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Il maltempo provoca smottamenti e frane in Emilia-Romagna (disagi anche in Sicilia)

Il maltempo provoca smottamenti e frane in Emilia-Romagna (disagi anche in Sicilia)Bologna, 16 mag. (askanews) – Piove ininterrottamente dalla notte in Emilia-Romagna dove è stata emanata per oggi e domani l’allerta rossa per rischio esondazioni e l’allerta gialla per vento e probabili mareggiate. Dai piccoli paesi dell’Appennino fino al capoluogo e a diversi comuni in Romagna i sindaci hanno fatto chiudere le scuole di ogni ordine e grado e chiesto alla popolazione di limitare al massimo gli spostamenti e di lavorare il più possibile in smart working. Al momento non si registrano esondazioni, mentre si verificano smottamenti e frane, in particolare in collina e in montagna.

A Ravenna, al momento, la situazione più seria: si sono verificate due frane nel territorio lungo la strada provinciale 63 Valletta-Zattaglia, che collega l’abitato di Zattaglia a quello di Casola Valsenio, dove nei giorni scorsi si erano già verificati due analoghi episodi a causa del maltempo. Il traghetto che svolge servizio di collegamento tra Porto Corsini e Marina di Ravenna è stato temporaneamente sospeso. Sono stati attivati due bus sostitutivi. Gli uomini della Protezione Civile sono mobilitati dalla notte a Forlì-Cesena e stanno distribuendo sacchi di sabbia a cittadini e residenti dei quartieri più fragili, già vittime della prima ondata di maltempo, come i Romiti e Villafranca.á”C’è grande attenzione per scuole, impianti sportivi ed edifici pubblici – ha detto il sindaco di Forlì, Gian Luca Zattini -. I nostri tecnici stanno monitorando la situazione di tutti i plessi, con priorità a quelli più esposti al rischio allagamenti. Osservato speciale continua a essere il fiume Montone, il cui livello idrometro desta forte preoccupazione”.

Per precauzione in diverse località romagnole stanno cominciando le evacuazioni di circa 700 persone tra Faenza, Castel Bolognese, Brisighella e Cervia. A Bologna “sorvegliato speciale” è il torrente sotterraneo Ravone in via Saffi.

Il maltempo continua ad imperversare sulla Sicilia, in particolare nella fascia occidentale. Vigili del fuoco in azione nella notte in via Crispi a Palermo, dove un grosso albero è crollato finendo sulla carreggiata. Forse a causa dell’ondata di maltempo che ieri ha investito il capoluogo siciliano l’albero ha ceduto, precipitando sulla strada in quel momento libera da automobilisti. Non si registrano feriti.

Un’altra ventina di interventi sono stati effettuati per cornicioni pericolanti e infiltrazioni d’acqua in appartamenti. Per oggi la Protezione civile ha diramato allerta arancione per le province di Agrigento, Trapani e Palermo.

La scomparsa di Emanuela Orlandi, la Procura di Roma esamina i nuovi documenti inviati dal Vaticano

La scomparsa di Emanuela Orlandi, la Procura di Roma esamina i nuovi documenti inviati dal VaticanoRoma, 15 mag. (askanews) – Sono al vaglio degli inquirenti della Procura di Roma documenti ed atti che la magistratura del Vaticano ha posto all’attenzione dei pubblici ministeri di piazzale Clodio rispetto al caso di Emanuela Orlandi, la ragazza di 15 anni scomparsa nel giugno 1983. Secondo quanto si è appreso nell’ambito del procedimento, aperto lo scorso anno e sulla base della richiesta del Csm su un esposto presentato dalla famiglia di Emanuela – secondo quanto si è appreso – sono anche state già ascoltate diverse persone informate sui fatti.

Oggi è allerta rossa in Sicilia per il maltempo

Oggi è allerta rossa in Sicilia per il maltempoPalermo, 15 mag. (askanews) – Piogge e temporali intensi, soprattutto nel versante occidentale della Sicilia. Il dipartimento di Protezione civile ha emesso un avviso di allerta rossa per oggi in tutta la provincia di Trapani e in alcune zone del Palermitano, Agrigentino, Nisseno, Messinese ed Ennese.

Scuole chiuse in gran parte dell’isola e pioggia incessante da alcune ore. Una pompa idrovora con capacità di tirare 10 mila litri di acqua al minuto è stata installata presso l’impianto di sollevamento a Trapani. Sono stati disposti 50 metri di tubazione pronti ad entrare in funzione in caso di necessità nella giornata di oggi, qualora la situazione dovesse precipitare e l’acqua essere talmente elevata da rendere necessaria l’attività di pompaggio. A Palermo, intanto, si registrano già i primi allagamenti nella zona di Mondello e del centro storico.

