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Toti alle opposizioni: volete distruggere il modello Liguria

Toti alle opposizioni: volete distruggere il modello LiguriaGenova, 4 giu. (askanews) – “Voi volete distruggere il ‘modello Liguria’ che in questi anni, con la orgogliosa reazione al crollo del Morandi, è stato costruito. Anzi, volete che qualcos’altro lo distrugga per voi, mentre voi fate il tifo dagli spalti, senza neppure il coraggio di scendere in campo”. Lo afferma rivolgendosi alle opposizioni il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, nella lettera inviata al Consiglio regionale letta dal capogruppo della Lista Toti Alessandro Bozzano durante la seduta in cui verrà votata la mozione di sfiducia nei suoi confronti presentata dai partiti di opposizione.


“Non vi preoccupate – prosegue nella lettera il governatore ligure – anche oggi, come facciamo ormai da nove anni, siamo qui per rimediare alle vostre incapacità, oggi più palesi che mai, di confrontarvi sui temi e sui progetti, non sui pregiudizi. E anche oggi vi dimostreremo che siamo in grado di assumerci, davanti agli elettori, le responsabilità che voi non siete stati in grado di fare proprie, e ci assumeremo le nostre responsabilità grazie all’impegno di questa maggioranza, della giunta e in particolare del presidente ad interim Alessandro Piana, a cui va la mia grande riconoscenza per come sta portando avanti con grande impegno il grande lavoro iniziato insieme tanti anni fa”. “La vostra Liguria – si legge ancora nella lettera di Toti – era una entità geografica, non una realtà amministrativa. La vostra Liguria era una terra in ombra, felice di stare un passo indietro, nella speranza che scomparendo dalla mappa della politica scomparisse anche la mediocrità della sua classe dirigente. La vostra Liguria era una Regione in cui l’ambizione era una colpa, il merito qualcosa da nascondere, per evitare spiacevoli confronti, l’appiattimento una virtù, l’impresa privata non una risorsa, ma un simbolo di egoismo, oddio, forse non proprio tutte. Una Liguria dove ‘voler fare’ era un peccato, l’inconcludente dibattito in sezione un surrogato del dovere di scegliere. Oggi la Liguria è qualcosa di altro e lo rivendichiamo con maggiore orgoglio che mai. Oggi la Liguria è un modello di capacità di scelta, di attrazione degli investimenti, di velocità di realizzazione”.


“Ci siamo chiesti il perché – sottolinea Toti – del vostro odio verso ogni infrastruttura che stiamo realizzando, verso ogni progetto che si sta costruendo, anche quelli che pure voi in altri tempi avreste voluto. Ci siamo chiesti perché il vostro tifo sfegatato per ogni inciampo, per ogni bizantinismo che possa rallentare qualcosa che pure sapete che serve, per ogni esposto, comitato, per ogni no di qualsiasi tipo. Pure quelle stesse opere che altrove, a Roma, avete approvato, qui non riuscite a farle vostre”. “Oggi – conclude la missiva letta dal capogruppo della Lista Toti – con la vostra mozione arruffata e confusa, che mette tutto insieme, anche questo odio si comprende meglio: voi non odiate le opere e i progetti in quanto tali, voi li odiate in quanto unità di misura della vostra incapacità, passata e presente. Voi odiate quello che ricorda, e soprattutto ricorda agli elettori, la vostra mediocrità e inconcludenza. Odiate ciò che testimonia la vostra incapacità di scegliere e agire. Odiate cioè tutto ciò che richiama la vostra incapacità, che distingue la vostra impreparazione al governo da chi invece sa assumersi questa responsabilità”.

Liguria, Toti: tentativo di spallata politica non riuscirà

Liguria, Toti: tentativo di spallata politica non riusciràGenova, 4 giu. (askanews) – “Con una miopia politica con rari precedenti, oggi, con questa mozione di sfiducia, le opposizioni tentano una spallata politica che non solo non riuscirà nei numeri, ma conferma, se mai ce ne fosse stato bisogno, tutta la loro inadeguatezza a guidare questa regione”. Lo afferma il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, agli arresti domiciliari da quasi un mese con l’accusa di corruzione e falso, nella lettera al consiglio regionale letta oggi dal capogruppo della Lista Toti Alessandro Bozzano all’inizio della seduta in cui verrà votata la mozione di sfiducia presentata dalle opposizioni nei suoi confronti.


