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Lombardia, martedì 23 gennaio seduta del Consiglio regionale

Lombardia, martedì 23 gennaio seduta del Consiglio regionaleMilano, 19 gen. (askanews) – Il presidente del Consiglio regionale della Lombardia, Federico Romani, ha convocato la seduta dell’assemblea per martedì 23 gennaio alle ore 10. Tra gli argomenti iscritti all’ordine del giorno al primo punto c’è la mozione sul fondo per il contrasto dei disturbi della nutrizione e dell’alimentazione, di cui è primo firmatario Giuseppe Licata (Azione Italia Viva). A seguire è previsto l’esame e la discussione del progetto di legge che istituisce il servizio di psicologia delle cure primarie, di cui è relatrice la Presidente della Commissione Sanità Patrizia Baffi (FdI).

L’Aula sarà quindi chiamata a votare il provvedimento che modifica le circoscrizioni comunali dei Comuni di Borgo Virgilio e di Bagnolo San Vito, in provincia di Mantova, mediante ampliamento del territorio di Bagnolo San Vito per aggregazione di parte del territorio di Borgo Virgilio (relatrice il Consigliere Segretario Alessandra Cappellari, Lega). Seguirà il confronto sul nuovo Piano cave della Provincia di Brescia (settori merceologici della sabbia – ghiaia e argilla) di cui è relatore Giorgio Bontempi (FdI). All’attenzione dell’Assemblea saranno successivamente portate alcune proposte di nomina che riguardano la designazione di un componente supplente nel Collegio sindacale di Finlombarda S.p.A., in sostituzione di dimissionario, e del revisore legale e del revisore supplente del Consorzio di bonifica di secondo grado del Mincio.

Infine, ultimo punto all’ordine del giorno, il progetto di legge che introduce nuove disposizioni regionali per la promozione delle azioni di sostenibilità del sistema agroalimentare realizzate dai distretti del cibo (relatore Riccardo Vitari, Lega).

Lombardia, presentato a commissioni Piano sociosanitario 2023-2027

Lombardia, presentato a commissioni Piano sociosanitario 2023-2027Milano, 18 gen. (askanews) – Dal curare al prendersi cura. È questo il filo conduttore che ha giuidato gli autori del Piano sociosanitario 2023-2027 della Regione Lombardia (Pssr), presentato oggi dall’assessore al Welfare Guido Bertolaso in Commissione Sanità e in Commissione Sostenibilità sociale in seduta congiunta. Il documento si muove in uno scenario caratterizzato dal progressivo invecchiamento della popolazione (dal 2020 al 2040, gli ultra 85enni passeranno dal 3,6% all’8%), da una forte riduzione della natalità (dal 2015 al 2019 la natalità si è ridotta del 3.5%) e da un aumento del numero di famiglie unipersonali (dal 2020 al 2040 sono aumentate di 332mila le famiglie composte da una sola persona). Aumentano anche gli indicatori di fragilità: 3.127.000 cittadini hanno almeno una condizione cronica, 672.000 lombardi hanno limitata autosufficienza, dal 4% al 38% dei cittadini vive in un ambiente sociale disagiato.

“Rappresenta un’innovazione ed un efficientamento complessivo del sistema, apportando non solo miglioramento nell’erogazione dei servizi, ma anche una visione strategica del concetto di benessere, qualità della vita e ambiente circostante, puntando sull’elemento centrale, che è la prevenzione – ha sottolineato la presidente della Commissione Sanità Patrizia Baffi (Fratelli d’Italia)-. Ciò porta ad una minore domanda presso le strutture, con miglioramento dei tempi e delle prestazioni erogate. Infatti, si fonda sul concetto di one health ovvero un approccio integrato, sistemico, finalizzato ad un equilibrio sostenibile tra salute delle persone, animali ed ecosistema, strettamente collegati e interdipendenti. Mi auguro che la Delibera delle Regole di prossima emanazione possa dare piena attuazione a questi principi e indirizzi, per un continuo miglioramento del sistema sanitario territoriale a vantaggio dei cittadini e dei più fragili”. “Il piano presentato dall’assessore sarà certamente oggetto di approfondimento nel percorso in Commissione – ha evidenziato il Presidente della Commissione Sostenibilità sociale Emanuele Monti (Lega)-. Come ho già fatto nella scorsa legislatura da relatore della riforma sanitaria, sarà mio impegno aprire le porte del Consiglio regionale a chi chiede maggiore salute e tutela per i più fragili in un iter di audizioni che dovranno avere un percorso partecipativo su temi chiave quali la disabilità, il sistema sociosanitario e le RSA, ma anche un rafforzamento dei consultori per il diritto alla vita e il contrasto alle droghe e dipendenze”.

