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Shoah, Buscemi(Pd): linguaggio d’odio pericoloso, cominciò così

Shoah, Buscemi(Pd): linguaggio d’odio pericoloso, cominciò cosìMilano, 22 gen. (askanews) – “Il linguaggio è il modo in cui nominiamo e descriviamo il mondo e le parole possono avere grande pervasività e influenza. Non è affatto casuale che la persecuzione nazista nei confronti degli ebrei sia iniziata proprio con le parole: esse hanno costituito la base sulla quale si sono poi innestate progressivamente le azioni, che le parole, appunto, hanno preparato e introdotto”. Lo ha detto la presidente del Consiglio comunale di Milano, Elena Buscemi (Pd), in apertura della seduta dell’assemblea dedicata al linguaggio d’odio, convocata in vista del Giorno della Memoria, il 27 gennaio.

“Oggi assistiamo purtroppo ad un ritorno di parole aggressive e intimidatorie che richiamano alle pagine terribili dell’antisemitismo. Non solo: commenti sessisti, insulti razzisti, attacchi omofobici non sono fenomeni isolati” ha osservato. Un linguaggio che ha come bersaglio anche le donne, “dato che il 63% del discorso d’odio in Italia è diretto contro di loro”, ma anche “contro i rappresentanti della comunità scientifica” ha aggiunto ricordando che “proprio alcuni politici a tutte le latitudini, attraverso i partiti, che avrebbero dovuto arginare certe pulsioni o tendenze, le abbiano invece alimentate, facendosi portavoce e cassa di risonanza di aggressività latente o soffiando sul malumore sociale”. “Il mondo che ci circonda impone quindi una crescente attenzione all’uso del linguaggio, alle conseguenze che possono avere le parole, all’imprevedibile corposità delle stesse, proprio quando la Rete ci fa avere invece l’impressione che le parole siano sempre più smaterializzate. È piuttosto vero il contrario. Bisogna rinnovare e accentuare l’attenzione a quello che diciamo e anche a come lo diciamo. Ovunque, nelle assemblee elettive, sui giornali, sui social media e sulle chat. Per questo mi piacerebbe che il Consiglio Comunale potesse continuare a seguire la strada percorsa in questi anni nell’approfondire il tema, magari dando a questo percorso un carattere più strutturale e permanente con una Commissione consiliare dedicata” ha concluso.

Lombardia, Moratti: Trenord? Messa a gara sarebbe stato meglio

Lombardia, Moratti: Trenord? Messa a gara sarebbe stato meglioMilano, 20 gen. (askanews) – Una messa a gara dei servizi ferroviari regionali in Lombardia “avrebbe portato qualità maggiore e prezzi minori”. Letizia Moratti, presidente dela Consulta di Forza Italia, torna a criticare la scelta della regione Lombardia di affidare direttamente a Trenord i servizi regionali. Ai giornalisti che le chiedevano se lo ritenesse un errore, ha rispoto: “Sì. Io credo che nell’ambito delle infrastrutture la competizione aiuti. La messa a gara non è la privatizzazione, magari avrebbe vinto comunque un soggetto pubblico”, ha precisato.

Milano, Moratti: Cairo? Chi è a disposizione è sempre valore aggiunto

Milano, Moratti: Cairo? Chi è a disposizione è sempre valore aggiuntoMilano, 20 gen. (askanews) – “Ci sono sicuramente candidature importanti da considerare, quindi chi si mette a disposizione della propria città credo possa essere visto come un valore aggiunto”. Lo ha detto la presidente della Consulta nazionale di Forza Italia, Letizia Moratti, a margine del congresso del partito a Milano, sull’ipotesi di Urbano Cairo candidato sindaco di Milano.

Tra i temi da affrontare, per l’ex sindaca di Milano, “quello della sicurezza è molto sentito dai cittadini, credo che una più forte interazione tra chi rappresenta la città e la prefettura potrebbe dare risultati migliori. Quando ero sindaco – racconta – ogni settimana facevo un incontro in Prefettura e ogni giorno facevamo un’analisi della aree critiche”. Poi “l’altro tema è quello di capire che Milano è fondamentale per la Regione Lombardia ma deve avere un’apertura diversa nei confronti del territorio, quindi migliori collegamenti”, ha concluso.

