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Russia, Svr: Nato prepara campagna per screditare Zelensky

Russia, Svr: Nato prepara campagna per screditare ZelenskyRoma, 3 feb. (askanews) – La Nato starebbe preparando una campagna per screditare il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, secondo quanto riferito oggi dal Servizio di intelligence estero russo (SVR). L’Alleanza in particolare vorrebbe liberarsi del presidente dell’Ucraina, “idealmente attraverso elezioni pseudo-democratiche”, ha riferito l’SVR, aggiungendo che secondo i calcoli della Nato le elezioni potrebbero avere luogo in Ucraina non più tardi di questo autunno.


“In vista della campagna elettorale, il quartier generale della Nato sta preparando un’operazione su larga scala per screditare Zelensky. In particolare, si prevede di pubblicare informazioni sull’appropriazione personale di oltre 1,5 miliardi di dollari da parte del ‘presidente’ e dei membri del suo team da fondi destinati solo all’acquisto di munizioni”, ha sottolineato il servizio russo in una dichiarazione. Inoltre, secondo quanto si legge, l’Alleanza intenderebbe rendere pubblico il piano di Zelensky e del suo entourage per ritirare all’estero l’indennità monetaria di 130.000 militari ucraini deceduti che continuano a essere elencati come vivi e in servizio in prima linea contro la Russia.


La Nato, secondo l’SVR, avrebbe infine in programma di rendere pubblico il presunto coinvolgimento di Zelensky in molteplici casi di vendita di grandi quantità di equipaggiamento militare occidentale donato gratuitamente a Kiev a vari gruppi nei paesi africani.

Esplosione a Mosca, le autorità: un morto e quattro feriti

Esplosione a Mosca, le autorità: un morto e quattro feritiRoma, 3 feb. (askanews) – Il ministro dell’Interno russo ha affermato oggi che, per il momento, risultano un morto e quattro feriti per l’esplosione in un edificio residenziale nella parte nordorientale di Mosca.


“Una persona è stata uccisa e quattro sono rimaste ferite in un’esplosione nella hall di un edificio di 29 piani del complesso residenziale Vele Scarlatte in Aviatsionnaya Street”, hanno dichiarato i servizi di emergenza. Le forze dell’ordine, i servizi di emergenza e le unità della Guardia Nazionale sono intervenuti sul posto, con diversi camion dei vigili del fuoco e ambulanze posizionati nelle vicinanze dell’edificio. In precedenza si era appreso che nell’esplosione è stato ucciso il fondatore del gruppo militare Arbat, Armen Sarkisian, secondo quanto ha riferito Interfax, citando fonti delle forze dell’ordine.


Sarkisian, nato in Ucraina, dove è ricercato per attività filo-russe di lunga data, ha fondato il battaglione Arbat, originariamente composto soprattutto da originari dell’Armenia, è attivo nella guerra in Ucraina da parte russa. Le fonti hanno riferito che è stata aperta un’indagine per omicidio e per ora non per atto terroristico, in attesa di verificare se vi siano “tracce ucraine” nell’attentato.

Sanremo 2025: chi domina Spotify? Classifiche, numeri e sorprese

Sanremo 2025: chi domina Spotify? Classifiche, numeri e sorpreseMilano, 3 feb. (askanews) – Sanremo non è solo musica: è cultura, tradizione e innovazione che si incontrano sul palco dell’Ariston, trasformando il Festival in un fenomeno capace di coinvolgere ogni generazione. Dai nostalgici che ricordano le esibizioni storiche ai giovani della Gen Z, che lo trasformano in un vortice di meme, giochi online e tendenze virali, Sanremo è sempre più lo specchio del panorama musicale e culturale italiano.


Per l’edizione 2025, la piattaforma Preply ha condotto uno studio per analizzare gli ascolti mensili degli artisti in gara e scoprire quali canzoni dominano le playlist degli italiani (e non solo). Elodie e Achille Lauro ancora sul podio, ma è Tony Effe il re dello streaming Ben 18 dei 30 artisti in gara vantano oltre un milione di ascoltatori mensili su Spotify, dimostrando la forte popolarità dei protagonisti di questa edizione. Tony Effe, con i suoi 4.347.024 ascoltatori, si posiziona in testa alla classifica. Il rapper romano, noto per i suoi testi provocatori e il suo stile trap inconfondibile, guida un podio completato da Rose Villain (3.914.044), regina del dark pop, e Olly (3.299.992), che sorprende con una fanbase devota ma con meno hit mainstream.