Ciclone esplosivo sull’Italia, il maltempo continuerà per giorni

Ciclone esplosivo sull’Italia, il maltempo continuerà per giorniMilano, 15 mag. (askanews) – La settimana appena iniziata sarà instabile e perturbata a più riprese, da Nord a Sud; insomma, la primavera sta mostrando tutto il suo lato più eclettico, e all’orizzonte non si vedono figure anticicloniche tali da dispensare un lungo periodo di stabilità atmosferica.

Antonio Sanò, fondatore del sito www.iLMeteo.it, comunica che questa fase di acuto maltempo prende origine da una vasta area di bassa pressione presente sull’Europa, che per tutta la settimana continuerà a pilotare masse d’aria di origine polare verso il bacino del Mediterraneo. Le correnti fredde in ingresso andranno ad alimentare una ciclogenesi esplosiva sul mar Tirreno. Non è un termine inventato, bensì una precisa definizione meteorologica: un ciclone bomba (o, appunto, ciclogenesi esplosiva) avviene quando un’area di bassa pressione posta alle medie latitudini vede la pressione atmosferica scendere nel suo minimo barico ad una velocità di almeno un millibar (hPa) all’ora per almeno 24 ore. Nella pratica questo si traduce in precipitazioni abbondanti, anche sotto forma di nubifragio e violente raffiche di vento. Il rischio collegato a queste configurazioni è che si verifichino eventi meteo estremi come nubifragi e, nei casi più eccezionali, le cosiddette ‘alluvioni lampo’ che solitamente interessano fasce ristrette di territorio, scaricando al suolo ingenti quantità d’acqua. Secondo gli ultimi aggiornamenti saranno maggiormente a rischio le regioni del Nord Est e quelle tirreniche del Centro Sud dove localmente potrebbe cadere fino ad oltre 200/300 l/mq di pioggia in pochissimo tempo, l’equivalente cioè delle precipitazioni attese in oltre 2 mesi. Andrà prestata particolare attenzione anche ai burrascosi venti che soffieranno lungo le coste tirreniche con punte ad oltre 120 km/h (raffiche quindi da Uragano, secondo la scala Beaufort) e il rischio più che concreto di mareggiate specie lungo i litorali di Lazio, Campania e Calabria.

In ultimo, tornerà anche a cadere la neve sulle nostre montagne: complice le temperature tutt’altro che calde: i fiocchi bianchi potrebbero scendere fin verso i 1400/1500 metri di quota sulle Alpi centro orientali. Un evento di tutto rispetto per essere ormai a metà Maggio e che non capita da alcuni anni.

Ucraina, Papa con Zelensky per giocare partita pace

Ucraina, Papa con Zelensky per giocare partita paceCittà del Vaticano, 13 mag. (askanews) – Mentre poco dopo le 16 il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e il suo seguito varcava l’Arco delle Campane per far ingresso in Vaticano, Papa Francesco, solo nella mattinata, aveva parlato di pace – nella sua intensissima giornata fatta di incontri, udienze e nomine – almeno sei volte. Parole per ribadire – se mai ce ne fosse stato bisogno – la sua e la posizione della Santa Sede riguardo a quella che anche oggi è tornato a definire “la terza guerra mondiale a pezzi” dove proprio l’Ucraina rappresenta uno scacchiere-chiave. Dall’altra parte è sembrato stridere il tweet mattutino del presidente ucraino che aveva parlato di colloqui importanti per arrivare “alla vittoria” finale.

