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Accoltellati a Mestre mentre difendevano una donna da una rapina, morto un 26enne

Accoltellati a Mestre mentre difendevano una donna da una rapina, morto un 26enneVenezia, 21 set. (askanews) – Un giovane di 26 anni, Giacomo Gobbato, è morto, mentre un amico, S.B, è rimasto ferito. Sono stati accoltellati mentre cercavano di proteggere una donna che stava subendo una rapina. L’aggressore, un 30enne di nazionalità moldava, ha tentato di allontanarsi ma è stato arrestato quasi subito. E’ accusato di omicidio. I due giovani fanno parte del centro sociale Rivolta. È successo questa notte in Corso del Popolo, a Mestre (Venezia).


“Questo per noi è il tempo del dolore, un dolore che toglie le parole – si legge nella pagina Facebook del Rivolta – Quello che pensiamo, tutto quello che proviamo, troveremo il modo di dirlo. A breve. Ora diciamo solo che esigiamo di non essere usat3 da chi semina odio. C’è un colpevole. È una persona, una singola. Non importa dove sia nato o di che colore abbia la pelle. E tutto questo succede in una città abbandonata da anni a se stessa. Non accettiamo strumentalizzazioni. A Giacomo, che nella sua giovane vita ha sempre lottato per una società inclusiva, multiculturale, antirazzista lo dobbiamo. Ciao Giacomo, sarai sempre con noi”. A seguito dei tragici fatti di cronaca, il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro ha partecipato stamattina ad una riunione di coordinamento convocata d’urgenza in Prefettura assieme a tutte le forze dell’ordine. “A nome mio e di tutta la città, esprimo le più sentite condoglianze ai familiari e agli amici di Giacomo Gobbato, che ieri notte ha perso la vita tentando generosamente di sventare una rapina. Questo è il momento del cordoglio e del dolore. Non ci sono parole – afferma il sindaco -. Massima fiducia nelle forze dell’ordine e negli inquirenti, che hanno già fermato il presunto responsabile e stanno conducendo le indagini per ricostruire i fatti. Ci sarà tempo per esprimere la mia amarezza e le mie convinzioni.”

G7, Giuli: cultura straordinaria fattore di sviluppo sostenibile

G7, Giuli: cultura straordinaria fattore di sviluppo sostenibileNapoli, 21 set. (askanews) – “La cultura, nella sua più ampia accezione che va dai siti del patrimonio culturale, alle industrie creative come il design, può essere uno straordinario fattore di sviluppo sostenibile per il mondo, dialogo, confronto e sviluppo. Lo è senz’altro per l’Italia dove impiega quasi un milione e mezzo di persone e costituisce una voce significativa del nostro prodotto interno lordo. Lo è per tutte le nazioni del mondo che sappiano preservare il proprio patrimonio materiale e immateriale, penso alle lingue locali, alle tradizioni native, all’artigianato, ai saperi del corpo, oltre che dell’intelletto e che rispettino e promuovano la creatività temporanea, contemporanea, dal cinema allo spettacolo, dal vivo, alle forme più innovative di creatività”. Lo ha detto il ministro della Cultura Alessandro Giuli nel corso dell’apertura dei lavori della giornata conclusiva del G7 Cultura in corso a Palazzo Reale a Napoli.


“Così può essere per l’Africa, e così è per l’Africa – ha aggiunto Giuli – dall’Africa arriva sempre qualcosa di nuovo, di unico e di prezioso, sosteneva lo scrittore Plinio il Vecchio. Era vero allora ed è vero oggi, come può constatare chi visita la Biennale d’arte di Venezia, che quest’anno ospita padiglioni nazionali di ben 14 Stati africani”.

Alle Giornate di Trevi dibattito nazionale su energia ed economia circolare

Alle Giornate di Trevi dibattito nazionale su energia ed economia circolareRoma, 20 set. (askanews) – Le Giornate dell’Energia e dell’Economia Circolare di Trevi, l’iniziativa organizzata anche nel 2024 da Globe Italia e Wec Italia in collaborazione con Luiss School of Government, Associazione Italiana Collaboratori Parlamentari e Askanews ha riunito in uno dei borghi più belli d’Italia, Trevi (PG), tutti gli attori della transizione ecologica.


