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Vino, nasce il progetto “Gli Svitati”: gli ambasciatori del tappo a vite

Vino, nasce il progetto “Gli Svitati”: gli ambasciatori del tappo a viteMilano, 8 mar. (askanews) – Nasce il progetto “Gli Svitati”, gruppo fondato da cinque storici, vignaioli italiani del calibro del piemontese Walter Massa, del friulano Silvio Jermann, del veneto Graziano Prà, del trentino Mario Pojer e degli altoatesini Franz Haas Jr e Maria Luisa Manna, figlio e moglie di Franz Haas, scomparso l’anno scorso. Insomma uno spaccato del meglio della nostra enologia che si è messo insieme per promuovere la chiusura delle bottiglie di vino con il tappo a vite, da anni una loro sfrontata caratteristica.
Cinque amici, cinque ragazzi degli anni Cinquanta, che si sono messi insieme per dire che essere “svitati” oggi non significa essere né dei matti, né dei visionari e nemmeno dei rivoluzionari come furono allora ma, al contrario, persone con i piedi ben piantati nel vigneto, forti di una storia avvi(t)ata da diversi decenni e di dati scientifici “incontestabili”. Il loro punto di partenza è molto semplice: il sughero non è un materiale né inerte né neutro e, nonostante i grandi miglioramenti degli ultimi anni, non garantisce il perfetto mantenimento delle qualità organolettiche del vino cercate in vigna e valorizzate in cantina, la corretta evoluzione nel tempo e l’omogeneità qualitativa in tutte le bottiglie. A differenza di quanto accade invece con il tappo a vite, che a una sessantina d’anni dalla sua nascita è diventato complice e fidato alleato del vignaiolo che ama far invecchiare i suoi vini.
Un dato difficile da contestare, come dimostrano diverse ricerche internazionali che a Villa Sorio di Gambellara, nel Vicentino, dove “Gli Svitati” si sono presentati alla stampa, sono state illustrate con grande perizia da Fulvio Mattivi, già ordinario di Chimica degli alimenti all’Università di Trento e collaboratore della Fondazione Edmund Mach. “A distanza di anni, il vino sia bianco che rosso in tutte le bottiglie con il tappo a vite – ha chiosato Mattivi – aveva un colore ancora brillante e presentava delle caratteristiche organolettiche ideali, uguali a quello delle migliori bottiglie chiuse con il sughero”. Ribaltando il concetto, si può dire che in assenza di difetti il tappo tradizinale dà lo stesso ottimo risultato del tappo a vite, che ha il vantaggio di avere “una permeabilità all’ossigeno molto più bassa ma costante e regolabile a seconda del rivestimento utilizzato al suo interno”. “Ma soprattutto garantisce di non trasmettere al vino né odori, né sapori – ha evidenziato Jermann che con il tappo a vite chiude anche il suo famosissimo “Vintage Tunina” – né tantomeno rischia di ingessarlo grazie ad un’evoluzione lenta ma costante”.
Da anni nessuno dei vignaioli di cui sopra ha più problemi a vendere i suoi vini, ma va detto che si tratta di produttori affermati e autorevoli, e che la stragrande maggioranza delle loro bottiglie prende la via dell’estero. Perché è inutile negare che, soprattutto in Italia, il pregiudizio e lo stigma verso la sofisticata e tecnologica capsula di alluminio è dura a morire. Il sughero naturale (molto meno il suo clone sintetico) è ancora associato al vino di qualità “da enoteca”, mentre il suo “moderno” rivale al vino di fascia economica in vendita al discount. Poi c’è il rituale dell’apertura, condito dall’immaginario del sommelier che, dopo aver sfilato il “verme”, porta il tappo al naso per decifrare eventuali disastri avvenuti in bottiglia: cerimoniali tradizionali ed evocativi spazzati via da una chiusura oggettivamente più prosaica ma “molto più efficace e sicura”.
Dire quindi che in Italia si va verso una generazione senza cavatappi è al momento azzardato, ma i segnali vanno lentamente in questa direzione se si pensa che nel 2020 in Italia il 20% delle bottiglie di vino (304 milioni) sono state chiuse così e che nell’altrettanta tradizionalista Europa Occidentale la quota è arrivata al 34%. Ancora più evidente se si guarda al dato mondiale, dove (sempre secondo Stelvin e Guala Closures, i maggiori player sul mercato) oggi quasi quattro bottiglie su dieci sono imbottigliate con i tappi a vite (+9% sul 2015). Si parla di trenta miliardi di chiusure per il vino fermo e frizzante vendute principalmente in Australia e Nuova Zelanda (dove sono il 77% del mercato locale), nell’Asia Pacifico (il 54%) e nel Nord America (il 42%). E poi c’è il tema della sostenibilità (l’alluminio è completamente riciclabile) che potrebbe aiutare a convincere le nuove generazioni di consumatori consapevoli.
Insomma segnali incoraggianti per gli “Svitati” che da anni, ognuno nella sua cantina, cercano di ribaltare la narrazione che vuole il tappo a vite esclusivo appannaggio dei vini bianchi di pronta e facile beva. Lo fanno imbottigliando anche i rossi importanti e i loro cru più noti, le loro strepitose punte di diamante che sul mercato si collocano nelle fasce di prezzo “premium” e “super premium”. Ci mettono insomma il loro vino, e cioè la loro faccia, ma soprattutto sottolineano il patto stipulato con i loro clienti che devono poter bere sempre il vino che hanno comprato, senza trovare bottiglie diverse e che rischiano di sapere di tappo o sono state rovinate da muffe, batteri, ossidazioni e via dicendo. “Il vino è una cosa seria, è la visione del vignaiolo che lo produce – ha sintetizzato Massa da Monleale, padre del Timorasso – e se non è buono deve essere per colpa mia e non per il tappo”.
Massa, Jermann, Prà, Pojer e Haas al momento non pensano di costituirsi in associazione (il che non esclude avere una sede), puntando piuttosto ad un movimento: vignaioli agitatori e aggregatori di altri produttori che guardano lontano. Svitati appunto ma, una volta di più, concreti come solo l’avanguardia sa essere.

