Skip to main content
#sanremo #studionews #askanews #ciaousa #altrosanremo

Migranti, oltre 40 associazioni depositano esposto a Procura Crotone

Migranti, oltre 40 associazioni depositano esposto a Procura CrotoneRoma, 9 mar. (askanews) – Oltre 40 associazioni della società civile italiana ed europea hanno presentato un esposto collettivo elaborato da un pool di legali alla Procura di Crotone per chiedere di fare luce sul naufragio a Steccato di Cutro, costato la vita ad almeno 72 persone, tra cui molti bambini.
“Davanti a così tanti morti e chissà quanti dispersi, è doveroso fare chiarezza”, dichiarano le organizzazioni. “Vogliamo dare il nostro contributo all’accertamento dei fatti, non ci possono essere zone grigie su eventuali responsabilità nella macchina dei soccorsi”.
Le associazioni rinnovano il loro appello all’Italia e all’Europa: “per ridurre drasticamente il rischio di nuove tragedie è necessario mettere in piedi al più presto un sistema di ricerca e soccorso in mare adeguato e proattivo”, aggiungono.
Le associazioni e sigle firmatarie dell’esposto sono: AOI – ASSOCIAZIONE ONG ITALIANE, Associazione Contro gli Abusi in Divisa (A.C.A.D.), Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione (A.S.G.I.), Associazione Clinica Legale per i Diritti Umani, Associazione Progetto Accoglienza, ARCI, Borderline-Europe, Casa dei Diritti Sociali, CIAC Comitato Verità e Giustizia per i Nuovi Desaparecidos, Legambiente, Nazionale Consorzio Italiano di Solidarietà – ufficio rifugiati ONLUS (ICS), Emergency, Fondazione Gruppo Abele, Gruppo Lavoro Rifugiati, International Justice and Human Rights, Centre Legal Team Italia, Medici Senza Frontiere, Associazione Don Vincenzo Matrangolo, Rete Comunità Solidali, Open Arms, Italia Oxfam, Italia SOS MEDITERRANEE, Italia Progetto Mem.Med – Memoria Mediterranea, Mediterranea Saving Humans, PROGETTO DIRITTI, WatchTheMed, Alarm Phone, Sea-Watch, Sea Eye, RESQ – PEOPLE, SAVING PEOPLE, Diritti di Frontiera – Laboratorio di Teoria e Pratica dei Diritti, Fondazione Roberto Franceschi, A Buon Diritto, Confederazione Unione Sindacale di Base, Iuventa-crew, Louise Michel, Associazione Comunità Progetto Sud, Medici del Mondo Italia, Campagna LasciateCIEntrare, Melting Pot, MoCi Cosenza, Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza, La Petite Bibliothèque.
Asgi ha contribuito alla redazione dell’esposto congiunto “affinché siano condotte indagini accurate in relazione alle responsabilità delle autorità italiane per il mancato soccorso dell’imbarcazione naufragata a poche centinaia di metri dalla costa al mattino di domenica 26 febbraio, e nel cui naufragio hanno perso la vita più di 70 persone, tra cui molti bambini”.
“L’aver colposamente qualificato una situazione di pericolo in mare, come evento di immigrazione illegale da affidarsi alla Guardia di Finanza come operazione di polizia e non ad autorità e mezzi equipaggiati per il soccorso come sono invece quelli della Guardia Costiera, è stata una scelta prevedibilmente erronea che non ha tenuto conto degli obblighi di tutela della vita umana in mare derivanti dal diritto internazionale e implementati nella legislazione nazionale”, scrive Asgi in una nota.
“Per tale ragione assieme ad altre associazioni abbiamo ritenuto necessario agire collettivamente, nell’interesse dell’intera società civile, chiedendo all’Autorità Giudiziaria di valutare se siano ravvisabili, in capo agli agenti delle autorità competenti per il soccorso in mare, responsabilità penali (in particolare per i reati di naufragio colposo e omicidio plurimo)”, proseguono ricordando che “se la normativa nazionale ed internazionale in tema di soccorsi in mare fosse stata puntualmente applicata da parte delle autorità italiane a ciò preposte una simile tragedia, prevedibile, forse poteva essere evitata”.
“Il naufragio di domenica 26 febbraio è avvenuto in zona SAR italiana e vicinissimo alla costa. Il Centro di Coordinamento dei Soccorsi in Mare (IMRCC) avrebbe dovuto assumere il coordinamento dei soccorsi ed inviare assetti navali ed aerei adeguati come previsto dalle disposizioni del Piano SAR Marittimo Nazionale (Decreto Ministeriale numero 45 del 04/02/2021). Dai comunicati delle autorità coinvolte (Frontex, Guardia Costiera e Guardia di Finanza) appare, infatti, che le autorità italiane abbiano ricevuto comunicazione in merito alla presenza di un’imbarcazione, sovraccarica di persone e diretta verso le coste italiane, quasi 24 ore prima del disastro. Questo lasso di tempo avrebbe certamente permesso ai mezzi di soccorso della Guardia Costiera italiana di raggiungere l’imbarcazione in pericolo e scortarla verso la costa, impedendole di incagliarsi in una secca sabbiosa naufragando”, si legge.
Infine, aggiungono, “ricordiamo che l’Italia è già stata censurata dal Comitato dei diritti umani delle Nazioni Unite per la violazione del diritto alla vita in merito al mancato soccorso dell’11 ottobre 2013, quando le autorità italiane attesero molte ore prima di soccorrere un’imbarcazione con a bordo circa 300 persone, che nell’attesa dei soccorsi si capovolse. Quando, sette anni dopo gli eventi, i procedimenti penali relativi ai mancati soccorsi risultavano ancora in corso, il Comitato ha ritenuto che l’Italia non avesse adempiuto al suo dovere di condurre una rapida indagine sulle accuse di violazione del diritto alla vita e che, di conseguenza, abbia violato i suoi obblighi ai sensi del Patto internazionale sui diritti civili e politici”.
Il 2 dicembre 2022, “il Tribunale di Roma ha finalmente constatato la dolosa omissione del soccorso da parte degli ufficiali – di Guardia Costiera e Marina Militare – competenti a dare l’ordine di intervento, ritenendo però che i reati loro ascritti, pur sussistendone tutti gli elementi costitutivi fossero da dichiarare prescritti. Asgi, insieme alle altre associazioni che hanno depositato l’esposto, auspica che indagini rapide ed effettive volte all’accertamento delle responsabilità penali degli organi statali permettano di evitare che questa ennesima tragedia resti impunita”, concludono.