Quattro giorni di talk, workshop e momenti di networking hanno animato le Giornate con dibattiti partecipati di altissimo livello nei quali si sono alternati esponenti politici, istituzioni, professori e studenti universitari, imprese energetiche e della filiera del riciclo, collaboratori parlamentari, giovani e giornalisti specializzati. L’ottava edizione si è concentrata in particolar modo sul ruolo dell’Italia nel nuovo contesto europeo e mediterraneo di fronte alle sfide del nostro tempo: la decarbonizzazione, il riciclo e il riuso dei materiali, la mobilità a basse emissioni, la buona economia, per costruire un futuro più giusto e valorizzare eccellenze ed esperienze virtuose sui territori. Nella cornice della Chiesa di San Francesco si sono alternati oltre cento speaker intervenuti su temi- chiave quali le rinnovabili e le filiere agricole; il ciclo dell’acqua e i cambiamenti climatici; il settore agroalimentare e i territori; l’azione italiana per il clima verso i grandi appuntamenti internazionali come la COP29, la transizione giusta e inclusiva; la nuova direttiva imballaggi e l’Italia del riciclo; PNIEC, nuovo Green Deal e technology roadmaps in dialogo con l’Europa; geopolitica, Piano Mattei e diplomazia ambientale. Tra i molti interventi, anche quello del Ministro Pichetto Fratin, dell’Inviato speciale per il cambiamento climatico del Governo italiano Francesco Corvaro, del Presidente di Arera Stefano Besseghini e del Sottosegretario al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti Tullio Ferrante, della Capogruppo PD-Idp a Montecitorio Chiara Braga, di Annalisa Corrado e Antonella Sberna deputate all’Europarlamento, di Massimo Milani componente della VIII Commissione Ambiente alla Camera, Vinicio Peluffo X Commissione Attività Produttive alla Camera, del Sottosegretario al MASE Claudio Barbaro.


“Le Giornate di Trevi rappresentano sempre più un laboratorio concreto e permanente in cui le eccellenze italiane del riciclo e dell’efficienze energetica si incontrano, fornendo al decisore pubblico dati e strumenti efficaci per promuovere un quadro normativo coerente con le sfide che il nostro Paese ha davanti. La tripla transizione ha bisogno di tutte le migliori energie per coniugare sostenibilità, innovazione tecnologica e attenzione all’impatto sociale di questa rivoluzione. Una comunità che è diventata sempre più grande e che fa di Trevi un appuntamento imperdibile”. Lo afferma Matteo Favero, Presidente di Globe Italia commentando l’edizione 2024 delle Giornate di Trevi. “Trevi è il luogo privilegiato dove aziende, associazioni, istituzioni e accademia si incontrano in appuntamenti formali e informali, per confrontarsi e costruire insieme la strada per una transizione giusta. La base di partenza è la condivisione di esperienze e voci, differenti e plurali, che compongono la cultura energetica del paese. Questo appuntamento annuale, che ha sempre più una dimensione internazionale, sta dimostrando di avere un impatto reale e solido sullo sviluppo sostenibile del sistema-Italia” – ha aggiunto Michele Vitiello, neo-eletto Segretario Generale del WEC Italia.


Le Giornate dell’Energia si concluderanno domani, con una site visit alle Cartiere di Trevi, esempio di economia circolare, e con un seminario su amministrazioni locali, finanza sostenibile e comunità, promosso insieme all’Italian Forum of Energy Communities – IFEC, che vedrà la partecipazione dei sindaci della locale Unione dei Comuni dell’Olio e del Sagrantino. Uno sguardo alla transizione ecologica trasversale e che dalla dimensione globale muove verso i territori, nel pieno spirito delle Giornate di Trevi. Le Giornate dell’Energia e dell’Economia Circolare 2024 sono patrocinate da Camera dei Deputati, Commissione Europea, Parlamento Europeo, Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Regione Umbria, Comune di Trevi, Camera di Commercio e Industria Giapponese in Italia, Consiglio Nazionale dei Giovani, IFEC-Italian Forum of Energy Communities; Japan Italy Economic Federetion; e supportate dai partner tecnici Cartiere di Trevi ed Ecolivery, dal vettore ufficiale Trenitalia, dai media partner Quotidiano Energia, Ricicla TV e Staffetta Quotidiana, dai partner a2a, Aquirente Unico, Amazon, Assocarta, Axpo Italia, BASF, CIB – Consorzio Italiano Biogas, Coca-Cola HBC, Comieco, CONAI, Confcooperative Lavoro e Servizi, COREPLA, Edison, Elevion Group, Enel Group, Eni, FEAD, FederlegnoArredo, Iveco Group, Cobat Rae e Cobat Tessile, Renexia Spa, RWE, Shell Energy Italia, Snam, Sorgenia, Terna e Veos.

Picasso straniero e immigrato, a Palazzo Reale una mostra politica

Picasso straniero e immigrato, a Palazzo Reale una mostra politicaMilano, 19 set. (askanews) – Raccontare Pablo Picasso partendo dalla sua condizione di di immigrato, rifiutato, censurato dalla nazione che poi lo ha visto crescere e raggiungere il successo: la Francia. Parte da qui, ed è un approccio politicamente significativo, l’esposizione di Palazzo Reale a Milano, “Picasso – Lo straniero”, realizzata in collaborazione con il Museo Picasso di Parigi. “Io penso che la storia dell’arte – ha detto ad askanews Annie Cohen-Solal, curatrice della mostra con Cécile Debray – si debba fare in una maniera sociale, perché dietro i 90 capolavori che abbiamo qui dal Museo Picasso di Parigi, c’è anche una storia che sta dietro la creazione artistica. Ogni artista è un essere umano, ogni artista è inserito in una società. Si vede la faccia di Picasso schedato dalla polizia, tenuto sotto controllo dalla polizia come un delinquente, davanti al Minotauro cieco che lui ha disegnato per svelare come si sentiva, molto molto vulnerabile, una ferita che nessuno sapeva. Perché la bellezza della storia di Picasso è che lui non si è mai lamentato”.


