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I danni provocati dal maltempo in Lombardia toccano i 168 milioni (ma la stima è in crescita)

I danni provocati dal maltempo in Lombardia toccano i 168 milioni (ma la stima è in crescita)Milano, 27 lug. (askanews) – “La stima dei danni da maltempo nella nostra Regione che ho anticipato martedì in Consiglio è stata già ampiamente superata ed è destinata a crescere. Ad oggi, infatti, i danni segnalati per il maltempo da parte di 117 enti hanno già superato i 168 milioni di euro, di cui 77,3 per il comparto pubblico e 91,4 per il comparto privato, nonostante manchino ancora le quantificazioni di numerosi Comuni, tra i quali la città di Milano e i centri dell’hinterland, tra i più duramente colpiti dalla grandinata di due giorni fa, che indubbiamente incideranno in modo significativo facendo lievitare l’entità dei danni”. Così in una nota l’assessore regionale alla Protezione Civile e Sicurezza della Regione Lombardia, Romano La Russa.

I Comuni hanno sette giorni di tempo per presentare a Regione Lombardia la prima stima dei danni subiti sul proprio territorio attraverso la compilazione della scheda sul portale regionale. Un flusso continuo di informazioni dal territorio che si sta aggiornando di ora in ora e sul quale sono al lavoro i tecnici della Protezione Civile, supportati da Aria. “Desidero ringraziare tutta la struttura della Protezione Civile regionale che si sta prodigando senza sosta in questi giorni complicati – ha sottolineato La Russa – i volontari, i sindaci, le Province e tutti gli operatori intervenuti senza dimenticare i nostri dirigenti e i tecnici stanno dando un apporto fondamentale per uscire dalla fase dell’emergenza”.

Ad oggi il territorio provinciale che ha segnalato il numero più consistente di danni, che superano i 64 milioni di euro, è Mantova, sferzata da una violenta grandinata già una settimana fa. Seguono i territori della provincia di Varese con una stima parziale dei danni attestata ad oltre 52 milioni di euro, poi quelli di Brescia con 22 milioni di euro e Como con quasi 13 milioni.

Clima, appello di 100 scienziati ai media: non parlate di ‘maltempo’

Clima, appello di 100 scienziati ai media: non parlate di ‘maltempo’Milano, 27 lug. (askanews) – “Il mese di giugno 2023 è stato, a livello globale, il più caldo da quando si registrano le temperature. Non sappiamo ancora quanti morti provocheranno le ondate di calore di questa estate, ma sappiamo quanti ne ha provocati il caldo intenso di quella scorsa: più di 60 mila nella sola Europa, 18 mila nel nostro Paese, il più colpito. Ondate di calore, alluvioni, siccità prolungate e incendi sono solo alcuni dei segnali dell’intensificarsi degli impatti dei cambiamenti climatici nei nostri territori. Tuttavia, i media italiani parlano ancora troppo spesso di ‘maltempo’ invece che di cambiamento climatico. Quando ne parlano, spesso omettono le cause e le relative soluzioni. È come se nella primavera del 2020 i telegiornali avessero parlato solo di ricoverati o morti per problemi respiratori senza parlare della loro causa, cioè del virus Sars-CoV-2, o della soluzione, i vaccini”. E’ l’appello lanciato da un centinaio di scienziati in una lettera aperta destinata ai media italiani: “Giornalisti, parlate delle cause della crisi climatica, e delle sue soluzioni. Omettere queste informazioni condanna le persone al senso di impotenza, proprio nel momento storico in cui è ancora possibile costruire un futuro migliore. È nostra responsabilità, come cittadini italiani e membri della comunità scientifica, avvertire chiaramente di ogni minaccia alla salute pubblica. Ed è dovere dei giornalisti difendere il diritto all’informazione e diffondere notizie scientifiche verificate”, si legge nella missiva firmata, tra gli altri, da Giorgio Parisi, Premio Nobel per la Fisica 202, Antonello Pasini, Primo ricercatore dell’Istituto sull’Inquinamento Atmosferico del Cnr, Giorgio Vacchiano, Presidente del Climate Media Center Italia, Cristina Facchini (Cnr-Isac), Presidente della Società Italiana per le Scienze del Clima.