Vino, il 19 e 20 aprile a Montefalco c’è Anteprima Sagrantino

Vino, il 19 e 20 aprile a Montefalco c’è Anteprima SagrantinoMilano, 9 mar. (askanews) – Il 19 e 20 aprile a Montefalco (Perugia) si terrà Anteprima Sagrantino, l’evento organizzato dal Consorzio Tutela Vini Montefalco per presentare alla stampa specializzata nazionale e internazionale le nuove annate delle denominazioni dei territori di Montefalco e Spoleto, tra cui spicca l’annata 2019 di Montefalco Sagrantino Docg.
In degustazione ci saranno le nuove annate e quelle già in commercio di Montefalco Bianco DOC, Montefalco Grechetto DOC, Spoleto DOC Trebbiano Spoletino, Spoleto DOC Trebbiano Spoletino Superiore, Montefalco Rosso DOC, Montefalco Rosso DOC Riserva e apppunto Montefalco Sagrantino Docg. La valutazione dell’annata 2019 di quest’ultimo “sarà per il quarto anno consecutivo espressa in centesimi, approfondendo i singoli parametri che compongono il giudizio complessivo, anche grazie al lavoro della Commissione esterna”. Quest’anno la valutazione sarà affidata alla giornalista Alessandra Piubello, curatrice, tra l’altro, della “Guida Oro – I Vini di Veronelli”, con il sommelier Giampiero Compare, maitre del ristorante stellato “La Cru” di Grezzana (Verona).
“L’evento dedicato alle Anteprime dei vini del nostro territorio si caratterizzerà per la promozione del territorio con molte novità ed estrema attenzione all’ambiente” ha dichiarato il presidente del Consorzio, Giampaolo Tabarrini, aggiungendo “il nostro desiderio più grande è proprio quello di aprirci sempre più al mondo, di farci conoscere ancora di più per la singolarità dei nostri vini che nascono da un territorio che è unico ed irripetibile”. “Lo abbiamo fatto già in questi mesi con azioni di valorizzazione e promozione territoriale con l’obiettivo di essere ancora più presenti su specifici mercati” ha proseguito, sottolineando “lo facciamo, però, senza strizzare l’occhio a mode o tendenze, ma proponendo la solidità delle nostre radici e della nostra storia”.
Tra gli appuntamenti previsti a Montefalco anche il “Gran Premio del Sagrantino”, concorso nazionale per sommelier promosso dall’Associazione Italiana Sommelier (Ais), e la presentazione dell’”Etichetta d’autore”, opera celebrativa dell’annata 2019 del Montefalco Sagrantino Docg, che quest’anno sarà realizzata dall’Accademia delle Belli Arti “Pietro Vannucci” di Perugia.

