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M5s dà il via libera, verso voto bipartisan Camere sulle missioni

M5s dà il via libera, verso voto bipartisan Camere sulle missioniRoma, 5 mar. (askanews) – Si va verso un voto bipartisan in Parlamento sulle nuove missioni internazionali Aspides e Levante: anche il Movimento 5 stelle, infatti, dopo i dubbi di lunedì e l’astensione nelle commissioni, voterà a favore. Resta solo il distinguo di Alleanza Verdi e Sinistra che voterà la propria risoluzione in cui non autorizza l’operazione nel Mar Rosso.


Il voto quasi unanime del Parlamento è stato ricercato dal ministro degli Esteri Antonio Tajani personalmente e, grazie anche alla mediazione del Pd, questa mattina è arrivata la decisione dei pentastellati di votare a favore del dispositivo della risoluzione di maggioranza dopo aver ottenuto il parere favorevole del governo alla propria. Ieri, nelle commissioni Esteri e Difesa della Camera, i pentastellati avevano scelto l’astensione, spaccando l’opposizione. Il partito di Giuseppe Conte non aveva gradito la specifica contenuta nella deliberazione del Cdm sui “compiti eminentemente difensivi” della missione in Mar Rosso. Mentre si moltiplicavano le dichiarazioni di Fdi che non mancava di evidenziare le contraddizioni del centrosinistra sulla politica estera (“Il campo largo non esiste”, ha attaccato Foti), il Pd si è messo immediatamente al lavoro con la capogruppo a Montecitorio Chiara Braga e il capogruppo in commissione Difesa, Stefano Graziano, che hanno mediato con il presidente dei deputati M5s, Francesco Silvestri, e il capogruppo in Difesa, Marco Pellegrini, in triangolazione con Tajani. Tutti si sono adoperati per far sparire dalla scheda del governo l’avverbio “eminentemente” mal digerito dal partito di Giuseppe Conte. Inoltre “il governo ha approvato la nostra risoluzione. Siamo soddisfatti”, commenta Pellegrini.

Australia, Giacobbe: Fond. Padre Atanasio fondamentale per italiani

Australia, Giacobbe: Fond. Padre Atanasio fondamentale per italianiRoma, 4 mar. (askanews) – Il senatore del Pd, Francesco Giacobbe, eletto nella circoscrizione estero, ripartizione Africa, Asia, Oceania e Antartide, ha tenuto un discorso presso l’annuale evento organizzato dalla Fondazione Padre Atanasio Gonelli di Sydney, presieduta da Felice Montrone.


Giunto da Roma per partecipare a questo evento che ogni anno raccoglie la locale comunità italiana, Giacobbe ha sottolineato che l’Italia è non solo nota per le sue invenzioni, successi artistici e pensatori illustri, ma anche per la compassione, la solidarietà e il sostegno umanitario. Virtù che, per il senatore del Pd, hanno caratterizzato la vita di Padre Atanasio, cui la Fondazione in suo nome si ispira. Il frate, ha detto Giacobbe, “ha dedicato la sua vita agli altri, contribuendo significativamente alla storia degli italiani a Sydney e in Australia, e ringrazio il Presidente Montrone per aver fondato questo ente caritatevole”, affermando che la costituzione della Fondazione è stato il migliore dei modi per celebrare e tramandare la memoria di Padre Atanasio.


Giacobbe ha esortato i presenti a dimostrare la loro generosità donando alle cause supportate dalla Fondazione che ogni anno raccoglie fondi destinati alla ricerca, alla comunità e, particolare, al sostegno delle fasce più deboli della popolazione emigrata dall’Italia, giocando così “un ruolo di primo piano per la vita della nostra comunità nel NSW e in Australia”. Infine il senatore ha lodato l’iniziativa annunciata dal presidente della Fondazione Felice Montrone e dai membri del comitato intitolata Italian language and cultural fund che punta a raccogliere fondi per la promozione della lingua italiana in Australia.