L’esposizione, che fin da subito trasmette la sensazione di guardare a Picasso in modo diverso, accosta grandi dipinti e sculture a documenti sulla vita dell’artista spagnolo, e prova a risanare le ferite dei rifiuti e delle discriminazioni subite, appunto, da straniero. E il tema non potrebbe essere più contemporaneo. “È un Picasso che fa riflettere anche una volta usciti dalla mostra – Tommaso Sacchi, assessore alla Cultura del Comune di Milano -. È un’esposizione che ha un valore storico molto importante, questo è il motivo per cui abbiamo scelto di inserirla all’interno della programmazione, non tanto per avere il grande nome di Picasso, che già di per sé porta pubblico e attenzioni verso Palazzo Reale, ma proprio per la valenza politica e storica che ha questa mostra”. Una valenza che, inevitabilmente, diventa etica, oltre che artistica e che informa tutto il progetto, che poggia anche sulla mostra “Picasso – Poesia e salvezza”, allestita a Palazzo Te a Mantova. E tra gli sponsor dell’esposizione c’è BPER Banca. “Investire in cultura per noi di BPER – ha spiegato Serena Morgagni, responsabile della comunicazione del gruppo – significa principalmente investire sulle persone, investire nella collettività: la cultura è qualcosa che unisce. Questa mostra di Picasso ci ha affascinati, ci ha interessati da subito, non solo per il valore ovviamente straordinario dell’artista, che ha rivoluzionato l’arte del Novecento, ma perché questa mostra ha messo sullo stesso piano l’artista e l’uomo. Picasso è riuscito a esprime con grande libertà il proprio talento, il proprio pensiero, a stravolto alle regole dell’estetica ma non solo, anche tante volte del sociale, quindi una grande libertà, quindi la forza della cultura ci deve insegnare questo, che possiamo essere noi stessi e lasciare gli altri essere se stessi e insieme programmare un futuro possibilmente migliore”.


Prodotta da Palazzo Reale e Marsilio Arte, la mostra milanese è aperta al pubblico fino al 2 febbraio 2025.

Maltempo in Emilia-Romagna, la presidente della Regione e Schlein contro il governo: è sciacallaggio

Maltempo in Emilia-Romagna, la presidente della Regione e Schlein contro il governo: è sciacallaggioRoma, 19 set. (askanews) – “Piena vicinanza a comunità e territori nuovamente colpiti dagli eventi alluvionali delle scorse ore. Mentre gli amministratori dell’Emilia-Romagna hanno passato la notte a gestire l’emergenza, organizzare soccorsi e sostenere la popolazione, la destra di governo si è messa subito a fare sciacallaggio politico per fini elettorali”, così in una nota la segretaria del Pd, Elly Schlein, che aggiunge: “Giorgia Meloni aveva fatto, più di un anno fa, una inutile passerella con gli stivali nel fango a promettere 100% di ristori a famiglie e imprese che non sono mai arrivati. Non hanno messo risorse adeguate. Hanno perso due mesi per nominare un Commissario su cui hanno concentrato tutte le prerogative e i poteri; hanno individuato nell’esercito, a Roma, la struttura commissariale a dispetto del territorio, hanno voluto a tutti i costi centralizzare e adesso scaricano responsabilità e problemi sugli amministratori locali. Prima ancora che ridicolo è indecente”.


“Ho sentito poco fa il commissario Figliuolo e al quale ho anche espressamente richiesto dal momento che con il commissario stiamo facendo interventi in modo corretto, se ritiene di dissociarsi dalle dichiarazioni del ministro Musumeci”, ha detto Irene Priolo, presidente facente funzione della Regione Emilia-Romagna in conferenza stampa sull’emergenza alluvione. “Non so se ovviamente lo farà però in questo momento mi sento di dire che mentre noi siamo provando a salvare vite, la conferenza stampa l’ho personalmente ritenuta una speculazione politica”, ha aggiunto.

Maltempo, Musumeci: in 10 anni all’Emilia-Romagna oltre mezzo miliardo, non sappiamo come è stato speso

Maltempo, Musumeci: in 10 anni all’Emilia-Romagna oltre mezzo miliardo, non sappiamo come è stato spesoRoma, 19 set. (askanews) – Nella conferenza stampa convocata “sulla situazione emergenziale che ha colpito la regione Emilia-Romagna”, a causa del maltempo, il ministro per la Protezione civile e le Politiche del mare, Nello Musumeci, ha fatto il bilancio di quanto “il governo di Roma negli ultimi dieci anni” ha assegnato alla Regione Emilia-Romagna: oltre 594 milioni di euro, ha spiegato chiedendo che la Regione faccia sapere se e come li ha spesi, se mancano ancora territori “più vulnerabili” su cui intervenire.


