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Ucraina, un anno di guerra: il punto del Gen. Leonardo Tricarico

Ucraina, un anno di guerra: il punto del Gen. Leonardo TricaricoRoma, 23 feb. (askanews) – “Putin è in una condizione in cui non può conquistare neanche poche decine di metri, ecco, siamo in una sorta di stallo prolungato”.
Supercaccia da combattimento di 5^ generazione Sukhoi Su-57, droni, navi, moderni carri armati T-14, missili a lungo raggio. Quello messo in campo dalla Russia nella guerra contro l’Ucraina è un arsenale di prim’ordine, abbastanza per annientare una piccola nazione come l’Ucraina in pochi giorni. Eppure, a un anno esatto dall’invasione e dopo migliaia di morti – dall’una e dall’altra parte – la guerra è tutt’altro che vicina alla fine.
Per capire cosa stia realmente accadendo, askanews ha fatto il punto con il Generale Leonardo Tricarico, già Capo di stato Maggiore dell’Aeronautica Militare e presidente della fondazione ICSA (Intelligence, Culture and Strategic Analysis).
“Una delle conclusioni, a consuntivo di un anno di guerra è quella che la capacità militare di Putin era stata largamente sovrastimata, anche dagli esperti – ha spiegato – e non solo quella di Putin ma anche quella dello strumento militare uscito dall’Unione Sovietica. Quindi, in questo contesto, si colloca la sua capacità odierna. Basti pensare che spendono per la Difesa poco più di quello che spende l’Italia; non possono essere arsenali né molto vasti né, soprattutto, molto avanzati cronologicamente. Quindi erano gonfiate sia le dichiarazioni di Putin sia la stima che ne avevamo fatto. Gli arsenali sono molto logori, sono logori soprattutto dimensionalmente. Però c’è una differenza, la Russia consuma molto di più di quanto non possa generare o reperire sul mercato ed evidentemente questo porta a uno spegnimento graduale di tutte le sue capacità di colpire. Mentre l’Ucraina, pur essendo nelle stesse condizioni, gode del supporto di una comunità internazionale molto ben attrezzata che la può sostenere fino alla fine abbiamo sentito dire”.
L’approvviggianamento di armi è un tema di forte attualità, soprattutto per la componente aerea che Putin non sembra aver saputo sfruttare al meglio, mentre Zelensky – dal canto suo – continua a chiedere nuovi caccia all’occidente, gli F-16 certo ma qualcuno ha ventilato anche l’ipotesi degli AMX italiani.
“I russi – ha continuato Tricarico – sì possiedono armamento di precisione ossia il kit per poter usare l’armamento in maniera precisa però, evidentemente, non ne hanno in quantità sufficiente perché abbiamo visto la componente aerea impiegata come noi facevamo… cinquant’anni fa forse. Proporre o dare addirittura gli AMX a Zelensky significherebbe buttare sabbia negli ingranaggi della sua macchina bellica. Perché ce li hanno solo gli italiani e, forse, dei brasiliani ne è rimasto qualcuno. Sono in quantità piuttosto limitata e quindi Zelensky dovrebbe fare questo sforzo di preparazione, di addestramento e di logistica comunque molto grande per avere un risultato molto piccolo in termini dimensionali e anche qualitativi”.
Resta un ultimo interrogativo: come e quando finirà questa guerra?
“Probabilmente, per sfinimento, ci sarà un cessate il fuoco costretto dai fatti e uno scorrere carsico di questa guerra che poi potrà riemergere in un altro momento, com’è successo praticamente dal 2014 ad oggi con Minsk – ha concluso il Generale – è necessario che si prenda atto di questo e che s’individui un punto mediano al quale far finire la guerra. In questo la Comunità internazionale non ha fatto molto anzi non h fatto niente. In questo senso si dovrà attivare una concertazione vera per capire se riusciamo, tutti insieme, a immaginare uno status finale dell’Ucraina e dei suoi territori”.

