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Nato, Rutte: con Trump potenzieremo spese e produzione difesa

Nato, Rutte: con Trump potenzieremo spese e produzione difesaMilano, 20 gen. (askanews) – “Con il ritorno del presidente Donald Trump in carica, potenzieremo la spesa e la produzione per la difesa”. Lo ha scritto sui social Mark Rutte, segretario generale della Nato, proprio nel momento del giuramento di Donald Trump. “Le mie più sentite congratulazioni a Donald Trump per la sua entrata in carica come 47esimo Presidente degli Stati Uniti, e a J.D. Vance come Vice Presidente. Insieme possiamo raggiungere la pace attraverso la forza, attraverso la NATO!”, ha aggiunto.

Il giuramento del 47esimo Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump

Il giuramento del 47esimo Presidente degli Stati Uniti, Donald TrumpRoma, 20 gen. (askanews) – Il presidente Usa uscente Joe Biden e il suo successore Donal Trump hanno lasciato La Casa Bianca sulla stessa auto, alla volta della cerimonia del giuramento.


I due – a bordo della stessa limousine – non viaggiarono insieme quattro anni fa, quando Trump saltò l’inaugurazione di Biden, ma torneranno alla stessa tradizione che il presidente Barack Obama riservò al magnate nel 2017. È tradizione che il presidente uscente accompagni il presidente eletto al Campidoglio per la cerimonia di giuramento.

Joe e Jill Biden accolgono Trump e Melania alla Casa Bianca

Joe e Jill Biden accolgono Trump e Melania alla Casa BiancaRoma, 20 gen. (askanews) – Il presidente eletto degli Stati Uniti, Joe Biden, e la First Lady, Jill Biden, hanno accolto il presidente eletto Donald Trump e Melania Trump alla Casa Bianca, dopo la cerimonia religiosa a Washington presso la St. John’s Episcopal Church.


Di solito, dopo la funzione mattutina, il presidente eletto, il vice presidente eletto e le loro mogli visitano la Casa Bianca, dove il presidente eletto e il presidente uscente tengono un breve incontro privato. Quest’anno, Biden e Trump, insieme alle loro mogli, dovrebbero prendere il thè insieme alla Casa Bianca. Tradizionalmente, il presidente uscente accompagna poi il presidente eletto al Campidoglio per la cerimonia di giuramento.


Trump ha “snobbato” Biden nel 2021 e non ha seguito la tradizione di invitare il presidente eletto alla Casa Bianca. Questa tradizione è iniziata nel 1837 con Martin Van Buren e Andrew Jackson.

Putin: la Russia si congratula con Trump per l’insediamento

Putin: la Russia si congratula con Trump per l’insediamentoRoma, 20 gen. (askanews) – La Federazione Russa si congratula con Donald Trump per l’insediamento alla Casa Bianca che avviene oggi, ha dichiarato il presidente russo Vladimir Putin durante la riunione del Consiglio di Sicurezza.Putin ha dichiarato che la cosa più importante per porre fine alla guerra in Ucraina è eliminare le cause alla radice della crisi. “La cosa più importante qui è eliminare le cause alla radice della crisi, di cui abbiamo parlato molte volte”, ha detto il presidente russo durante un incontro con i membri permanenti del Consiglio di Sicurezza nel giorno dell’insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca. Il leader del Cremlino ha iniziato il suo intervento congratulandosi con Trump. “Per quanto riguarda la soluzione della situazione, vorrei sottolineare ancora una volta che l’obiettivo non dovrebbe essere una breve tregua, non una sorta di tregua per il raggruppamento delle forze e il riarmo per la successiva continuazione del conflitto, ma una pace a lungo termine basata sul rispetto degli interessi legittimi di tutte le persone, di tutti i popoli”. Putin ha anche detto “Sentiamo il presidente eletto e i membri della sua squadra parlare del loro desiderio di ripristinare i contatti diretti con la Russia, interrotti dall’amministrazione uscente e non per nostra colpa. Sentiamo anche le sue dichiarazioni sulla necessità di fare tutto il possibile per evitare una terza guerra mondiale. Naturalmente, accogliamo con favore questo atteggiamento”

Crolla (AmCham Italy): a Washinghton positivo sentiment su economia

Crolla (AmCham Italy): a Washinghton positivo sentiment su economiaMilano, 20 gen. (askanews) – “A Washington, in occasione dell’Inauguration Day del presidente Donald Trump, il sentiment sull’economia che rileviamo è positivo e improntato alla crescita”. È quanto dichiara Simone Crolla, consigliere delegato della American Chamber of Commerce in Italy. “Nonostante le incertezze, le imprese italiane devono guardare con fiducia al mercato statunitense, convinte che il dialogo possa evitare misure penalizzanti per consumatori e aziende su entrambi i lati dell’Atlantico. Certo, il rischio di nuovi dazi USA sul Made in Italy preoccupa – prosegue Crolla – in particolare nei settori strategici come manifatturiero e made in Italy in generale ma a distanza di 8 anni dal suo primo mandato le nostre imprese hanno capito come adattarsi a questo rinnovato ‘new normal’”.


