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Billi(Lega): grande risultato sede Tribunale brevetti Ue a Milano

Billi(Lega): grande risultato sede Tribunale brevetti Ue a MilanoRoma, 20 mag. (askanews) – “La sede di Londra del Tribunale Unificato dei Brevetti andrà a Milano. Un grande risultato per quella che è stata una delle priorità nell’impegno parlamentare, nonché una battaglia storica della Lega”. Lo dichiara il deputato della Lega Simone Billi, eletto nella circoscrizione estero e capogruppo del partito in commissione Esteri.

“Così – aggiunge – nella città meneghina sarà presente una sezione di questo tribunale. Il M5s aveva provato a forzare la candidatura di Torino, rischiando di far naufragare l’accordo. La sinistra ha governato 9 anni negli ultimi 10, senza mai riuscire a portare a casa il risultato”. Conclude Billi: “Un plauso al Governo e ai ministri che più si sono impegnati per il risultato raggiunto. Questo governo si conferma il ‘Governo del Fare’ nell’interesse degli Italiani, a differenza di chi, prima, aveva saputo solo rimandare la decisione”.

Nel G7 rivolto al Pacifico Meloni guarda alla centralità del Mediterraneo

Nel G7 rivolto al Pacifico Meloni guarda alla centralità del MediterraneoHiroshima, 18 mag. (askanews) – In un G7 che guarda al Pacifico, Giorgia Meloni è arrivata a Hiroshima con l’obiettivo di sottolineare l’importanza del Mediterraneo come ‘ponte’ tra gli oceani, da un punto di via geopolitico ed economico. Questo anche (o forse soprattutto) in vista del G7 2024, di cui l’Italia sarà presidente.

La presidente del Consiglio al debutto nel summit (unica donna alla guida di un Paese seduta al tavolo) avrà anche l’occasione di avere contatti con gli altri leader, non solo tra i sette, ma anche tra gli ospiti. Possibile dunque, ma ancora non formalmente in agenda, un colloquio con il presidente americano Joe Biden. Con gli Usa, in attesa della visita a Washington della premier, ci sono dossier aperti e anche qualche tensione, come la fuga dell’imprenditore russo Artem Uss e il ‘pressing’ per non rinnovare l’accordo sulla Via della Seta con la Cina. Altro colloquio rilevante – anch’esso da costruire – potrebbe essere quello con il presidente francese Emmanuel Macron, dopo le tensioni degli ultimi mesi con Parigi sui migranti, ravvivate dalle recenti dichiarazioni del ministro degli Interni Gerald Darmanin e dal capo del partito Renaissance Stéphane Séjourné. “Immagino che vedrò Macron nei prossimi giorni, le occasioni per vederci saranno molte ma a me non risulta che ci siano problemi tra Italia e Francia”, aveva assicurato Meloni poco più di una settimana fa a Praga. Si vedrà se a Hiroshima ci sarà la ricucitura. Per il resto, il focus del summit, guidato dal Giappone e con due ‘big’ (Usa e Canada) che affacciano sul Pacifico, guarda molto alla Cina e all’Asia. Il premier Fumio Kishida, incontrando Meloni in un bilaterale, ha sottolineato la necessità di “mantenere la coesione” nei confronti di Pechino. Meloni ha più volte ricordato il rischio della dipendenza dalla Cina e anche oggi con Kishida ha sottolineato il bisogno di spingere sulla transizione energetica per non “creare nuove dipendenze strategiche”. L’Indo-Pacifico è comunque un’area a cui Roma guarda con attenzione e il recente viaggio di Meloni a Nuova Dehli ne è la dimostrazione. Proprio in quell’occasione la premier aveva proposto il Mediterraneo come ‘mare di mezzo’ tra Atlantico e Indo-Pacifico. Certo per l’Italia, nel rapporto con la Cina, c’è da risolvere il problema dell’accordo sulla Via della Seta, in scadenza quest’anno. Pechino preme per un rinnovo, l’America per la sua chiusura. Meloni, sempre a Praga, aveva sottolineato che “una decisione non è stata ancora presa”. In realtà, secondo fonti governative, “non c’è un’urgenza, non c’è tutta questa pressione sull’Italia”. La riflessione è in corso e riguarda, si fa notare, anche Parlamento e Copasir. Alla fine l’accordo dovrebbe essere sciolto, ma occorrerà trovare il modo di farlo senza creare un eccessivo ‘strappo’ con la Cina.

