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Perché Trump vuole riprendersi il Canale di Panama

Perché Trump vuole riprendersi il Canale di PanamaRoma, 21 gen. (askanews) – Si è molto parlato nelle ultime settimane delle ambizioni territoriali del nuovo presidente Usa Donald Trump rispetto la Groenlandia, il Canada e altrove. Ma, nel giorno stesso del suo insediamento, la dichiarazione più forte, per quanto riguarda le mire espansionistiche, sembra essere quella sul Canale di Panama, che ha una rilevanza strategica diretta e consistente dal punto di vista di Washington, anche alla luce della forte influenza che la Cina è riuscita a creare sui vertici dello stato panamense.


“Siamo stati trattati molto male con questo regalo insensato che non avrebbe mai dovuto essere fatto. La promessa che Panama ci aveva fatto non è stata mantenuta”, ha affermato Trump, sottolineando che le navi americane sono “gravemente sovrattassate”. E soprattutto – ha detto ancora il neopresidente – “la Cina sfrutta il Canale di Panama, e noi non l’abbiamo dato alla Cina, lo abbiamo dato a Panama. E ce lo riprenderemo”. Il presidente di Panama José Raul Mulino ha immediatamente replicato che “il canale appartiene e continuerà ad appartenere a Panama”.


La vicenda storica del Canale di Panama è particolarmente intricata. Dopo negoziati falliti con la Colombia, gli Stati uniti sostennero l’indipendenza di Panama nel 1903, con il presidente Theodore Roosevelt che utilizzò la “diplomazia delle cannoniere” per dissuadere i colombiani. In cambio del sostegno militare e del riconoscimento degli Stati uniti, il trattato Hay-Bunau-Varilla concesse agli Stati Uniti il controllo perpetuo di una zona larga dieci miglia per dieci milioni di dollari e un canone annuale di 250.000 dollari. Tuttavia, questo accordo politico del 1903 generò un profondo risentimento per le percepite violazioni della sovranità di Panama. Nel 1920 il Canale fu inaugurato. Nel 1977, il presidente Jimmy Carter, morto questo mese, promosse i trattati Torrijos-Carter per rafforzare i rapporti tra Stati uniti e Panama. Questi prevedevano il trasferimento del canale entro il 2000 e la garanzia della sua neutralità permanente. Panama assunse il controllo del canale il 31 dicembre 1999.


Il Canale di Panama è fondamentale per il commercio globale, perché rappresenta sostanzialmente uno snodo obbligato per gli scambi tra l’Asia e i porti orientali degli Stati uniti e delle Americhe. Parliamo di un cruciale collegamento marittimo tra l’Atlantico e il Pacifico. Le alternative, come il trasporto via terra o la navigazione attraverso Capo Horn, aggiungono distanza, costi e impatti ambientali significativi, mentre le rotte artiche sono stagionali e geopoliticamente complesse. Per questo motivo, il suo controllo rappresenta un atout strategico per gli Stati uniti, come per qualsiasi potenza voglia svolgere un ruolo chiave negli scambi internazionali. Pechino ha lavorato con intensità e con una notevole profusione di fondi per aumentare la sua influenza su Panama City, promettendo infrastrutture importanti. Il suo sforzo ha avuto successo, tanto che nel 2017 Panama ha tagliato i suoi rapporti con Taiwan, riconoscendo la Cina popolare come unica Cina. E nel 2018 Panama è diventato il primo paese latino-americano a firmare l’Iniziativa Belt and Road, promossa dal presidente Xi Jinping e vista dagli Stati uniti come una minaccia geopolitica alla sua influenza. Inoltre, nel 2018 Xi è stato il primo presidente cinese a recarsi nel paese.


