I veterinari non faranno l’eutanasia all’orsa JJ4Roma, 19 apr. (askanews) – Sul caso dell’orsa JJ4, l’Ordine dei Veterinari della provincia di Trento ha deliberato oggi “all’unanimità” di sollecitare “i colleghi professionisti veterinari addetti a vario titolo, e iscritti presso l’Ordine dei Veterinari della provincia di Trento, di non assumere alcuna iniziativa che possa provocare la morte del soggetto per eutanasia, se non in precedenza concordata con il presente Ordine”.
La decisione, si legge in una nota dell’Ordine, è stata presa “nel rispetto del Codice deontologico”, considerato che “lo stato di salute di JJ4 non giustifica l’intervento eutanasico nell’urgenza, ma richiede una analisi complessiva della gestione dei plantigradi presenti sul territorio provinciale; non si rilevano al momento pericoli verso la popolazione in quanto JJ4 risulta catturata e custodita; l’orso risulta specie protetta tutelata con legge dello Stato; alcune associazioni private si sono offerte di pagare l’eventuale costo di trasporto in altri spazi, anche al di fuori del territorio nazionale, senza alcun aggravio di spese pubbliche”. Il documento è stato approvato “a tutela e garanzia professionale di tutti i veterinari della Provincia e vincola gli stessi al suo rispetto”.
A Milano “Project Revelation”, la mostra esperenziale di The PrismRoma, 19 apr. (askanews) – The Prism (Stefano Simontacchi), presenta “Project Revelation”, esposizione di arte esperienziale, a cura di Marco Senaldi, inaugurata a Milano durante la Design Week 2023, presso Bank Space, in via San Vittore al Teatro 3. La mostra si prolunga fino al prossimo 14 giugno per accogliere il pubblico in un percorso di meditazione e consapevolezza.
Un viaggio emozionale che, avvalendosi dell’utilizzo del suono, della luce e del colore, permette allo spettatore di risvegliare dentro di sé immagini e archetipi dimenticati, tramite la contemplazione delle opere e la meditazione innanzi ad esse. L’unione di tutti questi elementi consente di andare oltre il semplice livello materiale, per ritrovare un dialogo con l’anima e avvicinarsi a un mondo spirituale che nella società attuale sta riconquistando l’attenzione di un numero crescente di persone ad ogni livello. L’arte di The Prism, che fonde insieme la tecnica della audiowalk (passeggiata accompagnata da un audio) e l’impiego di light boxes astratte in ambiente immersivo, si inserisce in un filone della contemporaneità solo in apparenza scomparso. Se lo sciamanesimo e le tecniche estatiche risalgono ad un passato ancestrale, le avanguardie artistiche hanno sempre risentito dell’influsso dello spiritualismo, sia pur occultandolo sotto istanze rivoluzionarie e moderniste. Scopo del progetto è tornare a concepire l’arte come un dono da mettere al servizio dell’uomo, permettendo una guarigione dell’anima, per vivere, respirare ed esistere nella piena consapevolezza del sé.
Sette – il numero simbolico della fede, della spiritualità e dell’illuminazione – sono le sale che lo spettatore attraversa immergendosi in un percorso emozionale verso la riscoperta del sé, ciascuna caratterizzata da un nome e una funzione. La prima, Recharge and Rebalancing, induce a oltrepassare la frammentazione psicologica iniziale; la seconda Spiritual Enhancer è intesa a infliggere un contraccolpo mentale, a cui fa seguito Rebirthing, dove inizia il percorso di rinascita interiore, per passare ad Higher Self, raggiungere The Hole of The Awareness, prendere visione di Hidden Treasure ed infine approdare alla stanza più “elevata”, quella dell’appuntamento con se stessi – Soul Meeting (I AM). Il curatore Marco Senaldi ha dichiarato: “Spiritualità e arte possono sembrare due concetti molto lontani, ma la rivelazione estetica, nel suo senso più profondo, non è altro che l’epifania di quell’Essere che tutti siamo”. In concomitanza con la mostra, The Prism ha presentato anche il film omonimo “Project Revelation”, un cortometraggio ambientato nello spazio postindustriale dell’ex-scalo di Porta Genova e volto ad esprimere il senso segreto ed enigmatico della mostra stessa. Il film, sceneggiato da Ernesto Giuntini, su soggetto e testi di The Prism, è un’evocazione poetica e surreale dell’universo artistico e mentale dell’autore. Le opere retroilluminate si inseriscono come imponenti figure nell’ambiente semibuio, proprio come accade nella mostra al Bank Space, e sono “visitate” da uno spettatore d’eccezione, la cantautrice Malika Ayane che, da diversi anni, ha intrapreso anche la carriera di attrice di cinema e teatro.