Tema in agenda molto sentito dall’Italia è poi quello del cosiddetto Global South, i Paesi del Sud del mondo. Per la presidente del Consiglio occorre uscire da una divisione in blocchi tra Paesi ricchi e poveri nel segno del “West and the rest”, un approccio ritenuto “disastroso”. L’Italia in particolare (con il piano Mattei) vuol essere protagonista in Africa. Altro tema centrale è quello della guerra in Ucraina: i 7 grandi ribadiranno il pieno appoggio a Kiev fino a quando sarà necessario. Prevista anche la partecipazione – probabilmente da remoto – del presidente Volodymyr Zelensky. Su questa linea l’Italia è fermamente schierata e l’accoglienza del leader ucraino a Roma sabato scorso ne è la conferma.

Sicurezza economica, coercizione economica, salute, ambiente gli altri temi sul tavolo, così come il disarmo nucleare, molto sentito dal Giappone, che si trova stretto fra tre potenze nucleari (Russia, Cina, Nord Corea) in alcuni casi molto aggressive: la scelta di Hiroshima come sede del G7 non è casuale.

Mattarella da Oslo: cambiamenti climatici impongono ripensamenti radicali

Mattarella da Oslo: cambiamenti climatici impongono ripensamenti radicaliTrondheim, 12 mag. (askanews) – “I drammatici effetti provocati dai cambiamenti climatici impongono a tutti noi un radicale ripensamento dei nostri sistemi di vita, di quelli economici e produttivi”. E’ l’appello che Sergio Mattarella formula a Trondheim, nel nord della Norvegia, nel Politecnico dove si progetta l’economia verde.

Il seminario a cui il capo dello Stato è stato invitato a partecipare ha un titolo emblematico: “Rendere verde il futuro”, e alla tavola rotonda siedono anche dirigenti di Eni e Saipem, le aziende italiane che qui in Norvegia operano fianco a fianco con quelle locali per ricercare soluzioni avanzate di sfruttamento dell’energia. E’ indubbio, sostiene Mattarella, che l’aggressione della Russia all’Ucraina e la conseguente necessità di rendere l’Europa indipendente dal petrolio russo abbia imposto un’accelerazione nella ricerca di risorse energetiche alternative. “La sicurezza e il futuro delle nostre comunità passano anche per la sicurezza e l’indipendenza energetica” ma, attenzione, la gestione di queste risorse “così di come di quelle alimentari, non possono essere una forma impropria di pressione e minaccia contro l’autonomia e l’indipendenza di altri popoli”. La Norvegia si è rivelata una grande alleata dell’Europa nel momento in cui ha intensificato la sua fornitura di gas per sopperire a quello che è stato bloccato da Mosca, ma Oslo è anche un paese che guarda al futuro e che investe per le energie rinnovabili.

“Raggiungere sicurezza e indipendenza non significa – avverte infatti Mattarella – affidarsi esclusivamente alle fonti energetiche tradizionali, venendo meno all’impegno nella lotta ai cambiamenti climatici. Il cambio di passo deve riguardare l’innovazione, non soltanto il cambio di rotte di approvvigionamento e fornitori. Serve un nuovo paradigma, serve avere l’ambizione di essere nel gruppo di testa che guida il cambiamento, piuttosto che nel gruppo di coda rivolto ad amministrare un passato in esaurimento”. Proprio come fa la Norvegia che “promuove lo sviluppo dell’energia eolica, l’utilizzo dell’idrogeno quale combustibile pulito e lo stoccaggio dell’anidride carbonica nel sottosuolo”. Per il capo dello Stato infatti “occorre accelerare nella transizione verde”, è un dovere verso le generazioni future oltre che verso il pianeta. Ecco perchè l’Italia guarda a Oslo per “rilevanti e positive sinergie”. L’eolico nel Mare del Nord e il fotovoltaico nel bacino del Mediterraneo possono diventare, secondo Mattarella, “fonti di energia pulita del continente europeo e alimentare così una nuova rivoluzione nei processi produttivi e nei modelli di vita, così come accadde con il carbone della Ruhr, a cavallo tra il XIX e il XX secolo”.

