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Meloni a comunità italiana a Baires: identità non fardello ma valore aggiunto

Meloni a comunità italiana a Baires: identità non fardello ma valore aggiuntoBuenos Aires, 20 nov. (askanews) – “L’Italia per quelle milioni di persone che discendono da italiani, anche per quelle che in Italia non sono mai state continua a essere, per usare la definizione di un eroe del nostro Risorgimento, la patria del cuore, una casa perché la casa è quel posto che i piedi possono lasciare ma il cuore non lascia mai. Quel legame è la base di quello che oggi ancora può essere un rapporto molto forte tra Italia e Argentina, che deve essere un rapporto molto più forte. Quel legame che voi avevate con la vostra madrepatria non è mai stata un impedimento, perché l’identità non è mai un limite, un fardello ma un valore aggiunto. Quel legame non vi ha reso più deboli ma vi ha resi più forti: vi ha dato gli strumenti per integrarvi meglio. È stato quel legame, è stata quella consapevolezza a consentirvi di contribuire alla crescita di questa comunità come avete saputo fare”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, in un saluto alla comunità italiana in Argentina, prima di assistere allo spettacolo “Luz, camara… danza! Omaggio al grande cinema italiano”, al Teatro Coliseo di Buenos Aires.


“Voi – ha aggiunto – avete sempre fatto la vostra parte, la politica forse non l’ha fatta sempre. Allora io sono qui soprattutto per riannodare e rafforzare questo rapporto. Ne ho parlato a lungo con il presidente Milei: il rapporto tra i nostri governi deve saper riflettere questo legame. Non so se vi sia mai capitato di non sentirvi abbastanza supportati dall’Italia, non so se possa addirittura esservi capitato di pensare di non essere sufficientemente considerati. Nel caso fosse mai accaduto voglio dirvi che non accadrà di nuovo. Voglio dirvi che l’Italia ci sarà perché è importante per voi ma perché è importante per lei. I nostri italiani figli di italiani sparsi nel mondo sono la più straordinaria rete diplomatica che noi abbiamo mai avuto e dobbiamo saper fare per loro quello che loro hanno saputo fare per noi. È una promessa”, ha concluso.

Italia-Cina, Mattarella:serve riequilibrio import-export e investimenti

Italia-Cina, Mattarella:serve riequilibrio import-export e investimentiPechino, 12 nov. (askanews) – “Per quanto riguarda il rapporto tra importazioni ed esportazioni vi è una esigenza di riequilibrio da parte nostra sottolineata più volte negli incontri di questi giorni e per quanto riguarda gli investimenti quelli italiani in Cina continuano a crescere e il governo li sostiene, mentre sono molto più bassi quelli cinesi in Italia, anche quello e un riequilibrio da cercare”. Lo ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel corso dell’incontro con gli imprenditori italiani a Canton nel corso della visita di Stato in Cina.


Da parte dell’Italia, ha ricordato “c’è attenzione per questo grande paese, cresciuto in maniera vertiginosa in questi decenni e che continua a crescere, e lo vediamo anche in questa parte della Cina in questa grande area dinamica. I Nostri operatori qui sono una componente essenziale e vengono seguito con attenzione non lasciato alla avventura in maniera isolata offrendo tutti i sostegni che la Repubblica può assicurare e questo è stato espresso con chiarezza e amicizia al presidente Xi”.

Giacobbe (Pd): più fondi ai consolati italiani nel mondo

Giacobbe (Pd): più fondi ai consolati italiani nel mondoRoma, 2 ago. (askanews) – Fondi maggiori per i consolati italiani nel mondo con lo scopo di rafforzare i servizi oggi maggiormente in crisi come il rilascio di passaporti. A partire dal 2025, infatti, le sedi consolari avranno a disposizione 4 milioni in più per cercare di risolvere queste carenze e saranno tenuti a rendicontare, con relazione annuale, il modo in cui i soldi saranno spesi.


