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M.O., Mattarella all’Onu: no invasione Rafah, ora finanziare Unrwa

M.O., Mattarella all’Onu: no invasione Rafah, ora finanziare UnrwaNew York, 7 mag. (askanews) – In questo momento “l’imperativo morale è fornire assistenza per lenire le immani sofferenze della popolazione civile di Gaza”. Sergio Mattarella, nel suo intervento all’assemblea generale dell’Onu, sposa l’appello del segretario generale Guterres contro l’invasione di terra a Rafah e sottolinea l’importanza di finanziare l’agenzia Onu per i rifugiati palestinesi (Unrwa) che svolge una “essenziale funzione”. Una novità confermata dalla dichiarazione del viceministro degli Esteri, Edmondo Cirielli, che accompagna Mattarella nella visita all’Onu: “Ho detto ieri, in presenza del presidente Mattarella, al segretario generale dell’Onu che, sentiti il ministro Tajani e la presidente Meloni, ho deciso di riaprire la linea dei finanziamenti a Unwra ma su progetti specifici”.


Nel suo primo intervento all’assemblea generale dell’Onu, preceduto da un colloquio con il segretario generale Antonio Guterres ieri, il capo dello Stato ha affrontato tutti i temi caldi di questa fase, dalle numerose tensioni internazionali, Ucraina, Medioriente, Africa, Mar Rosso, soffermandosi poi sul ruolo delle Nazioni Unite per ribadire il pieno sostegno dell’Italia al multilateralismo e alla riforma del Consiglio di sicurezza che potrebbe arrivare ad una svolta nel Summit per il futuro che si terrà a settembre. Mattarella ha voluto anche testimoniare il suo sostegno a Guterres e alla sua azione di riforma del sistema. Il discorso, lungo e articolato, si è aperto con il riferimento alla Costituzione italiana che condivide gli obiettivi della Carta delle Nazioni Unite: “L’obiettivo del multilateralismo ha rappresentato il pilastro fondamentale della nostra politica estera”, ha ricordato Mattarella riferendosi alla scelta di adesione di ormai 70 anni fa e ribadendo per oggi “la determinazione dell’Italia a collaborare alla costruzione di un mondo più giusto, sicuro e sostenibile, in cui ogni popolo e ogni persona possano ottenere pieno riconoscimento dei propri diritti”.


Una scelta che parte dalla condanna per l’aggressione russa all’Ucraina, un atto che “contraddice le ragioni fondanti dell’Onu ed è ancora più grave in quanto proveniente da uno dei Paesi su cui ricadono maggiori responsabilità nella comunità internazionale, in quanto membro permanente del Consiglio di Sicurezza”. Per Mattarella infatti la Russia è responsabile di aver riportato la guerra in Europa. L’Italia continua a sostenere l’Ucraina dall’invasione russa e invoca una “pace giusta”, ossia “non qualsiasi soluzione o, tantomeno, una soluzione che premi l’aggressore e mortifichi l’aggredito. Creando un precedente di grande pericolo per tutti”. Quindi il capo dello Stato ha sviluppato la sua analisi sulla crisi in Medioriente sottolineando l’aspetto della crisi umanitaria pur ribadendo la condanna dell’attacco sferrato da Hamas. “Va evitato un ulteriore aggravamento della situazione – ha avvertito Mattarella -. Mi unisco all’appello del Segretario Generale Guterres affinché siano evitate operazioni militari a Rafah per la drammaticita’ delle conseguenze che potrebbero avere sui civili palestinesi”, ha ribadito aggiungendo che “il conflitto più aspro e duro non può consentire di violare le norme del Diritto umanitario, sancito dalle Convenzioni di Ginevra del 1949, a tutela delle popolazioni civili”.