Vino, da 8 a 10 novembre torna ProWine Shanghai con espositori esteri

Vino, da 8 a 10 novembre torna ProWine Shanghai con espositori esteriMilano, 9 mar. (askanews) – Dall’8 al 10 novembre prossimi si al New International Expo Center di Shanghai si terrà la decima edizione di “ProWine Shanghai 2023” che, per la prima volta dopo la pandemia del Covid, riapre i suoi battenti agli espositori stranieri.
Tra gli espositori annunciati dalla fiera, ci sono le Cantine Sgarzi Luigi di Castel San Pietro Terme (Bologna), “primo esportatore ufficiale di vino in Cina nel 2021”. Business France porterà le regioni vinicole transalpine e AXA Millésimes presenterà una selezione di vini francesi, festeggiando così il suo debutto alla manifestazione. Nei grandi padiglioni nazionali ci saranno anche i vini del Portogallo, della Germania e della California.
L’organizzazione spiega che sono già in programma in molte città cinesi eventi promozionali rivolti agli acquirenti cinesi, tra cui il World Malbec Day realizzato in collaborazione con Wines of Argentina, i roadshow con la Yinchuan Wine Association ed eventi con la California Wine Institute, Wines of Germany e COFCO Great Wall. Inoltre in occasione del decimo anniversario della ProWine Shanghai, sono previste anche due manifestazioni di ProWine a Pechino e Shenzhen. La presentazione al China World Hotel di Pechino (Beijing) si terrà l’1 e 2 giugno, mentre quella a Shenzhen sarà al Futian Shangri-La Hotel il 30 giugno e il 1 luglio.

Geologo Lorenzo Benedetto vicepresidente Struttura Tecnica Nazionale

Geologo Lorenzo Benedetto vicepresidente Struttura Tecnica NazionaleRoma, 9 mar. (askanews) – Il Consiglio Direttivo della Struttura Tecnica Nazionale, Supporto delle Professioni Ordinistiche al Sistema di Protezione civile, ha eletto il geologo Lorenzo Benedetto Vice-Presidente. La struttura ha come scopo la coordinazione delle attività dei Consigli Nazionali per la gestione degli eventi emergenziali, con particolare riferimento a quelli indicati all’articolo 7 del Decreto Legislativo n.1 del 2018.
La STN – si legge nella nota – svolge tra l’altro, le attività di ricognizione del danno e dell’agibilità nonché le relative attività complementari a queste connesse, le attività di supporto geologico, geotecnico, cartografico ,tutte le ulteriori attività di supporto alla gestione tecnica delle emergenze nonché, di concerto con i sistemi ordinistici territoriali, attività di formazione e informazione sulla cultura della prevenzione e consapevolezza dei rischi.
“Ringrazio il Presidente Monaco e l’intero Consiglio per la fiducia accordatami – ha detto Lorenzo Benedetto -. Il contributo della Struttura Tecnica Nazionale al sistema di protezione civile sta assumendo sempre più rilievo su attività di supporto alle emergenze. Proprio in questi giorni stiamo attivando delle procedure di collaborazione con il Commissario delegato per l’emergenza Ischia, On. Giovanni Legnini, in modo particolare nella valutazione dell’impatto e del danno sui fabbricati interessati dagli eventi franosi avvenuti a Casamicciola Terme nel novembre scorso, per la definizione del rischio residuo e della pianificazione di emergenza”, conclude.