Il primo via libera alla proposta del Pd che ha cominciato il suo iter alla Camera dei Deputati è arrivato nella giornata di ieri ottenendo un riconoscimento bipartisan a Montecitorio. “Questo disegno di legge, a prima firma del vicepresidente del Pd alla Camera Toni Ricciardi, e la sua approvazione all’unanimità, dimostra l’impegno dei parlamentari democratici, in particolare degli eletti all’estero, per i cittadini italiani nel mondo”, ha spiegato il senatore Pd, Francesco Giacobbe, eletto nella circoscrizione estero, ripartizione Africa-Asia-Oceania-Antartide. “Le nostre battaglie sono molteplici, come quella per il riacquisto della cittadinanza per chi l’ha perso, l’Imu sulla casa, il diritto alla sanità pubblica per gli iscritti AIRE, la possibilità di rinnovo patenti all’estero, la creazione di un sistema di equivalenze immediato per i titoli di studio extracomunitario, gli accordi di reciprocità con Paesi in cui sono ancora assenti. E sono tutte battaglia che vanno al di là della fede politica perché sono iniziative promosse nell’esclusivo e comune interesse di migliorare la qualità della vita dei nostri connazionali all’estro”, ha spiegato Giacobbe concludendo: “ora mi aspetto che il disegno di legge arrivi quanto prima in Senato dove lavoreremo per ottenere il voto favorevole di tutti. E speriamo che si possa, così, aprire una stagiona di ragionamento bipartisan per abbattere, finalmente, tutte quelle piccole, grandi discriminazioni che ancora vedono gli italiani residenti all’estero essere meno cittadini degli altri”.

Meloni marca differenza in Ue, astenuta su VdL, no a Costa e Kallas

Meloni marca differenza in Ue, astenuta su VdL, no a Costa e KallasBruxelles, 27 giu. (askanews) – Un’astensione su Ursula von der Leyen, un “no” ad Antonio Costa e a Kaja Kallas. Al termine della lunga giornata del Consiglio europeo, quando a Bruxelles è già notte, è questa la posizione su cui la presidente del Consiglio Giorgia Meloni schiera l’Italia. Una posizione che comunque non blocca il via libera a tutto il ‘pacchetto’ proposto dalla maggioranza Ppe-S&D-Renew che passa a maggioranza: l’ex premier socialista portoghese Costa sarà quindi presidente del Consiglio europeo, mentre dopo il via libera del Parlamento von der Leyen farà il bis alla guida della Commissione e Kallas assumerà il ruolo di Alto rappresentante per la politica estera.


Meloni era arrivata giovedì mattina a Bruxelles sull’onda del discorso tenuto alle Camere in cui aveva denunciato l’”oligarchia” europea, accusando i tre partiti di voler nascondere “la polvere sotto il tappeto” invece che ascoltare il “messaggio chiaro” venuto dai cittadini. Ad accoglierla però ha trovato i messaggi distensivi di molti colleghi, a partire dal polacco Donald Tusk, elemento di primo piano del Ppe, che entrando al Justus Lipsius Building aveva assicurato che “nessuna decisione può essere presa senza la premier italiana”. Anche il cipriota Nikos Christodoulides si era improvvisato ‘mediatore’ incontrando la premier che, ha detto, “su alcuni argomenti ha ragione”. Certo è che per Meloni non è stata una giornata facile e infatti era un po “sotto tono” rispetto al solito, come hanno riferito fonti europee. A pesare sull’umore, forse, anche l’inchiesta di Fanpage su Gioventù nazionale – i cui echi sono arrivati a Bruxelles – e il pressing degli alleati: da un lato Antonio Tajani diceva che bisogna tenere conto del fatto che il Ppe è al governo in Italia con Fi e che dunque non si può dire no a von der Leyen; dall’altro Salvini che cannoneggiava denunciando addirittura una “puzza di colpo di Stato” nella partita delle nomine. E poi c’è la spaccatura all’interno di Ecr, la famiglia politica presieduta da Meloni: il ceco Petr Fiala, unico altro leader Ecr in Consiglio, ha annunciato il suo sì al ‘pacchetto’, mentre i polacchi del Pis rendevano nota la ‘riflessione’ sulla possibilità di abbandonare il gruppo dei Conservatori per aderire alla nuova famiglia dei populisti di destra a cui sta lavorando Viktor Orban e che dovrebbe essere annunciata il prossimo quattro luglio. La fuoriuscita dei polacchi (20 eurodeputati) farebbe scivolare Ecr sotto Renew come consistenza numerica. E proprio ieri, parlando alla Camera, Meloni aveva rimarcato che “il Partito liberale non è il terzo partito, sono i Conservatori”.