Il corto è da intendersi come un viatico alla vera e propria esperienza che lo spettatore potrà fare da solo. Scandito dai versi poetici di The Prism, rappresenta la fusione delle due parti del Sé (Malika Ayane e lo stesso The Prism) in un’unica entità sovrapersonale che rappresenta il Tutto. Il film è diretto da Jacopo Farina, fotografo ritrattista per Contrasto e regista di video di artisti italiani come Cosmo, Zen Circus, Baustelle, e altri, nonché autore di video per Fondazione Prada, Triennale e Fondation Cartier.
La Consulta su Cospito: è illegittimo non riconoscere le attenuantiRoma, 18 apr. (askanews) – Nella camera di consiglio odierna la Corte ha esaminato la questione incidentale di legittimità costituzionale sollevata dalla Corte d’assise d’appello di Torino sull’articolo 69, quarto comma, codice penale. In continuità con i suoi numerosi e conformi precedenti sulla disposizione censurata, la Corte ha ritenuto tale norma costituzionalmente illegittima nella parte in cui vieta al giudice di considerare eventuali circostanze attenuanti come prevalenti sulla circostanza aggravante della recidiva di cui all’art. 99, quarto comma, cod. pen., nei casi in cui il reato è punito con la pena edittale dell’ergastolo. Secondo la Corte, il carattere fisso della pena dell’ergastolo esige che il giudice possa operare l’ordinario bilanciamento tra circostanze aggravanti e attenuanti previsto dai primi tre commi dello stesso art. 69. Conseguentemente, il giudice dovrà valutare, caso per caso, se applicare la pena dell’ergastolo oppure, laddove reputi prevalenti le attenuanti, una diversa pena detentiva. È quanto rende noto l’Ufficio comunicazione e stampa della Corte Costituzionale, in attesa del deposito della sentenza. La questione di costituzionalità era stata posta dal legale di Alfredo Cospito, Flavio Rossi Albertini, di fronte alla corte d’Appello di Torino.
Alessandro Marangoni porta Rossini nel mondo con Icma AwardsRoma, 18 apr. (askanews) – Alessandro Marangoni, unico italiano insieme ad Antonio Pappano con l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, ha vinto gli International Classical Music Awards ICMA 2023 con lo Special Achievement Award per il suo monumentale lavoro su Rossini in 13 album con 20 inediti ritrovati dall’artista.
Il 21 aprile Marangoni si esibirà nel Gala ICMA al Forum di Breslavia, già sold out, in apertura della serata di premiazione che verrà trasmessa da Deutsche Welle, radio e webtv tedesca trasmessa in cinque lingue nel mondo. Pianista di ricerca, sin da giovanissimo devoto a repertori rari, riscopritore di inediti dimenticati, ma anche virtuoso nell’affrontare con coraggio vere sfide come il Gradus ad Parnassum di Clementi, attivissimo concertista dal debutto in Scala nel 2007, curioso indagatore di ogni divulgazione, a soli 42 anni la lista delle pubblicazioni discografiche rare, dei riconoscimenti internazionali e delle iniziative a sostegno di una visione “olistica” della musica rendono la carriera di Alessandro Marangoni davvero diversa e unica nel panorama odierno.