Il presidente della Repubblica ha posto poi l’accento sulle altre situazioni di crisi nella regione: Siria e Yemen: “Garantire la libertà e la sicurezza della navigazione nel Mar Rosso è parte degli elementi caratterizzanti le ragioni della convivenza internazionale. La militarizzazione di ambiti come il mare, le regioni dell’Artico e dell’Antartico, lo spazio, va combattuta fermamente – ha ammonito: sono domini che riguardano l’intera umanità”. La preoccupazione di Mattarella è quindi rivolta alle “sinistre minacce di ricorso ad armamenti nucleari” ma il patto per il controllo degli arsenali nucleari “è un patrimonio comune a tutti gli Stati, violarlo, anche con semplici minacce, significa porre a rischio i destini dei popoli, tutti, anche quelli i cui governi minacciano l’uso delle armi nucleari”. Di qui l’esigenza di riaffermare il ruolo e l’efficacia delle Nazioni unite, unico luogo in cui si possono trovare forme di collaborazione, anche grazie ad una riforma del Consiglio che dia il giusto peso ai paesi emergenti finora ingiustamente sottovalutati. “Le istituzioni dell’Onu sono state modellate sui rapporti usciti dalla Seconda Guerra mondiale, sulla guerra – ha ricordato il capo dello Stato -. E’ tempo di plasmarle sulla pace, tenendo conto delle positive iniziative di cooperazione continentale cresciute in questi decenni, come l’Unione Africana e l’Unione Europea e di quelle in itinere in altre regioni del mondo”.


In conclusione del suo discorso alle Nazioni Unite Sergio Mattarella ha citato le parole di uno storico segretario generale delle Nazioni Unite Kofi Annan: “Oggi ‘più che mai nella storia umana, condividiamo un destino comune. Possiamo dominarlo solo affrontandolo insieme. E questo è il motivo per cui abbiamo le Nazioni Unite’”. Parole che per il presidente della Repubblica sono ancora “di grande saggezza, e dopo due decenni, ci appaiono ancora più cruciali e ci debbono esortare verso un impegno proficuo per consolidare questa Organizzazione, e le sue regole, in grado di promuoverle e renderle effettive”.

Meloni in Libia con focus sui migranti. Mercoledì vede Stoltenberg

Meloni in Libia con focus sui migranti. Mercoledì vede StoltenbergRoma, 7 mag. (askanews) – Mattinata a Tripoli e pomeriggio a Bengasi per la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, impegnata oggi in una missione lampo in Libia. La stabilità nella regione e il contenimento dei flussi migratori, ma anche la cooperazione bilaterale, gli obiettivi principali della missione.


A Tripoli la premier ha incontrato il primo ministro del governo di unità nazionale libico Abdul Hamid Mohammed Dabaiba e successivamente il presidente del Consiglio presidenziale libico, Mohammed Yunis Ahmed Al-Menfi. A margine dei colloqui, i ministri dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini, della Salute Orazio Schillaci e dello Sport e i Giovani Andrea Abodi hanno siglato con gli omologhi libici delle dichiarazioni di intenti nei settori della formazione di alto livello, della ricerca, della sanità e dello sport. Intese, è stato sottolineato, che rientrano nel quadro del Piano Mattei per creare “partenariati egualitari attorno a progetti concreti individuati di comune intesa”. Nei suoi colloqui Meloni ha affrontato il tema “chiave” della gestione dei flussi migratori. La premier, spiega una nota di Palazzo Chigi, “ha espresso apprezzamento per i risultati raggiunti dalla cooperazione” tra le due nazioni, aggiungendo che è “fondamentale intensificare gli sforzi in materia di contrasto al traffico di esseri umani, anche in un’ottica regionale, e in linea con l’attenzione specifica che l’Italia sta dedicando a questa sfida globale nell’ambito della sua Presidenza G7”.