Protagoniste di questa “nuova rivoluzione” possono essere proprio l’Italia e la Norvegia, come “perni di una rete” che si dipana dal Mare del Nord fino all’Africa attraverso il Mediterraneo. Perciò il presidente della Repubblica è venuto fino a Trondheim, nel cuore della Norvegia, per caldeggiare la collaborazione tra imprese, istituzioni ma anche tra istituti di ricerca – qui infatti lavorano e vivono diversi ricercatori e docenti universitari italiani – con l’obiettivo di “favorire importanti progressi nella sperimentazione di nuove tecnologie verdi ed ecosostenibili”. “Con partenariati sempre più saldi sapremo rispondere con successo alle sfide poste dal cambiamento climatico e garantire un futuro di prosperità e progresso alle giovani generazioni”, è l’auspicio con cui Mattarella ha concluso il suo discorso.

Sabato Zelensky a Roma da Mattarella e Meloni, poi vede Papa

Sabato Zelensky a Roma da Mattarella e Meloni, poi vede PapaRRoma, 12 mag. (askanews) – Il presidente Ucraino Volodymyr Zelensky arriva sabato a Roma per una visita che lo porterà a incontrare il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e papa Francesco.

Zelensky arriverà sabato mattina in una Capitale blindata: previsti servizi ad ampio raggio, bonifiche nelle zone sensibili (e anche nella rete fognaria), sorveglianza anche nel Tevere e dall’alto, grazie a elicotteri. Ad accoglierlo e ad accompagnarlo nelle visite istituzionali ci sarà il ministro degli Esteri, Antonio Tajani. Sul programma dettagliato della visita c’è uno stretto riserbo per motivi di sicurezza, ma secondo quanto si apprende il primo appuntamento sarà al Quirinale per quella che è ormai diventata una visita ufficiale. Mattarella e Zelensky non si vedono dal 2020, quindi è la prima volta per un faccia a faccia tra i due capi di Stato da quando è iniziata la guerra. La posizione dell’Italia è la stessa e non è mai mutata da quando c’è stata l’invasione russa: sostegno all’Ucraina e rispetto della sua integrità territoriale. Anche quella ucraina non ci si aspetta che sarà diversa da quanto Zelensky ha fatto in tutti questi mesi: una richiesta di aiuto all’Europa e all’Occidente, anche militare, per contrastare l’aggressore. L’incontro non prevede dichiarazioni finali. Per quanto riguarda il capo dello Stato giova ricordare quanto ha detto in questi mesi e ha ripetuto ieri da Oslo dopo l’incontro con il primo ministro norvegese: “Contrastare la politica di aggressività della Russia è necessario ma non ci deve distogliere dalla ricerca di un approdo di pace”. Mattarella si augura che a Mosca torni la razionalità. L’invasione russa ad un paese europeo rappresenta infatti per l’Ue una novità assoluta e un salto di qualità che non si era mai visto dalla seconda guerra mondiale a oggi. “La comunità internazionale si fonda sul multilateralismo, sul rispetto della indipendenza e della sovranità di ciascuno Stato – ha ripetuto anche ieri il presidente della Repubblica -, sui valori di libertà e democrazia e sulla salvaguardia della dignità umana e di quei diritti fondamentali che consideriamo irrinunciabili, e quindi incomprimibili”.