A chiudere la top 5, Elodie, con la sua capacità di reinventarsi a ogni progetto, e Achille Lauro, che porta sul palco la sua consueta dose di spettacolo e audacia. Nella parte centrale della classifica spiccano Fedez, sempre capace di unire musica e attualità, e Irama, punto di riferimento per il pop contemporaneo. Troviamo anche i Coma_Cose, che con il loro stile unico continuano a catturare l’attenzione di un pubblico giovane e attento alle nuove tendenze. Tra gli artisti più longevi abbiamo poi Brunori Sas e Giorgia che confermano la loro capacità di attraversare le generazioni con autenticità e talento. Tra le sorprese di questa edizione c’è invece Clara, una nuova voce del pop che, con i suoi 1.429.181 ascoltatori mensili, supera artisti affermati come Francesco Gabbani e Noemi.


In fondo alla classifica troviamo una miscela di storici e outsider. Massimo Ranieri e Marcella Bella, due icone intramontabili, sembrano risentire di un pubblico meno incline allo streaming, ma il loro fascino senza tempo continua a conquistare i fan più affezionati. Tra i giovani talenti, Joan Thiele, Lucio Corsi e Sarah Toscano sperano di sfruttare il palco dell’Ariston come trampolino di lancio. Infine agli ultimissimi posti il già vincitore del Festival Simone Cristicchi e l’emergente Serena Brancale. Italodisco e Mediterranea: i tormentoni con più ascolti A dominare la classifica delle canzoni più ascoltate troviamo soprattutto tormentoni. La canzone più ascoltata è infatti Italodisco dei The Kolors con oltre i 175 milioni di ascolti, portando una ventata di energia pop-dance. A seguire Mediterranea (128 milioni) di Irama che continua a essere una delle preferite dal pubblico. Interessante notare la crescita di Bresh al terzo posto, che con Angelina Jolie raggiunge 111 milioni di ascolti, consolidando il suo successo tra i giovani. In quarta posizione troviamo poi Rkomi, che con Partire da te continua a dimostrare la sua capacità di fondere rap e melodia in uno stile unico. A chiudere la top 5, il rap si impone ancora una volta con Emis Killa (Fuoco e benzina) e Tony Effe (Miu miu), che confermano il loro successo con brani dal grande impatto sul pubblico, nonostante il primo tra i due non partecipi più al Festival.


Colpisce come alcune delle canzoni nella prima parte di questa classifica come Mediterranea, Click Boom!, Viceversa, Fiamme negli occhi, Mai dire mai, sono tutte canzoni lanciate da Sanremo dimostrando l’enorme impatto del Festival anche sulle classifiche di streaming e nel lanciare gli artisti. La seconda parte della classifica è invece caratterizzata da un mix tra cantanti di tendenza e autori più classici. Con oltre 10 milioni di ascolti troviamo i successi, tra gli altri, di Fedez (Allucinazione collettiva), Massimo Ranieri (Perdere l’amore), Francesca Michielin (Io non abito al mare), Giorgia (Come saprei) e del quartetto capitanato da Guè. Sono infine solo 4 le canzoni a restare sotto i 10 milioni di ascolti, appartenenti ad artisti come Simone Cristicchi, Joan Thiele, Serena Brancale, Lucio Corsi e Olly.

Usa-Giappone: Ishiba verso il primo, difficile incontro con Trump

Usa-Giappone: Ishiba verso il primo, difficile incontro con TrumpRoma, 3 feb. (askanews) – Con preoccupazione, Shigeru Ishiba si recherà questa settimana per il suo primo incontro con il nuovo presidente Usa Donald Trump. Un incontro che viene dopo un esordio un po stentato per i rapporti nippo-americani nel secondo mandato trumpiano, ma anche dopo che il leader americano ha annunciato dazi nei confronti a diversi paesi, tra i quali Messico, Canada e Cina.


