkisyan è rimasta uccisa nell’esplosione. Cinque persone sono rimaste complessivamente ferite. Un video condiviso dalle forze dell’ordine ha mostrato danni ingenti nell’atrio del complesso residenziale Scarlet Sails, sulle rive del fiume Mosca.


L’agenzia di stampa statale TASS, citando funzionari delle forze dell’ordine senza nome, ha riferito che l’attacco dinamitardo è stato “ordinato e accuratamente pianificato”, ma non ha specificato chi si sospetta ci sia dietro l’esplosione. Gli investigatori hanno dichiarato di trovarsi sul luogo dell’esplosione nell’ambito di un’indagine penale. Kommersant ha osservato che l’indagine potrebbe essere riclassificata come indagine sul terrorismo se emergessero prove di un sospetto coinvolgimento ucraino. Kommersant ha riferito che il battaglione Arbat di Sarkisyan, che combatte a fianco della Russia nella sua guerra contro l’Ucraina, è composto da circa 500 persone, la maggior parte delle quali di etnia armena. Secondo i media russi, Sarkisyan è nato in Armenia ma si è trasferito in giovane età nella città ucraina orientale di Horlivka.


Oltre a guidare l’unità militare irregolare, i media russi hanno descritto Sarkisyan come il capo della federazione di boxe nella regione di Donetsk, occupata dai russi, nell’Ucraina orientale. L’Ucraina ha emesso un mandato di arresto internazionale per Sarkisyan nel 2014 per violenze contro manifestanti pro-UE. I servizi di sicurezza ucraini SBU lo descrivono come una “autorità criminale” con legami con l’ex presidente Viktor Yanukovych, fuggito in Russia nel 2014. A dicembre, Kiev ha inserito Sarkisyan nell’elenco dei sospettati in un’indagine in corso sul reclutamento da parte della Russia di combattenti prigionieri per la guerra.

Italiani nel mondo, Stabile (Cgie): ecco le sfide per il 2025

Italiani nel mondo, Stabile (Cgie): ecco le sfide per il 2025Roma, 3 feb. (askanews) – I rapporti con i Comites, il ruolo fondamentale dei servizi notarili all’interno dei Consolati, le “politiche di incentivi al ritorno, come contromisura rispetto all’inverno demografico del Paese”, le sfide e gli obiettivi per il 2025, le quattro macro aree su cui lavorare, tra le quali la proposta di legge sul voto all’estero, gli incentivi al rientro, la rappresentanza intermedia, la proposta di modifica della legge sulla cittadinanza; le urgenze per gli italiani all’estero. Intervista a 360 gradi con askanews con Giuseppe Stabile, vicesegretario generale per l’Europa e l’Africa del Nord del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero.


Ci può presentare il suo settore di competenza, da quanto è arrivato e di cosa si occupa? Dall’ingresso nel Comitato di Presidenza a seguito della mia elezione a vicesegretario generale dello scorso 18 giugno 2024, sto procedendo a una ricognizione e analisi delle fonti sulle problematiche che riguardano il Continente europeo e il Nord Africa, e consecutivamente all’organizzazione delle attività del gruppo di consiglieri più numeroso del CGIE. A questo si aggiunga il costante monitoraggio sui servizi consolari che stanno molto a cuore a tutti noi. Quest’anno ci siamo pure espressi unanimemente sul mantenimento dei servizi notarili all’interno dei Consolati e sul ripristino in quei territori dove è stato soppresso, ritenendolo essenziale per i connazionali, a un costo certamente inferiore rispetto alle tariffe applicate dai notai locali. Crediamo che occorra far sì che i servizi consolari, anziché essere concentrati su quelli essenziali a causa della scarsità delle risorse, vengano ampliati rispetto a quelli attualmente erogati, con conseguenti maggiori entrate per l’erario, evitando in tal modo anche il rischio di rinunciare all’autorità statale a favore di privati. Ho ritenuto immediatamente utile aggiornare le e-mail di contatto dei Comites e delle associazioni con il fine di mantenere costanti i rapporti di collaborazione. Ogni anno per legge i Vicesegretari generali redigono un rapporto che verrà presentato in Parlamento sui processi di integrazione delle comunità italiane residenti nelle aree di loro pertinenza. A tal proposito sono stati invitati i consiglieri della Commissione continentale che presiedo ad apportare il loro contributo per l’area di competenza, redigendo la propria scheda Paese con elementi comuni quali: i processi di integrazione delle comunità italiane nelle aree di loro pertinenza; lo stato dei diritti delle stesse e gli eventuali contenziosi bilaterali aperti tra l’Italia e i Paesi dell’area che hanno riflessi sulla situazione delle comunità italiane ivi residenti, unitamente al numero di richiedenti la cittadinanza e all’aspetto sociale, commerciale, imprenditoriale e industriale. L’attenta e puntuale raccolta di tali informazioni e dati è fondamentale per le nostre istituzioni, politiche e amministrative, che grazie al nostro contributo possono affinare la propria azione e contestualmente riconoscere maggiormente l’opera quantitativa e qualitativa da noi svolta. Quali sono i temi principali di cui si occupa il suo settore? La Commissione, per la parte di competenza, lavora contestualmente sia sui temi generali affidati a tutto il Consiglio che su quelli specifici dell’area di riferimento. Il programma del 2025 ha fissato obiettivi di tutto rispetto, e personalmente sto concentrando molta attenzione alle politiche di incentivi al ritorno, come contromisura rispetto all’inverno demografico del Paese. Ritengo fondamentale che tutte le componenti del sistema collaborino in sinergia per garantire massima diffusione a ogni misura che può essere di interesse per le nostre collettività, così da raccogliere criticità e suggerimenti migliorativi per una legislazione favorevole.