Subito dopo il Quirinale, il leader ucraino si recherà a Palazzo Chigi per incontrare la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. I due si sono già visti a Kiev lo scorso 21 febbraio e in quell’occasione la premier aveva invitato Zelensky in Italia. Invito ribadito lo scorso 26 aprile, in occasione della Conferenza di Roma sulla ricostruzione a cui Zelensky aveva partecipato in video collegamento. L’incontro (a cui potrebbero seguire delle dichiarazioni alla stampa) saranno l’occasione per fare il punto sulla situazione del conflitto. Meloni ha assicurato più volte, l’ultima nella sua visita a Praga di mercoledì scorso, che l’Italia continuerà a dare “un sostegno a 360 gradi” a Kiev, per “tutto il tempo necessario”. Un sostegno sul piano politico, militare, umanitario ma anche della ricostruzione, che vuol dire “scommettere sulla vittoria dell’Ucraina” e su “un futuro di libertà e pace” per il Paese. Pieno supporto, da Meloni, anche al processo avviato per l’ingresso di Kiev nell’Unione europea: “Un’aspirazione – la sua posizione – che io considero, che noi consideriamo, assolutamente sacrosanta da parte di chi oggi difende con la sua vita anche la nostra libertà”. Nel pomeriggio, poi, Zelensky sarà in Vaticano ricevuto in visita privata da papa Francesco. Il Santo Padre, certamente, nel colloquio privato con il presidente ucraino ribadirà la sua posizione schierata sul fronte della pace e del dialogo tra le parti. Una posizione ribadita ormai in modo quasi ossessivo, in ultimo anche mercoledì scorso al termine dell’udienza generale in piazza San Pietro. Un anelito, quello per la cessazione del conflitto “le cui prime vittime sono i civili inermi, donne e bambini”, ha ribadito a più riprese, che lo ha spinto a rendersi disponibile ad una mediazione personale e della Santa Sede, in questo senso. Era stato lo stesso Francesco, infatti, sul volo di ritorno dall’Ungheria al termine del suo ultimo viaggio internazionale ad accennare ai giornalisti ad una “missione di pace” della Santa Sede in corso. “Sono disposto a fare tutto il possibile per la pace in Ucraina”, aveva ribadito il Papa in quella circostanza.

La giornata proseguirà con la partecipazione del presidente ucraino ad uno speciale ‘Porta a porta’ di Bruno Vespa, in onda alle 18.30 su Rai1.

Mattarella: risorse energetiche non siano forme pressione su popoli

Mattarella: risorse energetiche non siano forme pressione su popoliTrondheim, 12 mag. (askanews) – “Le gestioni delle risorse energetiche, così di come di quelle alimentari, non possono essere una forma impropria di pressione e minaccia contro l’autonomia e l’indipendenza di altri popoli”. Lo ha ribadito il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel suo intervento all’università di Trondheim, in Norvegia, durante un seminario sulle energie rinnovabili.

“Si tratta di beni che Paesi come i nostri, che credono fermamente nel multilateralismo, non possono che affidare – avverte il capo dello Stato – ad ambiti di collaborazione internazionale che abbiano l’ambizione di difendere la pace, la libertà e il progresso”. “La sicurezza e il futuro delle nostre comunità passano anche per la sicurezza e l’indipendenza energetica”, ha ricordato ancora Mattarella osservando che “l’insensata aggressione della Federazione Russa all’Ucraina ci ha anche reso pienamente consapevoli del valore strategico delle risorse energetiche” e del loro “gravoso impatto economico, particolarmente in tempi di crisi”.

La Marca (Pd): riacquisto della cittadinanza questione numero uno

La Marca (Pd): riacquisto della cittadinanza questione numero unoRoma, 12 mag. (askanews) – La riforma costituzionale che ha diminuito il numero dei deputati e dei senatori ha inciso anche sul numero degli eletti all’estero, che però hanno la rappresentanza di elettori disseminati su enormi territori. A circa sette mesi dall’inizio della legislatura, abbiamo chiesto a Francesca La Marca, senatrice del Pd eletta nella ripartizione dell’America settentrionale e centrale, di fare il punto sul rapporto fra parlamentari e comunità di italiani all’estero. “In quindici anni di rappresentanza estera in Parlamento – ha sottolineato – il numero degli iscritti all’Aire è raddoppiato: da tre milioni a circa sei milioni. Nella mia ripartizione, che va dal Canada fino a Panama sono oltre 500mila gli italiani residenti. E il numero aumenta ogni anno”.

“Il territorio della mia ripartizione – ha aggiunto l’esponente democratica – è un continente e mezzo, non ci posso andare ogni fine settimana. Ci vado fisicamente una volta al mese, in linea di massima. Ora sono stata in Centro America e in Canada, andrò in Florida per la festa della Repubblica, e anche in Canada. Mi organizzo con la mailing list, che è utilissima, mandiamo comunicati due o tre volte a settimana per aggiornare l’elettorato sulla mia attività parlamentare, poi ovviamente usiamo i social network, Facebook, Linkedin, Twitter, ho anche un sito. Poi facciamo interviste, in radio, tv locali, riunioni con i Comites, via Zoom quando non posso esserci fisicamente. Quindi un mix di presenza e digitale”. D. Quali sono le principali richieste che i connazionali sottopongono ai loro rappresentanti in Parlamento?