Quando poco dopo le 22 inizia il confronto sui top jobs Meloni prende la parola e ribadisce le sue ragioni, con tutti i dubbi sul “metodo” seguito per arrivare al terzetto di nomi. Per lei, ha spiegato ancora una volta, sarebbe stato necessario prima un confronto su temi e programmi e poi sulle persone. E comunque coinvolgendo tutti i Paesi, non riducendo la questione a un accordo tra forze politiche. Perplessità che spingono alla necessità di esprimere il proprio voto, netto nei confronti del socialista Costa e della liberale Kallas, più morbido con l’esponente Ppe von der Leyen. Questo, è la spiegazione di Palazzo Chigi, “nel rispetto delle diverse valutazioni tra i partiti della maggioranza di governo, e nell’attesa di conoscere le linee programmatiche e aprire una negoziazione sul ruolo dell’Italia”.

Meloni a Bruxelles, tratta top jobs e commissario Ue (le ipotesi)

Meloni a Bruxelles, tratta top jobs e commissario Ue (le ipotesi)Bruxelles, 27 giu. (askanews) – La presidente del Consiglio Giorgia Meloni è arrivata al Justus Lipsius Building di Bruxelles, dove sta per iniziare il Consiglio europeo. I lavori saranno aperti da una sessione a cui partecipa il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.


Successivamente i leader parleranno di Medio Oriente, sicurezza, difesa. A cena poi il ‘piatto forte’: i capi di Stato e di governo dell’Ue affronteranno la discussione sull’agenda strategica e sui ‘top jobs’. I negoziatori di Ppe, S&D e Renew hanno raggiunto l’accordo due giorni fa: Antonio Costa, ex premier socialista portoghese, sarà indicato come presidente del Consiglio europeo; Ursula von der Leyen per un bis alla guida della Commissione; la premier estone Kaja Kallas come Alto rappresentante per la politica estera. Una scelta contestata “nel merito e nel metodo” da Meloni che ieri, in Parlamento, ha denunciato la volontà di “nascondere la polvere sotto il tappeto” con “vecchie e deludenti logiche” a fronte di un “messaggio chiaro” venuto dai cittadini. La premier lo ribadirà di fronte ai colleghi, ben sapendo però che molto difficilmente potrà far saltare il banco. Del resto una maggioranza alternativa a quella attuale, numeri alla mano, non c’è e la stessa premier, nei giorni scorsi, alla festa del Giornale, aveva ammesso che “non si profila il cambio di passo che era stato immaginato” e “per onestà intellettuale bisogna dire che è anche frutto delle elezioni perché le elezioni in Europa hanno dato un segnale di diversificazione non sufficiente a modificare il quadro”. Altra partita – in cui il governo sembra poter incidere di più – è quella della trattativa (che sarà fatta direttamente con von der Leyen) sul programma della prossima legislatura e sulle deleghe che saranno attribuite al commissario italiano. La presidente del Consiglio chiede una vicepresidenza – ma è molto difficile se non impossibile che possa essere ‘esecutiva’ – e un ruolo di peso. Tra le ipotesi gradite all’Italia, secondo quanto si apprende da fonti diplomatiche, ci sono le deleghe a Pnrr, Industria, Concorrenza, Commercio. Peraltro, secondo quanto scrive il Financial Times, “Francia e Italia si contendono un posto economico di alto livello nella prossima Commissione europea, una lotta accentuata dall’animosità personale tra i leader dei due Paesi”.


