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Romito: democratizzare alta cucina per rinnovare il sistema alimentare

Romito: democratizzare alta cucina per rinnovare il sistema alimentareMilano, 20 mar. (askanews) – Mettere in discussione la tradizione del cibo per rinnovare il sistema alimentare. Un rinnovamento che deve partire dall’alta cucina perchè solo lei può permettersi di investire in ricerca per poi divulgare e democratizzare i risultati. E’ questo il messaggio che Niko Romito, chef tre stelle Michelin, ha lanciato ai giovani dal palco dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel Palazzo di Vetro, dove è intervenuto domenica 19 marzo. “L’alta cucina ha la forza per cambiare l’intero sistema. La ricerca è costosa, in termini di tempo, di personale, di materia prima…Costi che solo l’alta cucina può sostenere – ha detto – Ma i risultati ottenuti possono essere divulgati, democratizzati, resi accessibili ad un pubblico più vasto e molto distante dall’alta ristorazione”.
Nel suo discorso l’analisi è partita proprio dal cibo definito come “un prodotto sociale, economico e culturale che, anche se racconta la storia di un popolo, è in continua evoluzione – ha detto lo chef de Il Reale – Dalle nuove generazioni emergono con forza delle domande e delle riflessioni importanti, abbiamo bisogno di imparare dalla tradizione ma di metterla anche in discussione, di trovare delle nuove risposte per rinnovare il sistema alimentare”. “L’intera filiera, dall’agricoltura alla ristorazione, oggi è specchio, e in alcuni casi addirittura causa, di alcuni problemi importanti, che toccano ecologia, sostenibilità, sicurezza alimentare, malnutrizione, ma se riusciamo a riscrivere modelli nuovi, potrà diventare la chiave di svolta, la soluzione”.
In questo contesto Romito ha intravisto nell’alta cucina una possibilità a patto che però il suo contributo non si limiti a essere solo uno show: l’Alta cucina, ha dettò “può dare un contributo fondamentale e innescare cambiamenti che coinvolgano tutto il sistema, se smettiamo di pensarla come pure spettacolo e iniziamo a vederla come un’avanguardia che condensa contenuti importanti e permette di guardare più lontano”.
Per uno che si è avvicinato alla ristorazione senza alcuna formazione scolastica o professionale – “studiavo economia e volevo fare il broker finanziario” ha sempre ricordato – l’aspetto più affascinante del mestiere è stato la trasformazione della materia, che – ha detto ai giovani riuniniti al Palazzo di Vetro – ho sempre visto come un modo per esplorare un ingrediente. Studio e sperimento senza sosta l’impatto delle diverse tecniche di cottura sul gusto e la struttura della materia prima, per cercare di esprimere le potenzialità nascoste di ogni ingrediente, specialmente di quelli considerati semplici, come una carota o una cipolla”. E’ proprio dallo studio approfondito della materia che sono emersi risultati con “una portata molto più vasta di quella immaginata. I risultati ottenuti infatti non mi permettevano solo di creare dei piatti ‘stellati’, ma avevo capito che avrebbero potuto cambiare la ristorazione su più ampia scala, portando così l’innovazione a tutti i livelli di ristorazione”.
E quando dice tutti i livelli di ristorazione intende proprio tutti, inclusa la ristorazione collettiva che “nell’immaginario comune è ciò che c’è di più lontano dall’alta ristorazione eppure – ha ricordato – senza l’esperienza del Reale, non avrei mai potuto fare qualcosa di veramente nuovo in quel mondo”. Il punto di partenza è stato 6 anni fa con il progetto Intelligenza Nutrizionale, una collaborazione con il gruppo Giomi e l’Università La Sapienza di Roma. “Si è trattato di una vera sfida: l’obiettivo era migliorare l’aspetto organolettico dei pasti serviti in un ospedale – il Cristo Re di Roma – ma anche il valore nutrizionale dell’alimento post-trasformazione. Il tutto con molti vincoli: il budget, i tempi di preparazione e di servizio, i grandi numeri, la formazione del personale… Siamo riusciti ad adattare le tecniche e i concetti sviluppati insieme al mio team nelle cucine Reale per rispondere alle esigenze dell’ospedale. Abbiamo definito una serie di protocolli precisi, un modello perfettamente replicabile di ristorazione collettiva, basato su semilavorati e processi codificati di trasformazione. Questo metodo scientifico ha potenzialità infinite e può essere introdotto nelle mense di carceri, scuole, aziende, case di riposo ma anche, se ulteriormente adattato, di linee aeree”. “Dobbiamo smettere di pensare alta cucina in opposizione a cibo industriale, la chiave della sostenibilità – a tutti i livelli – è il dialogo interdisciplinare – ha concluso – La scintilla che mi ha fatto capire sempre di più il vero scopo del fine dining è proprio il dialogo con i giovani. Ragazzi come voi, che nonostante la vostra giovane età siete già affamati di mondo e capaci di mettersi alla prova”.