“Se le circostanze lo consentiranno, il primo ministro Ishiba visiterà gli Stati Uniti questa settimana e incontrerà il presidente Trump. Tali accordi sono attualmente in corso. Gli accordi finali sulle date specifiche sono attualmente in corso, tenendo conto dei programmi di entrambe le parti”, ha affermato il capo di gabinetto Yoshimasa Hayashi, principale portavoce del governo nipponico. Le dichiarazioni richiamano quanto ha annunciato venerdì scorso lo stesso Trump. “Attraverso un dialogo franco, cercheranno di instaurare relazioni personali, nonché di raggiungere un’intesa comune su varie questioni di sicurezza ed economiche, confermare la cooperazione e dare l’opportunità di portare la cooperazione giapponese-americana a un nuovo livello”, ha detto ancora Hayashi.


“Ho un grande rispetto per il Giappone. Mi piace il Giappone”, ha dichiarato venerdì Trump ai giornalisti nell’Ufficio ovale, ricordando che “il primo ministro (Shinzo) Abe era un mio caro amico” e affermando che “quello che gli è successo è stato così triste, uno dei giorni più tristi”. Il riferimento è all’assassinio nel 2022. Il richiamo ad Abe, in realtà, non è necessariamente una buona notizia per Ishiba, che è stato un rivale di Shinzo Abe all’interno del Partito liberaldemocratico. D’altronde, finora i primi contatti tra Tokyo e Washington non sono andati come Ishiba sperava. Il primo ministro nipponico aveva chiesto di incontrare Trump già da presidente eletto, come era accaduto al primo mandato con Abe (che era stato ricevuto come primo leader straniero da un Trump non ancora insediato), ma il team di transizione del neopresidente aveva giudicato poco opportuno un incontro prima dell’insediamento. Salvo poi avere altri incontri con leader stranieri, compresa la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, prima di essere di nuovo formalmente l’inquilino della Casa bianca.


Dopo questo primo passo falso, c’è stato un intenso lavoro delle diplomazie. Il ministro degli Esteri giapponese Takeshi Iwaya ha tenuto colloqui con il suo nuovo omologo statunitense Marco Rubio a Washington appena un giorno dopo l’inaugurazione di Trump. In quell’occasione, Iwaya e Rubio hanno concordato di elevare la relazione bilaterale a “nuove altezze” su tutti i fronti. Hanno inoltre concordato di intensificare la cooperazione multilaterale con paesi affini come le Filippine e la Corea del Sud per affrontare le principali sfide nella regione indo-pacifica, dove la Cina cerca di affermare un controllo maggiore. Questo lavoro, apparentemente, ha portato risultati. L’incontro previsto con Ishiba rappresenterebbe il secondo di Trump con un leader straniero da quando ha assunto l’incarico il 20 gennaio. Domani, Trump dovrebbe tenere colloqui con il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu alla Casa bianca.


Nell’incontro, per il quale la data più probabile è il 7 febbraio, Ishiba e Trump riconosceranno l’ambiente di sicurezza sempre più difficile in Asia orientale, alla luce dei testi missilistici e degli sviluppi nucleari in Corea del Nord e dell’accresciuta influenza della Cina. Oltre a sottolineare l’aumento drammatico della spesa per la difesa di Tokyo, Ishiba probabilmente spiegherà a Trump che le aziende giapponesi hanno svolto un ruolo fondamentale nel generare crescita e posti di lavoro negli Stati Uniti, secondo quanto riferito da funzionari nipponici all’agenzia di stampa Kyodo. Si tratta probabilmente di un tentativo di sbloccare la situazione del tentativo di acquistare le storiche acciaierie US Steel da parte della giapponese Nippon Steel, alla quale Trump si oppone, dopo che è stata bloccata anche dal predecessore Joe Biden. Intanto, sebbene la situazione del Giappone sul fronte della guerra commerciale in corso appaia un po più defilata nelle intenzioni di Trump, a Tokyo c’è preoccupazione per l’approccio trumpiano. Il ministro delle Finanze Katsunobu Kato ha espresso ieri seria preoccupazione per il potenziale impatto dei dazi statunitensi su Cina, Canada e Messico. Kato ha dichiarato in un programma televisivo di essere “molto preoccupato per il possibile impatto sull’economia globale” e ha sottolineato la necessità di “valutare attentamente” i movimenti dei cambi e le prospettive della politica monetaria negli Stati uniti. Trump, ha ordinato sabato l’applicazione di dazi del 25% sulle importazioni provenienti da Canada e Messico, e di ulteriori dazi del 10% sui beni provenienti dalla Cina. “Ci dovremo concentrare attentamente su come il Giappone potrebbe essere particolarmente colpito e adottare le misure necessarie”, ha affermato Kato, riferendosi in parte alle preoccupazioni per l’inflazione legate ai pesanti dazi imposti dall’amministrazione Trump.