“Nel suo ultimo rapporto, il gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici delle Nazioni Unite (IPCC) è chiarissimo su quali siano le cause principali del cambiamento climatico: le emissioni di gas serra prodotte dall’utilizzo di combustibili fossili. Ed è altrettanto chiaro su quali siano le soluzioni prioritarie: la rapida eliminazione dell’uso di carbone, petrolio e gas, e la decarbonizzazione attraverso le energie rinnovabili. È questa la strategia giusta per fermare l’aumento delle temperature, ed è tecnologicamente ed economicamente attuabile già oggi. A questo devono aggiungersi politiche di adattamento per proteggere persone e territori da quegli effetti del cambiamento climatico divenuti ormai irreparabili”, sostengono i firmatari della lettera che sottolineano: “Non parlare delle cause dei sempre più frequenti e intensi eventi estremi che interessano il nostro pianeta e non spiegare le soluzioni per una risposta efficace rischia di alimentare l’inazione, la rassegnazione o la negazione della realtà, traducendosi in un aumento dei rischi per le nostre famiglie e le nostre comunità, specialmente quelle più svantaggiate”. Perciò, conclidono i 96 scienziati, “invitiamo tutti i media italiani a spiegare chiaramente quali sono le cause della crisi climatica e le sue soluzioni, per dare a tutti e a tutte gli strumenti per comprendere profondamente i fenomeni in corso, sentirsi parte della soluzione e costruire una maggiore fiducia nel futuro. Siamo ancora in tempo per scegliere il nostro futuro climatico. Siamo ancora in tempo per scegliere un futuro sostenibile che metta al primo posto la sicurezza, la salute e il benessere delle persone, come previsto dagli obiettivi europei di riduzione delle emissioni del 55% al 2030 e di neutralità climatica al 2050. Possiamo farlo anche grazie a una corretta comunicazione e alla cooperazione tra noi tutti”.

La presidente della Rai Marinella Soldi: su Saviano auspico un supplemento di riflessione

La presidente della Rai Marinella Soldi: su Saviano auspico un supplemento di riflessioneRoma, 27 lug. (askanews) – “Una premessa: l’Amministratore Delegato della Rai, secondo le norme, ha autonomia decisionale sulla gestione aziendale e sui programmi. Come Presidente svolgo il mio ruolo a garanzia degli utenti e dell’azienda, ricercando un approccio costruttivo; le valutazioni politiche non mi appartengono. Proprio in virtù del mio ruolo ritengo oggi di dover intervenire sul cosiddetto caso Saviano, che molti hanno paragonato al caso Facci. Vicende diverse, per quel che ciascuno ha detto e per le tipologie di programma. La trasmissione “Insider – faccia a faccia con il crimine” condotta da Roberto Saviano è un prodotto nello spirito del servizio pubblico, parla di mafia e di legalità, ha avuto un primo ciclo di successo, con un gradimento del pubblico superiore alla media degli approfondimenti Rai (dati Qualitel TV 2022). Fermo restando il rispetto dovuto alle Istituzioni, auspicherei un supplemento di riflessione interna per ricercare, in tempi idonei, una soluzione gestionale nell’ interesse degli utenti e dell’azienda, tenendo conto, tra l’altro, che si tratta di un programma già registrato”. Lo afferma in una nota la presidente della Rai Marinella Soldi.

L’arcivescovo di Palermo: la responsabilità degli incendi in Sicilia è della politica

L’arcivescovo di Palermo: la responsabilità degli incendi in Sicilia è della politicaPalermo , 27 lug. (askanews) – “Il volto della Città e dell’intera Sicilia è sfigurato. Tutti noi sappiamo però che non si tratta di un’emergenza. Quello che è accaduto in questi giorni è l’esito ultimo di decenni di decisioni, di scelte, di gesti, di omissioni. La responsabilità di questo disastro ricade certo su chi ha avuto in mano la cosa pubblica, sulla politica; sulle nostre crepe educative, come anche sul modo di annunciare il Vangelo delle nostre comunità cristiane; ricade su di noi, su di noi in quanto popolo”. Così l’arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice sull’emergenza incendi che ha colpito la città.

