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Mattarella celebra la Repubblica e rilancia l’impegno per la pace

Mattarella celebra la Repubblica e rilancia l’impegno per la paceRoma, 1 giu. (askanews) – “Il 2 giugno del 1946 l’Italia sceglieva la Repubblica. Quel voto, all’avvio della vita democratica, rappresentò per gli italiani una chiamata alla responsabilità”. Sergio Mattarella per il 78esimo anniversario della festa della Repubblica rivolge quasi un richiamo a tutti i cittadini ricordando loro che la nascita della democrazia nel nostro paese comportò sacrifici e comporta ancora oggi impegno da parte di tutti.


Mattarella parla in serata davanti alle più alte cariche istituzionali, nel salone dei Corazzieri del Quirinale per il tradizionale concerto. Esprime “amarezza e preoccupazione” che suscita il moltiplicarsi dei conflitti e avverte: bisogna “rifiutare con determinazione baratti insidiosi: sicurezza a detrimento dei diritti, assenza di conflitti aggressivi in cambio di sottomissione, ordine attraverso paura e repressione prosperità economia in cambio di sudditanza”. In mattinata nel messaggio ai prefetti aveva espresso l’auspicio “che la ricorrenza del 2 giugno rafforzi la consapevolezza e l’orgoglio della partecipazione, prerogativa di ciascun cittadino”, ribadendo: “Fare memoria del lascito ideale di quegli avvenimenti fondativi è dovere civico e preziosa opportunità per riflettere insieme sulle ragioni che animano la vita della nostra collettività”. Un pensiero che si lega all’appuntamento imminente delle elezioni europee: nell’ambito della “più ampia comunità dell’Unione Europea cui abbiamo deciso di dar vita con gli altri popoli liberi del continente consacreremo, tra pochi giorni, con l’elezione del Parlamento Europeo, la sovranità”.


“Fare memoria è un esercizio proprio a ogni cittadino – ha aggiunto – e soprattutto per quanti, esercitando pubbliche funzioni, trovano nei principi costituzionali di libertà, uguaglianza e solidarietà una bussola di sicuro orientamento di fronte alle complesse sfide del presente”. Il pensiero del capo dello Stato è oggi rivolto soprattutto alla congiuntura internazionale che “propone nuovamente tempi straordinari. Come allora avvertiamo – oggi a livello mondiale – l’esigenza di impegnarsi per la pace, di perseguire insieme ovunque libertà e sviluppo, democrazia e diffusione del benessere, maturazione civile, crescita economica e dei diritti: questa ci appare, nella comunità internazionale, la grande sfida, l’orizzonte che abbiamo di fronte”.


Mattarella indica chiaramente quale sia la strada da percorrere rispetto a quanto avviene in Medioriente e in Ucraina: “L’Italia, paese fondatore dell’Unione Europea, convinta partecipe del rapporto transatlantico, dell’amicizia e dell’alleanza in cui questo si esprime, continuerà a impegnarsi – anche in qualità di Presidente di turno del Gruppo dei 7 – per la tutela – sempre, ovunque, per tutti – dei diritti fondamentali della persona, per la pace e il dialogo tra i popoli e gli Stati, per la giustizia e la solidarietà internazionale, per la lotta alla fame, alle malattie, al sottosviluppo, per la difesa dell’ambiente”.

Meloni chiede “referendum” Ue e attacca Schlein: odio da sinistra

Meloni chiede “referendum” Ue e attacca Schlein: odio da sinistraRoma, 1 giu. (askanews) – Un’ora di comizio in cui chiede che il voto sia un “referendum” tra due idee di Europa, attacca la sinistra che sparge “odio e livore” e “fornisce alibi agli estremisti”, e sfida Elly Schlein: “Dica se pensa che io sia una dittatrice, non scappi”. Giorgia Meloni chiude la campagna elettorale di Fdi in piazza del Popolo a Roma perchè, spiega, “non rinunceremo mai alla piazza, che è da dove siamo venuti”.