Marche, erogati oltre 22 mln ai comuni per danni alluvione

Marche, erogati oltre 22 mln ai comuni per danni alluvioneRoma, 20 mar. (askanews) – Sono stati firmati i decreti di liquidazione, da parte del vicecommissario all’alluvione, Stefano Babini, per erogare i primi ristori alle famiglie e alle imprese colpite dalla calamità ricadenti nel cerchio dei 16 comuni dei territori dell’anconetano e del pesarese. Le risorse sono state trasferite ai Comuni che provvederanno a erogarle a famiglie e imprese, così come prevede l’ordinanza 922 della Protezione Civile Nazionale. La somma totale dei decreti emessi è di 22,5 milioni.
“Si tratta dei primi ristori per le famiglie e le imprese danneggiate nella terribile calamità che ha colpito il nostro territorio – ha affermato il presidente Acquaroli, commissario per l’alluvione – Voglio ringraziare il Governo che ha compreso immediatamente la gravità di quanto accaduto, stanziando 400 milioni euro che ci permettono di dare risposte ai cittadini e ai territori, ai Comuni, e di programmare gli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico e di messa in sicurezza del territorio”. Come previsto dall’ordinanza, ai privati saranno destinati 5 mila euro e alle imprese 20 mila euro, a segno di un primo e parziale ristoro dei danni subiti. Oltre questi primi importanti aiuti, si stanno studiando ulteriori interventi di sostegno economico per le famiglie e le imprese che hanno subito maggiori danni.
“Certamente una buona notizia e una boccata di ossigeno per le popolazioni colpite – ha dichiarato il vice commissario Babini – A seguito di questi decreti, immediatamente partiranno le liquidazioni dei ristori per gli interventi di somma urgenza effettuati dai Comuni, sulla base dei riepiloghi che dovranno essere rendicontati dagli stessi enti locali”. Per quanto riguarda gli altri Comuni del maceratese che hanno subito danneggiamenti con la calamità alluvionale, sono in corso i sopralluoghi da parte della Protezione civile nazionale per stabilire le entità dei danni.
Questa la ripartizione delle somme assegnate ai Comuni Acqualagna 60.000 euro, Arcevia 457.527,97 euro, Barbara 146.507,72 euro, Cagli 422.040 euro, Cantiano 1.976.428,64 euro, Corinaldo 106.549 euro, Frontone 216.334,79 euro, Genga 132.330 euro, Ostra 3.753.758,02 euro, Ostra Vetere 65.000 euro, Pergola 390.200 euro, Sassoferrato 920.633,92 euro, Senigallia 12.763.884,01 euro, Serra de’ Conti 327.265,44 euro, Serra Sant’Abbondio 262.142,46 euro, Trecastelli 505.475,26 euro.