Per quanto riguarda più specificamente il Canale di Panama, è una compagnia cinese – CK Hutchison Holdings con sede a Hong Kong – a gestire i porti alle estremità del canale, sollevando preoccupazioni su infrastrutture a doppio uso e sulle manovre strategiche cinesi, che ha rapporti sempre più stretti con l’America latina, vista dagli Usa da sempre come il “cortile di casa”. Recentemente, inoltre, una società cinese ha ottenuto un contratto da quasi un miliardo e mezzo di dollari per costruire il quarto ponte sul canale. Oggi Panama ha annunciato di aver avviato un audit sulla Panama Ports Company, che è controllata da Hutchinson. “Oggi, i nostri revisori sono arrivati alla Panama Ports Company per avviare un audit completo volto a garantire l’uso efficiente e trasparente delle risorse pubbliche”, ha affermato l’ufficio del Comptroller su X. Potrebbe ripetersi quanto accaduto nel 2021, quando un audit revocò alla società cinese Landbridge un contratto per la costruzione di un gigantesco porto container. Gli Stati uniti esercitano una significativa leva economica su Panama. Come principale utilizzatore del canale e maggiore investitore diretto estero di Panama, con 3,8 miliardi di dollari annui, Washington può influenzare le decisioni panamensi. Tuttavia, la Cina offre alternative di investimento concorrenziali con gli Stati uniti. Le tariffe di transito, calcolate con una formula universale, sono aumentate negli ultimi anni, in parte a causa della siccità del 2023 e dell’inizio del 2024, che ha limitato il numero di navi in transito. Le autorità hanno aumentato le tariffe per compensare la perdita di entrate dovute alle restrizioni. Trump, da questo punto di vista, sembra aver deciso di assumere una posizione molto assertiva con due possibili obiettivi: ricontrattare le tariffe di passaggio o addirittura rimettere direttamente le mani sul Canale. Recentemente ha detto che i trattati sul Canale rappresentano una “parte cattiva” dell’eredità di Carter. Ritiene che Panama stia violando gli accordi sia in termini di tariffe di transito, per quali Panama si era impegnata a mantenere livelli “giusti, ragionevoli, equi e conformi al diritto”; sia in termini di neutralità del canale sul passaggio di navi militari, perché il controllo cinese potrebbe rendere improbabile che questa clausola sia rispettata.

Ambasciatore Italia a Monaco: qui non vivono solo dei Paperoni

Ambasciatore Italia a Monaco: qui non vivono solo dei PaperoniRoma, 21 gen. (askanews) – Una comunità italiana ‘dinamica e pienamente integrata’, che vive in una realtà che ‘nell’immaginario collettivo italiano’ risulta ‘spesso legato allo stereotipo di una effimera realtà di lusso’. Il Principato di Monaco, invece, ‘offre tutte le occasioni per accogliere nuovi investitori’. Parla ad askanews l’ambasciatore d’Italia presso il Principato di Monaco, Manuela Ruosi, nominata il 5 agosto del 2025. Racconta della realtà monegasca dove vive una numerosa comunità italiana, dei suoi rapporti con le Istituzioni locali, delle sfide e delle iniziative per questo nuovo anno.


