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La Finlandia è il Paese più felice al mondo per la settima volta

La Finlandia è il Paese più felice al mondo per la settima voltaRoma, 20 mar. (askanews) – La Finlandia è un’isola felice. Almeno secondo il World Happinness Report, rapporto promosso dalle Nazioni Unite, in cui per il settimo anno consecutivo si posiziona in vetta alla classifica come “Paese più felice al mondo”. A Helsinki gli abitanti ne vanno orgogliosi: “Penso di aver avuto l’opportunità di fare ciò che voglio, ho una buona istruzione, posso crescere mio figlio qui, in modo sicuro, e credo questa sia forse la cosa più importante per me in questo momento”, dice Hannu Korhonen, insegnante.


“I finlandesi sono probabilmente più felici perché possono contare su buone istituzioni, il che significa un governo ben funzionante, un basso livello di corruzione e un welfare solido” aggiunge Jennifer De Paola, ricercatrice. “Ci sono poi altri aspetti della felicità finlandese che forse non possono replicati, ma da cui possiamo prendere ispirazione. Ad esempio, il legame con la natura che i finlandesi hanno, che sembra essere una componente molto importante nel modo in cui valutano la loro felicità”. Nella classifica ai primi posti ci sono altri paesi scandinavi. La Danimarca e l’Islanda completano il podio, davanti alla Svezia, al quarto posto. Gli Stati Uniti sono in 23esima posizione, per la prima volta fuori top ten da quando il rapporto è stato pubblicato più di dieci anni fa; il Regno Unito è al ventesimo, mentre gli Emirati Arabi Uniti sono 22esimi. L’Italia è 41esima, dopo Malta e prima del Guatemala. Al 143esimo posto, l’ultimo, c’è l’Afghanistan.


Il rapporto rileva che i paesi più felici non includono più nessuno di quelli più grandi del mondo. La classifica si base sulle valutazioni delle persone in merito alla soddisfazione per la propria qualità della vita, oltre che sul Pil pro capite, sul sostegno sociale, sull’aspettativa di vita in buona salute, sulla libertà, la generosità e la corruzione. Il video su www.askanews.it.

I limiti della legge sul suicidio assistito in Italia

I limiti della legge sul suicidio assistito in ItaliaMilano, 20 mar. (askanews) – L’Italia è l’unico Paese al mondo in cui il suicidio medicalmente assistito è legale (sulla base della sentenza 242/2019 della Corte costituzionale sul caso Cappato/Antoniani) per quei pazienti che, oltre a essere essere affetti da una patologia irreversibile, fonte di sofferenze fisiche o psicologiche intollerabili ed essere capaci di prendere decisioni libere e consapevoli, siano tenuti in vita da un trattamento di sostegno vitale. È quanto emerge da un’indagine effettuata dall’avvocata Alessia Cicatelli membro di Giunta dell’Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica, che ha comparato le legislazioni in materia di suicidio assistito di tutti i Paesi del mondo, sintetizzate in una mappa.


“Le legislazioni estere prevedono quali requisiti comuni: il compimento della maggiore età, la capacità di autodeterminarsi, l’essere affetto da malattie o condizioni irreversibili, fonti di sofferenze intollerabili. Ma mai, in nessuna legge attualmente vigente nel resto del mondo, è previsto anche il requisito della dipendenza da un trattamento di sostegno vitale. La Corte costituzionale, quando si è espressa sul caso di Dj Fabo, non poteva spingersi oltre e sconfinare nel potere legislativo proprio del Parlamento, individuando casi diversi da quello su cui era chiamata a esprimersi. Ed ecco quindi che, essendo Fabiano Antoniani tenuto in vita da trattamenti di sostegno vitale, questo è diventato un requisito la cui presenza è necessaria per poter accedere legalmente, in Italia, al ‘suicidio medicalmente assistito’. Requisito questo che però, in assenza di un intervento legislativo del Parlamento richiesto dalla Consulta, finisce per avere effetti discriminatori se applicato rigidamente”, commenta Filomena Gallo, Segretaria nazionale dell’Associazione Luca Coscioni. “Si pensi alla maggior parte dei pazienti oncologici, anche terminali, che vogliono porre fine alle proprie sofferenze, ma non possono accedere al suicidio assistito perché non sono dipendenti da un trattemento di sostegno vitale in senso stretto. Come ha ricordato il Presidente Barbera nei giorni scorsi, è su tale requisito che nuovamente la Consulta è chiamata ad intervenire a seguito di questione di legittimità costituzionale sollevata dal Gip di Firenze a seguito dell’aiuto fornito a Massimiliano da Chiara Lalli, Felicetta Maltese e Marco Cappato”, sottolinea ancora Filomena Gallo.