Di fronte al palco allestito sotto la scalinata del Pincio da cui arrivano i ragazzi di Gioventù nazionale con le sagome di cartone di Elly Schlein, Fabio Fazio, Lucia Annunziata, alcune migliaia di persone – 30 mila per gli organizzatori, ma la piazza non è piena – e tutto lo stato maggiore di Fratelli d’Italia: da Ignazio La Russa (“Qua non sono presidente del Senato”) ai ministri Carlo Nordio, Raffaele Fitto, Nello Musumeci, Andrea Abodi, Gennaro Sangiuliano, Daniela Santanchè, Francesco Lollobrigida fino naturalmente ad Arianna Meloni, che gestisce la “regia” dell’evento con Giovanni Donzelli nelle vesti di presentatore. La premier sale sul palco preceduta dalla proiezione di alcuni spezzoni video (tra cui l’ormai famoso “Sono la stronza della Meloni” pronunciato stringendo la mano al governatore De Luca), manda un “abbraccio” agli alleati Antonio Tajani e Matteo Salvini, “oggi impegnato in un’analoga manifestazione”, e ringrazia i militanti, che le danno “la carica che serve”. E fin dall’inizio batte sul punto che occupa gran parte dell’intervento: l’attacco alla sinistra, in particolare al Pd, che mostra “rabbia e cattiveria”. Una sinistra che, per la premier, non si rassegna alla sconfitta e che usa “trame e sgambetti”, invoca “il soccorso esterno” contro un governo che vuol riformare l’Italia “mattone dopo mattone”. Il caso più eclatante, secondo Meloni, è quello del candidato Pse alla guida Ue Nicolas Schmit, secondo cui “i Conservatori europei sono una forza non democratica. In pratica io, che sono presidente di Ecr e presidente del Consiglio eletto, non sarei una leader democratica. E se sono un dittatore cosa si fa, la lotta armata per depormi? Sono parole deliranti, irresponsabili, gente che per ragranellare qualche voto gioca con il fuoco” perchè magari “qualche fenomeno” potrebbe decidere di “passare alle vie di fatto per ripristinare la democrazia”. Così la sinistra fornisce “alibi agli estremisti per avvelenare le nostre democrazie con l’odio politico”. Elly Schlein, è la sfida, dica “se condivide queste parole e non scappi anche stavolta”. La risposta della leader Dem non si fa attendere: “Faccio fatica a capire che film sta vedendo Meloni e che lingua sta parlando, vede un altro Paese. Mi ha attaccato dicendo che la sinistra cancella l’identità, io ho risposto che lei sta cancellando la libertà”.


La premier non risparmia comunque neanche il leader M5s Giuseppe Conte, diventato presidente del Consiglio “quando gli italiani non sapevano chi fosse”, una cosa che non sarà più possibile se passerà la riforma del premierato, che le opposizioni osteggiano proprio perchè “non gli va giù l’idea che siano i cittadini a eleggere il premier”. In realtà questa riforma, quella “giusta e necessaria” della giustizia e quella dell’autonomia differenziata, sono di “buon senso” e “aiutano ad applicare meglio i principi della nostra Costituzione”. In questo contesto di contrapposizione, il voto della prossima settimana, per Meloni, è “un punto di svolta”, un “referendum” tra due idee di Europa totalmente antitetiche: “Da una parte un’Europa ideologica, sempre più tecnocratica e meno democratica, e dall’altra la nostra Europa coraggiosa, fiera, che non dimentica le sue radici”. Per la premier “l’Unione deve essere un partner degli Stati nazionali, non una sovrastruttura che soffoca gli Stati nazionali”. Al momento invece l’Europa è “protesa a regolamentare” e così facendo “diventa un paradiso per i burocrati e tecnocrati e un inferno per chi fa impresa ed è chiamato a competere su mercati globali che sono sempre più sfidanti”. In poche parole “un gigante burocratico e un nano politico”. Per “cambiare l’Europa dopo aver cambiato l’Italia” l’obiettivo è “costruire il centrodestra” anche a Bruxelles e “mandare all’opposizione le sinistre”, con cui “non governeremo mai” e che “hanno fatto tanti danni”. Un obiettivo, aggiunge, che non sarebbe “lontano” e lo testimonierebbe il nervosismo di chi agita il pericolo delle destre, contro cui – dicono – occorre alzare un “argine”. Una “terapia di gruppo”, ironizza, di chi non ha “visione, idee e programmi”, fake news di chi racconta una “irrilevanza” di Roma che non c’è perchè in realtà l’Italia è oggi “protagonista” sui tavoli internazionali, a cui non si presenta più, a differenza del passato, “con il piattino in mano”.