‘Nell’immaginario collettivo italiano – spiega – il Principato di Monaco risulta purtroppo spesso legato allo stereotipo di una effimera realtà di lusso, abitata quasi esclusivamente da ‘Paperon de’ Paperoni’, che lasciano la madrepatria per sfuggire al fisco… Fin dal mio arrivo a Monaco in qualità di Ambasciatore e soprattutto a distanza di qualche mese ormai dal mio insediamento devo ammettere di essere rimasta positivamente sorpresa dalla comunità italiana qui residente, numerosa, dinamica e sicuramente pienamente integrata nella realtà locale. Uno Stato che continua ad evolversi – prosegue l’ambasciatore – con un’economia su piccola scala ma molto dinamica e reattiva, con strutture economiche agili e istituzioni politiche stabili, rappresenta indubbiamente una garanzia per i residenti e per gli investitori, per la qualità della vita nel cuore dell’Europa. A mio avviso, Monaco offre tutte le condizioni per accogliere nuovi investitori i quali sono sempre più orientati a stabilirsi in una comunità multiculturale dove le loro famiglie possano vivere in sicurezza (la sicurezza interna è una delle priorità dell’azione del governo), le persone parlano fluentemente le lingue straniere, insieme ad un sistema scolastico ad alto rendimento, un solido sistema sanitario e, non da ultimo, un sistema sportivo ed una vita culturale e ricreativa che coniugano la quotidianità con numerosi eventi di rilevanza internazionale’. Che tipo di rapporti ha instaurato con le Istituzioni locali e con il Comites? ‘Nel mio ruolo di Ambasciatore d’Italia, oltre al rafforzamento delle relazioni bilaterali sul piano politico, intendo impegnarmi nella promozione del ricco panorama della cultura e dei valori italiani. Ho intenzione perciò – risponde il diplomatico – di fare leva sulle istituzioni italiane qui esistenti (tra cui la Dante Alighieri ed il Comites), e di impegnarmi a ricevere personalità di fama mondiale per rappresentare le nostre espressioni più significative della creatività umana e della ricerca scientifica, promuovendo un senso di orgoglio e di apprezzamento tra il pubblico internazionale. Con le due istituzioni succitate, entrambe già molto attive e dinamiche nel panorama monegasco ed internazionale, ho già avviato una proficua collaborazione per ottimizzare al massimo l’attività di promozione integrata che rappresenta una delle priorità del mio mandato nel Principato di Monaco’.


‘Al contempo – prosegue – sto instaurando proficui rapporti con le Istituzioni locali, dai membri di Governo, alle Amministrazioni pubbliche, Fondazioni e Associazioni operanti in tutti i maggiori settori di attività, da quello politico a quello culturale a quello economico e sportivo’. La comunità italiana è una risorsa preziosa anche a livello economico per il Principato. Quanto incide economicamente il lavoro degli italiani sul Principato? ‘La comunità italiana nel Principato – risponde – ha un peso importante nella struttura demografica e nella vita del Paese. Secondo l’ultimo censimento effettuato dall’IMSEE (l’autorità statistica locale) nel 2016, gli italiani sono, infatti, la terza nazionalità per rappresentanza e costituiscono il 14% circa della popolazione residente, dopo monegaschi e francesi. Gli italiani contribuiscono fortemente anche al mercato del lavoro monegasco, in quanto circa 8700 lavoratori di nazionalità italiana hanno impiego qui, di cui circa 5000 circa transfrontalieri. La nostra presenza sul territorio è piuttosto strutturata e si presenta indubbiamente come una immensa risorsa per Monaco; su di una comunità residente di circa 8700 unità, la maggior parte sono imprenditori, sportivi, dirigenti, professionisti che operano in tutti i settori: dall’industria alla finanza, alla ristorazione al turismo; una comunità, come dicevo, costituita da famiglie che qui vivono stabilmente e lavorano, con figli che vanno a scuola e che parlano correntemente le lingue straniere. Sono sempre più convinta che la consueta narrazione del Principato di Monaco vada innovata – ribadisce il diplomatico – in quanto presente sulla scena internazionale sempre più come polo innovativo in Europa, impegnato per un futuro responsabile e dedito alla sostenibilità’.


