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Liguria, Sansa: opposizioni compatte nel chiedere dimissioni Toti

Liguria, Sansa: opposizioni compatte nel chiedere dimissioni TotiGenova, 14 mag. (askanews) – “Le opposizioni sono compatte. Chiediamo le dimissioni di Toti semplicemente perché una persona che in un’intercettazione dice che la Diga di Genova, opera da 1,3 miliardi di denaro pubblico, ‘è per Spinelli’, che è un finanziatore di Toti, non più più governare questa Regione. Basterebbe soltanto questa frase ma c’è tutto il mondo che abbiamo visto, oltre a questa frase”. Lo ha detto ad Askanews il capogruppo della Lista Sansa in Regione Liguria, Ferruccio Sansa, a margine della prima seduta del Consiglio regionale dopo il terremoto giudiziario che ha ha portato agli arresti domiciliari il governatore Giovanni Toti con l’accusa di corruzione.


“Voltiamo pagina – ha aggiunto Sansa – anche perché la Liguria non può più permettersi l’immobilismo, con un presidente ai domiciliari, la sua sedia vuota e nessuno che decide più. Io credo però che sia anche una grandissima possibilità, un’occasione imperdibile per cercare di siglare un patto di fiducia con i cittadini. Non parlo della mia coalizione, non è una questione soltanto elettorale, è una questione morale. La Liguria deve fare un nuovo patto e cercare di rinascere e guardare avanti. La premessa è: tagliamo tutti, centrosinistra e centrodestra, politica ed economia, il legame con quel mondo, il mondo degli Spinelli”.

Liguria, presidente ad interim: attività Regione proseguirà

Liguria, presidente ad interim: attività Regione proseguiràGenova, 14 mag. (askanews) – “L’attività della Regione proseguirà, senza soluzione di continuità, nel solco di un percorso che, in quasi due lustri di amministrazione, ha segnato un vero e proprio cambio di passo nella nostra economia e ha determinato una crescita record del nostro Pil, nell’ultimo triennio, in diversi settori chiave dello sviluppo del Paese”. Lo ha detto il presidente ad interim della Regione Liguria Alessandro Piana, all’inizio della prima seduta del Consiglio regionale dopo l’arresto del governatore Giovanni Toti per corruzione.


“Secondo quando stabilito dal comma secondo dell’art. 41 dello Statuto della Regione – ha ricordato Piana – ho assunto ad interim le funzioni di presidente della Giunta regionale. Con senso di grande responsabilità per le funzioni attribuitemi dalla Carta statutaria, promulgata nel mese di maggio dell’anno 2005, e nella consapevolezza di essere chiamato a svolgere un compito importante e cruciale, nell’interesse dell’intera comunità regionale, mi preme esprimere innanzitutto un pensiero di vicinanza al presidente, auspicando che, rispetto alle note vicende che lo riguardano, venga fatta chiarezza nel più breve tempo possibile”. “Ora – ha concluso il presidente ad interim della Regione Liguria – ben consapevole della difficoltà di questo momento, occorre sostenere questo cambio di passo continuando con gli investimenti, con il raggiungimento degli obiettivi del Pnrr, che per la Liguria rappresenta un’opportunità imperdibile e storica, proseguendo con le attività amministrative della Regione. La politica, che sia di governo o di opposizione, nel quadro di un dibattito democratico, deve continuare a impegnarsi a fondo, nel rispetto dei principi di programmazione, di partecipazione e di autonomia degli enti locali”.

Liguria, Toti chiede ai pm di essere interrogato

Liguria, Toti chiede ai pm di essere interrogatoGenova, 14 mag. (askanews) – L’avvocato Stefano Savi, difensore del presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, ha chiesto ufficialmente l’interrogatorio per il suo assistito.


La data della deposizione del governatore ligure, da martedì agli arresti domiciliari con l’accusa di corruzione nell’ambito della maxi inchiesta della Procura di Genova che ha portato all’arresto anche del suo braccio destro Matteo Cozzani, dovrà essere ora fissata dai pm. “Abbiamo chiesto l’interrogatorio – ha spiegato Savi ai giornalisti – e il pool di pm che sta seguendo le indagini ha un calendario piuttosto nutrito e quindi si sentiranno tra loro per trovare una data. Non ho idea quando”.

