Mafia, sequestro da 11 milioni di euro per Dell’Utri e la moglieRoma, 21 mar. (askanews) – Nei confronti dell’ex senatore di Marcello Dell’Utri, la Guardia di finanza ha eseguito il sequestro preventivo “finalizzato alla confisca” di beni sino alla somma di 10.840.451,72 euro. Il provvedimento è stato deciso dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Firenze, Antonella Zatini, su richiesta dalla Direzione distrettuale antimafia della procura del capoluogo toscano, nell’ambito di un procedimento penale per “l’individuazione dei mandanti esterni delle stragi” di mafia del 1993-1994, si spiega in una nota dell’autorità giudiziaria.
In base a quanto ricostruito dagli inquirenti Dell’Utri avrebbe omesso di comunicare entro i termini stabiliti dalla legge variazioni patrimoniali per un ammontare complessivo di 42 milioni e 670 mila euro. La somma sarebbe frutto dei prestiti e dalle elargizioni provenienti dai bonifici dell’ex leader di Forza Italia Silvio Berlusconi, oltre che da altre compravendite. La mancanza è da registrarsi – sempre secondo l’impostazione accusatoria – dopo la sentenza di Cassazione, del 29ì014, che ha condannato in via definitiva l’ex senatore di Forza Italia per concorso esterno in associazione amfiosa. Rispetto ai 10 milioni e 840 mila euro; 2 milioni e 590 mila euro sono ascrivibili direttamente a Dell’Utri; 8 milioni e 250 mila euro alla moglie Miranda Ratti. Secondo i procuratori Luca Guido Tescaroli e Luca Turco, Dell’Utri violato la normativa antimafia prevista dalla legge Rognoni-La Torre, nella parte in cui la norma impone ai condannati in via definitiva per fatti di mafia di comunicare ogni aumento o diminuzione del patrimonio personale.
Ospedale Bambino Gesù, visita della Commissaria Ue Stella KyriakidesRoma, 21 mar. (askanews) – La commissaria europea per la Salute, Stella Kyriakides, in Italia per una serie di impegni istituzionali, questa mattina ha fatto visita all’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma. Insieme alla sua delegazione, è stata accolta nella sede del Gianicolo per l’incontro con il presidente Tiziano Onesti.
Al centro dei colloqui, l’attività clinica e di ricerca dell’Ospedale nel campo dell’oncologia pediatrica e delle malattie rare, ambiti nei quali il Bambino Gesù, Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS), è all’avanguardia a livello internazionale. Per l’Ospedale Pediatrico, oltre al presidente Onesti, hanno partecipato il direttore generale Antonio Perno, il direttore sanitario Massimiliano Raponi e il direttore scientifico Andrea Onetti Muda. Al termine dell’incontro, la commissaria Kyriakides e la sua delegazione hanno visitato il reparto di Oncoematologia: guidati dal prof. Franco Locatelli, responsabile dell’Unità Operativa Complessa di Oncoematologia, Trapianto Emopoietico e Terapie Cellulari, hanno incontrato alcune famiglie ricoverate e ricevuto informazioni sull’organizzazione e sulle attività specialistiche del reparto, dove si effettuano ogni anno circa 200 trapianti di midollo.
Prima di lasciare l’Ospedale la commissaria europea per la Salute ha ricevuto in dono, in ricordo della visita, un disegno realizzato appositamente per lei da uno dei piccoli ricoverati.
Bologna a 30 all’ora, in 2 mesi -16% di incidentiBologna, 21 mar. (askanews) – A due mesi dall’introduzione a Bologna del limite dei 30 chilometri orari nelle principali strade cittadine, si è registrato un calo di oltre il 16% degli incidenti rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Lo rende noto il Comune di Bologna: “Siamo consapevoli di aver chiesto ai cittadini un cambi amento di abitudini alla guida” ma “il loro impegno sta portando concretamente ogni giorno a salvare vite e a ridurre il numero di persone e famiglie colpite dagli effetti negativi delle collisioni stradali nella nostra città” ha commentato l’assessore alla Mobilità, Valentina Orioli.