Meloni, con i suoi interlocutori, ha anche discusso “dell’importanza di indire le elezioni libiche presidenziali e parlamentari, nel quadro della mediazione delle Nazioni Unite che va rilanciata. L’Italia, in tal senso, continuerà a lavorare per assicurare una maggiore unità di intenti della Comunità internazionale e per promuovere la cooperazione tra Libia e Unione Europea”. Sul fronte della cooperazione bilaterale, la presidente del Consiglio “ha ribadito l’impegno a lavorare con la Libia in tutti gli ambiti di interesse comune attraverso un partenariato su base paritaria fondato su progetti concreti, in particolare nel settore energetico e infrastrutturale”. A questo proposito è stato annunciato che entro la fine dell’anno sarà organizzato un business forum italo-libico. Nel pomeriggio, a Bengasi, l’incontro con il generale dell’Esercito nazionale arabo di Libia Khalifa Belqasim Haftar. A lui Meloni – spiegano fonti italiane – ha ribadito “l’importanza di far progredire il processo politico, preservando l’unità delle istituzioni libiche” e di “lavorare per porre fine alla presenza di forze straniere” (in particolare russe) sul suolo libico. Tra i temi affrontati, si legge in una nota di Palazzo Chigi, le iniziative italiane nel settore dell’agricoltura e della salute che interessano anche l’area della Cirenaica. Meloni ha anche ribadito “la disponibilità dell’Italia a contribuire, anche attraverso le competenze specifiche del nostro settore privato, alla ricostruzione di Derna, colpita lo scorso anno da una drammatica alluvione”.


Chiusa la missione libica, mercoledì a Palazzo Chigi arriva il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg: l’incontro con Meloni è in programma alle 11.30. Sul tavolo, naturalmente, in primo luogo la crisi ucraina e la necessità di sostenere ancora militarmente Kiev. Nelle prossime settimane il governo dovrebbe predisporre un nuovo pacchetto di forniture: in cima alla lista delle priorità di Volodymyr Zelensky ci sono i sistemi di difesa antiaerea. L’Italia, insieme alla Francia, ha già inviato batterie di Samp T e potrebbe incrementare la dotazione. Si parlerà poi, naturalmente, della crisi in Medio Oriente, ma sarà toccato anche il nodo – molto spinoso – della partecipazione alle spese della Nato. Stoltenberg, con tutta probabilità, chiederà a Meloni di incrementare l’investimento italiano nella difesa per raggiungere la soglia del 2% del Pil. Attualmente l’Italia è all’1,43% che dovrebbe diventare l’1,45% nel 2025. Troppo poco per il contesto attuale e per le richieste degli alleati, ma per lo stato attuale delle casse pubbliche un incremento consistente – spiegherà Meloni – è molto difficile da realizzare.

In Basilicata rieletto Bardi alla guida della regione con il 56,63%

In Basilicata rieletto Bardi alla guida della regione con il 56,63%Roma, 23 apr. (askanews) – Arriva a notte fonda la fine dello spoglio in Basilicata che decreta la vittoria di Vito Bardi alla guida della regione Basilicata. Il candidato del centrodestra, sostenuto anche da Matteo Renzi e Carlo Calenda, si riconferma presidente della Regione con il 56,63%.


Piero Marrese, candidato del centrosinistra, si ferma al 42,16%. Mentre Eustachio Follia, della lista Volt, ha ottenuto l’1,21%. Oltre la metà degli elettori è rimasto a casa: i votanti sono stati 282.886 (il 49,81%).


E’ il partito della premier Giorgia Meloni in cima alle preferenze dei lucani con il 17,39%. Fi supera, e di molto con il 13,01%, la Lega che si ferma al 7,81%. Il partito di Salvini è quasi testa a testa con Azione di Carlo Calenda che ottiene il 7,51%. Bene anche Italia Viva con Orgoglio lucano (7,03%). Segue Unione di centro-Democrazia cristiana-popolari uniti con il 2,54%. Sul fronte del centrosinistra, il Pd risulta il secondo partito della Basilicata con il 13,87%, seguito a stretto giro da Basilicata Casa Comune di Angelo Chiorazzo con l’11,18%. Chiorazzo viene incoronato mister preferenze con 7.284 voti, seguito da Marcello Pittella di Azione che si aggiudica 7.157 preferenze).


