In fiamme un deposito di rifiuti a Ciampino: tenere le finestre chiuseRoma, 29 lug. (askanews) – Dalle prime ore di stamane un incendio ha avvolto un impianto di smaltimento dei rifiuti nella zona di Ciampino, alle porte della Capitale. In particolare il rogo ha interessato una azienda che si trova in via Enzo Ferrari. I vigili del fuoco, che sono al lavoro da ore, hanno impegnato per le operazioni diversi mezzi di pronto intervento ed anche un elicottero per la ricognizione.
Il comune di Ciampino, sul sito internet istituzionale, ha spiegato: “E’ in corso un grave incendio presso l’impianto di stoccaggio e trasferenza rifiuti Ecologica 2000, in via Enzo Ferrari, zona Appia Nuova. Presenti sul posto Polizia locale, Vigili del Fuoco, Carabinieri, Polizia di Stato e personale del 118, che stanno fornendo tutte le informazioni in tempo reale. Non si riscontrano vittime o feriti”. Poi si sottolinea: “Al momento la nube si sta spostando verso Ovest/Nord Ovest. La sindaca Emanuela Colella ha provveduto ad informare i sindaci delle città limitrofe, afferenti alla Asl Roma 6, rispetto alla natura dell’incendio e sta condividendo le informazioni da diramare alla cittadinanza”. Insomma “ove visibile il fumo” bisogna “tenere le finestre chiuse”.
Domenica festa in piazza a Bologna per ZakiBologna, 28 lug. (askanews) – A una settimana dal suo rientro in Italia dopo la grazia concessa dal presidente al-Sisi, domenica 30 luglio si terrà in Piazza Maggiore a Bologna la serata in onore di Patrick Zaki. All’evento promosso dal Comune e dall’università di Bologna parteciperà, tra gli altri, l’arcivescovo e presidente della Conferenza episcopale italiana, card. Matteo Zuppi. Al termine della serata verrà consegnata la cittadinanza onoraria al giovane rilasciato a oltre tre anni dall’arresto in Egitto.
L’appuntamento in Piazza Maggiore è per domenica a partire dalle ore 20 quando insieme al sindaco Matteo Lepore, al rettore Giovanni Molari e alla professoressa Rita Monticelli verrà rimosso lo stendardo per la liberazione di Zaki apposto sulla facciata di Palazzo D’Accursio. Nel corso dell’evento interverranno anche l’artista Alessandro Bergonzoni, Riccardo Noury e Iustina Mocanu di Amnesty International, il fumettista Gianluca Costantini, i compagni di università del Master Gemma Giada Rossi e Rafael Garrido Álvarez, l’amministratore delegato del Bologna FC Claudio Fenucci, la presidente del Consiglio comunale Maria Caterina Manca, che insieme al sindaco consegnerà la cittadinanza onoraria del Comune di Bologna a Patrick Zaki. Presenterà l’attrice Donatella Allegro.
E’ come se in Italia fossero stati incendiati 73mila campi di calcioRoma, 28 lug. (askanews) – In Italia è emergenza incendi: dalla Sicilia alla Calabria passando dalla Puglia all’Abruzzo alla Sardegna le fiamme stanno divorando ettari ed ettari di terreno minacciando centri abitati, la vita delle persone e della biodiversità. In Italia da inizio anno al 27 luglio sono andati in fumo ben 51.386 ettari percorsi dal fuoco equivalenti a oltre 73.408 campi da calcio. Impressionati i dati degli ultimi tre giorni, dal 25 al 27 luglio, sono bruciati ben 31.078 ettari di vegetazione. È quanto denuncia Legambiente che oggi diffonde i dati che ha elaborato analizzando quelli satellitari EFFIS (European Forest Fire Information System), che monitorano solo gli incendi superiori ai 30 ettari di superficie interessata, per fare un punto della situazione. La gran parte degli ettari andati in fumo, ben 41.365 (pari all’80%), è bruciata in Sicilia, seguita da Calabria, 7.390 ettari, Puglia 1.456 ettari e Abruzzo 284 ettari. Nella sola provincia di Palermo, negli ultimi tre giorni, sono stati percorsi dalle fiamme quasi 15.000 ettari. Il più delle volte, sottolinea Legambiente, si tratta di incendi dolosi appiccati da persone senza scrupoli che non guardano in faccia a nessuno come ben evidenziano anche i dati dell’ultimo rapporto Ecomafia.
