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Liguria, avvocato Toti: dimissioni? E’ una scelta da concordare

Liguria, avvocato Toti: dimissioni? E’ una scelta da concordareGenova, 24 mag. (askanews) – “Le dimissioni sono un tema politico che non sta a me affrontare. L’unica cosa che ha sempre detto Toti è che è una decisone che non può prendere lui sulla base solo del suo interesse personale ma deve essere presa dopo un confronto e un accordo con le altre parti politiche”. Lo ha detto l’avvocato Stefano Savi, difensore del presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, all’indomani del lungo interrogatorio davanti ai pm.


“Le dimissioni – ha aggiunto il legale – sono legate alla misura cautelare perché in questa posizione non può parlare con nessuno che non sia il suo avvocato e quindi ha difficoltà a concordare un’eventuale decisione con gli altri soggetti con cui deve confrontarsi”.

Liguria, Toti: voto scambio? Si parla di 400 voti su 380 mila

Liguria, Toti: voto scambio? Si parla di 400 voti su 380 milaGenova, 23 mag. (askanews) – “Per quanto riguarda il voto di scambio è da evidenziare che vinsi le elezioni con circa 380 mila voti. Il sostegno della comunità Riesina si sostanzia, nelle indagini, con una certa approssimazione, di 400 voti, giusto per proporzione e per capire che l’apporto non è tale da turbare l’equilibrio democratico del voto, per altro particolarmente irrilevanti nel caso del candidato, Ilaria Cavo, a cui viene attribuito il mio appoggio”. Lo scrive il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, nella memoria difensiva depositata oggi a corredo dell’interrogatorio nella caserma della Guardia di Finanza del porto di Genova.   “I fratelli Testa – aggiunge il governatore ligure – venivano presentati come attivisti politici con incarichi in Regione Lombardia da due onorevoli. Nel loro curriculum vi erano incarichi politici legati alla Giunta regionale lombarda. Entrambi gli onorevoli (Sorte e Benigni) ne garantivano le qualità personali. Il fatto di essere riesini e loro rappresentanti non può equivalere ad essere considerati come persone di malaffare. Analoga attenzione a gruppi organizzati rappresentanti cittadini di comune estrazione (lucani, calabresi nel mondo) è prestata dalla politica di ogni colore al fine di raccoglierne il consenso”.


“Ebbi occasione – spiega ancora Toti – di incontrare i fratelli Testa al massimo due volte. Il loro interesse era rivolto all’attenzione possibile per una comunità, quella riesina, spesso soggetta a tutte le difficoltà legate ad immigrazione e integrazione in regioni diverse. Certamente ho dato mandato ai miei collaboratori di dare loro attenzione nei termini di legge. Ma mai di offrire utilità in cambio di voti. La mera generica promessa di una condizione personale e sociale migliore non può essere considerata quale merce di scambio ma consueto frutto dell’attività politica, specie in periodo elettorale”. “Atteso che non ho saputo, se non ora, delle promesse fatte ad alcuni (limitatissimi) componenti della comunità – si legge ancora nella memoria difensiva – la segnalazione ad imprese private di taluni di loro in qualità di muratori o manovali (per altro mai assunti), tale attività se fosse stata da me conosciuta, e non lo era, senza essere stato io al corrente di eventuali accordi precedenti, sarebbe stata interpretata come sostegno a persone di difficoltà. E anche la richiesta di spostamento di residenza da una casa popolare all’altra (per altro già assegnata) appare come mero sostegno informativo ad una persona dalle evidenti scarse capacità nel destreggiarsi nella pubblica amministrazione. Spostamento per altro non ci risulta mai avvenuto”.


“Nessuna utilità specifica – conclude Toti – è andata alla comunità riesina, né in posti di lavoro né altro. Trattandosi come si evince dalle stesse indagini di persone insistenti per comportamenti ed espressioni, possibile che alcune battute anche tra me e lo staff siano state interpretate fuori dal contesto con cui il tema dei riesini veniva affrontato nelle riunioni”. 

Liguria, dai pm oltre 100 domande al presidente Toti

Liguria, dai pm oltre 100 domande al presidente TotiGenova , 23 mag. (askanews) – Sono oltre 100 le domande che i pm stanno ponendo al presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, durante l’interrogatorio in corso nella caserma della Guardia di Finanza del porto di Genova.


