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Il ponte sullo Stretto di Messina, Ciucci: noi trasparenti, totale collaborazione con i Pm

Il ponte sullo Stretto di Messina, Ciucci: noi trasparenti, totale collaborazione con i PmRoma, 22 feb. (askanews) – “Nel pieno rispetto dell’attività della magistratura, confermo la nostra massima collaborazione e trasparenza con le autorità inquirenti con lo scopo di chiarire tutte le azioni svolte, dalla ricostituzione della società – avvenuta a giugno scorso – a oggi”. Lo assicura in una intervista al Corriere della Sera Pietro Ciucci, amministratore delegato di Società Stretto di Messina, a proposito dell’indagine avviata dalla Procura di Roma dopo lìesposto di Pd e AVS. “Per mia natura sono sempre molto rispettoso delle istituzioni, ma lonorevole Bonelli che è il leader di questa iniziativa ci accusa di scarsa trasparenza con due ricorrenti cavalli di battaglia. Il primo è relativo alla richiesta di accesso agli atti: gli abbiamo spiegato che quando ha chiesto quei documenti il consorzio Eurolink (il coordinatore di tutte le attività di progettazione e costruzione guidato da Webuild, ndr) ci aveva appena consegnato l’aggiornamento del progetto e che noi eravamo in istruttoria. In base alla legge quell’aggiornamento diventava definitivo una volta approvato dal nostro consiglio di amministrazione. Dunque, non potevamo consegnare qualcosa che noi stessi dovevamo ancora deliberare e approvare” spiega Ciucci. “L’onorevole Bonelli – prosegue – ci contesta di avere firmato l’accordo con Eurolink il 29 settembre e che il giorno seguente ci è stato consegnato l’aggiornamento. Insomma, tutto sarebbe avvenuto in una notte, mentre, sottolineo ancora una volta, che l’ordine di inizio attività a Eurolink è stato assegnato nel mese di giugno con un atto formale, ossia tre mesi prima della consegna della relazione di aggiornamento. Dopo la consegna sono trascorsi altri quattro mesi, durante i quali il documento è stato esaminato da Società Stretto di Messina, oltre che sottoposto al parere del comitato scientifico. Questo testimonia che l’aggiornamento del progetto è stato largamente discusso, valutato, integrato e perfezionato prima di arrivare all’approvazione del 15 febbraio. Altro che tutto in una notte”. Se tutto fila liscio, quando ci sarà la prima pietra? “L’obiettivo è partire nella prossima estate. Stiamo consegnando i documenti per la conferenza dei servizi e la valutazione di impatto ambientale. E sarà, quindi, tutto pubblico. Le procedure devono essere concluse entro 90 giorni, poi si passa al Cipess, che approva il progetto definitivo e il piano finanziario assegnando la pubblica utilità al progetto. Se tutti rispettano questa tempistica, in estate apriremo i primi cantieri” conclude.

La Procura di Roma ha aperto una indagine sulla progettazione del ponte sullo Stretto di Messina

La Procura di Roma ha aperto una indagine sulla progettazione del ponte sullo Stretto di MessinaRoma, 21 feb. (askanews) – Indagine sulla procedura istruita dal Governo in merito alla progettazione e realizzazione del ponte sullo stretto di Messina. Gli inquirenti della Procura di Roma hanno aperto un fascicolo, ‘modello 45’, senza ipotesi di reato od indagati, in seguito ad un esposto di nove pagine, presentato dalla segretaria Pd, Elly Schlein, ed i leader di Alleanza verdi sinistra, Nicola Fratoianni ed Angelo Bonelli. Secondo quanto si è appreso la denuncia è stata messa all’attenzione dei magistrati di piazzale Clodio il primo giorno di febbraio scorso. Le verifiche sono state affidate al pm Alessia Natale, che si occupa di reati contro la pubblica amministrazione.