Cybersecurity, +169% di attacchi hacker in Italia (Report)

Cybersecurity, +169% di attacchi hacker in Italia (Report)Roma, 20 mar. (askanews) – Sistema hi-tech antintrusione, firewall, autenticazione a doppia chiave, e archiviazioni periodiche e sicure. Oggi tutti i nostri dati, anche i più sensibili, viaggiano sul digitale. Perderli o, peggio ancora, vederli finire nelle mani sbagliate, può provocare seri danni nella nostra vita. Non è un caso, infatti, che sia stato istituito il Backup Day, che si celebra il 31 marzo, proprio per ricordarci l’importanza di salvare delle copie in archivi sicuri.
Ma possiamo davvero sentirci al sicuro? Secondo il Rapporto Clusit redatto dall’Associazione italiana per la sicurezza informatica, nel 2022 in Italia gli attacchi da parte degli hacker sono aumentati del 169%.
“Il modo migliore per proteggere i propri dati, evitando di perderli o che vengano violati, è quello di prevedere un sistema di sicurezza con update giornaliero” spiega Emanuele Cappelletti, referente commerciale per l’Italia di Crown Records Management, azienda che offre servizi di gestione e archiviazione dei dati, al servizio di grandi e piccole aziende, parte di Crown Worldwide Group, che in 20 anni di presenza in Italia non ha mai subito alcun hackeraggio ai propri sistemi.
“Sui media sentiamo parlare di hacking solo quando ad essere violati sono i sistemi di grandi aziende o di enti importanti, ma, purtroppo, la quotidianità è piena di tentativi, talvolta andati anche a buon fine, di rubare dati o identità digitali. – Aggiunge Cappelletti – Per questo, dal singolo cittadino alla grande corporation, tutti dovremmo prendere le dovute precauzioni, e apprendere delle buone abitudini”.
Per i privati, il primo consiglio è quello di scegliere password sicure e cambiarle spesso, non scriverle in posti facilmente accessibili, per i social prevedere sistemi di autenticazione a doppio fattore e installare dei buoni firewall. Attenzione anche alle connessioni Wi-Fi pubbliche, alle quali accedono moltissimi utenti nello stesso momento, alle informazioni che condividete online e a link ed allegati ricevuti via e-mail. Anche proteggere con una password le cartelle con i file più sensibili può essere una buona abitudine, così come salvare su un archivio esterno tutti i propri dati periodicamente e ogni volta che si apportano modifiche importanti.
“Questi sono consigli per la sicurezza base di tutti gli utenti, ma se parliamo di grandi aziende, il discorso diventa più complesso e la posta in gioco più elevata. – Prosegue Emanuele Cappelletti – In questo caso, noi come Crown Records Management, abbiamo previsto un sistema hi-tech antintrusione, con digitalizzazione e upload dei file frequente su dei server sicuri anti-hackeraggio, con backup su diversi server UK. Per una maggior sicurezza di chi ci affida i propri dati, la loro digitalizzazione avviene tramite upload sul server cliente, sui nostri server, e in più consigliamo sempre di aggiungere un backup dei file su un hard disk esterno. Gestiamo, dunque, l’archiviazione su tre livelli. Quando si tratta di sicurezza dei dati, però, la prudenza non è mai troppa, per questo abbiamo scelto di non trascurare neanche l’aspetto umano. Alle precauzioni di tipo tecnologico, abbiamo affiancato un servizio di guardie giurate armate, che vigilano sui nostri server fisici”.