Può annunciarci se ci sono eventi e incontri nel 2025 su cui sta lavorando? ‘Certamente. Anche sulla scorta delle indicazioni e delle istruzioni che giungono alla rete estera dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale, sto avviando contatti e intrecciando rapporti con enti istituzionali, italiani e monegaschi, o soggetti privati, per collaborare all’organizzazione di una serie di eventi di rilievo nel corso dell’anno – sottolinea Manuela Ruosi – che tengano conto anche di alcuni appuntamenti o celebrazioni internazionali, quali la Giornata della Ricerca italiana nel Mondo (GRIMM 2025), la Giornata internazionale della Danza, la Giornata dello Sport italiano nel mondo, l’alta cucina, con la Settimana della Cucina Italiana nel mondo e le iniziative previste per il Design Day. Sto inoltre lavorando ad un progetto, al momento ancora ‘abbozzato’ e probabilmente piuttosto ambizioso, che mi affascina in quanto non solo cittadina italiana ma anche e soprattutto napoletana: l’idea di presentare nel Principato di Monaco una serie di iniziative che si ricollegano alle ‘Celebrazioni per i 2500 anni della nascita della Città di Napoli’. Monaco e Napoli condividono storia e tradizioni, ma soprattutto una posizione privilegiata nel Mediterraneo, il ‘Mare Nostrum’ alla cui preservazione e tutela tanta attenzione è qui dedicata dalle Autorità, in primis il Principe Sovrano Albert II, il quale attraverso la sua Fondazione contribuisce a stimolare studi e ricerche sull’importanza del ‘Mare Nostrum’ nella prospettiva del futuro del nostro pianeta. Oltre alla ‘diplomazia culturale’, mia intenzione è anche lavorare alla cd. ‘diplomazia della crescita’, volta a potenziare la promozione delle eccellenze del Made in Italy, promuovendo nuovi scambi e intensificando quelli già esistenti. Per questa ragione sto avviando contatti – attraverso l’Associazione degli Imprenditori italiani di Monaco (AIIM) e la Camera di Commercio italiana di Nizza – per contribuire alla creazione di nuove occasioni di partenariato, non solo nei settori tradizionalmente strategici (quali l’edilizia, la finanza, i trasporti e i servizi) ma anche in aree più innovative, quali quelle della ricerca scientifica, della protezione degli spazi marini e dello spazio’. Che rapporti esistono tra gli italiani e il Principato? ‘La comunità italiana imprenditoriale qui residente è caratterizzata da dinamismo ed eclettismo, pienamente diversificata nelle sue attività e soprattutto ben integrata nel tessuto sociale del Principato. Monaco – spiega – rappresenta un importante mercato di snodo dei prodotti italiani, grazie alla vicinanza geografica ed agli stretti rapporti sociali e culturali esistenti tra i due Paesi. I rapporti commerciali sono sempre stati particolarmente intensi e l’Italia resta il primo partner commerciale del Principato di Monaco, seguita dalla Germania e dalla Svizzera. Paese cosmopolita, Monaco è luogo di incontro e scambio e rappresenta uno spazio ‘congeniale’ all’Italia, sia per vicinanza fisica che per cultura e stile di vita. La lingua e la cultura italiana sono da sempre in simbiosi con la realtà locale e l’Ambasciata si inserisce in questo contesto promuovendo e realizzando, in collaborazione con il Governo locale, numerose iniziative ed eventi’. Di Serena Sartini

Canale di Panama: per Trump tassello cruciale nella lotta alla Cina

Canale di Panama: per Trump tassello cruciale nella lotta alla CinaRoma, 21 gen. (askanews) – Si è molto parlato nelle ultime settimane delle ambizioni territoriali del nuovo presidente Usa Donald Trump rispetto la Groenlandia, il Canada e altrove. Ma, nel giorno stesso del suo insediamento, la dichiarazione più forte, per quanto riguarda le mire espansionistiche, sembra essere quella sul Canale di Panama, che ha una rilevanza strategica diretta e consistente dal punto di vista di Washington, anche alla luce della forte influenza che la Cina è riuscita a creare sui vertici dello stato panamense.


“Siamo stati trattati molto male con questo regalo insensato che non avrebbe mai dovuto essere fatto. La promessa che Panama ci aveva fatto non è stata mantenuta”, ha affermato Trump, sottolineando che le navi americane sono “gravemente sovrattassate”. E soprattutto – ha detto ancora il neopresidente – “la Cina sfrutta il Canale di Panama, e noi non l’abbiamo dato alla Cina, lo abbiamo dato a Panama. E ce lo riprenderemo”. Il presidente di Panama José Raul Mulino ha immediatamente replicato che “il canale appartiene e continuerà ad appartenere a Panama”.