Scoperto nuovo meccanismo attivazione del sistema immunitario cerebrale

Scoperto nuovo meccanismo attivazione del sistema immunitario cerebraleRoma, 8 mar. (askanews) – Un team di ricercatori e ricercatrici guidato da Silvia Di Angelantonio del Dipartimento di Fisiologia e farmacologia “V. Erspamer” della Sapienza e del laboratorio Nanotechnologies for neurosciences, coordinato da Giancarlo Ruocco dell’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT), in collaborazione con la Columbia University, ha pubblicato un articolo sulla rivista Cell Reports dove ha messo in luce un nuovo meccanismo di attivazione della microglia, una tipologia di cellule che costituisce la prima linea di difesa nel cervello. Questa scoperta potrebbe costituire la base di nuovi approcci da impiegare contro il dolore neuropatico, spesso riscontrato in seguito ai trattamenti chemioterapici, in cui la microglia è coinvolta.
La microglia è un tipo di cellula presente nel cervello, dove svolge funzione immunitaria, ossia difende il sistema nervoso da ciò che potrebbe danneggiarlo, come patogeni, cellule tumorali o infiammazione. Quando non sono presenti minacce, le cellule della microglia sono presenti nel cosiddetto “stato non attivato” o “di sorveglianza” caratterizzato da un gran numero di ramificazioni che vengono sfruttate proprio per sorvegliare l’ambiente del cervello alla ricerca di segnali di pericolo che, una volta trovati, faranno acquisire alla microglia il suo “stato attivato” passando da una forma ramificata a una forma tondeggiante, conformazione con il quale può svolgere la sua funzione di difesa. Il gruppo ha scoperto il ruolo fondamentale che hanno i microtubuli, elementi fondamentali per dare la forma alle cellule, in questa conversione da stato non attivato a stato attivato. Nella microglia non attivata i microtubuli si allineano parallelamente, mentre in quella attivata si dispongono a raggiera, simile a una ruota di bicicletta. Questa riorganizzazione dei microtubuli è fondamentale per l’attivazione della microglia, infatti, bloccando questo processo nel corso dei loro esperimenti, il team ha notato che la microglia non riusciva più ad attivarsi. Mentre la microglia ramificata non attivata e quella tondeggiante attivata sono entrambe essenziali per la salute del cervello, la microglia che rimane bloccata nello stato attivato contribuisce all’infiammazione cerebrale e alla progressione di malattie neurodegenerative come Parkinson e Alzheimer. Inoltre, la microglia è implicata nello sviluppo del dolore neuropatico, spesso riscontrato in pazienti trattati con la terapia chemioterapica. Ciò è dovuto al fatto che alcuni farmaci chemioterapici vanno ad attaccare i microtubuli per distruggere le cellule cancerogene. Il problema è che spesso questi farmaci colpiscono non solo le cellule tumorali, ma anche quelle sane, generando quindi il dolore. “Il futuro sarà lo sviluppo di nuovi approcci terapeutici mirati a modulare in maniera specifica i cambiamenti dei microtubuli della microglia, senza andare a intaccare le altre cellule – conclude Silvia Di Angelantonio, coordinatrice dello studio – Questo nell’ottica di prevenire o contrastare l’attivazione patologica della microglia. Siamo solo all’inizio di questo percorso, ma ci stiamo muovendo in questo senso”.