“Non abbiamo fatto abbastanza – sottolinea Lorefice – per cambiare la nostra Casa comune, la Terra; per mettere fine alla logica dello sfruttamento e del profitto e combattere le mafie; per difendere l’ambiente, il territorio, i nostri beni culturali; per creare opportunità di lavoro e servizi sociali. Siamo stati pigri, indolenti, individualisti, fatalisti, distratti da gretti interessi di parte. Il panorama desolato delle nostre città in fiamme, riscaldate da un vento infernale, avvolte dal fumo, prive di acqua e di elettricità, è lo specchio di tutto questo. Voglio dirvi però, in nome del Vangelo, che la speranza non è finita. Che ci sono attorno a noi e dentro di noi energie di riscatto e di novità. Miei cari e amati Palermitani, miei cari figli e figlie della Chiesa di S. Mamiliano, S. Rosalia, S. Benedetto il Moro e del Beato Pino Puglisi, alziamoci in piedi! Riprendiamo il filo della nostra storia, il flusso fecondo della nostra fede sostenuto dalla preghiera”.

Federalberghi: sono 34,7 milioni gli italiani in vacanza

Federalberghi: sono 34,7 milioni gli italiani in vacanzaMilano, 27 lug. (askanews) – Saranno 34,7 milioni gli italiani che hanno trascorso o trascorreranno una vacanza fuori casa durante il periodo estivo, dormendo almeno una notte fuori casa. Secondo quanto emerge dall’indagine della Federalberghi sul movimento turistico degli italiani nell’estate 2023, il 58,8% della popolazione, tra maggiorenni e minorenni, ha già fatto una vacanza nel mese di giugno o si appresta a farla nei mesi di luglio, agosto e di settembre. Ma c’è una buona parte della popolazione – il 41,1% – che non farà vacanze tra giugno e settembre. Si resta a casa principalmente per motivi economici (48,2%), per motivi familiari (22,5%), per impedimenti di salute (16,1%), perché si andrà in vacanza in un altro periodo (9,6%). La maggioranza dei vacanzieri (56,3%) passerà da 4 a 7 notti fuori casa o farà vacanze più lunghe (25,8%). Invece, coloro che passeranno o si potranno permettere un week end o poco più saranno il 17,9%. L’89,6% degli italiani per la propria vacanza estiva principale rimarrà in Italia. Tra questi, il mare si conferma la meta preferita (82,3%), seguito dalla montagna (8,5%) e dalle città d’arte (2,7%). Anche tra chi si recherà all’estero (10,4%), sarà il mare ad attirare maggiormente (59,7%), soprattutto in paesi vicini allo Stivale. La spesa media complessiva (comprensiva di viaggio, vitto, alloggio e divertimenti) stimata per tutto il periodo estivo si attesta sugli 972 euro a persona. Il giro d’affari complessivo è di 33,8 miliardi di euro. La vacanza principale costerà 884 euro a chi rimane in Italia e 1.394 euro a chi va all’estero. Questo risultato sarebbe potuto essere ancora maggiore se non fosse stato per l’aumento dei prezzi che sta caratterizzando questo periodo. Infatti, proprio a causa dell’inflazione, un terzo dei vacanzieri (32,8%) ha deciso di ridurre la spesa per questa vacanza e il 13,6% è stato indotto a ridurre la durata del viaggio. La spesa per le vacanze si spalma su tutte le componenti della filiera turistica. Il 29,1% del budget di chi va in vacanza è destinato ai pasti (colazioni, pranzi e cene), il 28,2% al pernottamento, il 21% alle spese di viaggio, il 9,2% allo shopping e il 12,5% per tutte le altre spese (divertimenti, escursioni e gite). Tra le tipologie di soggiorno scelte dagli italiani per trascorrere le vacanze, l’albergo rimane la scelta privilegiata, con il 26,3% delle preferenze insieme alla casa di parenti o amici (26,3%). Seguono, il b&b (19,9%), la casa di proprietà (13,6%) e l’agriturismo (5,6%). Quanti ai mesi più gettonati per andare in vacanza, l’1,4% degli italiani che hanno effettuato o effettueranno un periodo di ferie principale durante l’estate 2023 ha scelto il mese di giugno per la propria vacanza principale; agosto si conferma il mese leader, con il 77% degli italiani che lo scelgono per la propria vacanza principale, seguito dal mese di luglio, che fa registrare un 17,6%, mentre il 4% di chi andrà in vacanza ha preferito settembre. Per la scelta della località di villeggiatura gli italiani si lasciano guidare nel 76,9% dei casi dalla ricerca delle bellezze naturali del luogo, nel 37% dall’abitudine, nel 29% dalla voglia di relax e nel 23,6% dalla facilità di raggiungimento della destinazione. Durante le proprie vacanze gli italiani si dedicheranno a passeggiate (77,3%), serate con gli amici (61,1%) e ad escursioni e gite per conoscere il territorio (54,9%). Il 55,1% dei vacanzieri utilizzerà la propria macchina per recarsi presso il luogo della vacanza. Il 31,6% viaggerà in aereo e il 5,1% in nave. La comodità ha prevalso nella scelta del mezzo (66,2%).

