Skip to main content
#sanremo #studionews #askanews #ciaousa #altrosanremo

Maltempo in Emilia-Romagna: due morti, e ci sono dispersi. Esondati tutti i corsi d’acqua: “Non spostatevi”

Maltempo in Emilia-Romagna: due morti, e ci sono dispersi. Esondati tutti i corsi d’acqua: “Non spostatevi”Roma, 17 mag. (askanews) – C’è un’altra vittima del maltempo in Emilia Romagna. Un uomo di 70 anni è morto a Ronta di Cesena, frazione del comune di Cesena. La figlia ha dato l’allarme segnalando entrambi i genitori in difficoltà, i soccorritori – spiega la prefettura di Forlì Cesena – hanno trovato il corpo del padre, mentre la madre è ancora dispersa. Entrambi agricoltori, la loro azienda è stata colpita dalla piena del Savio. Sale così il bilancio delle vittime: ieri sera era stato trovato senza vita il corpo di un 75enne a Forlì in via Firenze, vicino all’argine del fiume Montone, esondato, mentre la moglie era stata salvata dai vigili del fuoco. Ma resta imprecisato il numero dei dispersi. Ci sono diverse situazioni di persone disperse da verificare, spiega la prefettura di Forlì-Cesena: si tratta di chiamate di soccorso che non hanno dato esito, i soccorritori si sono precipitati ma non hanno trovato nessuno, da accertare quindi se chi ha chiamato sia riuscito o meno a salvarsi autonomamente.

Sono comunque al lavoro i sommozzatori dei vigili del fuoco e dei carabinieri, arrivati da Genova (che hanno recuperato il cadavere dell’uomo travolto dall’esondazione del Montone in via Firenze a Forlì) nelle zone ancora coperte dall’acqua, per accertare che non ci siano vittime. La situazione degli allagamenti è grave, anche se la pioggia sul territorio della provincia di Forlì e Cesena ha rallentato da alcune ore, le precipitazioni incessanti hanno saturato i territori e l’onda grossa del mare ha respinto le piene dei fiumi, così sono esondati tutti i corsi d’acqua e i torrenti della provincia. A Forlì in alcuni quartieri la situazione è ancora molto difficile, migliora a Cesena, dove il Savio sembra un po’ rientrato. Ma si tratta di una situazione generalizzata sul territorio: gli allagamenti sono diffusi nella provincia, sono esondati anche i corsi d’acqua minori, le vallate sono state colpite da numerose frane e smottamenti, con interruzioni importanti alla viabilità e diversi comuni sono senza elettricità; alcune cabine elettriche sono state allagate altre compromesse dalle frane e gli operatori non riescono a raggiungerle o ad arrivarci in sicurezza. In prefettura si sta facendo un nuovo punto di situazione in tutta la provincia: già alcune strade non erano percorribili ma ulteriori smottamenti avrebbero peggiorato il quadro.

Le autorità sono al lavoro anche per fare il punto sulle evacuazioni e assistere gli sfollati, che sono già centinaia. A Forlì sono stati organizzati per l’ospitalità i locali della Fiera in via Punta di Ferro, a Cesena invece le persone evacuate hanno trovato accoglienza da parenti o nelle strutture ricettive messe a disposizione dal comune. Anche nel capoluogo ci sono criticità: “Situazione molto complicata in tutti i Comuni dell’area metropolitana, ci sono numerosi esondazioni e allagamenti. Chiedo alla popolazione il massimo della collaborazione. Chiediamo a tutti di non uscire in automobile”, ha detto il sindaco di Bologna, Matteo Lepore. In via Saffi a Bologna si regista la situazione più critica: “Il torrente Lavone è fuoriuscito e il traffico è chiuso – spiega Lepore -. Chiediamo alla popolazione di andare al primo piano, non spostare l’auto e non sostare negli scantinati o al piano terra”. “Abbiamo tutti gli uomini delle forze dell’ordine impegnati, stiamo seguendo l’emergenza – ha aggiunto il sindaco -. Il comune del capoluogo sta avendo alcune criticità, ma l’area metropolitana e il resto della regione è davvero in difficoltà”.