Suicidio assistito, pdl popolare in Consiglio regionale Lombardia

Suicidio assistito, pdl popolare in Consiglio regionale LombardiaMilano, 18 gen. (askanews) – A pochi giorni dal voto del Consiglio regionale del Veneto che ha bocciato la proposta di legge di iniziativa popolare sul suicidio assistito promossa dall’Associazione Luca Coscioni lo stesso testo approda in Lombardia con la consegna delle firme necessarie per chiedere la discussione nell’assemblea del Pirellone. Dopo la verifica della validità della raccolta firme, ne bastano 5.000 delle 8.181 raccolte, sarà l’Ufficio di presidenza del Consiglio regionale a esprimersi sull’ammissibilità o meno della proposta di legge. Tale organismo potrebbe però, qualora non ci sia al suo interno una maggioranza, delegare la scelta all’assemblea. In caso di ammissione la discussione nel merito in Aula avverrebbe poi dopo il passaggio in commissione.

“Non nascondetevi dietro a una inammissibilità inesistente altrimenti i Consigli regionali di Veneto, Emilia Romagna, Toscana e Abruzzo non l’avrebbero già ammessa” ha detto il tesoriere dell’associazione, Marco Cappato, rivolto ai consiglieri regionali. “In Italia – ha ricordato – è già un diritto essere aiutati a morire in determinate condizioni. Lo ha stabilito la Corte costituzionale con la sentenza dj Fabo nel 2019. Questa legge regionale chiede semplicemente che ci siano tempi certi per rispondere alle persone che chiedono di essere aiutate a morire, per evitare che si tenga per mesi o per anni una persona affetta da sofferenze insopportabili senza nemmeno dare una risposta. Questa è competenza del servizio sanitario e quindi della Regione. Certo sarebbe molto bello avere regole nazionali per garantire a ciascuno il diritto di poter decidere. La legge regionale serve a dare certezza ai malati in modo che non siano ostacoli burocratici a imporre, come una tortura, la sofferenza contro la volontà delle persone”. L’esponente radicale ha ricordato che in passato il Consiglio regionale lombardo, come avvenuto di recente sulla proposta di referendum abrogativo della legge regionale che regola la sanità, “ha fatto un voto politico prima ancora che si discutessero le proposte e questo credo sia contrario alla Costituzione e allo statuto di Regione Lombardia. Nessuno ha la pretesa che gli altri siano d’accordo con questa proposta, ma almeno abbiano la dignità dell’assumersi la responsabilità delle proprie convinzioni e scelte, credo sia il minimo che possiamo chiedere al Consiglio regionale. Non farlo non toglie credibilità a noi o all’associazione Coscioni, ma alle istituzioni e alla democrazia” ha osservato.

Suicidio assistito, pdl popolare arriva anche in Lombardia

Suicidio assistito, pdl popolare arriva anche in LombardiaMilano, 17 gen. (askanews) – Grazie a 8.181 firme raccolte in Lombardia (la soglia minima era di 5.000) l’Associazione Luca Coscioni fa approdare anche al vaglio del Consiglio regionale lombardo la proposta di legge popolare sul fine vita bocciata ieri dall’assemblea regionale veneta. Il testo definisce tempistiche e procedure per l’accesso alla morte volontaria assistita in Italia, sulla base della sentenza Cappato/Antoniani della Consulta. Ieri in Veneto la proposta ha ottenuto 25 voti a favore contro 22.