Nelle prime otto settimane di Città 30 (15 gennaio – 10 marzo 2024), sulle strade urbane di Bologna si sono verificati in totale 377 incidenti, di cui 1 mortale, 252 incidenti con feriti (che hanno provocato 304 persone ferite), nessuno con feriti in prognosi riservata e 124 incidenti senza feriti. Nelle stesse settimane dell’anno scorso (16 gennaio – 12 marzo 2023) gli incidenti erano stati in totale 452, di cui 3 mortali, 296 incidenti con feriti (che avevano provocato 377 persone ferite), 1 con ferito in prognosi riservata e 152 senza feriti. In termini percentuali si tratta quindi di un calo del 16,6% degli incidenti totali, -14,9% di incidenti con feriti, -19,4% persone ferite (che corrisponde a 73 persone in meno rispetto allo scorso anno), -18,4% di incidenti senza feriti, due incidenti mortali in meno (1 nel 2024 mentre erano stati 3 nel 2023) e un incidente con ferito in prognosi riservata in meno (0 nel 2024, 1 nel 2023). Il calo di pedoni coinvolti in incidenti è del 5,8% (69 erano quelli coinvolti nel 2023, 65 nel 2024).
Nei primi due mesi di Città 30 le pattuglie della Polizia locale hanno svolto 43 giornate di controlli per 1.548 ore totali di servizio che hanno visto impegnati 1.032 operatori. I veicoli controllati sono stati 4.578: 61 i verbali elevati per superamento del limite dei 30 km/h e 119 quelli per superamento dei 50 km/h (con 2 patenti ritirate). Sono state invece 617 le sanzioni elevate per altre violazioni. Quelle più ricorrenti riguardano: il mancato uso delle cinture di sicurezza (con oltre 100 verbali), l’attraversamento con semaforo rosso (100 elevate per la maggior parte a ciclisti), la mancanza di revisione (oltre 90), l’uso del cellulare alla guida (46) e la mancanza di assicurazione (15). “Meno velocità uguale a meno incidenti e meno gravi – ha detto Orioli -: come già accaduto nelle città europee che l’hanno adottata prima di noi, grazie alla Città 30 anche Bologna dopo due mesi di applicazione continua a registrare trend reali positivi per la sicurezza stradale e la tutela della vita umana. Siamo consapevoli di aver chiesto ai cittadini un cambi amento di abitudini alla guida: è importante che i bolognesi sappiano che, dati alla mano, il loro impegno sta portando concretamente ogni giorno a salvare vite e a ridurre il numero di persone e famiglie colpite dagli effetti negativi delle collisioni stradali nella nostra città. Non dimentichiamo che ogni giorno in Italia muoiono in strada 9 persone; ricordare questo dato ci fa capire quanto questo impegno sia importante per la nostra comunità”.
Questi risultati, infatti, sono possibili “grazie a un rallentamento generale delle velocità in strada dovuto al senso civico delle persone, accompagnato da un’importante attività di controllo che, come dimostrano i numeri delle sanzioni, è soprattutto finalizzata alla prevenzione”.