Credito, associazioni agricole italiane: cambiare accordi di Basilea

Credito, associazioni agricole italiane: cambiare accordi di BasileaMilano, 23 feb. (askanews) – Le regole per l’accesso al credito bancario previste dagli accordi di Basilea penalizzano gli agricoltori e devono essere modificate alla luce della specificità dell’attività agricola. E’ questo in sostanza l’appello emerso durante la prima edizione del Forum sul credito in Agricoltura “Gli accordi di Basilea: l’urgenza di cambiare”, organizzato a Roma dal Consorzio Vino Chianti in collaborazione con Alleanza delle Cooperative Italiane Agroalimentare, Cia, Coldiretti e Confagricoltura. L’evento, che si è svolto oggi nella Sala del Cenacolo della Camera ed è stato moderato dal giornalista Gianluca Semprini, è servito a fare il punto sull’applicazione degli accordi di Basilea con numerosi esponenti del mondo politico e del settore agricolo.
Secondo gli accordi di Basilea, le aziende agricole possono accedere al credito bancario secondo le stesse regole che valgono per tutti gli altri settori. Questo però le penalizza notevolmente perché il sistema agricolo deve sottostare ai ritmi della natura, quindi i cicli produttivi e di vendita sono molto più lenti di qualsiasi altra attività. Oltre che per l’agricoltore, questa situazione, è stato spiegato durante il Forum, è lesiva anche del sistema creditizio.
“Se una banca mi presta 10mila euro per fare un vigneto chiedendo il rimborso dopo tre anni, io agricoltore sono in difficoltà perché la mia prima bottiglia di vino prodotta da quel vigneto la venderò tra almeno cinque anni” hanno spiegato gli organizzatori, sottolineando che “questa situazione penalizza non solo l’agricoltore che non sa come rimborsare il credito, ma anche il sistema bancario che non avrà indietro i soldi nei tempi richiesti”. “I nostri cicli produttivi sono molto lunghi e quindi le regole, che dobbiamo e vogliamo rispettare, devono essere adeguate a questo contesto” – hanno aggiunto, concludendo “o cambiamo le regole per gli agricoltori o teniamo il settore al di fuori degli accordi di Basilea, ma una soluzione al problema è necessaria e non rinviabile”.

“The good mothers” coi paesaggi della Calabria vince l’Orso d’Oro

“The good mothers” coi paesaggi della Calabria vince l’Orso d’OroRoma, 23 feb. (askanews) – La serie Disney+, prodotta da House Productions e Wildside, società del gruppo Fremantle, finanziata dalla Calabria Film Commission con il Bando per il sostegno alle produzioni audiovisive 2021, è stata premiata con il “Berlinale Series Award”, istituito quest’anno. “The Good Mothers” girata per 6 settimane in Calabria anche con attori e professionisti calabresi ha utilizzato come location le bellezze paesaggistiche di Reggio Calabria, Palmi e Fiumara. Proprio sulle location si è soffermata la giuria del premio nelle motivazioni, affermando che “la bella fotografia, la scenografia e le location hanno contribuito alla sensazione ultra realistica della serie basata su fatti veri e personaggi della vita reale – le donne coraggiose che hanno resistito a decenni di oppressione e misoginia e che hanno contribuito a far crollare la mafia calabrese”. I creatori della serie sono stati meticolosi nel ricreare un mondo autentico e dettagliato, presentato da un cast stellare, “con performance che hanno fatto battere i nostri cuori”. Basata sull’omonimo bestseller del giornalista Alex Perry, adattato per lo schermo da Stephen Butchard, “The Good Mothers” è diretta da Julian Jarrold ed Elisa Amoruso e vede nel cast oltre a Micaela Ramazzotti, anche Gaia Girace, Barbara Chichiarelli, Valentina Bellè, Simona Distefano, Francesco Colella, Andrea Dodero.