Al via a Roma il processo per l’omicidio Regeni. I genitori: otto anni che aspettavamo questo momento

Al via a Roma il processo per l’omicidio Regeni. I genitori: otto anni che aspettavamo questo momentoRoma, 20 feb. (askanews) – “Erano oltre 8 anni che aspettavamo questo momento. Finalmente speriamo che questo processo possa partire, sono state sollevate le questioni preliminari che erano già state rigettate in tutte le altre aule e quindi speriamo, dopo la decisione della Corte Costituzionale che rafforza molto la nostra posizione, di poter avere un processo contro chi ha fatto tutto il male del mondo a Giulio”. Così ha detto, in una breve dichiarazione letta davanti ai giornalisti, l’avvocato Alessandra Ballerini, legale di Claudio e Paola Deffendi, genitori di Giulio Regeni, il giovane ricercatore universitario che tra la fine di gennaio ed il febbraio del 2016 venne torturato e ucciso a Il Cairo, in Egitto.


Il processo, oggi, dalla corte d’assise di Roma, è stasto rinviato al 18 marzo per l’esame di alcune eccezioni preliminari. “Non è avvenuto niente di diverso da ciò che ci aspettavamo”, ha continuato l’avvocato Ballerini. Nella vicenda sono sotto accusa quattro agenti della National Security egiziana. I difensori d’ufficio hanno sollecitato la nullità del decreto che dispone il giudizio sottolineando come manchi la certezza che gli imputati siano venuti a conoscenza della sentenza della Corte costituzionale che ha permesso il rinvio a giudizio. Nel processo sono parte civile insieme con la famiglia di Giulio, la presidenza del consiglio dei ministri con la rappresentanza dell’avvocatura dello Stato. “Abbiamo chiesto di far sapere all’Egitto che sono cambiati i presupposti. La sentenza della Corte costituzionale dice che anche in mancanza di notifica agli imputati in questo specifico caso il processo si può fare. E visto che la sorte degli imputati dipende da un terzo, ossia lo stato egiziano che non mi risulta un paese tendenzialmente democratico, abbiamo prospettato la questione alla corte”. Lo ha detto l’avvocato Tranquillino Sarno, difensore di uno degli agenti egiziani accusati di aver torturato ed ucciso Giulio Regeni. “Si può fare il processo senza dichiarazione di domicilio dell’imputato? Senza un nome preciso, visto che anche le sue generalità cambiano da una pagina all’altra dei verbali? – si è chiesto in sede di discussione il legale – La sua identificazione può esser ritenuta compiuta dal tesserino che è stato trasmesso dalla procura generale del Cairo?”. Sotto accusa ci sono – si ricorda – il generale Sabir Tariq, i colonnelli Usham Helmi, Athar Kamel Mohamed Ibrahim, e Magdi Ibrahim Abdelal Sharif.


Il procuratore aggiunto Sergio Colaiocco ha chiesto di respingere le eccezioni dei difensori. “Quel che conta non è la conoscenza delle generalità, ma la possibilità che il detenuto possa essere identificato in sicurezza per l’esecuzione della pena”, ha spiegato il magistrato. In un altro processo – ha ricordato ancora il pubblico ministero – ha spiegato come un detenuto “afgano era stato identificato non con le sue generalità, ma con una fotografia”. “Per il problema di giurisdizione: la questione è già stata dibattuta da tutte le Corti che si sono occupate della tragica vicenda – ha ricordato in aula la Ballerini – Voglio fare presente che il sequestro è avvenuto non in Italia, ma in Egitto dove 3 o 4 persone al giorno vengono fatti sparire. Essere trasportati da un luogo di tortura a un altro è evidente che si tratti di violenza fisica e negarla credo sia quantomeno discutibile”. La prossima udienza è stata fissata per il 18 marzo.

