Frontalieri, Lega: il 26 aprile ratifica accordo alla CameraRoma, 20 apr. (askanews) — “Inizia oggi a Montecitorio il processo di ratifica dell’accordo sui frontalieri Italia-Svizzera, che si concluderà il prossimo 26 aprile in Aula. Questo accordo tra Repubblica italiana e Confederazione elvetica, per evitare doppie imposizioni e regolare altre questioni in materia di imposte sul reddito e patrimonio, è essenziale per chi vive nelle zone di confine ed è atteso da una decina di anni. La Lega al governo si conferma un partito del fare nell’interesse della gente.”Lo dichiarano i deputati della Lega Eugenio Zoffili, Stefano Candiani, Paolo Formentini e Simone Billi.
Mattarella tra l’”orrore” di Auschwitz: ‘Regimi fascisti complici’
Auschwitz, 18 apr. (askanews) – “Milioni di cittadini furono assassinati da un regime sanguinario come quello nazista che, con la complicità dei regimi fascisti europei, che consegnarono propri concittadini ai carnefici, si macchiò di un crimine atroce contro l’umanità. Un crimine che non può conoscere né oblio né perdono”. Sergio Mattarella scandisce queste parole davanti ai deicimila ragazzi arrivati da tutto il mondo per la “marcia dei vivi” che da 35 anni vede arrivare giovani di origine ebraica ad Auschwitz per ricordare ma anche per riaffermare il valore della vita proprio tra le palazzine del campo di concentramento più grande del mondo. La macchina infernale concepita dai nazisti per eliminare non solo ebrei ma anche dissidenti e minoranze etniche “sgradite”.
“In quattro anni, dal 1941 al 1945, in questo complesso furono assassinate centinaia di migliaia di persone, ben oltre un milione, in ragione della propria appartenenza a una fede, a una cultura, in ragione delle loro convinzioni o della loro condizione”, ricorda il capo dello Stato che nella visita al museo “dell’orrore inimmaginabile” prodotto dall’uomo contro l’uomo è stato accompagnato da due sopravvissute, Andra e Tatiana Bucci, internate a Birkenau quando avevano 4 e 6 anni. “Siamo state fortunate” dicono a Mattarella e ai ragazzi di tre licei italiani che le hanno seguite in questo viaggio nella memoria. “Della nostra famiglia siamo stati portati qui in 13”, ne usciranno vivi in 4. Qui ad Auschwitz furono internati 232mila bambini ma solo 7.500 sono sopravvissuti. “Per me venire qui è come visitare il cimitero di famiglia”, dice Tatiana Bucci che ammette di essere stata molto scettica se partecipare a questa giornata di commemorazione, “ma vedere tutta questa gioventù mi ha convinto, mentre giravo per il campo non riuscivo a parlare, piangevo. Sono tornata qui per la prima volta negli anni 90, prima non parlavamo noi sopravvissuti, non ci volevano ascoltare e noi non volevamo parlare di quello che avevamo vissuto”.
“Nei campi nazisti, oltre a milioni di ebrei, bersaglio di quella disumana macchina di orrore, anche oppositori politici, sinti, rom, disabili, omosessuali trovarono la morte nelle camere a gas, o per il freddo, la fatica, la fame e le malattie o, ancora, perché vittime di esperimenti criminali”, dice ancora Mattarella che poco prima ha girato tra questi edifici di orrore e ha potuto vedere tutti gli oggetti che sono stati ritrovati e recuperati, scarpe, valige, perfino abiti di neonati: “Ho studiato tutto questo molto a lungo ed è impressionante ma vederlo è un’altra cosa. E’ già straziante leggere e vedere nei video le testimonianze, ma vederlo è un’altra cosa, dà la misura dell’inimmaginabile”, ha detto il Presidente durante la visita al museo. “Vedere quelle scarpe, vedere quelle scarpette dei bambini, dei neonati sono cose inimmaginabili – ha ripetuto – e bisogna continuare a ricordare perchè quello che vediamo è una piccola parte”, ha aggiunto. “Cittadini innocenti di ogni parte d’Europa furono tradotti bestialmente a questo luogo di morte. Un immenso cimitero senza tombe. Possiamo recarci al Muro della Morte – come Mattarella ha fatto fermandosi per un lungo momento di raccoglimento davanti alla corona deposta sul muro – ma, se pensiamo alle vittime, dobbiamo alzare lo sguardo ben oltre”.