Al governatore, agli arresti domiciliari nell’ambito della maxi inchiesta sulla corruzione in Liguria, gli inquirenti starebbero chiedendo in particolare chiarimenti sui finanziamenti ricevuti da alcuni imprenditori e su quanto emerso dalle indagini sul presunto voto di scambio.

Liguria, interrogatorio fiume per Toti: si va avanti a oltranza

Liguria, interrogatorio fiume per Toti: si va avanti a oltranzaGenova , 23 mag. (askanews) – È ancora in corso nella caserma della Guardia di Finanza di Molo Giano, nel porto di Genova, l’interrogatorio del presidente della Regione Liguria Giovanni Toti che dallo scorso 7 maggio è agli arresti domiciliari nella sua villetta di Ameglia, in provincia di La Spezia.


Secondo quanto trapelato, il governatore ligure starebbe rispondendo a tutte le domande dei pm Luca Monteverde, Federico Manotti e Vittorio Ranieri Miniati e l’interrogatorio potrebbe proseguire fino a questa sera o essere interrotto per poi riprendere nella giornata di domani.

Liguria, iniziato interrogatorio Toti in caserma Gdf in porto

Liguria, iniziato interrogatorio Toti in caserma Gdf in portoGenova , 23 mag. (askanews) – È iniziato nella caserma della Guardia di Finanza di Molo Giano, all’interno del porto di Genova, l’interrogatorio del presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, agli arresti domiciliari da due settimane con l’accusa di corruzione nell’ambito della maxi inchiesta della Procura di Genova.


Il governatore ligure ha raggiunto la caserma intorno alle 10 e 45 entrando dal varco di Levante. L’area portuale non è accessibile ai cronisti, che si sono radunati davanti al varco Molo Giano.

Liguria, eseguita copia forense dispositivi informatici di Toti

Liguria, eseguita copia forense dispositivi informatici di TotiGenova, 20 mag. (askanews) – La Procura di Genova ha terminato le operazioni di copia forense dei dispositivi informatici sequestrati al presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, da martedì 7 maggio agli arresti domiciliari con l’accusa di corruzione nell’ambito della maxi inchiesta che ha portato agli arresti domiciliari anche il suo capo di gabinetto Matteo Cozzani.


Il governatore della Liguria, attualmente sospeso, dovrebbe essere interrogato la prossima settimana, dopo che gli inquirenti avranno esaminato il contenuto di pc, tablet e telefoni che gli erano stati sequestrati al momento dell’arresto.

Liguria, avvocato Toti: fornirà elementi per escludere ogni reato

Liguria, avvocato Toti: fornirà elementi per escludere ogni reatoGenova, 16 mag. (askanews) – “Il presidente Toti naturalmente è umanamente provato da questa vicenda ma sta lavorando alla costruzione della difesa attraverso l’esame e l’analisi degli atti convinto di poter fornire elementi utili alla ricostruzione di quello che è successo in termini tali da escludere ogni possibilità di reato”. Lo ha detto l’avvocato Stefano Savi, difensore del governatore della Liguria Giovanni Toti, da martedì scorso agli arresti domiciliari con l’accusa di corruzione.

Liguria, presidente interim: andiamo avanti per rispetto liguri

Liguria, presidente interim: andiamo avanti per rispetto liguriGenova, 14 mag. (askanews) – “Per rispetto in primis dei liguri, del presidente Toti e degli inquirenti è giusto non dimettersi, non scappare e portare avanti tutto quello che d’importante c’è da fare per la Regione Liguria”. Lo ha detto il presidente ad interim della Regione Liguria Alessandro Piana, parlando con i giornalisti durante la prima seduta del Consiglio regionale dopo il terremoto giudiziario che ha portato agli arresti domiciliari il governatore Giovanni Toti.


