Ue, Mattarella: da Italia e Germania soluzioni per superare ostacoliSiracusa, 20 set. (askanews) – “Oggi, mentre l’Unione è a confronto con nuove e complesse sfide, Germania e Italia, anche attraverso l’azione congiunta dei nostri Comuni, potranno contribuire a rafforzare gli intenti utili a raggiungere le soluzioni migliori per superare gli ostacoli che abbiamo davanti”. E’ l’auspicio espresso dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel suo intervento alla cerimonia al Teatro Comunale di Ortigia, per la premiazione della seconda edizione del Premio dei Presidenti per la cooperazione comunale tra Italia e Germania insieme al presidente della Repubblica federale di Germania, Frank Walter Steinmeier.
Questo premio, secondo il capo dello Stato, è “un esempio luminoso, che riflette in maniera altamente significativa gli storici passi avanti attraverso i quali, insieme agli altri partner europei, abbiamo edificato l’architettura del processo di integrazione dell’Unione Europea”.
Mattarella a Steinmeier: tra Italia e Germania eccellenti relazioniSiracusa, 20 set. (askanews) – “Siamo qui per riaffermare le eccellenti relazioni bilaterali tra Italia e Germania”. Con queste parole il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha aperto i colloqui con il presidente della Repubblica federale di Germania, Frank Walter Steinmeier, a Siracusa.
“Signor presidente, caro Frank Walter, è un grande piacere incontrarti ed è un grande onore averti ancora una volta in Italia – ha detto Mattarella -. Per me è particolarmente un piacere averti qui in Sicilia. Siamo qui per riaffermare, attraverso il premio alle municipalità, il rapporto intenso che lega i nostri due popoli e scambiare qualche idea sul momento attuale e sulle nostre straordinariamente eccellenti relazioni bilaterali. Benvenuto”.
Confindustria, Mattarella: non cavalcare paura, bisogna cercare soluzioniRoma, 15 set. (askanews) – E’ un continuo richiamo alla Costituzione e ai principi su cui è nata la Repubblica quello che il capo dello Stato Sergio Mattarella pronuncia davanti all’assemblea di Confindustria, un appello ad una comune assunzione di responsabilità di fronte alle sfide che il Paese ha di fronte. Un intervento che inizia con l’ammonimento a non cedere alla “paura” e con la sferzata alle tentazioni populiste che attraversano la società: il presidente denuncia il “prevalere di inerzia ovvero di impulsi di ansia, di paura” e mette in guardia da “due possibili errori: una reazione fatta di ripetizione ossessiva di argomenti secondo i quali, a fronte delle sfide che quotidianamente la vita ci propone, basta denunziarle senza adeguata e coraggiosa ricerca di soluzioni”.
Il capo dello Stato cita Luigi Enaudi, che invitava gli italiani a non credere “‘di dover la salvezza a nessun altro fuorché se stessi”. Oggi diremmo: a noi stessi e agli altri popoli coi quali abbiamo deciso di raccoglierci nell’Unione Europea”. Ricorda anche Franklin Delano Roosevelt che esortava: “La sola cosa di cui dobbiamo avere paura è la paura stessa”. Mattarella, quindi, richiama “il legame, per quanto possa a molti apparire scontato, tra economia e democrazia”, ricorda gli effetti sulle democrazie della crisi economica del primo dopoguerra e aggiunge: “Una economia in salute contribuisce al bene del sistema democratico e della libertà, alla coesione della nostra comunità”.
Qui il discorso si rivolge più direttamente alla platea che lo ascolta. “La democrazia si incarna nei mille luoghi di lavoro e studio. Nel lavoro e nella riflessione dei corpi sociali intermedi della Repubblica. Nel riconoscimento dei diritti sociali. Nella libertà d’intraprendere dei cittadini”. E’ il “capitale sociale” del paese, un patrimonio da “non impoverire”. E, sottolinea, si tratta di una “responsabilità che interpella anche il mondo delle imprese: troppi giovani cercano lavoro all’estero, per la povertà delle offerte retributive disponibili”. Le imprese, sottolinea Mattarella, sono “al centro di un sistema di valori, non solo economici” e dunque “generare ricchezza è una rilevante funzione sociale” ma “naturalmente, non a detrimento di altre ricchezze, individuali o collettive” perché “non è il capitalismo di rapina quello a cui guarda la Costituzione nel momento in cui definisce le regole del gioco. Il principio non è quella della concentrazione delle ricchezze ma della loro diffusione”.