Lombardia, M5s: a novembre Trenord inadempiente in 50% direttrici

Lombardia, M5s: a novembre Trenord inadempiente in 50% direttriciMilano, 19 gen. (askanews) – “Trenord non è stata in grado di garantire gli standard minimi di servizio, per quanto riguarda 24 direttrici su 40. Ventiquattro direttrici, per le quali, lo scorso novembre, il numero di ritardi e soppressioni ha fatto sì che l’indice di affidabilità superasse lo standard minimo”. Lo ha sottolineato in una nota il capogruppo del M5s nel Consiglio regionale della Lombardia, Nicola Di Marco, commentando i dati relativi agli indici di affidabilità del mese di novembre del servizio di trasporto ferroviario regionale offerto da Trenord.

“Ora attendiamo le solite imbarazzanti scuse di Regione Lombardia e della Giunta, che darà la colpa alla rete, al caldo, alle gallerie, magari a Fedez e Chiara Ferragni, mentre i pendolari continuano a subire i disagi di un servizio non all’altezza. In più sono scattati anche gli adeguamenti Istat ai titoli di viaggio, che Regione non ha voluto sterilizzare. Oltre al danno la beffa per i pendolari” ha aggiunto. “Se da un lato è vero che i disastrosi dati di novembre faranno scattare gli sconti sugli abbonamenti per le direttrici interessate, dall’altro una gran parte dei pendolari che si servono delle linee in questione non potrà usufruirne. Questo perché solo i possessori di un abbonamento univocamente legato alla linea possono usufruire degli sconti. Il pendolare che usa treno e metropolitana o treno più autobus e per questo è in possesso di un abbonamento ‘Io viaggio in Lombardia’ non può richiedere lo sconto, perché Regione Lombardia, nel 2024, non è in grado di stabilire con certezza su quale direttrice il pendolare abbia viaggiato. Già nella passata legislatura il M5s ha chiesto di intervenire per risolvere la questione, ma Regione Lombardia ha confermato di non essere in grado di farlo. Benvenuti nell’eccellenza” ha concluso.

Presidente Lombardia in Albania, incontrato premier Rama a Tirana

Presidente Lombardia in Albania, incontrato premier Rama a TiranaMilano, 19 gen. (askanews) – “Il futuro dell’Albania è in Europa”. Lo ha detto il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, a margine del vertice a Tirana con il primo ministro albanese Edi Rama. Il presidente lombardo, insieme al sottosegretario con delega a Relazioni internazionali ed Europee Raffaele Cattaneo, al vicepresidente del Consiglio Regionale Giacomo Basaglia Cosentino e all’ambasciatore d’Italia a Tirana Fabrizio Bucci, è stato ricevuto anche da ministri e viceministri di vari dicasteri albanesi e dal sindaco di Tirana. La delegazione ha incontrato inoltre i rappresentanti della comunità imprenditoriale italiana in Albania.

Obiettivo della missione istituzionale di Regione, che si inserisce in una strategia più ampia sui Balcani, è consolidare e ampliare i rapporti di amicizia che sussistono tra il Paese straniero e la Lombardia. L’interscambio, quello con la Lombardia è il più alto, al 2022 valeva già oltre mezzo miliardo di euro. “Ho detto al premier Rama – ha continuato Fontana – che la Lombardia vuole essere accanto all’Albania nel suo percorso di adesione all’Unione Europea. È nel reciproco interesse, ma anche un dovere consolidare questo rapporto. Non possiamo inoltre dimenticare l’aiuto offertoci durante la pandemia, quando la comunità albanese ci hanno teso la mano in un momento difficile”.

“Da parte sua – ha aggiunto Fontana – è stato evidenziato un grande interesse verso il patrimonio di conoscenze e competenze che in vari settori la Lombardia può offrire al sistema albanese”. “Con Edi Rama abbiamo parlato della possibilità di rafforzare i legami non solo delle nostre università – ha illustrato il governatore – ma anche della formazione professionale. Ho ricordato inoltre l’appuntamento di Milano-Cortina 2026, invitandolo in Lombardia”.