La Cassazione ha confermato la detenzione al 41bis per l’anarchico Alfredo Cospito

La Cassazione ha confermato la detenzione al 41bis per l’anarchico Alfredo CospitoRoma, 20 mar. (askanews) – I giudici della Cassazione hanno confermato la detenzione al 41bis per Alfredo Cospito. In particolare, all’esito della camera di consiglio, gli ermellini hanno ritenuta inammissibile l’istanza presentata dai difensori dell’ideologo anarchico che chiedevano la revoca del regime di carcere duro. Alla base del ricorso c’era la decisione del tribunale di sorveglianza di Roma che aveva confermato il 41bis e la scelta del ministro Carlo Nordio di non dare seguito alla richiesta della difesa. La nuova decisione dei giudici della Cassazione in merito al caso di Alfredo Cospito è arrivata dopo che anche l’ufficio del procuratore generale aveva sollecitato di respingere l’istanza dei difensori del leader anarchico. Il ricorso, in particolare, è stato giudicato inammissibile. Cospito è detenuto – si ricorda – nel carcere a Sassari.
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Schillaci: l’Italia non aderirà al green pass globale

Schillaci: l’Italia non aderirà al green pass globaleRoma, 20 mar. (askanews) – “L’Italia non aderirà al green pass globale: il governo salvaguarderà i dati dei cittadini e gli interessi nazionali, non ci sarà alcuna cessione di sovranità all’Oms”. Lo dice il ministro della Salute Orazio Schillaci in una intervista a La Verità.


Sulla prevenzione il ministro chiarisce: “Non sarà mai criterio di discriminazione all’accesso alle cure, che resta diritto di tutti. Vaccini e prevenzione non sono condizione per l’accesso alle cure, alle quali tutti hanno comunque diritto”. “Ho trovato una sanità pubblica ingolfata da anni di scarsa attenzione e poche risorse. Abbiamo aumentato le risorse del fondo sanitario: sul triennio 2024-2026 sono 11,2 miliardi in più. Tre miliardi alla sanità nel 2024 non sono pochi. Dal 2014 al 2019 il finanziamento del Fondo si è progressivamente ridotto. Si può fare di più? Certo. Abbiamo fatto poco? Non direi. La verità è che la salute aveva perso centralità nell’agenda di governo, ora è tornata protagonista”, conclude Schillaci.

Sole e 25 gradi per qualche giorno, poi ci sarà il colpo di coda invernale

Sole e 25 gradi per qualche giorno, poi ci sarà il colpo di coda invernaleRoma, 20 mar. (askanews) – E’ il giorno dell’Equinozio di Primavera: oggi il Sole sorge esattamente ad Est e tramonta esattamente ad Ovest, rendendo la durata del giorno uguale a quella della notte. Lorenzo Tedici, meteorologo del sito www.iLMeteo.it, conferma dunque che da domani il giorno durerà più della notte e questo contribuirà a far gradualmente aumentare le temperature, al netto dei fenomeni meteo.


Più luce, più voglia di fare, più energia e più voglia di stare all’aria aperta. La Primavera segna la rinascita dopo il freddo inverno, anche se quest’anno l’inverno è stato eccezionalmente caldo. Sono stati registrati valori miti record in particolare a febbraio, poi abbiamo avuto nevicate tardive a marzo con tonnellate di neve su Alpi e Appennini: queste nevicate sono state comunque registrate a quote medio-alte confermando una fase non particolarmente rigida. Adesso con l’inizio della Primavera abbiamo la rimonta dell’Anticiclone Africano sull’Italia: vivremo almeno 2-3 giorni soleggiati, molto miti con massime fino a 25°C e con il sapore dei fiori che sbocciano. Il tempo sarà bello fino a venerdì al Centro-Nord, mentre al Sud pioverà venerdì pomeriggio per aria più instabile in ingresso dai Balcani.


