Per risolvere il problema del ‘caro affitti’ il Miur vuole “coinvolgere tutti”Roma, 10 mag. (askanews) – Sulla questione del ‘caro affitti’ al ministero dell’università e della ricerca c’è irritazione rispetto alla ricerca di una contrapposizione con le amministrazioni locali. Secondo fonti del dicastero guidato da Anna Maria Bernini questa si ritiene controproducente al raggiungimento di una soluzione efficace e il più possibile condivisa. Insomma “la strada da percorrere per risolvere un problema annoso deve essere quella del dialogo e del coinvolgimento di tutti. Il ministro Bernini è decisa a proseguire su questa linea senza alimentare inutili polemiche”. Il ministro dell’università e della ricerca, Anna Maria Bernini, ha già incontrato e continuerà il confronto con le amministrazione locali per risolvere il problema degli alloggi degli studenti universitari. A riferirlo sono fonti dello stesso dicastero. Il Governo – si aggiunge – ha già fatto tanto stanziando 400 milioni di euro per nuovi posti letto e 500 milioni per le borse di studio. Il ministero, che ha in mano il dossier, ha già assegnato 7.500 posti letto previsti dal Pnrr e sta lavorando per i prossimi 52.500.
Rete degli studenti medi: sul caro affitti le parole di Valdiatra sono inaccettabiliRoma, 10 mag. (askanews) – La Rete degli Studenti Medi si unisce all’allarme lanciato dall’Unione degli Universitari sul problema del caro affitti. “Serve un impegno rapido e concreto per contrastare la crisi abitativa”, si spiega in una nota. “Sulla questione si è espresso il ministro dell’istruzione e del merito Giuseppe Valditara, di fatto lanciandosi esclusivamente contro le città guidate dal centrosinistra che, a suo dire, sono le uniche coinvolte dalle manifestazioni e le uniche ad avere responsabilità sulla vicenda”, si aggiunge. Il coordinatore nazionale della Rete degli Studenti Medi, Paolo Notarnicola, ha spiegato: “È assurdo che Valditara sia in grado di strumentalizzare un’emergenza, come quella abitativa, per soli fini politici. Il diritto allo studio universitario spetta alle Regioni, è bene ricordarlo al Ministro. Sulla crisi delle residenze ci sono più responsabilità, che riguardano in primis le Giunte Regionali, seguite dal Governo e dalle Amministrazioni Comunali, che, però, sono l’ultima ruota del carro e che non hanno gli strumenti e le risorse per dare risposte strutturali all’emergenza”. Notarnicola poi aggiunge: “E’ nell’interesse di un ministro dell’istruzione pubblica assicurarsi che il diritto allo studio venga garantito anche all’università, e questo passa anche e soprattutto dal diritto all’abitare. Valditara forse immagina che tutti gli studenti dopo le scuole superiori vadano subito a lavorare, mi dispiace dirgli che non è così: se vuole davvero avere un ruolo sulla crisi abitativa lo faccia all’interno del Consiglio dei ministri chiedendo misure tempestive”.
La Rete degli Studenti Medi – si sottolinea – sarà al fianco degli universitari nelle manifestazioni, la crisi abitativa non riguarda pochi studenti fuorisede, ma tutto il futuro del Paese. “La crisi abitativa, i prezzi esosi delle stanze, l’inflazione galoppante, le borse di studio inesistenti sono problematiche gravi che penalizzano la scelta universitaria – cotinua Giorgio Carratta, della Rete degli Studenti Medi – Come studenti delle scuole superiori non possiamo non constatare quanto il diritto ad un futuro dignitoso per le nuove generazioni sia costantemente bistrattato. Chiediamo che si intervenga immediatamente, convocando le associazioni studentesche ed universitarie. Sosteniamo l’appello lanciato dall’Unione degli Universitari e saremo al loro fianco davanti agli Atenei di tutto il Paese. Senza casa, senza futuro”.