Male il M5S che si ferma al 7,66%. Avs-Psi-La Basilicata possibile ottiene il 5,79% e Basilicata Unita il 2,86%.

In Basilicata Bardi-bis, centrodestra unito festeggia riconferma

In Basilicata Bardi-bis, centrodestra unito festeggia riconfermaPotenza, 22 apr. (askanews) – La Basilicata resta al centrodestra. Il presidente uscente, Vito Bardi, guiderà la Regione per altri cinque anni grazie al risultato netto che si profila nonostante lo spoglio ancora in corso.


L’esito del voto in Basilicata rappresenta un’iniezione di fiducia anche per la maggioranza di governo, i cui leader, a cominciare dalla premier Giorgia Meloni, erano arrivati compatti a Potenza, venerdì scorso, per la chiusura della campagna elettorale dell’ex generale della Gdf. “Vittoria del centrodestra e di tutta la coalizione in Basilicata, con Vito Bardi riconfermato Presidente della Regione. Ringrazio di cuore tutti i cittadini che hanno voluto confermare il loro sostegno alle nostre politiche. La vostra fiducia è il motore che ci spinge avanti ogni giorno”, ha scritto in serata sui social la premier, assicurando: “Avanti con impegno e determinazione”. A consolidare il bis di Bardi, sostenuto da un campo largo inedito con Azione e Italia viva, ci ha pensato anche il centrosinistra, che nel giro di pochi giorni, ha bruciato due potenziali candidati presidenti. Il ‘no’ categorico di M5s a Chiorazzo e Laceranza ha fatto convergere l’ala progressista su Piero Marrese, presidente della Provincia di Matera e sindaco di Montalbano Jonico (che si attesta al 40% delle preferenze).


Il primo a congratularsi con Bardi è stato il segretario nazionale di Forza Italia, Antonio Tajani, che da Lussemburgo, conversando con il governatore ha parlato di “risultato lusinghiero”. Poi sui social il ministro degli Esteri ha ribadito che “ha vinto il centrodestra unito”. Da parte sua Bardi ha voluto per prima cosa “ringraziare i lucani per la fiducia accordata per la seconda volta. E’ una grande responsabilità che sento verso tutti loro, anche verso i lucani che non mi hanno votato o che non si sono recati alle urne. Continuerò ad essere il Presidente di tutti”.


“Grande soddisfazione” è stata espressa dalla Lega che ha parlato di un “ennesimo largo successo del centrodestra unito”. Complimenti al presidente uscente sono arrivati anche da Italia viva che in una nota ha espresso “la grande soddisfazione di Matteo Renzi, che è stato il primo a sostenere Vito Bardi anche in virtù di un’antica amicizia. E soddisfazione anche per il bel risultato della lista composta da ragazzi giovani ma radicati. A riprova che il centro si dimostra determinante per vincere”.

Ue, Mattarella: scelte tempestive o sono popoli a pagare prezzo

Ue, Mattarella: scelte tempestive o sono popoli a pagare prezzoRoma, 22 apr. (askanews) – “Occorre oggi, perchè richiesto dagli eventi, un analogo spirito costruttivo di fronte alle sfide e alle minacce che abbiamo di fronte a noi: la condizione di alcuni paesi al confine con la terribile guerra provocata dall’aggressione russa all’Ucraina, sarebbe ben diversa se non fossero saldamente parte dell’Ue. Qui si coglie il valore delle scelte fatte a tempo debito, fatte tempestivamente, perchè la storia presenta sempre il conto delle occasioni perdute e poi sono i popoli a pagarlo, in seguito, a caro prezzo”. Lo ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella alla cerimonia per il ventesimo anniversario dell’adesione della Slovenia all’Unione europea sottolineando il valore dell’adesione di alcuni paesi nel 2004.