E se la Polonia, ricorda, “ha pagato un prezzo altissimo” Mattarella non dimentica che “tra l’autunno del 1943 e gli ultimi mesi del 1944, anche migliaia di italiani furono deportati qui dall’Italia. Per la quasi totalità di loro fu un viaggio senza ritorno”. Il messaggio che Mattarella vuole trasmettere a questi studenti, ai giovani che sono venuti qui per incontrare le sorelle Bucci e per vedere con i loro occhi cosa è stato l’Olocausto, è di non dimenticare e di ricordare per quando i sopravvissuti non ci saranno più: “La cosa che dovete fare è trasmettere anche voi, a vostra volta, la memoria. Dovete trasmetterla anche voi a chi verrà dopo”. Ricordare, avverte Mattarella parlando più tardi alla cerimonia conclusiva della marcia dei vivi a Birkenau, “è dimensione di impegno. È dimostrazione che, contro gli araldi dell’oblio, la memoria vince. Per affermare l’orgoglio di voler essere ‘persone umane’. Per ripetere – e ribadire – ‘mai più’”.
Oggi più che mai infatti secondo il presidente della Repubblica mentre vediamo “riproporsi temi e argomenti che avvelenarono la stagione degli anni ’30 del secolo scorso con l’infuriare dell’aggressione russa all’Ucraina, la Memoria dell’Olocausto rimane un monito perenne che non può essere evaso. L’odio, il pregiudizio, il razzismo, l’estremismo, l’antisemitismo, l’indifferenza, il delirio, la volontà di potenza sono in agguato, sfidano in permanenza la coscienza delle persone e dei popoli” e per questo “non può essere ammesso nessun cedimento alle manifestazioni di intolleranza e di violenza, nessun arretramento nella tutela dei diritti e delle libertà fondamentali, base del nostro convivere pacifico. Chi aggredisce l’ordine internazionale fondato su questi principi deve sapere che i popoli liberi sono e saranno uniti e determinati nel difenderli”. “Abbiamo bisogno di coesione da tutte le parti – è il monito di Tatiana Bucci -, dobbiamo essere pronti ad accettare il diverso, è insopportabile che il nostro Mediterraneo sia diventato un cimitero”.
Expo, Gualtieri: Sistema Italia ci sostiene,come bellezza di RomaRoma, 18 apr. (askanews) – “Se sentiamo il sostegno del Sistema Italia a sostegno della candidatura di Roma? Certamente, siamo tutti impegnati. Il governo in primo luogo con un forte impegno in tutte le sedi e tutti i livelli istituzionali stanno ponendo expo al centro delle relazioni. Se l’Italia scende in campo con tutte le sue forze è un valore aggiunto, come lo è la qualità del progetto e non solo la bellezza della città che lascia tutti senza fiato”. Lo ha spiegato il sindaco di Roma Roberto Gualtieri in Campidoglio, in una pausa della visita degli ispettori del Bureau International di Expo in corso nella Capitale. “Oggi li abbiamo portati ai Musei Capitolini, li ha colpiti la vista della città – continua Gualtieri – ma anche la qualità del progetto e la caratteristica che è ispirato ai principi dello sviluppo sostenibile. Obiettivi che nel 2030 conosceranno un momento di valutazione e rilancio”. “Penseremo anche al dopo – ha spiegato Gualtieri – rivaluteremo un quadrante della città. Offriremo una cornice come Roma a tutti i paesi per partecipare a Expo, questo non è un Expo per mostrare quanto siamo bravi ma per includere tutti i Paesi e i diversi soggetti che parteciperanno a questa avventura e misurarsi insieme per dire quali soluzioni l’umanità può elaborare per affrontare le sfide dei cambiamenti climatici – ha concluso – per ridurre distanze e disuguaglianze, per valorizzare l’innovazione per creare nuova occupazione e come tutto questo si trasforma in rigenerazione per le città”.