Ricerca clinica, Italia avanguardia: bene per salute ed economia

Ricerca clinica, Italia avanguardia: bene per salute ed economiaMilano, 20 mar. (askanews) – Un incontro per fare il punto sulla ricerca clinica in Italia e ragionare sui bisogni dei pazienti ancora non soddisfatti oltre che sulla prospettive di crescita legate al Sistema Salute. A Milano si è tenuto il Forum organizzato da Incyte, azienda biotech americana, per ragionare sulla ricerca in Italia, in relazione al ruolo di leadership del nostro Paese e alle prospettive per il futuro.
“La ricerca per Incyte – ha detto ad askanews Onofrio Mastrandrea, Regional Vice President e General Manager di Incyte Italia – rappresenta il DNA e il focus principale di tutte le attività che portiamo avanti quotidianamente dal livello globale fino a quello locale. La ricerca rappresenta il driver principale sul quale basiamo la nostra vocazione, per trovare delle risposte a bisogni clinici oggi ancora non soddisfatti”.
Al forum ha partecipato anche il sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato, che ha ricordato le azioni del governo per sostenere la ricerca clinica. “Quattro decreti attuativi – ha spiegato – che la comunità scientifica si aspettava, firmati dal ministro Schillaci nel gennaio di quest’anno, attesi da anni in termini di semplificazione e armonizzazione dei comitati etici e che serviranno sicuramente a rendere l’Italia più competitiva in termini di ricerca. Segnalo che l’Italia è prima in Europa per produzione di farmaci, fatturiamo 34 miliardi l’anno e ora dobbiamo essere in grado di attrarre complessità e quindi produzione di molecole complesse farmaceutiche”.
Il dibattito, oltre che gli aspetti scientifici, ha riguardato anche temi economici, alla luce di un momento nel quale la ricerca gode di grande attenzione. “Si è compreso – ha detto il professor Francesco Saverio Mennini dell’Università di Roma Tor Vergata, riferendosi a ciò che il Covid ci ha insegnato – quanto sia importante e fondamentale aumentare gli investimenti non solo nel Sistema Sanitario nazionale, ma anche nella ricerca e nello sviluppo di nuove tecnologie efficaci che da una parte ovviamente possono migliorare il livello di salute dei cittadini e dei pazienti colpiti dalle malattie, ma soprattutto è importante sottolineare che attrarre investimenti in ricerca e sviluppo all’interno di un Paese significa anche garantire dei risvolti importantissimi per lo sviluppo economico e finanziario del Paese stesso”.
La nuova sede di Incyte è stata anche il luogo che ha ospitato un dialogo tra tutti i soggetti coinvolti nel Sistema Salute: aziende, istituzioni e pazienti in primo luogo. “Questo rappresenta il modello di approccio – ha concluso Mastrandrea – che Incyte Italia vuole portare avanti: sedersi intorno a un tavolo con tutte le parti coinvolte: istituzioni, società scientifiche e pazienti. Per cercare di trovare delle soluzioni a problemi ancora aperti. Da soli non si possono ottenere risultati importanti, noi stiamo portando in Italia sia ricerca company-sponsored, sia progetti di ricerca indipendenti che ci vengono sollecitati proprio dall’accademia”.
Nel 2019 in Italia sono state approvate 672 nuove sperimentazioni cliniche, il 23% del totale nella Ue, e 35mila pazienti sono direttamente coinvolti negli studi clinici.

Al via la “Golf Cup Engel e Volkers Italia 2023”

Al via la “Golf Cup Engel e Volkers Italia 2023”Roma, 20 mar. (askanews) – Engel & Volkers, gruppo leader nel settore immobiliare del pregio, lancia la “Golf Cup Engel & Völkers Italia 2023”, il primo e innovativo circuito golfistico ideato e progettato dal Gruppo in collaborazione con garedigolf.it, società che organizza e gestisce numerosi circuiti di golf su tutto il territorio nazionale.
La competizione, di altissimo livello, quest’anno alla sua prima edizione, partirà il 26 marzo dal “Golf Torino La Mandria” e toccherà, in trentasei tappe, tutte le regioni italiane comprese le Isole. Passando per località rinomate quali Villa d’Este, il Lago di Garda, l’Argentario, Madonna di Campiglio, Rapallo e Courmayeur, il nuovo circuito golfistico si concluderà con una “Finale” il prossimo 15 ottobre nella Capitale presso il più antico campo di golf d’Italia, il “Roma Acquasanta”.
“Quest’anno festeggiamo i primi dieci anni di attività e per farlo nel migliore dei modi abbiamo voluto lanciare un nuovo importante circuito, che va ad affiancarsi agli altri già esistenti. Una nuova sfida che Engel & Völkers Italia ha accettato di condividere con noi e che ci permetterà di offrire ai golfisti sempre nuove opportunità”, ha dichiarato Roberto Bianchi, amministratore unico di garedigolf.it
“Siamo orgogliosi di aver intrapreso questo nuovo percorso accanto a uno dei migliori partner del settore, come garedigolf.it”, ha commentato Tomaso Aguzzi, amministratore delegato di Engel & Völkers Italia.
“Il nostro Gruppo sostiene da anni questo sport, a livello internazionale, perché siamo convinti dei valori che porta con sé. Si tratta infatti di una disciplina dove serve preparazione e metodo e facendo leva sull’interiorità e sull’equilibrio mentale, si pone come un importante strumento di crescita personale. Invito tutti a partecipare e a provare questo sport, nelle meravigliose location che offre il nostro Paese, stando a contatto con la natura”.
Tutte le tappe della “Golf Cup Engel & Völkers Italia 2023” si svolgono nel fine settimana e prevedono tre categorie Stablefort con premi per il primo Lordo e il primo e secondo di categoria.