“Dopo un decennio di costanti sconfitte politiche ed elettorali – sottolinea Toti – la stessa classe dirigente della sinistra, che ha saputo deludere i cittadini più di ogni altra, in una Regione dove fortissime erano le sue tradizioni, oggi intravede, grazie ad una inchiesta della magistratura, la possibilità di recuperare un po’ del terreno perduto. Lo fa sfruttando l’eco di una inchiesta che al momento è solo tale, senza rinvii a giudizio e tanto meno senza condanne. Infatti, non diremo una parola su questa, neppure quello che potrei dire, imitando le opposizioni, sulle ombre lunghe che riguardano il Pd. Una mozione presentata di fretta, non sia mai che tutto si sgonfi”. Secondo il governatore, attualmente sospeso, “qui sta il primo sintomo di debolezza politica. Perché nella vostra mozione – recita la lettera – non c’è nulla di politico, anzi, c’è il contrario. C’è una politica che anziché difendere le proprie prerogative, autonome e parallele a quelle degli altri poteri dello Stato, se ne fa megafono o ruota di scorta, nella speranza di raccogliere qualche briciola. Che delusione per gli eredi di una tradizione che della centralità della politica aveva fatto la propria stella polare, ritrovarsi oggi a balbettare e ripetere quanto letto sui giornali circa un’inchiesta ancora tutta da verificare. Ci saremmo aspettati, anche da parte vostra, una orgogliosa volontà di portare avanti un mandato popolare, che pure anche voi per sedere qui avete ricevuto”.


“Ha purtroppo prevalso – conclude Toti – la volontà di screditare il vostro ruolo e quello del Consiglio di cui fate parte, chiamato da voi ad un dibattito pregiudiziale che anticipa le stesse rilevanze istruttorie. Avete deciso di continuare sulla strada di una politica con la ‘p’ minuscola, subalterna, pur di approfittare di questo presunto momento di debolezza, cercando di raggiungere un obiettivo che non ritenete raggiungibile con le vostre capacità e la vostra credibilità”.

Liguria, Schlein: dignità istituzioni viene prima di destino Toti

Liguria, Schlein: dignità istituzioni viene prima di destino TotiGenova, 31 mag. (askanews) – “Il senso delle istituzioni e della dignità delle istituzioni in cui temporaneamente siamo seduti viene sempre prima del destino personale di ciascuno di noi. Per questo diciamo che Toti si deve dimettere, anzi si doveva già dimettere perché sono settimane che la Liguria non può andare avanti e la Liguria non merita di essere bloccata per queste sue questioni. Da qui deve partire l’alternativa per dare un futuro migliore a questa terra”. Lo ha detto la segretaria del Pd Elly Schlein durante un comizio con Cecilia Strada al Porto Antico di Genova.

Toti, Schlein: si deve dimettere, Meloni come Ponzio Pilato

Toti, Schlein: si deve dimettere, Meloni come Ponzio PilatoRoma, 31 mag. (askanews) – “Toti dovrebbe dimettersi Per una questione di opportunità politica. Non anticipiamo le condanne ma non si può lasciare la Liguria paralizzata. So che in regione non si parla d’altro e questo è un danno. La Liguria merita di voltare pagina non la paralisi istituzionale”. Così la segretaria del Pd, Elly Schlein in un’intervista a ‘La Stampa’ sottolineando che devono essere “i partiti di centrodestra e la premier Meloni a sfiduciare Toti perché hanno la responsabilità di non poter bloccare la Liguria. Invece ho sentito da Meloni parole da Ponzio Pilato”.


“Dall’indagine sta venendo fuori un quadro molto grave, sul quale spetterà alla magistratura fare luce e non a noi anticipare gli esiti. La magistratura stabilirà le responsabilità penali individuali. Ma dinanzi a un quadro così grave, in cui c’è una rete di interessi, corruzione e addirittura accuse di aver favorito la mafia, non si possono aspettare le sentenze. Bisogna anticipare i giudizi per la dignità delle istituzioni”, ha aggiunto. Secondo Schlein, per la presidenza della Regione Liguria “Andrea Orlando è un profilo autorevole ma vogliamo lavorare prima sono progetto che definisca le forze che stanno insieme da lì con gli altri Lea con gli alleati individuare la figura più in grado di rappresentarlo”.

Liguria, 4 giugno Consiglio regionale vota mozione sfiducia Toti

Liguria, 4 giugno Consiglio regionale vota mozione sfiducia TotiGenova, 29 mag. (askanews) – Il Consiglio regionale della Liguria voterà martedì prossimo, 4 giugno, la mozione di sfiducia nei confronti del presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, depositata ieri da tutti i consiglieri dei partiti di opposizione, ad eccezione di Pippo Rossetti di Azione. Ad ufficializzarlo è stato l’ufficio stampa del Consiglio regionale, che ha inviato oggi l’ordine del giorno della prossima seduta.