Quali le urgenze, le sfide e gli obiettivi per il 2025? Ritengo necessario che il sistema della rappresentanza, a partire dall’associazionismo, si adegui alla realtà attuale della nostra emigrazione per svolgere al meglio il suo ruolo, avendo quale unico ed esclusivo interesse il supporto alla collettività italiana. Per questa ragione, è necessario riformarlo depurandolo dalle ingerenze partitiche e riconducendolo ai principi di buona amministrazione ai quali dovrebbero ispirarsi le istituzioni. Solo così si potrà aspirare a raggiungere quell’unità di intenti, pur nella pluralità di idee, che è necessaria a soddisfare efficacemente le reali esigenze delle comunità nel mondo. Quanto agli obiettivi, abbiamo tracciato un ambizioso programma per il 2025 che tratterà quattro macro-temi (proposta di legge sul voto all’estero, incentivi al rientro, rappresentanza intermedia, proposta di modifica della legge sulla cittadinanza), su cui sarà necessaria la razionalizzazione del capitale umano a disposizione del Consiglio e, auspicabilmente, l’avvio della V Assemblea plenaria della Conferenza permanente Stato-Regioni-PA-CGIE. Quali sono i vostri rapporti con i Comites locali? Consideriamo i Comites così importanti da aver redatto la proposta di riforma della loro legge istitutiva dopo averli a suo tempo interpellati e tenendo nel massimo conto le loro osservazioni e i loro suggerimenti. Inoltre, sono stati interpellati anche riguardo alle tematiche oggetto dell’agenda 2025 del CGIE.  Assieme alle Associazioni, sono parte della squadra, rilevanti strumenti messi a disposizione dal nostro ordinamento giuridico per consentire alle collettività all’estero di rappresentare i bisogni degli italiani residenti nelle circoscrizioni per promuovere, in raccordo con l’Autorità diplomatica e consolare, iniziative nelle materie attinenti alla vita sociale e culturale.


Quali sono le principali urgenze degli italiani nel mondo? Una delle principali e costanti nel tempo è quella di ricevere servizi consolari efficienti, un’interazione facilmente accessibile e vicina agli utenti, e questo grazie alla digitalizzazione e l’utilizzo di nuove tecnologie si sta perfezionando sempre più. Tuttavia, non bisogna dimenticare che l’espatrio continua a essere maggiormente frutto di costrizione più che di scelta e questo incide sulla crescita dell’economia nazionale. Quindi dovremmo contribuire anche ad apportare quei suggerimenti migliorativi che garantiscano coerenza nelle attività di promozione all’estero condotte dal sistema Paese. Molti politici, studiosi e addetti ai lavori per anni si sono cullati parlando banalmente di normale (o storica) circolazione, senza curarsi dell’ascolto degli espatriati, delle loro ragioni, visioni e valutazioni. Ecco, personalmente ritengo fondamentale questo aspetto e il nostro contributo può marcare la differenza. Di Serena Sartini

Libri, “Ho vinto il Festival di Sanremo”: esce la special edition

Libri, “Ho vinto il Festival di Sanremo”: esce la special editionRoma, 3 feb. (askanews) – È in libreria e negli store digitali “Ho vinto il Festival di Sanremo – Special Edition 75esimo Sanremo” (la Bussola edizioni), la speciale ristampa aggiornata del libro dello scrittore, autore e discografico Marco Rettani e del giornalista e scrittore Nico Donvito. I due autori presenteranno il nuovo libro il 15 febbraio nella sala congressi di “Vivi il Festival” di Sanremo (presso il Decò -inizio ore 16.00 – Lungomare Italo Calvino, 74).