Dermatite Atopica, torna campagna SIDeMaST “Dalla parte della tua pelle

Dermatite Atopica, torna campagna SIDeMaST “Dalla parte della tua pelleRoma, 23 feb. (askanews) – Porte aperte nelle Dermatologie di 26 centri universitari-ospedalieri per la terza edizione di “Dalla parte della tua pelle”, la campagna nazionale di sensibilizzazione sulla Dermatite Atopica, promossa da SIDeMaST, la Società Italiana di Dermatologia e delle Malattie Sessualmente Trasmesse con il sostegno dell’associazione dei Pazienti ANDeA (Associazione Nazionale Dermatite Atopica) e realizzata grazie al contributo non condizionante di SANOFI. Da Nord a Sud Italia nei giorni 11, 18 e 25 marzo sarà possibile effettuare consulti dermatologici gratuiti. Lo scopo della Campagna sarà duplice: favorire nei pazienti una percezione più estesa della patologia facilitando la diagnosi di dermatite atopica e indirizzare i pazienti verso i Centri di riferimento sul territorio nazionale per intraprendere il percorso di cura più adatto alle diverse esigenze.
“La Dermatite Atopica – spiega il prof. Giuseppe Monfrecola, Presidente SIDeMaST – è una malattia infiammatoria cronica che si presenta con manifestazioni cutanee diverse, tra cui arrossamenti estesi ad arti, tronco e volto accompagnati da forte prurito e bruciore e a marcata secchezza cutanea. Le sedi dove la malattia è maggiormente visibile sono il volto e il collo, le pieghe e le mani. Per questo motivo e per il costante prurito a volte associato a dolore, la Dermatite Atopica incide molto negativamente sulla qualità della vita dei pazienti con ripercussioni nei rapporti sociali e nelle loro attività scolastiche e lavorative in quanto il grave prurito provoca perdita di sonno, con conseguenti ricadute nello studio e nel lavoro. Si stima che in Italia ne soffra circa il 10% degli adulti e il 20% dei bambini. Spesso esordisce già nei primi mesi di vita proseguendo poi nell’infanzia e nell’adolescenza, potendo perdurare in età adulta. Non è escluso l’esordio della Dermatite Atopica in età adolescenziale-adulta e anche in quella geriatrica. In questi casi spesso la malattia non viene riconosciuta. I Dermatologi di SIDeMaST, con questa iniziativa, si prefiggono il compito di migliorare il percorso diagnostico di Dermatite Atopica negli adulti, informandoli sulle possibili terapie al fine di restituire loro la serenità e la consapevolezza che la malattia può essere tenuta sotto controllo grazie ai diversi trattamenti attualmente disponibili”. Si ricorda ancora una volta che la prenotazione è obbligatoria al Numero Verde dedicato 800086875, attivo 7 giorni su 7 dalle 10.00 alle 18.00. Per ulteriori informazioni: https://www.sidemast.org/dalla-parte-della-tua-pelle-2023/