Meloni da Biden lancia alleanza sui migranti, ma evita punto stampa

Meloni da Biden lancia alleanza sui migranti, ma evita punto stampaWashington, 1 mar. (askanews) – Una “alleanza globale” contro il traffico di esseri umani. E’ questa la proposta che la presidente del Consiglio Giorgia Meloni presenta al presidente americano Joe Biden nello studio ovale della Casa Bianca. Un tema caro alla premier ma che sta a cuore anche all’inquilino della Casa Bianca. Gli arrivi dal confine messicano, infatti, sono uno dei temi al centro della campagna elettorale per le elezioni di novembre, con i repubblicani che parlano di una “invasione” che sarebbe stata sostanzialmente ignorata da Biden.


“Il G7 – ha sottolineato Meloni all’inizio del colloquio, alcuni minuti aperti alla stampa – porrà particolare attenzione anche al continente africano: l’Africa non è un continente povero, al contrario ha importanti risorse umane e naturali ma è stata sfruttata con un approccio predatorio. Voglio invertire questo approccio insieme a voi, ed è anche una risposta alla crisi migratoria. Dobbiamo sostenere lo sviluppo dell’Africa e mettere fine alle migrazioni illegali e al traffico di esseri umani. Il traffico di esseri umani è diventata l’attività finanziaria criminale più redditizia a livello globale e non possiamo accettarlo”. La presidenza italiana del G7 è stata il focus dell’incontro, che ha visto il leader americano molto amichevole. “Le ho cantato ‘Georgia on my mind’ di Ray Charles”, ha scherzato, prima di ringraziarla per il “sostegno incrollabile” all’Ucraina, per la “leadership” del G7 e per il rapporto con gli Usa: “La prima volta che ci siamo visti abbiamo detto di sostenerci a vicenda ed è vero: lo abbiamo dimostrato”. Meloni si è detta felice di “accogliere” in Puglia Biden il prossimo giugno per il summit dei capi di Stato e di governo. “Lavoriamo – ha detto – per un G7 concreto e sostanziale. Intendiamo riaffermare un ordine internazionale basato sulle regole, difendendo la libertà” e la “pace”. Anche l’Intelligenza artificiale sarà uno dei focus del G7 e Meloni ne ha parlato con il presidente Usa, pur consapevole che questi ha una visione parzialmente diversa sulla questione. Per la premier l’IA “è uno strumento: buono o cattivo dipende dalla nostra capacità di governarlo e di contrastarne i rischi e l’impatto che può avere sul mercato del lavoro. Vogliamo svilupparla ma anche garantire che mantenga l’uomo al centro”.


I due si sono anche confrontati sulla crisi in Medio Oriente. Meloni ha espresso la convinzione che “dobbiamo coordinare le azioni per evitare una escalation”, assicurando che l’Italia sostiene “pienamente lo sforzo di mediazione degli Stati Uniti”. La “priorità numero uno” è però la crisi umanitaria, su cui “l’Italia ha concentrato il suo contributo”, continuando a “cooperare” con tutti gli attori dell’area, con l’obiettivo di “fare passi concreti per garantire la prospettiva dei due popoli e due Stati, che è l’unica soluzione di lungo termine sostenibile”. Da parte sua, su questo, il presidente americano è tornato a chiedere un “cessate il fuoco immediato” e per “almeno sei settimane”, per “consentire l’afflusso di aiuti alla Striscia di Gaza”. Al termine dell’incontro alla Casa Bianca Meloni è subito ripartita alla volta di Toronto, dove sabato incontrerà il primo ministro Justin Trudeau. Non è stato dunque organizzato un punto stampa con i giornalisti italiani, come era apparso in un primo momento possibile, interessati a incontrare la premier per parlare della sua missione ma anche dei temi di politica italiana, a partire dallo ‘scontro’ con il Quirinale sulla gestione dei cortei a sostegno della Palestina. Una questione molto delicata per i rapporti tra Palazzo Chigi e il Colle e che – potrebbe essere stata la valutazione – avrebbe sicuramente ‘coperto’ il faccia a faccia con Biden ma anche la notizia del trasferimento in Italia di Chico Forti, annunciato dalla premier in un video pochi minuti prima di entrare nel palazzo presidenziale.

