Il corto “Le variabili dipendenti” di Tardella in corsa per gli OscarRoma, 14 nov. (askanews) – “Le variabili dipendenti”, cortometraggio diretto da Lorenzo Tardella e prodotto dal CSC – Centro Sperimentale di Cinematografia, è attualmente sulla piattaforma dell’Academy of Motion Picture Arts and Sciences e può essere votato da tutti i membri dell’Academy per poter accedere alla fase successiva. Le votazioni avranno luogo dal 14 al 18 dicembre 2023.
Il cortometraggio ha debuttato alla 72sima Berlinale; da lì ha inaugurato un percorso internazionale che include oltre 60 festival tra cui il BFI London Film Festival, il Raindance Film Festival e il prestigioso Visioni Italiane presso la Cineteca di Bologna. A maggio 2023 il corto vince il David di Donatello come miglior cortometraggio e rientra nella cinquina finalista dei Nastri d’Argento.
Nel corto si parla di infanzia e intimità. Pietro e Tommaso sono alle porte dell’adolescenza. Si conoscono nel palchetto di un teatro, mentre le note di Vivaldi risuonano intorno a loro. È un primo bacio. È forse qualcos’altro? Quello stesso pomeriggio, circondati dal silenzio delle pareti di casa, cercheranno di scoprirlo. Secondo il regista Tardella, nato a Narni nel 1992, “arriva sempre un momento in cui smettiamo di guardarci allo specchio ed iniziamo a cercare lo sguardo di qualcun altro. Quello che non possiamo immaginare, la prima volta che avviene, è quanto sia difficile ritrovare i nostri occhi in quelli della persona che abbiamo davanti. Essere la stessa cosa. Riconoscersi nello specchio. Di questo parla ‘Le variabili dipendenti’: un primo scontro con l’intimità, in un momento della vita come quello dell’adolescenza, in cui non esistono regole ed ogni equilibrio può crollare da un momento all’altro”.
“Le variabili dipendenti”, prodotto dal CSC – Centro Sperimentale di Cinematografia e distribuito da Première Film, è attualmente disponibile in streaming sulla piattaforma MUBI.
A Roma “Mellowing”, nuova creazione del coreografo greco PapadopoulosRoma, 13 nov. (askanews) – La nuova creazione del coreografo greco Christos Papadopoulos è una sfida ai limiti della percezione umana: il 14 e 15 novembre torna all’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone per Romaeuropa Festival con “Mellowing” e la compagnia berlinese Dance on Ensemble. La celebre formazione, composta da danzatori professionisti over 40, ha già lavorato al fianco di registi di fama internazionale, tra cui Rabih Mroué, William Forsythe, Deborah Hay e Jan Martens, esplorando il rapporto tra danza ed età sia sul palcoscenico che nella società.
Mellowing è una coreografia fondata sullo studio corporeo e coreografico della vibrazione, con 11 performer in scena Papadopoulos torna a sfidare e trasformare il movimento corale in quello di un unico corpo esteriormente immobile e interiormente vibrante, concentrandosi sulla sensibilità emotiva e percettiva di chi osserva. Sul tappeto sonoro di Coti K, i movimenti dei performer diventano terreno d’indagine per una visione alternativa del rapporto tra individui e gruppi, tra continuità e discontinuità dei comportamenti, aprendo a scenari filosofici più ampi, in cui la danza dimostra come anche nelle sue più lievi manifestazioni è insita la portata rivoluzionaria, che riguarda in maniera trasversale l’umano, la sua dimensione collettiva e le dinamiche di relazione, tra bisogno di adesione e desiderio di libertà.
Christos Papadopoulos nato in Grecia nel 1976, ha studiato Danza e Coreografia alla “School for New Dance Development” di Amsterdam, Teatro all’Accademia d’Arte drammatica Nazionale greca e Scienze Politiche all’Università Panteion di Atene. Ha collaborato, in qualità di ballerino, con Noema Dance Company (Germania), WEGO Company (Danimarca), Dimitris Papaioannou, Ria Higler, Robert Stein. Mentre, come coreografo, ha lavorato con Thomas Moschopoulos, Vasilis Nikolaidis, Saskia van de Heur, Maike van de Drift. Ha partecipato alla realizzazione delle coreografie delle cerimonie di apertura e chiusura dei Giochi Olimpici di Atene nel 2004. Dalla sua partecipazione a Dancing Days con Elvedon nel 2016 è tornato al Romaeuropa Festival più volte presentando Opus (2018) e Larcen C (2021). Dance On Ensemble è stato fondato nel 2015 dall’agenzia culturale berlinese Diehl+Ritter gUG nell’ambito dell’iniziativa Dance On, che celebra l’eccellenza artistica dei danzatori over 40 ed esplora il rapporto tra danza ed età sia sul palcoscenico che nella società. Lavorando con coreografi e registi di fama internazionale, tra cui Rabih Mroué, William Forsythe, Deborah Hay e Jan Martens, il Dance On Ensemble sta sviluppando un repertorio di opere di danza contemporanea innovative e stimolanti. L’obiettivo è quello di creare una solida base per un futuro repertorio ricco e ambizioso per danzatori dai 40 anni in su. Membro del Dance On Ensemble fin dall’inizio del progetto, Ty Boomershine è responsabile della sua direzione artistica dal 2019. Dance On Ensemble ha partecipato allo spettacolo Any Attempt Will End in Crushed Bodies And Shattered Bones di Jan Martens al Romaeuropa Festival nel 2022.