“Sosteniamo la mobilitazione nazionale degli studenti, lanciata dall’Unione degli Universitari, che con lo slogan ‘Senza casa, senza futuro’ chiedono risposte al Governo sulla crisi abitativa, e denunciamo la grave condizione del mercato degli affitti”. È quanto affermano, in una nota, Cgil nazionale e Sunia. “In Italia – si legge nella nota – gli studenti che risiedono in una provincia diversa e comunque a più di 100 Km di distanza dal luogo di studio, i cosiddetti fuori sede, sono più di 750.000. Per rispondere a queste necessità il sistema di diritto allo studio pubblico fornisce circa 39.000 posti letto che riescono a tutelare il 5,2% degli aventi diritto”. “Un dato allarmante che – sottolineano Cgil e Sunia – mette in luce la colpevole assenza di misure nazionali legislative, economiche e fiscali, volte a garantire il diritto all’abitazione come parte integrante dell’infrastruttura del diritto allo studio e quindi, in quanto tale, diritto tutelato costituzionalmente. La scarsità di posti letto spinge inevitabilmente gli studenti e le loro famiglie a reperire alloggi nel libero mercato, un mercato ‘distorto’ e caratterizzato da forme speculative, elusione ed evasione fiscale”. I dati Istat “mostrano una situazione drammatica – proseguono Cgil e Sunia – i prezzi delle camere singole risultano aumentati di ben 11 punti percentuali rispetto al 2021, e di 13 punti rispetto al 2022 fino a raggiungere un costo medio mensile di 539 euro e annuale di 6468,00 Ç con picchi massimi nelle grandi città come Milano, Padova, Roma, Firenze e Bologna, che hanno toccato affitti mensili anche di 700 Ç al mese; città dove peraltro si concentra circa un quarto del totale dei fuori sede italiani”. “Oltre a tali costi – aggiungono Cgil e Sunia – insostenibili per le famiglie e gli studenti investiti dagli effetti della crisi pandemica, si devono aggiungere le spese accessorie – condominio, tassa sui rifiuti e utenze varie – che hanno subito forti rincari. Al momento, affittare la propria casa a turisti mediante piattaforme online, appare molto più conveniente a livello economico e con minori rischi, complice anche un sistema di legge sulle locazioni abitative che favorisce con importanti sgravi fiscali gli affitti brevi”.
Per Cgil e Sunia: “Occorre una nuova politica e un progetto complessivo di diritto allo studio, all’interno del quale devono essere individuate anche forme di sostegno abitativo per gli studenti fuori sede, altrimenti il concetto stesso di mobilità studentesca rischia di scomparire nel nostro Paese, bloccando ulteriormente le sue possibilità di sviluppo ed evoluzione sociale. Occorre che Governo, Regioni e Comuni intervengano. I fondi del Pnrr non stanno andando nella direzione di favorire significativamente il diritto allo studio, ma soprattutto sono indirizzati verso il settore privato e il libero mercato”. Secondo Cgil e Sunia “occorre istituire dei fondi a favore dei Comuni per coofinanziare l’acquisto e la ristrutturazione di alloggi, a partire dal patrimonio invenduto degli enti previdenziali, di aziende pubbliche e private fallite, dai beni confiscati alla mafia, battaglia culturale oltre che vertenziale. C’è la necessità – concludono – di costruire e attuare un welfare che si misuri con il mutato assetto sia sociale che economico delle città e con i molti aspetti delle nuove povertà e con le nuove disuguaglianze”.
Conte e Speranza davanti al Tribunale dei Ministri di BresciaBrescia, 10 mag. (askanews) – Sono iniziati gli interrogatori dell’ex premier Giuseppe Conte e dell’ex ministro della Salute Roberto Speranza davanti al Tribunale dei Ministri di Brescia, sezione del Tribunale ordinario che ha competenza per i cosiddetti reati ministeriali, quelli ciioè commessi dai componenti del governo nell’esercizio delle proprie funzioni istituzionali. I due politici sono arrivati al palazzo di Giustizia a bordo do un’auto con i verti oscurati entrata da un accesso secondario, dribllando così telecamere e giornalisti. L’area del palazzo di giustizia attorno all’aula 17, quella dove si svolgono gli interrogatori, è blindatissima e sorvegliata da polizia e carabinieri.