Meloni non stabilisce soglie, nè anticipa cifre possibili, ma assicura che “dopo aver vinto lo scudetto” ora è possibile “vincere la Champions League”. “Io ho rinunciato a tante cose solo perché non volevo deludervi, vi chiedo in cambio solo di rinunciare a cinque minuti dal vostro tempo per dirmi che siete al mio fianco, perché è l’unica cosa che mi interessa. Perché finché ci siete voi ci sono anche io”, è l’appello finale prima della foto di gruppo sul palco e l’uscita in auto verso il Quirinale.

Europee, Billi (Lega): offerta Trenitalia per elettori da Svizzera

Europee, Billi (Lega): offerta Trenitalia per elettori da SvizzeraRoma, 30 mag. (askanews) – “E’ ora disponibile la tariffa ‘Italian elector’ di Trenitalia che prevede uno sconto fino al 70% per chi si recherà dalla Svizzera al proprio comune di iscrizione Aire per votare alle elezioni europee e, se previste, alle elezioni comunali, dell’8 e 9 giugno. Gli elettori potranno acquistare il giorno del viaggio o prenotare in anticipo i biglietti alla stazione in Svizzera o dalle agenzie di viaggio abilitate alla vendita di questi biglietti. Mentre il servizio di acquisto online funziona solo per i viaggi con partenza ed arrivo in Italia. Ricordo che vige l’obbligo di esibire a bordo il biglietto di andata insieme a quello di ritorno; inoltre, nel viaggio di ritorno va esibita la tessera elettorale con il timbro di avvenuta votazione. Invito tutti i Connazionali a recarsi al seggio per votare Lega Salvini Premier, da sempre in prima fila nel difendere i nostri interessi anche in Europa”. Così Simone Billi, unico deputato della Lega Salvini Premier per la Circoscrizione Estero-Europa e presidente del Comitato sugli Italiani nel Mondo.

Consiglio supremo difesa: deteriorato scenario generale di sicurezza

Consiglio supremo difesa: deteriorato scenario generale di sicurezzaRoma, 21 mag. (askanews) – Il Consiglio supremo di difesa, riunito oggi al Quirinale presieduto dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, “ha constatato che nel corso degli ultimi mesi lo scenario generale di sicurezza si è ulteriormente deteriorato”. E’ quanto si legge in una nota.


“Le principali preoccupazioni – si legge nel comunicato – rimangono l’aggressione della Federazione Russa all’Ucraina, che sta provocando un crescente numero di morti e infliggendo devastanti danni alle infrastrutture del Paese, e la conflittualità in Medioriente. Attenzione viene richiamata anche dalle latenti tensioni nei Balcani, l’instabilità politica e la crisi economica nel Sahel e in tanti Paesi dell’Africa”. Alla riunione hanno partecipato la presidente del Consiglio dei ministri Giorgia Meloni; il ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, Antonio Tajani; il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi; il ministro della Difesa Guido Crosetto; il ministro dell’Economia e delle finanze Giancarlo Giorgetti; il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso; il Capo di Stato maggiore della difesa ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone. Erano anche presenti il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri Alfredo Mantovano; il Segretario generale della Presidenza della Repubblica, Ugo Zampetti; il consigliere del presidente della Repubblica per gli Affari del Consiglio supremo di difesa e segretario del Consiglio Francesco Saverio Garofani.

Europee, Ecr tira volata da Madrid. Meloni (in video) al Vox day

Europee, Ecr tira volata da Madrid. Meloni (in video) al Vox dayMadrid, 17 mag. (askanews) – Per il partito dei Conservatori è il culmine di una corsa verso le Europee cominciata ormai da mesi con tappe in giro per l’Ue e non solo. Per Vox è l’avvio ufficiale di una campagna elettorale con la quale spera di invertire la tendenza delle ultime Politiche, in cui è tracollata passando da 52 a 33 deputati.