Toti, Bucci: chiedo chiarezza su mia posizione, pronto a parlare

Toti, Bucci: chiedo chiarezza su mia posizione, pronto a parlareGenova, 13 mag. (askanews) – “Non ho motivo per pensare di essere coinvolto, e in ogni caso devo rimanere al mio posto di sindaco. Ma potrei anche decidere di dimettermi. Come disse Oscar Luigi Scalfaro, al quale non oso certo paragonarmi, a questo gioco al massacro io non ci sto. Chiedo chiarezza, anche sulla mia posizione”. Lo afferma il sindaco di Genova Marco Bucci, commentando sul Corriere della Sera l’inchiesta che ha portato agli arresti domiciliari con l’accusa di corruzione il governatore della Liguria Giovanni Toti.


“Intanto – aggiunge il primo cittadino – non vedo l’ora di poter parlare con i magistrati. Sono disponibile a discutere di ogni aspetto che riguarda la mia persona e la mia attività. Ma davvero, bisogna risolvere al più presto questa situazione di stallo. Non lancio un allarme ma un messaggio, a tutti: tiriamoci su le maniche, perché dopo aver ottenuto i finanziamenti del Pnrr, una occasione del genere per cambiare volto alla nostra regione non capiterà mai più. Basta con le ricostruzioni scandalistiche, con le voci infamanti. Sulle rovine, non vince nessuno”. Parlando dell’ex presidente dell’Autorità del sistema portuale del Mar Ligure Occidentale e ad di Iren, attualmente sospeso, Paolo Emilio Signorini, l’unico degli indagati finito in carcere, il sindaco di Genova sottolinea: “Io sono quello che ci ha messo la faccia con i miei colleghi di Reggio Emilia e Torino per la nomina di Signorini al vertice di Iren. Se sono veri certi suoi comportamenti, questo è un grave tradimento della mia fiducia”.


“Con Giovanni Toti – spiega Bucci – ho lavorato tanto e bene e mi auguro ancora di poter tornare a lavorare con lui. L’ho detto e lo ribadisco. Io non so nulla dei suoi rapporti con le altre persone. Ma se certe cose sono vere, è un problema. Anche per me, a livello personale”. “Si stanno creando – conclude il primo cittadino – danni enormi a tutto il sistema. Io li percepisco e vedo il pericolo che questa città, che abbiamo faticosamente rimesso in moto, si fermi di nuovo. Poi, quando leggo sui giornali certe ricostruzioni, mi sento anche tradito, da persone della mia città. E non capisco per quale motivo”.

Toti, Salvini: dimissioni per decoro? Non siamo in Iran

Toti, Salvini: dimissioni per decoro? Non siamo in IranRoma, 13 mag. (askanews) – “Un conto è il decoro, un conto è un reato, Non siamo in Iran, siamo in una paese libero e quindi al di là del decoro, se uno commette un reato deve dimettersi altrimenti no, io conosco il presidente Toti, spero che qualunque sia la verità ce la dicano in fretta”. Lo ha detto il vicepremier e ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, a Rtl 102,5, rispondendo a una domanda sulle richieste di dimissioni del presidente, della regione Liguria, Giovanni Toti.


“Faccio il ministro dei lavori pubblici – ha aggiunto – quindi devo accelerare e sbloccare i cantieri. Spero che quello che è accaduto non blocchi tutti i cantieri che abbiamo in Liguria. Penso che in un paese civile si è colpevoli quando si è condannati in un tribunale, non su un giornale o su un talk show, quindi penso che nessuno debba dimettersi prima di essere condannato altrimenti siamo in Unione sovietica”.