I promotori della proposta di legge regionale si sono dati appuntamento alle 10, di fronte all’Auditorium Giorgio Gaber del Pirellone in piazza Duca D’Aosta, per poi partire con un piccolo corteo verso il Consiglio regionale lombardo in via Fabio Filzi. Seguirà una conferenza stampa durante la quale interverranno Marco Cappato, tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni; Cristiana Zerosi, Coordinatrice del Comitato promotore “Liberi Subito” in Lombardia; i consiglieri regionali e comunali e tutti coloro che hanno partecipato alla raccolta delle firme sostenendo l’iniziativa, resa possibile grazie al coordinamento delle 9 Cellule Coscioni presenti in Lombardia (Adda Martesana, Brescia, Cremona, Lainate, Lecco, Lodi, Milano, Monza, Varese) La Lombardia è la dodicesima Regione a depositare le firme raccolte per portare in Consiglio la proposta di legge per regolamentare l’aiuto medico alla morte volontaria. Sono 3.000 le firme raccolte solo nella provincia di Milano, 2.000 a Brescia e quasi un migliaio a Monza e Brianza così come a Bergamo (dove ha firmato anche il sindaco Giorgio Gori).

Una volta depositate le firme, gli uffici verificheranno la loro validità (ogni firma deve essere raccolta su moduli cartacei forniti da Regione Lombardia in presenza di un autenticatore, e successivamente abbinata al certificato elettorale del firmatario). A quel punto la proposta di legge passerà direttamente al vaglio dell’ufficio di Presidenza che ne voterà l’ammissibilità per poi eventualmente portarne la discussione in aula.

Lombardia, Consiglio impegna la Giunta su sussidi per disabili

Lombardia, Consiglio impegna la Giunta su sussidi per disabiliMilano, 16 gen. (askanews) – Ampio dibattito nell’Aula del Consiglio regionale della Lombardia sul ventilato taglio dei sussidi alle famiglie con persone con disabilità grave e gravissima previsto dal Piano nazionale per la non autosufficienza e recepito dalla Delibera della Giunta regionale n°1669 del 28 dicembre scorso.

Sono stati presentati due distinti documenti: in ordine di presentazione il primo a firma Pierfrancesco Majorino (PD) sottoscritto da tutti i gruppi di minoranza che è stato respinto dall’aula e il secondo a prima firma Alessandro Corbetta (Lega) che è stato invece approvato. Nel documento delle minoranze, illustrato dal Consigliere Davide Casati (PD), si richiedeva che Regione Lombardia integrasse le risorse destinate ai sussidi individuali alle famiglie in cui sono presenti disabili gravi e gravissimi per evitare i tagli a tali sussidi previsti a partire dal prossimo mese di giugno, tagli che a secondo delle diverse patologie vanno da 250 a 350 euro al mese.

Il documento delle minoranze impegnava inoltre la Giunta regionale a chiedere al Governo una proroga dei tempi di applicazione del Piano e ad accompagnare i Comuni nell’implementazione dei servizi alle persone con disabilità grave e gravissima. La mozione di maggioranza, illustrata dal Capogruppo della Lega Alessandro Corbetta, ricorda in premessa che il Piano nazionale per la non autosufficienza è stato voluto dal Governo Draghi con il voto favorevole di quasi tutte le forze politiche compreso il Partito Democratico. Il documento impegna la Giunta a proseguire le interlocuzioni con il Governo nazionale anche per tramite della Conferenza delle Regioni al fine di garantire un tempo congruo per l’attuazione dei Lep e non lasciare scoperte le famiglie nella prima fase di attuazione delle nuove direttive nazionali.

Si richiede inoltre di avviare un dialogo con il Governo per parificare le prestazioni di assistenza offerte dal caregiver familiare con quelle erogate dalle strutture sociosanitarie pubbliche o convenzionate.

Milano, Lega: sinistra promuove nuove vessazioni per automobilisti

Milano, Lega: sinistra promuove nuove vessazioni per automobilistiMilano, 16 gen. (askanews) – “La sinistra comunale chiede ancora più tasse e ancora più vessazioni per i milanesi che devono utilizzare, soprattutto per lavoro, ma anche per altre importanti necessità quotidiane, la propria auto per circolare a Milano”. Lo hanno sottolineato in una nota il gruppo della Lega nel Consiglio comunale di Milano insieme alla segreteria provinciale del partito.