Assovetro: con investimenti green ritorno economico e sociale

Assovetro: con investimenti green ritorno economico e socialeRoma, 23 feb. (askanews) – Investire nella filiera del vetro Made in Italy conviene per l’economia e l’ambiente: con un investimento di 10,7 miliardi si potrebbe generare infatti un ritorno sociale, economico e ambientale pari a oltre 27 miliardi. Le opportunità di investire nell’industria del vetro italiana e nella sua decarbonizzazione e gli elementi di indirizzo per accompagnarne la transizione ecologica, sono stati questi i temi al centro del Convegno “Il Futuro attraverso il vetro” organizzato da ASSOVETRO, in collaborazione con il CNEL che si è svolto questa mattina a Roma. In Italia l’industria del vetro è presente, caso unico in Europa, con tutte le produzioni e serve numerose filiere strategiche del Made in Italy: vetro piano per auto, per edilizia e per arredi e mobili, vetro cavo per imballaggi alimentari, per cosmetici, per la farmaceutica, fibre di vetro per rinforzo e isolamento, vetri tecnici. Il settore conta circa 60 stabilimenti e 32 Aziende di produzione di grandi dimensioni, oltre a circa 300 aziende della trasformazione e 30.000 addetti diretti. Lo studio condotto da Open Impact – che è stato presentato ad apertura del Convegno – ha applicato l’innovativa metodologia SROI (Social Return on Investment) alla filiera del vetro con un risultato ampiamente positivo: ogni euro investito in Italia genererebbe 2,5 euro di valore positivo in termini ambientali, sociali ed economici. Il valore degli investimenti in decarbonizzazione sarebbe massiccio: circa otto miliardi di euro nella produzione e consumo di vettori energetici verdi. Ancora più rilevante l’impatto sociale che da solo equivarrebbe a 12,2 miliardi per un settore che già oggi impiega, con posizioni stabili e di alta specializzazione, circa 30.000 dipendenti. “Il vetro è centrale per sostenere la transizione – ha dichiarato il Presidente di Assovetro, Marco Ravasi dialogando con il giornalista del TG1, Mario De Pizzo – e può farlo con ritorni sociali, ambientali ed economici più che positivi dimostrando che la transizione dell’economia in senso verde e circolare può essere un volano di sviluppo, soprattutto se affrontata senza pregiudizi, ma piuttosto scegliendo le opzioni più efficaci per conseguire gli obiettivi che ci si prefigge”. “Il caso della filiera del vetro può rappresentare un modello per la transizione verde e dimostra come investire in sostenibilità sia premiante sia in termini di occupazione, favorendo i cosiddetti green job, sia più in generale da un punto di vista economico e sociale”, aggiunge il presidente del CNEL, Tiziano Treu. Lo studio, ipotizzando un investimento per l’intera filiera del vetro di 10,7 miliardi, sottolinea che esso potrebbe generare un valore positivo pari a 27,2 miliardi. In particolare, il ritorno da un punto di vista sociale è di 12,2 mld e 8,7 miliardi l’investimento in termini ambientali. La decarbonizzazione della produzione di vetro, sottolinea lo Studio, ha ricadute molto positive in termini di impatto del settore e abilita la trasformazione di tutta l’economia (filiere costruzioni e agroalimentare) in senso verde e circolare, permettendo al sistema produttivo italiano di raggiungere una maggiore resilienza. “Risulta, dunque, necessario – si legge – favorire il processo di decarbonizzazione della filiera del vetro attraverso manovre e incentivi che supportino le aziende produttrici e che agevolino i consumatori verso scelte più responsabili”.
In una prospettiva temporale al 2050 che prevede un aumento della produzione di vetro che passerebbe dalle attuali 6,5 milioni di tonnellate a 9,4, con un aumento conseguente di occupazione e capacità produttiva, Open Impact entra nello specifico degli interventi necessari. Nei circa 8 miliardi previsti per la decarbonizzazione sono stati considerati tutti gli investimenti per l’efficientamento energetico, l’elettrificazione, il Carbon Capture and Storage, l’idrogeno, il biometano e il riciclo. Per l’efficientamento energetico degli edifici per la sostituzione di infissi, il totale dell’ investimento pari a poco più di un miliardo dovrà finanziare l’ampliamento degli impianti al 2040. Anche per l’aumento della domanda di vetro cavo, un investimento di poco più di 1,1 mld servirà per la costruzione di nuovi impianti. Lo stesso vale per il riutilizzo degli imballaggi dove un investimento di poco più di 600 milioni dovrà servire per nuovi forni e in tutto si genereranno 5.100 nuovi occupati.

Milano, Muro della gentilezza: in 3 anni donati oltre mezzo mln di capi

Milano, Muro della gentilezza: in 3 anni donati oltre mezzo mln di capiMilano, 23 feb. (askanews) – Oltre mezzo milione di capi d’abbigliamento, circa cinque tonnellate di giochi per bambini, 2.500 coperte e decine di migliaia di prodotti sanitari confezionati, tra cui più di 70.000 mascherine tra chirurgiche e FFP2, 150 materassi, 200 passeggini, circa 2.000 confezioni di pannolini e decine di migliaia di prodotti per l’igiene personale o la prevenzione di malattie sessualmente trasmissibili. Sono alcuni dei numeri della generosità manifestata dalla città di Milano in tre anni di attività del Muro della gentilezza, l’iniziativa solidale indipendente che consente a chiunque di lasciare sulla facciata esterna del Tempio del futuro perduto in via Luigi Nono indumenti e oggetti usati affinché vengano prelevati liberamente e distribuiti a persone bisognose e senzatetto, associazioni benefiche, comitati di cittadini, forze dell’ordine e missioni umanitarie internazionali.
“Quello che era nato come un esperimento di attività solidale immediata, pratica e concreta – spiega Tommaso Dapri, ideatore dell’iniziativa e fondatore del Tempio del futuro perduto – si è immediatamente trasformato, complice anche lo scoppio della pandemia, in un imponente progetto di partecipazione collettiva per supportare le fasce più bisognose con beni di prima necessità o di grande utilità. La massiccia risposta dei milanesi ha contribuito ad aiutare migliaia di persone non solo all’interno dei confini cittadini, ma anche nel resto del Paese, in Libano, Senegal, Gambia, Sud America e Ucraina grazie al supporto di associazioni e missioni umanitarie. Il nostro auspicio è che questo modello venga replicato, anche dalle stesse amministrazioni locali, in tutti i più grandi centri urbani”. Oltre ai beni elencati, sono stati donati al Muro anche cibi a lunga conservazione, 180.000 libri nuovi e usati reperibili nella mediateca sociale gratuita del Tempio, alcune biciclette, diversi strumenti musicali, stampelle e carrozzine, estrattori di latte materno, stoviglie e alcuni elettrodomestici.
Nato appena prima dell’inizio della pandemia, il Muro viene gestito 24 ore su 24 dai 30 giovani volontari che hanno dato vita, con l’associazione Nuovo rinascimento, allo stesso Tempio del futuro perduto. I beni donati quotidianamente da cittadini e turisti e lasciati sulla parete possono essere ritirati in qualsiasi momento da chiunque ne abbia bisogno, mentre quelli consegnati al civico 7 di via Luigi Nono vengono raccolti e catalogati in tre magazzini dai volontari per poi essere restituiti alla collettività attraverso associazioni oppure all’ingresso della struttura dal lunedì al venerdì.