Insomma, la difficile partita della pace in Europa ha visto oggi in Vaticano un altro capitolo ma con le difese schierate. Lo si è capito anche dall’abbigliamento del presidente ucraino che, giunto in Vaticano accompagnato da uomini in mimetica, non ha voluto rinunciare al suo proverbiale abbigliamento che ricorda da vicino le divise militari. Nei quaranta minuti di colloquio privato col Papa è emersa, comunque, la necessità di non dimenticare mai, come ha riferito il direttore della Sala stampa vaticana, Matteo Bruni, la “situazione umanitaria e politica dell’Ucraina provocata dalla guerra in corso”. “Il Papa – ha aggiunto Bruni – ha assicurato la sua preghiera costante, testimoniata dai suoi tanti appelli pubblici e dall’invocazione continua al Signore per la pace, fin dal febbraio dello scorso anno”. “Entrambi – ha concluso Bruni – hanno convenuto sulla necessità di continuare gli sforzi umanitari a sostegno della popolazione” con il Papa che “ha sottolineato in particolare la necessità urgente di ‘gesti di umanità’ nei confronti delle persone più fragili, vittime innocenti del conflitto”. La parola pace, insomma, non è stata pronunciata se non, in modo scarno, in una nota diffusa al termine della visita, da parte vaticana, in cui si è parlato della “necessità di continuare gli sforzi per raggiungere la pace”. E questo la dice lunga sullo stato dell’arte o, meglio, della diplomazia in un momento che potrebbe delinearsi strategicamente decisivo, quanto drammatico, per la guerra in corso.

Fuori dall’ufficialità, da parte della Santa Sede, si è fatto riferimento alle parole pronunciate dal Pontefice sul volo di ritorno dal suo ultimo viaggio pastorale in Ungheria, quando Francesco ha accennato ad un piano di pace che la Santa Sede vuole perseguire, alla necessità e alla disponibilità vaticana a farsi mediatore, nel frattempo, per lo scambio di prigionieri e alla necessità di altri “gesti di umanità” e non di crudeltà, riguardanti, appunto, i bambini, con la vicenda tragica di quelli rapiti e deportati, e poi alle fasce più deboli della popolazione civile. Insomma, l’attesa visita di Zelensky in Vaticano, il colloquio con Papa Francesco prima e con il segretario per i rapporti con gli Stati, mons. Paul Gallagher poi, ha confermato le difficoltà a intavolare un serio dialogo di pace e ancor prima, la volontà di farlo da parte dei belligeranti. Un ultimo indizio? Se il Papa ha donato al suo ospite una scultura dal significativo titolo: “La pace è un fiore fragile” ed una serie di volumi ispirati allo stesso tema, Zelensky gli ha regalato un’opera raffigurante l’immagine di una Madonna impressa su un giubbotto anti-proiettile squarciato. Ma se difficoltà e approcci diversi alla risoluzione del conflitto sembrano essersi riaffacciati con evidenza anche oggi, certamente la strada sotterranea e costante della diplomazia vaticana sta proseguendo incessante e chissà che questo incontro abbia comunque aperto nuovi spiragli per la pace. (di Giuseppe Cionti).

Papa ribadisce: siamo in una terza guerra mondiale

Papa ribadisce: siamo in una terza guerra mondialeCittà del Vaticano, 13 mag. (askanews) – Viviamo in una terza guerra mondiale combattuta a pezzi. Lo ha ribadito oggi Papa Francesco ricevedendo in Vaticano o riceve in Udienza gli Ambasciatori di Islanda, Bangladesh, Siria, Gambia e Kazakhstan presso la Santa Sede, in occasione della presentazione delle Lettere Credenziali. Questo mentre è stato confermata ufficialmente la visita e l’incontro con il presidente ucraino Zelensky. “Quando impareremo dalla storia che le vie della violenza, dell’oppressione e dell’ambizione sfrenata di conquistare terre non giovano al bene comune? Quando impareremo che investire nel benessere delle persone è sempre meglio che spendere risorse nella costruzione di armi letali? Quando impareremo che le questioni sociali, economiche e di sicurezza sono tutte collegate? Quando impareremo che siamo un’unica famiglia umana, che può veramente prosperare solo quando tutti i suoi membri sono rispettati, curati e capaci di offrire il proprio contribuito in maniera originale?”, si è chiesto il Papa parlando con i diplomatici.

“Finché non arriveremo a questa consapevolezza, – ha poi subito aggiunto – continueremo a vivere quella che ho definito una terza guerra mondiale combattuta a pezzi. Forse questa descrizione sembra disturbare la nostra sensibilità, soprattutto la soddisfazione per gli straordinari progressi tecnologici e scientifici raggiunti o per i passi già compiuti per affrontare le questioni sociali e sviluppare ulteriormente il diritto internazionale”.

