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Don Coluccia: so di dare fastidio ai clan ma c’è gente da salvare

Don Coluccia: so di dare fastidio ai clan ma c’è gente da salvareRoma, 31 ago. (askanews) – “Non mi fermo, stiamo smaltendo tutto quello che abbiamo visto”, dice al Messaggero Don Antonio Coluccia promettendo di non farsi intimidire e di tornare a Tor Bella Monaca dove è stato aggredito.

“Ero lì come faccio di solito, stavo parlando con qualche persona che mi ripeteva la necessità di dormire la notte e di avere maggiore sicurezza perché molti cittadini sono in balia degli spacciatori. Poi ho cercato di attraversare sulle strisce pedonali per passare dall’altro lato della strada e nel mentre è arrivato questo scooter che quando mi ha visto sulle strisce e si è fermato. Ha detto qualcosa che io non ho compreso e ho fatto un cenno di saluto”, poi è stato “tutto molto veloce, ha accelerato come per investirmi e l’operatore di scorta che mi era accanto mi ha spinto. Sono stato chiuso in un’autoblindata”. “E’ chiaro che l’atteggiamento di questo ragazzo deve essere attenzionato perché se uno vuole semplicemente passare attende che una persona attraversi la strada. Perché altrimenti questa aggressione come un agguato? Può sorgere qualche dubbio”, dice Don Coluccia.

“Le minacce nelle piazze di spaccio sono all’ordine del giorno perché tocchi i soldi che si fanno e Roma purtroppo vive del narcotraffico”, aggiunge. “Credo che Gesù Cristo sia venuto non per i sani ma per i malati, credo che in questi luoghi vada portato il messaggio della salvezza che è possibile e io devo fare la mia attività pastorale. Questi territori non possono essere territori ‘franchi’ dove non si può entrare”, per questo “c’è bisogno di un intervento di Stato”. Da articolare “in due modalità: la prima, come stanno facendo già le forze dell’ordine, con le indagini e la seconda invece è con la cultura della bellezza. Ovvero pulire le aiuole, raccogliere la spazzatura, togliere il degrado. Se noi lasciamo vivere queste persone nel degrado e nell’abbandono quali saranno i loro valori?”, conclude.

Stupro di gruppo a Palermo, respinta un’altra richiesta di scarcerazione di uno degli indagati

Stupro di gruppo a Palermo, respinta un’altra richiesta di scarcerazione di uno degli indagatiPalermo , 30 ago. (askanews) – Resta in carcere Christian Maronia, uno dei sette indagati per lo stupro di gruppo di una 19enne a Palermo. Il tribunale del Riesame del capoluogo siciliano ha rigettato la richiesta di scarcerazione. Maronia è il quarto indagato al quale è stata rigettata la richiesta di revoca della misura cautelare.

L’udienza sulla richiesta di scarcerazione di Christian Maronia, uno dei sette ragazzi indagati per lo stupro di gruppo, si era svolta questa mattina al tribunale del Riesame di Palermo. La difesa ha insistito nel chiedere la sua scarcerazione. L’udienza al tribunale del Riesame di Palemo si è aperta con la rinuncia dell’avvocato Alessandro Musso al mandato perché “è venuto meno il rapporto di fiducia” con il suo assistito. Musso ha infatti appreso poco prima dell’udienza che la famiglia di Maronia aveva appena nominato un altro difensore, Giuseppe Farina. Oggi l’accusato non era presente in aula.

Il Papa annuncia: il 4 ottobre la seconda Laudato si’, il creato è dono sacro

Il Papa annuncia: il 4 ottobre la seconda Laudato si’, il creato è dono sacroRoma, 30 ago. (askanews) – “Dopodomani 1 settembre si celebra la Giornata mondiale per la cura del creato, inaugurando il tempo del creato, che durerà fino al 4 ottobre, festa di San Francesco d’Assisi: in quella data ho intenzione di pubblicare una esortazione, una seconda ‘Laudato si””. Lo ha annunciato Papa Francesco, a conclusione dell’udienza generale di oggi in Piazza San Pietro.