“L’ordine del giorno depositato dai consiglieri di maggioranza Pantaleo, Fedrighini e Monguzzi, eletti nelle liste del Pd e della Lista Sala, è privo di ogni senso logico e pericoloso per il futuro della città: non è infatti tollerabile dover discutere di nuovi aumenti dell’area C quando l’ultimo aumento del 50% risale a 3 mesi fa; non è possibile chiedere nuove restrizioni per le auto quando già da ottobre non potranno più circolare in Area C le vetture Diesel immatricolate fino al 2018 e le auto Benzina euro 3, nonchè dopo le numerose restrizioni adottate da Sala con Area B” hanno ricordato. “È totalmente assurdo anche solo immaginare di poter bastonare i milanesi che hanno sostituito da pochi mesi la propria auto con una vettura ibrida o elettrica, facendo grandi sacrifici economici, costringendo anche loro al pagamento del ticket d’accesso nella Cerchia dei bastioni; è folle prevedere la tariffa d’ingresso per il quadrilatero della moda e tarriffe differenziate al rialzo per fascia oraria in Area C, al fine di colpire i lavoratori che devono trasportare le merci” hanno aggiunto gli esponenti della Lega.

“Si tratta dell’ennesimo atto della politica classista perpetrata dalla sinistra, volta a colpire le fasce deboli della popolazione che non si possono permettere di cambiare l’auto ogni 4 anni, i commercianti, gli artigiani, i rappresentanti in difficoltá e chiunque abbia la necessità di usare un mezzo privato. Nel contempo, è palese il netto calo di efficienza dei mezzi pubblici milanesi con continui tagli alle linee, minori frequenze di passaggio e in contraddizione con il costante aumento dei titoli di viaggio” hanno osservato i leghisti. “Chiediamo al sindaco Sala di esprimersi in modo netto e inequivocabile contro questo ordine del giorno e di invertire la rotta iniziando a pensare alla mobilità futura di Milano in termini certamente più sostenibili, ma altrettanto certamente non vessatori per i suoi cittadini che hanno già pagato fin troppo per le bizzarre idee della sinistra” hanno concluso.

Shoah, La Russa: art. 3 Carta vademecum dritto cammino

Shoah, La Russa: art. 3 Carta vademecum dritto camminoMilano, 15 gen. (askanews) – In occasione della visita della Commissione straordinaria intolleranza, razzismo, antisemitismo, istigazione all’odio e alla violenza del Senato al Memoriale della Shoah di Milano il presidente del Senato, Ignazio La Russa, ho donato alla senatrice a vita Liliana Segre una targa con inciso l’articolo 3 della Costituzione.

“Io mi sono permesso di far preparare una targa che riporta l’articolo 3 della nostra Costituzione di cui tutti dobbiamo essere grati e che dice: ‘Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali’. Credo che la vittoria contro il male parta da queste parole che dobbiamo sempre conservare come un vademecum del dritto cammino e cercare di esserne degni, ogni giorno” ha detto. “Grazie senatrice, grazie veramente di cuore per l’invito che mi ha onorato e che mi ha emozionato”, ha aggiunto. “Ringrazio la senatrice Segre per questa grande opportunità che ha dato a tutti noi di vivere questa occasione, questo momento, con la passione, col dolore, con la considerazione che cerca di spazzare via quella indifferenza che giustamente lei ha voluto sottolineare nel suo intervento. Un’indifferenza aiutata da chi questo tragico destino voleva riservare a coloro che venivano trasportati nei campi di sterminio e che sapevano, che se l’indifferenza fosse crollata, non sarebbero riusciti nel loro intento”, ha concluso La Russa.

Milano, Calenda: città in difficoltà, Cairo sarebbe buon sindaco

Milano, Calenda: città in difficoltà, Cairo sarebbe buon sindacoMilano, 11 gen. (askanews) – “Credo che Milano sia in una situazione relativamente difficile. Noi abbiamo sostenuto convintamene Sala alle elezioni ma sento molti cittadini oggi oggettivamente più scontenti rispetto al primo mandato”. Lo ha detto il leader di Azione Carlo Calenda a margine della presentazione a Milano del suo libro “Il Patto. Oltre il trentennio perduto”.