Nel 2022 nella Penisola sono stati 5.207 i reati accertati per incendi dolosi, colposi e generici. Calabria e Sicilia restano saldamente al comando della classifica 2022 delle regioni più colpite dalle azioni incendiarie, rispettivamente con 611 e 544 reati contestati. Segue al terzo posto il Lazio con 479, la Toscana con 441 e la Lombardia, che dal decimo passa al quinto con 415. Se si guarda indietro degli anni dal 2018 al 2022 in Sicilia sono stati 2.938 i reati accertati per incendi dolosi, colposi e generici, 191.386 gli ettari di superficie boscata e non andati in fumo. Palermo (677), Messina (605) e Catania (444) le città con più illeciti. In Calabria dal 2018 al 2022 sono stati 2.709 i reati accertati di questo tipo, 63.196,30 gli ettari di superficie boscata e non percorsi dalle fiamme. Cosenza (1652), Catanzaro (454) e Crotone (412) le città dove si sono registrati più illeciti di questo tipo. Rispetto alla situazione degli incendi è una fotografia preoccupante quella tracciata da Legambiente su cui è importante che le istituzioni preposte intervengano senza ulteriori ritardi. Dieci le priorità di intervento che l’associazione ambientalista indica oggi al Governo Meloni e che riguardano, in sintesi, prevenzione su più livelli e in maniera continuativa, gestione, rafforzamento delle attività investigative e norme più severe. In primis, tra le azioni da mettere in campo, occorre definire un soggetto unico come la Protezione Civile nazionale per gestire gli incendi boschivi in maniera integrata, garantire un maggiore coordinamento tra le istituzioni e gli attori coinvolti e vigilare sull’applicazione della legge quadro sugli incendi boschivi (L. 353/2000) e le sue modifiche introdotte con la legge 155/2021. Allo stesso tempo è fondamentale prevedere pene più severe estendendo quelle previste dal Codice Penale per il reato di incendio boschivo a qualunque tipologia di incendio di vegetazione. Va inoltre migliorato il sistema di raccolta, analisi e condivisione dei dati sugli incendi in Italia attraverso investimenti tecnologici e le semplificazioni normative. L’analisi delle statistiche sugli incendi è essenziale per la comprensione ed il governo del fenomeno.
“In Italia – spiega Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – l’emergenza incendi, aggravata dalla crisi climatica in corso, è ormai cronica come dimostrano le immagini apocalittiche che in questi giorni stanno arrivando dalla Sicilia, da Palermo a Catania, e da altre regioni della Penisola. Puntualmente ogni estate e nello stesso periodo nel nostro Paese scoppiano roghi, il più delle volte di origine dolosa. Una piaga che va assolutamente fermata con azioni di prevenzione e politiche mirate su cui Governo, Regioni e Comuni devono intervenire in maniera sinergica, perché gli incendi si possono prevedere e possono essere evitati, più difficile è spegnerli. Senza contare i danni che provocano, in termini, purtroppo, di vite umane, ambientali ed economici. Per questo oggi abbiamo indirizzato al Governo Meloni dieci proposte di intervento chiedendo, tra l’altro, anche un inasprimento delle pene estendendo quelle previste dal Codice Penale per il reato di incendio boschivo a qualunque tipologia di incendio di vegetazione. Infine, non va dimenticato che è fondamentale responsabilizzare e coinvolgere cittadini, preziosa parte attiva nella lotta agli incendi ma anche e soprattutto nella partita della prevenzione e informazione”. In Sicilia da inizio anno al 27 luglio 2023, nella provincia di Palermo sono bruciati 17.957 ettari di vegetazione (pari al 35% del totale nazionale), in quella di Agrigento 6.592 ettari bruciati, di Messina 3.963 e di Siracusa 3.957. Se guardiamo invece alla Calabria, nello stesso periodo in provincia di Reggio Calabria sono andati in fumo 6.388 ettari e nella provincia di Cosenza 591 ettari. In Puglia la provincia più colpita è quella di Foggia dove sono bruciati nello stesso periodo 1282 ettari, mentre in Abruzzo nella provincia dell’Aquila 284 ettari.