Fugatti: nasce nuova azione comune per sviluppo Nordest

Fugatti: nasce nuova azione comune per sviluppo NordestRoma, 8 mar. (askanews) – Intesa tra Regioni del Nordest questa mattina con la firma del protocollo sugli Stati Generali della logistica. Alla firma durante il LetExpo di Verona erano presenti il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, i governatori Luca Zaia, Stefano Bonaccini, Massimiliano Fedriga, Maurizio Fugatti e il vice presidente Daniel Alfreider. “Con la firma di oggi si mette nero su bianco la volontà di portare avanti un azione comune tra le Regioni e Province autonome del Nordest sui temi dell’intermodalità e del trasporto”. È il commento del presidente della Provincia di Trento, Maurizio Fugatti, dopo l’intesa siglata tra Governo, Veneto, Lombardia, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia e Province autonome di Trento e Bolzano al LetExpo di Verona. Il protocollo ha come obiettivo quello di perseguire il miglioramento del sistema logistico e dell’intermodalità tra i territori, attraverso la promozione di un dialogo costruttivo per affrontare con un approccio sistemico, integrato e sostenibile le sfide connesse allo sviluppo delle potenzialità del territorio ed il superamento delle criticità esistenti.
“Vogliamo creare un efficace sistema logistico e migliorare i flussi di traffico, in vista anche alle Olimpiadi del 2026, dove i trasporti avranno un ruolo determinante per il successo dei Giochi. Ci sono diverse tematiche territoriali che devono avere un percorso comune – ha spiegato Fugatti – penso all’A22, la circonvallazione di Trento e il tunnel del Brennero. Ci sono tante questioni che non riguardano solo un singolo territorio, ma devono essere razionalizzate e portate avanti con proposte comuni”.
Il protocollo prevede la costituzione di un Tavolo tecnico interregionale con particolare attenzione alle funzioni dei porti (Ravenna, Trieste e Venezia), degli interporti (Bologna, Verona, Padova, Milano, Udine, ecc.) del sistema aeroportuale (Milano, Bologna, Verona, Treviso, Venezia, ecc.), del sistema delle Infrastrutture (RFI, TerminalItalia, Autostrade, ANAS, Sistema Navigazione Interna), all’interscambio modale strada-ferro-acqua e alla pianificazione territoriale degli insediamenti destinati alla logistica. I risultati del lavoro del Tavolo tecnico saranno presentati durante gli Stati Generali della Logistica del Nord-Est (SGLNE) da tenersi annualmente a rotazione in ciascuna delle regioni e Province autonome.

Acea e Susan Komen Italia insieme per la prevenzione dedicata alle donne

Acea e Susan Komen Italia insieme per la prevenzione dedicata alle donneRoma, 8 mar. (askanews) – Continua la collaborazione con l’organizzazione Susan G. Komen Italia, oggi in occasione della Giornata Internazionale della Donna: il Gruppo Acea, da sempre attento al benessere delle proprie persone e all’importanza della prevenzione e dei corretti stili di vita, lancia la campagna “Previeni con ACEA” che prevede screening gratuiti dedicati alle donne dell’azienda che potranno usufruire di visite senologiche e ginecologiche. Nella giornata odierna le persone di ACEA potranno anche partecipare ad un’iniziativa solidale organizzata presso la sede centrale di Piazzale Ostiense dai volontari dell’associazione, che illustreranno progetti e attività dedicate alla prevenzione.
Con queste iniziative, realizzate in collaborazione con l’associazione Susan G. Komen, che opera da oltre 20 anni in Italia per rendere il tumore del seno una malattia sempre più curabile, il Gruppo Acea conferma il percorso intrapreso a favore della salute delle proprie persone, promuovendo con sempre maggiore impegno il valore della Prevenzione.