In particolare, negli ultimi 10 anni – ha spiegato Musumeci – “da parte del Mase (Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica) dal 2013 al 2023 sono stati messi a disposizione 118 milioni 285mila euro per quattro interventi superiori ai 10 milioni; lo stesso Mase per 128 interventi più ridotti ha messo a disposizione dell’Emilia Romagna 136 milioni e 14mila euro; il ministero dell’Interno per 446 piccoli interventi ha messo a disposizione 158 milioni e 956mila euro; sempre lo stesso Ministero dell’Interno per 38 interventi, superiori a un milione, ha messo a disposizione dell’Emilia Romagna 68 milioni e 74mila euro. La protezione civile ha finanziato 670 interventi nell’ultimo decennio con 92 milioni 761mila euro. Il Dipartimento Casa Italia, pertinente alla mia delega ha finanziato 13 interventi per 17 milioni e 225mila. Il ministero delle Infrastrutture e dei trasporti ha finanziato 13 interventi per 3 milioni e 250.000”. Quindi “in questo decennio l’Emilia-Romagna ha avuto assegnati dai governi di Roma 594 milioni e 567.679 euro. Siamo a oltre mezzo miliardo”, ha sottolineato il ministro, aggiungendo: “Ecco se la regione Emilia-Romagna potesse fare lo sforzo di farci sapere quanta di questa risorsa è stata spesa. Spero tutta o quasi. E se ci facesse la cortesia di dirci quali sono ancora i territori più vulnerabili, quali sono quelli sui quali bisogna intervenire, in un rapporto di reciproca e leale collaborazione istituzionale, noi da Roma potremmo programmare ulteriori interventi in regime ordinario”, ché “non si può sempre chiamare in causa l’alluvione del 2023, accaduto perché nel 2010 o nel 2000 forse alcune cose che dovevano essere fatte non sono state fatte”.


La conferenza stampa è stata proprio convocata – per “informare la stampa sui dati che vi abbiamo appena fornito, perché gli importi elencati dimostrano come questo governo, ma anche quelli precedenti, siano stati assolutamente vicini nel fornire le risorse, e questo vale per tutte le regioni”, ha detto il ministro per la Protezione civile Nello Musumeci, ricordando che “la Protezione civile ha distribuito e ripartito alle regioni un miliardo e 200 milioni negli ultimi due anni, lo abbiamo fatto agli inizi del 2023, sono fondi del PNRR”. E “alla Regione Emilia-Romagna sono andati complessivamente oltre 90 milioni di euro, 30 milioni e 568.000 per coprire interventi che erano stati già progettati e anche avviati con i cantieri, 61 milioni e 136.000 per nuovi interventi legati alla messa in sicurezza del territorio”. Una somma che fa parte degli oltre 594 milioni che la regione ha ricevuto in dieci danni dai governo centrale, di cui il ministro ha elencato gli importi, ma in questo caso, ha sottolineato, essendo fondi del Pnrr, con vincoli di spesa temporali: “Non sappiamo quante di queste risorse sono state già impegnate, ma entro giugno 2026 le opere dovranno essere completate e collaudate perché si tratta di fondi del PNRR “, ha detto Musumeci.


“Quindi – ha concluso il ministro – io credo che non sia un problema di risorse, ma un problema di programmazione e di progettazione, di mettere in cantiere e trasformare le idee in azione. Speriamo che questa ondata di maltempo possa attenuarsi nelle prossime ore ma nessuno si faccia illusione perché un territorio fragile e vulnerabile rimane sempre esposto”. Concludendo la conferenza stampa e rispondendo ad una domanda diretta, il ministro ha sottolineato: “Io non ho parlato di responsabilità, proprio perché non sappiamo dei 594 milioni messi a disposizione della regione Emilia Romagna quanti siano stati già utilizzati, spesi e tradotti in opere”. “Quindi – ha proseguito Musumeci – parlerei di responsabilità se la risorsa fosse stata utilizzata per il 50%-60%. In un contesto così difficile ci aspettiamo che i cantieri vengano programmati e aperti subito. Quando, incontrando la Regione, avremo il dato preciso dell’utilizzo delle risorse, come sono state utilizzate e quanto è stato utilizzato, saremo nelle condizioni di esprimere una valutazione obiettiva”.

Il Vaticano dice sì al culto di Medjugorje, ma non si esprime sui “presunti eventi soprannaturali”

Il Vaticano dice sì al culto di Medjugorje, ma non si esprime sui “presunti eventi soprannaturali”Città del Vaticano, 19 set. (askanews) – “Tramite il ‘nihil obstat’ circa un evento spirituale, i fedeli ‘sono autorizzati a dare ad esso in forma prudente la loro adesione’. Sebbene questo non implichi una dichiarazione del carattere soprannaturale del fenomeno in parola, e ricordando che i fedeli non sono obbligati a credervi, il ‘nihil obstat’ indica che questi ultimi possono ricevere uno stimolo positivo per la loro vita cristiana attraverso questa proposta spirituale e autorizza il culto pubblico. Tale determinazione è possibile in quanto si è potuto registrare che in mezzo ad un’esperienza spirituale si sono verificati molti frutti positivi e non si sono diffusi nel Popolo di Dio effetti negativi o rischiosi”. Questa l’attesa conclusione alla quale è giunto il Dicastero per la Dottrina della fede nel suo documento dal titolo: “La Regina della Pace” riguardante le apparizioni e i messaggi di Medjugorje, il santuario mariano in Bosnia divenuto tra i più noti e frequentati degli ultimi decenni.