Legambiente ricorda che dal punto di vista degli strumenti normativi, la legge 68/2015 che ha introdotto gli ecoreati nel Codice penale può dare un importante contributo. Infatti, nei casi più gravi si può configurare, per le conseguenze che hanno i grandi incendi boschivi, il delitto di disastro ambientale, introdotto con la legge 68/2015 e che prevede fino a 15 anni di reclusione più le aggravanti.
Papa Francesco: affrontare la sfida del clima con sforzi lungimirantiMilano, 28 lug. (askanews) – Bisogna “porre in atto sforzi coraggiosi e lungimiranti per affrontare la sfida dei cambiamenti climatici e proteggere responsabilmente il creato, prendendosi cura della casa comune”. E’ l’appello lanciato da Papa Francesco in un telegramma inviato dal Segretario di Stato, Pietro Parolin, a nome del Santo Padre al cardinale Matteo Maria Zuppi, presidente della Conferenza Episcopale Italiana, per i danni causati dai nubifragi e dagli incendi in Italia.
Il Pontefice chiede al presidente della Cei “di farsi interprete della sua affettuosa vicinanza alle popolazioni colpite” dai nubifragi e dagli incendi “che hanno flagellato diverse regioni italiane, causando danni e disagi come pure tanta apprensione tra la gente”. Infine “sua Santità – si legge ancora nel testo del telegramma – invoca dal Signore, per intercessione della Vergine Maria, il conforto per quanti soffrono le conseguenze di così gravi disastri e, mentre esprime apprezzamento per quanti si sono prodigati generosamente nei soccorsi, in particolare i Vigili del fuoco, invia la benedizione apostolica”.
Il caldo e i temporali nell’ultimo week-end di luglioMilano, 28 lug. (askanews) – Dopo 3 settimane folli, bollenti, asfissianti, tempestose e violente, stop al caldo nordafricano e ai fenomeni estremi. Unico souvenir, unico ricordo di una fase di ovvio cambiamento climatico, qualche picco di 39 gradi nei prossimi giorni all’estremo Sud. Antonio Sanò, fondatore del sito www.iLMeteo.it, conferma che torneremo a vivere l’estate di una volta, quella senza eccessi, con massime fino a 35-36 gradi e non fino a 45-48 gradi. L’ultimo weekend di luglio presenterà solo qualche timido tentativo di caldo nordafricano tra Sardegna, Sicilia, Calabria, Basilicata e Puglia con 39 gradi, ma sarà un veloce tentativo di ricordare il recente periodo bollente e durerà molto poco. Con l’inizio del mese di agosto le proiezioni meteo indicano infatti “estate mediterranea” per tutti: con “estate mediterranea” indichiamo una fase soleggiata, non troppo calda, tipica degli anni ’80, con un clima piacevole alternato a qualche temporale pomeridiano normale (non supercelle con grandinate pazzesche!); in sintesi torneremo ‘vintage con il clima del secolo scorso.