“Uniamoci ai nostri fratelli e sorelle cristiani – ha detto ancora – nell’impegno di custodire il creato come dono sacro del Creatore: è necessario schierarsi a fianco delle vittime delle ingiustizie ambientali e climatiche, sforzandosi di porre fine alla insensata guerra alla nostra casa comune, che è una guerra mondiale terribile. “Esorto tutti voi a pregare e lavorare affinchè essa abbondi nuovamente di vita”, ha concluso Bergoglio.

Migranti, a Lampedusa proseguono i trasferimenti dall’hotspot

Migranti, a Lampedusa proseguono i trasferimenti dall’hotspotLampedusa, 30 ago. (askanews) – Sbarchi, ieri sera due, ma anche trasferimenti verso altre strutture. A Lampedusa sono in corso operazioni di trasferimento di circa 600 migranti sulla nave militare San Giorgio.

Nel pomeriggio invece è previsto un altro trasferimento di circa 500 migranti sulla nave di linea Galaxy. Dopo l’ondata di arrivi dei giorni scorsi, si accelera quindi con i trasferimenti per alleggerire la pressione sull’hotspot che fino a lunedì scorso contava oltre 3000 ospiti.

Stupro di gruppo a Palermo, la vittima: sono stanca, mi state portando alla morte

Stupro di gruppo a Palermo, la vittima: sono stanca, mi state portando alla mortePalermo, 29 ago. (askanews) – “Sono stanca mi state portando alla morte. Io stessa anche senza questi commenti non ce la faccio più. Non ho voglia di lottare né per me né per gli altri. Non posso aiutare nessuno se sto così”. Queste le parole della 19enne stuprata a Palermo in un altro sfogo sul suo profilo Instagram.

“Non serve a nulla continuare, pensavo di farcela ma non è così. Se riesco a farla finita porterò tutti quelli che volevano aiutarmi sempre nel mio cuore”, prosegue la giovanissima vittima della violenza, che ha scritto il post sopra un commento in cui si diceva che la ragazza era consenziente.

Dopo i nubifragi arriva il crollo termico, finita l’estate africana

Dopo i nubifragi arriva il crollo termico, finita l’estate africanaRoma, 29 ago. (askanews) – Il ciclone Poppea, come da previsioni, è sceso dalla Norvegia, ha attraversato gran parte dell’Europa occidentale e si è ‘tuffato’ venerdì nel Mediterraneo vicino alle Baleari. Da questa posizione, durante il weekend, si è poi approfondito, riscaldato e mosso verso Est raggiungendo l’Italia centro settentrionale con fenomeni estremi.

Lorenzo Tedici, meteorologo del sito iLMeteo.it, conferma infatti che nel suo percorso, dalle Baleari fino alla Sardegna (poi Liguria) Poppea ha assorbito tantissimo calore dalle acque caldissime del Mediterraneo assumendo caratteristiche simil-tropicali. Nel suo passaggio vicino alla Sardegna ha provocato anche un’anomala alta marea per il crollo repentino della pressione di 10 hPa in 12 ore, una profonda ciclogenesi tipica degli uragani sulle acque calde dei Caraibi. Nella serata di domenica, poi, a causa dell’arrivo di Poppea in Liguria si sono registrate delle piogge monsoniche record con accumuli in centro a Genova di 190 mm in 3 ore: la quantità di pioggia che cade in 4-5 mesi in alcune zone della Toscana meridionale. Insomma, introducendo la carta d’identità e la violenza del Ciclone Poppea con questi pochi semplici dati, si giustifica l’allerta attiva ancora per le prossime ore su mezza Italia: si temono nubifragi in particolare sul Nord-Est e su tutta la fascia tirrenica, mentre i venti di burrasca colpiranno ancora, specie la Sardegna, con onde fino a 7 metri sulle Bocche di Bonifacio.

Il ciclone Poppea segnerà la fine dell’estate africana, ma non dell’estate italiana: nel prossimo weekend avremo infatti il ritorno del sole quasi ovunque con temperature fino a 28-30 gradi, ma con picchi oltre i 35 gradi in Sardegna. Intanto, prima del ritorno dell’estate ‘italiana’, prestiamo attenzione nelle prossime ore in Toscana, Umbria, Lazio e Triveneto, poi nel corso della giornata anche in Emilia Romagna e Basso Tirreno. Il rischio è di avere temporali molto forti con accumuli di pioggia significativi, localmente anche qualche grandinata e purtroppo non si escludono anche tornado lungo le coste tirreniche.