Così come bisogna ricordare sempre che “principio fondamentale della democrazia” è “evitare la concentrazione del potere, a garanzia della libertà di tutti”. Di tutto il potere, sia quello politico-istituzionale che quello economico. Non è in discussione la libertà di impresa, sancita dalla Costituzione – sottolinea il presidente – ma bisogna sempre tenere presente di un punto: “In quali condizioni si attua il precetto costituzionale?”.
La risposta è nel concetto di “utilità sociale” perché “le imprese non sono estranee all’art.3 della Carta che ricorda come sia compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”. E, aggiunge, l’economia di mercato non pone in discussione i “valori costituzionalmente rilevanti” come “il rispetto della dignità umana e il dovere di solidarietà”. Il punto è, insiste Mattarella, che “l’Italia progredisce e si sviluppa con il dialogo tra le parti sociali”. Non può mancare un richiamo al tema della sicurezza sul lavoro che “interpella la coscienza di ciascuno” al punto che sarebbero “incomprensibili imprese che contro il loro interesse non si curassero della salute dei propri dipendenti”. Insomma, nessuna “egemonia delle istituzioni”, nessuna pretesa di dirigismo, ma vanno rifiutate anche le pretese di “pseudo-assolutismo imprenditoriale”, compreso quello dei “giganti ‘over the top’” che non possono essere “legibus solutis”, al di sopra della legge. Il presidente conclude con un messaggio di ottimismo: “Adesso tante imprese sono state colpite dall’alluvione. Le avversità si manifestano su più fronti. L’interrogativo è: la nostra comunità è adeguatamente resiliente? È sufficientemente desiderosa di futuro, di voler guardare avanti?”. La risposta è positiva: “Abbiamo fiducia nel nostro Paese e nel suo futuro; e sapere di avere il mondo dell’impresa impegnato, con convinzione e con capacità, per il progresso dell’Italia, è motivo di conforto e di grande apprezzamento”.
Migranti, Meloni-Orbàn: sfida comune Ue, prevenire partenzeMilano, 14 set. (askanews) – Il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e il primo ministro dell’Ungheria, Viktor Orbán, “hanno ribadito la necessità di agire con rapidità e con determinazione” sulla questione migranti.
“La migrazione è una sfida comune per l’Unione europea – si sottolinea nella nota di palazzo Chigi diffusa al termine del colloquio di Budapest – che richiede una risposta collettiva”. Meloni e Orbàn “hanno ribadito la necessità di concentrarsi sulla dimensione esterna per prevenire le partenze, soprattutto attraverso un deciso sostegno politico ed economico ai Paesi di origine e di transito dei migranti, un maggiore impegno nella lotta alle reti di trafficanti di esseri umani ed un’efficace politica di rimpatrio per coloro che non hanno diritto di rimanere in Europa. Dovrebbero essere attuati anche meccanismi di condizionalità per garantire la cooperazione dei Paesi di origine”.
Meloni al G20 vede premier Cina, escluso incontro con GentiloniNuova Delhi, 8 set. (askanews) – A pochi giorni dalla missione a Pechino del ministro degli Esteri Antonio Tajani continuano i contatti diplomatici tra Italia e Cina in vista dell’uscita dal Memorandum sulla Via della Seta. Sabato, a margine del G20 di Nuova Dehli, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni vedrà l’omologo Li Qiang. Un incontro – secondo quanto si apprende da fonti diplomatiche – richiesto dalla stessa Cina e accolto dall’Italia. Sul tavolo, naturalmente, la questione dell’accordo: ormai l’uscita di Roma è sostanzialmente decisa, anche se non ufficializzata, ma questo, viene sottolineato, non deve portare a un deterioramento dei rapporti: “Parliamo di tutto, anche della Via della Seta, ma non solo. Con la Cina ci sono rapporti consolidati da secoli, ci guardano con rispetto, ci sono molte possibilità di collaborare, c’è vita oltre la Via della Seta”, spiegano le fonti. Il colloquio sarà anche propedeutico alla missione in Cina che Meloni farà entro la fine dell’anno, anche se la data non è stata ancora fissata.