E non fa eccezione in questo il pluripremiato, acclamato e monumentale progetto rossiniano, che corona ben 10 anni di lavoro con 13 rarissime incisioni dei Péchés de vieillesse, inclusi 20 inediti ritrovati dallo stesso Marangoni tra Fondazione Rossini e collezioni private. Il cofanetto di Marangoni è dunque oggi l’unica integrale al mondo di tutta la musica da camera di Rossini e verrà premiato per la sua patente eccezionalità il 21 aprile nel Gala ICMA di Breslavia alla presenza della migliore critica internazionale. “Devo ammettere – ha spiegato Marangoni – che la curiosità e il mio amore per Rossini è stato un irresistibile viaggio alla fonte, Pesaro, quindi la Fondazione Rossini, il Rossini Opera Festival, senza dimenticare l’amicizia e collaborazione con Alberto Zedda, Bruno Cagli e Philip Gossett che mi hanno spronato nella mia ricerca e aiutato con le fonti manoscritte. Sono davvero onorato e felice di ricevere questo premio così importante, che mi dà ancora più coraggio nel proseguire sulla strada che ho intrapreso e sull’importanza di mettersi al servizio della musica per donare qualcosa di bello e anche di nuovo a tutti, in particolare al pubblico che mi segue con affetto da anni”.
I preoccupanti dati dell’Iss sul consumo di alcolici in ItaliaRoma, 18 apr. (askanews) – Nel 2021 7,7 milioni di italiani di età superiore a 11 anni (pari al 20% degli uomini e all’8,7% delle donne) hanno bevuto quantità di alcol tali da esporre la propria salute a rischio. Tre milioni e mezzo di persone hanno bevuto per ubriacarsi e 750.000 sono stati i consumatori dannosi, coloro cioè che hanno consumato alcol provocando un danno alla loro salute, a livello fisico o mentale. E se è vero che molti valori sono diminuiti tornando ai livelli pre-pandemici, è altrettanto vero che questi erano comunque elevati e che i decrementi, registrati quasi sempre per gli uomini e non per le donne, sono distanti dal raggiungimento degli Obiettivi di salute sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. A scattare la fotografia è, come ogni anno, l’Osservatorio nazionale alcol (Ona) dell’Iss, che ha rielaborato i dati Istat in occasione dell’Alcohol prevention day (Apd). Dati che vengono illustrati domani, 19 aprile 2023, nel corso di un workshop internazionale in programma presso la sede dell’Iss. “I consumi di alcol in Italia evidenziano una situazione di ritorno ai livelli pre-pandemia Covid-19, anche se cresce l’esposizione al rischio da parte delle donne, tanto giovanissime, quanto anziane – afferma Emanuele Scafato, Direttore dell’Ona-Iss -. Al fine di delineare la roadmap di una prevenzione nazionale ma anche mirata, il più efficace possibile, è necessario intercettare tutti i consumatori a rischio, a sostegno oltretutto degli obiettivi delle strategie europee e globali”. Il quadro dei 36 milioni di consumatori di alcol in Italia – 20 milioni gli uomini e 16 le donne, pari al 77% dei maschi e al 56% delle femmine – è ricco di dettagli. Dieci milioni e mezzo di italiani sopra i 18 anni hanno bevuto alcol quotidianamente. Tra i consumatori a rischio, preoccupano soprattutto i giovani (circa 1.370.000 tra 11 e 25 anni, di cui 620.000 minorenni), le donne (circa 2,5 milioni, in crescita dal 2014, con punte massime di consumatrici a rischio del 29% tra le minorenni 16-17enni), gli anziani (2,6 milioni, di cui uno su 3 e quasi una su 10 over65 sono a rischio: eccedono su base quotidiana e consumano fuori pasto). Spiccano i 3,5 milioni di binge drinker, soprattutto maschi di