Pse e Pd omaggiano Matteotti e avvertono: destra va fermata

Pse e Pd omaggiano Matteotti e avvertono: destra va fermataRoma, 1 mar. (askanews) – Pd e Pse fanno muro a Giorgia Meloni e alla destra, i socialisti europei aprono il loro congresso con un messaggio chiaro al Ppe e a Ursula von der Leyen: nessun accordo con Ecr e Identità e democrazia, o il Pse non si siede nemmeno al tavolo delle trattative. Un avvertimento che già giovedì avevano lanciato Elly Schlein e Giacomo Filibeck, segretario generale del Pse, e che è stato rafforzato con la visita al monumento in onore di Giacomo Matteotti a cui ha preso parte anche Nicolas Schmit, il commissario Ue al Lavoro che sabato verrà ufficialmente consacrato come candidato socialista alla guida della commissione Ue.


Il congresso vero e proprio, appunto, si svolgerà sabato mattina alla ‘Nuvola dell’Eur a Roma, ma già venerdì è stata una giornata intensa sia nella sede del Pd che in quella del Psi, altro partito che ospita le assise del Pse, e Schlein ha avuto colloqui bilaterali con i leader socialisti capi di governo: Olaf Scholz (Germania), Antonio Costa (Portogallo), Mette Frederiksen (Danimarca) e Marcel Ciolacu (Romania). Con Scholz Schlein ha fatto il punto su politiche industriali ed energia, mentre il colloquio con la premier danese è stato concentrato sul welfare e con il romeno Ciolacu si è parlato molto della comunità romena in Italia.


Un giro di incontri che è servito a mettere a punto il lancio della campagna elettorale per le europee, che avverrà ufficialmente sabato con l’approvazione del ‘manifesto e con la formalizzazione della candidatura di Schmit da parte dei 500 delegati che si riuniranno all’Eur. La priorità per i socialisti è fare argine alla destra sovranista e nazionalista, tema che ha dato anche il titolo ad un dibattito del Pse che si è tenuto questo pomeriggio al Pd. E la scelta di andare a deporre una corona di fiori nel luogo dove Matteotti fu rapito non è chiaramente solo dettata dalla volontà di rendere omaggio ad uno storico leader socialista.


Lo spiega proprio Schmit, a margine della cerimonia: “E’ una forte emozione essere qui per il deputato Matteotti che rappresenta la nostra storia della democrazia e la nostra lotta contro il fascismo. Una storia che è di assoluta attualità perché il fascismo è tornato in Europa”. E per essere ancora più chiaro ha aggiunto: “Il fascismo è la distruzione del continente dell’Europa. In Italia c’è la responsabilità di politici che non prendono le distanze da questa tragica storia”. Nel manifesto verranno esplicitati i punti per arrivare all’”Europa che vogliamo”, lo slogan scelto dai socialisti che verrà tradotto in inglese: “The Europe we want”. Come spiega Giuseppe Provenzano, il regista degli incontri di queste ore, “la nostra non sarà solo una battaglia in difesa, ma per avere un’Europa più sociale, democratica e sostenibile”. In particolare, i democratici hanno insistito sui temi della pace e del lavoro: “C’è stata una grossa spinta su questi due temi da parte nostra”, si spiega.


Perché i leader socialisti hanno ben chiaro che l’avanzata della destra in Europa è guidata da Giorgia Meloni e che, dunque, l’Italia diventa una delle trincee più importanti in vista del voto del prossimo giugno. La scelta di tenere a Roma il congresso del Pse è il frutto proprio di questa valutazione e non è un caso che già ieri la Schlein abbia sottolineato: “Il Pse – sia chiaro! – è l’unico argine per fermare l’avanzata delle destre e per sventare ogni rischio che l’Europa si richiuda e guardi all’indietro consegnandosi all’estrema destra”. Il destinatario del messaggio è il Ppe, che invece rischia di “scivolare sempre più verso i nazionalisti”, ha detto la leader Pd. E Brando Benifei, capodelegazione Pd al Parlamento europeo, aggiunge: “Per noi non c’è spazio per la destra della Meloni e di Salvini alla guida delle istituzioni europee. L’ammiccamento in corso con Ursula von der Leyen per noi è inaccettabile”. E se i socialisti non avranno in numeri per eleggere Schmit, “non potremmo votare lei se lei fa laccordo di governo con la destra”.