Il Papa ai giovani: no all’egoismo e alla pigrizia nella vostra vita

Il Papa ai giovani: no all’egoismo e alla pigrizia nella vostra vitaMilano, 27 lug. (askanews) – “Non ci sia posto nella vostra vita per l’egoismo né per la pigrizia. Approfittate della vostra giovinezza per gettare, insieme con il Signore, le basi della vostra esistenza, perché il vostro futuro personale, professionale e sociale dipenderà dalle scelte che farete in questi anni”. Lo scrive Papa Francesco nel messaggio inviato ai partecipanti al Festival dei Giovani in corso a Medjugorje dal 26 al 30 luglio.

Spesso, evidenzia il Pontefice in un passaggio della missiva, “vorremmo una vita diversa, senza sfide, senza sofferenze, vorremmo noi stessi essere diversi, magari più intelligenti, più ricchi di talenti o disposizioni naturali. Tuttavia, non c’è per noi volontà migliore di quella del Padre, che è il progetto di amore per noi in vista del suo regno e della nostra piena felicità. Spesso temiamo questa volontà, perché abbiamo paura che Dio possa imporci qualcosa per puro arbitrio e non per il nostro bene; abbiamo paura che accettare la sua volontà significhi rinunciare alla nostra libertà. Dobbiamo, invece, cercare intensamente, chiedere a Dio Padre di farci conoscere la sua volontà e chiedere che essa si compia in noi”, conclude il Papa.

Protezione civile: emergenza incendi in Sicilia è non ancora finita

Protezione civile: emergenza incendi in Sicilia è non ancora finitaPalermo, 27 lug. (askanews) – “L’emergenza incendi non è ancora terminata, speriamo che, con la diminuzione delle temperature, gli incendi possano essere domati completamente”. Così Salvatore Cocina, dirigente regionale siciliano della Protezione Civile, intervistato da livesicilia.

“Centinaia e centinaia di combustioni hanno mandato in saturazione la capacità delle squadre antincendio. Ci sono stati oltre 700 focolai, con interventi che richiedono, ciascuno, tre o quattro squadre. I nuclei sono stati potenziati, con 150 squadre di forestali, altrettanti di volontari, in totale 400 squadre; quando contemporaneamente ne abbiamo il doppio, di incendi in corso, non c’è possibilità di intervento – ha aggiunto Cocina – sui black-out la situazione non è comunque normalizzata, il governatore Schifani ha chiamato l’amministratore delegato di Enel e sono arrivate le power station, 12 a Catania, sono grandi gruppi elettrogeni da 2 megawatt. Al momento l’ospedale Cervello è alimentato con gruppi elettrogeni, stesso discorso per il Catanese, con ampi casi di interruzione elettrica”.

E’ aumentato il numero dei promossi alle scuole superiori

E’ aumentato il numero dei promossi alle scuole superioriMilano, 26 lug. (askanews) – Aumenta la percentuale dei promossi nelle scuole di II grado: secondo quanto emerge dai dati relativi agli esiti degli scrutini e degli esami di Stato della scuola secondaria di primo e di secondo grado per l’anno scolastico 2022/2023, pubblicati oggi sul sito del Ministero dell’Istruzione e del Merito, il 76,2% delle studentesse e degli studenti è stato ammesso alla classe successiva contro il 75,8% registrato l’anno scorso.

Cala il numero dei non ammessi ai vari indirizzi: nei Tecnici passano dal 9% all’8,2%, nei Professionali dal 10,3% al 9,8%, nei Licei dal 3,5% al 3,2%. La regione che registra il maggior numero di ammessi alla classe successiva è il Trentino-Alto Adige, con il 93,8%. A seguire Puglia (84,3%), Calabria (84,2%) e Basilicata (84,1%). Il 5,6% delle ragazze e dei ragazzi dovrà ripetere l’anno scolastico. Una lieve flessione rispetto all’anno scorso quando i non ammessi sono stati il 6,2%. Il primo anno si conferma quello che presenta maggiori criticità: l’8,5% dovrà ripetere l’anno scolastico, in aumento rispetto al 8,3% del 2021/22. Gli scrutini di fine anno fanno emergere una sostanziale stabilità per quanto riguarda le sospensioni di giudizio: gli studenti che dovranno recuperare almeno un’insufficienza sono il 18% (l’anno scorso erano il 17,9%).