Alle storie dei 30 artisti che hanno ripercorso alcuni dei momenti più importanti della loro carriera legati alla vittoria della kermesse della canzone italiana, si aggiungono ora quattro nuovi capitoli dedicati alle storie di Gigliola Cinquetti, Al Bano, Roberto Vecchioni e Angelina Mango. Fiore all’occhiello di “Ho vinto il Festival di Sanremo – Special Edition 75esimo Sanremo” sono le presenze di tre grandi direttori artistici della kermesse: Carlo Conti nella prefazione, Pippo Baudo con una sentita lettera al Festival che ha preso per mano e condotto per ben 13 edizioni e Amadeus nella postfazione. “In questo volume è racchiuso il lavoro di anni, ma anche il sogno di una vita: poter esclamare ‘Ho vinto il Festival di Sanremo’ – afferma Marco Rettani – Una manifestazione che personalmente ho vissuto in modo diverso nelle varie fasi della mia esistenza. Il Festival di Sanremo, simbolo della musica e dello spettacolo italiano, non è solo una rassegna canora, ma un riflesso della vita e della carriera degli artisti che vi partecipano. Attraverso le testimonianze di trentaquattro vincitori, emerge un racconto che intreccia storie personali e cambiamenti del Paese. Pippo Baudo lo definisce un rito collettivo e uno specchio della società italiana, capace di riflettere gioie, dolori ed evoluzioni, rappresentando un vero Inno di Mameli per la cultura nazionale”.


Il volume è un affresco vivido delle vite di alcuni degli artisti vincitori del Festival di Sanremo. Una raccolta di storie, dove i 34 vincitori del Festival si sono aperti con generosità, permettendo di esplorare le pieghe cruciali delle loro carriere. Ogni nota, ogni parola, diventa un tassello di un mosaico che riflette la vita, i sogni e le speranze di questi talenti. All’interno del libro troviamo infatti, le testimonianze e i racconti di Tony Dallara, Tony Renis, Gigliola Cinquetti, Bobby Solo, Iva Zanicchi, Nicola Di Bari, Peppino Di Capri, Gilda, Maurizio Nuti (Homo Sapiens), Piero Cassano (Matia Bazar), Silvia Mezzanotte (Matia Bazar), Riccardo Fogli, Tiziana Rivale, Al Bano, Angela Brambati (Ricchi e Poveri), Angelo Sotgiu (Ricchi e Poveri), Enrico Ruggeri, Fausto Leali, Dodi Battaglia (Pooh), Red Canzian (Pooh), Roby Facchinetti (Pooh), Marco Masini, Riccardo Cocciante, Aleandro Baldi, Alessandra Drusian (Jalisse), Fabio Ricci (Jalisse), Annalisa Minetti, Peppe Servillo (Avion Travel), Alexia, Simone Cristicchi, Lola Ponce, Marco Carta, Valerio Scanu, Roberto Vecchioni, Gaetano Curreri (Stadio), Francesco Gabbani, Ermal Meta, Diodato e Angelina Mango. “In questa edizione che celebra le 75 primavere del Festival, tutti i contenuti del precedente volume sono stati aggiornati – dichiara Nico Donvito – in più sono presenti quattro nuovi capitoli con le storie di tre icone della canzone italiana: Gigliola Cinquetti, Al Bano e Roberto Vecchioni. A questi nomi si aggiunge la vincitrice in carica, Angelina Mango, per un totale di trentaquattro vincitori, quarantacinque primati e altrettante statuette del leoncino con la palma. Inoltre, siamo orgogliosi di poter ospitare tra le nostre pagine i pensieri e le emozioni di Pippo Baudo, Amadeus e Carlo Conti: tre professionisti che il Festival non lo hanno di certo vinto, ma che hanno contribuito a rilanciarlo e a renderlo il grande evento che è oggi”.