Maltempo, in Emilia Romagna è ancora allerta rossa. Centinaia di evacuati e scuole chiuse

Maltempo, in Emilia Romagna è ancora allerta rossa. Centinaia di evacuati e scuole chiuseBologna, 16 mag. (askanews) – Dopo una temporanea attenuazione sulle pianure, stanno riprendendo le piogge, anche con rovesci temporaleschi in Romagna. Confermate quindi le previsioni del Centro meteo dell’Emilia-Romagna. Nel frattempo la Protezione civile ha emesso una nuova allerta meteo per tutta la giornata di domani, mercoledì 17 maggio: codice rosso per Romagna, montagna e collina tra Bologna, Modena, Reggio Emilia e Parma, pianura bolognese, e modenese, costa romagnola. Allerta arancione per pianura e costa ferrarese, oltre che per la pianura reggiana. Sul territorio sono attive alcune centinaia di volontari della Protezione civile dell’Emilia-Romagna, oltre ai 927 volontari delle colonne mobili del Veneto, Friuli Venezia Giulia, Provincia autonoma di Trento e di organizzazioni nazionali. Sono dieci, al momento, i corsi d’acqua in Emilia-Romagna che destano preoccupazione e rischiano di esondare. Mentre continua a piovere in regione, si segnalano frane e smottamenti in Appennino. La situazione non migliora lungo la costa: a Riccione è stata chiusa la stazione, oltre a ponti e sottopassi. Sono già stati registrati superamenti del livello 3 – allarme – in alcune stazioni su dieci corsi d’acqua: Idice, Samoggia, Savio, Marzeno, Voltre, Marecchia, Pisciatello, Ausa, Uso e Montone. Vari gli allagamenti in corso, con conseguenti evacuazioni a cura dei comuni. Sul Voltre, affluente del Ronco, è già superato il massimo storico (negli ultimi 20 anni) di 1,82 metri di livello idrometrico ed ora l’onda di piena ha già toccato 2,46 metri. In innalzamento i livelli di altri fiumi della Romagna e del bolognese: Ronco, Conca, Rabbi, Lavino, Lamone, Sillaro e Quaderna, già interessati dal maltempo di inizio maggio. A Ravenna si sono verificate due nuove frane sulla Strada Provinciale 63 a Zattaglia. Altre due frane anche nel bolognese, di cui una a Pianoro e una a Monterenzio. Le previsioni del Centro funzionale nazionale confermano piogge fino a domani pomeriggio, in estensione dalla Romagna alla parte centrale della regione.

Finora, come comunica la Protezione civile dell’Emilia-Romagna, sono 901 le persone evacuate per precauzione: la maggior parte, 528, nel ravennate; altri 199 in provincia di Bologna, 164 nel forlivese-cesenate, 10 nel modenese e 3 nel reggiano. Altre evacuazioni di aree a rischio allagamento sono in corso, a cura dei comuni, come a Mercato Saraceno. “Abbiamo deciso di chiudere le scuole anche domani, per prudenza. In particolare la parte romagnola della regione ha grandissimi problemi” a causa del maltempo. Lo ha detto il sindaco di Bologna, Matteo Lepore, in collegamento con Il diario del giorno su Rete4. “Al momento nel capoluogo, in via Saffi, in un negozio il pavimento si sfondato a causa della pressione dell’acqua del torrente Ravone. Abbiamo chiuso quel tratto di strada e stiamo registrando qualche problema di traffico. Stiamo controllando anche il fiume Savena. Ci attendiamo diversi allagamenti”.