Tajani primo big in campo alle Europee: leader deve avere coraggio

Tajani primo big in campo alle Europee: leader deve avere coraggioRoma, 20 apr. (askanews) – Ai due alleati, racconta, ha comunicato la sua decisione ieri sera. Con il partito l’ha formalizzata nel corso della riunione della segreteria. A elettori e mezzi di informazione l’ha confermata durante l’intervento al Consiglio nazionale. Nessun effetto sorpresa né particolare pathos, però, si respira all’Hotel Parco dei principi di Roma, perché l’annuncio era nell’aria da settimane: Antonio Tajani è il primo leader di partito a candidarsi alle elezioni Europee. Lo farà da capolista di Forza Italia in quattro circoscrizioni su cinque, lasciando che nelle Isole a guidare la pattuglia sia Caterina Chinnici.


Tajani scende in campo una settimana prima della conferenza programmatica di Fratelli d’Italia in programma a Pescara, l’occasione scelta da Giorgia Meloni – e anche questo ormai non è più un mistero – per annunciare che sarà il suo il nome in cima alle liste del partito in tutta Italia per la competizione di giugno. A quel punto, dunque, sarà ufficiale che l’unico big del centrodestra a non partecipare direttamente alla sfida sarà Matteo Salvini. E’ stato lui stesso a farlo sapere ormai settimane fa, bruciando i tempi, quando ancora i suoi colleghi ripetevano il mantra che la decisione sarebbe stata presa tutti insieme per il bene della coalizione. La motivazione principale: non sottrarre tempo al lavoro da ministro. Curiosamente, il ragionamento del segretario di Forza Italia è quasi perfettamente “a rovescio”. “Ho deciso di candidarmi alle prossime elezioni Europee – comunica – e lo farò profondendo tutte le mie forze senza mai far passare in secondo piano il mio ruolo di ministro degli Esteri e di vice premier”, anche perché “se un segretario di partito non ha il coraggio di mettersi al servizio di chi gli ha dato fiducia al congresso non sarebbe un buon segretario di partito”.


Il punto è che i due vice premier arrivano a questa competizione in due condizioni diametralmente opposte. Salvini sa già che le percentuali stellari di cinque anni fa saranno solo un bel ricordo, ha mezza Lega che gli contesta di aver dimenticato il Nord e una parte che mette in discussione il suo ruolo di numero uno. Tajani nemmeno dodici mesi fa ha preso le redini di un partito che, dopo la morte del fondatore Silvio Berlusconi, rischiava di essere sotto la soglia di sopravvivenza e ora, invece, può addirittura pensare di certificare il sorpasso sull’alleato. D’altra parte è già successo in Sardegna e Abruzzo e nelle elezioni di domani in Basilicata Forza Italia può fare affidamento sul fatto che il candidato governatore è un proprio uomo. “Non sto facendo nessuna competizione con gli alleati, noi dobbiamo guardare al grande partito dell’astensione”, continua però a ripetere il segretario azzurro. Che però, nel frattempo, non soltanto ha stretto dei patti elettorali con Noi moderati, Svp e altre realtà locali per raggiungere il suo obiettivo, ma ha anche raccolto qui e lì ex classe dirigente del Carroccio come Roberto Cota o Marco Reguzzoni. Per non dire della frenata che il suo partito sta imponendo all’Autonomia, di quei suoi “vigileremo”, che hanno comportato una frattura del centrodestra in regione Veneto. Il motivo principale della sua decisione di candidarsi, dice però, “è quello di mettere nell’agone elettorale 30 anni di vita nelle istituzioni europee”. Tajani definisce la sua decisione “un atto d’amore” nei confronti degli elettori e del partito, ma dietro la determiminazione c’è anche la consapevolezza di poter andare ufficialmente all’incasso del recupero di consensi. A giugno dell’anno scorso ci si chiedeva se Forza Italia potesse superare lo sbarramento del 4%, oggi non è preregrino ipotizzare che possa centrare l’obiettivo che da tempo Tajani ha fissato, quello del 10%.