Disinformazione e fake news in Italia, cresce consapevolezza italiani

Disinformazione e fake news in Italia, cresce consapevolezza italianiRoma, 26 lug. (askanews) – Al Senato è stato presentato il terzo Rapporto Ital Communications-Censis ‘Disinformazione e fake news in Italia. Il sistema dell’informazione alla prova dell’Intelligenza Artificiale’. Dalla ricerca emerge come sia cresciuta la consapevolezza degli effetti devastanti della disinformazione, che può essere arginata da professionisti della comunicazione accreditati come fonti autorevoli e garanti dell’affidabilità e della qualità delle notizie. Di fronte alle insidie che possono venire dal web e dall’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale, per distinguere la buona dalla cattiva informazione servono competenze solide sulle nuove tecnologie e regolazioni più stringenti.

Cresce il bisogno di informazione, soprattutto online Oggi circa 47 milioni di italiani, il 93,3% del totale, si informa abitualmente su almeno una delle fonti disponibili, l’83,5% sul web e il 74,1% sui media tradizionali. Sul versante opposto, sono circa 3 milioni e 300mila (il 6,7% del totale) gli individui che hanno rinunciato ad avere un’informazione puntuale su ciò che accade, mentre 700.000 italiani non si informano affatto.

Le fonti utilizzate e la rassicurante dimensione social Il 64,3% degli italiani utilizza un mix di fonti informative, tradizionali e online, il 9,9% si affida solo ai media tradizionali e il 19,2% (circa 10 milioni di italiani in valore assoluto) alle fonti online. Social media, blog, forum, messaggistica istantanea sono espansioni del nostro io e del modo di vedere il mondo: è il fenomeno delle echo chambers, cui sono esposti tutti quelli che frequentano il web e soprattutto i più giovani, tra i quali il 69,1% utilizza la messaggistica istantanea e il 76,6% i social media per informarsi. Il 56,7% degli italiani è convinto che, di fronte al disordine informativo che caratterizza il panorama attuale dell’informazione, sia legittimo rivolgersi alle fonti informali di cui ci si fida di più. Fake news sempre più difficili da scoprire

Aumentano paure e timori di non essere in grado di riconoscere disinformazione e fake news. Il 76,5% degli italiani ritiene che le fake news siano sempre più sofisticate e difficili da scoprire, il 20,2% crede di non avere le competenze per riconoscerle e il 61,1% di averle solo in parte. Ma ci sono anche i negazionisti: Il 29,7% della popolazione nega l’esistenza delle bufale e pensa che non si debba parlare di fake news, ma di notizie vere che vengono deliberatamente censurate dai palinsesti ufficiali che poi le fanno passare come false. Molta comunicazione e tanta confusione: il caso riscaldamento globale