Ruby ter, giudici: processo pregiudicato da omissione di garanzia

Ruby ter, giudici: processo pregiudicato da omissione di garanziaMilano, 16 mag. (askanews) – Ruota tutta attorno a “un’omissione di garanzia” nei confronti delle cosiddette ‘olgettine’ l’assoluzione incassata da Silvio Berlusconi e da tutti gli altri imputati nel processo ribattezzato Ruby ter, scaturito dal terzo filone di indagine sulle serate del ‘bunga bunga’ di Arcore. A sciogliere ogni dubbio è il Tribunale di Milano nelle motivazioni della sentenza emessa il 15 febbraio scorso: “Se le imputate fossero state correttamente qualificate e gli avvisi fossero stati formulati – argomentano in un passaggio delle 197 pagine del provvedimento i giudici della settima sezione penale presieduti da Marco Tremolada – si sarebbe potuto discutere della configurabilità dell’articolo 377 bis del codice penale (induzione a non rendere dichiarazioni o a rendere dichiarazioni mendaci all’autorità giudiziaria – ndr) ovviamente nei confronti del solo Berlusconi, in relazione alle dichiaranti che avessero scelto il silenzio e dell’articolo 319 ter codice penale (corruzione in atti giudiziari – ndr) con riferimento a quelle che invece avessero consapevolmente deciso di rendere dichiarazioni sulla responsabilità altrui”. Un’”omissione di garanzia”, rilevano i giudici, che “ha irrimediabilmente pregiudicato l’operatività di fattispecie di diritto penale sostanziale strettamente connesse con il diritto processuale

Il Tribunale, con un ragionamento in punta di diritto, spiega che proprio la “qualifica di testimone-pubblico ufficiale è uno degli elementi costitutivi dei reati di corruzione in atti giudiziari e falsa testimonianza”. Perciò è “dall’accertamento di tali qualità che si deve partire per verificare la sussistenza dei delitti medesimi”. E se da un lato a carico delle imputate erano emersi “plurimi indizi del delitto di corruzione in atti giudiziari” anche “prima che sedessero sul banco dei testimoni”, dall’altro nessuna di loro “ha mai assunto l’ufficio pubblico di testimone nè, tantomeno, l’ha esercitato rendendo testimonianza nell’accezione giuridica del termine”. Di conseguenza “deve radicalmente escludersi che le odierne imputate abbiamo mai rivestito l’ufficio pubblico di testimoni e che le loro dichiarazioni abbiamo mai assunto il valore giuridico di testimonianze”. Il problema è che le accuse di corruzione in atti giudiziari e di falsa testimonianza formulate dalla Procura di Milano si basano soprattutto sulle dichiarazioni rese dalle ‘olgettine’ in veste di testimoni, quando invece “dovevano essere indagate di reato connesso”. Così facendo “si è verificato esattamente quello che il sistema di garanzie qui ristabilito intendeva evitare”, puntualizza ancora il Tribunale che evidenzia: “L’autorità giudiziaria deve assicurare il rispetto del bilanciamento tra la garanzia dell’individuo e le istanze della collettività di accertamento dei reato”.

CRI: da giugno l’hotspot di Lampedusa diventerà un baluardo dell’umanità

CRI: da giugno l’hotspot di Lampedusa diventerà un baluardo dell’umanitàRoma, 16 mag. (askanews) – La Croce Rossa Italiana inizierà a occuparsi dell’hotspot di Lampedusa “dalla notte tra il 31 maggio e l’1 giugno, al termine di una start-up che organizzerà il subentro. Cercheremo di far sì che l’hotspot diventi un baluardo dell’umanità: è il posto più a Sud d’Europa dove si accolgono persone migranti e deve essere un fiore all’occhiello sul trattamento degli esseri umani che arriveranno”. Così il presidente della Croce Rossa Italiana Rosario Valastro, nella conferenza stampa di presentazione della gestione CRI del centro di Lampedusa.

Per Valastro “è una sfida epocale e difficile, ma siamo abituati come CRI a crederci, ad avere visione, cercando di mettere in campo tutte le professionalità che abbiamo per dare risultati all’altezza della dignità delle persone che arrivano. Le persone che arrivano – ha sottolineato – hanno diritto ad avere un’assistenza sui beni di prima necessità, sanitaria, ma anche l’ascolto, la capacità di riconoscere loro la dignità persa nella traversata. Vogliamo cercare di dare un’impronta umana al fenomeno migratorio, con un’adeguata assistenza”.“Abbiamo già pianificato una serie di interventi per essere pronti all’estate che arriva. Abbiamo già fatto una riunione operativa con i comitati regionali della CRI e stiamo mobilitando per tempo i volontari per essere ausiliari nella maniera più efficace possibile alle forze di pubblica autorità”, ha concluso. Sulle operazioni che la CRI metterà in campo nell’hotspot di Lampedusa, Ignazio Schintu, direttore Operazioni, Emergenze e Soccorsi della CRI, ha ricordato che “la struttura ha delle limitazioni” e “più di tanto non potremo fare, oltre a cercare di dare un’accoglienza degna dell’essere umano e fare delle modifiche che vedremo quando saremo all’interno. Metteremo in campo tutte le strutture che ci possono supportare a venire incontro sia alla comunità di Lampedusa, che a un’accoglienza che non può andare al di sotto di alcuni parametri”.