La vicenda storica del Canale di Panama è particolarmente intricata. Dopo negoziati falliti con la Colombia, gli Stati uniti sostennero l’indipendenza di Panama nel 1903, con il presidente Theodore Roosevelt che utilizzò la “diplomazia delle cannoniere” per dissuadere i colombiani. In cambio del sostegno militare e del riconoscimento degli Stati uniti, il trattato Hay-Bunau-Varilla concesse agli Stati Uniti il controllo perpetuo di una zona larga dieci miglia per dieci milioni di dollari e un canone annuale di 250.000 dollari. Tuttavia, questo accordo politico del 1903 generò un profondo risentimento per le percepite violazioni della sovranità di Panama. Nel 1920 il Canale fu inaugurato. Nel 1977, il presidente Jimmy Carter, morto questo mese, promosse i trattati Torrijos-Carter per rafforzare i rapporti tra Stati uniti e Panama. Questi prevedevano il trasferimento del canale entro il 2000 e la garanzia della sua neutralità permanente. Panama assunse il controllo del canale il 31 dicembre 1999.


Il Canale di Panama è fondamentale per il commercio globale, perché rappresenta sostanzialmente uno snodo obbligato per gli scambi tra l’Asia e i porti orientali degli Stati uniti e delle Americhe. Parliamo di un cruciale collegamento marittimo tra l’Atlantico e il Pacifico. Le alternative, come il trasporto via terra o la navigazione attraverso Capo Horn, aggiungono distanza, costi e impatti ambientali significativi, mentre le rotte artiche sono stagionali e geopoliticamente complesse. Per questo motivo, il suo controllo rappresenta un atout strategico per gli Stati uniti, come per qualsiasi potenza voglia svolgere un ruolo chiave negli scambi internazionali. Pechino ha lavorato con intensità e con una notevole profusione di fondi per aumentare la sua influenza su Panama City, promettendo infrastrutture importanti. Il suo sforzo ha avuto successo, tanto che nel 2017 Panama ha tagliato i suoi rapporti con Taiwan, riconoscendo la Cina popolare come unica Cina. E nel 2018 Panama è diventato il primo paese latino-americano a firmare l’Iniziativa Belt and Road, promossa dal presidente Xi Jinping e vista dagli Stati uniti come una minaccia geopolitica alla sua influenza. Inoltre, nel 2018 Xi è stato il primo presidente cinese a recarsi nel paese.


Per quanto riguarda più specificamente il Canale di Panama, è una compagnia cinese – CK Hutchison Holdings con sede a Hong Kong – a gestire i porti alle estremità del canale, sollevando preoccupazioni su infrastrutture a doppio uso e sulle manovre strategiche cinesi, che ha rapporti sempre più stretti con l’America latina, vista dagli Usa da sempre come il “cortile di casa”. Recentemente, inoltre, una società cinese ha ottenuto un contratto da quasi un miliardo e mezzo di dollari per costruire il quarto ponte sul canale. Oggi Panama ha annunciato di aver avviato un audit sulla Panama Ports Company, che è controllata da Hutchinson. “Oggi, i nostri revisori sono arrivati alla Panama Ports Company per avviare un audit completo volto a garantire l’uso efficiente e trasparente delle risorse pubbliche”, ha affermato l’ufficio del Comptroller su X. Potrebbe ripetersi quanto accaduto nel 2021, quando un audit revocò alla società cinese Landbridge un contratto per la costruzione di un gigantesco porto container. Gli Stati uniti esercitano una significativa leva economica su Panama. Come principale utilizzatore del canale e maggiore investitore diretto estero di Panama, con 3,8 miliardi di dollari annui, Washington può influenzare le decisioni panamensi. Tuttavia, la Cina offre alternative di investimento concorrenziali con gli Stati uniti. Le tariffe di transito, calcolate con una formula universale, sono aumentate negli ultimi anni, in parte a causa della siccità del 2023 e dell’inizio del 2024, che ha limitato il numero di navi in transito. Le autorità hanno aumentato le tariffe per compensare la perdita di entrate dovute alle restrizioni. Trump, da questo punto di vista, sembra aver deciso di assumere una posizione molto assertiva con due possibili obiettivi: ricontrattare le tariffe di passaggio o addirittura rimettere direttamente le mani sul Canale. Recentemente ha detto che i trattati sul Canale rappresentano una “parte cattiva” dell’eredità di Carter. Ritiene che Panama stia violando gli accordi sia in termini di tariffe di transito, per quali Panama si era impegnata a mantenere livelli “giusti, ragionevoli, equi e conformi al diritto”; sia in termini di neutralità del canale sul passaggio di navi militari, perché il controllo cinese potrebbe rendere improbabile che questa clausola sia rispettata.