Concerti con Enrico Pieranunzi e Rita Marcotulli per “Keep Talking”Roma, 13 nov. (askanews) – Ultimi due appuntamenti a cadenza settimanale – il 15 e il 22 novembre – porteranno il pubblico a contatto con colonne della storia del nostro jazz come Enrico Pieranunzi, Giovanni Tommaso e Rita Marcotulli, per continuare un dialogo in musica mai scontato: “Keep Talking” per la prima volta nel Teatro di Comunità di Villa Lazzaroni a Roma.
Mercoledì 15 novembre alle 21 l’Enrico Pieranunzi Eurostars Trio in “Jazz and the city”, musiche di Enrico Pieranunzi, con Enrico Pieranunzi al pianoforte, Andrè Ceccarelli alla batteria e Thomas Fonnesbaek al contrabbasso. Mercoledì 22 novembre, alle 21 sarà la volta di “Around Gershwin” con Giovanni Tommaso al contrabbasso, Rita Marcotulli al pianoforte Alessandro Paternesi alla batteria. Grazie alla ripresa dello spettacolo dal vivo e grazie al bando “Lo spettacolo dal vivo fuori dal Centro 2023” di Roma Capitale, “Keep Talking” torna diventando un’esperienza di vita reale con il pubblico in presenza.
Nella nuova sede di Villa Lazzaroni, ottenuta grazie al patrocinio del Municipio VII di Roma, e al suo teatro di comunità (Accesso da Via Appia Nuova 522 e da Via Tommaso Fortifiocca 71, Roma) si terranno i concerti-incontro aperti a tutti, preceduti alle 18 nella Sala Consiliare sempre della splendida villa ottocentesca, dai concerti gratuiti delle scuole di musica del territorio, proprio per ricreare sempre più forte un legame tra gli abitanti di Roma e l’offerta divulgativa e culturale del giovane team Promu. Il progetto, il cui nome è ispirato al brano dei Pink Floyd, è realizzato con il sostegno del Ministero della Cultura – Direzione Generale Spettacolo ed è vincitore dell’Avviso Pubblico Lo spettacolo dal vivo fuori dal Centro -Anno 2023 promosso da Roma Capitale – Dipartimento Attività Culturali.
I dialoghi post concerto verranno guidati dai giornalisti e divulgatori di Radio Rai3 Valentina Lo Surdo e Arturo Stalteri, tra le voci più amate ed esperte del repertorio colto in Italia. Biglietti 10 Euro acquistabili online al link Articketing e in loco. Per maggiori informazioni: info@promu.it / tel: +39 3664143217
A Tor Bella Monk Federico Zampaglione and his big Mama Blues FamilyRoma, 11 nov. (askanews) – La rassegna Tor Bella Monk – Jazz senza confini, presenta, domenica 12 novembre, a Tor Bella Monaca, via Paolo Ferdinando Quaglia, Municipio VI, Federico Zampaglione, con la His Big Mama Blues Family.
Sul palco ci saranno Federico Zampaglione, frontman della band Tiromancino e appassionato cultore della musica del diavolo, e Mario Donatone, pianista e blues singer, con una lunga carriera anche come direttore di coro gospel. Dopo aver dato vita al progetto “Buzz”, in cui hanno proposto – con grande successo anche al Pistoia Blues Fest del 2013 – una contaminazione dei classici blues con l’elettronica, Zampaglione e Donatone tornano ad un genuino minimalismo acustico, con la forma del duo strumentale e vocale. Una fusione amabile di chitarre acustiche e dobro, pianoforte e voci, intessendo trame ricche di groove, spaziando in un repertorio che va dal Blues rurale di Robert Johnson al Chicago style di Willie Dixon, insieme a classici della black music di Ray Charles, B.B.King, J.J.Cale, Sleepin’ John Eastes, Dr. John. Ci sarà anche una particolare nota natalizia, con l’inclusione di brani come Merry Chrismas Baby, o classici come White Christmas o Silent Night in versione blues e gospel. Un viaggio unplugged e affascinante, emozionale e senza tempo, per le strade di una musica che ha formato generazioni di musicisti.