Marco Rettani, nato a Voghera nel 1963, è scrittore, autore, compositore e discografico. Collabora con i più importanti artisti del panorama musicale italiano, producendo e firmando canzoni per Patty Pravo, Laura Pausini, Alessandra Amoroso, Orietta Berti, Noemi, Bianca Atzei, Arisa, Silvia Salemi, Biagio Antonacci, Francesco Renga, Briga, Michele Zarrillo, I Nomadi, Vittorio De Scalzi, Marco Carta, Valerio Scanu, Lola Ponce, Le Deva, Mietta, Marcella Bella e molti altri ancora. Ha pubblicato il romanzo storico “La figlia di Dio” (Silvana Editoriale 2013), il romanzo “Non lasciarmi mai sola” (Mondadori 2015), le biografie: “Questi sono I Nomadi” e io sono “Beppe Carletti” (Mondadori 2018), “Libero di amare” (Baldini & Castoldi 2019), che racconta Marco Carta, e “Canzoni nel cassetto” (Volo Libero 2022), co-firmato con Nico Donvito, aggiudicatosi il Premio letterario Gianni Ravera 2023 e “Ho vinto il Festival di Sanremo” (La Bussola, ed. novembre 2023) insieme con Nico Donvito, vincitore del Premio Letterario Gianni Ravera 2024. Appassionato d’arte e collezionista, nel 2013 ha dato vita a Roma al Museo dei Sognatori. Nel 2014 ha vinto il prestigioso Premio Margutta per l’arte. Nico Donvito, nato a Milano nel 1986, è un giornalista molto attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e articoli di approfondimento, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Collaboratore per diverse realtà del settore musicale, dal 2024 dirige la testata «Recensiamo Musica». Nel 2022 ha pubblicato il libro “Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin” (D’idee), seguito da “Canzoni nel cassetto” (Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. Tale opera si è aggiudicata la vittoria del Premio Letterario Gianni Ravera 2023, replicando tale successo l’anno successivo con “Ho vinto il Festival di Sanremo” (La Bussola, ed. novembre 2023) co-firmata con Marco Rettani. Nel 2024, inoltre, è uscito “Per non morire canto – Storia di Alessandro Bono” (Arcana), volume volto a celebrare la memoria del cantautore milanese a trent’anni dalla sua prematura scomparsa.

Sanremo, al PrimaFestival arrivano “I Sansoni”

Sanremo, al PrimaFestival arrivano “I Sansoni”Roma, 3 feb. (askanews) – Ad una settimana dalla partenza del PrimaFestival 2025 in onda su Rai1 da sabato 8 fino al 15 febbraio, subito dopo il Tg1 delle 20, arriva una novità per la maratona quotidiana che accompagnerà il pubblico verso la 75^ edizione del Festival di Sanremo, e che completerà il cast della striscia condotta da Bianca Guaccero e Gabriele Corsi con la partecipazione di Mariasole Pollio. Sono “I Sansoni”, il duo di attori e comici, nonché fratelli nella vita, Federico e Fabrizio Sansone.


I due, intraprendenti e talentuosi autori delle loro opere, campioni del web con oltre quattrocento milioni di visualizzazioni su tutte le piattaforme digitali, protagonisti di due tour nei teatri italiani, negli anni hanno creato importanti dibattiti sociali, grazie ai loro video. Pronti, quindi, ad accendere il PrimaFestival 2025 attraverso la loro satira mai banale, che negli anni ha conquistato più generi e fasce d’età, portandoli sino al cinema! Ogni sera, “I Sansoni”, scriveranno una lettera al Conduttore e Direttore Artistico Carlo Conti, commentando le serate del Festival di Sanremo, prima e durante, facendo i “Conti” con la Kermesse tutte le sere.

La premier danese Frederiksen: la Groenlandia non è in vendita

La premier danese Frederiksen: la Groenlandia non è in venditaBruxelles, 3 feb. (askanews) – “Penso che siamo stati molto chiari, noi del Regno di Danimarca, con il grande supporto dei partner europei e dell’Unione europea, sul fatto che tutti devono rispettare la sovranità di tutti gli stati nazionali nel mondo, e che la Groenlandia è oggi parte del Regno di Danimarca. È una parte del nostro territorio e non è in vendita. E il primo ministro, leader della Groenlandia, è stato molto chiaro sul fatto che non è in vendita”. Lo ha affermato la premier danese, Mette Frederiksen, al suo arrivo al Consiglio europeo informale sulla difesa Ue, che si tiene oggi al Palais d’Egmont a Bruxelles, in relazione alle minacce di annessione della Groenlandia del neo presidente americano Donald Trump.