Ucraina, il 2 giugno a Kiev il Festival della Canzone cristiana

Ucraina, il 2 giugno a Kiev il Festival della Canzone cristianaMilano, 12 mag. (askanews) – La missione musicale cristiana per la Pace, “Hope Cristian Music Festival – Festival della Canzone Cristiana”, organizzata dalla Fondazione Hope Ukraine Ets e prevista originariamente per il 6 maggio 2023 a Leopoli, è stata rimandata causa combattimenti al 2 Giugno a Kiev, in occasione della Festa della Repubblica italiana. “La nostra Fondazione Hope Ukraine è pronta a dare il suo 1000×1000 per supportare il popolo ucraino. L’idea di riunire artisti da tutto il mondo per creare un momento di condivisione e speranza in un Paese che sta vivendo una situazione così difficile ci ha riempito di passione e determinazione”. Lo ha affermato il Console Onorario d’Ucraina e Presidente della Fondazione Hope Ucraina Marco Toson, nonché Presidente della Camera di Commercio Ucraina, incaricata alla ricostruzione. “Siamo pronti a portare i nostri artisti italiani che doneranno la loro arte e il loro cuore – ha aggiunto Toson – per dare un po’ di sollievo e restituire un momento di normalità durante la crisi più grave e ingiusta subita dal popolo ucraino. Questo festival non è solo un evento artistico, ma un gesto di solidarietà che speriamo possa essere un piccolo segnale di speranza”.

L’iniziativa ha lo scopo di veicolare un messaggio che contribuisca a fermare il conflitto e a far rinascere la pace e la serena convivenza tra i due popoli in guerra. La Fondazione Hope Ukraine ETS, mediante il progetto Women &Kids Online Protection, si prefigge di raccogliere fondi da destinare a favore delle donne e dei bambini. Parteciperanno, in qualità di partner della missione italiana, il Festival del Cinema “Marateale”, rappresentato dal Direttore Nicola Timpone e dalla Presidente Antonella Caramia, l’ Associazione San Babila di Francesco Colucci e la “Stardust Lab”, rappresentata dal Presidente Simone Giacomini. Stardust Lab è l’Academy del Cinema del Gruppo Stardust, media agency europea più autorevole, la quale vanta oltre 15 miliardi di visualizzazioni all’anno sui social network. L’iniziativa segna l’inizio del tour 2023 del direttore artistico del Festival della Canzone Cristiana, il cantautore Fabrizio Venturi: “Chi canta prega due volte, ha scritto Sant’Agostino. Noi riponiamo immensa fiducia nel potere della preghiera, che dovrà penetrare fervidamente nel cuore di chi deve fermare la guerra per dar vita alla Pace. Vi è l’intento non solo di attestare la vicinanza del popolo italiano al popolo ucraino martoriato dalla guerra, ma anche quello di offrire un contributo, con il nostro Festival, affinché si arresti definitivamente il genocidio di infinite persone innocenti, appratenti all’una e all’altra sponda. Un pensiero e una preghiera – ha proseguito Venturi – va alle vittime che muoiono negli scontri, siano essi soldati russi e siano essi soldati ucraini. Russi e ucraini innocenti muoiono a causa della guerra. La guerra – non vi è dubbio alcuno – semina morte per tutti. Saliranno sul palco artisti italiani e artisti ucraini, i quali inneggeranno alla Pace, con voce alta e fede profonda, a tal punto da catturare, con il loro messaggio di amore, il cuore di Putin. Porteremo le armi della Fede e dell’Amore di Dio, le uniche armi in nostro possesso. Sotto le bombe canteremo la lode a Dio e il desiderio della Pace si diffonderà non solo in Ucraina, ma anche nel cuore dei suoi avversari”.

Roma blindata per Zelensky

Roma blindata per ZelenskyRoma, 12 mag. (askanews) – Per l’arrivo del presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky, a Roma è stata decisa dal meccanismo di sicurezza la ‘no fly zone’ e controlli ad ampio raggio. Già in campo le unità cinofile e gli artificieri per il controllo dei luoghi sensibili, estesi anche al sottosuolo, con ispezione delle reti fognarie. Sorvegliati anche il Tevere con la polizia fluviale e i parchi, dove la vigilanza verrà assicurata anche dal reparto a cavallo, mentre il controllo dal cielo sarà realizzato con gli elicotteri della Polizia di Stato. Nei percorsi previsti dal presidente ucraino saranno impegnate squadre di tiratori scelti.

Al lavoro anche le unità antiterrorismo di polizia e carabinieri (Uopi, Api e Sos). Fitti controlli sono previsti anche nelle stazioni ferroviarie, negli aeroporti, e sulle principali arterie stradali e autostradali. Da domani sarà poi attiva alla sala operativa della Questura di Roma, nell’area riservata alla gestione dei grandi eventi, una task force, dove verranno coordinati tutti i servizi di ordine e sicurezza pubblica.