Il progetto è realizzato con il sostegno del Ministero della Cultura – Direzione Generale Spettacolo ed è vincitore dell’Avviso Pubblico. Lo spettacolo dal vivo fuori dal Centro – Anno 2023, promosso da Roma Capitale – Dipartimento Attività Culturali. Con il Patrocinio e concessione degli spazi del Municipio VI, delle Torri, area Villaggio Breda, Piazza Piaggio e Cinema Antonio Cerone, Via Fernando Conti. In collaborazione con il Dipartimento di Studi letterari, filosofici e di storia dell’arte dell’Università degli Studi di Roma Tor Vergata.
I Marlene Kuntz festeggiano i 30 anni di CatarticaMilano, 7 nov. (askanews) – Il 13 maggio del 1994 usciva Catartica, disco d’esordio dei Marlene Kuntz, destinato a diventare una vera e propria pietra miliare nella storia della musica italiana. In occasione del festeggiamento dei 30 anni dall’incisione di quelle tracce mozzafiato, la band annuncia oggi due concerti evento da non perdere: Il 14 Marzo a Milano all’Alcatraz e il 15 marzo a Roma all’Orion. Catartica ha senza dubbio alcuno avuto il merito di tracciare un segno indelebile nel nostro panorama musicale. Con l’eccellente produzione di Lega e Maroccolo (CCCP e CSI) per la neonata etichetta indipendente di allora Consorzio Produttori Indipendenti, le 14 memorabili canzoni che compongono il disco sono state la risposta alla fame irrefrenabile di un suono diverso di cui soffriva il pubblico italiano dei primi anni ’90, complici i modelli americani e inglesi che ai tempi sfornavano band grunge e hardcore del calibro di Nirvana e Pearl Jam.
Catartica è stato il primo album italiano a soddisfare questa fame di cambiamento, segnando così una strada tutta nuova nel rock indipendente e rinnovando in maniera determinante la scena musicale del nostro paese. Catartica è il manifesto musicale della band che ha messo subito le cose in chiaro: linee di chitarra che hanno poi ispirato innumerevoli band a seguire, un sound che è diventato sin da subito simbolo assoluto di quel decennio musicale e un songwriting che, fino ad allora, non si era mai sentito prima. La raffinata poetica di Godano ferisce tutti, subito: termini inusuali, una narrazione molto verbosa e fascinosamente poetica ricca di immagini fantasiose e liriche antisociali che hanno dato vita a frasi indelebili, diventate cult. Un linguaggio crudo e diretto, insomma, che descrive, senza mai banalizzare, il vivere moderno di allora, ma che risulta tremendamente attuale.
“Catartica nel 2024 compie 30 anni. Si potrebbe dire ‘sembra ieri’, ma in realtà sembra quel che è: ovvero che sono passati 30 anni, e noi Marlene siamo consapevoli di quante cose sono state fatte in questo lasso di tempo durato quel che è durato, e che fa sì che i tempi di Catartica ci appaiano lontani, ma ci siano in realtà altrettanto vicini.”, commenta Cristiano Godano. “In apertura di Festa Mesta scrissi ‘Complimenti per la festa, una festa del cazzo’. Non è davvero arduo traslare spazialmente e temporalmente ai giorni nostri quella rabbia figlia delle paturnie esistenziali di un giovane di provincia, piegando il significato delle parole a qualcosa che ben può descrivere la pessima situazione del nostro mondo contemporaneo. Perché è una bruttissima festa quella a cui siamo stati invitati dallo scorrere del tempo, e l’umanità pare star prendendo una piega rischiosa, quella che ormai è sotto gli occhi di tantissimi. Il mondo brucia, dice a un certo punto una canzone del nostro ultimo disco, Karma Clima, e la festa del cazzo a cui siamo stati invitati è l’immagine che bene illustra questa affermazione. C’è ancora qualcuno che non sente le tante storture a cui stiamo andando incontro? Ognuno potrà avere le sue idee nell’individuare le cause di tutto ciò e noi abbiamo le nostre, ma le conseguenze paiono essere le stesse per tutti: turbolenza, rabbia, disillusione, delusione, scoramento, ribaltamento progressivo dei valori che avevamo pensato di poter dare per scontati. E se le cause possono essere le più diverse a seconda dei punti di vista, le incompetenze, le contronarrazioni, le mistificazioni, e le varie prese per il culo che la gente sta subendo accomunano i più in un sentimento sfinito. Complimenti per la festa! Una festa del cazzo.”. Catartica è stato, e lo è tuttora, un album epocale, intriso di un rock energico, abrasivo e allo stesso tempo melodico che è stato in grado di segnare per sempre un’epoca e che è destinato a restare indelebilmente nella testa e nel cuore di chi lo ha ascoltato e di chi lo ascolterà. Cristiano Godano, Luca Lagash, Riccardo Tesio, Davide Arneodo e Sergio Carnevale ci faranno rivivere “in volo libero sugli anni andati ormai” tutta la potenza di quel periodo che ha fatto la loro storia e quella del rock italiano.