Alta pressione e smog alle stelle, ma da giovedì cambia tutto

Alta pressione e smog alle stelle, ma da giovedì cambia tuttoRoma, 20 feb. (askanews) – Ultimi giorni di caldo eccezionale con valori 10-11 gradi superiori alle medie del periodo. Da giovedì, lentamente, il termometro si riporterà verso la climatologia del periodo, ma non farà freddo. Lorenzo Tedici, meteorologo del sito www.iLMeteo.it, conferma che temperature massime fino a 20 gradi a febbraio non sono la normalità, specie al Nord: anzi, rappresentano un campanello d’allarme del Riscaldamento Globale essendo le temperature che normalmente dovremmo avere ad Aprile. A Milano, Torino, Bologna, Venezia e Bolzano, ad esempio, la media delle massime di febbraio è circa 8-9°C; nelle ultime settimane e negli ultimi giorni abbiamo raggiunto troppo spesso i 17-19°C.


Qualcosa però cambierà da giovedì: dalle zone polari, dopo la notte invernale del gelido buio assoluto, potrebbe scendere un ciclone con aria fredda verso il Mediterraneo. Sulle zone polari infatti, senza la luce del sole, l’aria si raffredda e raggiunge le temperature più basse in questo periodo: dal Circolo Polare Artico durante il weekend una massa d’aria proverà a raggiungere il nostro Paese. Il termometro scenderà di 10 gradi riportandosi intorno alla media. Questa massa d’aria dal nord Atlantico, con caratteristiche polari marittime, invaderà il nostro Paese da giovedì portando dapprima nevicate deboli sulle Alpi; in seguito, lo scontro con l’aria calda preesistente e l’arrivo di intense correnti meridionali molto umide genererà nevicate molto abbondanti sulle Alpi centro-orientali, soprattutto venerdì. Intanto, nelle prossime ore, un primo fronte porterà piogge e locali temporali al Sud e localmente al Centro, specie versante adriatico; dal pomeriggio l’aria instabile formerà un piccolo vortice sullo Ionio in moto verso la Grecia. Questa bassa pressione porterà piogge più diffuse ed intense sulla Sicilia, terra colpita da un’estrema siccità.


Mercoledì, poi, vivremo la classica giornata di tregua meteorologica con ampi sprazzi di sole quasi ovunque e temperature ancora decisamente miti. Come detto, invece, da giovedì, un flusso nord atlantico collegato alla vasta saccatura polare, spingerà piogge e nevicate verso il settentrione: la quota neve inizialmente sarà elevata per il periodo, poi in calo nella notte. Venerdì 23 febbraio è confermato: sarà un venerdì nero, anzi bianco, perchè si stima che possa cadere oltre mezzo metro di neve fresca sopra i 1000-1500 metri sulle Alpi centro-orientali. Questa nevicata sarà una manna contro la siccità e una benedizione per l’agricoltura della Pianura Padana che riceverà quest’acqua durante la fusione primaverile. Inoltre le precipitazioni, attese da giovedì in poi, abbatteranno lo smog che negli ultimi giorni è salito alle stelle. La pioggia in arrivo ripulirà l’aria.

Processo per l’omicidio Regeni, nella lista dei testimoni anche il presidente egiziano al Sisi, Renzi e Gentiloni

Processo per l’omicidio Regeni, nella lista dei testimoni anche il presidente egiziano al Sisi, Renzi e GentiloniRoma, 19 feb. (askanews) – Uomini di governo, d’Italia e d’Egitto, dirigenti pubblici, manager d’impresa, rappresentanti delle servizi di sicurezza, giornalisti. E’ un elenco lungo ed eterogeneo quello che riguarda le persone presenti nelle liste testimoniali nel processo per l’omicidio di Giulio Regeni, il giovane ricercatore universitario trovato senza vita il 3 febbraio del 2016 sul ciglio della strada tra il Cairo e Alessandria d’Egitto, con evidenti segni di tortura.