Gemmato: Italia deve attrarre ricerca farmaceutica complessa

Gemmato: Italia deve attrarre ricerca farmaceutica complessaMilano, 20 mar. (askanews) – “Abbiamo quattro decreti attuativi che la comunità scientifica si aspettava, firmati dal ministro Schillaci nel gennaio di quest’anno, attesi da anni in termini di semplificazione e armonizzazione dei comitati etici e che serviranno sicuramente a rendere l’Italia più competitiva in termini di ricerca. L’Italia è prima in Europa per produzione di farmaci, fatturiamo 34 miliardi l’anno e ora dobbiamo essere in grado di attrarre complessità e quindi produzione di molecole complesse farmaceutiche. Parallelamente a questo occorre sviluppare un’indipendenza per quanto riguarda la produzione di farmaci salvavita che purtroppo oggi non abbiamo”. Lo ha detto il sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato, intervenendo a Milano al Forum Incyte sulla ricerca in Italia.

Calcio e sostenibilità economica: focus alla Sapienza di Roma

Calcio e sostenibilità economica: focus alla Sapienza di RomaMilano, 20 mar. (askanews) – Il giorno 30 Marzo 2023, la Facoltà di Economia dell’Università La Sapienza di Roma ospiterà l’evento “L'(In)sostenibile leggerezza del Calcio” dedicato al mondo del calcio, alla sua sostenibilità economico-finanziaria ma anche e, soprattutto, a quella di ordine sociale. Practioner di elevato standing (Giudice, Bellinazzo Mazzolin e Vetrano), intermediari finanziari (Bcc di Roma, Istituto di Credito Sportivo) e protagonisti assoluti del mondo della FIGC (Presidente Gravina, Mancini CT della Nazionale) presenti all’evento, si scambieranno riflessioni e presenteranno argomentazioni finalizzate ad approfondire la sostenibilità dell’industria del calcio come vettore e catalizzatore di un “catalogo” di valori, che “attraversa” le generazioni e i confini geografici e socio-economici.
Nel corso dell’evento si analizzerà come l’evoluzione dei contesti normativi, la crescente globalizzazione e digitalizzazione dell’industria del calcio stiano modificando radicalmente il modello di business dei club sportivi, le loro fonti di ricavo, gli equilibri economico-finanziari, l’atteggiamento del consumatore-tifoso, l’appealing per gli investitori internazionali. L’evento sarà l’occasione per argomentare sul fascino primordiale della competizione competitiva che caratterizza, e rende unico, il settore del calcio; sulla sua forza generatrice di valori per il tessuto sociale ed economico.
L’industria del calcio possiede indubbiamente una componente di irrazionalità, di emotività, di imprevedibile e passionale entusiasmo, di socializzazione, di “messa in rete di talenti”, estranei alla creazione del valore in senso classico ma che di fatto rappresentano garanzia di “costruzione sostenibile dei valori”. In questa prospettiva, l’evento vuole essere un’occasione anche per attivare una iniziativa solidale a favore dei più piccoli; le risorse raccolte saranno destinate a supportare l’Ospedale Pediatrico del Policlinico Umberto I.

