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Pnrr, Anci: preoccupati per opere, dal governo impegno generico

Pnrr, Anci: preoccupati per opere, dal governo impegno genericoRoma, 14 ago. (askanews) – “Usciamo dall’incontro di oggi con il ministro Piantedosi con un impegno sulle risorse sostitutive ma anche con una domanda alla quale non abbiamo ricevuto alcuna risposta: perché sono state spostate le opere del PUI dai finanziamenti PNRR? Sono progetti e opere per 2,6 miliardi di euro, che sono dei Comuni e che sono per oltre il 94% già aggiudicate”. Così il presidente dell’Anci, Antonio Decaro, al termine dell’incontro con il ministro dell’Interno Piantedosi al quale hanno partecipato anche gli altri sindaci delle Città Metropolitane.

“Della proposta di definanziamento da parte del governo non si capisce la ragione – ha aggiunto Decaro – e anche oggi non c’è stata alcuna spiegazione da parte del ministro. Parliamo di opere cruciali per le nostre città, interventi per le periferie che potranno risanare situazioni sociali ed economiche difficili: perché dobbiamo metterle a rischio con un cambio immotivato della fonte di finanziamento? Al ministro abbiamo anche segnalato il rischio grave di suscitare un clima di sfiducia dei cittadini verso lo Stato, visto che si crea incertezza laddove noi sindaci avevamo assunto impegni rigorosi con le nostre comunità”. “Oggi – ha concluso il presidente dell’Anci – il ministro Piantedosi ha solo ribadito che le opere si faranno e che il governo le considera un obiettivo importante. Apprezziamo l’affermazione da parte un ministro che stimiamo e ne prendiamo atto, ma purtroppo rimane un impegno generico che non ci rassicura, anche perché non è stata accolta la nostra proposta di esaminare caso per caso quali opere siano eventualmente a rischio di bocciatura da parte della Commissione Europea”.

Pnrr, Anci a Fitto: avanti con opere, garanzie sui finanziamenti

Pnrr, Anci a Fitto: avanti con opere, garanzie sui finanziamentiRoma, 7 ago. (askanews) – “Le opere dei Comuni finanziate fin qui con i fondi del PNRR devono andare avanti ed essere completate. Su questo punto non si può discutere. Lo dobbiamo innanzi tutto ai cittadini, coi quali abbiamo assunto impegni precisi ai quali non vogliamo venir meno”. Questo è stato il primo tema posto dal presidente dell’Anci, Antonio Decaro, e dai sindaci metropolitani partecipanti all’incontro di oggi con il ministro Fitto.

I sindaci hanno apprezzato l’interlocuzione con il governo, alla vigilia della discussione con Bruxelles della proposta di nuova distribuzione delle risorse Pnrr. “In questa fase del confronto – ha dichiarato il presidente dell’Anci – abbiamo invitato il governo a non fare una valutazione indistinta ma a esaminare i singoli progetti per quanto riguarda la loro ammissibilità, con particolare attenzione ai Piani Urbani Integrati che i sindaci ritengono debbano rimanere nell’ambito Pnrr. In ogni caso i sindaci hanno ribadito tutti con grande forza la necessità che il governo individui con precisione le fonti di finanziamento per i progetti che eventualmente dovessero essere esclusi dal PNRR al termine del confronto del governo con la Commissione Europea”.

Pnrr, Fedriga (Regioni): rimodulazione sia coerente con progettualità

Pnrr, Fedriga (Regioni): rimodulazione sia coerente con progettualitàRoma, 7 ago. (askanews) – “Le Regioni hanno richiesto alcuni chiarimenti in ordine alla ricaduta sui singoli territori della proposta presentata del Governo e sulle linee di finanziamento dedicate”. Lo ha dichiarato il Presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, Massimiliano Fedriga al termine dell’incontro che si è svolto oggi con il ministro Fitto sulla proposta di revisione del Pnrr e sul Piano REpowerEU.