Orlando in pista: “a disposizione per Comitato Liberazione Liguria”

Orlando in pista: “a disposizione per Comitato Liberazione Liguria”Roma, 11 mag. (askanews) – “Bisogna decidere tutti insieme chi può incarnare al meglio questo progetto. Io voglio senz’altro farne parte, anche per questo ho rinunciato a candidarmi alle prossime elezioni europee. Mi metto a disposizione. Verifichiamo quale è la figura che può rea- lizzare il fronte più ampio e coeso»Se vuoi cambiare metodo e passo, non parti dai nomi.Occorre costruire un Comitato di liberazione per la Ligu-ria, in un certo senso. Quindi serve un fronte ancora più largo con un perimetro ben definito da tutti quelli che vo- gliono rompere nettamente con questo sistema. La mia non è una formula retorica. Ci credo davvero”. Lo afferma l’ex ministro Pd Andrea Orlando sulla possibilità di candidarsi alla presidenza della Liguria in alternativa alla destra in caso di elezioni regionali anticipate dopo l’arresto del presidente Giovanni Toti, con l’accusa di corruzione nell’esercizio delle sue funzioni.


“Questa situazione – afferma Orlando in una una intervista al Corriere della Sera- va sbloccata. Mi rivolgo a Giorgia Meloni e al centrodestra: davvero pensate che una Regione che deve utilizzare dieci miliardi di Pnrr e di altre misure per infrastrutture fondamentali, una regione con la sanità al collasso, possa permettersi di avere una giunta zoppa, con i suoi principali attori legittimamente presi dalla necessità di discolparsi?”. “Al di là dei nomi e delle contestazioni di loro reati sui quali non mi esprimo” Orlando contesta a Toti un “sistema” di governo regionale basato sulla “creazione di una cupola imprenditoriale, politica e burocratica che ha espropriato i luoghi della decisione politica: in Liguria, il dialogo sociale e istituzionale è ormai ridotto a zero.Esiste solo una forma viziosa di intermediazione tra singoli pezzi di economia, di società, e le istituzioni. Il Consiglio regionale e persino l’Autorità portuale sono stati spogliati delle loro funzioni, sostituiti da riunioni sugli yacht e aperitivi in villa”.


“Nessuno di noi – afferma ancora- si sarebbe messo a fare com- pravendita di voti con persone in odore di mafia. Mi scuso per la brutalità ma credo sia una frase dovuta, non una cattiveria. Avremmo costruito nuove dinamiche di partecipazione, perché le decisioni sul futuro di un territorio van-no prese con il massimo di trasparenza e di inclusione possibili. È quel che bisogna fare adesso”. Anche perchè “non credo a una spiegazione psichiatrica. Il nodo della vicenda è politico. Dopo il successo della sua lista alle Regionali del 2020, Toti vede la possibilità di dare una valenza nazionale al suo progetto. Diventa insofferente delle vicende del ‘suo’ territorio, troppo stretto per la sua ambizione. Demonizza gli avversari. Adotta una logica amico-nemico, con lo stile e il siste-ma di chi si sente intoccabile. Crea una sua oligarchia, tagliando fuori tutte le parti so- ciali e istituzionali. Esercita una pressione fortissima sul sistema informativo locale. Più che di perdita della testa, si tratta di una intossicazione da potere”. “Alle politiche del 2022 – prosegue Orlando- la lista di Toti prende il due per cento. I presunti alleati del suo schieramento gli hanno fatto terra bruciata intorno. Questo meccanismo così pervasivo di gestione del potere si spiega anche con un’ansia di controllo generata dalla solitudine politica e dal continuo scontro con parti del centrodestra, aggravato dalla crescente insofferenza di Fratelli d’Italia nei suoi confronti. Il lustro, il glamour e il controllo dei media nascondevano il suo sistema. L’altra faccia della medaglia era una Regione per ricchi, dove un malato oncologico è obbligato ad aspettare mesi per una visita, mentre un imprenditore con lo yacht ci mette un attimo a ottenere quel che vuole”.