Istituzioni Ue nel Metaverso, a Roma il primo incontro territoriale Aidr

Istituzioni Ue nel Metaverso, a Roma il primo incontro territoriale Aidr

Evento organizzato nell’ambito della kermesse “St. Patrick’s Weekend”

Roma, 20 mar. (askanews) – Boom di visitatori per il primo incontro territoriale nazionale promosso dall’associazione Aidr (www.aidr.it) sull’Europa nel Metaverso, che si è tenuto a Roma in occasione del St. Patrick’s Weekend 2023, kermesse enogastronomica promossa da Tivoli Onlus. I visitatori hanno potuto vivere un’esperienza immersiva con la realtà virtuale e aumentata, testando le potenzialità del Metaverso, grazie al supporto del partner tecnologico Nomea.
Un viaggio nell’ultima frontiera della tecnologia digitale, che consente di abbattere i confini fisici reali, creando nuove possibilità di connessione tra le persone. “Crediamo da sempre che il digitale sia uno strumento di unione – sottolinea in una nota il presidente dell’Associazione italia digital revolution, Mauro Nicastri -. Per questo abbiamo pensato di coniugare la nuova tecnologia ai temi della promozione della partecipazione della vita comunitaria. A tale scopo abbiamo invitato i nostri ospiti a visitare con il Metaverso i luoghi dell’Unione europea. Da Roma, di fatto, hanno viaggiato verso Strasburgo, entrando nel Parlamento europeo”.
L’iniziativa sul territorio, in collaborazione con il Parlamento e la Commissione europea, si inserisce nell’ambito del programma “2023 Anno europeo delle competenze” e proseguirà nelle prossime settimane in tutta Italia.
“Siamo orgogliosi – dichiara dal canto suo il fondatore di Tivoli Onlus, Riccado Luciani – di aver avuto come partner dell’evento l’associazione Aidr. Il successo di questa edizione è la dimostrazione che tradizione e innovazione possono convivere e che le nuove tecnologie possono creare occasione di sviluppo e unione tra le persone”.