“E’ infatti importante ottenere assicurazione che la rimodulazione del Piano sia coerente con le progettualità e le programmazioni regionali, anche in ordine all’utilizzo dei fondi comunitari. Abbiamo offerto la nostra disponibilità a procedere concordemente a questa verifica per garantire il rispetto delle tempistiche di attuazione del Pnrr al 2026 e per mettere in campo le misure considerate prioritarie ed essenziali per i singoli territori, anche tenendo conto di quelle già cantierate”, ha continuato Fedriga. “Al riguardo, è stata evidenziata la necessità di un ruolo più incisivo delle Regioni e delle Province autonome, attraverso un raccordo permanente tra il Ministero e tutte le Regioni e Province autonome, per esaminare, monitorare e condividere sia gli aspetti di riprogrammazione sia quelli di attuazione del Piano, finalizzato anche a chiarire quegli aspetti segnalati nel documento recentemente approvato dalla Conferenza delle Regioni”, ha aggiunto.

“Ho apprezzato la disponibilità del ministro Fitto ad avviare questo percorso condiviso con le Regioni e le Province autonome che porterà alla definizione di accordi bilaterali con i singoli territori armonizzando le misure previste dal PNRR con quelle delle politiche di coesione. Si tratta di un percorso che impegna le responsabilità delle istituzioni nazionali e locali che sono certo porterà a non disperdere questa straordinaria occasione di fondamentale per la crescita e lo sviluppo del nostro Paese”, ha concluso Fedriga.

Pnrr, Emiliano: rimodulazioni devono avere senso, governo spieghi

Pnrr, Emiliano: rimodulazioni devono avere senso, governo spieghiRoma, 7 ago. (askanews) – “Il Pnrr ha quattro pilastri: il riequilibrio nord-sud, la questione generazionale, la questione di genere, la transizione energetica. Ma, come ha chiesto il presidente Zaia, sarebbe interessante se riuscissimo a comprendere non solo le proposte generali del Governo, ma anche quelle di dettaglio, per una questione di trasparenza: dobbiamo avere la certezza che queste rimodulazioni abbiano un senso”. Lo ha detto il presidente della Regione Puglia e vicepresidente della Conferenza delle Regioni, Michele Emiliano, all’incontro politico della Conferenza, alla presenza del ministro, Raffaele Fitto, sulla proposta di revisione del Pnrr e capitolo REPowerEU

“Per esempio, nella mia regione non ha senso il taglio delle misure sul dissesto idrogeologico, perché le gare sono tutte pronte e finanziabili. Non ha senso tagliare la decarbonizzazione dell’ex Ilva, con la prevista costruzione dei forni elettrici a riduzione diretta, che è già stata appaltata: come spieghiamo all’opinione pubblica che abbiamo tagliato un intervento che ha a che fare con la transizione energetica che l’Unione europea considera strategica e un modello per l’intera Europa, se con la rimodulazione del Pnrr abbiamo bloccato un’operazione così importante e simbolica?”, ha incalzato Emiliano. “Poi, tutte le gare per le ciclovie – ho sentito il presidente Marsilio che diceva la stessa cosa – sono sostanzialmente pronte: perché bloccarle? Perché tagliare per categorie e non per singole gare? Mi rendo conto che non è facile ma si deve cercare la maniera per discuterne in maniera più approfondita. Voglio ricordare inoltre che il Pnrr in gran parte copre appalti precedenti al Pnrr stesso: l’intera ferrovia Napoli-Bari ha questa caratteristica”, ha aggiunto.

“E non siamo stati in grado di conoscere quale fine abbiano fatto i soldi nazionali che sono stati revocati sulla Napoli-Bari e che erano già assegnati al sud: abbiamo così dovuto ‘tollerare’ che la parte destinata al Sud del Pnrr calcolasse anche la Napoli-Bari che era già finanziata”, ha detto ancora il governatore pugliese. “Infine, la questione dell’Fsc: non è che qualcuno sta pensando di utilizzare l’Fsc regionale per le operazioni di sostituzione di opere? Questo andrebbe a cambiare le percentuali del Pnrr e in più non è consentito, perché l’Fsc ha un’altra finalità, diversa dal PNRR. Chiedo che sul punto il ministro sia chiaro: le operazioni di sostituzione delle opere tagliate devono essere eventualmente effettuate con fondi nazionali o con la parte dell’Fsc nazionale, lasciando intatta la quota dell’Fsc regionale”, ha concluso Emiliano.

