Milano, 29 mar. (askanews) – Papa Francesco è ricoverato da oggi pomeriggio al Policlinico Gemelli per controlli che la Sala stampa vaticana ha confermato essere stati “programmati precedentemente”. Il Pontefice, 86 anni e alle spalle un’operazione al colon e problemi alle ginocchia che ne rendono difficoltosa la deambulazione, dovrebbe rimanere in ospedale per una o due notti per accertamenti e sono stati cancellati gli impegni delle udienze dei prossimi due giorni.
I controlli – filtra da fonti vicine al Vaticano – sarebbero stati programmati in questo momento per via dell’agenda meno piena per il Papa prima dell’intensa settimana che conduce alla Pasqua. Sull’ipotesi, circolata in rete, di “un malore” del Pontefice non ci sono conferme né dal Vaticano, nè dal Policlinico Gemelli. Nelle udienze degli ultimi giorni Francesco era apparso più affaticato nel parlare, ma al momento non si sa se questo elemento sia collegato al ricovero. La notizia del ricovero intanto viene rilanciata come breaking news sugli organi d’informazione di tutto il mondo.
Milano, 29 mar. (askanews) – Papa Francesco è ricoverato da oggi pomeriggio al Policlinico Gemelli per controlli che la Sala stampa vaticana ha confermato essere stati “programmati precedentemente”. Il Pontefice, 86 anni e alle spalle un’operazione al colon e problemi alle ginocchia che ne rendono difficoltosa la deambulazione, dovrebbe rimanere in ospedale per una o due notti per accertamenti e sono stati cancellati gli impegni delle udienze dei prossimi due giorni.
I controlli – filtra da fonti vicine al Vaticano – sarebbero stati programmati in questo momento per via dell’agenda meno piena per il Papa prima dell’intensa settimana che conduce alla Pasqua. Sull’ipotesi, circolata in rete, di “un malore” del Pontefice non ci sono conferme né dal Vaticano, nè dal Policlinico Gemelli. Nelle udienze degli ultimi giorni Francesco era apparso più affaticato nel parlare, ma al momento non si sa se questo elemento sia collegato al ricovero.
La notizia del ricovero intanto viene rilanciata come breaking news sugli organi d’informazione di tutto il mondo.
Roma, 29 mar. (askanews) – Si è aperta in Campidoglio, a Roma, la camera ardente per il giornalista Gianni Minà, scomparso a 84 anni. Presenti i familiari, la moglie Loredana Macchietti, le figlie Marianna, la più grande, Francesca Emilia e Paola Emilia. Tra i primi ad arrivare l’attore Ricky Tognazzi, Walter Veltroni, una delegazione dell’Anpi.
Un flusso continuo di persone viene a rendergli omaggio, sul grande schermo la foto in bianco e nero di Minà. Sul feretro una rosa rossa e la maglia del Torino con il nome del giornalita. Tante le corone, tra cui quella dell’Associazione nazionale di amicizia Italia-Cuba e quella di Tuttosport.
Roma, 29 mar. (askanews) – Sulla decisione della Cassazione francese che ieri ha negato l’estradizione dei 10 ex terroristi delle Br “ho fatto una riflessione molto amara. I francesi sono famosi per la grandeur che però qualche volta può giocare dei grandissimi scherzi, questa è la volta del bruttissimo scherzo, perché la grandeur si è trasformata in supponenza, arroganza, in decisioni che hanno poco a che fare con la logica e il buonsenso. E’ la tentazione molto forte di provare a insegnare agli altri come si sta al mondo e tra tutti gli altri ci siamo noi piccoli italiani”. Così l’ex magistrato Gian Carlo Caselli su Radio Cusano Campus.
“Quasi che la caratteristica che si pensava esclusivamente italiana di pensare di operare come il Marchese del grillo fosse diventata anche francese. La Cassazione e prima la Corte d’Appello di Francia hanno ritenuto di dover respingere la richiesta italiana di estradizione di questi 10 terroristi perché si arrecherebbe un danno spropositato ad un loro diritto: il diritto alla vita familiare che ormai hanno acquisito dopo anni di permanenza in Francia”, ha concluso.
Roma, 29 mar. (askanews) – “Bene l’impulso alla digitalizzazione degli appalti del nuovo Codice. Attenzione, però, a spostare l’attenzione solo sul ‘fare in fretta’, che non può mai perdere di vista il ‘fare bene’. Semplificazione e rapidità sono valori importanti, ma non possono andare a discapito di principi altrettanto importanti come trasparenza, controllabilità e libera concorrenza, che nel nuovo Codice non hanno trovato tutta l’attenzione necessaria, specie in una fase del Paese in cui stanno affluendo ingenti risorse europee”. E’ quanto dichiara Giuseppe Busia, presidente di Anac, dopo l’approvazione del nuovo Codice degli Appalti da parte del Consiglio dei Ministri.