tutte le età (83.000 sono minori). Anche qui si registra una diminuzione in direzione dei livelli del 2020, ma non per le donne che sono stabili, senza alcun accenno dunque al calo dei consumi tesi all’intossicazione. Inoltre, i consumatori dannosi di bevande alcoliche sono stati 750.000, anche qui in diminuzione rispetto agli 830.000 del 2020. Tuttavia a decrescere sono ancora una volta gli uomini ma non le donne, per le quali si continua a registrare un incremento che ha condotto a quota 300.000 le consumatrici con danno da alcol. Dei 750.000 consumatori dannosi con Disturbi da uso di alcol (Dua) in necessità di trattamento, solo l’8,5% è stato intercettato, per un totale di 63.490 alcoldipendenti in carico ai servizi del Sistema sanitario nazionale (Ssn), con costante e preoccupante decrescita. La situazione negli ospedali, infine, testimonia quanto descritto finora. Nel 2021, si sono registrati 35.307 accessi ai Pronto soccorso (Ps) – di cui il 10 % circa richiesto da minori, per le ragazze in proporzione doppia rispetto ai coetanei – e 45.270 dimissioni ospedaliere, causati entrambi dall’alcol, segnando in un anno un incremento, rispettivamente, del 20.2% e del 4.2%.
Gimbe denuncia: il Def non rilancia la Sanità pubblica, segnali di definanziamentoMilano, 18 apr. (askanews) – “Rispetto alle previsioni di spesa sanitaria sino al 2026 il Def 2023 certifica l’assenza di un cambio di rotta post-pandemia ignorando il pessimo ‘stato di salute’ del SSN, i cui princìpi fondamentali di universalità, uguaglianza ed equità sono minati da criticità che compromettono il diritto costituzionale alla tutela della salute. Interminabili liste di attesa costringono a ricorrere al privato, aumentano la spesa ‘out-of-pocket’ e impoveriscono le famiglie, sino alla rinuncia alle cure; diseguaglianze regionali e locali nell’offerta di servizi e prestazioni determinano migrazione sanitaria, inaccessibilità alle innovazioni, sino alla riduzione dell’aspettativa di vita”. Lo afferma in una nota Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, commentando il Documento di economia e finanza 2023 “che certifica per l’anno 2022 una spesa sanitaria di 131.103 milioni di euro, inferiore di quasi 3 milioni rispetto ai 133.998 milioni previsti dall’ultima Nota di aggiornamento Def 2022”.
Secondo le analisi sulle previsioni di spesa sanitaria della Fondazione bolognese, il rapporto spesa sanitaria-Pil nel 2023 scende a 6,7% rispetto al 6,9% del 2022, anche se in termini assoluti la previsione di spesa sanitaria è di 136.043 milioni di euro, ovvero 4.319 milioni in più rispetto al 2022 (+3,8%). “Tuttavia il roboante incremento di oltre quattro miliardi di euro nel 2023 – precisa Cartabellotta – è solo apparente: sia perché oltre due terzi (67%) costituiscono un mero spostamento al 2023 della spesa sanitaria prevista nel 2022 per il rinnovo contrattuale del personale dirigente, sia per l’erosione del potere di acquisto visto che secondo l’Istat ad oggi l’inflazione acquisita per il 2023 si attesta a +5%, un valore superiore all’aumento della spesa sanitaria che, invece, si ferma a +3,8%”. Nel triennio 2024-2026, a fronte di una crescita media annua del Pil nominale del 3,6%, il Def 2023 stima quella della spesa sanitaria allo 0,6%. Il rapporto spesa sanitaria-Pil si riduce dal 6,7% del 2023 al 6,3% nel 2024 al 6,2% nel 2025-2026. Rispetto al 2023, in termini assoluti la spesa sanitaria nel 2024 scende a 132.737 milioni di euro (-2,4%), per poi risalire nel 2025 a 135.034 milioni (+1,7%) e a 138.399 (+2,5%) nel 2026. “È del tutto evidente – spiega Cartabellotta – che il risibile aumento medio della spesa sanitaria dello 0,6% nel triennio 2024-2026 non coprirà nemmeno l’aumento dei prezzi, sia per l’erosione dovuta all’inflazione, sia perché l’indice dei prezzi del settore sanitario è superiore all’indice generale di quelli al consumo. In altri termini, le previsioni del DEF 2023 sulla spesa sanitaria 2024-2026 certificano evidenti segnali di definanziamento: in particolare il 2024, ben lungi dall’essere l’anno del rilancio, fa segnare un -2,4% che dissolve ogni speranza di nuove risorse per la sanità nella prossima Legge di Bilancio”. “Complessivamente le stime del Def 2023 confermano che la sanità rimane la cenerentola dell’agenda politica per almeno tre ragioni” continua la nota di Fondazione Gimbe, spiegando che “innanzitutto, il rapporto spesa sanitaria-Pil scende dal 6,9% del 2022 al 6,2% nel 2026, un valore inferiore a quello del 2019 (6,4%), confermando che dalla pandemia non è stato tratto alcun insegnamento; in secondo luogo, nel triennio 2024-2026 il Def stima una crescita media annua del Pil nominale del 3,6%, a fronte dello 0,6% di quella della spesa sanitaria; infine, il Def 2023 non fa alcun cenno alle risorse necessarie per abolire gradualmente il tetto di spesa per il personale sanitario e per approvare il cosiddetto ‘decreto tariffe’ sulle prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale e di protesica: due priorità assolute per rilanciare le politiche del capitale umano e garantire a tutti i ‘nuovi’ Livelli essenziali di assistenza e l’accesso alle innovazioni”.
“Programmi e numeri del Def 2023 confermano che, in linea con quanto accaduto negli ultimi 15 anni, la sanità pubblica non rappresenta una priorità politica neppure per l’attuale Esecutivo” continua il presidente, evidenziando che “la sanità rimane un bancomat per la facile aggredibilità della spesa pubblica e nei rari casi di crescita economica i benefici per il SSN non sono mai proporzionali, rendendo impossibile rilanciare il finanziamento pubblico”. “Il Piano di Rilancio del SSN recentemente elaborato dalla Fondazione GIMBE – conclude Cartabellotta -rileva l’inderogabile necessità di aumentare il finanziamento pubblico per la sanità in maniera consistente e stabile, allineandolo entro il 2030 alla media dei paesi europei, al fine di garantire l’erogazione uniforme dei LEA, l’accesso equo alle innovazioni e il rilancio delle politiche del personale sanitario. Considerato che nel 2021 il gap con la media dei paesi europei era di quasi Ç 12 miliardi, il DEF 2023 non ha affatto posto le basi per colmarlo. Al contrario prosegue con la strategia di definanziamento pubblico della sanità che aumenterà la distanza dalla media dei paesi europei e porterà al collasso del SSN, compromettendo definitivamente il diritto costituzionale alla tutela della salute delle persone”.
E’ stata catturata nella notte in Trentino l’orsa “Jj4″Milano, 18 apr. (askanews) – L’orsa “Jj4” è stata catturata la notte scorsa ed è stata trasportata in un centro faunistico nei pressi di Trento. Secondo gli accertamenti svolti in questi giorni, si tratterebbe dell’esemplare che, il 5 aprile scorso, avrebbe aggredito, ferendolo a morte, il runner 26enne Andrea Papi che stava percorrendo un sentiero nei boschi di Caldes, in Val di Sole.
Questa mattina nella sede della Provincia autonoma di Trento il presidente Maurizio Fugatti e l’assessore Giulia Zanotelli faranno il punto sul cattura.