Nelle prossime ore il tempo sarà in prevalenza soleggiato salvo qualche passaggio nuvoloso al Nord e qualche breve acquazzone pomeridiano in montagna su Alpi, Prealpi e Appennino settentrionale, specie settore ligure. Le temperature massime raggiungeranno al massimo i 37°C in Sardegna e i 36°C in Sicilia, mentre sulla penisola le regioni più calde saranno Puglia e Basilicata con 34°C, altrove sono attesi valori ancora più bassi e quindi gradevoli per il periodo. Durante l’ultimo weekend di luglio, l’anticiclone nordafricano, come detto, proverà a tornare da noi portando il termometro fino a 39 gradi sulle Isole Maggiori: niente in confronto a quello che è successo nelle ultime settimane. Il tempo sarà bello e soleggiato al Centro-Sud, mentre al Nord sabato sera potrebbe arrivare un veloce fronte freddo instabile foriero di qualche temporale su Alpi, Prealpi e pianure adiacenti. Questi temporali del sabato sera potrebbero, se confermati, interessare la Pianura Padana settentrionale nella notte e fino alla domenica mattina, con qualche rovescio più intenso sul Triveneto: per il resto l’ultimo weekend di luglio ci regalerà condizioni meteo piacevoli. L’inizio del mese di agosto, con la suddetta estate mediterranea, vedrà un leggero calo delle temperature anche al Sud e qualche acquazzone in più al Nord; al Centro è prevista al momento anche una ventilazione più sostenuta da Ovest che mitigherà le temperature. Insomma, andremo verso un periodo meno estremo, ma con qualche movimento meteo non escluso. Intanto possiamo dire che “si stava meglio quando si stava peggio”, cioè “il passato a volte è meglio di quanto pensavamo”: lo scorso secolo non avevamo tutta la tecnologia ed il progresso attuale, ma la vita scorreva più tranquilla, meno caotica e soprattutto meno rovente e violenta dal punto di vista climatico. Vivevamo l’estate mediterranea senza eccessi termici e senza eventi estremi; per alcuni giorni torneremo al passato, meglio così.
Musumeci: nel catanese 15mila utenze sono senza elettricitàMilano, 27 lug. (askanews) – La situazione sulle interruzioni di erogazioni di corrente elettrica registrate in Sicilia, il ministero della Protezione civile informa che “la situazione è in netto miglioramento rispetto ai giorni scorsi e che risultano oggi disalimentate meno di 15.000 utenze, concentrate prevalentemente in provincia di Catania, soprattutto nell’area Pedemontana etnea”. Lo ha detto il ministro per la Protezione civile Nello Musumeci, intervenuto alla Camera per un’informativa urgente sulle emergenze determinate dagli eventi calamitosi eccezionali dei giorni scorsi.
I danni provocati dal maltempo in Lombardia toccano i 168 milioni (ma la stima è in crescita)Milano, 27 lug. (askanews) – “La stima dei danni da maltempo nella nostra Regione che ho anticipato martedì in Consiglio è stata già ampiamente superata ed è destinata a crescere. Ad oggi, infatti, i danni segnalati per il maltempo da parte di 117 enti hanno già superato i 168 milioni di euro, di cui 77,3 per il comparto pubblico e 91,4 per il comparto privato, nonostante manchino ancora le quantificazioni di numerosi Comuni, tra i quali la città di Milano e i centri dell’hinterland, tra i più duramente colpiti dalla grandinata di due giorni fa, che indubbiamente incideranno in modo significativo facendo lievitare l’entità dei danni”. Così in una nota l’assessore regionale alla Protezione Civile e Sicurezza della Regione Lombardia, Romano La Russa.
I Comuni hanno sette giorni di tempo per presentare a Regione Lombardia la prima stima dei danni subiti sul proprio territorio attraverso la compilazione della scheda sul portale regionale. Un flusso continuo di informazioni dal territorio che si sta aggiornando di ora in ora e sul quale sono al lavoro i tecnici della Protezione Civile, supportati da Aria. “Desidero ringraziare tutta la struttura della Protezione Civile regionale che si sta prodigando senza sosta in questi giorni complicati – ha sottolineato La Russa – i volontari, i sindaci, le Province e tutti gli operatori intervenuti senza dimenticare i nostri dirigenti e i tecnici stanno dando un apporto fondamentale per uscire dalla fase dell’emergenza”.