I rapporti istituzionali tra Lombardia e Albania sono consolidati. Nell’ottobre 2023, una delegazione della regione di Lezha è stata in visita in Lombardia. Nel marzo 2020, durante la pandemia, una delegazione di medici inviata dall’Albania ha dato un aiuto concreto alla Lombardia. Inoltre, gli albanesi regolari in Lombardia sono il quarto gruppo estero assoluto, circa 85.000 persone residenti.

Lombardia, martedì 23 gennaio seduta del Consiglio regionale

Lombardia, martedì 23 gennaio seduta del Consiglio regionaleMilano, 19 gen. (askanews) – Il presidente del Consiglio regionale della Lombardia, Federico Romani, ha convocato la seduta dell’assemblea per martedì 23 gennaio alle ore 10. Tra gli argomenti iscritti all’ordine del giorno al primo punto c’è la mozione sul fondo per il contrasto dei disturbi della nutrizione e dell’alimentazione, di cui è primo firmatario Giuseppe Licata (Azione Italia Viva). A seguire è previsto l’esame e la discussione del progetto di legge che istituisce il servizio di psicologia delle cure primarie, di cui è relatrice la Presidente della Commissione Sanità Patrizia Baffi (FdI).

L’Aula sarà quindi chiamata a votare il provvedimento che modifica le circoscrizioni comunali dei Comuni di Borgo Virgilio e di Bagnolo San Vito, in provincia di Mantova, mediante ampliamento del territorio di Bagnolo San Vito per aggregazione di parte del territorio di Borgo Virgilio (relatrice il Consigliere Segretario Alessandra Cappellari, Lega). Seguirà il confronto sul nuovo Piano cave della Provincia di Brescia (settori merceologici della sabbia – ghiaia e argilla) di cui è relatore Giorgio Bontempi (FdI). All’attenzione dell’Assemblea saranno successivamente portate alcune proposte di nomina che riguardano la designazione di un componente supplente nel Collegio sindacale di Finlombarda S.p.A., in sostituzione di dimissionario, e del revisore legale e del revisore supplente del Consorzio di bonifica di secondo grado del Mincio.

Infine, ultimo punto all’ordine del giorno, il progetto di legge che introduce nuove disposizioni regionali per la promozione delle azioni di sostenibilità del sistema agroalimentare realizzate dai distretti del cibo (relatore Riccardo Vitari, Lega).

Lombardia, presentato a commissioni Piano sociosanitario 2023-2027

Lombardia, presentato a commissioni Piano sociosanitario 2023-2027Milano, 18 gen. (askanews) – Dal curare al prendersi cura. È questo il filo conduttore che ha giuidato gli autori del Piano sociosanitario 2023-2027 della Regione Lombardia (Pssr), presentato oggi dall’assessore al Welfare Guido Bertolaso in Commissione Sanità e in Commissione Sostenibilità sociale in seduta congiunta. Il documento si muove in uno scenario caratterizzato dal progressivo invecchiamento della popolazione (dal 2020 al 2040, gli ultra 85enni passeranno dal 3,6% all’8%), da una forte riduzione della natalità (dal 2015 al 2019 la natalità si è ridotta del 3.5%) e da un aumento del numero di famiglie unipersonali (dal 2020 al 2040 sono aumentate di 332mila le famiglie composte da una sola persona). Aumentano anche gli indicatori di fragilità: 3.127.000 cittadini hanno almeno una condizione cronica, 672.000 lombardi hanno limitata autosufficienza, dal 4% al 38% dei cittadini vive in un ambiente sociale disagiato.