Lo slogan scelto, non a caso, è “Una forza rassicurante”, l’impegno è quello di fare liste competitive in cui non ci siano “protetti, protettori, amici o ciucci”, il racconto è quello di un partito che non litiga più. Tutto, insomma, dà una immagine molto diversa da quella della Lega attuale. Il giorno delle elezioni Europee precederà di poco il primo anniversario della morte del fondatore. “Se il buongiorno si vede dal mattino l’8 e il 9 di giugno potremo festeggiare uno straordinario risultato di Forza Italia che sarà il miglior regalo che tutti quanti noi potremo fare a Silvio Berlusconi a un anno dalla scomparsa”, dice Tajani.

Mattarella plaude ad accordo Ue migranti, ora “scelte su competitività”

Mattarella plaude ad accordo Ue migranti, ora “scelte su competitività”Sofia, 17 apr. (askanews) – Soddisfazione per il nuovo accordo europeo sui migranti e una esortazione a fare scelte decise, anche sul tema della competitività che può aiutare i nostri giovani ad avere un futuro. Sono i due messaggi che il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, invoca per l’Ue nel corso della sua visita ufficiale a Sofia dove, insieme al Presidente Rumen Radev, ha rinnovato l’amicizia tra Italia e Bulgaria.


Nei colloqui al palazzo presidenziale c’è stato ovviamente molto spazio per la situazione internazionale, la guerra in Ucraina e la crisi in Medioriente che preoccupa per il rischio di un allargamento del conflitto. Italia e Bulgaria condividono l’impegno per la sicurezza a difesa del confine orientale dell’Europa, non a caso il capo dello Stato visiterà domani la base militare di Novo Selo e incontrerà il contingente italiano del Multinational Battlegroup Bulgaria. Roma e Sofia però condividono anche il problema dei migranti: “I nostri paesi sono interessati e convinti” che “il fenomeno va governato con ordine non in maniera scomposta e disordinata come avviene adesso, e che il compito venga assolto dall’Ue”, ha detto il capo dello Stato esprimendo insieme all’omologo bulgaro “soddisfazione per la nuova intesa europea su migranti e asilo, un accordo che supera quella ormai datata di Dublino e apre la porta a una collaborazione più intensa per governare un fenomeno crescente”.


Mattarella ha ribadito anche, l’esigenza di dare risposte alla richiesta di ingresso nell’Ue dei paesi dei Balcani Occidentali come pure l’ingresso della Bulgaria “partner imprescindibile” nell’eurozona. Quindi il futuro dell’Ue: la convinzione del capo dello Stato è che “l’Unione europea ha bisogno di compiere scelte per diventare sempre più coesa, solida, più capace di svolgere nel mondo un ruolo protagonista, c’è l’esigenza di compiere scelte importanti che le consentano di svolgere questo ruolo”, quindi ha ricordato che proprio nelle prossime ore “nel Consiglio europeo si parlerà di competitività, un elemento che consente, sviluppandolo adeguatamente, di offrire opportunità maggiori per il futuro per i nostri giovani”. Un tema che lo vede sulla stessa linea di Mario Draghi (all’ex premier è stato affidato, proprio da Bruxelles, il compito di stilare un rapporto sullo stato della competitività europea) che proprio ieri intervenendo ad una conferenza europea ha sollecitato un cambiamento “radicale” sul versante della competitività. Nel colloquio con Radev si è quindi affrontato il tema della sicurezza: “Il rischio che si allarghi il conflitto” in Medioriente “è drammaticamente presente – ha ammonito Mattarella, va fatto ogni sforzo per una soluzione e l’unica possibile è due Stati per due popoli”. Così come in Ucraina dove va confermato il sostegno a Kiev ma parallelamente “cercare in ogni modo qualunque strada possibile per giungere alla fine del conflitto e a una pace giusta”.