Ricciardi (Pd): governo si accanisce su lavoratori frontalieri

Ricciardi (Pd): governo si accanisce su lavoratori frontalieriRoma, 27 feb. (askanews) – “Il governo continua ad accanirsi incomprensibilmente sui lavoratori frontalieri tra Italia e Svizzera. Dopo l’introduzione dell’ingiusta tassa sanitaria, adesso rischiano di trovarsi nell’incertezza più totale senza vedersi riconosciuti i propri diritti ed essendo tassati due volte”. Così Toni Ricciardi, vicepresidente del Gruppo Pd alla Camera, eletto nella circoscrizione estero, ripartizione Europa, nella replica al question time al governo in commissione Finanze.


“Ci è stata segnalato, infatti, che nella definizione degli elenchi dei comuni frontalieri del nuovo accordo sono stati cancellati interi comuni soprattutto nella provincia di Sondrio, ma non solo. Con la nuova modalità introdotta che prevede una tassazione dell’80% da parte della Svizzera con l’aggiunta anche di dichiarazione sul versante italiano del reddito prodotto, questi lavoratori si trovano a dover fa fronte ad un carico fiscale che esplode improvvisamente, ma soprattutto si trovano fuori dai vantaggi e delle attenzioni fiscali che sia l’accordo del 74, sia i successivi accordi hanno previsto. Queste persone hanno il diritto di capire chi ne stia tutelando gli interessi perché che nel giro di pochi mesi si sono visti un accordo firmato che istituiva un tavolo con le parti sociali mai convocato, si trovano tassati con una nuova tassa sanitaria ingiustificata e adesso sono sottoposti ad un carico fiscale completamente diverso. Per questa ragione chiediamo un intervento urgente del governo con il Canton Ticino e il Canton Grigioni per sanare al più presto questa grave situazione”, ha aggiunto.

Mattarella da lunedì a Cipro, attenzione a stabilità Mediterraneo

Mattarella da lunedì a Cipro, attenzione a stabilità MediterraneoRoma, 22 feb. (askanews) – L’attenzione alla stabilità del Mediterraneo orientale minacciata anche dalla crisi di Gaza impone di essere presenti. Con questa consapevolezza il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, volerà a Cipro lunedì prossimo per una visita di Stato di due giorni, la prima di un capo di Stato italiano.


Si tratta di un Paese membro dell’Unione europea che quest’anno festeggia i vent’anni dall’adesione e i 50 dalla guerra che ha portato alla divisione dell’isola e alla creazione di una zona turco-cipriota a Nord, l’autoproclamata Repubblica turco-cipriota, riconosciuta solo dalla Turchia. Cipro sta cercando di rilanciarsi grazie a riforme modernizzatrici per superare gli effetti delle due crisi che interessano l’area del Mediterraneo orientale: la guerra in Ucraina, Nicosia è sede di grandi investimenti dalla Russia, e il conflitto in Medio Oriente, per gli accessi umanitari che il governo cipriota cerca di favorire attraverso corridoi marittimi verso Gaza. La visita di Mattarella ha dunque una valenza simbolica e storica ad un tempo, considerando l’attuale scenario internazionale.


Il capo dello Stato, che in questo viaggio sarà accompagnato dal viceministro Edmondo Cirielli, avrà un colloquio lunedì pomeriggio con il presidente centrista Nikos Christodoulides, che a novembre era a Roma e ha incontrato la premier Giorgia Meloni a palazzo Chigi e Mattarella al Quirinale; mentre martedì, secondo giorno della visita di Stato, si recherà anche al Parlamento (monocamerale) per incontrare la presidente Annita Demetriou. I rapporti bilaterali tra i due paesi sono buoni e numerosi sono i temi che alimentano il dialogo, come la forte presenza di Eni con i giacimenti al largo delle coste cipriote dimostra. Il nodo irrisolto rimane la divisione del paese in due: come in Corea, con la visita al 38esimo parallelo, il presidente della Repubblica torna sul confine di una crisi. Martedì 27 infatti Mattarella e la delegazione che lo accompagna visiteranno la buffer zone dove si trova il quartier generale della forza delle Nazioni Unite per il mantenimento della pace a Cipro. Una zona cuscinetto istituita fin dagli anni 60 per garantire l’ordine pubblico e che oggi consta di un contingente piuttosto imponente, di duemila persone. Il compito è appunto il mantenimento dello status quo e la prevenzione di incidenti che comunque continuano ad accadere abbastanza di frequente. Il rapporto tra la componente turco-cipriota e quella cipriota resta infatti sempre teso, difficile al momento immaginare una riconciliazione. Anche per questo viene molto apprezzato che il capo dello Stato abbia accolto l’invito a visitare il Comitato per le persone scomparse, istituito dall’Onu con un rappresentante greco e uno turco, che svolge un lavoro storico sugli scomparsi in seguito al conflitto di cinquant’anni fa. La presenza di Mattarella rappresenta così anche un segno di attenzione verso una tragedia poco conosciuta al di fuori di Cipro.