“Noi riteniamo – ha ribadito questa mattina il ministro degli Esteri Antonio Tajani a margine della riunione del Ppe – che per l’Italia debba esserci un vicepresidente e un portafoglio di rilievo, che spetta alla seconda manifattura d’Europa, a un paese fondatore, e con una stabilità di governo per i prossimi tre anni e mezzo. A differenza di altri, credo che l’Italia possa svolgere un ruolo fondamentale nel contesto comunitario nei prossimi anni”. Per quanto riguarda il voto italiano sui top jobs, Tajani ha sottolineato che “ancora devono cominciare le trattative”, “non c’è nessuna decisione di votare contro; finché non comincia il Consiglio non si può dire ciò che farà l’Italia”. Intanto, prima dell’inizio dei lavori, un messaggio di ‘distensione’ è arrivato da Donald Tusk, primo ministro polacco e negoziatore sui top jobs per il Ppe. “Nessuno più di me – ha detto arrivando in Consiglio – rispetta la premier Giorgia Meloni e l’Italia. C’è stata un’incomprensione. L’unica intenzione e ragione per cui abbiamo preparato questa posizione comune è per facilitare il processo. Non c’è Europa senza Italia e non c’è decisione senza la premier italiana”.

éUe, Salvini: su nomine Lega lavora ad alternativa, è possibile

éUe, Salvini: su nomine Lega lavora ad alternativa, è possibileMilano, 26 giu. (askanews) – “La Lega, nonostante questi spartitori di poltrone, sta lavorando per un’alternativa possibile e doverosa che rimetta al centro il lavoro, la sicurezza e le famiglie, non le poltrone che von der Leyen e soci si stanno spartendo”. Lo ha detto in un video il leader della Lega e vicepremier, Matteo Salvini, in vista del Consiglio europeo del 27 e 28 giugno prossimi a Bruxelles e le nomine dei vertici comunitari.


“Vergognosa l’arroganza dei burocrati europei che in queste ore si stanno spartendo le poltrone nonostante il voto popolare abbia bocciato le politiche di questa commissione europea. L’inciucio tra popolari e socialisti non può essere il futuro anche per i prossimi anni, è un’offesa all’Italia, ai francesi che voteranno tra poco, a europei che hanno chiesto un cambiamento” ha aggiunto Salvini.

Ue, Meloni: Italia abbia ruolo che le spetta, spero gioco squadra

Ue, Meloni: Italia abbia ruolo che le spetta, spero gioco squadraRoma, 26 giu. (askanews) – “Non intendo sostenere una tesi diversa per chiedere un ruolo che all’Italia spetta di diritto. Siamo un Paese fondatore, terzo membro per popolazione, terza economia e seconda manifattura, abbiamo riguadagnato una stabilità politica e solidità economica che ci hanno permesso di scrollarci di dosso i pregiudizi. Mi auguro che si possa agire con compattezza e gioco di squadra” per far sì che “l’Italia sia rappresentata al meglio, per avere ciò che spetta all’Italia come nazione” non come governo. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, nelle comunicazioni alla Camera in vista del Consiglio Ue.


“Non sempre” questo ruolo è stato “adeguatamente riconosciuto” ma dai cittadini è arrivato un “messaggio chiaro, non bisogna farlo cadere nel vuoto”.

Meloni: Ue deve cambiare direzione, tutti i partiti d’accordo

Meloni: Ue deve cambiare direzione, tutti i partiti d’accordoRoma, 26 giu. (askanews) – “Siamo alla vigilia del primo Consiglio europeo della nuova legislatura comunitaria, la decima da quando i cittadini hanno avuto per la prima volta la possibilità di votare direttamente i rappresentanti. La composizione del Parlamento sarà il frutto dell’indicazione delle urne. Dalle elezioni possiamo e dobbiamo trarre alcune importanti indicazioni. La più importante l’hanno data i partiti: tutte le forze politiche hanno sostenuto la necessità di un cambiamento nelle politiche europee, nessuno si è presentato dicendo che l’Europa va bene così e che è sufficiente mantenere lo status quo. L’Europa deve intraprendere una direzione diversa”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, nelle comunicazioni alla Camera in vista del Consiglio Ue di domani e dopodomani a Bruxelles.