Due appuntamenti gemelli e complementari da cui, in questo fine settimana, transitano le sorti della destra europea. Madrid ospita infatti l’ultimo appuntamento dei ‘Cultural weekend’ di Ecr, dopo quelli che si sono tenuti, tra l’altro, in Irlanda, Cipro, Israele. Domenica, invece, sarà il Vox day, con l’evento ‘Viva24’ in cui Santiago Abascal ha voluto chiamare a raccolta i leader dei partiti alleati della destra non solo europea. Ci sarà, anche se solo virtualmente, Giorgia Meloni: la premier italiana, che è anche presidente del partito dei Conservatori europei, interverrà in video collegamento. Lo stesso farà il premier ungherese Viktor Orban (peraltro in odore di entrare in Ecr dopo le Europee). Ma nella cornice di Palacio Vistalegre, una ex Plaza de toros, ad affiancare fisicamente Abascal ci sarà il presidente argentino Javier Milei, il leader del Pis polacco, Mateusz Morawiecki, e, soprattutto Marin Le Pen. I rapporti tra la numero uno del Rassemblement national, che attualmente a Bruxelles siede nel gruppo di Identità e democrazia, e la premier italiana non sono di certo idilliaci. Durante la conferenza di fine anno Meloni aveva avuto modo di definire “interessanti” le ultime posizioni di Le Pen sull’Ucraina, ma a marzo – peraltro in un evento organizzato a Roma dalla Lega – la candidata all’Eliseo aveva mandato un messaggio in cui attaccava la presidente del Consiglio chiedendole se avrebbe appoggiato il bis di von der Leyen alla Commissione europea. La tre giorni della destra è cominciata nel pomeriggio. Il programma dei Cultural week end di Ecr si sviluppa su due giornate: la prima, oggi, dedicata ai movimenti giovanili, che ha visto l’adesione di circa 1000 ragazzi provenienti anche da Stati Uniti e America del Sud, impegnati in una sorta di ‘Ted talk’ sui temi del programma. Nella delegazione italiana ci sarà il presidente di Gioventù nazionale, Fabio Roscani.


Sabato, mentre si aprirà in parallelo la convention di Vox, si svolgeranno i panel tematici sui temi pincipali della campagna elettorale, a cui partecipano i parlamentari dei vari Paesi. Si parlerà, tra l’altro, di immigrazione (per l’Italia interverrà la deputata di Fdi Sara Kelany), di intelligenza artificiale (panel in cui ci sarà Marta Schifone) e di turismo nei luoghi di culto giudaico-cristiani (a parlare sarà Gianluca Caramanna). “Tutti gli eventi che abbiamo fatto negli ultimi tre anni conducono alle elezioni del 9 giugno. Questo è l’ultimo di una lunga serie, ma è anche il primo di una nuova che partirà subito dopo grazie ai successi che raggiungeremo”, spiega Antonio Giordano, deputato di Fdi e segretario generale di Ecr party.


Domenica mattina, poi sarà il giorno clou dell’evento di Vox. Un summit che Abascal ha descritto come una riunione di “patrioti”, ma verso la quale già si annunciano contestazioni. E’ infatti stata convocata una contro-mobilitazione di collettivi di sinistra e delle donne che si sono dati appuntamento a Plaza Colon. Il partito spagnolo è un grande alleato di Fratelli d’Italia e Abascal ha un rapporto di collaborazione e amicizia con Meloni. La premier ha partecipato a questo evento negli anni passati. Celebre ormai il suo intervento ‘Yo soy Giorgia’ del 2021. Abascal a sua volta è stato ospite della kermesse di Atreju lo scorso dicembre. I due si sono poi incontrati a Roma ad aprile.


Per il partito dei Conservatori europei l’obiettivo per queste europee è ambizioso: da una parte far crescere il gruppo portandolo ad essere il terzo dopo Ppe e Pse. Dall’altra, forte di quei numeri, spostare a destra il baricentro dell’Unione europea condizionandone le politiche. Fratelli d’Italia punta ad essere forza trainante di questo meccanismo: si spiega anche così la decisione di Giorgia Meloni di candidarsi capolista in tutta Italia. Vox vuole provare a lasciarsi alle spalle la pessima performance delle ultime politiche e cercare di consolidare una tendenza positiva che ha dato dei segnali in recenti elezioni locali: in Galizia, pur non centrando l’obiettivo di ottenere dei rappresentati, Vox ha registrato una crescita dei consensi. Alle elezioni basche sono riusciti a mantenere il seggio che detenevano, così come hanno confermato la propria rappresentanza in quelle catalane, dove hanno anche ottenuto 30.000 voti in piu.