La sensazione di Primavera, questo sussulto, sarà breve: nel weekend delle Palme è previsto l’arrivo in Italia di una massa d’aria che, pensate, arriverà direttamente dal Circolo Polare norvegese. Sabato sono previsti nubifragi al Nord e nevicate sulle Alpi (specie centro-orientali) fino a 800-1000 metri di quota; al Centro-Sud le schiarite saranno ancora prevalenti. Domenica delle Palme: la colomba porterà il ramoscello d’ulivo immersa in una tempesta di vento; sono previste raffiche fino a 50-60 km/h da Nord a Sud con rinforzi superiori in Sicilia, Sardegna, Alpi e Appennini. Oltre al vento vivremo una domenica dal sapore nuovamente invernale al Centro (specie tra Lazio ed Abruzzo) con neve oltre i 1100-1300 metri e piogge abbondanti a quote inferiori. Avremo maltempo anche al Nord-Est specie tra Veneto e Friuli Venezia Giulia, e il sussulto primaverile diventerà subito un ricordo.


In tendenza questa perturbazione norvegese lascerà velocemente il nostro Paese scivolando verso i Balcani e la Settimana Santa potrebbe essere in balìa di un altro ciclone, questa volta di provenienza atlantica: i modelli prevedono, infatti, l’approfondimento di un’area di bassa pressione verso la Spagna da inizio nuova settimana. Come avviene spesso, con situazioni meteo legate ad una perturbazione sulla Spagna, potremo vivere uno di questi due potenziali scenari da martedì 26 marzo in poi: la perturbazione si sposterà verso Est e porterà maltempo sull’Italia per gran parte del periodo pasquale, oppure resterà stazionaria sulla Spagna favorendo la risalita di correnti calde dal nord africa con una Pasqua calda e soleggiata specie al Centro-Sud.


Sono due scenari diametralmente opposti quindi, prima di fare una previsione attendibile per la Santa Pasqua, dovremo aspettare ancora qualche giorno. Intanto godiamoci questo primo sussulto primaverile fino a venerdì poi prepariamoci al colpo di coda invernale del weekend delle Palme.

Piantedosi: è necessario ruotare gli incarichi per prevenire i casi di dossieraggio

Piantedosi: è necessario ruotare gli incarichi per prevenire i casi di dossieraggioMilano, 20 mar. (askanews) – “Se fosse confermato quello che si è letto sarebbe gravissimo. Mi attacco al se fosse perché ritorno alla mia veste, e dovrebbe essere per tutti così, di ministro dell’Interno che si deve attenere a fatti che devono essere accertati. Anche in questo caso vale la regola che bisogna evitare di fare processi sommari. Una cosa che si può dire però è che in via di prevenzione qualcosa si potrebbe fare, per evitare la proliferazione di casi come quelli descritti: non lasciare per tanto tempo le singole persone a maneggiare elementi di tale delicatezza, come informazioni sensibili, e roteare il più possibile questi soggetti, allargando dunque il perimetro della responsabilità”. Lo ha detto il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi in un’intervista a ‘Il Foglio’ in merito ai presunti dossieraggi su cui sta indagando la procura di Perugia.


Alla domanda se sia necessaria una commissione parlamentare, Piantedosi ha risposto così: “C’è già la commissione Antimafia che se ne sta occupando.Se ne può occupare in parte il Copasir. Poi per carità il Parlamento è sovrano. Non mi permetto di dare indicazioni però come ha detto il presidente del Consiglio ci sono già abbastanza luoghi dove questi accertamenti possono avvenire”.

Bari, scontro Pd-Piantedosi su avvio iter scioglimento Consiglio

Bari, scontro Pd-Piantedosi su avvio iter scioglimento ConsiglioMilano, 20 mar. (askanews) – I parlamentari pugliesi del Pd si spingono ad affermare che è “un punto di non ritorno” nella storia politica italiana. La segretaria Elly Schlein definisce “molto politica” e “molto grave” la nomina della Commissione per la verifica dello scioglimento del comune di Bari comunicata ieri con una telefonata del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e resa nota dallo stesso destinatario della comunicazione, il sindaco del capoluogo pugliese e presidente dell’Anci Antonio Decaro, che parla di “atto di guerra”, mentre esponenti di Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia fanno quadrato e difendono il capo del Viminale. E’ scontro tra maggioranza e opposizione sulla decisione di nominare “una Commissione di accesso finalizzata a verificare una ipotesi di scioglimento del Comune” in seguito a un’inchiesta giudiziaria che ha portato a più di 100 arresti.