La premier, che oggi ha visto il primo ministro britannico Rishi Sunak parlando soprattutto di Ucraina e Africa, sabato avrà altri incontri bilaterali. Già fissato un confronto con il presidente coreano Yoon Suk-yeol. L’Italia ha grande interesse ad ampliare i rapporti con Seul, in particolare per una partnership per la produzione in Europa di chip e batterie. “E’ un Paese avanzatissimo con cui abbiamo un interscambio molto basso, ma prospettive enormi”, viene spiegato. In programma anche un incontro con il padrone di casa, il primo ministro indiano Narendra Modi, con cui Meloni ha allacciato nell’ultimo anno un rapporto molto stretto. La presidente del Consiglio assicurerà a Modi il sostegno dell’Italia per la piena riuscita di un summit complicato dai contrasti derivanti dalla guerra in Ucraina. “E’ interesse italiano che sia un successo – spiegano le fonti – anche in vista della prossima presidenza del G7”. Per Roma il G20, pur con le sue difficoltà, è un foro multilaterale fondamentale, perchè l’unica occasione di dialogo con i Paesi Brics. L’Italia ha poi anche interessi specifici da un punto di vista economico. Ad esempio nel corso del G20 sarà siglato un accordo tra Usa, Ue, India e alcuni Paesi del Golfo per sviluppare infrastrutture ferroviare e questa può essere un’occasione per le imprese italiane. “I Paesi seduti intorno a questo tavolo ci interessano tutti e si parla con tutti”, garantiscono le fonti. Meloni, che al vertice interverrà nella prima e nella terza sessione (dedicate rispettivamente ad ambiente e sviluppo sostenibile e a transizione digitale e Intelligenza artificiale), porterà al tavolo anche il tema dei migranti e dell’Africa. Il G20 è infatti considerato una nuova tappa della strategia del governo per il continente africano, che sarà ripresa poi a fine mese all’Assemblea generale dell’Onu prima della Conferenza Unione europea-Unione africana di novembre, quando sarà anche presentato il Piano Mattei. La premier ribadirà la necessità di essere più “competitivi” in Africa, giocando un ruolo da “protagonisti” nello sviluppo del continente. Di questo domani si parlerà anche in un incontro tra Ue e Unione africana (che entrerà permanentemente nel G20) convocato dalla presidente della Commissione Ursula von der Leyen e dal presidente del Consiglio Charles Michel. Il tema dell’Africa si lega anche al confronto in agenda sulla riforma delle istituzioni internazionali Fmi, Banca Mondiale e Banche di Sviluppo. La posizione dell’Italia, sul tema, è che sia necessario da subito utilizzare meglio i fondi, per evitare sprechi.
Rispetto a questa agenda è possibile che siano organizzati anche altri bilaterali, su cui le diplomazie sono al lavoro. Non escluso un confronto con il presidente egiziano al-Sisi, il primo di persona dopo la liberazione di Patrick Zaki, Meloni non dovrebbe invece vedere Paolo Gentiloni, dopo le critiche dei giorni scorsi al commissario Ue da parte della stessa premier e del vice Matteo Salvini. “Non credo che si incontreranno – spiegano le fonti – ci sono i ministri dell’Economia che si parlano tra di loro. La questione riguarda il focus della politica interna ed esula da questo contesto. Gentiloni magari si vedrà con Giorgetti”, anch’egli a Nuova Delhi.
Italia-Cina, bilaterale Meloni premier Li Qiang al G20Nuova Delhi, 8 set. (askanews) – La presidente del Consiglio Giorgia Meloni avrà domani un incontro bilaterale con il premier cinese Li Qiang, a margine del G20 di Nuova Delhi.