Ad oggi il territorio provinciale che ha segnalato il numero più consistente di danni, che superano i 64 milioni di euro, è Mantova, sferzata da una violenta grandinata già una settimana fa. Seguono i territori della provincia di Varese con una stima parziale dei danni attestata ad oltre 52 milioni di euro, poi quelli di Brescia con 22 milioni di euro e Como con quasi 13 milioni.
Clima, appello di 100 scienziati ai media: non parlate di ‘maltempo’Milano, 27 lug. (askanews) – “Il mese di giugno 2023 è stato, a livello globale, il più caldo da quando si registrano le temperature. Non sappiamo ancora quanti morti provocheranno le ondate di calore di questa estate, ma sappiamo quanti ne ha provocati il caldo intenso di quella scorsa: più di 60 mila nella sola Europa, 18 mila nel nostro Paese, il più colpito. Ondate di calore, alluvioni, siccità prolungate e incendi sono solo alcuni dei segnali dell’intensificarsi degli impatti dei cambiamenti climatici nei nostri territori. Tuttavia, i media italiani parlano ancora troppo spesso di ‘maltempo’ invece che di cambiamento climatico. Quando ne parlano, spesso omettono le cause e le relative soluzioni. È come se nella primavera del 2020 i telegiornali avessero parlato solo di ricoverati o morti per problemi respiratori senza parlare della loro causa, cioè del virus Sars-CoV-2, o della soluzione, i vaccini”. E’ l’appello lanciato da un centinaio di scienziati in una lettera aperta destinata ai media italiani: “Giornalisti, parlate delle cause della crisi climatica, e delle sue soluzioni. Omettere queste informazioni condanna le persone al senso di impotenza, proprio nel momento storico in cui è ancora possibile costruire un futuro migliore. È nostra responsabilità, come cittadini italiani e membri della comunità scientifica, avvertire chiaramente di ogni minaccia alla salute pubblica. Ed è dovere dei giornalisti difendere il diritto all’informazione e diffondere notizie scientifiche verificate”, si legge nella missiva firmata, tra gli altri, da Giorgio Parisi, Premio Nobel per la Fisica 202, Antonello Pasini, Primo ricercatore dell’Istituto sull’Inquinamento Atmosferico del Cnr, Giorgio Vacchiano, Presidente del Climate Media Center Italia, Cristina Facchini (Cnr-Isac), Presidente della Società Italiana per le Scienze del Clima.
“Nel suo ultimo rapporto, il gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici delle Nazioni Unite (IPCC) è chiarissimo su quali siano le cause principali del cambiamento climatico: le emissioni di gas serra prodotte dall’utilizzo di combustibili fossili. Ed è altrettanto chiaro su quali siano le soluzioni prioritarie: la rapida eliminazione dell’uso di carbone, petrolio e gas, e la decarbonizzazione attraverso le energie rinnovabili. È questa la strategia giusta per fermare l’aumento delle temperature, ed è tecnologicamente ed economicamente attuabile già oggi. A questo devono aggiungersi politiche di adattamento per proteggere persone e territori da quegli effetti del cambiamento climatico divenuti ormai irreparabili”, sostengono i firmatari della lettera che sottolineano: “Non parlare delle cause dei sempre più frequenti e intensi eventi estremi che interessano il nostro pianeta e non spiegare le soluzioni per una risposta efficace rischia di alimentare l’inazione, la rassegnazione o la negazione della realtà, traducendosi in un aumento dei rischi per le nostre famiglie e le nostre comunità, specialmente quelle più svantaggiate”. Perciò, conclidono i 96 scienziati, “invitiamo tutti i media italiani a spiegare chiaramente quali sono le cause della crisi climatica e le sue soluzioni, per dare a tutti e a tutte gli strumenti per comprendere profondamente i fenomeni in corso, sentirsi parte della soluzione e costruire una maggiore fiducia nel futuro. Siamo ancora in tempo per scegliere il nostro futuro climatico. Siamo ancora in tempo per scegliere un futuro sostenibile che metta al primo posto la sicurezza, la salute e il benessere delle persone, come previsto dagli obiettivi europei di riduzione delle emissioni del 55% al 2030 e di neutralità climatica al 2050. Possiamo farlo anche grazie a una corretta comunicazione e alla cooperazione tra noi tutti”.