Il Presidente visiterà poi anche l’aeroporto bombardato di Nicosia, fu distrutto nel ’74, da allora non è mai stato ricostruito: rappresenta il simbolo della stasi della buffer zone. L’attuale presidente della Repubblica di Cipro ha inaugurato una fase di cauta apertura nei confronti della Turchia rispetto ai suoi predecessori, che ha portato ad affrontare il tema dei rapporti con Istanbul anche in sede Ue: al prossimo Consiglio europeo di marzo si parlerà infatti anche del rilancio delle relazioni con un paese che gioca un ruolo strategico al confine tra Europa e Oriente. Altro tema che vede Italia e Cipro sulla stessa lunghezza d’onda è quello dei migranti: anche Cipro è terra di primo approdo e ad oggi conta la percentuale più alta di migranti in relazione alla popolazione, registrando un grande afflusso di profughi siriani, afghani, e ultimamente anche dalla Nigeria e dalla Costa d’Avorio. La loro massiccia presenza sta però alimentando un malcontento nella popolazione anche per questo il governo cerca di sollecitare la solidarietà europea.


Nel corso della visita Mattarella salirà anche sulla nave Bergamini, segno dell’impegno italiano per la stabilità del Mediterraneo mediorientale. Prima di lasciare Cipro è prevista infine una visita a Pafhos, città natale del presidente cipriota, dove si trova il sito archeologico della Casa di Dioniso arricchito dai mosaici romani. Mattarella tornerà a Roma nella giornata di martedì 27.

Dl elezioni, ok commissione a voto studenti fuori sede per europee

Dl elezioni, ok commissione a voto studenti fuori sede per europeeRoma, 22 feb. (askanews) – La commissione Affari costituzionali del Senato ha approvato l’emendamento al decreto elezioni che consentirà agli studenti fuori sede, in via sperimentale, di votare per le prossime elezioni europee. Lo ha comunicato il presidente dei senatori del Pd Francesco Boccia a margine della seduta.


L’opposizione tuttavia fa sapere che in Aula continuerà a chiedere che la possibilità di votare fuori dalla propria regione di residenza venga estesa anche ai lavoratori e a chi si trova lontano da casa per motivi di salute. “Abbiamo sostenuto il voto agli studenti fuori sede ma ovviamente non basta – ha detto Boccia – perché in Aula presenteremo un emendamento che consentirà anche ai lavoratori fuori sede e a chi ha problemi sanitari ed è fuori regione di votare perchè nel 2024 non è possibile che ci sono delle regioni, penso alla Calabria, che ha tantissimi residenti che vivono in regioni del Nord e non hanno la possibilità di tornare per votare. Insomma, quindi bene per gli studenti ma serve aggiungere anche i lavoratori e coloro che sono fuori regione per ragioni sanitarie”.


Una posizione di fatto condivisa da Mariastella Gelmini, senatrice e portavoce di Azione: “Approvato l’emendamento per consentire il voto agli studenti fuori sede. Un primo risultato raggiunto anche grazie al lavoro fatto da Azione in I Commissione al Senato, ma non basta. Escludere i lavoratori è sbagliato e incalzeremo la maggioranza affinché rimedi a questo errore”, scrive su X.

