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Venerdì 27 ottobre a San Pietro ci sarà una preghiera per la pace con alre religioni

Venerdì 27 ottobre a San Pietro ci sarà una preghiera per la pace con alre religioniCittà del Vaticano, 18 ott. (askanews) – Papa Francesco ha annunciato, al termine dell’udienza generale di oggi, nel corso della quale ha lanciato un altro appello per la pace, di aver indetto per la giornata di venerdì 27 ottobre prossimo una “giornata di digiuno, preghiera e penitenza” in San Pietro. Un invito, ha spiegato il pontefice, al quale sono invitati anche “i fratelli” di altre confessioni cristiane e di altre religioni. “Ho deciso di indire venerdì 27 ottobre una Giornata di digiuno, di preghiera e di penitenza alla quale invito a unirsi nel modo che riterranno opportuno, le sorelle e i fratelli delle varie confessioni cristiane o appartenenti alle altre religioni e quanti hanno a cuore la causa della pace nel mondo”, ha spieato il Papa.

“Quella sera alle ore 18 in San Pietro vivremo, in spirito di penitenza, un’ora di preghiera per implorare ai nostri giorni la pace. La pace in questo mondo. Chiedo – ha poi concluso – a tutte le chiese particolari di parteciparvi, prendendo iniziative simili che coinvolgano il popolo di Dio”. 

Papa: inquieta possibile allargamento guerra in M.O. Tacciano armi

Papa: inquieta possibile allargamento guerra in M.O. Tacciano armiCittà del Vaticano, 18 ott. (askanews) – “Inquieta il possibile allargamento del conflitto mentre nel mondo tanti fronti bellici sono già aperti. Tacciano le armi si ascolti il grido di pace dei poveri e della gente, dei bambini. Fratelli e sorelle la guerra non risolve alcun problema semina solo morte e distruzione. Aumenta l’odio e moltiplica la vendetta. La guerra cancella il futuro”. Questo il nuovo appello di pace di Papa Francesco al termine dell’udienza generale di oggi in piazza San Pietro.

“Anche oggi, cari fratelli e sorelle, – ha quindi aggiunto il pontefice – il pensiero va in Palestina e in Israele, le vittime aumentano e la situazione a Gaza è disperata. Si faccia, per favore, tutto il possibile per evitare una catastrofe umanitaria”.

Il ciclone Medusa prima bomba meteorologica dell’autunno 2023

Il ciclone Medusa prima bomba meteorologica dell’autunno 2023Roma, 18 ott. (askanews) – Da giovedì, con l’arrivo del ciclone Medusa, l’Italia si troverà alle prese con la prima bomba meteorologica dell’autunno 2023. Il Paese verrà letteralmente spaccato in due sul fronte meteorologico: mentre le regioni del Nord verranno colpite da nubifragi e tempeste di vento, al Sud si dovranno fare i conti con un’ondata di caldo fuori stagione, con valori quasi da record.

Antonio Sanò, fondatore del sito www.iLMeteo.it, comunica che nel corso della giornata odierna registreremo un contesto instabile, caratterizzato da nuvolosità irregolare e pure da qualche pioggia, specialmente al Sud e sull’area centrale tirrenica. Da giovedì 19 però le cose cambieranno: un vortice ciclonico a ridosso del Portogallo si sposterà leggermente verso Nord e verrà assorbito da un secondo e ben più vasto ciclone, Medusa: quest’ultimo si muoverà verso il nostro Paese, dando vita a una vera e propria “bomba meteorologica”.Le correnti fredde in ingresso infatti andranno ad alimentare una ciclogenesi esplosiva sul mar Ligure: non si tratta di un termine esagerato o inventato, bensì di una precisa definizione meteorologica: un ciclone bomba (o, appunto, ciclogenesi esplosiva) si ha quando un’area di bassa pressione, posta alle medie latitudini, vede la pressione atmosferica scendere nel suo minimo barico ad una velocità di almeno un millibar (hPa) all’ora per almeno 24 ore. Nella pratica questo si traduce in precipitazioni abbondanti e violente raffiche di vento con forza di uragano che nella fattispecie potrebbero raggiungere la velocità di oltre 140 km/h: attenzione alla Sardegna e a parte del mar Ligure, qui specialmente tra il levante ligure e l’alta Toscana dove il rischio di una potente mareggiata con onde alte fino a 6 metri è più che concreto tra venerdì 20 e le prime ore di sabato 21.