Esce “Leadership”, il nuovo libro di Gianluca Giansante

Esce “Leadership”, il nuovo libro di Gianluca GiansanteRoma, 23 feb. (askanews) – Come si accompagna un gruppo verso obiettivi condivisi? Quali caratteristiche fanno crescere la fiducia nel leader e quali, invece, la fanno perdere? E ancora, cosa succede nella mente di chi gestisce il potere? A queste ed altre domande risponde “Leadership. Teorie, tecniche, buone pratiche e falsi miti”, il nuovo saggio di Gianluca Giansante, in uscita il 24 febbraio per l’editore Carocci. Il volume affronta per la prima volta il tema della leadership coniugando l’approccio scientifico con le esperienze dei più grandi leader di tutti i tempi, da Gandhi a Malala Yousafzai, da Marco Aurelio a Winston Churchill. L’autore ribalta alcuni luoghi comuni sull’argomento attingendo alle conoscenze di diverse aree di studio – dalla psicologia sociale all’antropologia, dalla biologia alla storia – per indagare un campo che è per sua natura complesso e multidisciplinare. L’opera unisce il rigore delle fonti a uno stile che rende la lettura agevole. Il libro è uno strumento utile ad approfondire l’argomento della leadership in ambito politico, istituzionale, sociale e aziendale. “La rappresentazione che l’opinione pubblica ha della leadership e di come si diventa un leader è spesso molto distante dalla realtà mostrata dagli studi accademici e dall’esperienza dei grandi protagonisti della storia”, spiega Gianluca Giansante. “Il saggio si propone di sgombrare il campo da queste idee e di fare chiarezza sulla materia, fornendo riflessioni e strumenti utili a tutte le persone interessate ad accompagnare un gruppo verso obiettivi condivisi, a ogni livello e nei contesti più diversi”. Il ricavato delle vendite del libro sarà dedicato a supportare una studentessa o uno studente meritevole per partecipare al master in Management politico della Business School 24 Ore, con una borsa di studio in ricordo di Fabrizio Forquet. Gianluca Giansante è socio dello studio di comunicazione e relazioni istituzionali Comin & Partners e insegna Comunicazione digitale e reputazione istituzionale all’Università Luiss Guido Carli. È autore di vari saggi su comunicazione e costruzione del consenso. Il suo ultimo libro, “Tu puoi cambiare il mondo”, scritto insieme a Gianluca Comin, è dedicato al tema della reputazione personale.