Il riscaldamento globale è un argomento di cui si parla tanto e in modo confuso, alimentando cattiva informazione, catastrofismo e persino negazionismo. Il 34,7% degli italiani è convinto che ci sia un allarmismo eccessivo sul cambiamento climatico e il 25,5% ritiene che l’alluvione di quest’anno sia la risposta più efficace a chi sostiene che si sta progressivamente andando verso la desertificazione. I negazionisti, che sono convinti che il cambiamento climatico non esista, sono il 16,2% della popolazione. Gli individui più fragili, vale a dire i più anziani e i meno scolarizzati, sono quelli che appaiono più confusi e meno in grado di comprendere il problema nella sua complessità. Intelligenza Artificiale, rischi e potenzialità Come si evince dal terzo Rapporto Ital Communications-Censis, il 75,1% della popolazione ritiene che con l’upgrading tecnologico verso l’Intelligenza Artificiale sarà sempre più difficile controllare la qualità dell’informazione, mentre per il 58,9% l’AI può diventare uno strumento a supporto dei professionisti della comunicazione. Le Agenzie di comunicazione, dove lavorano oltre 9.000 professionisti, si sono adattate ai cambiamenti che la vita digitale ha imposto al mondo della comunicazione, ampliando le competenze di chi ci lavora e creando nuove figure a presidio del web. Il risultato è che nell’ultimo anno i professionisti della comunicazione sono aumentati dell’11,3%. ‘Uno degli aspetti più importanti che emerge da questo Rapporto è che gli italiani si stanno rendendo conto del valore delle notizie vere e del disvalore che hanno le fake news. Prima la pandemia seguita dal conflitto russo ucraino ci hanno fatto capire quanto sia fondamentale comunicare notizie in maniera rigorosa e irreprensibile. Inoltre, dobbiamo lavorare affinché l’Intelligenza Artificiale sia di supporto al lavoro umano e giornalistico ma non diventi un sostituto’. Lo ha dichiarato Alberto Barachini, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’Informazione e all’Editoria. Per Maurizio Gasparri, Vice Presidente del Senato della Repubblica: ‘I giganti del web devono rispondere al principio democratico. Occorre far pagare le tasse anche ai colossi del web e contrastare l’anonimato in rete. Serve, pertanto, una regolamentazione più stringente per ostacolare e impedire il proliferare delle fake news online’. Secondo Roberto Marti, Presidente della Commissione Cultura e Patrimonio Culturale, Istruzione Pubblica del Senato della Repubblica: ‘I dati che emergono da questa analisi sono allarmanti. Formazione e qualità sono due aspetti fondamentali per garantire una corretta informazione. Il legislatore deve normare tale materia. In tal senso, con il Rapporto di oggi state tentando di fare una buona politica comunicativa, cioè iniziare a formare delle agenzie di comunicazione efficienti’. Paolo Ruffini, Prefetto del Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede, ha commentato che ‘occorre essere consapevoli del fatto che la verità nella comunicazione è qualcosa che bisogna conquistare e garantire. In un mondo dominato dall’intelligenza artificiale noi stakeholders della comunicazione dobbiamo mettere in atto un sistema che, partendo dal basso, sia in grado di rinegoziare le regole per salvaguardare una corretta e trasparente informazione’. Ivano Gabrielli, Direttore Polizia Postale, ha evidenziato che: ‘L’intervento che si può fare per ostacolare la diffusione di fake news e di disinformazione è quello di costituire un argine. Lo strumento penale tuttavia è limitato. Dal Rapporto emerge che gli italiani e in particolare i giovani si rifugiano nelle piattaforme di comunicazione. È fondamentale, dunque, lavorare sulla prevenzione al fine di far prevalere una corretta informazione per agevolare l’opinione pubblica’. Giuseppe De Rita, Presidente Censis, ha sottolineato che: ‘Tanto opinionismo e poca informazione generano confusione e notizie false; lo hanno dimostrato il Covid prima, la guerra poi e oggi il riscaldamento climatico. Gli italiani hanno bisogno di una rete di professionisti dell’informazione di cui fidarsi, che li aiutino anche ad avere maggiore consapevolezza di come riconoscere fonti e notizie di qualità’. Secondo Domenico Colotta, Founder Ital Communications: ‘Il terzo Rapporto Ital Communications-Censis offre uno spunto di riflessione sull’Intelligenza Artificiale, che rappresenta una grande opportunità per il futuro, in tutti i campi. Occorre tuttavia che, nel contrasto alle fake news, le sue potenzialità vengano sfruttate unitamente alle abilità umane, in modo da dare un efficace supporto al lavoro dei professionisti della comunicazione. Solo in questo modo si può realizzare una comunicazione affidabile, fondata su fonti verificate e che sia capace di salvaguardare la fiducia nei media e nelle istituzioni’. Per Ruben Razzante, Docente di Diritto dell’Informazione all’Università Cattolica di Milano: ‘Dobbiamo evitare due errori. Da un lato il rischio di dogmatizzare la verità, dall’altro quello di delegare a un algoritmo il processo di definizione della verità stessa. La sfida è quella di coltivare il pluralismo e il confronto tra le fonti. L’informazione professionale è quella che acquisisce il dato di realtà con una metodologia simile a quella dello storico, confezionando un prodotto rispettoso della verità sostanziale dei fatti’. Attilio Lombardi, Founder Ital Communications, ha spiegato che: ‘Chi fa comunicazione con professionalità e autorevolezza, in un mondo complesso e profondamente mutato come quello di oggi, non deve rinunciare alla serietà e alla veridicità delle notizie da veicolare. Il terzo Rapporto Ital Communications-Censis rileva l’importanza di una comunicazione responsabile e in grado di contrastare la disinformazione, anche attraverso lo sviluppo di valide competenze che sappiano governare i cambiamenti e tutelare i cittadini e le istituzioni dai danni sociali, economici e democratici derivanti da una comunicazione non veritiera’. Per Roberto Zarriello, Segretario Generale Assocomunicatori: ‘Occorre colmare il gap sulle competenze digitali che attanaglia il nostro Paese. Bisogna investire sulla formazione dei giovani, sia in ambito scolastico che in quello accademico. Non possiamo più permetterci di avere in Italia un numero così basso di laureati nelle materie Stem e un così alto numero di Neet tra i ragazzi. Allo stesso modo, le aziende necessitano di specialisti nel campo delle Ict che non riescono a trovare. Investire sull’educazione e la formazione digitale, anche utilizzando bene i fondi del PNRR, deve essere una priorità per il sistema-Paese’.