L’ex premier e l’ex ministro della salute sono entrambi accusati di epidemia ed omicidio colposi. Ipotesi di reato che, nel caso di Conte, riguardano la mancata istuituzione di una rossa rossa nell’area compresa tra i comuni di Nemnro e Alzano Lombardo nella primissima fase dell’emergenza Covid, mentre Speranza risponde più nello specifico della mancata aggiornamento del piano pandemico che, secondo la ricostruzione dei magistrari bergamaschi diretti dal procuratore Antonio Chiappani, risalva al 2006 e che nel 2017 era stato aggiornato con un’operazione di “copia e incolla” di passaggi del documento di 11 anni prima.Ascoltata la versione dei fatti dei due ex rappresentati del governo, il collegio presieduto dalla giudice civile Mariarosa Pipponzi dovrà decidere se archiviare oppure se presentare richiesta di autorizzazione a procedere alle Camere. Decisione che dovrà essere presa entro 90 giorni dal momento della ricezione degli atti di indagine, trasmessi per competenza dalla procura di Bergamo al Tribunale dei ministri nelle scorse settimane. L`ex ministro della salute, Roberto Speranza, “risponderà a tutte le domande” dei giudici del Tribunale dei ministri. Lo ha assicurato il suo difensore, l`avvocato Guido Calvi, entrando nel palazzo di giustizia di Brescia.
Il legale ha anche confermato di aver depositato ai giudici una memoria difensiva di una settantina di pagine. Il collegio presieduto dal giudice civile Mariarosa Pipponzi interrogherà prima l`ex premier Giuseppe Conte, difeso dall`avvocato Caterina Malavenda, e poi l`ex ministro della salute. Entrambi gli interrogatori si svolgono nell`aula 17 del Tribunale di Brescia. l`area intorno all`aula di interrogatorio è blindatissima da parte delle forze dell`ordine.
Covid, Conte e Speranza Brescia: presidio davanti al TribunaleBrescia, 10 mag. (askanews) – Alcune decine di persone si sono riunite in presidio davanti al Palazzo di Giustizia di Brescia nel giorno degli interrogatori davanti al Tribunale dei Ministri dell’ex premier Giuseppe Conte e dell’ex ministro della salute, Roberto Speranza, due dei principali indagati nell’inchiesta della procura di Bergamo sulla gestione della prima ondata di Covid.
“In vigile attesa di vedervi in galera”, si legge su uno striscioni esposto durante la manifestazione promossa dal comitato “L’altra Verità”. Tra i partecipanti anche diversi No Vax con palloncini colorati e la scritta: “Conte e Speranza avete mentito sapendo di mentire”. Un gruppo diverso dall’associazione “Sereniepersempreuniti” che riunisce i parenti delle vittime della prima ondata della pandemia e che, con le centinaia di denunce presentate in procura dall’avvocato Consuelo Locati, fece scattare l’inchiesta della procura di Bergamo che, insieme a Conte e Speranza, vede indagati per epidemia ed omicidio colposi anche il presidente dell’Iss Silvio Brusaferro, l’ex coordinatore del Cts Agostino Miozzo, l’ex capo della protezione civile Angelo Borrelli, oltre che i vertici della Regione Lombardia: il presidente della giunta Attilio Fontana e l’ex assesore Giulio Gallera.
Papa: dopo il Concilio di fronte a un restaurazionismo incredibileCittà del Vaticano, 9 mag. (askanews) – “Certamente so che il Concilio è ancora in via di applicazione. Ci vuole un secolo perché un Concilio sia assimilato, dicono. E so che le resistenze sono terribili. C’è un restaurazionismo incredibile. Quello che io chiamo ‘indietrismo’”. Papa Francesco è tornato a parlare delle resistenze all’interno della Chiesa cattolica verso le novità introdotte dal Concilio Vaticano II nel corso dell’intervista con alcuni membri della Compagnia di Gesù che si è svolta a Budapest nel corso del suo ultimo viaggio internazionale in Ungheria. Intervista pubblicata oggi da La Civiltà Cattolica.
Citando la Lettera agli Ebrei, Francesco ha spiegato la sua posizione. “‘Noi però non siamo di quelli che tornano indietro’. – ha detto citando il testo del Nuovo Testamento – Il flusso della storia e della grazia va da giù in su come la linfa di un albero che dà frutto. Ma senza questo flusso tu rimani una mummia. Andando indietro non si conserva la vita, mai”. “Si deve cambiare, come scrive nel ‘Commonitórium primum’, san Vincenzo di Lérins, quando afferma che anche il dogma della religione cristiana progredisce, consolidandosi con gli anni, sviluppandosi col tempo, approfondendosi con l’età. – ha quindi spiegato il Papa – Ma questo è un cambio dal basso in alto. Il pericolo oggi è l’indietrismo, la reazione contro il moderno. È una malattia nostalgica”, ha quindi detto.