R. Abbiamo tematiche che ci accomunano come italiani nel mondo, oltre sei milioni come dicevamo, per non parlare degli italodiscendenti. Però è altrettanto evidente che quasi ogni circoscrizione consolare ha le proprie esigenze: se penso al mio territorio, chiaramente quello che mi chiedono a Città del Messico è diverso da quello che mi chiedono gli italiani a Vancouver, che a sua volta è diverso da quello che mi chiedono a New York… ogni comunità ha le proprie esigenze. Ma se dovessi riassumere: la questione numero uno, per quanto mi riguarda, è il riacquisto della cittadinanza per chi l’ha persa. Sappiamo che con lo ius sanguinis persone di terza, quarta, addirittura quinta generazione riescono ad ottenerla ma la cosa che mi preme di più è la situazione di chi ha dovuto naturalizzarsi (nel Paese di residenza, ndr) decenni o anni addietro, perdendo la cittadinanza italiana. Quindi, riacquisto per chi l’ha persa. E’ una cosa molto sentita, ogni settimana arrivano mail su questo tema e io continuerò a battermi su questo. D. Quali sono le altre tematiche sui quali si concentra la sua attività di parlamentare eletta all’estero?

R. Innanzitutto la rete consolare, i servizi consolari che per quanto mi riguarda sono carenti. C’è obiettivamente una mancanza di personale, è un tema che porterò all’attenzione del ministro Tajani, tanto già sa che lo farò. Io spessissimo lavoro su questo e stiamo preparando una nuova interrogazione sul tema: servizi consolari e servizi ai connazionali. Poi c’è il tema di lingua e cultura: alcuni anni fa è stata cambiata la circolare, quindi per attingere ai fondi ministeriali gli enti gestori, i promotori di lingua e cultura all’estero fanno più fatica ad accedere ai finanziamenti. Questo è un problema molto grave perché ovviamente mette in difficoltà la promozione, hanno dovuto tagliare l’insegnamento dell’italiano. E’ grave perché si insegna non solo ai discendenti degli italiani ma anche a persone di altra cultura, che ora non studiano italiano in Canada, Stati Uniti, eccetera. D. Sostanzialmente problemi di finanziamento, più che di norme legislative. Quindi di scelte, di attenzione dei governi italiani sul questi problemi?

R. Questo è. Assolutamente sì. E’ il problema – ha ribadito La Marca – di come poter attingere al finanziamento per fare queste attività di promozione, ad esempio per scuole: e parliamo di quelle accreditate, sia chiaro. Un altro tipo di problemi dei quali ci troviamo a occuparci come eletti all’estero sono quelli previdenziali: ci sono tanti pensionati che risiedono all’estero cui spetta la pensione italiana. Quindi si lavora stando in stretto contatto con i patronati, che hanno altri problemi che cerchiamo di risolvere lavorando a stretto contatto con l’Inps. D. Lei attualmente fa parte di un gruppo di opposizione, ma non è alla sua prima esperienza parlamentare. Dal suo punto di vista, qual è stato l’approccio dei diversi governi agli interessi e alle istanze dei connazionali che vivono all’estero?

R. In linea di massima, destra, sinistra o centro, tutti i governi hanno avuto, chi più chi meno, una disattenzione nei confronti degli italiani nel mondo. Questa cosa è certa e non ho problemi a dirlo. Detto ciò, nei governi Renzi e Gentiloni c’è stata una maggiore attenzione nei confronti degli italiani all’estero, tant’è che aumentarono il fondo per la promozione della lingua e della cultura italiana e per i Comites e il Cgie. Questo governo continua a riempirsi la bocca con la promozione dell’italianità nel mondo, il Made in Italy e invece abbiamo visto che hanno tagliato la dotazione ai Comites e al Cgie. Abbiamo visto tagli drastici, non solo una disattenzione ma una mancanza di rispetto nei confronti degli italiani all’estero. Mi aspettavo una attenzione maggiore, un rispetto maggiore per gli italiani all’estero e non è affatto andata così.