Disposto il fermo amministrativo di 20 giorni per la Geo BarentsRoma, 21 mar. (askanews) – La Geo Barents, nave di ricerca e soccorso di MSF, ha ricevuto ordine di fermo amministrativo di 20 giorni da parte delle autorità italiane per il presunto mancato rispetto delle istruzioni della Guardia costiera libica durante l’operazione di soccorso di sabato e perché avrebbe messo in pericolo la vita delle persone soccorse. Lo rende noto con un post su X Msf. “Ieri notte la nave di soccorso MSF GeoBarents ha ricevuto dalle autorità italiane un ordine di trattenimento di 20 giorni ai sensi del decreto legge 1/2023. Questa è la ventesima volta che una nave umanitaria viene trattenuta ai sensi di questa legge” scrive su X Msf. “La nostra nave è detenuta con l`accusa di non aver rispettato le istruzioni della Guardia costiera libica (LCG) durante un`operazione di salvataggio sabato 16 marzo e di aver messo in pericolo la vita delle persone che abbiamo salvato”. “La guardia costiera libica, finanziata dall’UE, – si legge in un altro post – è quella che ha messo in pericolo la vita delle persone mentre coloro che cercano di salvare vite umane vengono sanzionati”, afferma Juan Matias Gil, rappresentante delle operazioni di ricerca e salvataggio di MSF. “La costante persecuzione delle navi di salvataggio delle ONG e l’ostruzione deliberata delle attività di salvataggio in mare da parte di #Italy sono oltraggiose e porteranno solo a più morti in mare”, aggiunge Gil. “Faremo ricorso contro questa ingiusta detenzione!” .
L’ispezione al Comune di Bari, Decaro: mi inquieta la mossa prima del votoRoma, 21 mar. (askanews) – Dopo la decisione del ministro dell’Interno di nominare una commissione per valutare l’esistenza o meno delle condizioni per procedere allo scioglimento del Comune di Bari per infiltrazioni mafiose, il primo cittadino del capoluogo Pugliese, Antonio Decaro è provato ed amareggiato. “Io – dice in una intervista a La Repubblica – ho paura per me e per la mia famiglia, però un sindaco non si può girare dall’altro lato”. E poi spiega: “mi sono inquietato quando ho visto una fotografia di un gruppo di parlamentari del centrodestra che entrano nella stanza del ministro dell’Interno. Tra loro c’erano anche due viceministri che entrano appunto nella stanza di un ministro del loro stesso governo. Di questo incontro fanno una foto e in conferenza una commissione di accesso che possa valutare l’ipotesi di scioglimento del Consiglio comunale. Inizialmente ho pensato fosse una forte sgrammaticatura istituzionale, ma ho pensato anche fosse un modo del centrodestra di mettere le mani avanti dal momento che la consigliera arrestata è stata eletta nel 2019 proprio con quello schieramento”. Decaro ricostruisce quindi l’escalation di dichiarazioni, “richieste abnormi rispetto a quello che era accaduto e rispetto alle dichiarazioni dello stesso procuratore capo di Bari Roberto Rossi”. E prosegue “io tendo a fidarmi delle istituzioni, sono un sindaco, il presidente dell’Anci che in questi anni ha rappresentato i sindaci di tutti i Comuni, non ho mai mancato di rispetto a un ministro. Ma in questo caso è la fretta che mi ha inquietato, la fretta con la quale ad esempio dovevo consegnare le carte in Prefettura, in un momento particolare, perché siamo in piena campagna elettorale dove peraltro non sono io il candidato”. Poi dice che “arriverà l’ispezione, noi daremo tutto il supporto, ma sì, le tempistiche mi inquietano”. Entrando nel merito della vicenda che ha portato all’arresto di una consigliera accusata di prendere i voti del clan, e che era stata eletta nel centrodestra e poi è passata nella sua maggioranza, e dell’altra consigliera già indagata nel 2022, Decaro dice che “il passaggio in maggioranza non è il frutto di un accordo con me, tutti sapevano che io non volevo, che non avevo bisogno di loro, che erano stati avversari violenti in campagna elettorale”. E poi aggiunge “Dobbiamo combattere il trasformismo: quelle due persone che sono state arrestate sono entrate in maggioranza. E questo non lo dobbiamo permettere più”. Quindi, Decaro, che da tempo vive sotto scorta dice che “la mia amministrazione si è costituita parte civile contro i clan 19 volte. Sono stato al fianco dei commercianti che hanno denunciato il racket, di quelli che avevano ricevuto i proiettili. Ho bloccato il concerto del figlio del boss. Se c’è un minimo sospetto, come ho detto, sono pronto a rinunciare alla scorta”.