‘L’Europa alla sfida della disinformazione: #Giornalismo #IA #FakeNews’

‘L’Europa alla sfida della disinformazione: #Giornalismo #IA #FakeNews’

Incontro organizzato da Osservatorio TuttiMedia e Rappresentanza in Italia Commissione Ue

Roma, 9 mar. (askanews) – Affidabilità delle fonti, tecnologia sinergicamente utile all’informazione di qualità, lotta alla disinformazione condivisa. Queste le parole chiave emerse dall’appuntamento “L’Europa alla sfida della disinformazione: #Giornalismo #IA #FakeNews” organizzato dall’Osservatorio TuttiMedia e la Rappresentanza in Italia della Commissione Europea l’8 marzo presso lo Spazio Europa a cui hanno partecipato i giovani dei Master di giornalismo LUMSA e LUISS.
Carlo Corazza (Direttore dell’ufficio del Parlamento EU in Italia) apre l’incontro ricordando che Roberta Metsola, presidente del Parlamento Europeo, ha dedicato questo 8 marzo alle donne che lottano per i diritti. “Siamo ad un anno dalle elezioni del parlamento europeo, cuore pulsante della democrazia e i cittadini vogliono che ciò avvenga in maniera corretta; infatti, l’88% vede le fake news come una minaccia. Contro la manipolazione dell’informazione serve un giornalismo robusto ed un’adeguata educazione. I giornalisti sono le prime sentinelle della democrazia liberale che mette al centro le libertà dell’uomo, ecco perché dobbiamo investire nella loro professionalità”.
Antonio Parenti (Capo della Rappresentanza Commissione Europea in Italia) fa gli auguri alle donne “vederne tante in sala è un bel segno per il futuro” ed entra nel vivo delle fake news con l’esempio della farina di grillo: “La commissione Eu dice che la farina di grillo non è dannosa alla salute e obbliga l’indicazione nelle etichette”. Rivolgendosi ai giovani in sala sottolinea: “Il vostro ruolo in quanto giornalisti è etico perché avete il compito di cercare le fonti attendibili che possono permettere una critica costruttiva alla politica. Siete i responsabili di un dibattito fondamentale per le nostre istituzioni. La bandiera europea è la bandiera dei diritti, e conto che lo sia per sempre”.
Carlo Chianura (direttore del Master Lumsa) ringraziando per l’iniziativa, sottolinea l’importanza del controllo delle fonti che deve essere costante e meticoloso in un ecosistema dei media completamente diverso. Gianni Riotta (direttore del Master Luiss) parla di informazione e disinformazione, due facce della stessa medaglia: “Oggi gli organismi europei istituiti per combattere la disinformazione si riuniscono a Roma, una buona notizia. Purtroppo ho constatato che i fondi a loro dedicati sono stati dimezzati, azione che non condivido”. Conclude sottolineando l’importanza della formazione, problema di oggi perché nelle redazioni non c’è più tempo per questo: “Le scuole sono l’unico luogo dove apprendere le competenze utili alla professione, che ha bisogno di credibilità e di un sistema che la sostenga”.
“Se l’informazione è un bene pubblico – ha detto Franco Siddi (presidente TuttiMedia) – bisogna pensare ad un sistema in cui l’intervento pubblico non deve trasformarsi in un assoggettamento, perché fare il giornalista significa lavorare in condizioni di indipendenza”.
Per Agnese Pini (direttrice QN) viviamo in un’epoca straordinaria perché “l’informazione non è più elitaria, ma c’è bisogno di educazione allo smartphone, di capitali e uomini che sappiano guidare il cambiamento così come è avvenuto per le altre rivoluzioni”. La direttrice conclude sull’importanza della differenza fra informazione e comunicazione, invitando i giovani alla verifica delle fonti.
Di nuove tecnologie a supporto del giornalismo parla Andrea Cristallini (Google): “Le applicazioni sono tante – sottolinea – ma noi lavoriamo per assistere e ottimizzare l’uso dei nuovi strumenti utili a contrastare le fake news e le discriminazioni di genere, ad esempio: la sinergia fra tecnologia e informazione porterà risultati per tutti”.
“Garantire l’affidabilità delle notizie che circolano in rete è priorità per gli editori mainstream – afferma Isabella Splendore (FIEG) -. Fake news e disinformazione proliferano laddove la qualità dell’informazione è bassa. L’informazione professionale di qualità è la diga contro le fake news, ma così come al giornalista viene affidata la funzione di antidoto contro i fenomeni quali polarizzazione e echo-chamber, è importante garantire la sostenibilità dell’industria editoriale”.
“Condividere le proprie idee in luoghi affidabili – precisa Costanza Andreini (Meta) – è importante per le persone che devono sentirsi sicure negli spazi che usano. Ecco perché siamo in prima linea contro la disinformazione e aperti a strumenti di regolamentazione. Il fact-checking è essenziale, noi gestiamo miliardi di contenuti cercando di ridurre la visibilità di quelli non appropriati o falsi”.
Di coscienza della disinformazione parla Claudia Mazzola (direttrice ufficio studi della Rai): “La media literacy, l’alfabetizzazione servono per creare la coscienza della disinformazione”. Per Luigi Rancilio (Avvenire) i giornalisti devono inseguire la verità anche contro i dinosauri che scoraggiano, l’unico modo per vincere è essere credibili.
Il consiglio di Leonardo Panetta (corrispondente Mediaset da Bruxelles) ai giovani in sala è di costruire una rete di amicizie con le quali verificare le notizie perché le fake news possono incidere profondamente nelle decisioni politiche, come avvenuto per la Brexit.
Il professor Derrick de Kerckhove (direttore scientifico TuttiMedia) conclude sulla crisi epistemologica e antropologica in atto: “Gli esseri umani stanno per delegare alle macchine la loro caratteristica distintiva, cioè il pensiero. Nella tempesta attuale si cerca aiuto nell’IA che si presenta come una soluzione per il controllo sulla verifica dei fatti, per la traduzione linguistica, per il reporting automatizzato e per la personalizzazione. Le tecnologie però non sono ancora pronte o sufficientemente mature, perché non possono andare a sostituire la capacità e il senso critico del giornalista in quanto umano, come mi ha risposto anche lo stesso ChatGPT”.
“Lavorare in un ufficio stampa di un’istituzione come è capitato a me – dice Adriano Addis (Press & Media EU) – non è un’ambizione comune fra i giovani aspiranti giornalisti, io non lo sono. In questo contesto voglio invitare i giovani in sala a considerare la rivoluzione che c’è stata nel mondo delle istituzioni rispetto al giornalismo. L’invasione della Crimea (2014) fa da spartiacque. Inizia l’interesse per la disinformazione, l’Europa capisce che bisogna agire e che si deve raccontare, ha bisogno di giornalisti”.
“Un Paese senza visione non ha futuro – dice in conclusione Maria Pia Rossignaud (vicepresidente dell’Osservatorio TuttiMedia) – oggi, invece abbiamo tracciato possibili percorsi che da idee possono trasformarsi in pratiche di successo per i giornalisti ed il mondo dei media”.