“Questo è il motivo per cui ho deciso che ora è obbligatorio ottenere la concessione di celebrare secondo il Messale romano del 1962 per tutti i nuovi preti appena consacrati. – ha aggiunto spiegando la sua decisione sulle messe in latino – Dopo tutte le consultazioni necessarie, l’ho deciso perché ho visto che quella misura pastorale ben fatta da Giovanni Paolo II e Benedetto XVI veniva usata in modo ideologico, per tornare indietro. Bisognava fermare questo indietrismo, che non era nella visione pastorale dei miei predecessori”.
Giubileo, mons. Fisichella: Roma sarà più godibile e più bellaCittà del Vaticano, 9 mag. (askanews) – Sarà un “percorso impegnativo” ma che porterà a rendere ancora più bella e godibile la città di Roma. Lo ha affermato stamane il mons. Rino Fisichella, Pro-Prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione, nel corso di una conferenza stampa in Vaticano per fare il punto sui lavori per il prossimo Giubileo del 2025. Una certezza, quella del presule messo a capo da Papa Francesco alla macchina organizzativa dell’Anno Santo, confermata, ha riferito mons. Fisichella, dopo il “primo incontro bilaterale con governo ed enti locali, che si è svolto nella sala del Concistoro lo scorso 19 aprile 2023, e che “ha permesso di verificare – ha detto – la fattiva collaborazione, e il comune intendimento, per la riuscita positiva del prossimo Giubileo”.
Invitando tutti ad avere “la capacità di saper guardare insieme, anche se da prospettive differenti” alla preparazione all’anno giubilare, mons. Fisichella ha ricordato come la macchina organizzativa “troverà presto riscontro nell’avvio dei lavori che terranno occupata la città di Roma nei prossimi mesi”. “Certamente si comprendono le difficoltà che dovranno affrontare i cittadini e i turisti, che saranno costretti a utilizzare percorsi alternativi per spostarsi in città, a causa della presenza dei cantieri. – non si è nascosto il presule – Ma siamo altrettanto sicuri che tutti potremo ben presto, una volta ultimati i lavori, vivere in una città ancora più bella, più accogliente, rinnovata nelle sue opere artistiche e più facilmente godibile da tutti, per i percorsi migliorativi e le nuove infrastrutture che verranno integrate nel tessuto cittadino”.
Trenta anni fa a Pisa la prima pagina web pubblicata in ItaliaRoma, 9 mag. (askanews) – Il 1993 era iniziato da poco quando sullo schermo di un PC/Unix dell’Università di Pisa fu visualizzata la prima pagina web messa online in Italia. Una schermata rudimentale – testo, immagini e qualche elemento di grafica – che segnò l’approdo del nostro Paese nel world wide web nato meno di due anni prima.
A rendere possibile quell’impresa, – ricorda l’Università di Pisa – la creazione del primo server web italiano, nato esattamente 30 anni fa e realizzato a partire dal codice (ancora in versione BETA) che lo stesso Tim Berners-Lee, l’inventore del World Wide Web, aveva regalato a Maurizio Davini, all’epoca giovanissimo studente in fisica e oggi CTO del Green Data Center di Ateneo. All’impresa parteciparono, Stefano Suin, informatico e oggi dirigente della Direzione infrastrutture digitali Unipi; e l’economista Paolo Caturegli, insieme ad altri docenti dell’Università di Pisa. Pionieri, la cui curiosità e voglia di sperimentare diede vita, in quegli anni, ad una serie di progetti informatici che collocherà l’Università di Pisa all’avanguardia in Italia e in Europa nello sviluppo del web. “Il mio incontro con Berners-Lee avvenne alla fine del 1992 al Centro di Calcolo del CERN di Ginevra – racconta Maurizio Davini – Ero lì per vedere come funzionava la sua workstation NEXT e in quell’occasione mi spiegò la sua creazione e alla fine mi dette una copia di quello che era il codice sorgente del web. Tornai a Pisa e poche settimane dopo, agli inizi del 1993, avevamo il nostro server funzionante. Con i colleghi ripetemmo poi l’esperienza con i sistemi IBM AIX di Ateneo e dell’INFN di Pisa. Avevamo gettato le basi dei primi siti web italiani che di lì a poco, nell’agosto de 1993, avrebbero trovato una prima forma compiuta nel sito del CRS4 di Cagliari, Centro diretto, peraltro, da uno dei nostri laureati più illustri, Carlo Rubbia, ed estensione del CERN in Italia”.