Dunque, da una parte darà vita a un severo peggioramento del tempo, dapprima al Nord, dove arriveranno forti piogge e temporali, poi anche sul comparto tirrenico del Centro nel corso della giornata di venerdì 20 Ottobre. Non sono da escludersi in questo frangente violenti nubifragi, soprattutto sulla Liguria di Levante, sull’alta Toscana e sul Friuli Venezia Giulia. Dall’altra, il ciclone richiamerà venti molto caldi di origine africana che investiranno il Sud e i settori centrali adriatici, provocando su queste aree un aumento delle temperature, più marcato sulle regioni meridionali dove, entro il prossimo weekend, sembrerà di tornare in piena Estate, con la colonnina di mercurio che potrà localmente superare i 32 gradi.I venti meridionali si intensificheranno da Libeccio sul lato tirrenico e da Scirocco su quello adriatico, con la possibilità di qualche mareggiata e anche del fenomeno dell’acqua alta sulla laguna veneta. Ci troveremo insomma dinanzi ad un’Italia divisa in due: l’Autunno irromperà al Nord e sul medio Tirreno, mentre al Sud si dovranno fare i conti con l’ennesima fase di caldo fuori stagione.

 

Il 24 ottobre appuntamento finale Forum prevenzione “Made in Inail”

Il 24 ottobre appuntamento finale Forum prevenzione “Made in Inail”Roma, 17 ott. (askanews) – Dopo un percorso in 23 tappe che nell’arco degli ultimi sette mesi ha toccato tutte le regioni italiane, martedì 24 ottobre, in occasione della Settimana europea per la sicurezza e la salute sul lavoro, la Sala del Tempio di Vibia Sabina e Adriano della Camera di Commercio di Roma ospiterà l’evento finale del Forum della prevenzione “Made in Inail”, il roadshow organizzato dall’Istituto per promuovere il confronto con istituzioni, enti locali e parti sociali sulle strategie più efficaci di contrasto agli infortuni e alle malattie professionali.

In vista dei prossimi grandi eventi che interessano la Capitale, a partire dal Giubileo del 2025, che prevede la realizzazione di 87 opere essenziali per una spesa complessiva che sfiora i tre miliardi di euro, e dalla candidatura a ospitare l’Expo 2030, con investimenti per 5,8 miliardi, l’Inail, la Regione, il Comune, la Prefettura, l’Ispettorato nazionale del lavoro e le organizzazioni sindacali e datoriali sono chiamati a lavorare insieme per sensibilizzare le imprese e le stazioni appaltanti pubbliche e private, promuovere formazione e informazione, rafforzare le funzioni di sorveglianza e di prevenzione, monitorare la corretta applicazione della normativa e attuare strategie di prevenzione tramite progetti innovativi e soluzioni tecnologiche all’avanguardia, per ridurre i rischi e proteggere i lavoratori. L’appuntamento conclusivo del Forum della prevenzione “Made in Inail” offre l’occasione per una riflessione a 360 gradi sul tema della sicurezza del lavoro. Il programma prevede, dopo i saluti di Lorenzo Tagliavanti, Presidente della Camera di Commercio di Roma e del professor Fabrizio D’Ascenzo, Commissario Straordinario Inail, in particolare due tavole rotonde: la prima sul ruolo delle parti sociali per una prevenzione partecipata, con rappresentanti dei sindacati e del mondo imprenditoriale, e la seconda sul Giubileo della sicurezza, che vedrà la partecipazione di Roberto Gualtieri, sindaco di Roma e commissario straordinario di governo per il Giubileo, Roberta Angelilli, vicepresidente della Regione Lazio, Lamberto Giannini, prefetto di Roma, Giovanni Conzo, procuratore aggiunto della Repubblica di Roma, Marco Sangiorgio, direttore generale di Giubileo Spa, Ugo Taucer, consigliere del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, e don Francesco Scalzotto, officiale del Dicastero per l’evangelizzazione del Giubileo 2025.

Migranti, Piantedosi: 140.586 arrivi, pressione fortissima

Migranti, Piantedosi: 140.586 arrivi, pressione fortissimaRoma, 17 ott. (askanews) – “Da molti mesi stiamo subendo una fortissima pressione migratoria attraverso il Mediterraneo centrale, diretta verso l’Italia e quindi verso l’Europa. Al 17 ottobre di quest’anno sono arrivate via mare 140.586 persone, mentre nello stesso periodo degli anni 2021 e 2022 ne erano arrivate, rispettivamente, 49.764 e 75.833. Il fenomeno ha assunto una dimensione tale da richiedere soluzioni stabili e durature, con l’assunzione di forti responsabilità da parte di tutta la comunità internazionale”. Lo ha detto il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, nell’informativa urgente del Governo sull’incremento dei flussi migratori, con particolare riguardo alla situazione presso l’isola di Lampedusa.