In particolare, ha proseguito, “aumenteremo i medici nel centro, aiuteremo il collegamento dei migranti con le proprie famiglie, interverremo sulla pulizia con un numero adeguato di operatori, sulla raccolta della nettezza urbana verranno apportate modifiche, con nuovi compattatori al molo e nel centro e mezzi per il trasporto. I migranti nel centro staranno pochissimo tempo, 24-48-72 ore, anche se ci sono difficoltà oggettive per il mare che non possiamo controllare”.“L’impegno della CRI sarà totale, anche in campo nazionale nella primissima accoglienza, con centri che garantiranno i primi aiuti alle persone che arriveranno. Dietro dei numeri ci sono persone: con numeri così alti il problema si risolve anche con il tempo, che è limitato, ma la cosa più importante sarà trasferire le persone in altre parti di Italia, in centri di prima accoglienza con il supporto della CRI”, ha concluso Schintu.

“L’interlocuzione con Croce Rossa Italiana va al di là dell’aspetto operativo su Lampedusa: oggi firmiamo un accordo quadro per tutti i luoghi di primo sbarco, che sono anche le coste della Sicilia e della Calabria, quelli delle ong, la rotta balcanica. Ci muoveremo con un modello organizzativo elastico che consenta alle singole Croce Rossa regionali di adattare la risposta alle esigenze che potranno
cambiare nel tempo”. Lo ha detto il prefetto Valerio Valenti, Commissario all’Emergenza Migranti, nella conferenza stampa con
la Croce Rossa Italiana sulla gestione dell’hotspot di Lampedusa.A Lampedusa, ha spiegato, “il passaggio di consegne avvenga nel migliore dei modi, si facciano tutti gli interventi di adeguamenti della struttura e possa essere consentito al sindaco di Lampedusa di subire meno che in passato l’impatto di sbarchi e di una gestione che ricade anche sull’amministrazione comunale.  Confidiamo che l’entrata in campo di CRI ci consenta di migliorare sensibilmente i rapporti tra il Centro, il molo, la vita dell’isola e la gestione amministrativa dell’ente, tanti aspetti organizzativi da migliorare”.

“La collaborazione con CRI si inserisce in un quadro più ampio che prevede rapporti costanti e strutturali anche con anche organizzazioni non governative, come l’Unhcr, l’Oim, la Caritas: tutto il mondo del terzo settore al fianco delle istituzioni. Vogliamo che questo sistema resti compatto e possa dare il meglio di se in questo frangente. Su questo – ha concluso Valenti – continueremo a lavorare nelle prossime settimane. Mi auguro che preso ci si possa ritrovare a Lampedusa per toccare con mano quello che stiamo cercando di realizzare oggi con questa firma”. 

Il maltempo provoca smottamenti e frane in Emilia-Romagna (disagi anche in Sicilia)

Il maltempo provoca smottamenti e frane in Emilia-Romagna (disagi anche in Sicilia)Bologna, 16 mag. (askanews) – Piove ininterrottamente dalla notte in Emilia-Romagna dove è stata emanata per oggi e domani l’allerta rossa per rischio esondazioni e l’allerta gialla per vento e probabili mareggiate. Dai piccoli paesi dell’Appennino fino al capoluogo e a diversi comuni in Romagna i sindaci hanno fatto chiudere le scuole di ogni ordine e grado e chiesto alla popolazione di limitare al massimo gli spostamenti e di lavorare il più possibile in smart working. Al momento non si registrano esondazioni, mentre si verificano smottamenti e frane, in particolare in collina e in montagna.