Le origini di questa storia, per molti anni rimasta chiusa negli archivi dell’Università di Pisa, risalgono ad un gruppo di ricercatori e studenti che già nel 1989 si erano cimentati nel primo collegamento italiano in fibra ottica. Da quel nucleo originario, nel 1992, nascerà la squadra di lavoro organizzata dal professore Giuseppe Pierazzini dell’Università di Pisa, che porterà alla nascita della prima rete universitaria in fibra ottica d’Italia e poi al Centro di SERvizi per la Rete di Ateneo (SERra). “Eravamo giovani e con tanta voglia di sperimentare – racconta Stefano Suin, – Il gruppo di Pierazzini, interdisciplinare e interdipartimentale, era il terreno di coltura adatto per sviluppare progetti che all’epoca erano veramente pionieristici. Basti pensare che negli anni che hanno preceduto l’avvento del world wide web, il nostro Ateneo è stato un punto di riferimento in Europa per Gopher, il protocollo utilizzato inizialmente per collegare PC in tutto il mondo, e server per l’Italia di Archie, il primo motore di ricerca nella storia di internet”.
Oggi – evidenzia Unipi – questa storia d’eccellenza prosegue nel Green Data Center di Ateneo che, oltre ad essere quasi ad impatto zero, è anche uno dei pochissimi classificato come A dall’AgID. Nel GDC si portano avanti progetti di ricerca che vanno dai nano materiali al quantum computing e vi si testano tecnologie di nuova generazione. Il Green Data Center è il cuore dell’attuale rete dell’Università di Pisa, formata da oltre 9000 km di fibra ottica, con 80 km di canalizzazioni, che collega 250 edifici universitari. Attraverso accordi e convenzioni, inoltre, l’infrastruttura server ormai da tempo anche l’intera rete civica pisana e collega gli enti e le istituzioni di ricerca della città e le scuole di ogni ordine e grado di Pisa e Livorno.
Previste perturbazioni per tutta la settimana con temporali e calo termicoRoma, 8 mag. (askanews) – Stanno per tornare piogge e temporali su quasi tutta l’Italia a causa di una serie di perturbazioni pronte a condizionare il meteo per alcuni giorni.
Per Antonio Sanò, fondatore del sito www.iLMeteo.it, già da oggi lunedì 8 maggio sono previsti fenomeni temporaleschi a causa del passaggio di un primo ciclone che destabilizzerà non poco l’atmosfera, specie al Nord Est, regioni del Centro e sulle due Isole Maggiori. Ma l’attenzione è rivolta soprattutto tra martedì 9 e mercoledì 10 maggio quando un profondo vortice, ricolmo di aria polare, localizzato sulla Scandinavia, piloterà correnti d’aria molto fredde e instabili verso il bacino del Mediterraneo. Questo tipo di configurazione risulta piuttosto pericolosa per il nostro Paese come testimoniano anche diversi eventi avvenuti in passato quando l’ingresso dell’aria fredda favorì la genesi di un vero e proprio ciclone sui nostri mari. Visti i contrasti tra masse d’aria completamente diverse (tipici tra l’altro di queste settimane di passaggio tra una stagione e l’altra) non è escluso il rischio di nubifragi accompagnati anche da locali grandinate.
Il maltempo poi si espanderà rapidamente a buona parte dell’Italia ed anzi pare che pure la seconda parte della settimana possa risultare compromessa dalla piogge, a causa di un secondo ciclone carico d’aria fresca ed instabile in discesa dal Nord Europa in grado di provocare nuovi violenti temporali. Aspettiamoci dunque temperature ben sotto la media del periodo: altro che vestiti leggeri e maniche corte, sarà meglio tenere a portata di mano un ombrello e una giacca contro la pioggia.