Autonomia, Stefani: ricerca e analisi dimostreranno i benefici

Autonomia, Stefani: ricerca e analisi dimostreranno i beneficiRoma, 3 ago. (askanews) – La Commissione Bicamerale per l’attuazione del federalismo fiscale affronterà la questione con “una forte attività di ricerca e di analisi, perché bisogna tener conto dei risultati” che l’autonomia “può dare” alle diverse realtà territoriali e anche perché “partire dai dati può contribuire a sradicare certe derive ideologiche che ne hanno finora impedito l’attuazione”. In questo senso “potremmo anche fornire” ad altri organismi parlamentari “un supporto tecnico a beneficio della buona realizzazione del processo di autonomia”. Lo ha spiegato in un’intervista ad Askanews il nuovo presidente della Commissione, Alberto Stefani, deputato della Lega eletto in Veneto.

– Come intende procedere con i lavori della Commissione? “Innanzitutto, con un forte sforzo di ricerca e di elaborazione dati perché credo, anzi sono perfettamente convinto, che un tema come quello del federalismo e del decentramento amministrativo debba tener conto anche dei risultati che questa riforma può dare dal punto di vista economico e finanziario, visto che in questo caso parliamo di federalismo fiscale. Però, oltre a questo, partire dai dati e dall’analisi degli stessi può contribuire a una consapevolezza collettiva” in grado di “sradicare certe derive ideologiche che hanno finora impedito” l”attuazione del decentramento e delle riforme federaliste, un “atteggiamento di ostacolo che spesso si è trincerato dietro scelte ideologiche che non tenevano conto della realtà effettiva. Per riassumere, quello che vorrei fare tramite questa accurata attività di studio e di analisi è arrivare ad una consapevolezza dei benefici che questa riforma può portare, non solo in Veneto e non solo al Nord, ma anche nel resto del Paese”.

– Quindi un approccio razionale al tema? “Sì, razionale, che tenga conto dei dati. Il metodo è quello analitico, scientifico, di andare ad approfondire concretamente quelli che possono essere i risultati del processo di federalismo, senza inutili scontri ideologici, che purtroppo hanno tenuta ferma questa riforma per trent’anni”.

– Quali enti o personalità verranno auditi per primi? “Dobbiamo ancora costituire l’ufficio di presidenza, non appena sarà fatto inizieremo con le audizioni. Sicuramente ci saranno delle audizioni ‘politiche’, quindi terremo conto della voce dei territori, delle Regioni, dell’Anci, delle province, ma vorrei soprattutto concentrare l’attenzione sui centri studi di organismi tecnici e su figure che ci possano illustrare i risvolti i benefici della riforma. Ricordo poi che quando parliamo di federalismo non parliamo solo dell’autonomia regionale ma anche dell’autonomia di Province e Comuni. E sul tema delle province, tra l’altro, stiamo intervenendo con la famosa riforma per riportarle ad essere Enti di primo livello, votate dai cittadini, con competenze e budget” necessari ad “avere una maggiore efficienza della macchina pubblica”.

– Il nome ufficiale della Commissione che Lei presiede è “per l’attuazione del federalismo fiscale”, ma oggi si parla solo di autonomia. “Il nome della Commissione ‘per l’attuazione del federalismo fiscale’ era il nome originario della legge istitutiva del 2009, tanto è che in quegli anni si parlava molto di federalismo fiscale. Adesso si parla di autonomia che è un procedimento e un concetto per certi versi diverso, ma di fatto una visione federalista comprende anche la riforma dell’autonomia. Qui si parla di federalismo fiscale, per cui” la Commissione “avrà anche un approccio più concentrato sulla finanza pubblica rispetto al tema di altre commissioni, però è sicuramente una Commissione che si occuperà del processo di autonomia, magari guardando, con particolare attenzione, a quelli che possono essere i risultati o le integrazioni in ambito economico-finanziario e in ambito fiscale”. – Il lavoro della sua commissione andrà in parallelo con i lavori al Senato sull’autonomia differenziata? “Sì, mentre la Commissione affari costituzionali del Senato sta esaminando il disegno di legge sull’autonomia noi ci affiancheremmo, e su questo ho già preso contatti con il ministro Calderoli, come Commissione che può fornire un supporto tecnico a beneficio della buona realizzazione del processo di autonomia, che è al centro dell’agenda politica del governo per quanto riguarda le riforme istituzionali”. – Non teme che Fratelli d’Italia, partito con orientamento più ‘centralista’, possa frenare le ambizioni della Lega sul progetto di autonomia? “Che l’autonomia sia il nostro cavallo di battaglia lo si sa da trent’anni, la Lega ha portato questo tema al centro dell’agenda politica, siamo stati pionieri su questo tema. È indubbiamente vero, però, che questo tema è all’interno di un programma di governo e quindi gli alleati sicuramente lo rispetteranno, così come noi rispetteremo i punti programmatici che loro hanno portato nell’agenda politica del paese. Ci impegneremo affinché tutti capiscano i benefici che questa riforma può dare non solo al Veneto ma a tutte le regioni che decideranno di accedervi”. – Lei è ottimista sul raggiungimento dell’autonomia? “Sì, assolutamente sì”.