Un ragionamento che arriva nel giorno in cui Urbano Cairo, seppure in modo scherzoso, non ha escluso una sua candidatura a palazzo Marino: “Se la domanda è se Cairo potrebbe essere un buon sindaco di Milano io dico sì, io penso che la politica deve essere fatta da persone che sono capaci di gestire, perchè altrimenti non accade nulla e niente funziona. Penso che ci vogliano più manager e anche amministratori. Se questo avverrà non lo so”. Calenda ha poi sottolineato che “se Cairo si vuole candidare immagino che lo faccia da solo, è un bravissimo manager e ha fatto un ottimo lavoro ed è uno dei pochi editori puri che ci sono in Italia. Magari si candidasse”.

Milano, Cairo: io sindaco? Perché no, adoro la mia città

Milano, Cairo: io sindaco? Perché no, adoro la mia cittàMilano, 11 gen. (askanews) – “Milano è la mia città, la adoro perché no?”. Lo ha detto il presidente di Rcs e del Torino Calcio, Urbano Cairo, a Un Giorno da Pecora su Rai Radio1, rispondendo alla domanda se gli piacerebbe fare il sindaco del capoluogo lombardo. L’imprenditore ha aggiunto che il leader della Lega, Matteo Salvini, gli propose nel 2015 di candidarsi, ma “poi io decisi di scalare Rcs anche se, ammesso che avessi vinto, sarebbe stato bellissimo fare il sindaco di Milano”.

“Ci siamo visti e mi ha chiesto se era una cosa che poteva interessarmi” ha ribadito. “Milano è la mia città e poteva essere una cosa bella. Poi non era possibile perché ero impegnato col mio lavoro e stavo pensando di prendere Rcs dunque poi ho rinunciato. Ma non so – ha ragionato l’imprenditore – se sarei stato adatto a farlo con Salvini sinceramente”. Il momento in cui è stato più vicino ad entrare in politica, ha continuato, forse è stato proprio “quella volta lì”. Quanto alla domanda se sia meglio fare il sindaco, il governatore o il premier ha risposto “mi sa la terza”.

“Io sono di centro, proprio centro” ha proseguito a proposito del suo orientamento politico. In quell’area Matteo Renzi “è uno molto bravo, peccato che oggi non abbia il consenso di una volta. Anche Calenda è molto bravo, ma insieme non vanno d’accordo” ha concluso senza svelare chi abbia votato alle ultime elezioni politiche.

Milano, Giungi(Pd): stop grandi eventi contemporanei in zona S.Siro

Milano, Giungi(Pd): stop grandi eventi contemporanei in zona S.SiroMilano, 10 gen. (askanews) – “Il Consiglio comunale merita il rispetto di una sua precisa indicazione e i cittadini meritano il rispetto della loro libertà di muoversi e di accedere alle proprie abitazioni”. Lo ha scritto in una nota il consigliere comunale milanese del Pd Alessandro Giungi, presidente della Commissione consiliare Olimpiadi e Paralimpiadi Milano Cortina 2026, a proposito della programmazione dei grandi eventi in zona San Siro-Gallaratese.

“Ormai quattro mesi fa il Consiglio comunale ha approvato un preciso atto di indirizzo (un ordine del giorno) verso la Giunta con cui si chiedeva di evitare il ripetersi del disastro di prevedere lo stesso giorno due (a volte addirittura tre) grandi eventi tra lo stadio di San Siro, l’ex pista del trotto La Maura e l’ex Palalido. Lo scrivente ricorda come, in tali occasioni, la zona del Gallaratese e di San Siro ha vissuto ore di blocco totale o quasi della circolazione, con l’impossibilità di muoversi anche dei mezzi di soccorso e di sicurezza” ha ricordato. “Ci si sarebbe aspettati che a fronte dell’approvazione dell’odg la Giunta immediatamente ponesse in essere le misure per evitare la contemporaneità degli eventi. Invece nulla di tutto ciò è stato fatto e tra pochi mesi comincerà la stagione dei grandi concerti” ha osservato l’esponente dem.