”Ci vorranno 15 anni per ricostruire i boschi distrutti”

”Ci vorranno 15 anni per ricostruire i boschi distrutti”Roma, 26 lug. (askanews) – Per ricostituire i boschi ridotti in cenere dal fuoco ci vorranno fino a 15 anni con danni all’ambiente, all’economia, al lavoro e al turismo. E’ quanto stima la Coldiretti sugli effetti degli incendi divampati in Italia che hanno distrutto centinaia di ettari di alberi e macchia mediterranea, dalla Sicilia alla Calabria fino alla Puglia spinti dal caldo record. Le alte temperature e l’assenza di precipitazioni hanno inaridito i terreni favorendo l’innesco dei roghi nelle campagne e nei boschi spesso abbandonati.

Nelle aree bruciate dagli incendi – sottolinea la Coldiretti – saranno impedite tutte le attività umane tradizionali e la scoperta del territorio da parte di appassionati ma viene anche a mancare un importante polmone verde. Ogni rogo – stima la Coldiretti – costa agli italiani oltre diecimila euro all’ettaro fra spese immediate per lo spegnimento e la bonifica e quelle a lungo termine sulla ricostituzione dei sistemi ambientali ed economici delle aree devastate. Se certamente il divampare delle fiamme è favorito dal clima anomalo con alte temperature e siccità, a preoccupare – sottolinea la Coldiretti – è la disattenzione e l’azione dei piromani con il 60% degli incendi che si stima sia causato volontariamente. Proprio per garantire una funzione di controllo e monitoraggio ed intervenire tempestivamente Coldiretti e Vigili del Fuoco, con il supporto dell’Associazione A.B.-Agrivenatoria Biodiversitalia, hanno sottoscritto un protocollo per le attività di lotta attiva agli incendi di bosco o per rischi idrogeologici.

L’accordo prevede che gli agricoltori mettano a disposizione – spiega Coldiretti – spazi per i mezzi di pronto intervento e partecipino a progetti mirati per lo sviluppo di procedure per l’allertamento delle squadre operative Vvf in caso di emergenze. Nella lotta agli incendi è determinante la velocità di azione e sono proprio gli agricoltori sul territorio che costituiscono – ricorda Coldiretti – una rete naturale e diffusa di sorveglianza, senza la quale il conto delle devastazioni sarebbe molto più pesante, ma che li espone anche a gravi rischi, specie in una situazione dove la siccità e le alte temperature favoriscono l’espandersi rapido delle fiamme. Il secondo asse della collaborazione prevista dall’accordo riguarda il supporto al Corpo nazionale dei Vigili del fuoco da parte di Coldiretti ed Ab, con eventuale formazione a favore degli operatori Vvf, per interventi finalizzati alla gestione di insetti pericolosi, come gli imenotteri aculeati, anche al fine di preservare l’ecosistema e la biodiversità, con la messa in sicurezza delle api.

A favorire gli incendi è il fatto che 2023 si classifica fino ad ora in Italia nella top ten degli anni più caldi di sempre con una temperatura superiore di 0,43 gradi la media storica che lo classifica all’ottavo posto tra le più alte mai registrate nel periodo dal 1800, quando sono iniziate le rilevazioni. secondo l’analisi della Coldiretti su dati Isac Cnr relativi al primo semestre.