Mercoledì poi il maltempo lascerà il Paese lentamente, fermandosi qualche ora in più e fino al pomeriggio su Alto Adriatico, estreme regioni di Nord-Est e tutte le zone centrali: attenzione a forti fenomeni tra Romagna, Marche e Lazio. L’ultimo giorno di agosto, infine, vedrà il ritorno di alcune piogge anche dal Nordafrica verso la Sicilia, richiamate dal Ciclone Poppea che intanto si sarà spostato sui Balcani: sull’Italia peninsulare ed in Sardegna invece il tempo sarà in prevalenza soleggiato, fresco al mattino, intorno ai 28 gradi di giorno. Il primo weekend di settembre sarà accompagnato da un nuovo anticiclone, decisamente meno caldo di Nerone e più piacevole: ritroveremo il sole ovunque, senza eccessi termici subtropicali e senza piogge monsoniche.

In Piemonte neve al Sestriere. Frane in Trentino e in Veneto, evacuati gruppi di turisti

In Piemonte neve al Sestriere. Frane in Trentino e in Veneto, evacuati gruppi di turistiRoma, 28 ago. (askanews) – A Belluno, in Veneto, a causa del maltempo sono stati evacuati per precauzione i 70 ospiti di due strutture ricettive a Cortina D’Ampezzo, in località Passo Tre Croci, per il pericolo di distacco massi dopo una frana.

Anche l’ondata di maltempo che ha interessato il Trentino Orientale nelle ore scorse ha causato smottamenti e frane, con ripercussioni sulla viabilità in particolare nella zona tra Torbole e Malcesine dove i vigili del fuoco sono intervenuti immediatamente e già nella mattinata la circolazione è stata ripristinata a senso unico alternato. A Ossana per precauzione è stato evacuato il camping Cevedale. A causa di un cedimento in Val di Genova la strada che porta a malga Bedole rimane chiusa dopo lo smottamento di ieri. Ha invece riaperto in tarda mattinata (ma solo a senso unico alternato) la gardesana orientale, anch’essa colpita da una frana nelle prime ore della giornata odierna nella zona tra il comune di Torbole e località Tempesta.

Le precipitazioni abbondanti hanno coinvolto anche i corsi d’acqua che hanno aumentato di molto la loro portata raggiungendo livelli elevati. L’attenzione in questo caso si concentra in particolare sul Sarca alle cui foci sono state posizionate le reti di contenimento al fine di trattenere il materiale trascinato dalla corrente e sono state chiuse le piste ciclabili nel territorio di Torbole, e sul Noce. In val di Sole, a Ossana, il livello raggiunto dal torrente Vermigliana ha suggerito agli amministratori locali di evacuare il camping Cevedale e si consiglia caldamente di evitare di percorrere le piste ciclabili lungo i corsi d’acqua. In Piemonte, intanto, spartineve in azione al Sestriere. Ancora disagi sulla viabilità di competenza della Città metropolitana di Torino a seguito del maltempo delle ultime 36 ore. Sui tratti a quota più alta della Strada Provinciale 23 del Sestriere e della Provinciale 215 la nevicata fuori stagione ha reso necessario l’intervento degli spartineve della Direzione Viabilità 2 al di sopra dei 1800 metri, tra Borgata Sestriere e il Colle (versante Val Chisone) e tra Grangesises e il Colle (versante Valle di Susa).

Nella zona collinare del Chivassese, il personale della Direzione Viabilità 1 della Città metropolitana di Torino è al lavoro per ovviare alle conseguenze di una frana di terra e fango che si è verificata a monte della carreggiata al Km 9+650 della Strada Provinciale 99 di San Raffaele Cimena. Sono in corso le operazioni di rimozione dalla carreggiata di fango, detriti e vegetazione sradicata dal movimento del terreno. È prevista l’istituzione di un senso unico alternato. I tecnici progettisti della Città metropolitana sono già sul posto per valutare l’opportunità di realizzare appena possibile un intervento di consolidamento della carreggiata.