Dal canto suo il presidente bulgaro ha voluto ringraziare l’Italia per il ruolo svolto “per la deterrenza militare e per aumentare la sicurezza del fianco orientale della Nato, abbiamo progetti comuni nell’industria bellica”, ha ricordato renendo atto al nostro paese aver lavorato insieme per “la realizzazione del corrodoio pan-europeo, un progetto strategico di connessione che contribuisce allo sviluppo dei paesi della regione e alla cooperazione tra Ue e Nato per la mobilità militare”.

Italia-Bulgaria, Mattarella a comunità italiana: vostro ruolo importante

Italia-Bulgaria, Mattarella a comunità italiana: vostro ruolo importanteSofia, 17 apr. (askanews) – Quello degli italiani che vivono in Bulgaria è un “ruolo importante, crea legami quotidiani che sono i più solidi che intercorrono tra due paesi. Il rapporto tra Bulgaria e Italia è di particolare amicizia e quindi vuol dire che il volto degli italiani che nelle varie attività e nei vari compiti viene svolto è apprezzato e gradito dai bulgari. L’Italia e le sue istituzioni vi sono vicini. Il nostro paese ha presenze diffuse in tanti continenti tutti sempre legati all’Italia quindi le istituzioni avvertono il dovere di starvi vicini”. Lo ha affermato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, incontrando a Sofia la comunità italiana presente in Bulgaria, nel corso della sua visita ufficiale.

Tragedia Sydney, Giacobbe (Pd): priorità salute mentale e stop armi

Tragedia Sydney, Giacobbe (Pd): priorità salute mentale e stop armiRoma, 16 apr. (askanews) – “Il centro commerciale Westfield a Bondi Junction è stato teatro di una tragedia inimmaginabile. Proprio in quell’area risiedono tantissimi giovani emigrati italiani che hanno scelto Bondi come nuova casa”. Così sui recenti tragici eventi a Sydney Francesco Giacobbe, senatore Pd eletto nella circoscrizione estero, ripartizione Africa-Asia-Oceania-Antartide.


“Questo folle gesto al centro commerciale ci ricorda quanto sia fragile la nostra quotidianità”, ha spiegato il parlamentare dem che ha invitato a riflettere sull’importanza “di affrontare con attenzione e dedizione anche qui in Italia a livello parlamentare i problemi legati alla salute mentale, sia a livello individuale, sia sociale. Dobbiamo chiederci se si fa abbastanza per questo. Se siamo efficienti nel riconoscere chi ne è affetto e nell’accudirlo. Se facciamo abbastanza per la sicurezza di chi vive quotidianamente questo problema e chi, invece, non sa di conviverci”. Il senatore ha espresso la vicinanza del Pd a coloro che sono stati colpiti da questi tragici eventi e alla comunità di Sydney, “città in cui vivo da oltre quarant’anni”.


Solidarietà inoltre per la recente aggressione al Vescovo ortodosso avvenuta in una chiesa della metropoli australiana. In conclusione, Giacobbe ha ribadito l’importanza di imparare dalle tragedie come quella di Sydney e di fare progressi concreti per prevenire futuri episodi simili, sia sotto l’aspetto del sostegno ai servizi di salute mentale, sia attraverso un controllo sempre maggiore all’accesso e l’utilizzo di armi da fuoco in Italia.

Ue, Michel da Meloni, impegno su migranti e non chiude su proroga Pnrr

Ue, Michel da Meloni, impegno su migranti e non chiude su proroga PnrrRoma, 11 apr. (askanews) – Una (molto) cauta apertura alla possibilità di allungare i tempi per l’attuazione del Pnrr e l’assicurazione che la lotta all’immigrazione clandestina è una “priorità” dell’Europa. Sono questi due dei messaggi che il presidente del Consiglio europeo Charles Michel ha portato questa mattina a Palazzo Chigi nell’incontro con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Un faccia a faccia nell’ambito del secondo giro di consultazioni che Michel (giovedì sera a Varsavia e venerdì a Vienna) sta facendo in vista dell’adozione dell’Agenda strategica europea.