Domani nell’aula Vittorio Occorsio del tribunale di Roma è prevista la prima udienza. Non è prevista la presenza degli imputati, i quattro agenti della National Security sotto accusa. Dopo un lungo iter preliminare si è arrivati a formalizzare l’imputazione per il generale Sabir Tariq, i colonnelli Usham Helmi, Athar Kamel Mohamed Ibrahim, e Magdi Ibrahim Abdelal Sharif. Dovrebbero rispondere, a seconda delle singole posizioni, di sequestro di persona pluriaggravato, lesioni personali aggravate e concorso in omicidio aggravato. In ogni caso il procuratore aggiunto Sergio Colaiocco e gli avvocati di parte civile prospettano al collegio giudicante la citazione del presidente della Repubblica egiziana, Abdel Fattah al-Sisi, dell’ex premier e leader di Italia Viva, Matteo Renzi; e l’ex ministro degli esteri, Paolo Gentiloni. Nell’elenco anche l’amministratore delegato dell’Eni, Claudio Descalzi; l’ex responsabile della autorità delegata per la sicurezza della Repubblica, Marco Minniti; i capi dei servizi segreti che si sono avvicendati nel tempo e il segretario generale della Farnesina all’epoca dei fatti, Elisabetta Belloni.

Al via i concorsi ordinari per le scuole: 11 marzo le prove scritte per oltre 370mila candidati

Al via i concorsi ordinari per le scuole: 11 marzo le prove scritte per oltre 370mila candidatiRoma, 19 feb. (askanews) – Si terranno a partire da lunedì 11 marzo le prove scritte dei concorsi ordinari per l’assunzione in ruolo dei docenti su posto comune e su posto di sostegno nella scuola dell’infanzia, nella scuola primaria e nella scuola secondaria di I e di II grado. Si tratta – spiega il Ministero dell’Istruzione e del Merito – di circa 373.000 candidati (69.117 per la scuola dell’infanzia e primaria, 303.687 per la scuola secondaria) che hanno presentato la domanda di iscrizione tra l’11 dicembre 2023 e il 9 gennaio 2024. I posti a bando sono 15.340 per la scuola dell’infanzia e primaria e 29.314 per la scuola secondaria.


“I concorsi e le future assunzioni – ha dichiarato il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara – segnano un passo in avanti nella valorizzazione dei docenti e nel contrasto al precariato. Si tratta di un significativo e necessario passaggio volto a garantire un’educazione di qualità agli studenti su tutto il territorio nazionale, favorendo la continuità didattica”. La prova è strutturata secondo una nuova modalità, che prevede 50 quesiti a risposta multipla di contenuto non disciplinare. Nello specifico, ciascun aspirante dovrà rispondere a 10 quesiti di contenuto pedagogico, 15 di contenuto psicopedagogico (compresi gli aspetti relativi all’inclusione), 15 di contenuto metodologico-didattico (compresi gli aspetti relativi alla valutazione), 5 sulla conoscenza della lingua inglese e 5 sull’uso didattico delle tecnologie digitali. Gli aspetti specificamente disciplinari verranno affrontati nella prova orale, cui avranno accesso i candidati che avranno riportato un punteggio di almeno 70/100 nella prova scritta.


Le prove si terranno nella regione per la quale il candidato ha presentato domanda di partecipazione e, sulla base del numero dei candidati, potranno svolgersi in più sessioni mattutine e pomeridiane. Nei giorni 11 e 12 marzo sono previste le prove relative alla scuola dell’infanzia e alla scuola primaria; il 13 marzo cominceranno le prove per la scuola secondaria, che proseguiranno per 5 giorni, esclusi il sabato e la domenica, fino al 19 marzo.

A Firenze proseguono le ricerche del quinto operaio disperso

A Firenze proseguono le ricerche del quinto operaio dispersoRoma, 18 feb. (askanews) – Anche stamanattina si continua la ricerca del quinto operaio disparso sotto il crollo della struttura in costruzione che ha travolto ed ucciso quattro suoi colleghi a Firenze.