“Sono totalmente d’accordo con gli americani – ha continuato Frederiksen – sul fatto che l’estremo Nord, la regione artica, sta diventando sempre più importante”; ma, ha puntualizzato, “quando parliamo di difesa, sicurezza e deterrenza, è possibile trovare un modo per garantire” un loro rafforzamento in Groenlandia. “La Groenlandia lo sta già facendo” e allo stesso tempo, “siamo disposti noi, il Regno di Danimarca” a incrementare la sicurezza della regione; “e penso che per la Nato sia la stessa cosa. Quindi se si tratta di proteggere la nostra parte del mondo, possiamo trovare una soluzione”, ha sottolineato la premier danese. A una domanda sui dazi sulle importazioni dai paesi europei annunciati da Trump, Frederiksen ha risposto che “ci sono molte ragioni per cui siamo un’unica Unione Europea. E una delle ragioni è che siamo disposti ad aiutarci a vicenda e a restare uniti. Non sosterrò mai l’idea di combattere gli alleati; ma ovviamente, se gli Stati Uniti impongono duri dazi all’Europa – ha affermato -, abbiamo bisogno di una risposta collettiva e robusta”.


Più in generale, riguardo all’insediamento di Trump, e al panico che sembra suscitare in Europa, anche per la pressione americana per un forte aumento della spesa per la difesa la premier danese ha osservato: “Non credo che dovremmo entrare nel panico, ma penso che ci sia un’urgenza, e penso che ci sia da tre anni. Ma ora dobbiamo davvero aumentare e accelerare” lo sforzo per la difesa, “perché la Russia e Putin non minacciano solo l’Ucraina, ma tutti noi. E dobbiamo essere in grado di difenderci. Quindi dobbiamo davvero far funzionare le linee di produzione più velocemente. Dobbiamo assicurarci che l’Ucraina vinca questa guerra e dobbiamo cooperare e lavorare molto più da vicino, soprattutto sulla difesa e la deterrenza”. “Penso – ha rilevato Frederiksen – che la difficoltà più grande sia il fatto che stiamo lavorando troppo lentamente in Europa, sfortunatamente. Le linee di produzione non vengono aumentate e pensiamo ancora di essere in tempo di pace. Non sto dicendo che siamo in guerra, ma dobbiamo cambiare mentalità. Abbiamo bisogno di un senso di urgenza, e dobbiamo assicurarci che le nostre industrie e la nostra cooperazione politica funzionino in modo più agevole. E dobbiamo farlo molto più rapidamente. Dobbiamo spendere di più per la deterrenza e la difesa? Assolutamente. Non è più sufficiente il 2%” del Pil di ciascun paese alleato.


Ma questo, ha precisato la premier, “deve essere fatto, ovviamente, in modo socialmente equilibrato. Dipende da ogni Stato membro europeo perché siamo molto diversi. Penso che dobbiamo trovare un modo per garantire che saremo in grado di difenderci più rapidamente di quanto non accada nella situazione odierna. Quindi è ovviamente un obiettivo nazionale, ma è anche una responsabilità collettiva”. Quanto all’Ucraina, “l’idea che ho è la stessa di tre anni fa: che deve vincere questa guerra. E se permettiamo invece alla Russia di vincere la guerra, mi dispiace dirlo in modo così diretto, lui (Putin, ndr) continuerà, loro (i russi, ndr) continueranno; e forse permetteremo loro anche di avere una situazione migliore di quella odierna. Perché se mettiamo fine a questa guerra ora con una specie di congelamento del conflitto, un cessate il fuoco – ha avvertito Frederiksen -, daremo ai Russi la possibilità di tornare in Russia, di mobilitare più fondi, più persone, e forse di attaccare un altro paese in Europa”.


“Ma devo essere molto chiara sul fatto che difendere l’Europa e difendere la Nato non significa farlo in una sola zona del mondo. Dobbiamo essere presenti sul fianco orientale, dobbiamo proteggere l’Ucraina perché loro stanno combattendo per il resto” delle democrazie europee. “Dobbiamo combattere contro il terrore. Dobbiamo prenderci cura del Mar Baltico e dobbiamo occuparci della regione artica”. Insomma, ha concluso la premier danese, “nella Nato, insieme agli Stati Uniti, dobbiamo essere in grado di fare tutte queste cose contemporaneamente”.