Meloni a cena leader Ue, priorità economia migranti e allargamentoZagabria, 16 nov. (askanews) – Consolidare la resilienza economica dell’Ue e garantire la sua indipendenza strategica, affrontare in modo strutturale il tema delle migrazioni, proseguire nell’allargamento a Est, adeguando l’impalcatura istituzionale comunitaria. Sono questi i temi che la presidente del Consiglio Giorgia Meloni porta questa sera a Zagabria al tavolo della cena convocata dal presidente del Consiglio europeo Charles Michel per discutere dell’Agenda strategica 2024-2029.
Il format prevede una serie di incontri in formato ristretto: la cena del 10 novembre a Parigi è stata rinviata a nuova data, mentre hanno avuto luogo due ulteriori appuntamenti a Berlino il 13 (presenti Germania, Austria, Belgio, Cipro, Grecia, Lituania, Ungheria) e a Copenaghen il 14 novembre (presenti Danimarca, Bulgaria, Finlandia, Irlanda, Svezia e Lettonia). A Zagabria saranno presenti, oltre a Michel e Meloni, il primo ministro croato Andrej Plenkovic, il premier maltese Robert Abela e il primo ministro polacco Mateusz Morawiecki. Non parteciperà invece il premier slovacco Robert Fico, per concomitanti procedure parlamentari preliminari al voto di fiducia. Per quanto riguarda l’autonomia strategica aperta, sottolineano fonti diplomatiche, per l’Italia va costruita su due versanti complementari: quello interno e quello esterno. Internamente serve un quadro regolatorio “fit for business”, che alleggerisca le imprese e stimoli l’innovazione e che, allo stesso tempo, favorisca gli investimenti per rafforzare resilienza e competitività. Esternamente, il perseguimento di una politica commerciale aperta rappresenta uno dei pilastri della sicurezza economica, in quanto mira a garantire e promuovere la diversificazione di approvvigionamenti e delle esportazioni per ridurre le dipendenze e quindi i rischi.
Per quanto riguarda i migranti, tema particolarmente sentito dall’Italia, per Meloni la prossima Agenda Strategica dovrà proseguire, “coerentemente” e con “convinzione”, nel processo di attuazione dell’approccio multidimensionale concordato in occasione del Consiglio Europeo straordinario dello scorso febbraio. L’obiettivo è arrivare ad una “soluzione strutturale” della questione, gestendo il fenomeno e non limitandosi a subirlo. Dunque internamente all’Ue dovrà essere concluso entro la corrente legislatura europea il processo di adozione del nuovo patto Asilo e Migrazione attualmente oggetto dei negoziati inter-istituzionali tra Parlamento, Consiglio e Commissione. Sul fronte della dimensione esterna, l’Italia ribadirà la necessità di prevedere “adeguate risorse finanziarie” per la cooperazione con i Paesi di origine e transito, per prevenire le partenze irregolari, rafforzare le frontiere esterne, combattere i trafficanti, migliorare il sistema dei rimpatri e ampliare i canali di migrazione legale. Su questo versante, Meloni sostiene il lavoro per dare attuazione “rapida” e “completa” agli accordi siglati con la Tunisia e allo stesso tempo appoggia il lavoro della Commissione per intese simili in altri Paesi africani come Egitto, Costa d’Avorio, Guinea, Senegal, Gambia e Mauritania. La cena di stasera potrebbe essere anche la prima occasione per informare faccia a faccia Michel e gli altri leader europei del protocollo di intesa firmato con l’Albania, una soluzione per Meloni “innovativa” e “nel pieno rispetto” del diritto internazionale e dell’Unione Europea, che può diventare un “modello” per il futuro. Per quanto riguarda la lotta ai trafficanti, l’Italia ha accolto con soddisfazione l’annuncio della Commissione di voler avanzare una proposta legislativa in materia entro fine novembre così come la convocazione, il 28 novembre a Bruxelles, di una ‘International Conference on a Global Alliance to counter migrant smuggling’ cui è stato invitato per l’Italia come key-note speaker il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. Per quanto riguarda il processo di allargamento dell’Ue, la Commissione ha pubblicato il Pacchetto allargamento lo scorso 8 novembre, presentando il Piano di crescita dei Balcani Occidentali. Nella sua analisi la Commissione raccomanda l’apertura dei negoziati per l’adesione con l’Ucraina e la Moldova. Per la Bosnia Erzegovina raccomanda l’apertura dei negoziati solo una volta che “sarà raggiunto il necessario livello di adeguamento ai criteri stabiliti per l’adesione”. Raccomanda inoltre la concessione alla Georgia dello status di candidato con l’intesa che completi le riforme già richieste e migliori il proprio allineamento alla PESC (Politica estera comune). In questo quadro, l’Italia – oltre a sostenere con convinzione il percorso europeo dei tre partner orientali – sostiene la necessità di assicurare “passi in avanti tangibili” anche per i Paesi dei Balcani Occidentali, un tema molto caro alla premier che parla infatti non di “allargamento” ma di “riunificazione”. Questo processo deve però anche essere accompagnato da riforme: l’apertura a nuovi membri avrà infatti un impatto considerevole e dunque deve esserci un adeguamento di politiche, bilancio, procedure decisionali per essere pronti ad accogliere i nuovi Stati.
Venerdì Meloni sarà ancora a Zagabria per incontri bilaterali. Alle 9.30, al Palazzo del Governo vedrà il primo ministro Andrej Plenkovic e insieme poi rilasceranno dichiarazioni congiunte. E’ dal 2003 che un premier italiano (allora Silvio Berlusconi) non visita la Croazia, Paese che ricerca un partenariato strategico con Roma. I rapporti commerciali tra Italia e Croazia sono forti (nel 2022 Roma è stata il primo partner commerciale di Zagabria con un interscambio pari a 8,2 miliardi di euro) e nel Paese sono presenti circa 400 imprese italiane. L’obiettivo comune è far crescere la cooperazione, in particolare nel settore energetico. La Croazia sta investendo sia sul fronte della differenziazione delle fonti (rigassificatore di Krk/Veglia, recentemente espanso per rispondere alla crescente domanda proveniente dai Balcani occidentali) sia su quello della transizione energetica (progetto per la creazione di una ‘Valle dell’idrogeno nel Nord Adriatico con Slovenia e Friuli – Venezia Giulia). Diverse aziende italiane sono già presenti in Croazia in questo settore. Altro tema che verrà affrontato nel corso della visita sarà quello migratorio sia alla luce della reintroduzione dei controlli alle frontiere sia sul piano più generale della gestione dei flussi. Su quest’ultimo aspetto – sottolineano le fonti – la Croazia ha posizioni allineate a quelle italiane sul negoziato e, più in generale, sostiene lo sviluppo della dimensione esterna della migrazione, in particolare con riguardo alla rotta dei Balcani occidentali, area di prioritario interesse anche per l’Italia. Prima di ripartire per Roma, alle 11.30, al Palazzo del Sabor, Meloni incontrerà Gordan Jandrokovic, presidente del Parlamento croato.