Oltre 70 mila a Roma per la “Race for the Cure” per sostenere la lotta ai tumori del senoMilano, 7 mag. (askanews) – Affluenza da record per la XXIV edizione della Race for the Cure di Roma che si è conclusa con la presenza di oltre 70 mila sostenitori. La più grande manifestazione al mondo per la lotta ai tumori del seno organizzata da Komen Italia per sensibilizzare alla prevenzione ha colorato di rosa i luoghi più suggestivi della Capitale.
Vere protagoniste di questa grande manifestazione di salute, sport e solidarietà, sono state le “Donne in Rosa” – donne che stanno affrontando o hanno affrontato il tumore del seno – e che negli anni hanno generato un cambiamento culturale nell’approccio alla malattia, trasferendo forza e speranza alle 56 mila donne che ogni anno in Italia si confrontano con il tumore del seno. Quest’anno la manifestazione, oltre alla tradizionale passeggiata di 2 km e alla corsa di 5 Km aperta a tutti, ha incluso per la prima volta un percorso di 8 Km riservato agli atleti competitivi. “La Race for the Cure è una manifestazione che ha forza e dà forza, abbiamo raggiunto un risultato straordinario e stiamo già lavorando per la venticinquesima edizione. Siamo stati molto attenti ad utilizzare i fondi in maniera trasparente aiutando molti giovani ricercatori e generando numerosi progetti: il più importante è la Carovana della Prevenzione”, ha commentato Riccardo Masetti, Fondatore di Komen Italia. “Desidero portare avanti tutti i progetti in essere e anche quelli che sono all’orizzonte, sempre con più entusiasmo ed energia”, ha aggiunto Daniela Terribile, Presidente di Komen Italia. “Ho visto crescere la Race for the Cure sin dalla sua nascita, è un evento che veicola un messaggio straordinario per la prevenzione”, le parole di Giovanni Malagò, Presidente del CONI. Presenti alla partenza Barbara Saba, Direttore della Fondazione Johnson & Johnson e Monica Cerroni, Presidente del Fondo FASDA, partner aziendali della Race for the Cure, insieme a Patrizia Pavone di Roma Capitale, l’Estetista Cinica Cristina Fogazzi di Veralab con la sua squadra delle Fagiane Sgambettanti e tante altre personalità del mondo della cultura, del giornalismo, della televisione, della radio, del web, dello sport e per i più piccoli le Winx.
Il Villaggio della Salute, coordinato dalla Dott.ssa. Alba Di Leone, in collaborazione con la Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS, nel corso di quattro giorni ha ottenuto uno straordinario successo erogando 3000 prestazioni gratuite di diagnosi precoce e dei tumori del seno e di altre patologie prevalenti, in particolare alle donne in condizioni di fragilità sociale. In poco più di 20 anni Komen Italia, anche grazie alle Race for the Cure, è riuscita a raccogliere oltre 23 milioni di euro. La Race attraverserà altre 5 città italiane: Bari (12 – 14 maggio), Brescia (15 – 17 settembre), Bologna (22 – 24 settembre), Napoli (23 – 24 settembre), Matera (29 settembre – 1 ottobre).
Il Papa: non lasciamoci travolgere dal presente ma ricordiamoci la metaMilano, 7 mag. (askanews) – “Non lasciamoci travolgere dal presente” ma “guardiamo in alto, al Cielo, ricordiamoci la meta”. E’ il messaggio lanciato da Papa Francesco affacciato alla finestra dello studio nel Palazzo Apostolico Vaticano per la recita del Regina Caeli davanti ai fedeli ed i pellegrini riuniti in Piazza San Pietro.
“Quando sperimentiamo la fatica, lo smarrimento e persino il fallimento, ricordiamo dove è diretta la nostra vita”, ha detto il Santo Padre che ha poi subito aggiunto: “Non dobbiamo perdere di vista la meta, anche se oggi corriamo il rischio di scordarcelo, di dimenticare le domande finali, quelle importanti: dove andiamo? Verso dove camminiamo? Per cosa vale la pena vivere? Senza queste domande – ha proseguito il Pontefice – schiacciamo la vita solo sul presente, pensiamo che dobbiamo goderla il più possibile e finiamo per vivere alla giornata, senza uno scopo, senza un traguardo. La nostra patria, invece, è nel cielo non dimentichiamo la grandezza e la bellezza della meta”. “Pensiamo che siamo chiamati all’eternità, all’incontro con Dio”, ha concluso il Pontefice.