Farmaci antifrattura non causano danni a bocca. Linee guida dentisti

Farmaci antifrattura non causano danni a bocca. Linee guida dentistiRoma, 8 mar. (askanews) – Non bisogna rinunciare a salvare le ossa per prevenire problemi di salute orale: con controlli costanti prima, durante e dopo la terapia i farmaci anti-fratturativi non devono preoccupare chi soffre di parodontite. Basta identificare i fattori di rischio dei singoli pazienti e controllare l’infiammazione gengivale per ridurre al minimo la possibilità dell’insorgenza di una grave ma rara complicanza di questi farmaci e cioè l’osteonecrosi delle ossa mascellari. Si tratta di una condizione degenerativa di una porzione di osso che può portare a serie conseguenze infettive e disfunzionali. A indicarlo sono le prime Linee Guida, frutto di un documento congiunto della Società Italiana di Parodontologia e Implantologia (SIdP) e della Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia (SIOT). Il lavoro nasce nell’ambito del progetto “Healthy Bone Healthy Gums” e sarà presentato al XXI Congresso Nazionale della SIdP, in programma dal 9 all’11 marzo al Palacongressi di Rimini.
L’osteoporosi colpisce oggi quasi 5 milioni di italiani e le fratture da fragilità sono oltre 600.000 ogni anno per un costo di quasi 10 miliardi. I numeri sono in costante crescita insieme all’età media della popolazione. Per contrastare la fragilità ossea sono oggi disponibili diversi farmaci che agiscono riducendo il riassorbimento del tessuto osseo. La famiglia maggiormente diffusa è quella dei bifosfonati a cui si aggiungono i monoclonali oltre quelli che associano all’attività anti-riassorbitiva la capacità di stimolare la deposizione di nuovo osso. “L’introduzione di queste terapie ha costituito un importante passo avanti nella prevenzione delle fratture – spiega Luca Landi, coordinatore delle Linee Guida per SIdP -, ma è nata una certa preoccupazione nei pazienti quando tra le possibili complicanze dell’assunzione di anti-riassorbitivi è apparsa l’osteonecrosi dei mascellari. Si tratta di una degenerazione di una porzione di osso – precisa Landi – che può divenire esposto, spontaneamente o a seguito di cure dentarie e che non guarisce e può provocare dolore, gonfiore e ulcerazione dei tessuti molli fino alla mobilità dentale con grave alterazione della funzione masticatoria. La sua incidenza è molto bassa e va da meno dello 0,5% in caso di terapia per l’osteoporosi e fino al 8% circa in caso di assunzione per motivi oncologici. Ma assistiamo sempre più spesso ai timori di pazienti in cura con questi farmaci o che dovrebbero iniziare ad assumerli. Sospendere o non iniziare la terapia con questi farmaci nel timore di incorrere in questa complicanza non solo espone il paziente ad un più alto rischio di frattura ma spesso determina una difficoltà per l’odontoiatra che deve gestire estrazioni dentali o interventi di chirurgia nel paziente con problemi parodontali. Per questo, il Position Paper “Healthy Bone Healthy Gums” sottolinea l’importanza della terapia anti-fratturativa che non deve essere interrotta o rinviata dal dentista a meno che ciò non avvenga in accordo con il prescrittore”. “L’osteoporosi – sottolinea Maria Luisa Brandi, coordinatrice delle Linee Guida per SIOT e responsabile dell’Osservatorio Fratture da Fragilità – è una malattia scheletrica sistemica caratterizzata da una riduzione della massa e della qualità ossea che porta alla fragilità ossea e a un maggior rischio di fratture a anca, colonna vertebrale, omero, avambraccio. In Italia oltre 4,5 milioni di persone, donne in 2 casi su 3, ne soffrono e, nei prossimi 25 anni, la percentuale della popolazione over 65 che ne soffre aumenterà del 25%. Oggi ci sono potenti farmaci per la prevenzione delle fratture da fragilità. Un’adeguata terapia anti-riassorbitiva è in grado di ridurre del 50% le fratture con un impatto positivo, non solo sulla salute e la qualità di vita dei pazienti, ma anche sulla spesa sanitaria. Tuttavia, ben l’80% dei pazienti con osteoporosi non ricevono cure adeguate e 1 paziente su 2 abbandona la terapia”. Il documento congiunto SIdP e SIOT mette a fuoco, per la prima volta, le possibili implicazioni della terapia anti-riassorbitiva nei pazienti osteoporotici ad alto rischio di frattura in coloro che sono affetti da parodontite e gengivite. “Spesso noi dentisti – prosegue Sforza – siamo chiamati a esprimerci sull’idoneità di un paziente a iniziare una terapia con farmaci anti-riassorbitivi o a dover proporre una terapia chirurgica in un paziente in cura con questi farmaci. Abbiamo costituito una task force di esperti delle due discipline per dare vita a un consensus utile per clinici e pazienti. Nonostante la bassa incidenza di complicanze per l’osso mascellare riscontrate con l’uso di questi farmaci, infatti, è necessaria attenzione nel caso di pazienti che soffrono di parodontite, malattia delle gengive che distrugge il tessuto di supporto dei denti e, nei casi più gravi, ne causa la caduta. Gli elementi da tenere in considerazione sono il dosaggio dei farmaci, la via di somministrazione, la durata della terapia, la presenza di patologie concomitanti e le condizioni del cavo orale”.