L’incontro – secondo quanto si apprende da fonti italiane – segue di pochi giorni la visita a Pechino del ministro degli Esteri Antonio Tajani. Meloni, entro la fine dell’anno, dovrebbe anche recarsi nella capitale cinese per un incontro con il presidente Xi Jinping. Sul tavolo del colloquio, in primo luogo, la questione del Memorandum sulla Via della Seta: l’accordo è in scadenza e l’Italia non dovrebbe rinnovarlo.
Porta (Pd): preoccupa esiguità risorse per Maeci in assestamentoRoma, 7 set. (askanews) – Intervenendo a nome del gruppo del Partito Democratico in commissione Affari Esteri, Fabio Porta (Pd) ha espresso la forte preoccupazione per l’esiguità delle risorse a disposizione del Maeci prevista dal disegno di legge di assestamento. “In particolare – ha sottolineato il deputato democratico – suscitano riserve le riduzioni di spesa a danno degli enti gestori, la cui attività risulta essenziale per la diffusione della lingua e cultura italiana all’estero, l’assenza del recupero delle risorse a favore di Comites e Cgie nonché il mancato incremento degli stanziamenti destinati alla cooperazione alla sviluppo – in antitesi ai tanto propagandati dal governo ‘Piano Mattei’ e ‘Turismo delle radici’”.
Per questi motivi Porta ha motivato l’astensione del Partito democratico sulla proposta di relazione relativa al disegno di legge recante “Rendiconto generale dell’Amministrazione dello Stato per l’esercizio finanziario 2022” ed il voto contrario sulla proposta di relazione relativa al disegno di legge recante “Disposizioni per l’assestamento del bilancio dello Stato per l’anno finanziario 2023”.
Meloni al G20 diviso su Ucraina, impegno dell’Italia per evitare flopNuova Delhi, 7 set. (askanews) – E’ un G20 su cui pesano le divisioni sulla guerra in Ucraina quello in programma sabato e domenica a Nuova Delhi in India, a cui partecipa la presidente del Consiglio Giorgia Meloni.
La presidenza indiana, con il motto ‘One Earth, One Family, One Future’, ha presentato un programma di lavoro vasto e vicino alle sensibilità dei Paesi in via di sviluppo e delle economie emergenti. I principali temi in agenda sono clima, energia, sicurezza alimentare, ‘empowerment’ femminile, salute, intelligenza artificiale e digitalizzazione. Al centro del vertice ci sarà però, naturalmente, il conflitto in Ucraina, tema sul quale il G20 (a cui non parteciperanno né il leader cinese Xi Jinping né quello russo Vladimir Putin) resta diviso sul linguaggio da adottare. Sulla questione, sottolineano fonti diplomatiche italiane, i Paesi G7 sono pronti a lavorare sul linguaggio contenuto nella dichiarazione finale del Vertice G20 di Bali dell’anno scorso, ma non a costo di alterarne la sostanza. Il mancato invito a Zelensky da parte della presidenza indiana sembra riflettere la volontà di evitare contrasti insuperabili sulla dichiarazione.
Differenze di opinioni vi sono anche sui temi della riforma dell’architettura finanziaria internazionale (Banca Mondiale, Fondo Monetario e Banche Multilaterali di Sviluppo). Sulla riforma dell’architettura finanziaria internazionale, il negoziato è incentrato su un possibile aumento di capitale della Banca Mondiale, con posizioni differenziate su un’eventuale revisione della governance. L’Italia, sottolineano le fonti, ritiene opportuno concentrare le risorse a dono sulle nazioni più povere e in particolare in Africa, allocando in maniera più efficace le risorse già disponibili. Durante il vertice sarà affrontato anche il tema delle migrazioni: cause profonde del fenomeno, lotta contro l’immigrazione illegale e il traffico di migranti, percorsi di migrazione legale e qualificata, collaborazione tra Stati di origine, transito e destinazione, impegno ad affrontare l’argomento anche in futuro, a partire dal prossimo anno con la presidenza brasiliana.