“Rappresenta un’innovazione ed un efficientamento complessivo del sistema, apportando non solo miglioramento nell’erogazione dei servizi, ma anche una visione strategica del concetto di benessere, qualità della vita e ambiente circostante, puntando sull’elemento centrale, che è la prevenzione – ha sottolineato la presidente della Commissione Sanità Patrizia Baffi (Fratelli d’Italia)-. Ciò porta ad una minore domanda presso le strutture, con miglioramento dei tempi e delle prestazioni erogate. Infatti, si fonda sul concetto di one health ovvero un approccio integrato, sistemico, finalizzato ad un equilibrio sostenibile tra salute delle persone, animali ed ecosistema, strettamente collegati e interdipendenti. Mi auguro che la Delibera delle Regole di prossima emanazione possa dare piena attuazione a questi principi e indirizzi, per un continuo miglioramento del sistema sanitario territoriale a vantaggio dei cittadini e dei più fragili”. “Il piano presentato dall’assessore sarà certamente oggetto di approfondimento nel percorso in Commissione – ha evidenziato il Presidente della Commissione Sostenibilità sociale Emanuele Monti (Lega)-. Come ho già fatto nella scorsa legislatura da relatore della riforma sanitaria, sarà mio impegno aprire le porte del Consiglio regionale a chi chiede maggiore salute e tutela per i più fragili in un iter di audizioni che dovranno avere un percorso partecipativo su temi chiave quali la disabilità, il sistema sociosanitario e le RSA, ma anche un rafforzamento dei consultori per il diritto alla vita e il contrasto alle droghe e dipendenze”.

Suicidio assistito, pdl popolare in Consiglio regionale Lombardia

Suicidio assistito, pdl popolare in Consiglio regionale LombardiaMilano, 18 gen. (askanews) – A pochi giorni dal voto del Consiglio regionale del Veneto che ha bocciato la proposta di legge di iniziativa popolare sul suicidio assistito promossa dall’Associazione Luca Coscioni lo stesso testo approda in Lombardia con la consegna delle firme necessarie per chiedere la discussione nell’assemblea del Pirellone. Dopo la verifica della validità della raccolta firme, ne bastano 5.000 delle 8.181 raccolte, sarà l’Ufficio di presidenza del Consiglio regionale a esprimersi sull’ammissibilità o meno della proposta di legge. Tale organismo potrebbe però, qualora non ci sia al suo interno una maggioranza, delegare la scelta all’assemblea. In caso di ammissione la discussione nel merito in Aula avverrebbe poi dopo il passaggio in commissione.

“Non nascondetevi dietro a una inammissibilità inesistente altrimenti i Consigli regionali di Veneto, Emilia Romagna, Toscana e Abruzzo non l’avrebbero già ammessa” ha detto il tesoriere dell’associazione, Marco Cappato, rivolto ai consiglieri regionali. “In Italia – ha ricordato – è già un diritto essere aiutati a morire in determinate condizioni. Lo ha stabilito la Corte costituzionale con la sentenza dj Fabo nel 2019. Questa legge regionale chiede semplicemente che ci siano tempi certi per rispondere alle persone che chiedono di essere aiutate a morire, per evitare che si tenga per mesi o per anni una persona affetta da sofferenze insopportabili senza nemmeno dare una risposta. Questa è competenza del servizio sanitario e quindi della Regione. Certo sarebbe molto bello avere regole nazionali per garantire a ciascuno il diritto di poter decidere. La legge regionale serve a dare certezza ai malati in modo che non siano ostacoli burocratici a imporre, come una tortura, la sofferenza contro la volontà delle persone”. L’esponente radicale ha ricordato che in passato il Consiglio regionale lombardo, come avvenuto di recente sulla proposta di referendum abrogativo della legge regionale che regola la sanità, “ha fatto un voto politico prima ancora che si discutessero le proposte e questo credo sia contrario alla Costituzione e allo statuto di Regione Lombardia. Nessuno ha la pretesa che gli altri siano d’accordo con questa proposta, ma almeno abbiano la dignità dell’assumersi la responsabilità delle proprie convinzioni e scelte, credo sia il minimo che possiamo chiedere al Consiglio regionale. Non farlo non toglie credibilità a noi o all’associazione Coscioni, ma alle istituzioni e alla democrazia” ha osservato.

Suicidio assistito, pdl popolare arriva anche in Lombardia

Suicidio assistito, pdl popolare arriva anche in LombardiaMilano, 17 gen. (askanews) – Grazie a 8.181 firme raccolte in Lombardia (la soglia minima era di 5.000) l’Associazione Luca Coscioni fa approdare anche al vaglio del Consiglio regionale lombardo la proposta di legge popolare sul fine vita bocciata ieri dall’assemblea regionale veneta. Il testo definisce tempistiche e procedure per l’accesso alla morte volontaria assistita in Italia, sulla base della sentenza Cappato/Antoniani della Consulta. Ieri in Veneto la proposta ha ottenuto 25 voti a favore contro 22.