8 marzo, Vaia a colleghe Spallanzani: siete eccellenze nell’eccellenza

8 marzo, Vaia a colleghe Spallanzani: siete eccellenze nell’eccellenzaRoma, 8 mar. (askanews) – L’INMI “Lazzaro Spallanzani” si tinge di giallo in occasione della “Festa della donna”. Le mimose, oggi 8 marzo, addobbano la celebre fontana. Il direttore generale, Francesco Vaia, ha voluto omaggiare tutte le donne in servizio nell’Istituto con una lettera: “Care colleghe, in tutto questo tempo le professioniste dello Spallanzani sono state unanimemente riconosciute come eccellenze nell’eccellenza. Un punto fermo dal quale continuare il nostro cammino per una Sanità sempre più efficace ed efficiente. Una Sanità per la Persona. Auguri a tutte voi, auguri alle nostre donne”.

Terzo Settore, il 14 marzo a Roma incontro con sociologo Magatti

Terzo Settore, il 14 marzo a Roma incontro con sociologo MagattiRoma, 8 mar. (askanews) – Incontro, martedì 14 marzo prossimo a Roma alle ore 20.45, con il sociologo Mauro Magatti. Una iniziativa, quella che avrà luogo presso la Parrocchia di San Fulgenzio, in Via della Balduina, promossa per i 30 anni di vita della casa famiglia “Casa Betania” e della cooperativa L’Accoglienza, che si propone di riflettere, come affermano gli stessi promotori dell’iniziativa, sul “come è cambiata la società in questi ultimi 30 anni, come rispondere alle sfide di oggi e quali le prospettive future che offre una società fluida per giovani e famiglie”.
Mauro Magatti è stato Preside della Facoltà di Sociologia presso l’Università Cattolica di Milano dove insegna Sociologia, Analisi e istituzioni del capitalismo contemporaneo. Nel corso degli anni, ha pubblicato numerose monografie e saggi su riviste italiane e straniere, partecipando a network universitari internazionali. È fondatore dell’Archivio della generatività sociale, di Eskenosen ODV e della associazione Common, di cui è presidente. È editorialista de Il Corriere della Sera e di Avvenire.

Salme migranti trasferite da Cutro, Vimimale: scelta di dignità

Salme migranti trasferite da Cutro, Vimimale: scelta di dignitàRoma, 8 mar. (askanews) – “Sono soluzioni provvisorie e non definitive. Prese per dare immediata dignità alle salme. Anche perché in Afghanistan non è semplice procedere nell’immediato al rimpatrio”. A quanto si apprende da fonti del Viminale è questa la motivazione alla base della decisione di trasferire le salme dei migranti vittime del naufragio avvenuto lo scorso 26 febbraio da Crotone al cimitero islamico di Bologna.
“In ogni caso, – a quanto viene riferito – si procederà sulla base delle richieste di ogni nucleo familiare con la soluzione definitiva. Qualora sia richiesto il rimpatrio della salma, lo Stato italiano se ne farà carico di tutti gli oneri”.