Hamas rilascerà altre 4 donne ostaggio sabato

Hamas rilascerà altre 4 donne ostaggio sabatoRoma, 21 gen. (askanews) – L’esponente di Hamas Taher al Nunu ha riferito all’Afp che sabato saranno liberate altre quattro donne israeliane ancora in ostaggio a Gaza nell’ambito dell’accordo di cessate il fuoco siglato con Israele.


Nunu ha affermato che Hamas rilascerà “quattro detenute israeliane in cambio” di un secondo gruppo di prigionieri palestinesi. L’esponente di Hamas non ha fornito i nomi. Ci sono sette ostaggi donne rimanenti dalla lista originale di 33 da rilasciare nella prima fase dell’accordo di cessate il fuoco: Arbel Yehud, 29 anni; Shiri Silberman Bibas, 33 anni; Liri Albag, 19 anni; Karina Ariev, 20 anni; Agam Berger, 21 anni; Danielle Gilboa, 20 anni e Naama Levy, 20.

Il caso del saluto “nazi” di Elon Musk (e la sua giustificazione)

Il caso del saluto “nazi” di Elon Musk (e la sua giustificazione)Roma, 21 gen. (askanews) – Il magnate della tecnologia Elon Musk ha detto oggi che i suoi avversari hanno bisogno di “sporchi trucchi migliori” dopo che è scoppiata la polemica per un gesto da lui fatto quando è intervenuto a un evento di inaugurazione per il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e che in cui alcuni hanno riconosciuto un saluto nazista.


“Francamente, hanno bisogno di sporchi trucchi migliori. L’attacco ‘tutti sono Hitler’ ha così stancato”, ha scritto Musk sulla sua piattaforma X.

Panama avvia audit con operatore Ong Kong per il canale

Panama avvia audit con operatore Ong Kong per il canaleRoma, 21 gen. (askanews) – L’ufficio del Comptroller General di Panama ha dichiarato martedì di aver avviato un audit con una società con sede a Hong Kong che gestisce porti adiacenti al Canale di Panama dopo che il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha ribadito la sua intenzione di riprendere il controllo del canale che ritiene sia caduto sotto l’influenza cinese.


“Oggi, i nostri revisori sono arrivati alla Panama Ports Company per avviare un audit completo volto a garantire l’uso efficiente e trasparente delle risorse pubbliche”, ha affermato l’ufficio del Comptroller su X. Il Financial Times ha riferito in precedenza che è in corso un’indagine sulla Hutchison Ports con sede a Hong Kong, che gestisce la Panama Ports Company. La società gestisce 53 porti in 24 paesi, tra cui Regno Unito e Germania, e controlla i porti su entrambe le estremità del Canale di Panama, secondo il rapporto.


Trump ha detto nel suo discorso inaugurale che Washington intendeva riprendere il controllo del Canale di Panama, che ha detto essere stato consegnato a Panama, ma che ora è caduto sotto l’influenza cinese. Ha anche accusato Panama di trattare ingiustamente le navi statunitensi, comprese le navi militari, poiché gli Stati Uniti presumibilmente affrontano tariffe eccessive per l’utilizzo del canale. Il Canale di Panama è una via d’acqua artificiale a Panama che collega il Mar dei Caraibi con l’Oceano Pacifico. Riduce notevolmente il tempo di viaggio delle navi tra l’Oceano Atlantico e l’Oceano Pacifico, fungendo da una delle principali vie d’acqua di trasporto internazionali.