Nella nota “circa l’esperienza spirituale legata a Medjugorje”, di 18 pagine e 42 capitoli – firmata dal prefetto del dicastero, card. Víctor Manuel Fernandez e dal Segretario per la Sezione Dottrinale, mons. Armando Matteo, si sottolinea però, definendolo un “importante chiarimento”, che le conclusioni della Nota “non implicano un giudizio circa la vita morale dei presunti veggenti. D’altra parte, si deve ricordare che, – si aggiunge – quando si riconosce un’azione dello Spirito per il bene del Popolo di Dio in mezzo a un’esperienza spirituale dalle sue origini fino ad oggi, i doni carismatici (‘gratiae gratis datae’) che possano essere collegati ad essa non esigono necessariamente la perfezione morale delle persone coinvolte per poter agire”. E si aggiunge che il riconoscere canonicamente i buoni e positivi frutti di questa esperienza “non implica dichiarare come autentici i presunti eventi soprannaturali”. Sottolineando all’inizio come “è arrivato il momento di concludere una lunga e complessa storia attorno ai fenomeni spirituali di Medjugorje”, il documento vaticano si apre ricordando che “si tratta di una storia in cui si sono susseguite opinioni divergenti di Vescovi, teologi, commissioni e analisti” e che Sebbene nell’insieme dei messaggi legati a questa esperienza spirituale troviamo tanti elementi positivi che aiutano a cogliere la chiamata del Vangelo, certi messaggi – secondo l’opinione di alcuni – presenterebbero delle contraddizioni o sarebbero legati a desideri o interessi dei presunti veggenti o di altre persone”. Quindi, “non si può escludere che ciò possa essere successo nel caso di alcuni pochi messaggi” e che le Norme dello stesso Dicastero lo non escludono mentre i fenomeni delle presunte apparizioni “a volte appaiono connessi ad esperienze umane confuse, ad espressioni imprecise dal punto di vista teologico o ad interessi non del tutto legittimi”. Questo oltretutto “non esclude la possibilità di ‘qualche errore d’ordine naturale non dovuto a una cattiva intenzione, ma alla percezione soggettiva del fenomeno’”.


Da qui la richiesta esplicita e la necessità di alcuni chiarimenti. “L’insieme dei messaggi possiede un grande valore ed esprime con parole differenti i costanti insegnamenti del Vangelo”. Ma “alcuni pochi messaggi”, si legge nella Nota dell’ex Sant’Uffizio, “si allontanano da questi contenuti così positivi ed edificanti e sembra persino che arrivino a contraddirli. È conveniente – è l’indicazione fornita – stare attenti perché questi pochi elementi confusi non mettano in ombra la bellezza dell’insieme. Per evitare che questo tesoro di Medjugorje sia compromesso, è necessario chiarire alcune possibili confusioni che possono condurre gruppi minoritari a distorcere la preziosa proposta di quest’esperienza spirituale, soprattutto se si leggono parzialmente i messaggi”. Ed ancora: “I fedeli devono essere attenti e prudenti nell’interpretare e diffondere i presunti messaggi”.


Precisato questo, in tutta la Nota dell’ex Sant’Ufficio si sottolinea, però, come nel complesso tutti i messaggi e l’esperienza di Medjugorje appaia comunque positiva nei contenuti e nei messaggi incentrati sugli appelli alla pace che sgorga dalla carità, sulla centralità di Cristo e sull’azione dello Spirito Santo nella storia, la chiamata alla conversione e “il forte peso del male e del peccato”, oltre alla necessità della costante preghiera e della frequentazione dell’Eucaristia. “Un effetto immediato attorno ai fenomeni di Medjugorje – si sottolinea sempre nel documento diffuso oggi – è stato il grande e crescente numero di devoti in tutto il mondo e le numerose persone che vi si recano in pellegrinaggio dalle più variegate provenienze. I frutti positivi si rivelano soprattutto come la promozione di una sana pratica di vita di fede, d’accordo con quanto presente nella tradizione della Chiesa”.