Anaao: quasi 6mila medici in fuga dalle scuole di specializzazione

Anaao: quasi 6mila medici in fuga dalle scuole di specializzazioneRoma, 23 feb. (askanews) – Lombardia, Veneto e Lazio registrano le percentuali più elevate di contratti totali non assegnati e abbandonati. Medicina d’urgenza, Anestesia e Patologia e biochimica clinica le specialità in caduta libera. Sono i dati della rilevazione Anaao Assomed e Settore Anaao Giovani sulle scelte dei futuri medici specialisti italiani, dalla quale risulta una cospicua e pressochè completa adesione a quelle scuole di specialità in cui l’attività privata e ambulatoriale rientra tra gli sbocchi lavorativi, mentre vengono abbandonate o neppure prese in considerazione quelle prettamente “ospedaliere e pubbliche” che sono state protagoniste nella lotta pandemica, prima tra tutte la medicina d’emergenza urgenza (61% dei contratti statali non assegnati e abbandonati).
È stata analizzata l’effettiva fruizione da parte dei giovani medici dei 30.452 contratti statali banditi negli ultimi due concorsi di specializzazione (2021 e 2022). Per “contratti non assegnati” si intende un contratto che in sede concorsuale non è stato assegnato a nessun medico perché nessuno l’ha scelto. Per “contratti abbandonati” si intende un contratto che è stato assegnato ma il medico assegnatario ha riprovato il concorso l’anno successivo e ha cambiato specializzazione tramite una nuova assegnazione.
Secondo l’indagine, non vi è una sostanziale differenza percentuale tra le varie regioni italiane, con una percentuale globale intra-regionale. Nel constatare che 1 specializzando su 5 (19% dei contratti) non viene assegnato o viene perso durante il percorso di specializzazione, i dati attestano la sostanziale e ormai cronica programmazione alterata e dicotomica che si ripercuote sull’attuale erogazione non ottimale dei servizi sanitari. Dalla tabella con la suddivisione dell’entità dei contratti non assegnati e/o abbandonati suddivisa per regioni italiane risulta che l’entità totale dei contratti dispersi è compresa tra l’11 e il 36% con una mediana del 20%. Analizzando l’entità dei contratti non assegnati, ad eccezione della Regione Sicilia (3%), tutte le regioni italiane hanno una pressochè identità percentuale di contratti non assegnati, con una forchetta tra il 7% e il 22% e con il Friuli Venezia Giulia in cui vi è quasi un contratto su tre (29%) non assegnato.
E tutte le branche che sono state le più sollecitate durante la pandemia da SARS-CoV-2 presentano la maggiore entità di contratti non assegnati e abbandonati: la medicina d’emergenza-urgenza avrà 1.144 specialisti in meno rispetto ai 1.884 contratti stanziati (60,7%), Microbiologia 191 in meno rispetto a 244 (78,3%), Patologia Clinica e Biochimica Clinica 389 in meno rispetto a 554 (70,2%). Di contro, vi è la totale fruizione di contratti di specializzazione afferenti alla Chirurgia Plastica e Ricostruttiva, Oftalmologia, Malattie dell’Apparato Cardiovascolare.

Sicilia, Schifani: sinergia con atenei fondamentale per nuove sfide

Sicilia, Schifani: sinergia con atenei fondamentale per nuove sfideRoma, 23 feb. (askanews) – “E’ un momento di forte raccordo istituzionale tra la nostra terra e la Commissione Ue. L’Europa è fatta anche di questo, di presenze ma anche di coesione. Abbiamo sempre creduto nel progetto europeo e ci confronteremo con la Commissione sui grandi temi. Mi occuperò personalmente dell’utilizzo dei fondi europei per puntare su quattro, cinque progetti strategici per cambiare e migliorare la nostra Isola, evitando così la parcellizzazione della spesa”. Lo ha detto il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani, a margine dell’inaugurazione dell’anno accademico dell’Università di Palermo, al quale partecipano la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e il Capo dello Stato Sergio Mattarella.
“C’è – ha aggiunto il presidente Schifani – un rapporto di grande e intensa collaborazione tra la Regione e le università dell’Isola. Nelle scorse settimane ho già incontrato i quattro rettori proprio per rafforzare la sinergia tra istituzioni e sfruttare al meglio questi giacimenti di saperi. Un dialogo costante con gli atenei è fondamentale per una crescita culturale ed economica della nostra terra, anche in vista delle grandi sfide a cui siamo chiamati con l’utilizzo dei fondi del Pnrr. Sono grato per la presenza oggi qui a Palermo delle massime istituzioni nazionali ed europee, perché è un forte segnale di attenzione nei confronti del mondo accademico e dei nostri giovani che rappresentano una risorsa da trattenere in Sicilia. Non possiamo permetterci, infatti, di perdere le nostre migliori energie, sia nell’ambito degli studi universitari che nei vari settori professionali”.