Premiereto, Casellati: con italiani all’estero possibile problema

Premiereto, Casellati: con italiani all’estero possibile problemaMilano, 17 mag. (askanews) – “Hanno ragione nel dire che ci potrebbe essere un problema” legato al voto degli italiani residenti all’estero e “questo sarà considerato ovviamente nella legge elettorale così come tutti gli altri aspetti. Però ho detto che la presenterò e mi confronterò, spero con migliore fortuna, con tutte le opposizioni anche su questo tema per delineare quelli che saranno in contorni della legge elettorale che meglio sia adatti a questo progetto costituzionale”. Lo ha detto il ministro per le Riforme Istituzionali e la Semplificazione Normativa, Elisabetta Casellati, a margine dell’inaugurazione di In&Aut Fest, a Milano, parlando delle criticità evidenziate, in particolare, dall’ex presidente del Senato e senatore di Fdi Marcello Pera.


“Di questo mi occuperò nella legge elettorale. Si sta discutendo molto e anche in alcuni emendamenti della legge elettorale, ma io ho ben spiegato che la legge elettorale si deve fondare su uno scheletro di riforma, non può precedere la riforma perché diversamente noi avremmo ingabbiato tutto l’articolato in paletti stretti sui quali sarebbe stato poi difficile inserire anche delle modifiche” ha aggiunto.

Macedonia del Nord, Billi (Lega) in missione elettorale

Macedonia del Nord, Billi (Lega) in missione elettoraleRoma, 17 mag. (askanews) – “Ho preso parte alla missione del Consiglio d’Europa nella Repubblica della Macedonia del Nord, dove si sono svolte le elezioni parlamentari e il secondo turno di quelle presidenziali. I seggi sono stati aperti dalle 7 alle 19 e ho contribuito a osservare che il voto si tenesse in maniera regolare e democratica, monitorando diverse decine di seggi nella Capitale insieme a Joseph O’Reilly, deputato Irlandese. Complimenti alla neo Presidente Gordana Siljanovska-Davkova e al partito Tvoja Makedonija per il successo elettorale. Inoltre, ho incontrato le istituzioni ed alcuni rappresentanti della Comunità italiana locale, piccola ma molto vivace e attiva, che porta avanti l’italianità nel paese macedone”. Così Simone Billi, deputato per la circoscrizione Estero, ripartizione Europa e capogruppo in Commissione Esteri.

Meloni vede Fiala, tra i due Conservatori stessa linea verso europee

Meloni vede Fiala, tra i due Conservatori stessa linea verso europeeRoma, 13 mag. (askanews) – E’ stato quasi un (possibile) passaggio di consegne annunciato l’incontro a Palazzo Chigi tra Giorgia Meloni e Petr Fiala: secondo i rumors la premier dopo le europee potrebbe lasciare la guida dei conservatori di Ecr e in pole position per la successione ci sarebbe proprio il primo ministro ceco. Scontato quindi – al di là degli “eccellenti” rapporti bilaterali tra i due Paesi – che il colloquio di oltre un’ora si sia incentrato proprio sui temi al centro dell’agenda europea, in vista del voto di giugno.


Nelle dichiarazioni congiunte alla stampa, Meloni ha sottolineato una “identità di vedute” su vari temi, a partire dai migranti. “Ci siamo sempre trovati d’accordo – ha spiegato la presidente del Consiglio – sul fatto che per gestire la migrazione la priorità è lavorare sulla dimensione esterna, con i Paesi terzi e i partner per prevenire i flussi piuttosto che gestirli. L’Italia sta dando il buon esempio con il Piano Mattei, senza approccio paternalistico e caritatevole e intenzioni predatorie”. Per Fiala sul tema Roma gioca “un ruolo fondamentale e importante” e insieme – anche ad altri Paesi – Italia e Repubblica Ceca vogliono “andare oltre il patto di migrazione”. In questo – per Fiala – è “un modello” l’accordo con l’Albania, “che dobbiamo provare e poi magari possiamo allargarlo e svilupparlo, affinchè rappresenti una di quelle strade per risolvere i problemi dell’immigrazione illegale”. Dopo le elezioni, inoltre, ha auspicato Meloni, i nuovi vertici comunitari dovranno lavorare per “il rafforzamento della competitività e della sicurezza economica, una necessità oltre che economica geopolitica. Serve una politica industriale coerente accompagnata da un sostegno finanziario concreto: bisogna investire sul nostro futuro e lo dobbiamo fare insieme”, ha detto mandando un messaggio ai ‘frugali’ che si oppongono a strumenti di finanziamento comuni. “Sarà fondamentale – ha proseguito – rendere l’Ue un attore sempre più rilevante, influente, serve una strategia e sostenerla con strumenti concreti, a partire dalle risorse necessarie perché nessuno Stato membro può affrontare da solo le grandi sfide. L’Europa può farlo se si dota della strategia e degli strumenti necessari”.