Vino, l’Azienda agricola Ricci Curbastro diventa società benefit

Vino, l’Azienda agricola Ricci Curbastro diventa società benefitMilano, 9 mar. (askanews) – Da marzo 2023, l’azienda agricola Ricci Curbastro di Capriolo (Brescia) diventa società benefit, integrando nel suo nuovo statuto, oltre agli obiettivi di profitto, quello di avere un impatto positivo sulla società e sull’ambiente. Lo ha annunciato Equalitas, società proprietaria dell’omonimo standard di certificazione della sostenibilità in ambito vitivinicolo, di cui è presidente lo stesso Riccardo Ricci Curbastro.
“Il passaggio va di pari passo con il proprio approccio sostenibile, aggiungendo così alla propria missione a lungo termine, la creazione di valore condiviso” si legge in una nota, dove si precisa che la Cantina bresciana si aggiunge così a Salcheto e a Feudi San Gregorio, che hanno già fatto questa scelta.
“Il numero di organizzazioni certificate ai sensi dello Standard SOPD Equalitas che hanno modificato il proprio statuto, diventando società benefit, continua così la sua crescita, sulla scia dell’accordo sancito a luglio 2021 tra Equalitas e Assobenefit, associazione nazionale per le società benefit” prosegue il comunicato, spiegando che l’accordo ha l’obiettivo “di promuovere lo sviluppo in Italia di società benefit e sostenibili nel comparto vitivinicolo attraverso iniziative congiunte di formazione e sensibilizzazione destinate a quelle imprese che vogliano assumere un orientamento coerente con il modello di business benefit, adottando allo stesso tempo lo standard di sostenibilità messo a punto da Equalitas”.