La presidente della Rai Marinella Soldi: su Saviano auspico un supplemento di riflessioneRoma, 27 lug. (askanews) – “Una premessa: l’Amministratore Delegato della Rai, secondo le norme, ha autonomia decisionale sulla gestione aziendale e sui programmi. Come Presidente svolgo il mio ruolo a garanzia degli utenti e dell’azienda, ricercando un approccio costruttivo; le valutazioni politiche non mi appartengono. Proprio in virtù del mio ruolo ritengo oggi di dover intervenire sul cosiddetto caso Saviano, che molti hanno paragonato al caso Facci. Vicende diverse, per quel che ciascuno ha detto e per le tipologie di programma. La trasmissione “Insider – faccia a faccia con il crimine” condotta da Roberto Saviano è un prodotto nello spirito del servizio pubblico, parla di mafia e di legalità, ha avuto un primo ciclo di successo, con un gradimento del pubblico superiore alla media degli approfondimenti Rai (dati Qualitel TV 2022). Fermo restando il rispetto dovuto alle Istituzioni, auspicherei un supplemento di riflessione interna per ricercare, in tempi idonei, una soluzione gestionale nell’ interesse degli utenti e dell’azienda, tenendo conto, tra l’altro, che si tratta di un programma già registrato”. Lo afferma in una nota la presidente della Rai Marinella Soldi.
L’arcivescovo di Palermo: la responsabilità degli incendi in Sicilia è della politicaPalermo , 27 lug. (askanews) – “Il volto della Città e dell’intera Sicilia è sfigurato. Tutti noi sappiamo però che non si tratta di un’emergenza. Quello che è accaduto in questi giorni è l’esito ultimo di decenni di decisioni, di scelte, di gesti, di omissioni. La responsabilità di questo disastro ricade certo su chi ha avuto in mano la cosa pubblica, sulla politica; sulle nostre crepe educative, come anche sul modo di annunciare il Vangelo delle nostre comunità cristiane; ricade su di noi, su di noi in quanto popolo”. Così l’arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice sull’emergenza incendi che ha colpito la città.
“Non abbiamo fatto abbastanza – sottolinea Lorefice – per cambiare la nostra Casa comune, la Terra; per mettere fine alla logica dello sfruttamento e del profitto e combattere le mafie; per difendere l’ambiente, il territorio, i nostri beni culturali; per creare opportunità di lavoro e servizi sociali. Siamo stati pigri, indolenti, individualisti, fatalisti, distratti da gretti interessi di parte. Il panorama desolato delle nostre città in fiamme, riscaldate da un vento infernale, avvolte dal fumo, prive di acqua e di elettricità, è lo specchio di tutto questo. Voglio dirvi però, in nome del Vangelo, che la speranza non è finita. Che ci sono attorno a noi e dentro di noi energie di riscatto e di novità. Miei cari e amati Palermitani, miei cari figli e figlie della Chiesa di S. Mamiliano, S. Rosalia, S. Benedetto il Moro e del Beato Pino Puglisi, alziamoci in piedi! Riprendiamo il filo della nostra storia, il flusso fecondo della nostra fede sostenuto dalla preghiera”.