Rutte plaude Rubio dopo la difesa della Nato al Senato Usa: lavorare insieme

Rutte plaude Rubio dopo la difesa della Nato al Senato Usa: lavorare insiemeMilano, 21 gen. (askanews) – “Congratulazioni sincere a Marco Rubio per la sua conferma a Segretario di Stato! Mentre affrontiamo sfide globali senza precedenti, è essenziale lavorare insieme: sfide condivise significano responsabilità condivise”. Lo ha scritto sui social Mark Rutte, segretario generale della Nato, a poche ore dal giuramento di Donald Trump.


“Gli Stati Uniti possono contare sui loro alleati nella NATO per intensificare gli sforzi e fare di più” ha aggiunto. Il Senato Usa ha votato per confermare Marco Rubio come segretario di Stato del presidente Donald Trump, il primo funzionario di alto livello del gabinetto della nuova amministrazione ad essere approvato dalla Camera.


Il voto di conferma ha avuto luogo solo poche ore dopo che Trump aveva prestato giuramento come presidente. Il voto bipartisan schiacciante è stato di 99 a 0, senza che nessun senatore abbia votato contro la nomina. La nomina di Rubio è stata accolta calorosamente da molti senatori democratici. Durante la sua udienza di conferma, la senatrice del New Hampshire Jeanne Shaheen, la principale democratica del Senate Foreign Relations Committee, ha definito Rubio “ben qualificato per servire come segretario di Stato”.


Rispondendo alle domande dei senatori, Rubio ha espresso il suo sostegno alla Nato, nonché a una legge bipartisan da lui co-sponsorizzata, che stabilisce che gli Stati Uniti non possono ritirarsi dall’alleanza senza l’approvazione del Senato o un atto del Congresso. Per Rubio, l’organizzazione di sicurezza che ha compiuto 75 anni nel 2024 e che Trump ha ripetutamente criticato, è un’”alleanza molto importante”. Tuttavia Rubio ha appoggiato la visione di Trump secondo cui alcuni alleati europei dovrebbero contribuire di più alla loro difesa collettiva, aggiungendo che gli Stati Uniti devono decidere se vogliono “un ruolo di difesa primario” o essere un “backstop” contro l’aggressione.

Rutte plaude Rubio dopo difesa Nato in Senato Usa: lavorare insieme

Rutte plaude Rubio dopo difesa Nato in Senato Usa: lavorare insiemeMilano, 21 gen. (askanews) – “Congratulazioni sincere a Marco Rubio per la sua conferma a Segretario di Stato! Mentre affrontiamo sfide globali senza precedenti, è essenziale lavorare insieme: sfide condivise significano responsabilità condivise”. Lo ha scritto sui social Mark Rutte, segretario generale della Nato, a poche ore dal giuramento di Donald Trump.


“Gli Stati Uniti possono contare sui loro alleati nella NATO per intensificare gli sforzi e fare di più” ha aggiunto. Il Senato Usa ha votato per confermare Marco Rubio come segretario di Stato del presidente Donald Trump, il primo funzionario di alto livello del gabinetto della nuova amministrazione ad essere approvato dalla Camera.


Il voto di conferma ha avuto luogo solo poche ore dopo che Trump aveva prestato giuramento come presidente. Il voto bipartisan schiacciante è stato di 99 a 0, senza che nessun senatore abbia votato contro la nomina. La nomina di Rubio è stata accolta calorosamente da molti senatori democratici. Durante la sua udienza di conferma, la senatrice del New Hampshire Jeanne Shaheen, la principale democratica del Senate Foreign Relations Committee, ha definito Rubio “ben qualificato per servire come segretario di Stato”.