Mafia e voto di scambio, 18 arresti nel napoletanoRoma, 18 apr. (askanews) – Un’inchiesta della Dia su voto di scambio, estorsione e corruzione nel Napoletano ha portato all’arresto di 18 persone, tra cui il sindaco del Comune di Melito di Napoli, il Presidente del Consiglio comunale e altri due consiglieri comunali. La Direzione Investigativa Antimafia, si legge in una nota, ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Napoli, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, a carico di 18 soggetti gravemente indiziati, a vario titolo, dei reati di: politico mafioso, attentati ai diritti politici del cittadino, associazione di tipo mafioso, corruzione, concorso esterno in associazione mafiosa, tentata estorsione.
Il provvedimento è frutto delle indagini svolte dalla Dia di Napoli e coordina dalla Dda a partire dalle notizie inizialmente acquisite sull’interesse della criminalità organizzata ad inserirsi nelle elezioni del sindaco e per il rinnovo del consiglio comunale di Melito di Napoli. Il Gip ha ritenuto che, allo stato, dalle indagini siano emersi gravi indizi sull’esistenza di un accordo già per il primo turno di votazioni, svoltosi il 3 e 4 ottobre 2021, tra esponenti della criminalità organizzata operante in quel territorio – clan Amato Pagano – ed alcuni rappresentanti della coalizione a sostegno del candidato sindaco Marrone Nunzio (quest’ultimo non indagato) che avrebbero accettato la promessa, da parte dei referenti dell’organizzazione criminale, di procurare alla coalizione ed allo stesso candidato sindaco i voti degli appartenenti al clan, dei soggetti ad esso legati e dei residenti del rione popolare destinatari di limitazioni ed intimidazioni, in cambio dell’erogazione di somme di danaro e di altre utilità nonché della disponibilità a soddisfare gli interessi o le esigenze dell’associazione camorristica. “In questa fase – riferisce la Dia – sarebbe stato persino impedito l’esercizio dei diritti politici di una candidata al consiglio comunale costretta, con gravi minacce, quali l’allontanamento dall’abitazione o la chiusura dell’esercizio commerciale, a svolgere campagna elettorale non per sé ma per un candidato dell’opposta coalizione gradito al clan”.
Nel corso delle indagini sono, altresì, emersi episodi di compravendita di voti di consiglieri comunali in occasione delle elezioni (di secondo livello) per gli organi della Città metropolitana svoltesi il 13 marzo 2022. Sono stati, inoltre, individuati gravi indizi su alcuni episodi estorsivi posti in essere dagli affiliati al clan.
Per presunte frodi negli appalti delle forze armate eseguiti 14 arresti (anche militari dell’Aeronautica)Roma, 18 apr. (askanews) – Maxi-operazione dei Carabinieri per gli appalti edili nelle forze armate con 14 arresti, 10 ordinanze di obbligo di dimora e altri 15 indagati in un’inchiesta in cui sono coinvolti 12 militari dell’Aeronautica militare.
Nella mattinata odierna militari del Comando Compagnia Carabinieri – Polizia Militare A.M. – di Roma Ciampino stanno dando esecuzione nelle province di Roma, Napoli, Caserta, Latina, Viterbo, Grosseto, Chieti e Ravenna, ad un’ordinanza applicativa di custodia cautelare nei confronti di 14 soggetti (arrestati), 10 ordinanze di applicazione dell’obbligo di dimora e la notifica di ulteriori 15 avvisi di conclusione delle indagini preliminari ad altrettanti indagati, emessi dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Velletri, su richiesta di quella Procura della Repubblica. Con tale provvedimento sono stati riconosciuti gravi indizi di colpevolezza a carico dei soggetti in intestazione, indagati a vario titolo per le ipotesi delittuose di “turbata libertà degli incanti” (art.353 c.p.), “frode nelle pubbliche forniture” (art.356 c.p.), “corruzione per l’esercizio della funzione” (art. 318-321 c.p.) e “falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici” (art.479 c.p.), condotte commesse in Roma, Ciampino (RM), Pratica di Mare (RM), Vigna di Valle (RM), Furbara (RM), Montecastrilli (TR), Borgo Piave (LT), Grazzanise (CE) e Somma Vesuviana (NA), nel periodo intercorso tra il mese di maggio 2017 ed il mese di gennaio 2021.