Consorzio d’Abruzzo in tour in Oriente per promuovere vino e territorio

Consorzio d’Abruzzo in tour in Oriente per promuovere vino e territorioMilano, 8 mar. (askanews) – Il Consorzio Tutela Vini d’Abruzzo è tornato in Oriente per promuovere Cantine e territorio in tre dei più importanti mercati asiatici. Dopo una prima tappa a Seoul in Corea del Sud, con aziende ed etichette che si sono raccontate a ristoratori, enotecari, importatori e giornalisti, ieri e oggi il Consorzio e 12 aziende abruzzesi sono a Tokyo in Giappone, alla fiera internazionale Foodex Japan. Tra le diverse iniziative in programma, oggi è prevista una speciale masterclass dedicata al Cerasuolo d’Abruzzo, a cui seguirà una cena con tutta la stampa più importante del settore.
Il Foodex è una tra le più importanti manifestazioni fieristiche agroalimentari dell’Asia e la prima del Giappone, e rappresenta, quindi un’ulteriore porta d’ingresso commerciale per tutta l’area del Sud Est asiatico. Il 9 marzo sarà la volta di Yokohama dove andrà in scena una masterclass sul Montepulciano d’Abruzzo.
“Il Giappone è al secondo posto tra i Paesi asiatici per consumo di vino ed è il sesto importatore al mondo si tratta quindi di un mercato di fondamentale importanza per il nostro settore e abbiamo voluto fortemente partecipare a questa missione che ci vede uniti nell’andare a promuovere tutti i nostri vini” ha spiegato il presidente del Consorzio, Alessandro Nicodemi, aggiungendo che “portiamo alta la bandiera delle etichette abruzzesi ma contemporaneamente raccontiamo anche il nostro territorio, certi di poter attrarre sempre più appassionati e turisti nella nostra meravigliosa terra”
Il tour si concluderà lunedì 13 marzo in Vietnam, ad Hanoi, con una degustazione guidata sempre sul Montepulciano d’Abruzzo, incontri b2b tra le aziende e gli importatori locali e un contest dedicato ai sommelier vietnamiti con un focus su tutti i vini abruzzesi.

Stalking, maltrattamenti in famiglia e stupri: vittime quasi sempre donne

Stalking, maltrattamenti in famiglia e stupri: vittime quasi sempre donne

Sono tra il 74% e il 91%. Reati in crescita rispetto al 2019

Milano, 8 mar. (askanews) – Le donne sono state il 74% delle vittime dei 17.259 atti persecutori (il cosiddetto stalking) denunciati o scoperti in Italia nel 2022 (+7% sul 2019), l’81% delle vittime dei 23.196 maltrattamenti avvenuti in famiglia (+11% sul 2019) e il 91% delle vittime delle 5.591 violenze sessuali registrate (+23% sul 2019). E’ quanto emerge dal Rapporto sulle donne vittime di violenza curato dalla Direzione centrale della polizia criminale in occasione della Giornata internazionale della donna.
Nel quadriennio 2019-2022 si è registrato “un tendenziale incremento dei presunti autori noti, del 10% per gli atti persecutori e del 12% per i maltrattamenti contro familiari e conviventi e per le violenze sessuali”.
Per quanto riguarda gli atti persecutori lo studio rileva “un trend crescente del numero di reati commessi sino al 2021 e decremento nel 2022”. Il 96% delle vittime sono maggiorenni e l’88% è di nazionalità italiana. L’anno scorso l’incidenza dei reati commessi è risultata più elevata in Campania, Sicilia e Puglia, mentre l’incidenza minore si è avuta in Veneto, Trentino Alto Adige e Marche.
Anche nel caso dei maltrattamenti contro familiari e conviventi si rileva “un trend crescente dei reati commessi fino al 2021, che invece decrescono nel 2022. Allo stesso modo, la relativa azione di contrasto, dopo aver evidenziato una progressiva decrescita fino al valore più basso nel 2021 (71% di reati scoperti), nel 2022 evidenzia un incremento della percentuale dei delitti scoperti (77%)”. L’81% di questa fattispecie ha come vittime le donne, che per il 93% sono maggiorenni e per il 76% di nazionalità italiana. Nel 2022 Regioni in cui si è avuta l’incidenza maggiore di casi sono state Campania, Sicilia e Emilia Romagna, mentre Molise, Valle d’Aosta e Marche quelle in cui si sono registrati meno casi.
Infine, le violenze sessuali, in tutte le sue forme, evidenziano una crescita significativa. Dal 2020, anno nel quale si è registrato il dato minore (4.497), l’incremento è stato significativo nel 2022 (5.991 eventi), con una percentuale di casi scoperti che si attesta al 61% (+4% sul 2021). Per il 91% le vittime sono donne, il 71% delle quali maggiorenni e il 79% di nazionalità italiana. L’incidenza più elevata si è registrata in Emilia Romagna, Liguria e Trentino Alto Adige, mentre Basilicata, Campania e Abruzzo evidenziano i valori d’incidenza più bassi.