“Come AmCham Italy, stiamo lavorando per rafforzare il dialogo tra le istituzioni dei due Paesi e salvaguardare i rapporti economici transatlantici”, chiosa. Crolla è Consigliere Delegato della American Chamber of Commerce in Italy (AmCham) dal 2009, organizzazione che promuove le relazioni economiche tra Italia e Stati Uniti. È Presidente di Haizum (dal 2022), società di consulenza in relazioni istituzionali, Senior Advisor per la banca d’affari Lincoln International (dal 2015) e Walgreens Boots Alliance (dal 2018). Dal 2019, è Consigliere indipendente nel CdA di Tesmec S.p.A.


È attivo anche in ambito culturale e filantropico: coordina l’Advisory Board della Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano ed è membro del Board of Directors della sua fondazione americana. Nel 2023 ha fondato Patrons of the Bambino Gesù Children’s Hospital, con sede a New York, per sostenere la ricerca scientifica dell’ospedale. Crolla è stato Deputato della Repubblica italiana (2012-2013) e Vice Capo di Gabinetto del Presidente del Consiglio (2003-2006). Nel 2004, ha partecipato al programma International Visitor Leadership Program del Dipartimento di Stato americano. Ha collaborato con Weber Shandwick ed è stato tra i promotori del Padiglione USA a Expo 2015. Nel 1997 ha svolto un internship di 4 mesi nell’Ufficio del Portavoce del Segretario Generale delle Nazioni Unite a New York.


Laureato in Scienze Politiche all’Università Statale di Milano, ha proseguito gli studi in Diritto Internazionale a Helsinki. Inoltre, ha insegnato presso la LUISS nel Master in International Management. Ad oggi, è docente presso l’Università IULM nel corso di Corporate Public Affairs.

Biden firma la grazia preventiva per Antony Fauci e altri minacciati da Trump

Biden firma la grazia preventiva per Antony Fauci e altri minacciati da TrumpRoma, 20 gen. (askanews) – Il presidente degli Stati Uniti uscente, Joe Biden, ha firmato la “grazia preventiva” per alcuni funzionari federali ritenuti a rischio di “vendetta” da parte del nuovo inquilino della Casa Bianca, Donald Trump.


Tra gli amnistiati – che tecnicamente al momento non sono stati accusati di alcun reato ma che Trump aveva minacciato pubblicamente di voler portare in tribunale – vi sono l’ex Medical Advisor della Casa Bianca, Anthony Fauci, e l’ex capo di stato maggiore Mark Milley. “Esercito la mia autorità ai sensi della Costituzione per graziare il generale Mark A. Milley, il dottor Anthony S. Fauci, i membri del Congresso e lo staff che hanno prestato servizio nella Commissione speciale

Crosetto: militari in Ucraina utile per comprendere conflitto

Crosetto: militari in Ucraina utile per comprendere conflittoRoma, 20 gen. (askanews) – Sarebbe utile “mandare ufficiali e persone a capire cosa è successo, come si è combattuto, quali sono state le lezioni che possono apprendere le nostre forze armate, l’esercito, la marina, l’aeronautica per imparare da ciò che è successo li e per prevenire, perché il compito della difesa è difendere”. Lo ha detto il ministro della Difesa, Guido Crosetto, a margine della cerimonia di assunzione di comando del generale Giovanni Maria Iannucci al Covi.


“Capire cosa è successo là – ha aggiunto Crosetto – capire come si sono sviluppati gli attacchi all’Ucraina, può essere utile anche per prepararsi perché questo è il nostro compito. Farlo sul campo, farlo da chi ha subito attacchi negli ultimi tre anni è probabilmente il modo migliore per farlo. Se fosse possibile farlo in sicurezza e dopo l’autorizzazione parlamentare, penso sarebbe utilissimo per la nostra difesa”.

Il messaggio di Papa Francesco a Trump

Il messaggio di Papa Francesco a TrumpCittà del Vaticano, 20 gen. (askanews) – “Spero che sotto la sua guida il popolo americano prosperi e si impegni sempre nella costruzione di una società più giusta, in cui non ci sia spazio per l’odio, la discriminazione o l’esclusione. Allo stesso tempo, mentre la nostra famiglia umana affronta numerose sfide, senza contare il flagello della guerra, chiedo a Dio di guidare i Suoi sforzi nella promozione della pace e della riconciliazione tra i popoli”. Lo scrive Papa Francesco nel suo messaggio inviato oggi al 47.mo Presidente degli Stati Uniti Donald J. Trump, in occasione del suo insediamento alla Casa Bianca.