Smog alleato del polline: 3 milioni di italiani a rischio

Smog alleato del polline: 3 milioni di italiani a rischioRoma, 20 mar. (askanews) – C’è chi è notoriamente ipersensibile ai pollini e chi invece lo diventa nelle grandi città in cui sono presenti nell’aria livelli elevati di particolari inquinanti. Per questo dei 10 milioni di italiani allergici al polline, ben 1 su 3 potrebbe non esserlo davvero, o meglio: manifesterebbe tutti i classici sintomi – rinite, tosse e asma – ma solo a causa dell’inquinamento ambientale. Uno studio tedesco, condotto dal Max Planck Institute for Chemistry di Mainz e dalla University Medical Center dell’Università Johannes Gutenberg, pubblicato sulla rivista Frontier Allergy, ha dimostrato che il polline “cattura” e “trasporta” alcuni noti inquinanti atmosferici, come l’ozono, il biossido di azoto (NO2) e il particolato, per poi rilasciarli nelle vie respiratorie, intensificando nei soggetti allergici le manifestazioni di ipersensibilità agli allergeni e innescando nei soggetti non allergici rinite, tosse e asma.
“La prevalenza e la gravità delle malattie allergiche scatenate dal polline delle piante trasportato dall’aria e da altri allergeni sono in aumento in tutto il mondo – spiega Vincenzo Patella, presidente SIAMA e Direttore UOC di Medicina Interna Azienda Sanitaria Salerno -. Finora si era partiti dal presupposto che il continuo aumento delle malattie allergiche registrato negli ultimi decenni, fosse da ricondurre alla combinazione tra predisposizione genetica e anomalie climatiche con inverni più caldi che tendono a favorire un carico pollinico sempre più abbondante e duraturo per le fioriture anticipate. Ad avere un ruolo determinante in questa ‘epidemia di allergie’ sarebbe anche l’esposizione eccessiva degli allergeni ad alcuni inquinanti atmosferici che, proprio negli ultimi anni, hanno raggiunto concentrazioni elevate – osserva l’esperto -. L’ozono, il biossido di azoto e il particolato, componenti dello smog estivo creato dal traffico, possono alterare il potenziale allergenico e infiammatorio del polline: gli inquinanti entrano infatti nel polline e una volta raggiunte le vie respiratorie, vengono poi liberati, potenziando così, da un lato i sintomi del paziente allergico, e dall’altro scatenando reazioni simil-allergiche nelle persone che hanno sempre mostrato una soglia abbastanza alta di sensibilizzazione al polline”. In sostanza, il polline “inquinato”, scatenerebbe reazioni allergiche anche nelle persone che in realtà non lo sono.
“Lo studio tedesco pubblicato sulla rivista Frontier Allergy, con esperimenti di laboratorio ha mostrato che i pollini delle zone inquinate sono ricoperti da sostanze nocive che alterano il loro contenuto allergenico e possono rafforzarne l’effetto, provocando con maggiore facilità reazione allergiche anche in chi non ne soffre – spiega Mario Di Gioacchino, presidente SIAAIC -. Gli ossidi di azoto e l’ozono se raggiungono elevate concentrazioni alterano le componenti proteiche dei granuli pollinici a tal punto da innescare nei soggetti non allergici sintomi come rinite e tosse. Lo studio tedesco mostra, in particolare che alcuni pollini, come ad esempio quelli delle graminacee, innescano l’iperattivazione dei Toll-like receptor 4 (TLR4), recettori cellulari che attivano la reazione allergica del sistema immunitario, anche in chi non soffre di allergie”. Clima e smog, secondo i dati SIAMA, sarebbero responsabili anche dei valori record di concentrazione dei pollini, molto sopra la media, registrati quest’anno in Italia. “Nel nostro paese è difficile sintetizzare quando si parla di pollini perché ci sono aree molto diverse dal punto di vista del clima e della vegetazione – precisa Patella – ma l’anno che stiamo vivendo è uno di quelli che lasciano il segno perché siamo passati da concentrazioni di 200 pollini totali per metro cubo di media nei giorni di picco di 5 anni fa ai 2.000 attuali, ben 10 volte di più. Questo ci obbliga a migliorare la raccolta di questi dati, a cura di ISPRA, SIAMA e AAIITO, in modo omogeneo e unitario tra le diverse agenzie di monitoraggio su tutto il territorio nazionale. Inoltre chiediamo al legislatore di normare meglio le soglie di tossicità delle singole specie polliniche, confrontandole con i dati delle centraline dello smog. In questo modo potremmo favorire le campagne di prevenzione sulla qualità dell’aria molto più prontamente che in passato”.
“L’inquinamento aumenta frequenza e intensità delle allergie ai pollini in due modi diversi: sia perché favorisce l’aumento dei pollini prodotti con maggiore capacità da parte di essi di liberare allergeni, sia perché utilizza i pollini come ‘veicoli’ per raggiungere le vie respiratorie – sottolineano Patella e Di Gioacchino -. Diventa dunque imprescindibile studiare e affrontare la malattia allergica alla luce anche delle problematiche ambientali, che possono aggravarlo o addirittura scatenarla. Per migliorare la qualità dell’aria è importante dunque che le pubbliche amministrazioni non solo adottino politiche di riduzione del tasso dei principali inquinanti atmosferici ma anche misure di contenimento della carica di pollini allergizzanti. Ciò può avvenire con la progettazione di giardini pubblici soprattutto nelle aree metropolitane con specie non allergeniche, come gelsomino, camelia ed erica, al posto di piante morte già esistenti anemofile che affidano al vento la propagazione dei pollini, come betulle, cipressi e ulivi”. Ecco le raccomandazioni degli esperti per chi non soffre di allergie: Ricorso a lavaggi nasali ipersalini; utilizzo di lacrime artificiali; pettinarsi nel bagno e non in camera da letto per evitare che il cuscino raccolga il polline attraverso i capelli; se i sintomi peggiorano rivolgersi allo specialista prima di ricorrere ad antistaminici e corticosteroidi.