In questo quadro, il rischio è quello di far saltare il format G20, come “vittima collaterale” della guerra. Un rischio da evitare. Infatti, sottolineano le fonti diplomatiche, il G20, pur con i suoi limiti, rimane l’unica sede di confronto con India, Brasile e Cina sui grandi temi dell’agenda globale. L’obiettivo è quindi evitare che il vertice si concluda senza una dichiarazione finale, come successo nelle ultime riunioni ministeriali tematiche che, in assenza di un testo condiviso, si sono chiuse con un testo di sintesi della presidenza indiana. L’Italia, concludono le fonti, è impegnata affinché la presidenza indiana abbia successo. Una posizione che la presidente Meloni ha già espresso apertamente lo scorso marzo durante l’incontro con il premier Narendra Modi, al quale ha garantito la “piena collaborazione” dell’Italia per la riuscita del vertice. L’agenda del Vertice prevede tre sessioni tematiche, sui temi ‘One Earth’ (sabato mattina); ‘One Family’ (pomeriggio); e ‘One Future’ (domenica mattina). Ciascun Leader è previsto intervenire in due sessioni e Meloni parlerà nella prima e nella terza sessione. La prima è dedicata a clima, energia, ambiente e sviluppo sostenibile. Nella terza si dibatterà di transizione digitale, riforma delle istituzioni multilaterali e intelligenza artificiale. Per l’Italia è importante sviluppare meccanismi di governance globale, che assicurino la centralità della persona e il rispetto di standard etici, evitando che un uso distorto delle nuove tecnologie abbia un impatto negativo sul mondo del lavoro. Il summit sarà anche l’occasione per tenere incontri bilaterali.
Europee, stop di Lega e Fi all’ipotesi di ridurre la soglia al 3%Roma, 5 set. (askanews) – Il giorno dopo la notizia dell’ipotesi di una riduzione della soglia di sbarramento per le elezioni europee dal 4 al 3% le reazioni dei partiti sembrano perlopiù sfavorevoli.
L’idea – secondo indiscrezioni – sarebbe stata valutata da Fratelli d’Italia ma il partito di Giorgia Meloni, visti i numeri, non avrebbe certo bisogno dell’intervento: a beneficiarne sarebbero le formazioni minori. “Registriamo la sensibilità di alcune forze politiche su questo tema, che non riguarda Fratelli d’Italia, che si esprimerà quando ci sarà una proposta concreta sul tappeto”, ha precisato oggi il presidente dei senatori di Fdi Lucio Malan.Tra gli alleati un ‘no’ secco arriva dalla Lega. “La modifica della legge elettorale – ha messo nero su bianco in una nota il partito di Matteo Salvini – non è una priorità, ma soprattutto è giusto che gli italiani scelgano i propri rappresentanti senza che ci siano aiutini. Chi ha i voti, ottiene il seggio. Peraltro, in teoria sarebbe più ragionevole alzare la soglia: consentirebbe di limitare la frammentazione politica che rende il Paese più debole”. E se Noi moderati (potenzialmente interessato) assicura che “non ne faremo una questione di lotta all’ultimo sangue”, Forza Italia è contraria e con Maurizio Gasparri indica in Matteo Renzi il principale sostenitore della riforma: “Aveva il 40%, Palazzo Chigi, ora arranca, pietisce la riduzione del quorum per entrare al parlamento Europeo dal 4 al 3% che non otterrà. Non sarà rivista la soglia di accesso, semmai bisognerebbe portarla al 5”, dice il vice presidente del Senato. A cui replica la renziana Raffaella Paita: “Iv è contraria ad abbassare la soglia di sbarramento al 3%. Noi non abbiamo paura del voto dei cittadini, la soglia deve restare al 4%”.
Nel campo delle opposizioni certamente non interessati all’abbassamento della soglia sono Pd e M5s mentre un netto sì arriva dall’Alleanza verdi e sinistra: “Le norme attuali – sostiene Filiberto Zaratti – escludono milioni di persone dalla rappresentanza nel Parlamento europeo, organismo sempre più centrale nelle vite dei nostri Paesi. L’abbassamento della soglia elettorale al 3% è dunque una necessità democratica, o dobbiamo pensare che qualche forza politica ha paura del voto dei cittadini e delle cittadine?”.Ma a questo punto, visto che quasi nessuno la vuole, come e perchè sarebbe nata la proposta? A ipotizzare una risposta è Osvaldo Napoli (Azione) secondo cui è un’idea del centrodestra per “esasperare la competizione fra le opposizioni, tanto nella sinistra quanto al centro dello schieramento”.