Valditara: il Nord è a secco di docenti? Lavoro a una soluzione articolataRoma, 21 mar. (askanews) – Il Nord a secco di docenti, in particolare di sostegno, “è un problema che abbiamo presente e a cui stiamo lavorando per trovare una soluzione articolata”. Lo dice in una intervista a “Italia Oggi” il ministro dell’istruzione e del merito, Giuseppe Valditara. Tra le ipotesi in campo, il ministro pensa a “più incentivi ma anche una revisione del sistema di specializzazione”. Secondo Valditara “lo squilibrio tra domanda e offerta è una questione annosa che abbiamo ben presente. La soluzione non può che essere articolata su più piani. È urgente, d’intesa con i sindacati, predisporre un sistema di incentivi, non solo di carattere economico, che renda più attrattiva la professione soprattutto nelle realtà dove il potere reale d’acquisto dei salari è più basso. Abbiamo iniziato a farlo per le scuole di montagna, e può essere una strada. Occorre poi intervenire anche sul fronte della formazione per la specializzazione sul Sostegno per bilanciare lo squilibrio esistente sul territorio in quanto a presenza di corsi universitari”. Il ministro dice poi che “faremo un ragionamento con il Ministero dell’università e anche con Indire per incrementare i corsi di specializzazione sul Sostegno per chi risiede al Nord. La stabilità dei docenti di Sostegno, e che siano docenti specializzati, è una nostra priorità”.
L’università di Torino: le collaborazioni con gli atenei israeliani restano attiveMilano, 20 mar. (askanews) – “Tutti gli accordi e le collaborazioni in corso con le università israeliane rimangono attivi, nel pieno rispetto dei principi e dei valori di libertà di pensiero e di ricerca dell’Università di Torino”. Lo assicura in una nota l’ateneo torinese sottolineando che “la mozione approvata dal Senato Accademico nella seduta di ieri 19 marzo, con la quale – visto il perdurare dello stato di guerra – si è ritenuta non opportuna la partecipazione al bando Maeci 2024 Italia-Israele, si riferisce esclusivamente al bando in questione”.
La Finlandia è il Paese più felice al mondo per la settima voltaRoma, 20 mar. (askanews) – La Finlandia è un’isola felice. Almeno secondo il World Happinness Report, rapporto promosso dalle Nazioni Unite, in cui per il settimo anno consecutivo si posiziona in vetta alla classifica come “Paese più felice al mondo”. A Helsinki gli abitanti ne vanno orgogliosi: “Penso di aver avuto l’opportunità di fare ciò che voglio, ho una buona istruzione, posso crescere mio figlio qui, in modo sicuro, e credo questa sia forse la cosa più importante per me in questo momento”, dice Hannu Korhonen, insegnante.
“I finlandesi sono probabilmente più felici perché possono contare su buone istituzioni, il che significa un governo ben funzionante, un basso livello di corruzione e un welfare solido” aggiunge Jennifer De Paola, ricercatrice. “Ci sono poi altri aspetti della felicità finlandese che forse non possono replicati, ma da cui possiamo prendere ispirazione. Ad esempio, il legame con la natura che i finlandesi hanno, che sembra essere una componente molto importante nel modo in cui valutano la loro felicità”. Nella classifica ai primi posti ci sono altri paesi scandinavi. La Danimarca e l’Islanda completano il podio, davanti alla Svezia, al quarto posto. Gli Stati Uniti sono in 23esima posizione, per la prima volta fuori top ten da quando il rapporto è stato pubblicato più di dieci anni fa; il Regno Unito è al ventesimo, mentre gli Emirati Arabi Uniti sono 22esimi. L’Italia è 41esima, dopo Malta e prima del Guatemala. Al 143esimo posto, l’ultimo, c’è l’Afghanistan.