Expo, Gualtieri: Roma città di pace, collaboreremo con OdessaRoma, 18 apr. (askanews) – “Roma è una città di pace, l’ho già detto e lo ripeto. Roma auspica la pace e vuole costruire un rapporto speciale con Odessa. Adesso aspettiamo le valutazioni e quali città saranno ammesse alla finale di Expo e poi faremo delle considerazioni in tal senso”. Lo ha spiegato il sindaco di Roma Roberto Gualtieri in Campidoglio, in una pausa della visita degli ispettori del Bureau International di Expo in corso nella Capitale, a chi gli chiedeva come si ponesse la Capitale rispetto alla candidatura concorrente di Odessa.
Mattarella “richiama” Ue: regole preistoriche sui migrantiVarsavia, 17 apr. (askanews) – Due temi forti quelli toccati dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel corso della sua visita di Stato in Polonia: l’Ucraina e i migranti.
Innanzitutto il richiamo all’Europa affinchè si assuma la responsabilità di modificare le regole di Dublino sull’asilo che affidano tutto il peso dell’accoglienza dei migranti al primo Paese in cui arrivano. “Nessuno Stato da solo può affrontare il tema delle migrazioni – ha spiegato Mattarella -. Questo richiama la responsabilità dell’Unione europea per una nuova politica di asilo superando le vecchie regole ormai della preistoria”. Parole che Fdi rigira alle opposizioni e al Pd in particolare affinchè “smettano con i loro egoismi e ripicche, e che si sensibilizzi l’Unione Europea ad intervenire il prima possibile”. I paesi di Visegrad sono stati a lungo contrari, infatti, a modificare il sistema di accoglienza europeo. Ma ora che in particolare la Polonia viene investita da un’ondata di profughi dall’Ucraina, ne sono arrivati quasi due milioni con tutte le conseguenze che comporta per un paese di meno di 40 milioni di abitanti, la posizione potrebbe cambiare facendo ritrovare Italia e Polonia dalla stessa parte, come sottolinea il presidente della Repubblica, Andrezejs Duda, al termine del lungo bilaterale con Mattarella: “Sappiamo che l’Italia sta facendo un grandissimo sforzo per fronteggiare le migrazioni dall’Africa settentrionale. Anche noi in Polonia abbiamo questo problema, perché le migrazioni per opera del regime bielorusso sono diventate una specie di attacco ibrido al territorio polacco. Ci attendiamo un sostegno maggiore per i Paesi che devono affrontare le migrazioni illegali, una maggiore comprensione della Commissione europea e iniziative più decise in ambito comunitario. Vorremmo sentire di più questo sostegno”, ha aggiunto Duda. Mattarella si è detto preoccupato anche per le azioni di destabilizzazione in Africa: “Quanto avviene in queste ore in Sudan è allarmante, l’azione della Wagner in tanti paesi africani richiama un grande allarme della Nato e dell’Ue”, ha detto.
L’incontro con Duda ha dato ufficialmente inizio ad una visita di Stato che lo stesso presidente della Repubblica ha definito “importante per ribadire l’amicizia storica con la Polonia” e con l’auspicio di intensificarne i rapporti bilaterale dal punto di vista economico e sociale. Ma è la politica estera a essere protagonista del colloquio tra i due capi di Stato. Mattarella è venuto a ribadire alla Polonia il sostegno italiano all’Ucraina nel paese che maggiormente vive sotto la pressione russa ed è più impegnato a proteggere il confine europeo. “Daremo sostegno finchè occorre e sotto ogni profilo, militare, finanziario e per la ricostruzione”, ha ribadito Mattarella sottolineando la “piena sintonia” con Duda su questo e citando le sue parole a proposito del rischio che corre l’intero continente: se non fermassimo l’aggressione russa, “altre ne seguirebbero se l’Ucraina venisse lasciata sola. Noi la garantiamo in pieno sotto ogni profilo e siamo tutti inorriditi da alcuni comportamenti disumani delle forze armate russe”. Un impegno per il quale Duda ringrazia il nostro paese: “L’Italia è presente militarmente in Slovacchia e Lettonia, dove insieme ai nostri soldati sta prestando servizio. Di questo contributo per la sicurezza nella nostra parte del mondo sono molto grato”, ha aggiunto Duda, dicendosi “molto lieto” della visita in Polonia del “presidente di uno dei maggiori Paesi europei, uno dei più importanti paesi nella Nato”, “in questo momento di grande importanza politica”.