A Ravenna, al momento, la situazione più seria: si sono verificate due frane nel territorio lungo la strada provinciale 63 Valletta-Zattaglia, che collega l’abitato di Zattaglia a quello di Casola Valsenio, dove nei giorni scorsi si erano già verificati due analoghi episodi a causa del maltempo. Il traghetto che svolge servizio di collegamento tra Porto Corsini e Marina di Ravenna è stato temporaneamente sospeso. Sono stati attivati due bus sostitutivi. Gli uomini della Protezione Civile sono mobilitati dalla notte a Forlì-Cesena e stanno distribuendo sacchi di sabbia a cittadini e residenti dei quartieri più fragili, già vittime della prima ondata di maltempo, come i Romiti e Villafranca.á”C’è grande attenzione per scuole, impianti sportivi ed edifici pubblici – ha detto il sindaco di Forlì, Gian Luca Zattini -. I nostri tecnici stanno monitorando la situazione di tutti i plessi, con priorità a quelli più esposti al rischio allagamenti. Osservato speciale continua a essere il fiume Montone, il cui livello idrometro desta forte preoccupazione”.

Per precauzione in diverse località romagnole stanno cominciando le evacuazioni di circa 700 persone tra Faenza, Castel Bolognese, Brisighella e Cervia. A Bologna “sorvegliato speciale” è il torrente sotterraneo Ravone in via Saffi.

Il maltempo continua ad imperversare sulla Sicilia, in particolare nella fascia occidentale. Vigili del fuoco in azione nella notte in via Crispi a Palermo, dove un grosso albero è crollato finendo sulla carreggiata. Forse a causa dell’ondata di maltempo che ieri ha investito il capoluogo siciliano l’albero ha ceduto, precipitando sulla strada in quel momento libera da automobilisti. Non si registrano feriti.

Un’altra ventina di interventi sono stati effettuati per cornicioni pericolanti e infiltrazioni d’acqua in appartamenti. Per oggi la Protezione civile ha diramato allerta arancione per le province di Agrigento, Trapani e Palermo.

La scomparsa di Emanuela Orlandi, la Procura di Roma esamina i nuovi documenti inviati dal Vaticano

La scomparsa di Emanuela Orlandi, la Procura di Roma esamina i nuovi documenti inviati dal VaticanoRoma, 15 mag. (askanews) – Sono al vaglio degli inquirenti della Procura di Roma documenti ed atti che la magistratura del Vaticano ha posto all’attenzione dei pubblici ministeri di piazzale Clodio rispetto al caso di Emanuela Orlandi, la ragazza di 15 anni scomparsa nel giugno 1983. Secondo quanto si è appreso nell’ambito del procedimento, aperto lo scorso anno e sulla base della richiesta del Csm su un esposto presentato dalla famiglia di Emanuela – secondo quanto si è appreso – sono anche state già ascoltate diverse persone informate sui fatti.

Oggi è allerta rossa in Sicilia per il maltempo

Oggi è allerta rossa in Sicilia per il maltempoPalermo, 15 mag. (askanews) – Piogge e temporali intensi, soprattutto nel versante occidentale della Sicilia. Il dipartimento di Protezione civile ha emesso un avviso di allerta rossa per oggi in tutta la provincia di Trapani e in alcune zone del Palermitano, Agrigentino, Nisseno, Messinese ed Ennese.

Scuole chiuse in gran parte dell’isola e pioggia incessante da alcune ore. Una pompa idrovora con capacità di tirare 10 mila litri di acqua al minuto è stata installata presso l’impianto di sollevamento a Trapani. Sono stati disposti 50 metri di tubazione pronti ad entrare in funzione in caso di necessità nella giornata di oggi, qualora la situazione dovesse precipitare e l’acqua essere talmente elevata da rendere necessaria l’attività di pompaggio. A Palermo, intanto, si registrano già i primi allagamenti nella zona di Mondello e del centro storico.