Premesso tutto ciò si conclude che: “La valutazione degli abbondanti e diffusi frutti tanto belli e positivi non implica dichiarare come autentici i presunti eventi soprannaturali, ma soltanto evidenziare che ‘in mezzo’ a questo fenomeno spirituale di Medjugorje lo Spirito Santo agisce fruttuosamente per il bene dei fedeli”. Pertanto “si invita ad apprezzare e condividere il valore pastorale di questa proposta spirituale”, valutando positivamente la “maggior parte dei messaggi di Medjugorje come testi edificanti” non implicandone, per questo, “dichiarare che abbiano una diretta origine soprannaturale. Di conseguenza, quando ci si riferisce a ‘messaggi’ della Madonna, si deve intendere sempre ‘presunti messaggi’”. Nella Nota, si forniscono infine alcune indicazioni pratiche per il futuro. Si puntualizza che il Vescovo di Mostar-Duvno, emetterà un decreto contenente le indicazioni fornite dalla Santa Sede e che il Visitatore Apostolico a carattere speciale per la parrocchia di Medjugorje, continuerà a svolgere le funzioni a lui affidate, e dovrà verificare che, in ogni pubblicazione che raccolga dei messaggi, venga inclusa la Nota del Dicastero per la Dottrina della fede come Introduzione. Lo stesso “opererà poi il discernimento di eventuali messaggi futuri – o di messaggi passati che non siano ancora stati pubblicati – e dovrà autorizzarne l’eventuale pubblicazione, alla luce dei chiarimenti offerti. Ugualmente, prenderà le misure da lui considerate necessarie e guiderà il discernimento pastorale di fronte a nuove situazioni che possano presentarsi, tenendo informato questo Dicastero”. “Anche se possono sussistere diversi pareri circa l’autenticità di alcuni fatti o su alcuni aspetti di questa esperienza spirituale, le autorità ecclesiastiche dei luoghi dove essa sia presente sono invitate ad ‘apprezzare il valore pastorale e a promuovere pure la diffusione di questa proposta spirituale’. – sono ancora le indicazioni fornite dalla Nota – Valutando prudenzialmente quanto accade nel proprio territorio”, mentre “resta comunque ferma la potestà di ogni Vescovo diocesano di decidere al riguardo”. Questo perché, si conclude, “pur essendo ampiamente diffusi in tutto il mondo i frutti positivi di questo fenomeno spirituale, ciò non nega che possano esserci dei gruppi o delle persone che, utilizzando inadeguatamente questo fenomeno spirituale, agiscano in un modo sbagliato. I Vescovi diocesani, ognuno nella propria diocesi, hanno la libertà e l’autorità per prendere le decisioni prudenziali ritenute necessarie per il bene del Popolo di Dio”.

Maltempo, fiumi esondati in Romagna e nelle Marche. Migliaia di persone evacuate

Maltempo, fiumi esondati in Romagna e nelle Marche. Migliaia di persone evacuateRavenna, 19 set. (askanews) – Sono migliaia le persone evacuate dalla tarda serata di mercoledì 18 settembre nel ravennate, per tutti la notte è trascorsa nei centri di accoglienza messi a disposizione da Comuni e prefetture. Appelli sono stati diffusi con gli altoparlanti e i sindaci continuano a diramare appelli via Facebook alla popolazione, invitata a restare ai piani alti. “La preoccupazione è vera, reale e seria, entriamo in una fase di emergenza più forte dove tutti dobbiamo prestare la massima attenzione ed essere pronti a prendere le misure necessarie”. Ha detto il sindaco di Ravenna, Michele De Pascale, che ha seguito la situazione dei fumi Lamone e Montone, esondati in alcuni punti della città e della provincia: “Il livello è altissimo, sopra la soglia rossa e in alcuni tratti ancora in crescita” per questo è stato deciso di interrompere il traffico in alcune zone, a Cotignola, Alfonsine, Russi e Lugo in particolare dove è stato chiesto ai residenti di abbandonare le abitazioni.


“Si dispone che tutta la popolazione, soprattutto quella alluvionata nel maggio 2023, si trasferisca ai piani più alti dei propri edifici – ha detto il sindaco di Forlì, Gian Luca Zattini -. Se questo non è possibile, evacuate ora recandovi presso amici o parenti o presso il Palazzo di Vetro della Fiera di Forlì in via Punta di Ferro. Si chiede a tutti la massima attenzione e la collaborazione anche condividendo l’informazione con quante più persone possibili”. La Regione Emilia-Romagna sta seguendo senza sosta la situazione dei corsi d’acqua in piena per le forti piogge di questi giorni, con particolare attenzione “alle situazioni più critiche perché abbiamo dei superamenti di soglia storici, come per esempio per il Senio nel ravennate”, ha spiegato la presidente facente funzioni dell’Emilia-Romagna, Irene Priolo, al termine dell’ultimo briefing meteo durante la notte.


“In questo momento abbiamo i colmi di piena dei fiumi che hanno superato soglia 3 che stanno iniziando ad andare nei tratti vallivi e sebbene sia prevista una moderazione delle piogge per le prossime ore – ha detto Priolo – ovviamente i colmi di piena continueranno a transitare e a restare sopra soglia 3”. I bacini interessati – ha ricordato – sono nel bolognese, i bacini dell’Idice e del Sillaro, nel ravennate quelli del Senio e del Lamone, nel forlivese quello del Montone. “In questo momento abbiamo una diminuzione della piena nei tratti appenninici, ma i picchi si stanno propagando nei tratti vallivi. Stiamo continuando a monitorare la situazione – ha aggiunto -, le colonne mobili si sono trasferite sul territorio e 190 volontari stanno supportando le amministrazioni comunali, popolazione e sindaci”. Priolo ha poi invitato tutti i residenti a mantenersi costantemente informati attraverso i siti e a seguire le indicazioni di sindaci e autorità. “L’attività non si ferma – ha detto – siamo in costante contatto con il centro funzionale e il dipartimento della protezione civile”. Criticità anche nel bolognese: a Valsamoggia tre nuclei familiari sono isolati e in contatto con gli operatori comunali. Preoccupazione anche per alcune zone della città di Bologna, interessate all’attraversamento del fiume Reno. Per oggi è stata disposta la chiusura delle scuole.