A Napoli proteste contro l’abolizione del reddito di cittadinanza: tensione con la polizia

A Napoli proteste contro l’abolizione del reddito di cittadinanza: tensione con la poliziaNapoli, 28 ago. (askanews) – Momenti di tensione a Napoli durante una manifestazione contro l’abolizione del reddito di cittadinanza. Il corteo, circa 300 persone, è partito dalla stazione di piazza Garibaldi per poi raggiungere via Amerigo Vespucci e la rampa di accesso all’autostrada.

Alcune donne sono riuscite ad aprire un accesso dopo qualche momento di tensione con la polizia. Un altro gruppo, invece, ha scavalcato il guardrail ed ha permesso l’ingresso del corteo alla rampa autostradale.

I medici: i positivi al Covid in ospedale devono essere isolati, proteggere i pazienti più fragili

I medici: i positivi al Covid in ospedale devono essere isolati, proteggere i pazienti più fragiliRoma, 28 ago. (askanews) – “L’abolizione dell’obbligo di isolamento domiciliare per i cittadini positivi al Covid, stabilito dal Decreto Legge n.105 del 10 agosto 2023, non deve porre in secondo piano la necessità di tutelare i pazienti più fragili ricoverati o seguiti negli ospedali, in particolare quelli colpiti da tumori solidi e del sangue, da patologie cardiovascolari e da altre gravi malattie. La norma citata, infatti, non contiene nessuna indicazione sull’individuazione e sull’isolamento dei pazienti positivi all’interno dei nosocomi. Si tratta di una lacuna molto grave: chiediamo al ministro Schillaci di intervenire quanto prima con un analogo provvedimento”. È quanto afferma Francesco Cognetti, presidente FOCE (Federazione degli Oncologi, Cardiologi e Ematologi), che esprime preoccupazione per la mancata previsione dell’isolamento dei pazienti colpiti da Covid negli ospedali.

“Queste strutture sono frequentate da persone vulnerabili, che devono essere protette – spiega il prof. Cognetti -. Non dimentichiamo che il Covid continua a essere una malattia che, quando colpisce i fragili, può portare anche alla morte e l’isolamento dei positivi preserva dal contagio delle persone vulnerabili. In molti ospedali, ormai, non vengono più effettuati di routine i tamponi ai pazienti, ai sanitari e ai famigliari che li frequentano. Vanno pertanto definite norme sull’esecuzione dei tamponi e sulla loro frequenza, al fine di isolare e monitorare i positivi ed adeguare l’organizzazione dei reparti in caso di progressivo aumento dei contagiati”. In Italia si assiste, nelle ultime settimane, ad un incremento dei contagi e, in altri Paesi, anche dei ricoveri ospedalieri, dovuti a nuove varianti ipermutate, e ci si interroga su come affrontare una eventuale nuova ondata, per la diminuzione dei test di massa da parte dei cittadini ed il ridimensionamento della capacità di sorveglianza e di tracciamento delle varianti. Una situazione analoga potrebbe realizzarsi in Italia.

Nella settimana dal 17 al 23 agosto infatti, nel nostro Paese, sono stati registrati 11.606 nuovi casi di Covid, con un incremento del 96% rispetto alla settimana precedente (10-16 agosto). Anche il tasso di positività è aumentato di circa il 40%. L’abolizione dell’isolamento domiciliare obbligatorio per i positivi allinea l’Italia a numerosi altri Paesi europei (Francia, Spagna, Olanda,Belgio e Portogallo), che hanno stabilito simili indicazioni. “Si tratta di una decisione condivisibile, anche alla luce della disponibilità di vaccini e farmaci, ma va considerata la situazione degli ospedali del nostro Paese, che sono già oggi sotto pressione per mancanza di personale, posti letto e risorse e per scelte politiche sbagliate, che hanno progressivamente depotenziato la sanità negli ultimi 10 anni – spiega Pasquale Perrone Filardi, presidente SIC (Società Italiana di Cardiologia) -. Un eventuale incremento di casi Covid rischia di portare i nosocomi al collasso”.