“Oggi è stato firmato un atto di guerra nei confronti della città di Bari”, ha detto Decaro. “L’atto – come un meccanismo a orologeria – segue la richiesta di un gruppo di parlamentari di centrodestra pugliese, tra i quali due viceministri del Governo e si riferisce all’indagine per voto di scambio in cui sono stati arrestati tra gli altri l’avv. Giacomo Olivieri e la moglie, consigliera comunale eletta proprio nelle file di centrodestra”. Decaro lamenta che “incuranti delle parole del Procuratore distrettuale antimafia che in conferenza stampa ha detto testualmente: ‘l’amministrazione comunale di Bari in questi anni ha saputo rispondere alla criminalità organizzata’, gli stessi soggetti che nel 2019 hanno portato in Consiglio Comunale due consiglieri arrestati per voto di scambio, ora spingono per lo scioglimento di un grande capoluogo di regione, evento mai successo in Italia, nemmeno ai tempi dell’inchiesta su Mafia Capitale”. La replica del Viminale arriva a stretto giro: l’accesso agli atti non è “pregiudizialmente finalizzato allo scioglimento del Comune”, ma “ad un’approfondita verifica dell’attività amministrativa”. Il ministero dell’Interno precisa che l’accesso ispettivo “si è reso necessario in esito ad un primo monitoraggio disposto dal Viminale circa i fatti emersi a seguito dell’indagine giudiziaria che ha portato a più di 100 arresti nel capoluogo pugliese e alla nomina, da parte del Tribunale, ai sensi dell’art. 34 del codice antimafia, di un amministratore giudiziario per l’azienda Mobilità e Trasporti Bari spa, interamente partecipata dallo stesso Comune”. Il provvedimento è stato disposto invece per “un’approfondita verifica dell’attività amministrativa, anche a tutela degli stessi amministratori locali che potranno offrire, in quella sede, ogni utile elemento di valutazione”.


Di decisione “molto grave”, che non si era “mai vista”, l’ha definita poco dopo la segretaria del Pd Elly Schlein, che ha affermato: “Rimaniamo basiti rispetto alle modalità con cui il ministro Piantedosi ha annunciato la nomina della Commissione per la verifica dello scioglimento del comune di Bari. Una scelta che arrivando a tre mesi dalle elezioni sembra molto politica, facendo seguito all’iniziativa di alcuni parlamentari della destra e di due membri del governo e non avendo nemmeno esaminato la documentazione presentata dall’amministrazione del sindaco Decaro. Non si era mai visto ed è molto grave”.

Il Papa: il mondo segnato è da sfide epocali

Il Papa: il mondo segnato è da sfide epocali

Roma, 19 mar. (askanews) – “Lo scopo di ogni vocazione” è “diventare uomini e donne di speranza. Come singoli e come comunità, nella varietà dei carismi e dei ministeri, siamo tutti chiamati a ‘dare corpo e cuore’ alla speranza del Vangelo in un mondo segnato da sfide epocali: l’avanzare minaccioso di una terza guerra mondiale a pezzi; le folle di migranti che fuggono dalla loro terra alla ricerca di un futuro migliore; il costante aumento dei poveri; il pericolo di compromettere in modo irreversibile la salute del nostro pianeta”. Lo scrive Papa Francesco nel messaggio per la 61a Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni, che si celebra il 21 aprile 2024, IV Domenica di Pasqua, sul tema “Chiamati a seminare la speranza e a costruire la pace”.

“E a tutto ciò – prosegue il Papa – si aggiungono le difficoltà che incontriamo quotidianamente e che, a volte, rischiano di gettarci nella rassegnazione o nel disfattismo. In questo nostro tempo, allora, è decisivo per noi cristiani coltivare uno sguardo pieno di speranza, per poter lavorare con frutto, rispondendo alla vocazione che ci è stata affidata, al servizio del Regno di Dio, Regno di amore, di giustizia e di pace”.

“Mettiamoci in cammino come pellegrini di speranza, perché, come Maria fece con Santa Elisabetta, anche noi possiamo portare annunci di gioia, generare vita nuova ed essere artigiani di fraternità e di pace”, conclude Bergoglio.