Conferenza Regioni approva Piano e Calendario Vaccinale 2023-2025

Conferenza Regioni approva Piano e Calendario Vaccinale 2023-2025Roma, 2 ago. (askanews) – La Conferenza delle Regioni e delle Province autonome ha espresso l’Intesa sul “Piano nazionale di Prevenzione vaccinale (PNPV) 2023-2025” e sul “Calendario Nazionale Vaccinale”.

Con l’approvazione del Piano è stato raggiunto un risultato importante grazie allo stretto confronto e alla collaborazione delle Regioni con il ministero della Salute e il Ministero dell’Economia e delle Finanze. Il Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale 2023-25 individua obiettivi che comportano benefici a lungo termine sulla salute pubblica riducendo morbilità e mortalità con conseguente riduzione complessiva delle spese sanitarie. Si evidenzia come le spese per la prevenzione costituiscano un investimento sulla salute con benefici futuri in termini di malattia e sostenibilità del Servizio Sanitario, ma anche un maggiore investimento nella prevenzione. Il nuovo Piano vaccinale prevede l’allargamento dell’offerta vaccinale e del numero di vaccini da somministrare per assicurare la copertura a tutti i soggetti a rischio, anche attraverso l’utilizzo di vaccini innovativi ed ha l’obiettivo generale di armonizzare le strategie nazionali per garantire a tutti cittadini, indipendentemente dal luogo di residenza, i benefici derivanti dalla vaccinazione intesa come strumento di protezione individuale e collettiva.

Le Regioni hanno dato il via libera al nuovo Piano con le risorse disponibili a legislazione vigente insieme alla richiesta di avviare un monitoraggio della spesa sulla congruità delle risorse a disposizione e per valutare la possibilità di reperire ulteriori risorse in caso di eventuali maggiori costi sostenuti dalle Regioni. E’ stato chiesto anche che alla ripartizione del finanziamento di eventuali maggiori costi vaccinali devono accedere tutte le Regioni e le Province autonome, in deroga alle disposizioni legislative che stabiliscono per le Autonomie speciali il concorso regionale e provinciale al finanziamento sanitario corrente. Il Calendario Nazionale Vaccinale è un documento distinto dal Piano, aggiornabile in base ai futuri scenari epidemiologici, che presenta l’offerta vaccinale attivamente e gratuitamente prevista per fascia d’età, contiene le vaccinazioni raccomandate a particolari soggetti a rischio (ad. esempio per condizione medica, per esposizione professionale).

Pnrr, Fedriga: Conferenza Regioni sempre pronta a collaborare

Pnrr, Fedriga: Conferenza Regioni sempre pronta a collaborareRoma, 2 ago. (askanews) – “Le Regioni sono pronte a collaborare per il processo di rimodulazione del Pnrr”. Lo dichiara Massimiliano Fedriga, presidente della Conferenza delle Regioni.

“Lo riteniamo fondamentale per il successo degli interventi che dovranno concludersi rispettando il termine del 2026 al fine di garantire la piena attuazione del piano. Il documento sulle proposte di revisione delle singole misure è stato oggetto oggi di discussione all’interno della Conferenza delle Regioni, dopo la sua presentazione nella Cabina di regia”, prosegue. “Alla fase di elaborazione del documento di revisione non abbiamo lavorato, ma cogliamo positivamente la disponibilità del ministro al confronto e al dialogo. Si propone pertanto una revisione che individua per le misure oggetto di revisione, o di stralcio dal Pnrr, fonti di finanziamenti afferenti alle politiche di coesione e in particolare al FSC”, aggiunge.