Martedì il capo dello Stato incontrerà anche il primo ministro polacco Mateusz Morawiecki. Dopo è atteso a Cracovia per un discorso all’università Jagellonica, anche in quell’occasione parlerà di Europa, ma prima farà visita al museo di Auschwitz-Birkenau insieme agli studenti italiani e alle sorelle Bucci, sopravvissute alla Shoah. “Il 2023 è stato proclamato anche ‘Anno della memoria delle eroine e degli eroi del ghetto di Varsavia’. Il 19 aprile tutto il mondo onorerà gli eroi della rivolta: mi unisco nel ricordo. Domani alla Marcia dei Vivi, ripeteremo: ‘mai più’”, ha detto Mattarella durante il brindisi per la cena offerta da Duda al Palazzo Presidenziale.
Mattarella in Polonia: amicizia e collaborazione tra nostri popoliVarsavia, 17 apr. (askanews) – “Amicizia e simpatia lega i nostri popoli da sempre, c’è una grande collaborazione ed è per me molto importante questa visita per ribadire questa amicizia”. Lo dice il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, al termine dei colloqui al Palazzo presidenziale di Varsavia con il presidente della Repubblica di Polonia, Andrezej Duda.
“L’interscambio commerciale è in crescita, come la collaborazione tra le nostre aziende, e anche sul piano culturale, scambio tradizionale, nasce tanto tempo addietro – ha ricordato il capo dello Stato -. Sono lieto di andare domani all’università e a Cracovia, la nostra amicizia è stata consacrata a Montecassino, dove i giovani polacchi hanno dato un contributo per la nostra libertà, è stato importante per l’esito della seconda guerra mondiale. E’ stato un onore essere presente 4 anni fa con Duda e lo sarà anche l’anno venturo”.
Italia-Polonia, Mattarella: visita importante per riaffermare amiciziaVarsavia, 16 apr. (askanews) – “Questa in Polonia e una visita importante che avrei dovuto svolgere tempo addietro ed è stata rinviata prima per la pandemia e poi per motivi politici, per confermare l’amicizia tra italia e Polonia”. Lo ha sottolineato il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, incontrando la collettività italiana a Varsavia nel corso della su visita di Stato.
“Abbiamo una lunga tradizione di scambi che si è intensificata anche a livello di giovani, polacchi che vivono in Italia e italiani che vivono qui”, ha detto ancora Mattarella. “I nostri concittadini qui realizzano un tessuto, una rete di relazioni che cementa e costruisce sempre più l’amicizia tra i nostri paesi”, ha evidenziato.
Interrogazione Porta (Pd) su welfare per italiani in Sud AmericaMilano, 14 apr. (askanews) – “Sono decine di migliaia gli italiani residenti in America Latina i quali hanno versato contributi in Italia prima dell’emigrazione e poi nei Paesi dove sono andati a vivere permanentemente, ma non possono far valere i loro diritti socio-previdenziali perché l’Italia non ha stipulato con tali Paesi accordi di sicurezza sociale”. Lo afferma Fabio Porta, deputato del Pd eletto nella circoscrizione Estero.