Festival Una Striscia di terra feconda a Civitavecchia con SalissoloRoma, 26 ott. (askanews) – Il festival di jazz e musiche improvvisate “Una striscia di terra feconda”, storica rassegna organizzata da Teatro dell’Ascolto e dedicata ad artisti italiani e francesi spesso invitati a suonare insieme, giunge alla 26esima edizione e nella sua versione “OltreRoma”, quest’anno fa tappa a Civitavecchia nella Cittadella della Musica, grazie alla collaborazione con il Comune di Civitavecchia e ATCL, circuito multidisciplinare del Lazio, sostenuto da MIC Ministero della Cultura e Regione Lazio.
In apertura venerdì 27 ottobre un doppio appuntamento: il progetto originale, “Love Stroll”, con Elena Paparusso (voce) Francesco Caligiuri (sassofoni) e Francesco Poeti (basso), un progetto dedicato alle variopinte avventure descritte da Calvino in alcune delle sue novelle da “Gli Amori Difficili” a vari racconti come “Prima che tu dica pronto”. A chiudere questo primo appuntamento, l’esplosivo concerto di Antonello Salis, in “Salissolo”. I giochi, i numeri, il virtuosismo mai fine a se stesso. La forza, la provocazione, l’impeto puro. Antonello Salis ha sempre abituato il suo pubblico a uno show dal vivo veramente efficace, emotivamente coinvolgente.
Venerdì 10 novembre, sempre un doppio appuntamento, in apertura, in prima nazionale, il fisarmonicista Noè Clerc, un musicista che probabilmente occuperà un posto speciale sulla scena jazz negli anni a venire. Tutto canta nella musica di Noé Clerc, perché questo giovane non è solo un singolare strumentista, ma anche un compositore che sa che senza una vera melodia, le improvvisazioni più belle rischiano di perdersi. Nato nel 1996, Noé Clerc è un fisarmonicista poliedrico. Si è fo A seguire il trio “Nrg Bridges”, con Gianluigi Trovesi, clarinetto alto e piccolo, e i fratelli Adalberto Ferrari clarinetto, clarinetto basso e Andrea Ferrari clarinetto basso.
Venerdì 17 novembre, altro doppio appuntamento. In apertura, in prima nazionale, Thomas De Pourquery, eader dell’emblematico gruppo Supersonic, sassofonista e cantante riconosciuto internazionalmente, e Tatiana Paris, chitarrarista, figura della scena musicale improvvisata europea, già da anni al fianco di Sandra Nkaké, Seb Martel ed Eve Risser. A seguire,la produzione originale, “La sottile meraviglia. J.S. Bach e l’invenzione estemporanea” Ludus Gravis4 con Daniele Roccato, contrabbasso, Rocco Castellani, contrabbasso, Yvonne Scarpellini, contrabbasso e Giacomo Piermatti, contrabbasso. A chiudere Una Striscia di Terra Feconda “OltreRoma”, venerdì 24 novembre, la produzione originale in collaborazione con I-Jazz, “Amori difficili” con Maria Laura Baccarini voce, testi di Italo Calvino, Luca Aquino, tromba, Paolo Damiani, contrabbasso e Antonio Jasevoli
“Una Striscia di terra feconda” da anni si svolge a Roma alla Casa del Jazz e in Auditorium Parco della Musica, grazie all’accordo con la Fondazione Musica per Roma, ma altrettanto significative sono le produzioni pensate ad hoc per Civitavecchia. Inoltre – avendo vinto l’Avviso Pubblico “Lo spettacolo dal vivo fuori dal Centro” emanato di recente dal Dipartimento Attività Culturali del Comune di Roma – alcuni concerti saranno realizzati a Ostia presso il Teatro del Lido e nello Spazio Rossellini. I direttori artistici Paolo Damiani e Armand Meignan difendono da sempre e valorizzano con convinzione il jazz europeo, condividendo la stessa poetica del festival. Una Striscia di terra feconda, si caratterizza inoltre per l’inedita sinergia non solo ideale ma anche di risorse economiche che si è venuta a creare tra partner pubblici del massimo prestigio che in questi anni lo hanno finanziato: il Ministero della Cultura (MiC), il Ministero Francese della Cultura, SIAE, Comune di Roma- Assessorato alle Politiche Culturali Regione Lazio, ATCL, l’associazione teatrale fra i Comuni del Lazio, Comune di Civatavecchia, la Fondazione Musica per Roma e la Casa del Jazz, l’Institut Francais, l’Ambasciata di Francia a Roma attraverso la Fondazione Nuovi Mecenati, Midj (associazione musicisti di jazz), l’INPS fondo PSMSAD. E inoltre: I-Jazz, AJC (association Jazzé Croisé), CNM (Centre National de la Musique), SACEM, SPEDIDAM, ADAMI, SPPF, BNP Parisbas, CCP.