Si valuta “lo scioglimento del Consiglio regionale e lo svolgimento di nuove elezioni – si legge nella mozione – l’unica strada possibile per restituire dignità alle istituzioni, per evitare una situazione di stallo della Regione e garantire un governo regionale che operi nella piena legittimazione democratica e politica”. Il governatore Toti, attualmente sospeso, è dallo scorso 7 maggio agli arresti domiciliari nella sua villetta di Ameglia, in provincia di La Spezia, con l’accusa di corruzione e falso.

Liguria,in Regione mozione sfiducia a Toti delle opposizioni

Liguria,in Regione mozione sfiducia a Toti delle opposizioniGenova, 28 mag. (askanews) – Le opposizioni in consiglio regionale della Liguria hanno presentato questa mattina una mozione di sfiducia al presidente Giovanni Toti, chiedendo lo scioglimento del consiglio regionale e lo svolgimento di nuove elezioni. Dopo aver presentato la mozione, che dovrà essere discussa entro dieci giorni, tutti i consiglieri di opposizione hanno abbandonato l’aula in segno di protesta e la seduta è proseguita con il regolare ordine dei lavori alla presenza dei soli consiglieri della maggioranza di centrodestra.


“È l’unica strada possibile – scrivono nella mozione il Pd, il M5s, la Lista Sansa e Linea Condivisa – per restituire dignità alle istituzioni, per evitare una situazione di stallo della Regione e garantire un governo regionale che operi nella piena legittimazione democratica e politica. Al di là delle valutazioni di carattere giudiziario, dal punto di vista politico-amministrativo quanto è emerso dall’inchiesta è un’immagine degradata dell’utilizzo dell’istituzione pubblica, con lo spostamento delle decisioni strategiche dalle sedi istituzionali e democratiche ad altre improprie, in un quadro in cui le normali condizioni di trasparenza e legalità della pubblica amministrazione appaiono diffusamente piegate a interessi di parte”. “Il fallimento politico della Giunta Toti – si legge ancora nella mozione – è ormai evidente e conclamato, a partire dalla gestione sanitaria, in profondo disavanzo, proseguendo per le politiche ambientali, ai trasporti, dalle infrastrutture alla casa, dal sociale alla cultura. A questo fallimento politico si aggiunge il blocco nei fatti dell’attività amministrativa e istituzionale della Regione, minata nelle sue fondamenta dagli ultimi accadimenti. In questo contesto e per la tutela dell’ente regione, anche gli uffici regionali adotteranno ulteriore prudenza nella valutazione delle singole procedure, con inevitabili ritardi nell’ordinaria attività amministrativa e gestionale. Visto il perdurare di questa condizione di instabilità politica e amministrativa, unitamente a una già complessa situazione economico e sociale, l’avvitamento istituzionale rischia di acutizzarsi ulteriormente con danni importanti e irreparabili all’economia e alla società ligure”.


“Ci troviamo di fronte a una Giunta e a una maggioranza – concludono i gruppi di opposizione del Pd, del M5d, della Lista Sansa e di Linea Condivisa – che non ha le condizioni politiche per proseguire, dimezzata per potere e funzioni, senza l’autorevolezza necessarie per gestire nella pienezza delle proprie competenze e con la credibilità necessaria le sfide che riguardano la nostra regione. Una situazione insostenibile, per gli interessi generali della regione, a partire dalla tenuta economica e sociale, che non può proseguire”. Alla mozione hanno aderito tutti i consiglieri di opposizione, tranne Pippo Rossetti di Azione. “Avrei evitato la mozione – ha spiegato – perché compatterà la maggioranza ma per coerenza la voterò se arriverà in aula”.

Liguria M5s annuncia mozione sfiducia a Toti. Bagarre in Consiglio

Liguria M5s annuncia mozione sfiducia a Toti. Bagarre in ConsiglioGenova, 28 mag. (askanews) – Bagarre durante la seduta odierna del Consiglio regionale della Liguria, dopo che il capogruppo del M5s Fabio Tosi ha annunciato una mozione di sfiducia nei confronti del governatore Giovanni Toti, agli arresti domiciliari da 3 settimane con l’accusa di corruzione e falso.


Quando il presidente del Consiglio regionale Gianmarco Medusei ha sottolineato che la mozione non era stata ancora depositata e quindi si sarebbe dovuto proseguire regolarmente con l’ordine dei lavori, dai banchi delle opposizioni e dalla parte dell’aula riservata al pubblico si sono alzate grida e proteste, che hanno portato alla sospensione temporanea della seduta. La mozione di sfiducia è stata poi depositata e la seduta del consiglio regionale è ripresa dopo una sospensione di una ventina di minuti.