Gb: Starmer chiederà all’Ue di tenere alta la pressione delle sanzioni alla Russia

Gb: Starmer chiederà all’Ue di tenere alta la pressione delle sanzioni alla RussiaRoma, 3 feb. (askanews) – Il primo ministro britannico Keir Starmer inviterà i paesi europei a continuare a esercitare pressioni sanzionatorie sulla vendita di prodotti energetici della Russia e sulle attività legate all’industria missilistica durante il vertice informale dei leader dell’Ue a Bruxelles di oggi, secondo una dichiarazione di Downing Street.


“Sono qui per lavorare con i nostri partner europei per mantenere alta la pressione, prendendo di mira le entrate energetiche e le aziende che riforniscono le fabbriche di missili” russe, dirà Starmer ai leader dell’Ue, secondo dichiarazioni pubblicate sul sito web del governo britannico. I leader europei si riuniranno per un vertice informale a Bruxelles su invito del presidente del Consiglio europeo Antonio Costa per discutere di come finanziare le capacità di difesa europee, tra le preoccupazioni per il conflitto ucraino e le pressioni dell’amministrazione del presidente degli Stati Uniti Donald Trump.

Netanyahu è arrivato a Washington: martedì il colloquio con Trump

Netanyahu è arrivato a Washington: martedì il colloquio con TrumpRoma, 3 feb. (askanews) – Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu è atterrato a Washington, per il suo incontro con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump alla Casa Bianca, in programma nella giornata di domani.


Secondo una fonte citata dal quotidiano Haaretz, l’incontro dovrebbe concentrarsi su tre questioni: la gestione della Striscia di Gaza dopo l’attuazione dell’accordo tra Israele e Hamas, un possibile accordo di normalizzazione delle relazioni tra lo Stato ebraico e l’Arabia Saudita e la presunta minaccia posta alla regione dall’Iran. 

Trump: i dazi sui beni Ue arriveranno “molto presto”

Trump: i dazi sui beni Ue arriveranno “molto presto”Roma, 3 feb. (askanews) – I dazi sui beni dell’Unione europea importati negli Usa arriveranno “molto presto”, ha affermato il presidente Donald Trump. “Hanno davvero approfittato” degli Usa, ha detto. “Non prendono le nostre auto, non prendono i nostri prodotti agricoli. Non prendono quasi nulla e noi prendiamo tutto, da milioni di auto alle enormi quantità di cibo e prodotti agricoli”.


Alla domanda della Bbc se ci sia una tempistica per annunciare i dazi Ue, Trump ha risposto: “Non direi che ci sia una tempistica, ma sarà molto presto”. “Gli Stati Uniti sono stati derubati da praticamente ogni paese del mondo. Abbiamo deficit con quasi ogni paese, non con ogni paese, ma quasi, e cambieremo la situazione. È stato ingiusto”.Quanto al Regno Unito, secondo Trump è “fuori linea” nel suo commercio con gli Stati Uniti, ma la situazione può essere “risolta”. Su eventuali dazi al Regno Unito, il presidente è prima rimasto evasivo, affermando: “Vedremo cosa succede, succederà”. Incalzato ulteriormente, è però tornato sui suoi passi, dicendo “potrebbe succedere”, e aggiungendo che la sua vera preoccupazione è il commercio con l’Unione Europea. “Succederà sicuramente con l’Unione Europea”.


“Il Regno Unito è fuori linea. Ma sono sicuro che una (situazione), penso che una, possa essere risolta”, ha concluso.

Ue, Meloni al vertice a Bruxelles per fare il punto sulla Difesa (e i dazi)

Ue, Meloni al vertice a Bruxelles per fare il punto sulla Difesa (e i dazi)Bruxelles, 2 feb. (askanews) – Il rafforzamento della politica di difesa europea, reso ancora più urgente dall’elezione di Donald Trump, è al centro del vertice informale dei leader europei in programma domani a Bruxelles. Ma anche se non è ufficialmente in agenda, il tema dei dazi minacciati dalla nuova amministrazione americana sarà sicuramente toccato nel corso della riunione. Ai lavori, che prenderanno il via alle 11, parteciperanno anche il segretario generale della Nato Mark Rutte (a pranzo) e il primo ministro del Regno Unito Keir Starmer, nella cena di lavoro.