Pd: giunta Toti politicamente finita, si dimetta

Pd: giunta Toti politicamente finita, si dimettaMilano, 10 mag. (askanews) – “Prendiamo atto della scelta di Toti di avvalersi della facoltà di non rispondere e di prendere tempo. Da una settimana, però, al netto del lavoro della magistratura, la situazione per le istituzioni è insostenibile. Un quadro degradato, uno spettacolo indecente in cui l’interesse pubblico viene descritto come piegato a quello dei privati in cambio di risorse economiche. Se dal punto di vista giudiziario, per difendersi, Toti può scegliere le strade che ritiene più giuste per la sua posizione personale, da quello politico, il fatto che il Presidente della Regione rinvii ulteriormente la definizione della sua posizione conferma, se ce ne fosse ancora bisogno, che Toti non può proseguire da Presidente della Regione e che l’unica soluzione sono le dimissioni immediate e il voto, per chiudere questa indecente pagina della destra al governo e ripristinare la credibilità delle istituzioni”. Lo afferma Luca Garibaldi, capogruppo del Pd in Regione Liguria, dopo l’interrogatorio di Toti di oggi.


“È insostenibile che si continuino a ipotizzare soluzioni raffazzonate da ultimi giorni di Pompei, con una traballante gestione di un sostituto pro tempore. Politicamente la giunta Toti è finita, con indegnità, e qualsiasi altra soluzione di mera sopravvivenza e attaccamento al potere é un ulteriore schiaffo alle istituzioni e ai cittadini. L’unico modo per recuperare credibilità sono le dimissioni del presidente della Giunta regionale e un avvio al voto per ridare la possibilità ai liguri di scegliere. Non ci sono alternative per sbloccare questo quadro in cui la destra ha condotto la nostra regione”, conclude.

Toti, l’avvocato: parlerà solo dopo aver letto tutti gli atti

Toti, l’avvocato: parlerà solo dopo aver letto tutti gli attiGenova, 9 mag. (askanews) – “Il criterio che applicheremo sarà quello di scegliere di fare dichiarazioni una volta che avremo il quadro processuale completo, almeno alla luce di quello che è ad oggi, quindi aver letto tutti gli atti. Prima di prendere posizioni o dare spiegazioni dobbiamo approfondire la lettura degli atti per capire su che cosa, dove e come fornire spiegazioni”. Lo ha detto l’avvocato Stefano Savi, difensore del governatore della Liguria Giovanni Toti, parlando dell’interrogatorio di garanzia di domani.

Toti, l’avvocato: ha sempre perseguito solo interessi pubblici

Toti, l’avvocato: ha sempre perseguito solo interessi pubbliciGenova, 8 mag. (askanews) – “Ho incontrato il presidente, è stato un incontro di lavoro. Il presidente è ben determinato ad esaminare e approfondire gli atti per presentare una difesa che spieghi come i fatti che sono richiamati negli atti stessi siano in realtà da interpretare differentemente, alla luce della politica che ha sempre seguito lui e la Regione da lui guidata a tutela esclusivamente di interessi pubblici e non privati, di interessi del territorio che sono stati perseguiti anche attraverso forme che hanno potuto indurre ad equivoci ma che in realtà non hanno mai sconfinato in nulla di illecito”. Lo afferma l’avvocato Stefano Savi, difensore del presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, da ieri agli arresti domiciliari con l’accusa di corruzione.


“Il 10 maggio alle 14 – sottolinea il legale del governatore ligure – ci sarà l’interrogatorio di garanzia e successivamente vedremo come comportarci. Nel frattempo – ha concluso l’avvocato Savi – stiamo esaminando ed esamineremo tutti gli atti processuali”.

Toti, venerdì interrogatorio governatore in Procura a Genova

Toti, venerdì interrogatorio governatore in Procura a GenovaGenova, 8 mag. (askanews) – Sarà interrogato venerdì in Procura a Genova il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti finito ieri agli arresti domiciliari, con l’accusa di corruzione, nell’ambito di una maxi inchiesta condotta dalla Guardia di Finanza e dalla Dda genovese.


Domani mattina alle 11 nel carcere di Marassi, dove è detenuto da ieri, verrà invece interrogato l’ex presidente dell’Autorità portuale del Mar Ligure Occidentale e attuale ad di Iren, Paolo Emilio Signorini. Sono infine previsti per la giornata di sabato gli interrogatori del capo di gabinetto del presidente Toti, Matteo Cozzani, e dell’imprenditore genovese Aldo Spinelli.