Le squadre dei Vigili del fuoco scavano ininterrottamente ormai da 48 ore nella zona e le difficoltà maggiori si stanno incontrando per la rimozione delle massicce travi di cemento che hanno ceduto provocando il disastro. Per questo le squadre di ricerca stanno anche utilizzando alcune telecamere e sensori.

Il Papa invita a pregare per il Sudan, l’Africa e dove si combatte in Europa

Il Papa invita a pregare per il Sudan, l’Africa e dove si combatte in EuropaCittà del Vaticano, 18 feb. (askanews) – Nuovo appello per la pace di Papa Francesco al termine dell’Angelus domenicale in piazza San Pietro. Al termine della preghiera mariana, infatti, il pontefice ha voluto ricordare che sono “passati ormai dieci mesi dallo scoppio del conflitto armato in Sudan che ha provocato una gravissima situazione umanitaria. Chiedo di nuovo – ha poi aggiunto – alle parti belligeranti di fermare questa guerra che fa tanto male alla gente e al futuro del paese”. “Preghiamo perché trovino presto vie di pace per costruire l’avvenire del caro Sudan. La violenza contro popolazioni inermi la distruzione di infrastrutture, di insicurezza dilagano nuovamente nella provincia del Kuvu, in dove nei giorni scorsi è stata anche incendiata la cattolica di Nostra Signora dell’Africa. Preghiamo perché la pace torni in quella regione martoriata”.


“E per favore – ha concluso Francesco – non dimentichiamo tanti altri conflitti che insanguano il continente africano e molti parti del mondo e dell’Europa, come la Palestina e l’Ucraina”. Papa Francesco ha salutato, al termine dell’Angelus domenicale in piazza San Pietro, la rappresentanza del movimento degli agricoltori presenti tra i fedeli per ascoltarlo.


Una presenza, annunciata nei giorni scorsi e che Francesco non ha voluto ignorare al momento dei saluti. Da parte loro, gli agricoltori hanno voluto donare al Papa uno dei loro mezzi, giunti fino a Roma.

Hacker russi attaccano alucuni siti in Italia (ma restano tutti online)

Hacker russi attaccano alucuni siti in Italia (ma restano tutti online)Milano, 17 feb. (askanews) – Il collettivo di hacker russi NoName057 ha rivendicato su Telegram l’attacco ad alcuni siti internet italiani, come quelli del porto di Taranto e di Trieste, il sito dell’Aeronautica militare oltre alcuni portali di banche. Secondo gli hacker si tratterebbe di un attacco Ddos, tuttavia la gran parte degli indirizzi sono al momento raggiungibili dall’Italia. L’iniziativa di sabato seguirebbe altri attacchi fotocopia avvenuti nei giorni scorsi ai danni di oltre dieci altri siti, con effetti estremamente limitati sulla fruibilità delle informazioni per gli utenti che hanno potuto navigare sostanzialmente senza disagi.


 

Crollo in un cantiere di Firenze, la Procura indaga per omicidio colposo plurimo e crollo colposo

Crollo in un cantiere di Firenze, la Procura indaga per omicidio colposo plurimo e crollo colposoFirenze, 17 feb. (askanews) – Sono di Mohamed Toukabri, 54 anni, tunisino, e di Taoufik Haidar, 43 anni, tunisino anch’egli, i corpi senza vita estratti dalle macerie, questa notte, della parte di cantiere crollata ieri a Firenze, in via Mariti, dove sta sorgendo un supermercato Esselunga. I vigili del fuoco sono ancora al lavoro per recuperare i resti di Bouzekri Rahimi, originario del Marocco. Le vittime sono quindi ufficialmente cinque: oltre a loro, ieri è stato recuperato il corpo di Luigi Coclite, 59 anni, originario di Teramo e residente a Collesalvetti (Livorno). Intanto la Procura di Firenze indaga per omicidio colposo plurimo e crollo colposo. Gli inquirenti sono al lavoro anche per capire se, come sospettano, due delle vittime non fossero in regola con i permessi di soggiorno.