Cucciari fa bis come madrina alla cerimonia di chiusura Festa cinemaRoma, 26 ott. (askanews) – Geppi Cucciari torna sul palco della Festa del Cinema di Roma: per il secondo anno consecutivo, l’autrice e conduttrice sarà madrina della cerimonia di chiusura che si svolgerà sabato 28 ottobre alle 17 nella Sala Petrassi dell’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone.
In oltre venti anni di carriera, Geppi Cucciari si è dimostrata una delle più brillanti e poliedriche donne dello spettacolo in Italia, in grado di muoversi a suo agio fra cinema, televisione, radio e teatro. In televisione dopo Zelig Circus (2005-2009), ha condotto numerosi programmi, tra i quali Italia’s Got Talent (Canale 5), G’Day (La7) e per la Rai: Per un pugno di libri, Raipipol Che Succ3de? e le ultime tre finali del Premio Strega e Splendida Cornice, in prima serata su Rai 3.
Dal 2015 conduce con Giorgio Lauro il programma radiofonico “Un giorno da Pecora” su Radio1 e ha condotto per tre anni la cerimonia di candidatura dei premi David di Donatello al Quirinale e da tredici anni è la conduttrice di “Una notte in Italia”, festival del cinema dell’isola di Tavolara, con la direzione di Piera Detassis.
”Zoodischi night”, show della nascente etichetta di giovani emergentiRoma, 25 ott. (askanews) – Si terrà giovedì 26 ottobre (dalle 21.00) la Zoodischi Night presso L’Asino Che Vola – Via Antonio Coppi, 12 (Roma) – il primo evento della nascente ZooDischi, etichetta fondata di Davide Gobello, Valeria Leo, Pio Stefanini e Fabrizio Ludovici che cura a 360 gradi la musica di giovani artisti emergenti.
Lo show offrirà al pubblico l’opportunità di scoprire il roster di talenti di ZooDischi, in uno dei più rinomati locali di Roma, già cornice delle performance di grandissimi cantautori del panorama italiano come De Gregori, Tricarico, Pier Cortese, Avincola. Ami, Blùnda, Confine Follia, Criso, Daniele Riccio, Diomira, Floridi, Sacchini, Lorenzo Tornaboni sono gli artisti della line-up che si alterneranno per presentare i loro progetti editi e le anteprime delle prossime uscite. Tra gli ospiti anche Legno, Pierdavide Carone, Lorenzo Cantarini, Zic: sarà una grande festa, interamente live, con una band d’eccezione formata da Davide Gobello (chitarra), Lorenzo Nanni (tastiere), Gabriele Cannarozzo (basso), Phil Mer (batteria).
Al Roma Jazz Festival 2023 John Scofield, Yellowjackets e Anais DragoRoma, 23 ott. (askanews) – Arrivato alla 47esima edizione, torna il Roma Jazz Festival, che dal 2 al 26 novembre animerà la Capitale con 23 concerti fra l’Auditorium Parco della Musica “Ennio Morricone”, la Casa del jazz e il Monk Roma.