Dl Milleproroghe, Onori (Az): accolto odg su disservizi consolari

Dl Milleproroghe, Onori (Az): accolto odg su disservizi consolariRoma, 20 feb. (askanews) – “Con il nostro ordine del giorno, approvato ieri in aula nel corso dell’esame del dl Milleproroghe, abbiamo posto finalmente al centro dell’attenzione del Governo il gravoso problema dei disservizi consolari per gli italiani all’estero. Avere la carta d’identità rinnovata e ottenere un passaporto sono diritti, non vezzi o lussi. Come tali, dovrebbero essere garantiti anche per i cittadini italiani residenti fuori dall’Italia. Eppure spesso non è così, a causa dell’annoso problema del malfunzionamento dei servizi consolari. Con il nostro odg abbiamo chiesto al Governo di reindirizzare una quota non inferiore al 50 percento dei fondi che prima erano destinati al sostegno delle Forze armate in Afghanistan e che ora torneranno al MAECI a seguito del ritiro del contingente internazionale. Finora il Governo ha fatto poco o nulla per questa che è una vera e propria urgenza legata ai cittadini iscritti all’Aire: tuttavia l’accoglimento del nostro ordine del giorno rappresenta un primo spiraglio di speranza e contiamo su una sua celere implementazione”. Così Federica Onori, deputata di Azione-PER-Renew Europe.

Italiani nel mondo, Borghese: sabato congresso Maie in Messico

Italiani nel mondo, Borghese: sabato congresso Maie in MessicoRoma, 15 feb. (askanews) – “Si svolgerà sabato prossimo a Città del Messico il congresso del Maie. Desidero inviare agli amici coordinatori del Centro America, dei Caraibi e di altri Paesi partecipanti i più vivi auguri di buon lavoro e di un’ottima riuscita dell’appuntamento politico. Sono certo che l’assise sarà un’occasione molto importante per affrontare tutte le tematiche care ai tanti milioni di italiani che vivono in quelle regioni del mondo e le innumerevoli sfide che sono davanti a noi tutti. E sono certo che il nostro Movimento politico continuerà, come è nel suo dna, ad assicurare agli italiani assistenza e vicinanza con attenzione, passione e dedizione”. Lo dichiara il senatore Mario Alejandro Borghese, vicepresidente del Maie, eletto nella circoscrizione estero, ripartizione America latina.

Dl milleproroghe, Ricciardi (Pd): nulla su frontalieri, vergogna

Dl milleproroghe, Ricciardi (Pd): nulla su frontalieri, vergognaRoma, 15 feb. (askanews) – “Ci sono due macchie indelebili e incomprensibili che non avete voluto correggere. Si sono trovate le risorse per tante cose, si sono prorogate misure che fanno mancare introiti alle casse dello Stato e non si capisce perché vi siate incaponiti, ad esempio, sui rimpatriati. Questa cosa sul rientro dei cervelli è una cosa che grida vendetta. Stiamo parlando di quella misura che prevedeva il rientro di persone che vivevano almeno da 2 anni all’estero con dei vantaggi fiscali, per cui, al carico familiare, si aggiungeva un surplus di vantaggio fiscale”. Lo ha detto Toni Ricciardi, vice presidente del Pd, eletto nella circoscrizione estero, ripartizione Europa, nel corso del suo intervento in aula in discussione generale.


“Dio solo sa l’inverno demografico che stiamo vivendo. Avevamo una misura che prevedeva uno sgravio del 70 per cento sul territorio nazionale e del 90 per cento per coloro che rientravano nel Mezzogiorno d’Italia per 5 anni. Perché vi siete incaponiti: perché non vi siete presi un altro anno? State ammazzando una misura importante. A ciò si aggunga la vergogna assoluta targata Lega sui frontalieri a cui sono stati chiesti 2.000 euro di tassa sanitaria per sanare il buco nero della Regione Lombardia”, ha proseguito. “Infatti, voi sapete meglio di me che esiste il divieto della doppia imposizione fiscale: una persona non può pagare le tasse sulla stessa cosa due volte. Questi sono soggetti – 100.000 persone – che pagano le tasse in Svizzera, il cui Paese ne riversa in Italia il 40 per cento, tra i 115 150 milioni di euro, e che prediligono quei comuni e quei territori, nell’ambito dei 20 chilometri, che notoriamente hanno una colorazione politica molto chiara. Allora, io non riesco a capire. Vi avevamo chiesto con un emendamento a costo zero – il costo sarebbe stato virtuale, così come sarebbe stata virtuale l’entrata, che avete spostato a bilancio – di dare un anno di deroga per approfondire, perché nell’accordo, che avevamo siglato all’unanimità, di ratifica del Protocollo con la Svizzera era previsto un tavolo governativo con le parti sociali. Allora non si capisce perché, a giugno, abbiamo approvato questo e, due mesi dopo, introducete, su richiesta della regione Lombardia, l’ingiusta tassa sanitaria”, ha concluso.