“L’Europa – ha scritto il presidente del Consiglio Europeo Antonio Costa nella lettera di invito – deve assumersi una maggiore responsabilità per la propria difesa. Deve diventare più resiliente, più efficiente, più autonoma e più affidabile nel settore della sicurezza e della difesa. In tal modo, diventerà anche un partner transatlantico più forte, anche nel contesto della Nato, nel pieno rispetto della politica di sicurezza e di difesa di alcuni Stati membri e tenendo conto degli interessi di sicurezza e di difesa di tutti gli Stati membri”. Servono però risorse, e Costa riconosce che “il livello di investimenti, anche in ricerca e sviluppo, necessari per rafforzare la nostra capacità non è sostenibile per i singoli Stati membri”. Proprio di questo il presidente del Consiglio europeo aveva parlato in una telefonata con Giorgia Meloni lo scorso 21 gennaio. Nel corso del colloquio, aveva fatto sapere Palazzo Chigi, la premier aveva sottolineato “l’esigenza di rafforzare concretamente il pilastro europeo della Nato” e i due leader avevano “condiviso l’importanza e l’urgenza di lavorare su nuovi e più efficaci strumenti comuni per sostenere gli ingenti investimenti necessari”. Stesso argomento era stato posto nel corso di una telefonata con il cancelliere tedesco Olaf Scholz, in cui si era discusso anche del “rafforzamento della competitività del settore industriale della difesa”. Anche domani, parlando con i partner, la presidente del Consiglio ribadirà la convinzione di un necessario passo avanti nella politica di difesa, nella convinzione che l’Europa debba diventare “un gigante geopolitico”, con una adeguata politica di sicurezza. Per farlo però servono risorse comunitarie. Anche per questo, nei giorni scorsi, l’Italia e altri 18 Paesi (tra cui Francia, Germania, Spagna, Paesi Bassi, Grecia) hanno inviato una lettera alla Banca europea per gli investimenti, chiedendo di “esplorare” nuove forme di sostegno e di “assumere un ruolo ancora più forte nel fornire finanziamenti agli investimenti e nel far leva sul settore privato per i finanziamenti per il settore della sicurezza e della difesa”.


Se il tema della difesa è una priorità dell’Ue, una vera e propria urgenza è quella dei possibili dazi che potrebbero essere decisi da Trump. Dopo quelli imposti a Canada, Messico e Cina, infatti, potrebbe essere il turno dell’Europa. “Certo che lo farò, l’Europa ci ha trattati malissimo”, ha ribadito il tycoon. La Commissione sta preparando la risposta. L’obiettivo è evitare una guerra commerciale, ma è pronta anche allo scontro, con un pacchetto di misure che penalizzino l’export Usa. Per rispondere efficacemente a Trump, però, è necessario che tutti gli Stati membri siano uniti e che nessuno scelga di aprire trattative autonome a beneficio del proprio Paese. E’ il sospetto che, alcuni, nutrono nei confronti di Meloni, unica leader europea presente all’Inauguration day. Proprio il suo ‘feeling’ con Trump, però, potrebbe essere utile per aprire un confronto ed evitare soluzioni unilaterali. “Uno scontro non conviene a nessuno: Stati Uniti e Europa sono economie complementari”, ha detto la presidente del Consiglio lunedì scorso ad Al-Ula in Arabia saudita, auspicando un “dialogo” per arrivare a “una soluzione equilibrata e bilanciata”. Intanto, a poche settimane dalle elezioni in Germania, dove sta sostenendo con forza il partito di ultra destra Alternative fur Deutschland, Elon Musk torna a far discutere. Con un post su X, il fondatore di Tesla ha lanciato oggi il movimento “MEGA”, ovvero Make Europe Great Again, richiamo all’acronimo MAGA dei sostenitori di Trump. “Popoli d’Europa: unitevi al movimento MEGA! Rendiamo di nuovo grande l’Europa!”, ha scritto il miliardario, senza fornire ulteriori dettagli.