La Consulta sull’ergastolo: è illegittimo non riconoscere le attenuanti

La Consulta sull’ergastolo: è illegittimo non riconoscere le attenuantiRoma, 12 mag. (askanews) – La pena edittale dell’ergastolo non può risultare “fissa” e “indefettibile” per effetto del divieto di prevalenza delle circostanze attenuanti sull’aggravante della recidiva reiterata; divieto, introdotto nel 2005 come deroga alla regola generale secondo cui il giudice può fare l’ordinario bilanciamento delle circostanze attenuanti e aggravanti. Lo ha stabilito la Corte costituzionale con la sentenza n. 94 (redattore Giovanni Amoroso), depositata oggi e anticipata con il comunicato stampa del 18 aprile, che ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’art. 69, quarto comma, del codice penale, come modificato dalla legge n. 251 del 2005, nella parte in cui, relativamente ai delitti puniti con la pena edittale dell’ergastolo, prevede il divieto di prevalenza delle circostanze attenuanti sulla recidiva reiterata.

Più volte la Corte costituzionale ha già dichiarato illegittimo tale divieto con numerose sentenze in riferimento a reati anche molto gravi.In continuità con tali pronunce, la Corte ha ribadito che, nelle ipotesi in cui la differenza tra la pena base e quella risultante dall’applicazione di un’attenuante è molto elevata, l’effetto della recidiva reiterata non può essere tale da comportare il divieto per il giudice di fare ciò che il codice penale prevede in generale quando c’è il concorso di circostanze attenuanti e aggravanti: ossia, valutarle e compararle per stabilire se le prime possano essere, eventualmente, ritenute prevalenti. In questi casi, la necessaria funzione di riequilibrio della pena, svolta dall’attenuante, è compromessa dal divieto di prevalenza.

Questa considerazione vale a maggior ragione nel caso in cui la pena edittale è quella fissa dell’ergastolo, perché la differenza è ancor più marcata di quella esistente nei reati ai quali si riferiscono le precedenti sentenze. Quando ricorre una circostanza attenuante, la pena dell’ergastolo è sostituita da quella della reclusione da venti a ventiquattro anni e quindi la differenza è tra una pena perpetua, di durata indeterminata in quanto potenzialmente “senza fine”, e la reclusione, che è sempre temporanea.La pena “fissa” e “indefettibile” dell’ergastolo, quale effetto del divieto suddetto, si pone, inoltre, in contrasto con il principio di necessaria proporzionalità della sanzione. Il giudice deve poter graduare la pena secondo la maggiore o minore offensività della condotta in concreto, tenuto conto delle circostanze del reato.

La Corte infine ha precisato che, per effetto di tale dichiarazione di illegittimità costituzionale, il giudice, nel determinare il trattamento sanzionatorio in caso di condanna di persona imputata di uno dei delitti puniti con la pena edittale dell’ergastolo, aggravato dalla recidiva reiterata, non ha più il divieto previsto dalla norma suddetta e può operare l’ordinario bilanciamento delle circostanze, come stabilito in generale dal codice penale, e, quindi, può ritenere che le attenuanti siano prevalenti sulla recidiva reiterata e conseguentemente non irrogare l’ergastolo; ma rimane che questa pena può essere inflitta ove il giudice valuti che, invece, le attenuanti non siano prevalenti sulla recidiva.In definitiva, in caso di recidiva reiterata, la pena dell’ergastolo non è più “fissa” e “indefettibile”, ma non è esclusa.

 

Assegnate 17 nuove Bandiere Blu, mare di Liguria e Puglia al top

Assegnate 17 nuove Bandiere Blu, mare di Liguria e Puglia al topRoma, 12 mag. (askanews) – Assegnate le Bandiere Blu 2023, il riconoscimento internazionale della Foundation for Environmental Education (FEE) ai Comuni rivieraschi e agli approdi turistici che premia l’eccellenza delle acque di balneazione, una virtuosa gestione ambientale e l’efficienza dei servizi turistici collegati alle spiagge. Quest’anno, per la 37ma edizione, sono 226 i Comuni che hanno ottenuto la Bandiera Blu, 16 in più rispetto ai 210 dello scorso anno: 17 sono i nuovi ingressi, un Comune non confermato.