Busia sottolinea anche gli aspetti positivi del nuovo Codice: “Con la gestione interamente digitale degli appalti, prevista dal Codice e impegno di Anac da tempo, sarà garantita l’estensione del digitale a tutto il ciclo di vita del contratto, a partire dalla programmazione, alla richiesta del codice identificativo di gara, fino all’esecuzione e conclusione del contratto, e all’ultima fattura. Questo porta a piena maturazione quanto Anac ha già fatto con la Banca dati nazionale dei contratti pubblici: tutte le informazioni e le attività riguardanti l’appalto dovranno passare attraverso piattaforme telematiche interoperabili e confluiscono sul portale dell’Autorità, con l’acquisizione diretta dei dati”. Restano però i dubbi per Busia “per la riduzione della trasparenza e della pubblicità delle procedure, principi posti a garanzia di una migliore partecipazione delle imprese, e a tutela dei diritti di tutti i soggetti coinvolti”. “Soglie troppo elevate – afferma Busia – per gli affidamenti diretti e le procedure negoziate rendono meno contendibili e meno controllabili gli appalti di minori dimensioni, che sono – va notato – quelli numericamente più significativi. Tutto questo col rischio di ridurre concorrenza e trasparenza nei contratti pubblici”.
Tra gli aspetti positivi del Codice, Busia sottolinea invece il rafforzamento della “vigilanza collaborativa, uno dei più efficaci strumenti di prevenzione che consente ad Anac di intervenire con tempestività e garanzia della legalità nelle procedure di aggiudicazione, senza nessuna perdita di tempo. Le Pubbliche amministrazioni che vi aderiscono sottopongono in via preventiva gli atti di gara all’Autorità, che in tempi brevissimi – dai 5 agli 8 giorni – fornisce osservazioni e consigli, favorendo la deflazione del contenzioso”. “Un altro elemento positivo è il ruolo accresciuto di Anac di ausilio e sostegno alle stazioni appaltanti con la creazione di bandi tipo, documenti tipo, atti già pronti, che le amministrazioni possano usare. Si tratta di una forma di collaborazione e di promozione di ‘buone pratiche’, nello spirito di risoluzione dei problemi. Così l’azione dell’Autorità viene rafforzata per favorire la ripresa, affiancando le amministrazioni sul versante dei contratti, per renderli strumenti efficaci di realizzazione dei tanti progetti messi in campo, garantendo apertura, concorrenza e capacità di selezionare le imprese più idonee, dinamiche e innovative, al servizio dell’interesse pubblico. Attraverso i contratti-tipo, per esempio, e le nostre piattaforme informatiche, verrà monitorato il rispetto dei contratti collettivi di lavoro, evitando l’adozione dei cosiddetti ‘contratti pirata’, a garanzia dei lavoratori”, conclude il presidente dell’Anac.
Roma, 29 mar. (askanews) – La camera ardente del giornalista, scrittore e conduttore televisivo Gianni Minà sarà aperta oggi in Campidoglio nella Sala della Protomoteca dalle ore 10 alle ore 19. Lo fa sapere Roma Capitale, specificando che “è raccomandato l’utilizzo della mascherina FFP2”. Minà, che aveva 84 anni, nel corso della sua carriera professionale ha realizzato decine di reportage, ideato programmi televisivi, girato documentari e intervistato grandi personaggi, da Fidel Castro a Maradona, da Muhammad Ali a Garcia Màrquez.
Roma, 29 mar. (askanews) – Un terremoto di magnitudo 4.6 è stato registrato alle ore 23.52 di martedì con epicentro a Montagano in provincia di Campobasso a una profondità stimata dall’Ingv di 23 chilometri. I Vigili del fuoco non hanno ricevuto richieste di soccorso e segnalazione danni. Una situazione confermata dalle verifiche effettuate dalla Protezione civile. La scossa è stata distintamente avvertita in Molise, Abruzzo e Campania. A Campobasso centinaia di persone sono scese in strada munite di coperte e decise a passare la notte in auto.
Milano, 28 mar. (askanews) – Le associazioni sono “la forza del nostro Paese che costituisce un tessuto che lo rende robusto, che è stato alla base di tanti successi, di tanti risultati positivi rispetto ai tanti problemi che abbiamo affrontato in questi decenni”. Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ricevendo nel pomeriggio al Quirinale una delegazione dell’associazione Libera contro le mafie, guidata dal presidente Don Luigi Ciotti e composta dai presidenti di alcune associazioni nazionali aderenti a Libera.
“Questa per me è l’occasione per esprimere riconoscenza a Libera per quello che in questi 28 anni è stato fatto in misura crescente stimolando, sollecitando, promuovendo e facendo realizzare una coscienza sempre più ampia contro il fenomeno mafioso. Un ringraziamento anche per la formula scelta, cioè quella di essere associazione di associazioni, cioè di quel mondo che è emblematico della nostra Costituzione, che disegna, come noto, un quadro che valorizza la libera associazione dei cittadini, che esprime la sua potenzialità, la sua titolarità di scelte, non soltanto attraverso le pubbliche istituzioni ma anche attraverso il mondo associativo, attraverso i corpi intermedi, attraverso quello che i cittadini spontaneamente formano”, ha aggiunto il capo dello Stato. “Qui ci sono, a parte Rosy Bindi con l’esperienza di presidente della Commissione parlamentare antimafia, realtà sociali che esprimono su fronti diversi, in settori diversi, lo stesso valore, quello di una libera e spontanea espressione protagonista dei cittadini”, ha ribadito Mattarella rivolto ai delegati di Libera.