Bucci: contenti e orgogliosi per Genova capitale italiana libro 2023

Bucci: contenti e orgogliosi per Genova capitale italiana libro 2023Roma, 9 mar. (askanews) – “Siamo estremamente contenti, soddisfatti e orgogliosi di essere nel 2023 la capitale italiana del libro”. Lo ha detto il sindaco di Genova, Marco Bucci, commentando ad askanews l’annuncio del ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano.
“E’ una cosa molto importante soprattutto perché il nostro piano integrato di rete, che non vuol dire soltanto leggere i libri o soltanto le biblioteche, ma vuol dire che tutti gli strumenti e le strutture della cultura a Genova sono stati apprezzati e soprattutto serviranno per rilanciare e alzare il livello culturale della città, unito al fatto che la ricaduta sarà importante per i cittadini per turisti e anche per lo sviluppo economico e anche per lo sviluppo turistico”, ha spiegato Bucci.
“Siamo assolutamente confidenti che grazie ovviamente al fatto di aver ottenuto questo risultato ci sarà un grande sviluppo alzando l’asticella culturale della città che influenzerà i comportamenti dei cittadini, dei turisti delle imprese e di tutti quelli che vivono sul nostro territorio”, ha aggiunto.

Antonio Rallo riconfermato presidente Consorzio tutela vini Doc Sicilia

Antonio Rallo riconfermato presidente Consorzio tutela vini Doc SiciliaMilano, 9 mar. (askanews) – Antonio Rallo, amministratore delegato di Donnafugata, è stato riconfermato presidente del Consorzio di tutela vini Doc Sicilia. La decisione è stata presa oggi durante la prima seduta del nuovo CdA che ha riconfermato per il prossimo triennio anche i due i vicepresidenti Giuseppe Bursi e Filippo Paladino.
Si completa dunque il nuovo corso del Consiglio, che nei giorni scorsi aveva visto l’ingresso di Roberto Magnisi, direttore di Duca di Salaparuta e Florio, e di Giuseppe Figlioli, enologo della cantina sociale Birgi, al posto rispettivamente di Laurent Bernard de La Gatinais della cantina Rapitalà e Nicolò Vinci della cantina Europa.
“Le azioni del Consorzio – ha dichiarato Bursi – dovranno essere adeguate alle sfide che il mercato richiede e sempre più incisive rispetto alla necessità di valorizzare sempre di più la vitivinicoltura siciliana”.
Il Consorzio è stato fondato nel 2012, pochi mesi dopo la nascita della Doc Sicilia, e oggi rappresenta circa ottomila viticoltori e oltre 500 imbottigliatori. Nel 2021 gli ettari rivendicati erano 24.683 e le bottiglie prodotte più di 96,2 milioni.