Infine, per la premier, “l’Europa deve diventare finalmente un gigante geopolitico” e questo “va di pari passo con una industria della difesa in grado di soddisfare necessità ed esigenze in un contesto internazionale così complesso. Su questo c’è piena concordanza con Fiala”, ha concluso Meloni.

Meloni vede Stoltenberg, focus su Ucraina, fianco Sud e spese militari

Meloni vede Stoltenberg, focus su Ucraina, fianco Sud e spese militariRoma, 8 mag. (askanews) – La Nato faccia di più per proteggere il fianco Sud. Grazie all’Italia per il suo impegno, in Ucraina e non solo, ma servono maggiori investimenti in difesa. Questo, nella sostanza, il senso dell’incontro di questa mattina a Palazzo Chigi tra la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg. Un’ora di faccia a faccia sugli argomenti di stretta attualità, in vista del vertice Nato in programma a luglio a Washington: l’Ucraina, il Medio Oriente, il contributo di Roma all’Alleanza, che chiede di arrivare al 2% del Pil speso nella difesa (con l’Italia ferma sotto l’1,5%).


Meloni, sottolinea una nota di Palazzo Chigi, “ha in particolare ribadito l’aspettativa italiana che a Washington possano essere adottate decisioni concrete in risposta alle sfide caratterizzanti il fianco Sud, in coerenza con l’approccio a 360 gradi alla sicurezza euroatlantica previsto dal Concetto Strategico della Nato”. Stoltenberg, dopo l’incontro, ha inviato una dichiarazione in cui spiega di aver “elogiato il sostegno dell’Italia all’Ucraina, inclusa la fornitura di un sistema di difesa aerea SAMP/T con la Francia” che dovrebbe essere incluso nel prossimo pacchetto di aiuti militari, in via di preparazione. Il segretario generale ha anche ringraziato la premier “per i numerosi contributi dell’Italia all’Alleanza, inclusa la leadership del gruppo tattico della NATO in Bulgaria e il contributo delle forze ai gruppi tattici in Ungheria e Lettonia” ma anche per la partecipazione “al Baltic Air Policing” e alla missione di mantenimento della pace della NATO KFOR in Kosovo e nella missione di formazione della NATO in Iraq”. Inoltre ha “accolto con favore il ruolo chiave dell’Italia nello sviluppo dell’approccio della NATO nei confronti del suo vicinato meridionale”.


Un impegno complessivo che però, per Stoltenberg, non esula dal dovere di garantire “una più equa condivisione degli oneri”. Tradotto: l’Italia deve incrementare i propri investimenti per raggiungere la soglia stabilita del 2%. Un’operazione che però sembra assai difficile nell’attuale condizione dei conti pubblici.

Nato, Meloni a Stoltenberg: decisioni concrete per fianco Sud

Nato, Meloni a Stoltenberg: decisioni concrete per fianco SudRoma, 8 mag. (askanews) – La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha ricevuto a Palazzo Chigi il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg.


Al centro del colloquio – si legge in una nota di Palazzo Chigi – i temi di attualità dell’agenda atlantica nel contesto della preparazione del Vertice Nato di Washington in luglio. “Meloni ha in particolare ribadito l’aspettativa italiana che a Washington possano essere adottate decisioni concrete in risposta alle sfide caratterizzanti il fianco Sud, in coerenza con l’approccio a 360 gradi alla sicurezza euroatlantica previsto dal Concetto Strategico della Nato”, conclude Chigi nella nota.