Francesco, che scrive di invocare su Trump, sulla sua famiglia e “sull’amato popolo americano l’abbondanza delle benedizioni divine” aggiunge di assicurare le sue personali “preghiere affinché Dio Onnipotente le conceda – scrive – sapienza, forza e protezione nell’esercizio delle sue alte funzioni. Ispirato dagli ideali della Nazione, terra di opportunità e di accoglienza per tutti”.

Azerbaigian, giornata di lutto per ricordare strage civili del 1990

Azerbaigian, giornata di lutto per ricordare strage civili del 1990Roma, 20 gen. (askanews) – Lutto nazionale oggi in Azerbaigian, dove si commemora la strage di civili di 35 anni fa da parte delle forze speciali dell’esercito sovietico. Fatti ricordati con una commemorazione dall’Ambasciata della Repubblica dell’Azerbaigian in Italia. L’Ambasciatore Rashad Aslanov ha sottolineato quanto avvenuto e il ruolo fondamentale del Leader Nazionale Heydar Aliyev nel portare il brutale massacro all’attenzione della comunità internazionale.


“L’anniversario del sanguinoso massacro commesso 35 anni fa nella notte tra il 19 e il 20 gennaio dall’ex URSS contro i civili, per reprimere il movimento di liberazione nazionale del popolo azerbaigiano, viene commemorato ogni anno nel nostro paese come il 20 gennaio – Giorno di lutto nazionale”, si legge in una Dichiarazione del Ministero degli Affari Esteri dell’Azerbaigian diffusa nella data della tragedia. Ma il 20 gennaio, specifica la nota, “è sia un momento di profonda tristezza che di orgoglio nella nostra storia contemporanea, onoriamo con la più profonda gratitudine tutti i nostri martiri che hanno sacrificato la loro vita per l’indipendenza, la sovranità e l’integrità territoriale del nostro paese.” “Nel tentativo di reprimere il movimento nazionale che sosteneva l’indipendenza e l’integrità territoriale dell’Azerbaigian, nella notte tra il 19 e il 20 gennaio 1990, unità e forze speciali dell’esercito sovietico, così come contingenti di truppe interne massacrarono brutalmente i civili a Baku, Sumgayit, Lankaran e Neftchala. A seguito dell’aggressione militare del 20 gennaio, che è stato uno dei crimini più atroci contro l’umanità del secolo scorso, commessa contro persone innocenti, tra cui bambini, donne e anziani, in violazione di tutte le norme del diritto internazionale, 150 civili sono stati uccisi, 744 sono rimasti gravemente feriti e 4 sono scomparsi.”


Nel marzo 1994 il Milli Majlis (Parlamento) ha adottato una decisione “Sui tragici eventi commessi a Baku il 20 gennaio 1990”. Nonostante il fatto che la tragedia del 20 gennaio sia stata orchestrata e attuata al fine di stroncare la resistenza del popolo azerbaigiano, questo brutale massacro ha segnato una svolta nella storia del movimento di indipendenza, solidarietà e liberazione nazionale del popolo azerbaigiano, nonché l’inizio dell’inevitabile crollo dell’URSS, che era stato a lungo ritardato. “L’unità e la determinazione del popolo”, si legge nella Dichiarazione del MAE, “che ha superato i giorni più difficili e le lotte più complesse della storia”, hanno portato al ripristino dell’integrità territoriale del Paese con la Guerra Patriottica di 44 giorni nonché alla fine dell’occupazione e del conflitto come risultato di misure di antiterrorismo, che hanno portato al completo ripristino della sovranità il 19-20 settembre 2023.

Il Messico si prepara alle deportazioni in massa di Trump

Il Messico si prepara alle deportazioni in massa di TrumpRoma, 20 gen. (askanews) – Le autorità messicane si stanno preparando ad affrontare le possibili deportazioni di massa dagli Stati Uniti annunciate da Donald Trump e che potrebbero costituire uno dei suoi primi ordini esecutivi appena insediato alla Casa Bianca.


Le autorità federali e statali messicane hanno previsto l’nstalalzione di 25 nuovi centri per rimpatriati lungo la linea di confine, ai quali sia aggiungono i rifugi allestiti da organizzazioni civili e religiose. Secondo gli scenari considerati più probabili l’80% deelle persone che verrebbero espulse dagli Stati Uniti è di nazionalità messicana e il maggior numero di deportazioni avrebbe luogo attraverso gli stati di Tamaulipas e Chihuahua – in corrispondenza con il Texas – e non la Baja California come in precedenza.


Quanto alle cifre, si parla di due milioni di persone, in primo luogo quelle che vivono da più tempo negli Stati Uniti in quanto già identificati dalle autorità locali che sanno dove si trovano.