UpTown Milano, prima certificazione in Italia GBC Quartieri

UpTown Milano, prima certificazione in Italia GBC QuartieriRoma, 9 mar. (askanews) – Green Building Council Italia ha conferito la prima certificazione GBC Quartieri al progetto UpTown: il primo smart district in Italia realizzato ad opera di EuroMilano all’interno del comparto urbano che comprende la riqualificata Cascina Merlata, oggi aggregatore di servizi per la cittadinanza. Un quartiere di nuova realizzazione che insiste su un’area di 900.000 mq, di cui circa 300.000 saranno destinati a parco, progettato per accogliere 12.000 abitanti e basato sulla promozione della mobilità sostenibile, del social housing e dei servizi di prossimità.
All’attuale stato di avanzamento dei lavori è stata conferita la certificazione livello Gold secondo il Protocollo GBC Quartieri per la fase di masterplan e di parziale di area. Passaggi fondamentali per guidare il completamento dei lavori nel rispetto dei requisiti di sostenibilità e garantendo al sito la capacità di ridurre gli impatti ambientali lungo l’intero ciclo di vita, attraverso l’applicazione di un giusto strumento di misurazione delle politiche industriali definite in accordo coi criteri ESG.
Il raggiungimento di questa certificazione si qualifica come evento di primaria importanza per l’Associazione e per l’intero mercato edilizio ed immobiliare nazionale. Da un lato, si tratta di un passo concreto verso processi di rigenerazione urbana ed edilizia che pongono al centro le reali esigenze dei cittadini, garantendo il giusto benessere alle generazioni presenti e future. Dall’altro, evidenzia il radicarsi della consapevolezza da parte di cittadini, pubbliche amministrazioni e di tutti gli stakeholder della filiera in merito all’imprescindibile necessità di concretezza con riferimento alle tematiche energetico-ambientali, al fine di non compromettere lo sviluppo futuro, in ottemperanza con gli obiettivi di sostenibilità ambientale, economica e sociale.
“Sono sempre più numerosi i processi di rigenerazione urbana a livello internazionale ma l’Italia non rimane alla finestra e in tale ambito sta giocando un ruolo da protagonista”, afferma Marco Mari, presidente del Green Building Council Italia, che prosegue: “Il nostro Paese figura, su una classifica di oltre 200 paesi, al nono posto al mondo per edifici certificati con protocolli energetico-ambientali della famiglia LEED e con oltre 18 milioni di metri quadrati tra edifici certificati e in via di certificazione con i protocolli della famiglia LEED-GBC si posiziona al secondo posto in Europa dopo la Spagna e prima della Germania. UpTown rappresenta tra questi una vera e propria eccellenza, non solo perché è il primo sviluppo di un intero quartiere a raggiungere la certificazione del masterplan con il protocollo GBC Quartieri, ma soprattutto perché la visione di sostenibilità messa in pratica dal Socio EuroMilano, ha messo al centro del proprio progetto la persona, e facendo leva su una robusta governance capace di guidare un complesso processo di partenariato pubblico-privato, rappresenta un avanzato modello che, per dimensioni e risultati, traccia la rotta verso una nuova cultura dell’abitare sostenibile, capace di mettere a sistema le persone, i luoghi in cui vivono e il nostro pianeta in una corretta logica di mercato”.
L’Europa e l’Italia si trovano oggi ad affrontare due grandi sfide. Da un lato il recupero di vaste aree industriali e civili dismesse o degradate, dall’altro la risposta ai rischi climatici che affliggono il nostro Pianeta. Queste due emergenze implicano la necessità di intervenire non solo edificando in modo sostenibile edifici di nuova costruzione, ma anche attraverso processi di riqualificazione di edifici e quartieri e di riprogettazione delle opzioni di mobilità. Si tratta di una nuova visione edilizia definita sui pilastri dello sviluppo sostenibile: integrando gli aspetti ambientali, economici, sociali e culturali, coinvolgendo le comunità che vivono gli spazi antropizzati per giungere a un rinnovamento dal basso e ad una condivisione comunitaria dei primari valori del vivere sociale.
Sicuramente non sarà un processo semplice, soprattutto in questa fase di crisi economica. Ma proprio da questi interventi, realizzabili solo grazie a una sinergia tra risorse pubbliche e private, possono innescarsi nuove forze per la risoluzione delle difficoltà del settore del costruito, da tempo riconosciuto come quello con maggior impatto ambientale. Decarbonizzazione, economia circolare, efficienza idrica, uso del suolo e biodiversità, resilienza, benessere e salubrità. Ma anche lotta alla povertà energetica e sostegno alle vulnerabilità sociali, sono gli obiettivi fondamentali per la giusta transizione del comparto edilizio e immobiliare, a sostegno delle azioni sostenibili e innovative promosse dall’Unione Europea per rispondere alla sempre più crescente domanda di riqualificazione e cura dello spazio pubblico.
Con UpTown si è compiuto il primo passo sulla strada che avrà l’obiettivo di aprire un nuovo scenario di sviluppo per le nostre città, progettate e riqualificate secondo una visione olistica e sistemica, che conferisca centralità all’individuo e al suo farsi comunità, per garantire il pieno raggiungimento ai 17 sustainable goals individuati dalle Nazioni Unite come strategia “per ottenere un futuro migliore e più sostenibile per tutti”.