Ciclone esplosivo sull’Italia, il maltempo continuerà per giorni

Ciclone esplosivo sull’Italia, il maltempo continuerà per giorniMilano, 15 mag. (askanews) – La settimana appena iniziata sarà instabile e perturbata a più riprese, da Nord a Sud; insomma, la primavera sta mostrando tutto il suo lato più eclettico, e all’orizzonte non si vedono figure anticicloniche tali da dispensare un lungo periodo di stabilità atmosferica.

Antonio Sanò, fondatore del sito www.iLMeteo.it, comunica che questa fase di acuto maltempo prende origine da una vasta area di bassa pressione presente sull’Europa, che per tutta la settimana continuerà a pilotare masse d’aria di origine polare verso il bacino del Mediterraneo. Le correnti fredde in ingresso andranno ad alimentare una ciclogenesi esplosiva sul mar Tirreno. Non è un termine inventato, bensì una precisa definizione meteorologica: un ciclone bomba (o, appunto, ciclogenesi esplosiva) avviene quando un’area di bassa pressione posta alle medie latitudini vede la pressione atmosferica scendere nel suo minimo barico ad una velocità di almeno un millibar (hPa) all’ora per almeno 24 ore. Nella pratica questo si traduce in precipitazioni abbondanti, anche sotto forma di nubifragio e violente raffiche di vento. Il rischio collegato a queste configurazioni è che si verifichino eventi meteo estremi come nubifragi e, nei casi più eccezionali, le cosiddette ‘alluvioni lampo’ che solitamente interessano fasce ristrette di territorio, scaricando al suolo ingenti quantità d’acqua. Secondo gli ultimi aggiornamenti saranno maggiormente a rischio le regioni del Nord Est e quelle tirreniche del Centro Sud dove localmente potrebbe cadere fino ad oltre 200/300 l/mq di pioggia in pochissimo tempo, l’equivalente cioè delle precipitazioni attese in oltre 2 mesi. Andrà prestata particolare attenzione anche ai burrascosi venti che soffieranno lungo le coste tirreniche con punte ad oltre 120 km/h (raffiche quindi da Uragano, secondo la scala Beaufort) e il rischio più che concreto di mareggiate specie lungo i litorali di Lazio, Campania e Calabria.

In ultimo, tornerà anche a cadere la neve sulle nostre montagne: complice le temperature tutt’altro che calde: i fiocchi bianchi potrebbero scendere fin verso i 1400/1500 metri di quota sulle Alpi centro orientali. Un evento di tutto rispetto per essere ormai a metà Maggio e che non capita da alcuni anni.

Ucraina, Papa con Zelensky per giocare partita pace

Ucraina, Papa con Zelensky per giocare partita paceCittà del Vaticano, 13 mag. (askanews) – Mentre poco dopo le 16 il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e il suo seguito varcava l’Arco delle Campane per far ingresso in Vaticano, Papa Francesco, solo nella mattinata, aveva parlato di pace – nella sua intensissima giornata fatta di incontri, udienze e nomine – almeno sei volte. Parole per ribadire – se mai ce ne fosse stato bisogno – la sua e la posizione della Santa Sede riguardo a quella che anche oggi è tornato a definire “la terza guerra mondiale a pezzi” dove proprio l’Ucraina rappresenta uno scacchiere-chiave. Dall’altra parte è sembrato stridere il tweet mattutino del presidente ucraino che aveva parlato di colloqui importanti per arrivare “alla vittoria” finale.