Roma, 28 mar. (askanews) – “Un segno di fraternità e di speranza”. Così Mons. Giuseppe Baturi, Arcivescovo di Cagliari e Segretario Generale della CEI, definisce il dono di 8000 Bibbie ai detenuti di 100 Istituti Penitenziari italiani impegnati in percorsi spirituali, di formazione e catechesi. La consegna simbolica è avvenuta oggi (28 marzo) alla Casa di reclusione di Paliano (Frosinone), nell’ambito di una Liturgia della Parola.
L’iniziativa vede la collaborazione dell’Ispettorato Generale dei cappellani delle carceri e dell’associazione “Prison Fellowship Italia”, nata nel 2009 in seno al Rinnovamento nello Spirito per la promozione integrale dei detenuti e l’evangelizzazione all’interno degli Istituti penitenziari. Le Bibbie arriveranno nelle mani dei carcerati attraverso i cappellani e i volontari dell’associazione. “Entrare in queste periferie umane – afferma Mons. Baturi – è per noi un atto di fede: Gesù si identifica, continua ad identificarsi, con queste persone che chiedono di essere visitate. Per noi la visita significa farci presenti portando il tesoro più grande che abbiamo, la Parola di Dio, come segno di una nuova fraternità, della certezza che da qui si può ricominciare nella vita personale e sociale”.
Non è un caso che questo gesto si compia alla vigilia della Pasqua: l’auspicio, spiega il Segretario Generale della CEI, è che “possa rinascere vita laddove sembra albergare spesso il disagio o la disperazione. La Pasqua dice che è possibile sperare in una vita anche in quei luoghi che parlano di morte o di mortificazione. Noi crediamo in Cristo che libera da tutte le catene in tutti i contesti; ogni uomo ha diritto a ricevere questo annuncio”. “La Bibbia è uno strumento che offriamo per la rinascita spirituale dei detenuti, perché possano riprendere in mano la loro vita. La Parola di Dio aiuta ad essere consapevoli del male fatto e a scoprire le potenzialità di ciascuno”, sottolinea don Raffaele Grimaldi, Ispettore generale dei cappellani delle carceri d’Italia. “Il progetto – ricorda – si inserisce in quel cammino di attenzione della Chiesa verso chi è stato privato della libertà personale e di incoraggiamento per quanti operano nelle carceri, che si concretizzerà a livello locale con iniziative di preghiera e sensibilizzazione”.
“Attraverso alla Bibbia, i detenuti possono entrare nel Mistero della salvezza che riguarda loro e le famiglie: conoscere Gesù, unico salvatore, li aiuta a pensare sé stessi e gli altri in modo nuovo. Lo stiamo sperimentando con l’itinerario educativo chiamato ‘Il Viaggio del Prigioniero’, che presenta la figura di Gesù detenuto così come è raccontato nelle pagine del Vangelo di Marco”, osserva Marcella Clara Reni, presidente di “Prison Fellowship Italia”, che esprime gratitudine alla CEI per questo dono così importante.
Roma, 28 mar. (askanews) – “Prendiamo atto della decisione della Corte di Cassazione francese, che in piena autonomia ha deciso di negare l’estradizione in Italia di 10 ex terroristi condannati in via definitiva per gravissimi reati compiuti negli anni di piombo. L’Italia ha fatto tutto quanto in suo potere, perché fosse rimosso l’ostacolo politico che per decenni ha impedito alla magistratura francese di valutare le nostre richieste”. Così il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, dopo la sentenza della Corte di Cassazione francese in merito alla richiesta di estradizione di ex brigatisti italiani.
“Avevo già avuto modo di ringraziare di persona, nel nostro primo incontro, il collega Eric Dupond-Moretti per essere stato al fianco dell’Italia e per la sua costante attenzione nei confronti delle nostre richieste. Con lui – ha aggiunto Nordio, in una nota – ho avuto anche un colloquio telefonico. Il Ministro Dupond-Moretti ha compreso il nostro bisogno di verità e giustizia e, dando corso alle nostre domande di estradizione, ha testimoniato la piena fiducia del Governo francese nella nostra magistratura, che ha giudicato gli imputati degli anni di piombo sempre nel rispetto di tutte le garanzie”. “Ho vissuto da pubblico ministero in prima persona quegli anni drammatici e oggi – aggiunge il Guardasigilli – il mio primo commosso pensiero non può che essere rivolto a tutte le vittime di quella sanguinosa stagione e ai loro familiari, che hanno atteso per anni, insieme all’intero Paese, una risposta dalla giustizia francese. Faccio pertanto mie le parole di Mario Calabresi, figlio del commissario ucciso 51 anni fa, nella speranza che chi allora non esitò ad uccidere ora ‘senta il bisogno di fare i conti con le proprie responsabilità e abbia il coraggio di contribuire alla verità’”, ha aggiunto Nordio.