Il rapporto rileva che i paesi più felici non includono più nessuno di quelli più grandi del mondo. La classifica si base sulle valutazioni delle persone in merito alla soddisfazione per la propria qualità della vita, oltre che sul Pil pro capite, sul sostegno sociale, sull’aspettativa di vita in buona salute, sulla libertà, la generosità e la corruzione. Il video su www.askanews.it.
I limiti della legge sul suicidio assistito in ItaliaMilano, 20 mar. (askanews) – L’Italia è l’unico Paese al mondo in cui il suicidio medicalmente assistito è legale (sulla base della sentenza 242/2019 della Corte costituzionale sul caso Cappato/Antoniani) per quei pazienti che, oltre a essere essere affetti da una patologia irreversibile, fonte di sofferenze fisiche o psicologiche intollerabili ed essere capaci di prendere decisioni libere e consapevoli, siano tenuti in vita da un trattamento di sostegno vitale. È quanto emerge da un’indagine effettuata dall’avvocata Alessia Cicatelli membro di Giunta dell’Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica, che ha comparato le legislazioni in materia di suicidio assistito di tutti i Paesi del mondo, sintetizzate in una mappa.
“Le legislazioni estere prevedono quali requisiti comuni: il compimento della maggiore età, la capacità di autodeterminarsi, l’essere affetto da malattie o condizioni irreversibili, fonti di sofferenze intollerabili. Ma mai, in nessuna legge attualmente vigente nel resto del mondo, è previsto anche il requisito della dipendenza da un trattamento di sostegno vitale. La Corte costituzionale, quando si è espressa sul caso di Dj Fabo, non poteva spingersi oltre e sconfinare nel potere legislativo proprio del Parlamento, individuando casi diversi da quello su cui era chiamata a esprimersi. Ed ecco quindi che, essendo Fabiano Antoniani tenuto in vita da trattamenti di sostegno vitale, questo è diventato un requisito la cui presenza è necessaria per poter accedere legalmente, in Italia, al ‘suicidio medicalmente assistito’. Requisito questo che però, in assenza di un intervento legislativo del Parlamento richiesto dalla Consulta, finisce per avere effetti discriminatori se applicato rigidamente”, commenta Filomena Gallo, Segretaria nazionale dell’Associazione Luca Coscioni. “Si pensi alla maggior parte dei pazienti oncologici, anche terminali, che vogliono porre fine alle proprie sofferenze, ma non possono accedere al suicidio assistito perché non sono dipendenti da un trattemento di sostegno vitale in senso stretto. Come ha ricordato il Presidente Barbera nei giorni scorsi, è su tale requisito che nuovamente la Consulta è chiamata ad intervenire a seguito di questione di legittimità costituzionale sollevata dal Gip di Firenze a seguito dell’aiuto fornito a Massimiliano da Chiara Lalli, Felicetta Maltese e Marco Cappato”, sottolinea ancora Filomena Gallo.
La Cassazione ha confermato la detenzione al 41bis per l’anarchico Alfredo CospitoRoma, 20 mar. (askanews) – I giudici della Cassazione hanno confermato la detenzione al 41bis per Alfredo Cospito. In particolare, all’esito della camera di consiglio, gli ermellini hanno ritenuta inammissibile l’istanza presentata dai difensori dell’ideologo anarchico che chiedevano la revoca del regime di carcere duro. Alla base del ricorso c’era la decisione del tribunale di sorveglianza di Roma che aveva confermato il 41bis e la scelta del ministro Carlo Nordio di non dare seguito alla richiesta della difesa. La nuova decisione dei giudici della Cassazione in merito al caso di Alfredo Cospito è arrivata dopo che anche l’ufficio del procuratore generale aveva sollecitato di respingere l’istanza dei difensori del leader anarchico. Il ricorso, in particolare, è stato giudicato inammissibile. Cospito è detenuto – si ricorda – nel carcere a Sassari. .