Rispondendo alle domande dei senatori, Rubio ha espresso il suo sostegno alla Nato, nonché a una legge bipartisan da lui co-sponsorizzata, che stabilisce che gli Stati Uniti non possono ritirarsi dall’alleanza senza l’approvazione del Senato o un atto del Congresso. Per Rubio, l’organizzazione di sicurezza che ha compiuto 75 anni nel 2024 e che Trump ha ripetutamente criticato, è un’”alleanza molto importante”. Tuttavia Rubio ha appoggiato la visione di Trump secondo cui alcuni alleati europei dovrebbero contribuire di più alla loro difesa collettiva, aggiungendo che gli Stati Uniti devono decidere se vogliono “un ruolo di difesa primario” o essere un “backstop” contro l’aggressione.

Trump firma una raffica di provvedimenti: ecco quali sono

Trump firma una raffica di provvedimenti: ecco quali sonoRoma, 21 gen. (askanews) – Appena ritornato presidente degli Stati uniti, Donald Trump, come annunciato, ha firmato una serie di provvedimenti che danno forma al suo secondo mandato, stringendo sulle politiche migratorie, sulla protezione delle minoranze e graziando la maggior parte di coloro che sono stati accusati dell’attacco al Campidoglio del 6 gennaio 2021.


Ecco di seguito alcuni dei provvedimenti adottati da Trump: – Grazia per la maggior parte di coloro che sono stati accusati in relazione all’attacco al Campidoglio degli Stati Uniti del 6 gennaio 2021. Trump ha dichiarato che i suoi provvedimenti di grazia copriranno “circa 1.500 persone per un perdono completo”. – Ordine esecutivo che ha esteso il termine per consentire alla società madre di TikTok di trovare un nuovo proprietario, altrimenti sarebbe stata vietata negli Stati Uniti.


– Annullamento di 78 ordini esecutivi dell’era Biden, tra cui un ordine esecutivo che obbligava le agenzie federali ad estendere le proibizioni sulla discriminazione sessuale; un ordine che richiedeva ai nominati del ramo esecutivo di firmare un impegno etico; un ordine che consentiva alle persone transgender di servire nell’esercito; e un ordine che vietava il rinnovo dei contratti con le prigioni private. – Emergenza nazionale al confine meridionale, attivando l’uso di risorse e personale del Pentagono che saranno dispiegati e utilizzati per costruire il muro di confine. La sua amministrazione ha inoltre interrotto l’uso di un’app che consentiva ai migranti di notificare alla US Customs and Border Protection l’intenzione di entrare negli Stati uniti. Trump ha anche firmato un ordine che cerca di ridefinire il diritto di cittadinanza per nascita.


– Annuncio del ritiro degli Stati Uniti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Il suo ordine afferma che l’OMS “continua a richiedere pagamenti ingiustamente onerosi” dagli Stati uniti. – Blocco delle assunzioni dei dipendenti del governo federale attraverso il ramo esecutivo. Inoltre, ha formalmente istituito il nuovo Dipartimento per l’Efficienza del Governo come ente all’interno del governo federale attraverso un’azione esecutiva.


– Ordine esecutivo riguardante i nomi di monumenti e toponimi statunitensi, incluso il rinominare il Denali e il Golfo del Messico, una mossa che, secondo la sua Casa Bianca, “onorerà la grandezza americana.” – Nuovo ritiro degli Stati Uniti dall’accordo sul clima di Parigi per la riduzione delle emissioni.

Trump ha firmato l’ordine esecutivo per uscire dall’accordo di Parigi sul clima

Trump ha firmato l’ordine esecutivo per uscire dall’accordo di Parigi sul climaRoma, 21 gen. (askanews) – Il presidente americano Donald Trump ha firmato un ordine esecutivo per uscire dall’Accordo di Parigi sul clima del 2015, a cui gli Stati Uniti avevano aderito nuovamente nel 2021 dopo che già durante il suo primo mandato, nel 2017, Trump ne era uscito. Il presidente lo ha definito “ingiusto” e “unilaterale” nel suo discorso alla Capital One Arena di Washington.


Come riportano i media Usa, Trump ha firmato anche una lettera alle Nazioni Unite, in cui spiega i motivi del ritiro.