Torna l’anticiclone ma solo per poco: weekend a rischio maltempo

Torna l’anticiclone ma solo per poco: weekend a rischio maltempoRoma, 19 mar. (askanews) – Oggi “festa del papà” con qualche piovasco sul versante adriatico e al Sud, ma all’insegna del miglioramento. Lorenzo Tedici, meteorologo del sito www.iLMeteo.it, conferma che la “Festa del Babbo” del 19 marzo 2024 sarà all’insegna di qualche dispetto piovoso, ma anche di una rimonta anticiclonica.


L’aumento della pressione dal Nord Africa spingerà via la veloce perturbazione arrivata dalla Francia: si prevedono le ultime piogge al mattino tra Marche e Puglia, localmente anche su Campania, Basilicata e Calabria; dal pomeriggio non si escludono isolati temporali a ridosso dei rilievi meridionali, ma inizierà una fase soleggiata non lunga ma gradevole. L’alta pressione proverà, infatti, ad espandersi sul Mediterraneo Centrale regalando una maggior stabilità atmosferica su tutta l’Italia almeno fino a giovedì 21; anche le temperature sono attese in sensibile aumento, specie nei valori massimi.


Questo miglioramento arriverà puntuale con l’inizio della Primavera: l’Equinozio quest’anno cade alle ore 4:06 di mercoledì 20 marzo e tutta l’Italia vedrà le rondini primaverili svolazzare in un cielo azzurro. Solo tra Calabria e Sicilia il volo sarà disturbato da qualche nuvola in più. Come sappiamo, però, “una rondine non fa primavera”: dopo la doppietta serena “equinozio e 21 marzo” all’insegna del sole, entreremo di nuovo in una fase più instabile. Tra giovedì 21 notte e venerdì 22, infatti, una massa d’aria instabile in transito sui Balcani causerà qualche locale acquazzone verso il nostro meridione. Il tempo poi peggiorerà ancora di più nel weekend delle Palme con il ritorno della neve fino a 900 metri di quota anche sulle regioni centrali!


Al momento si tratta di una tendenza meteo e sappiamo che, specie durante il mese di marzo, spingere le previsioni oltre i 3-4 giorni è molto rischioso: ma il vero rischio, soprattutto domenica, è di trovarsi davanti ad un estremo ribaltone. Si teme una “sciabolata artica tardiva”, una saccatura profonda e molto stretta colma di aria gelida in discesa direttamente dal Circolo Polare norvegese. Se questo affondo si concretizzasse, come attualmente previsto dai modelli meteorologici, avremo un crollo delle temperature di almeno 10 gradi da Nord a Sud, il ritorno della neve sugli Appennini fino a 900 metri di quota e venti molto forti su tutto lo Stivale. Già il sabato, tra l’altro, potrebbe essere a rischio nubifragi in Val Padana con nevicate sulle Alpi fino a quote basse per il periodo.


In sintesi, un colpo di coda invernale dopo appena 3 giorni dall’inizio della primavera.

Cei, card. Zuppi: su fine vita nessuna discrezionalità regionale

Cei, card. Zuppi: su fine vita nessuna discrezionalità regionaleRoma, 18 mar. (askanews) – I vescovi italiani continuano a guardare “con apprensione alla tematica del fine vita” nel nostro paese. A ribadirlo è stato oggi il presidente della Conferenza episcopale italiana, card. Matteo Zuppi aprendo a Roma i lavori del Consiglio episcopale permanente della Cei.


“Ogni sofferente, che sia in condizioni di cronicità o al termine della sua esistenza terrena, deve sempre essere accompagnato da cure, farmacologiche e di prossimità umana, che possano alleviare il suo dolore fisico e interiore”, ha poi sottolineato il porporato aggiungendo che le “cure palliative, disciplinate da una buona legge ma ancora disattesa, devono essere incrementate e rese nella disponibilità di tutti senza alcuna discrezionalità di approccio su base regionale, perché rappresentano un modo concreto per assicurare dignità fino alla fine oltre che un’espressione alta di amore per il prossimo”. “La piena applicazione della legge sulle disposizioni anticipate di trattamento, inoltre, è ulteriore garanzia di dignità e di alleanza per proteggere la persona nella sua sofferenza e fragilità.