Nel Milanese una comunità energetica per le famiglie vulnerabili

Nel Milanese una comunità energetica per le famiglie vulnerabiliMilano, 23 feb. (askanews) – Una comunità energetica rinnovabile e solidale per sostenere la comunità di Baranzate, comune di 12.000 abitanti in provincia di Milano ad alta povertà materiale che più di altri ha subito il contraccolpo della pandemia prima e delL’aumento del costo delle materie prime poi. È qui che prenderà piede il progetto Solari Solidali – coordinato e finanziato da Banco dell’energia, la fondazione nata per sostenere le famiglie che si trovano in una situazione di vulnerabilità economica e sociale con un focus sui bisogni energetici, e da Next Energy Foundation – che è stato presentato oggi nella sede di Fondazione AEM nell’ambito dell’International Energy Poverty Action Week (IEPAW).
La comunità energetica vede la nascita di un partenariato tra l’Associazione La Rotonda, cittadini in situazioni di vulnerabilità sociale e attività private, con l’obiettivo di massimizzare gli incentivi derivanti dall’autoconsumo: tutti i soggetti uniranno le forze per produrre, scambiare e consumare energia da fonti rinnovabili su scala locale. La comunità energetica avrà anche un risvolto sociale in quanto, oltre a offrire un beneficio continuativo ai residenti delle aree interessate, con un’attenzione particolare ai nuclei fragili che saranno coinvolti attivamente, sarà possibile coinvolgere altre famiglie in condizione di vulnerabilità non collegate direttamente alla Comunità: tramite il “Volontariato Energetico” verranno infatti devoluti parte degli incentivi ricevuti sotto forma di contributi ai soggetti interessati.
Solari Solidali segue il progetto “BaranzHUB” coordinato da La Rotonda e svolto nel comune di Baranzate da dicembre 2020 a maggio 2022, finanziato dal Bando “Doniamo energia” promosso dal Banco dell’energia con Fondazione Cariplo – a sostegno delle famiglie in difficoltà attraverso il pagamento delle spese condominiali, dell’affitto e delle bollette, oltre che la consegna di prodotti alimentari e sanitari. Oggi, invece, la realizzazione di una comunità energetica prevede l’installazione di impianti fotovoltaici su due luoghi simbolo della città: InOltre, uno spazio di 870 mq, sede dell’Associazione La Rotonda, di Fondazione Inoltre e dell’Emporio della Solidarietà di Baranzate, che ha l’obiettivo di aiutare le famiglie più vulnerabili del territorio, e la Porta di Baranzate, sede dello Spazio 14:17 anni, 130 mq destinati agli adolescenti come luogo per ritrovarsi, imparare e crescere insieme. Entreranno nella nuova comunità energetica di Baranzate le famiglie vulnerabili, ma non solo. Dentro, anche la storica azienda locale Turati Leandro, che sarà collegata alla comunità per massimizzare l’autoconsumo in una formula di volontariato energetico devolvendo gli incentivi ricevuti al produttore della comunità stessa, La Rotonda, che a sua volta li ridistribuirà alle famiglie più fragili.
“Gli ultimi anni segnati dalla pandemia e dalla crisi energetica ci hanno insegnato che un accesso all’energia sempre più inclusivo e alla portata di tutti è fondamentale per garantire a tutte le famiglie condizioni di vita dignitose, – ha dichiarato il Segretario Generale, Laura Colombo – soprattutto in questo momento in cui sono proprio le famiglie più vulnerabili a soffrire maggiormente e a non riuscire ad accedere neppure ai servizi essenziali. Come Banco dell’energia siamo onorati di aver contribuito all’International Energy Poverty Action Week, una grande occasione per confrontarci e riunire più organizzazioni al fine di trovare soluzioni per contrastare la povertà energetica. Dal 2016 infatti la nostra mission è quella di agire come partner aggregatore delle migliori competenze, per realizzare progetti concreti che permettano di contrastare il fenomeno, sostenendo direttamente i più vulnerabili ma anche fornendo loro le competenze necessarie ad attuare comportamenti virtuosi, con il coinvolgimento in percorsi educativi volti a promuovere una maggiore consapevolezza sui propri consumi energetici e apprendere regole e comportamenti corretti per tenerli sotto controllo, limitando gli sprechi”.
“Una delle più grandi sfide per noi oggi è quella di costruire una comunità che autoalimenta se stessa prendendosi cura delle fasce più fragili della popolazione, trovando strade innovative e strutturali di fuoriuscita dal bisogno, una comunità resiliente con un ente che si mette al servizio per trainare il percorso di crescita non tralasciando alcuna componente in gioco (imprese, istituzioni, terzo settore, gruppi informali, famiglie, individui fragili)”, conclude così Samantha Lentini, Presidente dell’Associazione La Rotonda Baranzate.