Cristoforetti: Chiaretto vino identitario e sempre più di bandiera

Cristoforetti: Chiaretto vino identitario e sempre più di bandiera

Pres. Consorzio: oggi le Cantine esaltano l’identità della Corvina

Milano, 9 mar. (askanews) – “L’obbiettivo principale del progetto ‘Pink Revolution’ era quello di arrivare ad una forte identità territoriale del Chiaretto, a partire dal colore. Quasi dieci anni dopo mi sento di dire che quell’identità l’abbiamo trovata: i produttori sanno come lavorare, hanno identificato i vigneti giusti a seconda di quello che vogliono produrre e lo fanno con tecnica e con cultura”. Lo ha detto il presidente del Consorzio di tutela del Chiaretto e del Bardolino, Franco Cristoforetti, intervistato da askanews all’interessante Anteprima dell’annata 2022 del vino rosé prodotto sulla sponda veronese del lago di Garda, territorio dove la viticoltura viene praticata fin dai tempi dei Romani.
Il Chiaretto di oggi è sempre più lo specchio fedele del suo vitigno (la Corvina Veronese che dal Disciplinare 2021 può arrivare al 95%, perché c’è una quota minima del 5% di Rondinella) e del suo terroir, l’anfiteatro morenico con le colline che degradano dolcemente verso quel grande e bellissimo lago che ha il potere di mitigare il clima. “L’identità si raggiunge non omologandosi ma sottolineando i nostri caratteri identitari: la sapidità che equilibria l’acidità e tannicità” continua Cristoforetti che è produttore con Vigneti Villabella-Cantina Delibori, sottolineando che si tratta di “fattori che rendono freschi, eleganti e gastronomici i nostri Chiaretto”. Vero, tanto che questo rosato Doc prodotto negli ultimi anni è un vino sempre più fine e pulito senza però perdere la sua schiettezza e profumata immediatezza.
“Le Cantine non lo considerano più un prodotto secondario, un completamento di gamma, per molte è diventato il vino bandiera con cui riescono ad entrare in alcuni mercati” precisa il presidente del Consorzio, ricordando che “molte aziende ne producono più di uno e quindi è diventato un prodotto con tante sfaccettature e che è cresciuto tantissimo in qualità”.
La produzione di Chiaretto, che conta su un migliaio di ettari, è attestata intorno ai 10 milioni di bottiglie, più o meno la metà della produzione complessiva degli oltre trenta vini rosa italiani a denominazione d’origine, di cui l’Italia è il terzo produttore europeo. Circa 500mila di queste 10 milioni di bottiglie, sono spumanti, principalmente Charmat ma anche Metodo Classico di ottimo livello come, ad esempio, quello prodotto dal giovane Enrico Gentili a Caprino Veronese. L’anno scorso il Chiaretto di Bardolino ha fatto registrare una crescita complessiva intorno al 5%, con un interessante +10% nel settore horeca nazionale.
All’Anteprima di due giorni a Bardolino riservata alla stampa a cui hanno partecipato oltre una quarantina di cantine, la qualità del Chiaretto è emersa anche quando è stata messa a confronto con altri celebri rosé stranieri, quelli della Mosella, della Rioja e della Provenza, risultando perfettamente in grado di competere soprattutto con gli uvaggi misti. La sorpresa più bella è però arrivata dalla degustazione delle vecchie annate, a dimostrazione che il Chiaretto può dare molto di più di quello che gli si è chiesto fino ad ora. L’esempio più eclatante è stato l’assaggio del “Baldovino” di Tenuta La Presa 2016, un vino davvero sorprendente per il suo equilibrio e la ricchezza gusto olfattiva complessiva. Un vino “maturo” nel senso più bello del termine, che racconta una volta di più del potenziale di longevità del Chiaretto e del suo carattere sempre più chiaro, non più sottoprodotto del Bardolino né moda passeggera.
Tra la cinquantina di referenze dell’annata 2022 in degustazione (ognuna con la sua propria sfumatura di rosa), c’era anche quella prodotta dagli allievi del corso di Tecnico vitivinicolo della Scuola della formazione professionale (Cfp) Salesiani Bardolino Tusini. “L’anno prossimo i ragazzi avranno completato i tre anni di questo primo corso ” (il quarto anno è facoltativo) precisa Cristoforetti, spiegando che “la Scuola ha ripreso in mano un vigneto di proprietà dei Conti Tusini-Giuliari, e ha iniziato a fare il suo Chiaretto” ha spiegato, sottolineando che pur non essendo iscritti alla Doc (è un Corvina in purezza) “li abbiamo voluti come ‘special guest’ a questa Anteprima per sottolineare il loro sforzo e l’impegno di un territorio unito per creare il terzo pilastro della sostenibilità, quella sociale, che tante volte ci si dimentica”.