Turismo delle radici, torna ROOTS-in con Enit

Turismo delle radici, torna ROOTS-in con EnitRoma, 17 ott. (askanews) – La ricerca delle proprie radici familiari e la conoscenza diretta dei luoghi di origine sta diventando un’esigenza sempre più urgente da parte degli italiani di seconda e terza generazione sparsi per il mondo (stimati in circa 80 milioni).

Questo mercato costituisce, dunque, un’importante potenzialità di sviluppo per i territori e per la programmazione degli operatori turistici italiani e internazionali. ROOTS-in, Roots Tourism International Exchange si conferma per il secondo anno un appuntamento internazionale di riferimento per il Turismo delle Radici. La Borsa è organizzata dalla Regione e dall’Agenzia di Promozione Territoriale della Basilicata, in collaborazione con l’ENIT – Agenzia Nazionale del Turismo, con il patrocinio del MAECI – Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, e promuove la cultura e la professionalità dell’offerta turistica legata al Turismo delle Origini, con un ricco programma di approfondimenti tematici, formazione, interscambio e networking tra i professionisti del settore.

Tante le novità di questa seconda edizione che si terrà sempre a Matera il 20 e il 21 novembre. Una edizione molto speciale anche perché cade alla vigilia del 2024, anno del turismo delle origini che sarà presentata domani, 18 ottobre, alle ore 12 alla Sede Enit di Via Marghera 2 a Roma. Alla conferenza stampa interverranno Ivana Jelinic, CEO di Enit, il Cons. Giovanni Maria De Vita, responsabile del Progetto “Turismo delle Radici” presso la Direzione Generale Italiani all’Estero del Ministero Affari Esteri e Cooperazione Internazionale e Antonio Nicoletti, direttore generale di APT Basilicata.

Terrorismo: due arresti a Milano, “sono affiliati all’Isis”

Terrorismo: due arresti a Milano, “sono affiliati all’Isis”Milano, 17 ott. (askanews) – All’apparenza erano perfettamente integrati nella società italiana, in realtà erano affiliati all’Isis e sul web facevano azione di proselitismo per lo Stato Islamico, esaltando la jihad e incitando all’uso delle armi. Inoltre si scambiavano messaggi e chat con minacce pesanti nei confronti di importanti organi istituzionali, a compresa la presidente del consiglio Giorgia Meloni, e dello stato di Israele. Quanto è bastato per far scattare la duplice accusa di partecipazione ad associazione con finalità di terrorismo e di istigazione a delinquere con finalità di terrorismo. In manette sono finiti due egiziani, residenti da molti anni nell’hinterland milanese: un piccolo imprenditore edile nato nel 1974 e arrivato in Italia nel 2008, in possesso di un permesso di soggiorno di lunga durata, e un muratore – classe 1979 – approdato nel Belpaese nel 2001 e in possesso di cittadinanza italiana. L’operazione dell’antiterrorismo milanese “capita in un momento particolare – ha sottolineato il procuratore Marcello Viola – ed è spia di una situazione di gravità sotto gli occhi di tutti, come dimostra anche l’attentato di Bruxelles”.

Il blitz, scattato all’alba di questa mattina, è il coronamento di un’indagine partita nel 2001, grazie a un’attività di monitoraggio sul web condotta dalla Polizia Postale di Perugia. Il fascicolo a carico dei due egiziani residenti nel Milanese è poi stato trasferito nel capoluogo lombardo per competenza territoriale. Gli approfondimenti da parte degli specialisti dell’antiterrorismo della Digos, condotte anche anche con uno strumento “invasivo” come il trojan, hanno fatto emergere che i due erano entrambi particolarmente attivi su gruppi Telegram e WhatsApp con centinaia di iscritti soprattutto nelle zone più calde del Medioriente. E’ stato il più anziano ad aver “indottrinato” il più giovane, al punto da spingerlo a prestare il “giuramento” di fedeltà e sottomissione allo Stato Islamico. Un’attività di proselitismo e indottrinamento poi proseguita anche nei confronti dei figlio minorenne di uno degli arrestati. Tra gli atti di indagine sono finiti messaggi pieni di messaggi di odio verso l’Occidente e Israele, canali social dove venivano anche condivisi foto e video definiti dagli inquirenti “violenti e raccapriccianti”: come quelli che immortalando alcuni bambini-soldato dello Stato Islamico mentre giustiziano a colpi di pistola infedeli e nemici dell’Isis. “Questo è indice dell’attenzione quasi morbosa dell’Isis nei confronti dei bambini che in modo ricorrente vengono addestrati all’uso di armi e alla violenza”, ha evidenziato il pm di Milano Alessandro Gobbis, titolare del fascicolo di indagine.