Afe

Immobili, oltre 80% organismi sportivi aderisce a progetto Sestante

Immobili, oltre 80% organismi sportivi aderisce a progetto SestanteRoma, 1 feb. (askanews) – Oltre l’80 per cento degli organismi sportivi ha aderito alla prima fase di “Sestante”, il progetto di valorizzazione del patrimonio immobiliare nella disponibilità di Sport e Salute.


È questo il dato assai positivo – sottolinea una nota – che emerge alla scadenza della prima fase del cronoprogramma che ha previsto l’aggiornamento, da parte degli organismi sportivi, dei rispettivi fabbisogni degli spazi necessari. Da adesso, sino al 28 febbraio, si avvieranno le interlocuzioni per il perfezionamento degli atti contrattuali con la stipula delle singole convenzioni. “Un riscontro così ampio al nostro progetto è un segnale forte di comprensione del percorso tracciato che punta all’ottimizzazione delle risorse pubbliche – ha commentato il presidente di Sport e Salute, Marco Mezzaroma – Le Federazioni e tutti gli organismi sportivi hanno accolto il nostro intento che è quello di eliminare le inefficienze, potendo concentrare così gli investimenti sullo sviluppo del movimento sportivo italiano”.


“Il mondo dello sport dimostra di essere una squadra unita – ha detto l’amministratore delegato, Diego Nepi Molineris – Questa risposta corale evidenzia la maturità del sistema e la volontà, insita nei valori dello sport, di evolvere sempre in maniera dinamica verso il futuro. Sestante non segna infatti solo un cambiamento sul modello immobiliare, ma definisce una nuova visione di sport nel territorio. Ringraziamo gli Organismi sportivi per i diversi spunti emersi, anche critici ma sempre costruttivi, e per aver scelto di essere parte integrante di un modello più ampio che si articola su tre pilastri: M.A.C. (Modello Algoritmico dei Contributi), Sestante e Illumina. Un unico sistema circolare capace di generare risorse e ulteriori opportunità per ampliare la comunità sportiva”. Il patrimonio immobiliare nella disponibilità di Sport e Salute è costituito da 131 immobili (di cui la maggior parte in locazione passiva) in 105 città, che ospitano le sedi nazionali e locali dei vari organismi sportivi. Sestante, attraverso la valorizzazione degli immobili, rappresenta un percorso di ottimizzazione delle risorse pubbliche e segna l’avvio della razionalizzazione dei costi e delle spese che il mondo dello sport affronta. Si innesca così un circolo virtuoso che, partendo dalla definizione degli spazi realmente necessari per gli Organismi e passando dall’ottimizzazione ed efficientamento degli stessi, arriva a generare risorse che saranno investite sulle esigenze dello sport, a partire dall’impiantistica.

Aereo da trasporto medico con un bambino malato si schianta a Philadelfia, nessun sopravvissuto

Aereo da trasporto medico con un bambino malato si schianta a Philadelfia, nessun sopravvissutoRoma, 1 feb. (askanews) – Un aereo bimotore che trasportava un paziente pediatrico con la madre si è schiantato in un quartiere a nord-est di Philadelphia venerdì sera, causando un’esplosione di fuoco. Il Learjet 55 con sei persone a bordo si è schiantato dopo essere partito dall’aeroporto di Philadelfia nord-orientale, ha dichiarato la Federal Aviation Administration alla CNN.


A bordo c’erano un paziente pediatrico e sua madre, che stavano tornando a casa in Messico dopo che il bambino era stato curato a Philadelphia, ha dichiarato Shai Gold, portavoce dell’operatore di volo Jet Rescue Air Ambulance. Il Learjet era in rotta verso l’aeroporto nazionale di Springfield-Branson nel Missouri, ha dichiarato la FAA. Gold ha detto alla CNN che il velivolo doveva fermarsi per il rifornimento all’aeroporto di Springfield prima di proseguire verso la destinazione finale di Tijuana, in Messico. A bordo c’erano anche quattro membri dell’equipaggio: un pilota, un copilota, un paramedico e un medico. Secondo il Ministero degli Esteri messicano, tutte e sei le persone a bordo erano di nazionalità messicana.


“Al momento non possiamo confermare la presenza di sopravvissuti”, ha dichiarato venerdì la compagnia di ambulanze aeree. Non è chiaro se vi siano altre vittime coinvolte a terra dallo schianto.