La ‘proroga’ del Piano – spostando la scadenza dal 2026 al 2027 – è una richiesta che l’Italia, con il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, sta portando avanti da tempo, al momento senza trovare sponde. Michel, a due mesi dal termine del suo mandato, sul tema è stato molto cauto, ma non ha chiuso completamente la porta. “Io penso – ha detto in una conferenza stampa improvvisata in piazza Colonna – che tra le opzioni utili per assicurarsi che il denaro del Next Generation EU venga consegnato e usato in Italia e negli altri Stati membri, ci sia anche la possibilità di chiedere un allungamento dei tempi o altre procedure facilitate”. Infatti “esistono opzioni per l’estensione” delle scadenze legate al Pnrr “attraverso determinate procedure” ma si tratta di “un dibattito che deve avvenire nella Commissione europea e nel Consiglio”. Altro tema al centro del colloquio (durato un po’ più di un’ora) la questione dei migranti, all’indomani del via libera del Parlamento europeo al nuovo Patto per le migrazioni e l’asilo. “Con Giorgia Meloni – ha spiegato MIchel su X – abbiamo concordato che la gestione efficiente della migrazione è una priorità. Con il Patto su migrazioni e asilo adottato ieri dal Parlamento europeo l’Ue sta riformando il suo sistema. L’attuazione è ora fondamentale, consentendo anche risultati efficienti. E continuiamo a rafforzare i partenariati con i Paesi terzi, anche attraverso opportunità di migrazione legale. Anche la lotta alla tratta e al traffico di esseri umani è una sfida che stiamo affrontando insieme, attraverso tutti gli strumenti disponibili”.


Da parte sua Meloni ha indicato quelle che dovrebbero essere, per l’Italia, le “future priorità d’azione” dell’Ue: “Il rafforzamento della competitività e della resilienza economica europea, la gestione comune del fenomeno migratorio, la collaborazione in ambito sicurezza e difesa nonché la politica di allargamento”. Sfide che richiedono, per Meloni, “la necessità di assicurare risorse comuni adeguate a sostegno dei relativi investimenti”. Un tema decisamente poco gradito ai Paesi ‘frugali’. Tra le risorse competitive su cui investire, Meloni ha indicato anche il settore agricolo, “auspicando una rapida attuazione della revisione della Politica Agricola Comune e delle misure volte ad alleviare la pressione finanziaria sugli agricoltori concordate al Consiglio Europeo di marzo”. Proprio oggi, sul tema, la Commissione europea ha inviato ai Paesi membri per consultazione la sua proposta per una proroga limitata del quadro temporaneo di crisi sugli aiuti di Stato per sostenere il settore agricolo davanti alle “persistenti perturbazioni del mercato”. Non è escluso che tra i due ci sia stato anche il tempo per uno scambio di opinioni sulle elezioni europee e il percorso da seguire dopo il voto. Meloni negli ultimi mesi ha stretto un rapporto di collaborazione istituzionale con Ursula von der Leyen (con cui Michel non ha un buon rapporto) ma per il futuro ha sempre detto di lavorare per una maggioranza di centrodestra, con il suo gruppo Ecr che potrebbe avere un proprio Spitzenkandidat. A proposito delle europee, i giornalisti hanno chiesto a Michel se nella nuova legislatura Mario Draghi potrebbe avere un ruolo di vertice, in Commissione e in Consiglio. Un argomento ‘scivoloso’ su cui, infatti, il presidente del Consiglio europeo è stato molto evasivo: “Ci saranno le elezioni europee, un momento democratico molto importante e dopo le elezioni avremo un quadro dei risultati che è un elemento fondamentale per vedere l’orientamento politico del progetto europeo futuro. Dopo dovremo trovare un accordo sull’Agenda strategica e proporre una squadra a capo dell’Ue”.