Il Corpo nazionale dei vigili del fuoco al lavoro da ieri in Emilia Romagna per far fronte ai danni causati dall’intensa ondata di maltempo che sta colpendo la regione. Nelle ultime 24 ore sono stati effettuati oltre 500 interventi di soccorso. Situazione più critica nel territorio della provincia di Ravenna, dove sono in azione anche due elicotteri Drago per l’evacuazione di persone bloccate in casa dall’innalzamento del livello dell’acqua causato dall’esondazione del torrente Senio a Cotignola e del Lamone a Bagnacavallo in località Traversara. A Casola Valsenio interventi in atto per diverse frane che hanno ostruito strade di collegamento. Nella provincia di Forlì-Cesena i soccorritori acquatici del Corpo nazionale hanno operato in via Zignola, a Forlì, per evacuare 14 persone, di cui 7 disabili in una residenza sanitaria, ed un centinaio di animali minacciati dall’acqua. Sempre a Forlì, nel quartiere di San Benedetto, in via Pelacano e in via Isonzo le squadre stanno operando per assistenza a persone in difficoltà per allagamenti e per il soccorso ad automobilisti in panne.


In provincia di Ravenna, tra Bagnacavallo, Lugo e Cotignola sono state recuperate dai vigili del fuoco con l’elicottero cinque persone bloccate in casa per l’innalzamento del livello dell’acqua. Nella zona sono in azione due elicotteri Drago dei Vigili del fuoco per operazioni di soccorso alla popolazione. Situazione critica anche nelle Marche, oltre 300 interventi dei Vigili del fuoco nella Regione. Le squadre hanno operato stanotte ad Ascoli Piceno, nella località di Ponterotto tra San Benedetto del Tronto e Acquaviva Picena, per il soccorso ad automobilisti in difficoltà per acqua e fango lungo la carreggiata della SP36. Svolti soccorsi per allagamenti anche nelle zone di Cupra Marittima e Grottammare. Ad Ancona nella tarda serata di ieri sono state evacuate 6 famiglie a Osimo per una frana che minacciava l’abitato in via Montecesa. Per l’esondazione del torrente Arzilla, in provincia di Pesaro Urbino è interrotta la viabilità sulla SP 144. Potenziato in il dispositivo di soccorso del Corpo nazionale con l’invio di personale esperto nel soccorso acquatico e fluviale dalla Lombardia, Toscana e Campania.

Maltempo, in Romagna fiumi esondati, migliaia di persone evacuate

Maltempo, in Romagna fiumi esondati, migliaia di persone evacuateRavenna, 19 set. (askanews) – Sono migliaia le persone evacuate nella tarda serata di mercoledì 18 settembre nel ravennate, per tutti la notte è trascorsa nei centri di accoglienza messi a disposizione da Comuni e prefetture. Appelli sono stati diffusi con gli altoparlanti e i sindaci continuano a diramare appelli via Facebook alla popolazione, invitata a restare ai piani alti.


“La preoccupazione è vera, reale e seria, entriamo in una fase di emergenza più forte dove tutti dobbiamo prestare la massima attenzione ed essere pronti a prendere le misure necessarie”. Ha detto il sindaco di Ravenna, Michele De Pascale, che ha seguito la situazione dei fumi Lamone e Montone, esondati in alcuni punti della città e della provincia: “il livello è altissimo, sopra la soglia rossa e in alcuni tratti ancora in crescita” per questo è stato deciso di interrompere il traffico in alcune zone, a Cotignola, Alfonsine, Russi e Lugo in particolare dove è stato chiesto ai residenti di abbandonare le abitazioni. “Si dispone che tutta la popolazione, soprattutto quella alluvionata nel maggio 2023, si trasferisca ai piani più alti dei propri edifici – ha detto il sindaco di Forlì, Gian Luca Zattini -. Se questo non è possibile, evacuate ora recandovi presso amici o parenti o presso il Palazzo di Vetro della Fiera di Forlì in via Punta di Ferro. Si chiede a tutti la massima attenzione e la collaborazione anche condividendo l’informazione con quante più persone possibili”.


La Regione Emilia-Romagna sta seguendo senza sosta la situazione dei corsi d’acqua in piena per le forti piogge di questi giorni, con particolare attenzione “alle situazioni più critiche perché abbiamo dei superamenti di soglia storici, come per esempio per il Senio nel ravennate”. Lo ha spiegato la presidente facente funzioni dell’Emilia-Romagna, Irene Priolo, al termine dell’ultimo briefing meteo durante la notte. “In questo momento abbiamo i colmi di piena dei fiumi che hanno superato soglia 3 che stanno iniziando ad andare nei tratti vallivi e sebbene sia prevista una moderazione delle piogge per le prossime ore – ha detto Priolo – ovviamente i colmi di piena continueranno a transitare e a restare sopra soglia 3”. I bacini interessati – ha ricordato – sono nel bolognese, i bacini dell’Idice e del Sillaro, nel ravennate quelli del Senio e del Lamone, nel forlivese quello del Montone. “In questo momento abbiamo una diminuzione della piena nei tratti appenninici, ma i picchi si stanno propagando nei tratti vallivi. Stiamo continuando a monitorare la situazione – ha aggiunto -, le colonne mobili si sono trasferite sul territorio e 190 volontari stanno supportando le amministrazioni comunali, popolazione e sindaci”. Priolo ha poi invitato tutti i residenti a mantenersi costantemente informati attraverso i siti e a seguire le indicazioni di sindaci e autorità. “L’attività non si ferma – ha detto – siamo in costante contatto con il centro funzionale e il dipartimento della protezione civile”.