Infrazioni Ue, Porta (Pd): governo penalizza italiani all’esteroRoma, 10 ago. (askanews) – “Le procedure europee di infrazione a carico del nostro Paese si attestano a 84, di cui 63 per violazione del diritto dell’Unione e 21 per mancato recepimento di direttive”. Lo scrive in una nota il deputato Pd, Fabio Porta, eletto nella circoscrizione estero, ripartizione America Meridionale.
“Queste violazioni comunitarie comportano multe salatissime da pagare alla Ue in forma di sanzione da parte del nostro Paese (centinaia di milioni di euro). Proprio per questo motivo il Parlamento (il Governo) ha recentemente approvato un decreto legge, il n. 69 chiamato il ‘salva-infrazioni’, che ha cercato di ridurre il numero delle procedure di infrazione gravanti sull’Italia e di prevenire l’apertura di nuove”, spiega. “In questo contesto, purtroppo e inspiegabilmente, il decreto ha ignorato, e quindi non ha sanato, due importsnti procedure di infrazione ancora aperte contro l’Italia, in tema di Assegno unico univerale e di Reddito di cittadinanza. La Commissione europea, come avevo da tempo denunciato con i miei interventi politici e le mie interrogazioni, aveva invitato l’Italia ad allineare la sua legislazione sul Rdc al diritto della Ue in materia di mobilità dei lavoratori avviando una procedura di infrazione (INFR2022/4024) ed aveva inoltre inviato una seconda lettera di costituzione in mora all’Italia (INFR2022/4113) per il mancato rispetto delle norme UE sul coordinamento della sicurezza sociale e sulla libera circolazione dei lavoratori sostenendo che l’introduzione dal marzo 2022 del nuovo assegno unico e universale per figli a carico – cui hanno diritto solo le persone residenti in Italia da almeno due anni a condizione che vivano in uno stesso nucleo familiare insieme ai figli – contrasta con il diritto UE in quanto non tratta i cittadini della UE in modo equo e si qualifica pertanto come discriminazione”, aggiunge.
“Il decreto ‘salva-infrazioni’ avrebbe quindi potuto e dovuto reppresentare lo strumento legislativo per modificare, come richiesto dalla Commissione europea, la normativa sul Reddito di cittadinanza (che presto diventerà Assegno di inclusione presentando le stesse problematiche) e sull’Assegno unico ritenuta non conforme al diritto dell’Unione europea in materia di libera circolazione dei lavoratori e di diritti sociali dei cittadini perché penalizzava (penalizza) soprattutto i nostri connazionali i quali rientrano in Italia ma anche i nostri connazionali residenti all’estero (i quali non solo non possono ottenere l’Assegno unico ma sono stati anche privati dell’assegno al nucleo familiare e delle detrazioni familiari per figli a carico)”, evidenzia Porta. “Alla luce di queste procedure di infrazione l’Italia avrebbe dovuto rivedere al più presto i vincoli e i requisiti di residenza previsti dalle norme sul Reddito di cittadinanza e sull’Assegno unico per conformarsi alle norme della Ue che vietano le discriminazioni basate sulla residenza e avrebbe dovuto trovare soluzioni adeguate per sanare le discriminazioni contro i nostri connazionali residenti all’estero. L’Italia non ha invece ritenuto opportuno nell’ambito del decreto n. 69 rispondere ai rilievi espressi dalla Commissione, con il rischio che ora la Commissione europea presenti ricorso per inadempimento davanti alla Corte di Giustizia delle Comunità Europee contro il nostro Paese. Si tratta di penalizzazioni e ritardi che dimostrano un grave disinteresse di questo Governo per i diritti degli italiani che vivono all’estero e che noi continueremo a segnalare e contestare”, conclude.