I due arrestati erano esperti nell’uso delle armi, competenza rivendicata in particolare da uno di loro, e si sarebbero resi anche protagonisti di iniziative di finanziamento al terrorismo: le indagini hanno fatto emergere numerosi versamenti (per un totale di circa 4 mila euro) a favore di vedove e orfani di combattenti dell’Isis tra Iran, Yemen, Palestina, Libano ed Egitto. Uno di loro stava organizzando un viaggio in Turchia, tradizionale porta di accesso per la Siria e il Medio Oriente. “Non abbiamo riferimenti concreti e diretti di pianificazione di attentati – ha spiegato ancora il pm Gobbis – ma una continua azione di esaltazione e di istigamento a passare all’azione. Chi compie un’attentato lo fa proprio perchè spinto e determinato da questi gruppi”.

Ambiente, presentato il nuovo Rapporto sul green “Made in Italy”

Ambiente, presentato il nuovo Rapporto sul green “Made in Italy”Roma, 17 ott. (askanews) – I processi di transizione ecologica nel nostro paese, l’economia circolare e il consumo sostenibile. È sul tema della sostenibilità il Terzo Rapporto realizzato dal Centro di Ricerca sul Made in Italy dell’Università degli Studi Internazionali di Roma – Unint curato dalla professoressa Giada Mainolfi e presentato al Centro Studi Americani. Le ricerche condotte evidenziano come le aziende italiane mostrino una significativa attenzione per la tecnologia green e che le imprese più orientate ad investimenti ecosostenibili sono anche quelle più dinamiche sui mercati internazionali. Oltre 530 mila le aziende che nel quinquennio 2017-2021 (ultimi dati disponibili) hanno deciso di investire in tecnologie e prodotti green. Ma ben nove imprese su dieci in Italia non risultano ancora in regola con i criteri di sostenibilità e impatto sociale. In realtà, però, l’80 per cento dei consumatori italiani considera importanti le politiche di sostenibilità delle aziende anche quando acquistano su canali online. Le ricerche emerse dal Rapporto mostrano l’accresciuta sensibilità e preoccupazione ambientale dei consumatori italiani, che però non sempre si tramutano in scelte di consumo concretamente green. Maria Enrica Danese, direttrice Institutional Communications, Sustainability Projects & Sponsorship della Tim, dopo aver spiegato come la sua azienda sia riuscita a non aumentare il costo delle bollette nonostante il caro energia avendo investito in modo lungimirante in fonti rinnovabili, ha sostenuto “che la sostenibilità non è mai un costo ma una opportunità, un modello economico vincente su cui occorre investire in termini di formazione e nuove competenze”.  Alfio Fontana, CSR Manager di Humana People to People Italia, una Ong che raccoglie e recupera abiti usati e la cui rete internazionale nel 2022 ha gestito 21 milioni di chili di capi di abbigliamento, ha affermato: “I nostri negozi sono una fonte di utili con i quali finanziamo progetti sociali, ma rappresentano anche dei touchpoint per trasferire sensibilità e consapevolezza sul tema della sostenibilità”. Una riflessione che conferma quanto emerge dal Rapporto, ossia che l’ambiente di acquisto è il luogo in cui si decide la transizione green del consumatore.

Caritas-Migrantes: in Italia ci sono 5 milioni di migranti (sono in lieve aumento)

Caritas-Migrantes: in Italia ci sono 5 milioni di migranti (sono in lieve aumento)Roma, 17 ott. (askanews) – La presenza dei cittadini stranieri residenti in Italia si è attestato, al 1° gennaio 2023, a 5.050.257, in lieve aumento rispetto ai dati definitivi riferiti all’anno precedente (5.030.716). E’ quanto emerge dai dati del XXXII Rapporto Immigrazione 2023 di Caritas Italiana e Fondazione Migrantes i cui dati sono stati resi noti oggi.