Nel cesenate “la situazione in queste tre ore non è peggiorata” ha riferito il sindaco Enzo Lattuca: “i livelli idrometrici del Savio sono sotto controllo, a San Carlo c’è stato un picco e prima ancora c’era stato a Borello, ma poi ha iniziato a calare, possiamo aspettarci che questo avvenga anche nel tratto urbano di Cesena”. Criticità anche nel bolognese: a Valsamoggia tre nuclei familiari sono isolati e in contatto con gli operatori comunali. Preoccupazione anche per alcune zone della città di Bologna, interessate all’attraversamento del fiume Reno. Per oggi è stata disposta la chiusura delle scuole.

Paura per la piena dei fiumi in E.-Romagna: “Possibile il peggio”

Paura per la piena dei fiumi in E.-Romagna: “Possibile il peggio”Roma, 19 set. (askanews) – L’allerta meteo in Emilia-Romagna “si sta aggravando”, i livelli dei fiumi fanno paura e “la situazione è molto complessa in tanti bacini: dall’Idice e soprattutto fino al bacino del Montone. In queste ore è necessario che tutti i cittadini seguano le indicazioni che i sindaci stanno dando, perchè abbiamo superamenti di soglia 3 importanti”. Lo ha detto su Facebook Irene Priolo, presidente f.f. della Regione Emilia-Romagna.


“Le situazioni più critiche – ha spiegato – sono a Modigliana e Castrocaro: avremo un deflusso a valle per cui bisognerà stare molto attenti per quanto riguarda il bacino del Lamone a Faenza. Una situazione particolarmente critica anche nel Bolognese, abbiamo bisogno di essere attenti per quanto riguarda il bacino Idice, il bacino del Savena connesso, ma anche del Sillaro. Situazione complessa a Forlì, dove arriverà la piena del Montone”. A Castel Bolognese (Ravenna) per le forti piogge la situazione del Senio è peggiorata e a Tebano il livello del fiume ha raggiunto la soglia rossa, con un livello di 5,5 metri. Il sindaco ha pertanto predisposto l’ordinanza di evacuazione dei cittadini residenti nelle abitazioni limitrofe al fiume, allestendo il Palazzetto dello Sport come centro di accoglienza. La polizia locale sta allertando le famiglie che per la propria incolumità devono allontanarsi. Le scuole di qualsiasi ordine e grado domani rimarranno chiuse.


Nella zona di Budrio (città metropolitana di Bologna) è in transito la piena del torrente Idice che continua a venire monitorata sia dal Comune che dal personale della Regione Emilia-Romagna. Grazie agli interventi di messa in sicurezza degli argini l’acqua sta defluendo, in minima parte, dagli scoli appositamente realizzati che la indirizzano nel canale di bonifica. Anche il canale Fossano è attenzionato dal Comune, in collaborazione con il personale della Bonifica Renana. A Modigliana (Forlì-Cesena) sono esondati i fiumi Tramazzo e Acerreta: sui social testimonianze di cittadini sul posto parlano di una “situazione critica”, con scene “davvero drammatiche e spaventose”. Alcune aree del centro abitato a ridosso del fiume sono inondate. I fiumi, si legge ancora in alcuni post di cittadini, “hanno raggiunto un livello superiore a quello del maggio 2023”, quando la zona subì un allagamento diffuso.


A Bologna a causa dell’allerta meteo e del protrarsi delle piogge persistenti, si è verificato in particolare un innalzamento del livello del torrente Savena tale da far prefigurare nella notte una sua possibile importante criticità. Il Comune ha quindi disposto la chiusura di alcune scuole nella zona e, a tutela della pubblica incolumità, ha inoltre emanato un’ordinanza di evacuazione degli edifici posti in zona San Ruffillo-Lungosavena. Anche nella zona di Forlì la situazione “sta peggiorando” e “le previsioni che eslcudevano in maniera decisa esondazioni del Montone si stanno rapidamente modificando”, ha detto in un video su Facebook il sindaco di Forlì, Gian Luca Zattini. “Nelle zone vicine al fiume Montone i cittadini, soprattutto quelli che hanno avuto l’alluvione 2023, salgano ai piani più alti, abbiano consapevolezza della possibilità di un fatto grave, pensino prima di tutto alla propria sicurezza e salute, cerchino di mettere in sicurezza quello che possono. Le previsioni non sono certe, sono in continua evoluzione, ma dalla mezzanotte fino alle 4-5 non sono esclusi fenomeni di estrema gravità”.