Maestri indiscussi come John Scofield e gli Yellowjackets, musicisti visionari come Avishai Coen e MonoNeon, la voce stellare dell’America Black Judith Hill, lo spiritualismo cosmico di Nduduzo Makhathini, il ‘persian chamber jazz’ di Eishan Ensemble e l’art pop dal sapore nordeuropeo di Jan Bang&Eivind Aarset Trio. L’avanguardia femminile di Anais Drago, Ilaria Capalbo e Cecilia Sanchietti e le esplorazioni rock di Vincent Peraini o di Francesco Bearzatti. Le fiabe jazz per i più piccoli e il gran finale con un trio d’eccezione guidato dall’immenso Shabaka Hutchings. Sono alcuni dei momenti più importanti di un inebriante vortice di suoni e ritmi di ogni genere, da ogni parte del mondo, che si espande per un mese intero, per aggiornare la cartografia del jazz e indagare le tracce seminali della scena che verrà. Sempre in perfetta sintonia con le grandi tematiche che segnano il nostro presente il Roma Jazz Festival 2023 ruota intorno al concetto di “transizione”. “In un mondo dove la ‘transizione’ ecologica, tecnologica, economica e sociale, rappresenta una delle principali priorità, la musica jazz, sempre attenta ai cambiamenti, non poteva che generare una ulteriore transizione stilistica”, ha commentato il direttore artistico Mario Ciampà. “Oggi, la linea di demarcazione tra jazz, musica elettronica, musica contemporanea, musica popolare, rap o pop è diventata sempre più sottile e sfumata. Gli artisti dell’avanguardia contemporanea stanno creando una fusione unica in costante divenire che sfida le convenzioni e non ha paura di evolvere verso qualcosa di nuovo. Il jazz contemporaneo è diventato un terreno fertile per l’esplorazione e l’espressione individuale, permettendo agli artisti di spingersi al limite delle loro abilità e di farsi portavoce di un messaggio di condivisione, integrazione e libertà’, ha aggiunto.
Il festival si apre il 2 novembre in Auditorium Parco della Musica con uno dei chitarristi più influenti di tutti i tempi, John Scofield, in Trio con Vicente Archer al basso e Bill Stewart alla batteria per presentare live alcuni brani di Uncle John’s Band, il nuovo album appena uscito per la storica ECM, insieme a un repertorio di grandi classici del jazz, del rock e del blues. Il giorno seguente 3 novembre, sempre in Auditorium, arriva al festival uno dei pesi massimi del jazz contemporaneo, il leggendario bassista e visionario compositore Avishai Cohen, per molti anni al fianco di Chick Corea: anche lui in Trio, in cui spicca la giovanissima batterista Roni Kaspi, per un concerto che ruota intorno a uno dei suoi ultimi album, Shifting Sands, un lavoro nato nella sua Gerusalemme durante la pandemia.
Fra gli appuntamenti più attesi di questa edizione del Roma Jazz Festival c’è sicuramente, il 4 novembre, il concerto della cantante e chitarrista californiana Judith Hill, ‘voce stellare e potente’ come ha scritto Rolling Stone. Artista straordinaria che ha iniziato la sua carriera come corista di Stevie Wonder e Michael Jackson prima di farsi produrre il suo primo album nientemeno che da Prince, Judith Hill porta sul palco quell’esplosivo mix di soul “vecchia scuola”, funky psichedelico, rock-blues e jazz che contraddistingue il suo ultimo album. La data romana in Auditorium è una tappa di un lunghissimo tour mondiale che anticipa il nuovo disco di prossima uscita, da cui è estratto il suo recente singolo Runaway Train, un brano in cui l’acclamatissima cantante fa un primo bilancio della propria vita e del proprio percorso artistico, fra scelte difficili e svolte liberatorie. Dopo lo straordinario successo della scorsa edizione, tornano al Festival i concerti dedicati ai più piccoli: Fiabe Jazz è un format/spettacolo di teatro e musica di Teatro Popolare d’Arte che rilegge alcune delle fiabe più celebri al ritmo di jazz. Due gli appuntamenti mattutini in Auditorium, il 5 novembre con Kappuccetto Rosso e il 18 novembre con Cenerentola Rock. A completare il quadro della programmazione pensata per le bambine e i bambini, il concerto della Jazz Campus Orchestra, ensemble di giovanissimi talenti diretto da Massimo Nunzi il 12 novembre in Auditorium con replica il 19 novembre al Monk: Piccola storia del jazz tascabile per ragazze e ragazzi è un affascinante viaggio nella storia del jazz, fra il racconto di divertenti aneddoti e l’esecuzione dei brani più celebri dei grandi maestri, da Louis Armstrong a Duke Ellington, da Dizzy Gillespie a Charlie Parker e John Coltrane.