L’esecuzione dell’ordinanza costituisce l’epilogo di una complessa attività investigativa che trae origine da una delega della Procura di Velletri, tesa a verificare la condotta illecita di due militari, entrambi effettivi all’epoca dei fatti al 2° Reparto Genio A.M. di Ciampino (RM) e proprietari di una società edile privata, con quote di capitale pari all’85% e al 15%, con sede nel comune di Ciampino (RM) e attiva nel campo immobiliare (compravendita, permuta, ristrutturazione, costruzione, locazione, affitto, manutenzione di immobili). I predetti con incarichi di responsabilità nella gestione degli appalti per opere infrastrutturali della Forza Armata operavano, talvolta, anche quali delegati ad assumere l’incarico di direttore dei lavori e/o responsabile di cantiere, si legge in una nota.
Gli accertamenti finanziari svolti sul conto degli stessi permettevano di stabilire come, tra uno dei due militari ed alcuni titolari di ditte edili legate da vincoli contrattuali con la forza armata, emergessero singolarità riguardo diversi movimenti di denaro meritevoli di ulteriori approfondimenti. L’attività investigativa conseguente induceva gli investigatori a monitorare altresì complessivi 49 appalti pertinenti a lavori in basi militari dell’Aeronautica, dislocate nelle regioni Lazio e Campania, evidenziando diversificate condotte illecite che coinvolgevano, a vario titolo, anche altri militari e responsabili di altrettante ditte private cointeressate economicamente ai citati contratti.
In particolare con un sistema viziato dall’irregolarità nell’assegnazione di appalti per la realizzazione di opere infrastrutturali di immobili militari, le ditte venivano agevolate garantendosi l’assegnazione diretta dei contratti pubblici. I due militari titolari della ditta privata ricevevano in cambio prestazioni d’opera e materiali per propri fini e gli altri appartenenti alla Forza Armata coinvolti consapevolmente consentivano tali condotte, venendo meno ai doverosi obblighi di vigilanza e controllo. II volume d’affari degli appalti ammonta complessivamente a circa 3 milioni di euro. L’Aeronautica Militare al tempo, dopo le prime evidenze investigative e l’esecuzione dei primi atti, attraverso il Ca. S.M.A. protempore, avviava una propria inchiesta amministrativa interna nel periodo monitorato – dal maggio 2017 a gennaio 2021 – confluita nell’ odierna documentazione probatoria, che confermava le irregolarità emerse in ordine alle citate procedure di assegnazione degli appalti.
Piantedosi: lo stato d’emergenza serve per avere gli strumenti per gestire il fenomeno migratorioRoma, 17 apr. (askanews) – “Si chiama emergenza perché la legge la chiama così, ma non qualifica il fenomeno in quanto tale”. Lo ha detto il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, intervenuto a un convegno del sindacato di polizia Coisp.
“So è fatto ricorso, in tempi recenti, allo stato di emergenza anche per l’Ucraina. Semplicemente per avere degli strumenti di gestione del fenomeno, che possano essere anche ai fini degli aspetti umanitari dell’accoglienza, adeguati al forte impatto, concentrato dall’arrivo di persone”, ha aggiunto il ministro. “Quando nel fine settimana arrivano 4-5-6mila io sfido chiunque che si possa, con strumenti ordinari, trovare una adeguata sistemazione. La legge la chiama così ma non è una qualificazione in quanto tale del fenomeno immigratorio” e “nella discussione – ha concluso – c’è il rischio qualche volta di ideologizzare il concetto”.