Per questo motivo “ho presentato una nuova interrogazione ai Ministri dell’Economia e delle Finanze e degli Affari Esteri per chiedere al Governo italiano quali iniziative intende adottare per ampliare e aggiornare il quadro di tutela previdenziale in regime internazionale con la stipula di convenzioni di sicurezza sociale con il Cile, la Colombia e il Perù”.
Onori (M5s): a rischio corsi lingua e cultura italiana all’esteroRoma, 13 apr. (askanews) – “Nel corso del question time di oggi in Commissione Esteri Camera ho voluto portare all’attenzione del governo, della Farnesina in particolare, il problema dei corsi di lingua e cultura italiana all’estero che stanno vivendo una situazione critica a causa del mancato ricevimento dei contributi finanziari del ministero degli Esteri. A causa di questa situazione gli enti gestori di questi servizi non riescono a pagare gli insegnanti e rischiano il fallimento”. Lo ha dichiarato la deputata Federica Onori, eletta nella circoscrizione estero, ripartizione Europa, capogruppo del Movimento 5 Stelle nella Commissione Esteri di Montecitorio.
“Si tratta di un tema è molto sentito dai circa 6 milioni di italiani all’estero, in quanto tali corsi rappresentano la possibilità concreta di tenere vivo il legame culturale con l’Italia per i figli degli emigrati”, ha aggiunto. sottolineado di aver “chiesto al governo cosa intenda fare per risolvere questo problema, in particolare in merito all’auspicabile semplificazione della circolare n. 4 del 2022”. “Il sottosegretario agli Esteri Giorgio Silli, pur riconoscendo l’importanza della tematica, si è limitato a spiegare nel dettaglio la problematica situazione del Comitato attività scolastiche e culturali italiane di Berna. Tuttavia, alla luce di quanto da me illustrato in una prospettiva ampia, non limitata al caso specifico di Berna, pare poco lungimirante eludere una questione di rilevanza strutturale nel contesto ossia: quale sia l’approccio generale del governo di fronte a una situazione che riguarda non solo la comunità italiana in Svizzera ma anche quella in Germania e in molti altri Paesi. L’auspicio è che il governo chiarisca meglio la sua posizione in merito. Io e il Movimento 5 Stelle rimaniamo a disposizione per ragionare sulle soluzioni più opportune”, ha concluso la deputata cinquestelle.
Roma, 6 apr. (askanews) – “L’Italia ha circa 60 milioni di abitanti ma se contassimo gli oriundi sparsi nel mondo e le persone che hanno la doppia cittadinanza si arriverebbe a circa 150 milioni. Tutti concordano sul fatto che nel corso degli anni la cosiddetta diaspora italiana sia stata sottovalutata, a volte misconosciuta, provocando tra molti cittadini che non vivono stabilmente in Italia una sorta di disaffezione verso la patria d’origine”. Lo dice il senatore del Maie, Mario Alejandro Borghese, eletto nella circoscrizione estero, ripartizione dell’America meridionale.
“Credo si comprenda facilmente cosa significherebbe per l’Italia essere considerata al cospetto dei grandi della terra e nei vari organismi sovrannazionali come uno Stato di 150 milioni di anime invece che di 60. Ci sarebbero indubbiamente effetti positivi sul piano sociale, economico, della sicurezza. Allargare, come ha scritto acutamente nei giorni scorsi sul maggior quotidiano italiano Raffele Marchetti, il perimetro della comunità nazionale avrebbe effetti molto positivi, anche alla luce della tendenza demografica negativa che porta i demografi ad immaginare nel 2100 una riduzione della popolazione italiana a soli 40 milioni di individui”, aggiunge. “Auspico, pertanto, che il governo Meloni, che il Maie appoggia convintamente, saprà riservare quell’attenzione concreta mancata negli anni scorsi verso gli italiani all’estero, che sono una risorsa inestimabile e che possono contribuire allo sviluppo socio-economico dell’Italia, facendo crescere ancora di più il Made in Italy. Spero che la presidente Meloni e i ministri tutti abbiano tale consapevolezza. Il Maie farà quanto possibile per lavorare con questa visione e in questa direzione”, conclude.