Giornata Salute Orale: curare i denti per benessere di tutto l’organismo

Giornata Salute Orale: curare i denti per benessere di tutto l’organismoRoma, 20 mar. (askanews) – Dalla carie nei bambini alla parodontite negli adulti o la perdita di denti negli anziani: sono diversi i problemi che, a seconda delle età, possono intaccare la nostra salute orale e non solo. Se non adeguatamente trattati, questi disturbi rischiano di causare complicanze anche in altri distretti e funzioni dell’organismo. Con l’obiettivo di sensibilizzare la popolazione sull’importanza di mantenere la bocca in salute “at every stage of life”, come recita la campagna “Be Proud of Your Mouth” promossa dalla FDI – World Dental Federation in occasione del World Oral Health Day che si celebra il 20 marzo, gli esperti del Comitato Medico Scientifico DentalPro richiamano l’attenzione su un aspetto poco noto e spesso sottovalutato, la correlazione tra salute dentale e benessere generale della persona, spiegando perché è bene prendersi cura della nostra bocca, nelle diverse fasi della vita.
“Già nel 2003, l’OMS dichiarava che lo stato di salute orale rappresenta un elemento determinante nel mantenimento del benessere generale, riconoscendo per la prima volta l’influenza che l’apparato masticatorio può esercitare sul resto dell’organismo”, ricorda Samuele Baruch, Direttore del Comitato Medico Scientifico DentalPro, “ciononostante, ancora oggi la salute orale è uno degli aspetti della cura di sé che gli italiani tendono a sacrificare. Una recente indagine di Key-Stone ha evidenziato che, in un anno, solo il 45% si è recato dal dentista, un dato inferiore alla media europea del 55%, con valori sotto il 30% nel Sud Italia. A prescindere dall’età, tutti avrebbero un buon motivo per sottoporsi a una visita di controllo e per dedicare la dovuta attenzione alla cura dei propri denti”.
“L’età pediatrica – evidenzia l’esperto – è una fase molto delicata, durante la quale è fondamentale instaurare le corrette abitudini alla base di una duratura salute orale, cominciando dal prendere confidenza con la figura dell’odontoiatra”. Prima visita intorno ai 4-6 anni. È in questo momento che inizia ufficialmente il percorso del piccolo paziente alle prese con la cura della propria bocca: sta diventando autonomo nel lavarsi i denti, sa che periodicamente farà visita al suo studio dentistico di fiducia per i controlli di routine, per la pulizia di placca e tartaro e per avere consigli su come migliorare la propria igiene orale. Occhi puntati sulla carie, tra i disturbi più diffusi anche in età adulta ma soprattutto grande nemica dei più piccoli (interessa oltre il 21% dei bambini di 4 anni e circa il 43% dei dodicenni). Origina dal tartaro e può esordire già con i denti decidui, assolutamente da non trascurare. Se i genitori notano qualche macchia che non va via neanche lavando i denti, può essere opportuno un consulto odontoiatrico, per trattare eventuali lesioni cariose precoci. Correggere le malocclusioni, il principale disturbo su cui è necessario intervenire durante l’adolescenza, dovuto al fatto che le due arcate non occludono in maniera corretta. Il disallineamento dei denti e la carie, che se non trattata può portare anche alla perdita di denti permanenti, possono avere gravi ripercussioni sulla capacità di masticazione e di alimentazione del bambino e sulla corretta conformazione delle mascelle in via di sviluppo.
Anche in età adulta, la carie continua a rappresentare uno dei motivi per cui più di frequente ci si rivolge all’odontoiatra. In questa fase, può capitare che si sia perso il treno di un intervento “conservativo” e la lesione cariosa sia arrivata a penetrare gli strati più profondi del dente, richiedendo trattamenti più invasivi come la devitalizzazione e l’estrazione del dente, che deve poi essere sostituito con impianti e protesi. Gli adulti fanno spesso i conti anche con altri due problemi: parodontite e malocclusioni. Entrambi, se non trattati, possono arrivare a causare patologie che, nel senso comune, non verrebbero associate all’ambito della salute orale.