Liguria,Salvini: Toti non deve dimettersi o è resa Stato democratico

Liguria,Salvini: Toti non deve dimettersi o è resa Stato democraticoRoma, 27 mag. (askanews) – “Io ritengo che Giovanni Toti sia stato uno dei tanti bravi protagonisti di questo rinascimento ligure”, “poi i giudici faranno la loro strada, spero in fretta” se si dimettesse “sarebbe la resa di uno Stato democratico. Se uno si deve dimettere per un sospetto, per un’intercettazione, per un dubbio. No, si è colpevoli in Italia, si è condannati tre volte in un tribunale, non se sospettati”. Lo ha detto il leader della Lega, Matteo Salvini, in un’intervista a ‘Quarta Repubblica’.


“Ho ritenuto un mio dovere – ha aggiunto – non assentarmi, non far finta di niente. Io non sopporto le persone che conoscono e stimano il lavoro di una persona per tanti anni e poi, quando questa persona ha un problema, allora si dimenticano di conoscerla”.

Liguria, avvocato Toti: dimissioni? E’ una scelta da concordare

Liguria, avvocato Toti: dimissioni? E’ una scelta da concordareGenova, 24 mag. (askanews) – “Le dimissioni sono un tema politico che non sta a me affrontare. L’unica cosa che ha sempre detto Toti è che è una decisone che non può prendere lui sulla base solo del suo interesse personale ma deve essere presa dopo un confronto e un accordo con le altre parti politiche”. Lo ha detto l’avvocato Stefano Savi, difensore del presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, all’indomani del lungo interrogatorio davanti ai pm.


“Le dimissioni – ha aggiunto il legale – sono legate alla misura cautelare perché in questa posizione non può parlare con nessuno che non sia il suo avvocato e quindi ha difficoltà a concordare un’eventuale decisione con gli altri soggetti con cui deve confrontarsi”.

Liguria, Toti: voto scambio? Si parla di 400 voti su 380 mila

Liguria, Toti: voto scambio? Si parla di 400 voti su 380 milaGenova, 23 mag. (askanews) – “Per quanto riguarda il voto di scambio è da evidenziare che vinsi le elezioni con circa 380 mila voti. Il sostegno della comunità Riesina si sostanzia, nelle indagini, con una certa approssimazione, di 400 voti, giusto per proporzione e per capire che l’apporto non è tale da turbare l’equilibrio democratico del voto, per altro particolarmente irrilevanti nel caso del candidato, Ilaria Cavo, a cui viene attribuito il mio appoggio”. Lo scrive il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, nella memoria difensiva depositata oggi a corredo dell’interrogatorio nella caserma della Guardia di Finanza del porto di Genova.   “I fratelli Testa – aggiunge il governatore ligure – venivano presentati come attivisti politici con incarichi in Regione Lombardia da due onorevoli. Nel loro curriculum vi erano incarichi politici legati alla Giunta regionale lombarda. Entrambi gli onorevoli (Sorte e Benigni) ne garantivano le qualità personali. Il fatto di essere riesini e loro rappresentanti non può equivalere ad essere considerati come persone di malaffare. Analoga attenzione a gruppi organizzati rappresentanti cittadini di comune estrazione (lucani, calabresi nel mondo) è prestata dalla politica di ogni colore al fine di raccoglierne il consenso”.


“Ebbi occasione – spiega ancora Toti – di incontrare i fratelli Testa al massimo due volte. Il loro interesse era rivolto all’attenzione possibile per una comunità, quella riesina, spesso soggetta a tutte le difficoltà legate ad immigrazione e integrazione in regioni diverse. Certamente ho dato mandato ai miei collaboratori di dare loro attenzione nei termini di legge. Ma mai di offrire utilità in cambio di voti. La mera generica promessa di una condizione personale e sociale migliore non può essere considerata quale merce di scambio ma consueto frutto dell’attività politica, specie in periodo elettorale”. “Atteso che non ho saputo, se non ora, delle promesse fatte ad alcuni (limitatissimi) componenti della comunità – si legge ancora nella memoria difensiva – la segnalazione ad imprese private di taluni di loro in qualità di muratori o manovali (per altro mai assunti), tale attività se fosse stata da me conosciuta, e non lo era, senza essere stato io al corrente di eventuali accordi precedenti, sarebbe stata interpretata come sostegno a persone di difficoltà. E anche la richiesta di spostamento di residenza da una casa popolare all’altra (per altro già assegnata) appare come mero sostegno informativo ad una persona dalle evidenti scarse capacità nel destreggiarsi nella pubblica amministrazione. Spostamento per altro non ci risulta mai avvenuto”.


“Nessuna utilità specifica – conclude Toti – è andata alla comunità riesina, né in posti di lavoro né altro. Trattandosi come si evince dalle stesse indagini di persone insistenti per comportamenti ed espressioni, possibile che alcune battute anche tra me e lo staff siano state interpretate fuori dal contesto con cui il tema dei riesini veniva affrontato nelle riunioni”.