Per quanto riguarda la distribuzione territoriale, continua a prevalere l’inserimento nel Nord Italia con un totale di 59,1% dei residenti totali. Nelle regioni occidentali, puntualizza il Rapporto, risiede il 34,3% di stranieri e in quelle orientali il 24,8%; seguono Centro (24,5%), Sud (11,7%) e Isole (4,6%). La Lombardia si conferma la regione più attrattiva: da sola conta il 23,1% della popolazione straniera residente in Italia; in seconda posizione si trova il Lazio (12,2%) e, di seguito, l’Emilia-Romagna (10,9%), il Veneto (9,8%) e il Piemonte (8,2%). Quanto alle principali nazionalità, “oltre alla consolidata prima posizione dei cittadini rumeni, che rappresentano 1 straniero su 5 fra i residenti in Italia, e alle successive seconda e terza posizione dei cittadini marocchini e albanesi (che si attestano all’8,4% e all’8,3% del totale), notiamo sempre più un avvicendamento delle provenienze asiatiche (del Sud Est, in particolare) rispetto a quelle africane – come la tunisina, la senegalese, la nigeriana, non più presenti nella graduatoria dei primi dieci Paesi”, si legge ancora nel Rapporto. Inoltre, anche fra le provenienze asiatiche, quelle di più storica presenza (come Cina e Filippine), sono in decremento, mentre quelle di più recente arrivo (come Bangladesh e Pakistan) stanno consolidando sempre più il loro percorso migratorio in Italia. I nuovi nati stranieri dal 2012 al 2021 sono diminuiti del 28,7%, passando da quasi 80 mila a meno di 57 mila. Dopo i picchi di crescita registrati nel primo del 2000 (+45,2% fra il 2003 e il 2004, +22,3% fra il 1999 e il 2000) è ormai da un decennio che il numero di nuovi nati stranieri diminuisce costantemente e sempre più (-5% negli ultimi due anni). Il maggior numero di nuovi nati è rumeno (19,4%), seguito da marocchini (13,3%) e albanesi (11,8%). Le acquisizioni di cittadinanza, pur avendo raggiunto la soglia del milione negli ultimi 6 anni, sono in progressiva diminuzione, e solo fra il 2020 e il 2021 sono scese del 7,5%.

Migranti, Caritas-Migrantes: in Italia 5 mln, con lieve aumento

Migranti, Caritas-Migrantes: in Italia 5 mln, con lieve aumentoRoma, 17 ott. (askanews) – La presenza dei cittadini stranieri residenti in Italia si è attestato, al 1° gennaio 2023, a 5.050.257, in lieve aumento rispetto ai dati definitivi riferiti all’anno precedente (5.030.716). E’ quanto emerge dai dati del XXXII Rapporto Immigrazione 2023 di Caritas Italiana e Fondazione Migrantes i cui dati sono stati resi noti oggi.

Per quanto riguarda la distribuzione territoriale, continua a prevalere l’inserimento nel Nord Italia con un totale di 59,1% dei residenti totali. Nelle regioni occidentali, puntualizza il Rapporto, risiede il 34,3% di stranieri e in quelle orientali il 24,8%; seguono Centro (24,5%), Sud (11,7%) e Isole (4,6%). La Lombardia si conferma la regione più attrattiva: da sola conta il 23,1% della popolazione straniera residente in Italia; in seconda posizione si trova il Lazio (12,2%) e, di seguito, l’Emilia-Romagna (10,9%), il Veneto (9,8%) e il Piemonte (8,2%). Quanto alle principali nazionalità, “oltre alla consolidata prima posizione dei cittadini rumeni, che rappresentano 1 straniero su 5 fra i residenti in Italia, e alle successive seconda e terza posizione dei cittadini marocchini e albanesi (che si attestano all’8,4% e all’8,3% del totale), notiamo sempre più un avvicendamento delle provenienze asiatiche (del Sud Est, in particolare) rispetto a quelle africane – come la tunisina, la senegalese, la nigeriana, non più presenti nella graduatoria dei primi dieci Paesi”, si legge ancora nel Rapporto. Inoltre, anche fra le provenienze asiatiche, quelle di più storica presenza (come Cina e Filippine), sono in decremento, mentre quelle di più recente arrivo (come Bangladesh e Pakistan) stanno consolidando sempre più il loro percorso migratorio in Italia. I nuovi nati stranieri dal 2012 al 2021 sono diminuiti del 28,7%, passando da quasi 80 mila a meno di 57 mila. Dopo i picchi di crescita registrati nel primo del 2000 (+45,2% fra il 2003 e il 2004, +22,3% fra il 1999 e il 2000) è ormai da un decennio che il numero di nuovi nati stranieri diminuisce costantemente e sempre più (-5% negli ultimi due anni). Il maggior numero di nuovi nati è rumeno (19,4%), seguito da marocchini (13,3%) e albanesi (11,8%). Le acquisizioni di cittadinanza, pur avendo raggiunto la soglia del milione negli ultimi 6 anni, sono in progressiva diminuzione, e solo fra il 2020 e il 2021 sono scese del 7,5%.