La fragilità del sistema complessivo è testimoniata dal tasso di mortalità fra i contagiati dal virus, che è stato particolarmente elevato nel nostro Paese: “Ogni settimana, attualmente in Italia, circa 50-60persone ancora muoiono per le conseguenze dell’infezione – sottolinea Paolo Corradini, presidente SIE (Società Italiana di Ematologia) -. Il livello del contagio, di recente, è in aumento ed il dato è da ritenersi sottostimato per il più basso numero di tamponi effettuati rispetto a mesi fa. Per creare una ‘gabbia’ di protezione intorno al paziente, è fondamentale, inoltre, vaccinare con cadenza semestrale i fragili e tutti gli over 60 contro il Covid, ma anche contro l’influenza e lo pneumococco. L’immunizzazione deve riguardare non solo i malati, ma anche i famigliari, i caregiver e tutti gli operatori sanitari. E i cittadini positivi al Covid non devono assolutamente entrare in contatto con i fragili e frequentare gli ospedali”.

Il ciclone Poppea è diventato un “MediCane”, allerta per fenomeni estremi

Il ciclone Poppea è diventato un “MediCane”, allerta per fenomeni estremiRoma, 28 ago. (askanews) – Il ciclone Poppea è diventato un “MediCane” (MEDIterranean hurriCANE, uragano mediterraneo). Ha toccato terra in Liguria e ha provocato violenti nubifragi, dopo aver raggiunto il mare bollente della regione (28-30°C di temperatura). Possiamo dire addio al caldo africano che per quasi 2 settimane ha attanagliato l’Italia con l’anticiclone Nerone.

Antonio Sanò, fondatore del sito iLMeteo.it precisa che sui nostri mari non possiamo parlare di vero e proprio uragano, ma solo di ‘uragano mediterraneo’ in quanto il primo presenta normalmente un diametro medio di 500 km, mentre sui nostri bacini (a causa della superficie marina minore) possiamo ritrovare diametri massimi di circa 100 km. Almeno per le prossime 48 ore il maltempo colpirà duramente su molte regioni. Attorno all’occhio del ciclone Poppea soffieranno venti fortissimi con raffiche da uragano localmente superiori ai 120 km/h. C’è da aspettarsi quindi un ingrossamento del moto ondoso del Mar Ligure e del Mar Tirreno. Nella giornata di lunedì 28 le regioni maggiormente colpite dalla furia di Poppea saranno quelle nord occidentali, ovvero Liguria, Piemonte e Lombardia; come già successo nel corso di sabato e domenica le precipitazioni potrebbero risultare di forte intensità e accompagnate da temporali e grandinate eccezionali. Le piogge poi saranno battenti e si presenteranno sotto forma di nubifragio. Nel corso della sera e notte di lunedì il ciclone comincerà a spostarsi verso est e così anche su Toscana, Lazio, Umbria e al Nordest inizierà a piovere via via più diffusamente.

Nella giornata di martedì il ciclone si sarà ulteriormente spostato verso oriente e così se il tempo inizierà a migliorare su Liguria e Piemonte, sarà ancora perturbato e con nuovi temporali fortissimi e piogge battenti su Lombardia, Emilia Romagna, Nordest, Toscana, Lazio e Umbria. Qualche temporale nel frattempo avrà raggiunto pure Campania, Sardegna e Calabria tirrenica, localmente anche la Sicilia. I fenomeni generati da Poppea saranno in alcuni casi estremi, come intense grandinate e presenza di downburst, un fenomeno meteorologico che consiste in forti raffiche di vento discensionali con moto orizzontale in uscita dal fronte avanzante del temporale. Per cui, su tutte le zone e città in cui scoppierà un forte temporale potrà esserci il rischio di una forte grandinata e violente raffiche di vento. Piemonte, Lombardia, Liguria, Trentino Alto Adige (nelle giornate di lunedì), Veneto, Friuli Venezia Giulia, Toscana, Umbria e Lazio (nelle giornate di lunedì e martedì) sono le regioni maggiormente a rischio di grandine grossa.

L’aria fresca che alimenterà il ciclone farà crollare le temperature che rispetto a qualche giorno fa potranno perdere anche 15-20°C. Tornerà anche la neve sulle Alpi dove i fiocchi potranno raggiungere la ragguardevole quota per il periodo di 2000 m. Infine, nei giorni successivi il ciclone si muoverà verso il Balcani, interessando diffusamente il Centro Italia (mercoledì), localmente il Sud e il Friuli Venezia Giulia. Dopo di che tornerà l’alta pressione, a garanzia di un periodo più stabile, soleggiato ma con caldo gradevole.