“Occorre, per questo, rafforzare i meccanismi di raccordo e il supporto con le Amministrazioni regionali e le Province autonome, soprattutto in relazione alle questioni tecniche, di attuazione e monitoraggio, in considerazione della definizione di misure correttive necessarie al superamento delle criticità o propedeutiche alla formulazione di proposte di aggiornamento o modifica del Pnrr, anche attraverso la costituzione di una specifica Cabina di regia. Sarà quindi necessario un confronto al fine di assicurare un allineamento e una coerenza con le progettualità e le programmazioni regionali già avviate. Per questi motivi ho scritto al ministro Fitto per un incontro al fine di affrontare le nostre richieste e proposte”, conclude.

Regioni, Fedriga: approvato riparto Fondo sanitario nazionale

Regioni, Fedriga: approvato riparto Fondo sanitario nazionaleRoma, 2 ago. (askanews) – “La Conferenza delle Regioni, con grande senso di responsabilità e dimostrando unità istituzionale, ha approvato oggi la proposta di riparto del Fondo Sanitario Nazionale 2023, che è di oltre 120 miliardi”. Ne dà notizia Massimiliano Fedriga, presidente della Conferenza delle Regioni.

“Nel contempo – spiega – evidenziamo una sottostima del Fondo dovuto anche ai maggiori costi dell’energia, che auspichiamo si recuperi nel corso dell’anno, e la definizione di nuovi criteri per la ripartizione del fabbisogno sanitario nazionale standard. Sono fondamentali ulteriori risorse economiche per il 2023, tenendo conto che le programmazioni regionali evidenziano una sottostima rispetto al reale fabbisogno. Quindi la Conferenza delle Regioni auspica che il Governo introduca nei prossimi provvedimenti legislativi lo stanziamento delle risorse necessarie per il fabbisogno di personale e gli oneri contrattuali, inflattivi ed energetici”. “Per il 2024 è quindi necessario – ribadisce Fedriga – garantire la sostenibilità dei bilanci regionali e già da ora bisogna avviare il confronto per una integrazione delle risorse disponibili a legislazione vigente”.

Montagna, Uncem: bene approvazione riparto fondo sviluppo Fosmit

Montagna, Uncem: bene approvazione riparto fondo sviluppo FosmitRoma, 26 lug. (askanews) – “Siamo soddisfatti per l’approvazione in Conferenza Unificata del riparto del fondo nazionale montagna 2023 che ammonta a 202 milioni di euro. Le Regioni riceveranno in quota parte queste risorse per interventi di valorizzazione del sistema economico delle Alpi e degli Appennini, per costruire green communities ovvero comunità nella sostenibilità climatica, ambientale, ed energetica e per costruire nuove opportunità di servizi, d’intesa con i Comuni, le Comunità montane, le Unioni montane di Comuni”, ha detto Marco Bussone, presidente di Uncem.

“La sinergia con il ministro Calderoli che voglio ringraziare è stata proficua, assieme con le regioni per approntare i criteri per una ridistribuzione efficace delle risorse tra Alpi e Appennino, per non lasciare indietro pezzi di territori. Abbiamo bisogno oggi di lavorare in stretta sinergia con gli assessori regionali, con le strutture delle regioni che si occupano di montagna, per generare opportunità di crescita attraverso queste risorse che si sommano al 100 milioni di euro già stanziati a fine 2022 per la scorsa annualità”, ha aggiunto.

Salute, Regioni: siglata ipotesi Ccnl 2019-2021 per Irccs e Izs

Salute, Regioni: siglata ipotesi Ccnl 2019-2021 per Irccs e IzsRoma, 19 lug. (askanews) – E’ stata firmata oggi, presso l’Aran, l’ipotesi di Contratto Collettivo Nazionale di lavoro relativo al Personale del comparto Sanità-Sezione del personale del ruolo della ricerca sanitaria e delle attività di supporto alla ricerca sanitaria Triennio 2019-2021.

“Si tratta di un contratto – spiega in una nota il presidente del Comitato di settore Regioni-Sanità, Marco Alparone – che, nel disciplinare il rapporto di lavoro del personale appartenente agli Istituti di ricerca sanitaria Irccs e Izs, tiene conto delle sue specificità rispetto al restante personale del comparto Sanità con particolare riferimento alla rimodulazione della disciplina di alcuni istituti contrattuali del rapporto di lavoro e del trattamento economico”. “L’ipotesi sottoscritta riguarda oltre 2000 professionalità impegnate quotidianamente in un settore, quello della ricerca, particolarmente importante per la nostra Sanità e rispetto al quale – sottoline Alparone – è necessario dare certezza di un percorso che riconosca loro una valorizzazione professionale”.