In particolare, la Liguria segna 2 nuovi ingressi e raggiunge 34 località; la Puglia sale a 22 riconoscimenti con 4 nuovi Comuni; seguono con 19 Bandiere: la Campania e la Toscana, entrambe con un nuovo ingresso, e la Calabria con 2 nuove Bandiere Blu. Le Marche salgono a 18, con un nuovo ingresso; la Sardegna conferma le sue 15 località; l’Abruzzo resta a 14; la Sicilia a 11; il Lazio a 10. Rimangono invariate anche le 10 bandiere del Trentino Alto Adige. L’Emilia Romagna vede premiate 9 località con un’uscita e un nuovo ingresso; sono riconfermate le 9 Bandiere del Veneto. La Basilicata conferma le sue 5 località; si registrano 2 nuovi ingressi in Piemonte che ottiene 5 Bandiere; il Friuli Venezia Giulia conferma le 2 dell’anno precedente. La Lombardia sale a 3 Comuni Bandiera Blu, con due nuovi ingressi, il Molise conquista 2 Bandiere con un nuovo Comune.

Le Bandiere sui laghi sono 21, con 4 nuovi ingressi. “Anche quest’anno registriamo un notevole incremento dei Comuni che hanno ottenuto il riconoscimento della Bandiera Blu, ben 226 con 17 nuovi ingressi”, ha dichiarato Claudio Mazza, presidente della Fondazione Fee Italia, “una progressione che cresce di anno in anno: basti pensare che nel 1987, primo anno, i Comuni Bandiera Blu in Italia sono 37, nel 1997 arrivano a 48, nel 2007 a 97, nel 2017 diventano 164, fino ad arrivare a oggi, con sempre più località che si avvicinano al percorso facendo una chiara scelta di campo per la sostenibilità. I Comuni Bandiere Blu rappresentano circa un quarto di tutte le spiagge italiane. Parliamo di eccellenze del turismo nazionale che possono contare su una strategia articolata e su una visione che non tralascia alcun elemento presente sul territorio. Bandiera Blu è ormai riconosciuto come uno strumento di straordinario impatto non solo territoriale ma anche sociale, in cui ciascuno è chiamato a fare la propria parte e a mettersi a servizio della comunità nell’ottica di uno sviluppo sostenibile e inclusivo del territorio”, ha concluso Mazza.

Nel corso della manifestazione sono state premiate quelle località le cui acque di balneazione sono risultate eccellenti negli ultimi 4 anni, come stabilito dai risultati delle analisi che, nel corso degli ultimi quattro anni, le ARPA (Agenzie Regionali per la Protezione dell’Ambiente) hanno effettuato nell’ambito del Programma Nazionale di monitoraggio, condotto dal Ministero della Salute. I Comuni hanno potuto presentare direttamente tali risultati, in quanto c’è piena corrispondenza tra quanto richiesto dalla FEE e quanto effettuato dalle ARPA, in termini di numero di campionamenti e di indicatori microbiologici misurati. I 32 criteri del Programma vengono aggiornati periodicamente in modo tale da spingere le amministrazioni locali partecipanti ad impegnarsi per risolvere, e migliorare nel tempo, le problematiche relative alla gestione del territorio al fine di una attenta salvaguardia dell’ambiente. Grande rilievo viene dato alla gestione del territorio messa in atto dalle Amministrazioni comunali. Tra gli indicatori considerati ci sono: l’esistenza e il grado di funzionalità degli impianti di depurazione; la percentuale di allacci fognari; la gestione dei rifiuti; l’accessibilità; la sicurezza dei bagnanti; la cura dell’arredo urbano e delle spiagge; la mobilità sostenibile; l’educazione ambientale; la valorizzazione delle aree naturalistiche; le iniziative promosse dalle Amministrazioni per una migliore vivibilità nel periodo estivo. Non bisogna inoltre dimenticare l’azione di sensibilizzazione intrapresa affinché i Comuni portino avanti un processo di certificazione delle loro attività istituzionali e delle strutture turistiche che insistono sul loro territorio.

Queste le new entry Bandiera Blu 2023: – Catanzaro (Calabria) – Rocca Imperiale (Calabria) – San Mauro Cilento (Campania) – Gatteo (Emilia Romagna) – Laigueglia (Liguria) – Sori (Liguria) – Sirmione (Lombardia) – Toscano Maderno (Lombardia) – Porto San Giorgio (Marche) – Termoli (Molise) – San Maurizio D’Opaglio (Piemonte) – Verbania (Piemonte) – Gallipoli (Puglia) – Isole Tremiti (Puglia) – Leporano (Puglia) – Vieste (Puglia) – Orbetello (Toscana) Comuni non riconfermati: – Cattolica (Emilia Romagna)