La figura del Jocker – divenuta popolare grazie a Batman ma che in realtà ha origine nelle corti medievali – come archetipo di identità camaelontica è invece al centro del progetto in Trio di Vincent Peraini, fisarmonicista francese celebrato a livello internazionale sia dal pubblico che dalla critica più esigente: il 5 novembre in Auditorium presenta al festival il suo ultimo lavoro ‘Jockers’, un tripudio di jazz/rock dallo spirito indie, arricchito da effetti elettronici, in cui la formazione celebra figure come Jeff Buckley, Led Zeppelin, Trent Reznor e, addirittura, Marilyn Manson. Ultimo dei tre appuntamenti del 5 novembre, il live al Monk di MonoNeon, artista/icona che ha fatto dell’eclettismo la propria cifra stilistica: avant-garde e southern soul, funk e campionamenti, suoni atonali e voci distorte polifoniche, sono soltanto alcuni dei territori esplorati da un artista iper-prolifico (ben 25 album in 10 anni!), apprezzato anche per i suoi bizzarri e vistosissimi look ispirati al dadaismo e per il suo originale basso capovolto suonato con la sinistra. Dal Monk si torna in Auditorium Parco della Musica con l’imperdibile concerto del 9 novembre, quello del pianista sudafricano Nduduzo Makhathini, uno dei musicisti più impegnati nella diffusione del messaggio artistico del suo Paese. La sua musica, cosmica e ancestrale, è un concentrato di spiritualità e amore per le radici del popolo zulu, un insieme di mistica contemporaneità, tradizioni religiose, insinuanti cantilene ed appaganti esperienze emotive, come dimostra il suo ultimo album In The Spirit of Ntu, un disco che celebra l’Unità dell’Essere in stretta comunione con la Natura. Legato alle radici ma di tutt’altra provenienza geografica è il Carlsson Kotaca Trio, giovanissima formazione composta da musicisti provenienti dalla Svezia, dalla Repubblica Ceca e dalla Slovacchia che il 10 novembre alla Casa del Jazz propone al pubblico del festival un’originale rivisitazione in chiave jazz, con decise incursioni elettroniche, dei canti popolari del nord e dell’est Europa. L’11 novembre l’attesissimo concerto degli Yellowjackets, una band leggendaria che, in oltre 40 anni di carriera alle spalle, costellata da innumerevoli riconoscimenti, ha scritto la storia della fusion e del jazz elettroacustico. La formazione statunitense ha da poco pubblicato l’ultimo album Parallel Motion, un ritratto in technicolor di una band in vibrante comunione creativa che non mostra segni di un’imminente crisi di mezza età. Oltre al concerto mattutino della Campus Jazz Orchestra, sono due i concerti in programma il 12 novembre, entrambi in Auditorium. Nel pomeriggio, il live di Conversessions, ensemble vincitore di LAZIOsound 2023 che esplora le possibili interazioni fra jazz e metal, soul e progressive. In serata sarà invece la volta di Jan Bang&Eivind Aarset Trio: Aarset e Bang sono due tra i musicisti norvegesi più influenti nel campo della musica sperimentale ed elettronica, vantano collaborazioni con artisti del calibro di David Sylvian e Nils Petter Molvaer. Fra jazz, ambient ed elettronica portano sul palco l’esperienza multidimensionale dell’ultimo lavoro inciso insieme, Last Two Inches of Sky, una coinvolgente miscela di suoni art-pop. Programma doppio anche per la giornata del 16 novembre quando al festival si esibiranno in contemporanea Anaïs Drago alla Casa del Jazz, considerata tra i più talentuosi violinisti del panorama italiano ed eletta come miglior nuovo talento italiano 2022 da Musica Jazz; e, in Auditorium, Tony Levin’s Stick Men, il progetto di Tony Levin e Pat Mastelotto, rispettivamente il bassista ed il batterista della storica band King Crimson cui si aggiunge la touch guitar di Markus Reuter, uno strumento da lui stesso disegnato che dialoga brillantemente con il chapman stick di Levin, strumento che ha in se sia le corde del basso che quelle della chitarra. Stesso schema il giorno seguente, 17 novembre: alla stessa ora in Auditorium si esibirà l’istrionico sassofonista Franceso Bearzatti che, dopo una serie di album dedicati a icone rivoluzionarie come Tina Modotti, Malcom X, Thelonious Monk e Zorro, presenta al festival il nuovo progetto Post Atomic Zep in cui reinterpreta il repertorio dei Led Zeppelin; alla Casa del Jazz invece appuntamento con una delle musiciste più interessanti della nuova generazione, la compositrice e contrabbassista Ilaria Capalbo per assistere