Zelensky atteso a Roma. Mattarella: cercare approdo di pace

Zelensky atteso a Roma. Mattarella: cercare approdo di paceOslo, 11 mag. (askanews) – “Contrastare la politica di aggressività della Russia è necessario ma non ci deve distogliere dalla ricerca di un approdo di pace”. Sergio Mattarella, a Oslo per una visita di Stato molto attesa, ribadisce la linea scelta dall’Europa e dalla Nato a difesa dell’Ucraina. Parole pronunciate mentre già circola la notizia che il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, si starebbe preparando a venire a Roma, tra sabato e domenica, dove dovrebbe incontrare il Papa, lo stesso capo dello Stato e la premier Giorgia Meloni.

E più tardi, mentre Mattarella parla al Palazzo Reale dello stretto legame tra Italia e Norvegia, a partire dalla presenza nell’Alleanza Atlantica che promuove il multilateralismo e la difesa delle libertà e della democrazia, arriva una conferma che le diplomazie sono a lavoro per definire l’agenda degli incontri del presidente ucraino in Italia. “La Russia è stata irrazionale nelle motivazioni e nei comportamenti, ci auguriamo a Mosca tornino elementi di razionalità”, dice in mattinata Mattarella al primo ministro norvegese Jonas Gahr Støre. La Norvegia, del resto, è un paese in prima linea anche per la sua vicinanza geografica a Mosca, e recentemente ha confermato l’invio di aiuti militari a Kiev per i prossimi cinque anni ma, d’altro canto, ha interesse anche ad una normalizzazione dei rapporti con la federazione russa. Per il premier norvegese, infatti, c’è da considerare anche i rapporti con Mosca con cui condividono 200 km e il mare, perciò a suo avviso si deve ragionare su una soluzione perchè quella militare non ci sarà.

La Russia, ha convenuto il capo dello Stato, ha creato un enorme problema di sicurezza nell’Europa tanto che Svezia e Finlandia, paesi prima neutrali, sono entrate nella Nato. Ma bisogna lavorare in modo intenso ed equilibrato per prefigurare già adesso la fase della fine della guerra quando avverrà. Oggi, ha aggiunto, ci misuriamo in una lotta “contro le tenebre che l’insensata aggressione della Federazione Russa all’Ucraina cerca di portare nel nostro continente”. La Norvegia non è nell’Ue ma è tra i fondatori dell’Alleanza Atlantica, condivide quindi la “visione di una comunità internazionale fondata sul multilateralismo, sul rispetto della indipendenza e della sovranità di ciascuno Stato, sui valori di libertà e democrazia e sulla salvaguardia della dignità umana e di quei diritti fondamentali che consideriamo irrinunciabili, e quindi incomprimibili”. La visita del presidente della Repubblica è servita a rinnovare i legami storici tra Italia e Norvegia, ma anche a sancire nuove collaborazioni come sulle energie rinnovabili, settore su cui il paese dei fiordi punta molto. Venerdì infatti Mattarella si recherà a Trondheim, nel nord del paese, per “toccare con mano una delle nuove frontiere della nostra cooperazione: al Politecnico di Trondheim ricercatori norvegesi e italiani lavorano fianco a fianco per trovare soluzioni innovative in grado di garantire al nostro pianeta una crescita sostenibile”.

Onori (M5s): serve portale unico per nostri connazionali nel mondo

Onori (M5s): serve portale unico per nostri connazionali nel mondoRoma, 11 mag. (askanews) – “Con la proposta di legge a mia prima firma presentata alla Camera dal Movimento 5 Stelle, chiediamo al governo l’istituzione di un Portale unico per gli italiani all’estero, strumento indispensabile per migliorare l’accesso a servizi fondamentali da parte dei nostri connazionali nel mondo”. Lo dichiara in una nota la deputata Federica Onori, eletta nella Ripartizione Europa della Circoscrizione estero e prima firmataria della proposta di legge – già presentata dal M5S nella scorsa legislatura – ricordando come questa si inquadri nel continuativo impegno del Movimento a favore degli italiani all’estero, in particolare per il miglioramento dei servizi consolari.

Quella degli italiani all’estero, ha sottolineato Onori, è “una comunità enorme di 6 milioni di persone, la stessa popolazione del Lazio, quasi un decimo della popolazione nazionale totale, che è in continua crescita e che merita maggiore attenzione da parte delle istituzioni nazionali”. “Il Portale unico che chiediamo di istitiure – spiega Onori – sarebbe uno strumento di estrema utilità sociale dove i residenti oltreconfine, ma anche gli italiani che intendono trasferirsi e quelli rimpatriati, troverebbero raccolte tutte le informazioni e gli aggiornamenti in tema di agevolazioni, votazioni, normativa di riferimento, indicazioni sui servizi consolari erogati online dalla rete di ambasciate e consolati”.