Insomma, la difficile partita della pace in Europa ha visto oggi in Vaticano un altro capitolo ma con le difese schierate. Lo si è capito anche dall’abbigliamento del presidente ucraino che, giunto in Vaticano accompagnato da uomini in mimetica, non ha voluto rinunciare al suo proverbiale abbigliamento che ricorda da vicino le divise militari. Nei quaranta minuti di colloquio privato col Papa è emersa, comunque, la necessità di non dimenticare mai, come ha riferito il direttore della Sala stampa vaticana, Matteo Bruni, la “situazione umanitaria e politica dell’Ucraina provocata dalla guerra in corso”. “Il Papa – ha aggiunto Bruni – ha assicurato la sua preghiera costante, testimoniata dai suoi tanti appelli pubblici e dall’invocazione continua al Signore per la pace, fin dal febbraio dello scorso anno”. “Entrambi – ha concluso Bruni – hanno convenuto sulla necessità di continuare gli sforzi umanitari a sostegno della popolazione” con il Papa che “ha sottolineato in particolare la necessità urgente di ‘gesti di umanità’ nei confronti delle persone più fragili, vittime innocenti del conflitto”. La parola pace, insomma, non è stata pronunciata se non, in modo scarno, in una nota diffusa al termine della visita, da parte vaticana, in cui si è parlato della “necessità di continuare gli sforzi per raggiungere la pace”. E questo la dice lunga sullo stato dell’arte o, meglio, della diplomazia in un momento che potrebbe delinearsi strategicamente decisivo, quanto drammatico, per la guerra in corso.

Fuori dall’ufficialità, da parte della Santa Sede, si è fatto riferimento alle parole pronunciate dal Pontefice sul volo di ritorno dal suo ultimo viaggio pastorale in Ungheria, quando Francesco ha accennato ad un piano di pace che la Santa Sede vuole perseguire, alla necessità e alla disponibilità vaticana a farsi mediatore, nel frattempo, per lo scambio di prigionieri e alla necessità di altri “gesti di umanità” e non di crudeltà, riguardanti, appunto, i bambini, con la vicenda tragica di quelli rapiti e deportati, e poi alle fasce più deboli della popolazione civile. Insomma, l’attesa visita di Zelensky in Vaticano, il colloquio con Papa Francesco prima e con il segretario per i rapporti con gli Stati, mons. Paul Gallagher poi, ha confermato le difficoltà a intavolare un serio dialogo di pace e ancor prima, la volontà di farlo da parte dei belligeranti. Un ultimo indizio? Se il Papa ha donato al suo ospite una scultura dal significativo titolo: “La pace è un fiore fragile” ed una serie di volumi ispirati allo stesso tema, Zelensky gli ha regalato un’opera raffigurante l’immagine di una Madonna impressa su un giubbotto anti-proiettile squarciato. Ma se difficoltà e approcci diversi alla risoluzione del conflitto sembrano essersi riaffacciati con evidenza anche oggi, certamente la strada sotterranea e costante della diplomazia vaticana sta proseguendo incessante e chissà che questo incontro abbia comunque aperto nuovi spiragli per la pace. (di Giuseppe Cionti).

Papa ribadisce: siamo in una terza guerra mondiale

Papa ribadisce: siamo in una terza guerra mondialeCittà del Vaticano, 13 mag. (askanews) – Viviamo in una terza guerra mondiale combattuta a pezzi. Lo ha ribadito oggi Papa Francesco ricevedendo in Vaticano o riceve in Udienza gli Ambasciatori di Islanda, Bangladesh, Siria, Gambia e Kazakhstan presso la Santa Sede, in occasione della presentazione delle Lettere Credenziali. Questo mentre è stato confermata ufficialmente la visita e l’incontro con il presidente ucraino Zelensky. “Quando impareremo dalla storia che le vie della violenza, dell’oppressione e dell’ambizione sfrenata di conquistare terre non giovano al bene comune? Quando impareremo che investire nel benessere delle persone è sempre meglio che spendere risorse nella costruzione di armi letali? Quando impareremo che le questioni sociali, economiche e di sicurezza sono tutte collegate? Quando impareremo che siamo un’unica famiglia umana, che può veramente prosperare solo quando tutti i suoi membri sono rispettati, curati e capaci di offrire il proprio contribuito in maniera originale?”, si è chiesto il Papa parlando con i diplomatici.

“Finché non arriveremo a questa consapevolezza, – ha poi subito aggiunto – continueremo a vivere quella che ho definito una terza guerra mondiale combattuta a pezzi. Forse questa descrizione sembra disturbare la nostra sensibilità, soprattutto la soddisfazione per gli straordinari progressi tecnologici e scientifici raggiunti o per i passi già compiuti per affrontare le questioni sociali e sviluppare ulteriormente il diritto internazionale”.