“Tutti i progetti che dobbiamo portare avanti – ha sottolineato Piana – con coraggio li porteremo avanti. Quello che si doveva finanziare finanzieremo perché deve prevalere il senso di responsabilità rispetto a cose più facili come ad esempio andarsene o addirittura farsi prendere dal nervosismo e dalla paura”. “Le ragioni per cui ho deciso di andare avanti con la giunta – ha concluso il presidente ad interim della Regione Liguria – intanto le hanno stabilite i liguri con una legge prolungata nel 2005. Si fa spesso riferimento ai padri fondatori per quanto riguarda le leggi e regolamenti che regolano i consigli regionali. Noi a questo ci siamo attenuti per senso di responsabilità”.

Liguria, segretario regionale Pd: spero in elezioni a ottobre

Liguria, segretario regionale Pd: spero in elezioni a ottobreGenova, 14 mag. (askanews) – “Spero che non facciano un accanimento terapeutico e che non facciano l’ennesimo e più pesante danno ai liguri. Spero che si vada a elezioni anticipate in autunno, a ottobre, perché almeno si avrebbe la possibilità di fare una legge di bilancio che inizi a dare dei segnali di cambiamento”. Lo ha detto ad Askanews il consigliere regionale della Liguria e segretario ligure del Pd, Davide Natale, a margine della prima seduta del Consiglio regionale dopo lo scandalo giudiziario che ha portato agli arresti domiciliari il governatore Giovanni Toti.


“Ci troviamo di fronte a una situazione paradossale – ha aggiunto il segretario dem – dove c’è un gruppo dirigente del centrodestra che è arroccato sulle proprie posizioni, nelle proprie stanze, e non vede quel che succede in Liguria. Noi dobbiamo assolutamente dare una risposta ai cittadini, penso ai temi della sanità pubblica, dell’ambiente, delle risorse che vengono dall’Europa ma anche dal governo, quindi al Pnrr, al Fondo sociale, al Psr con la nostra regione che è la maglia nera in Italia. Questa giunta può dare risposte ai cittadini? Assolutamente no perché non sa nemmeno che succederà domani. Non si fidano di loro da una parte e dall’altra sono ingessati da una situazione che gli è crollata addosso e che non sanno come gestire”. “Se loro si dimettono e quindi ci sono alcuni passaggi strategici per i liguri – ha concluso Natale – noi ci siamo ma naturalmente loro devono assumersi l’onere di riconoscere che hanno fallito e quindi dimettersi. Altrimenti è veramente un pantano per la Liguria e per i liguri che non possiamo permetterci. Siamo la regione del Nord con il reddito pro capite più basso, col Pil più basso, siamo quelli che hanno più infortuni nei luoghi di lavoro, siamo quelli che hanno meno personale destinato ai controlli sui luoghi di lavoro, siamo quelli che hanno una fuoriuscita di teste verso altre regioni e altri Paesi”.

Liguria, Sansa: opposizioni compatte nel chiedere dimissioni Toti

Liguria, Sansa: opposizioni compatte nel chiedere dimissioni TotiGenova, 14 mag. (askanews) – “Le opposizioni sono compatte. Chiediamo le dimissioni di Toti semplicemente perché una persona che in un’intercettazione dice che la Diga di Genova, opera da 1,3 miliardi di denaro pubblico, ‘è per Spinelli’, che è un finanziatore di Toti, non più più governare questa Regione. Basterebbe soltanto questa frase ma c’è tutto il mondo che abbiamo visto, oltre a questa frase”. Lo ha detto ad Askanews il capogruppo della Lista Sansa in Regione Liguria, Ferruccio Sansa, a margine della prima seduta del Consiglio regionale dopo il terremoto giudiziario che ha ha portato agli arresti domiciliari il governatore Giovanni Toti con l’accusa di corruzione.


“Voltiamo pagina – ha aggiunto Sansa – anche perché la Liguria non può più permettersi l’immobilismo, con un presidente ai domiciliari, la sua sedia vuota e nessuno che decide più. Io credo però che sia anche una grandissima possibilità, un’occasione imperdibile per cercare di siglare un patto di fiducia con i cittadini. Non parlo della mia coalizione, non è una questione soltanto elettorale, è una questione morale. La Liguria deve fare un nuovo patto e cercare di rinascere e guardare avanti. La premessa è: tagliamo tutti, centrosinistra e centrodestra, politica ed economia, il legame con quel mondo, il mondo degli Spinelli”.