“L’obiettivo – prosegue Onori – è omogeneizzare gli standard comunicativi, coordinare i flussi informativi, armonizzare il funzionamento della rete dei terminali dello Stato all’estero e migliorare la capacità di interazione con i cittadini. Sarebbe un grande miglioramento per la vita di milioni di nostri connazionali e per questo sono fiduciosa che questa proposta di legge incontrerà il sostegno trasversale di tutte le forze politiche così da essere approvata in tempi brevi”, conclude la deputata del M5s.

Porta (Pd) in Argentina incontra sindacati del settore energetico

Porta (Pd) in Argentina incontra sindacati del settore energeticoRoma, 9 mag. (askanews) – In Argentina per incontri di carattere politico e istituzionale, il deputato del Partito Democratico italiano, Fabio Porta, ha incontrato a Buenos Aires il segretario generale della Federazione dei lavoratori del settore energetico (FATLyF), Guillermo Moser.

Nel corso dell’incontro si è parlato della situazione politica italiana e argentina e soprattutto delle principali questioni legate al mondo del lavoro, con particolare riferimento al settore energetico. A questo proposito Moser e Porta hanno espresso la loro preoccupazione sui ripetuti disservizi che hanno riguardato negli ultimi anni la rete elettrica gestita da Edesur, di proprietà di ENEL e responsabile per la distribuzione dell’elettricità in quasi metà della grande Buenos Aires, nella zona sud e sud-ovest.

Il parlamentare eletto nella circoscrizione estero, ripartizione America meridionale ha preannunciato iniziative parlamentari in tal senso, considerando che nella zona interessata vive la maggior parte della comunità italiana dell’Argentina. All’incontro erano presenti il coordinatore USEF Argentina e candidato del Pd alle ultime elezioni Salvatore Finocchiaro, il Segretario nazionale Lauro Joè Paz, il responsabile per le relazioni internazionali di FATLyF Marcelo Vecellio e del sindacato di Rosario Nestor Salvatierra.

Mattarella ricorda le vittime del terrorismo: mai più violenza politica

Mattarella ricorda le vittime del terrorismo: mai più violenza politicaRoma, 9 mag. (askanews) – “Mai più violenza politica, mai più stragi”. E’ il monito con cui Sergio Mattarella ha concluso il suo discorso al Quirinale per il Giorno della memoria delle vittime del terrorismo. “Sono tante, troppe le vittime del terrorismo e dell’eversione”, ha sottolineato il capo dello Stato -. Intorno alla loro memoria ci stringiamo oggi commossi per ribadire con determinazione: mai più violenza politica, mai più stragi”. Stragi che “talvolta sono state compiute con la complicità di uomini da cui lo Stato e i cittadini avrebbero dovuto ricevere difesa; con la violenza politica, tra giovani di opposte fazioni che respiravano l’aria avvelenata di scontro ideologico”.

Le vittime del terrorismo “parlano a tutti noi, parlano ai nostri giovani sollecitandoli a fare delle istituzioni il luogo autentico del confronto politico, a non lasciarsi accecare dall’odio né tentare dalla violenza per imporre le proprie convinzioni”, ha ammonito Mattarella. E ha aggiunto: “La democrazia della nostra Repubblica si nutre di tolleranza, di pazienza, di confronto, di rispetto. E’ una strada che a taluno appare lunga e faticosa ma è l’unica di progresso della convivenza. L’unica capace di ottenere e mantenere nel tempo pace, serenità, benessere, diritti a tutti i cittadini”. Le parole di odio e l’avversario trasformato in nemico da abbattere sono “modalità patologiche della contesa politica che vanno condannate e respinte”, ha insistito il capo dello Stato, convinto che “la Repubblica ha saputo produrre i suoi anticorpi, ben sapendo che un clima di scontro violento, parole d’odio, l’avversario trasformato in nemico da abbattere, costituiscono modalità patologiche della contesa politica che, oggi come allora, vanno condannate e respinte con decisione”.