I promotori della proposta di legge regionale si sono dati appuntamento alle 10, di fronte all’Auditorium Giorgio Gaber del Pirellone in piazza Duca D’Aosta, per poi partire con un piccolo corteo verso il Consiglio regionale lombardo in via Fabio Filzi. Seguirà una conferenza stampa durante la quale interverranno Marco Cappato, tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni; Cristiana Zerosi, Coordinatrice del Comitato promotore “Liberi Subito” in Lombardia; i consiglieri regionali e comunali e tutti coloro che hanno partecipato alla raccolta delle firme sostenendo l’iniziativa, resa possibile grazie al coordinamento delle 9 Cellule Coscioni presenti in Lombardia (Adda Martesana, Brescia, Cremona, Lainate, Lecco, Lodi, Milano, Monza, Varese) La Lombardia è la dodicesima Regione a depositare le firme raccolte per portare in Consiglio la proposta di legge per regolamentare l’aiuto medico alla morte volontaria. Sono 3.000 le firme raccolte solo nella provincia di Milano, 2.000 a Brescia e quasi un migliaio a Monza e Brianza così come a Bergamo (dove ha firmato anche il sindaco Giorgio Gori).

Una volta depositate le firme, gli uffici verificheranno la loro validità (ogni firma deve essere raccolta su moduli cartacei forniti da Regione Lombardia in presenza di un autenticatore, e successivamente abbinata al certificato elettorale del firmatario). A quel punto la proposta di legge passerà direttamente al vaglio dell’ufficio di Presidenza che ne voterà l’ammissibilità per poi eventualmente portarne la discussione in aula.

Lombardia, Consiglio impegna la Giunta su sussidi per disabili

Lombardia, Consiglio impegna la Giunta su sussidi per disabiliMilano, 16 gen. (askanews) – Ampio dibattito nell’Aula del Consiglio regionale della Lombardia sul ventilato taglio dei sussidi alle famiglie con persone con disabilità grave e gravissima previsto dal Piano nazionale per la non autosufficienza e recepito dalla Delibera della Giunta regionale n°1669 del 28 dicembre scorso.

Sono stati presentati due distinti documenti: in ordine di presentazione il primo a firma Pierfrancesco Majorino (PD) sottoscritto da tutti i gruppi di minoranza che è stato respinto dall’aula e il secondo a prima firma Alessandro Corbetta (Lega) che è stato invece approvato. Nel documento delle minoranze, illustrato dal Consigliere Davide Casati (PD), si richiedeva che Regione Lombardia integrasse le risorse destinate ai sussidi individuali alle famiglie in cui sono presenti disabili gravi e gravissimi per evitare i tagli a tali sussidi previsti a partire dal prossimo mese di giugno, tagli che a secondo delle diverse patologie vanno da 250 a 350 euro al mese.

Il documento delle minoranze impegnava inoltre la Giunta regionale a chiedere al Governo una proroga dei tempi di applicazione del Piano e ad accompagnare i Comuni nell’implementazione dei servizi alle persone con disabilità grave e gravissima. La mozione di maggioranza, illustrata dal Capogruppo della Lega Alessandro Corbetta, ricorda in premessa che il Piano nazionale per la non autosufficienza è stato voluto dal Governo Draghi con il voto favorevole di quasi tutte le forze politiche compreso il Partito Democratico. Il documento impegna la Giunta a proseguire le interlocuzioni con il Governo nazionale anche per tramite della Conferenza delle Regioni al fine di garantire un tempo congruo per l’attuazione dei Lep e non lasciare scoperte le famiglie nella prima fase di attuazione delle nuove direttive nazionali.

Si richiede inoltre di avviare un dialogo con il Governo per parificare le prestazioni di assistenza offerte dal caregiver familiare con quelle erogate dalle strutture sociosanitarie pubbliche o convenzionate.