all’esecuzione live di Khartago, il suo primo album come band leader che gli è valso un deciso apprezzamento da parte della critica nazionale e internazionale e un lungo tour europeo. In occasione della tappa romana, Ilaria Capalbo presenterà in anteprima anche alcune nuove composizioni scritte per il suo quintetto, caratterizzate dall’uso di sonorità elettriche, arrangiamenti sperimentali e un forte interplay. Dopo la matinèe con Fiabe Jazz, il 18 novembre si articola ancora una volta con un doppio concerto serale in contemporanea. Alla Casa del Jazz arriva la pluripremiata batterista e compositrice, nonché animatrice culturale e attivista per le pari opportunità Cecilia Sanchietti che, alla guida del suo nuovo Swedish Quintet, presenta in anteprima il suo nuovo album ‘Colours’ di prossima uscita per Parco della Musica Records, un disco dalle sonorità nordeuropee in stile ECM, tra modern e pop-jazz. Atmosfere completamente diverse sono invece quelle create da Raffaele Casarano in Auditorium: il sassofonista salentino, considerato tra i più talentuosi e conosciuti interpreti della New Jazz Generation italiana, fiore all’occhiello della Tùk Music di Paolo Fresu, presenta live al festival il suo ultimo album ‘Anì’, uscito nel 2022 e dedicato a sua figlia Anita. Un disco dalla dimensione spirituale/trascendentale che parte dal Salento per allargare i confini in direzione sud, verso il calore mediterraneo del Nord Africa. Dal Nord Africa si spicca il volo verso l’Iran con scalo in Australia: il 22 novembre in Auditorium arriva l’Eishan Ensemble, formazione in continua evoluzione guidata dall’acclamato musicista e compositore iraniano-australiano Hamed Sadeghi, artefice di uno stile definito da molti come Persian Chamber Jazz o Middle Eastern Jazz fusion. Gran finale il 26 novembre, nel pomeriggio, saliranno sul palco dell’Auditorium Parco della Musica tre musicisti straordinari, a partire da Shabaka Hutchings, la voce più rappresentativa della nuova scena inglese, colui che ha reso il jazz “cool” tra le nuove generazioni, anima di gruppi come Comet is Coming, Sons of Kemet e Shabaka and The Ancestors. A dialogare con le sue evoluzioni al sax, al clarinetto e al flauto ci saranno le melodie incantatorie del cantante e compositore marocchino Majid Bekkas e la potente e raffinata complessità ritmica del batterista americano Hamid Drake: un travolgente incontro tra le ipnotiche e rituali sonorità gnawa, l’anima black e il jazz americano contemporaneo. Subito dopo ci si sposta al Monk per l’esplosione ritmica del live di Giacomo Turra & The Funky Minutes, un vero tripudio di funk e R&B ad opera del giovane chitarrista che con i suoi video infiamma la sua pagina instagram, seguita da centinaia di migliaia di followers in tutto il mondo. Diretto da Mario Ciampà, il Roma Jazz Festival 2023 è realizzato con il contributo del MIC – Ministero della Cultura, di Roma Capitale ed è prodotto da IMF Foundation in co-realizzazione con Fondazione Musica per Roma. (copyright foto Yellowjackts di Roberto Cifarelli)
Al Teatro Golden debutta “Il sequestro”, commedia con Roberto CiufoliRoma, 20 ott. (askanews) – Quante ingiustizie nel mondo! Per ognuna ci sono storie, persone che si dedicano a cercare di risolverle. Al Teatro Golden debutta “Il sequestro”, una commedia esilarante nata proprio per raccontare una profonda ingiustizia. Protagonisti del testo, in scena dal 26 ottobre al 5 novembre 2023, scritto da Fran Nortese sono: Roberto Ciufoli, Sarah Biacchi, Simone Colombari, Alessandra Frabetti, Salvatore Riggi con la regia di Rosario Lisma e la traduzione di Piero Pasqua.
La trama si concentra attorno alle vicissitudini di un mercato rionale destinato alla chiusura. Per sventare la speculazione edilizia che metterebbe sulla strada decine di famiglie, fra cui la sua, il buon Paolo pensa bene di sequestrare il giovane Angelo, figlio dell’autorità che si accinge a firmare il decreto. Ma non ha fatto i conti con l’intraprendenza della vulcanica sorella Monica. E ancor meno con la ingenua sventatezza del cognato Mauro, che garantisce un’inarrestabile serie di esilaranti equivoci e fraintendimenti. E se la ministra, come previsto, è sicuramente una cinica farabutta, c’è chi si rivela anche peggio di lei. Lo scopriranno presto i volenterosi, ma sgangherati protagonisti – interpretati da un irresistibile quintetto di attori – di questa perfetta macchina teatrale.