Una convizione “frutto di una consapevolezza confermata con il voto: il livello di affezione e gradimento è sempre più basso”, ha rilevato la premier.

Intesa sui “top jobs” Ue, von der Leyen tratterà con Meloni

Intesa sui “top jobs” Ue, von der Leyen tratterà con MeloniRoma, 25 giu. (askanews) – A due giorni dal Consiglio europeo di Bruxelles si sblocca la partita per i ‘top jobs’ europei. I negoziatori dei tre partiti che compongono la maggioranza europea (Ppe, S&D, Renew) hanno infatti trovato l’accordo. L’indicazione è quella dell’ex premier socialista portoghese Antonio Costa come presidente del Consiglio europeo; di Ursula von der Leyen (Ppe) per un secondo mandato come presidente della Commissione europea; della premier estone Kaja Kallas (Liberale) come Alto Rappresentante per la Politica estera e di sicurezza comune.


Dalla maggioranza, come era scontato visti i numeri, restano fuori i Conservatori, guidati dalla premier Giorgia Meloni. Von der Leyen, però, tratterà direttamente con la presidente del Consiglio sulle deleghe da affidare al Commissario di nomina italiana. L’obiettivo è avere il via libera del governo alla Commissione (magari con un ‘aiuto’ in fase di voto, per depotenziare i franchi tiratori), anche se Fdi al Parlamento di Strasburgo resterà all’opposizione. Una condizione su cui S&D non transige. Per questo, fonti europee citate dalla tedesca Faz, hanno precisato che la trattativa di von der Leyen sarà fatta con Meloni in quanto “primo ministro italiano, non come leader del partito Fratelli d’Italia”. Oggi Meloni è stata contattata da uno dei mediatori Ppe (probabilmente il greco Kyriakos Mitsotakis) che le ha garantito la volontà di assegnare al commissario italiano un ruolo di rilievo. La partita sarà dunque sulle deleghe, anche se Meloni vorrebbe spuntare anche una vicepresidenza, che molto difficilmente, però, potrà essere ‘esecutiva’. Per quanto riguarda il nome del commissario, dopo che nelle scorse settimane era avanzata l’ipotesi di Elisabetta Belloni, capo del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza e sherpa G7, nelle ultime ore ha preso quota il nome di Raffaele Fitto. Il ministro per gli Affari europei ha ottimi rapporti a Bruxelles, dove è stimato per il lavoro fatto sul Pnrr. Una sua ‘partenza’, però, aprirebbe un buco proprio sulla gestione del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Aspetto su cui Meloni sta riflettendo.

Carè (Pd): buon lavoro a Maria Chiara Prodi, nuovo segretaria Cgie

Carè (Pd): buon lavoro a Maria Chiara Prodi, nuovo segretaria CgieRoma, 22 giu. (askanews) – “Esprimo piena soddisfazione per l’elezione di Maria Chiara Prodi a segretaria generale del Consiglio generale degli italiani all’estero. L’importanza di questo nuovo capitolo, sottolineato da Prodi, rappresenta un’opportunità unica per gli italiani all’estero di essere parte integrante della nostra Repubblica. Sono certo che Prodi porterà avanti con impegno e determinazione le sfide del suo mandato, garantendo una rappresentanza efficace e una partecipazione attiva della comunità italiana nel mondo.Auguro alla Prodi un mandato di successo e sono fiducioso che insieme raggiungeremo risultati significativi promuovendo gli interessi della comunità italiana all’estero”. Così Nicola Carè, deputato del Pd, eletto nella circoscrizione estero, ripartizione Africa, Asia, Oceania, Antartide.