Dal 18 al 21 maggio c’è “Monferrato Wine Festival-Monferrato Identity”Milano, 22 feb. (askanews) – Si terrà dal 18 al 21 maggio 2023 la prima edizione di “Monferrato Wine Festival – Monferrato Identity”, una quattro giorni di visite e degustazioni dedicate alle eccellenze vitivinicole delle colline piemontesi Patrimonio dell’Umanità. Ideato e promosso dal Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato volto a celebrare le tredici Denominazioni piemontesi del Monferrato, la manifestazione è realizzata in partnership con SOPEXA Italia e The Wine Hunter. “Siamo felici e orgogliosi di poter finalmente presentare al pubblico questo evento che, come Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato, abbiamo fortemente voluto” ha dichiarato il presidente del Consorzio, Filippo Mobrici, spiegando che questo evento “sarà un momento significativo per noi e per le aziende che rappresentiamo volto a celebrare e presentare al mondo ciò che ci distingue: i nostri panorami disegnati proprio da quelle viti che ci hanno permesso di diventare nel 2014 Patrimonio dell’Unesco”.
Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato capofila di AGEBAMilano, 22 feb. (askanews) – Il Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato è da tempo impegnato per salvaguardare e tutelare il patrimonio vitivinicolo del territorio. Un cammino intrapreso per rispondere ai cambiamenti climatici, e proseguito insieme a Crea-Ve (Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l’analisi dell’economia Agraria – Centro di Ricerca Viticoltura ed Enologia di Asti), all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, all’Istituto d’Istruzione Secondaria Superiore G. Penna e a dieci aziende agricole del territorio per dare vita al progetto AGEBA, del quale il Consorzio è capofila. Si tratta di un’iniziativa volta al recupero e alla valorizzazione del germoplasma antico del vitigno Barbera per il suo adattamento ai cambiamenti climatici in corso che stanno investendo anche il mondo del vino. “Nella zona dell’astigiano, assenza di precipitazioni temperature medie sempre più elevate, sono un problema reale e tangibile: la vendemmia di quest’anno è stata una delle più asciutte degli ultimi secoli” ha affermato il presidente del Consorzio, Filippo Mobrici, aggiungendo che “per queste ragioni il Consorzio ha voluto prendere in mano il tema della viticoltura del futuro e, insieme agli istituti di ricerca, cercare le risposte nel genoma delle viti antiche più resistenti”. “È probabile infatti – ha proseguito – che queste viti, sopravvissute con resilienza e adattamento alle sfide del passato, saranno più facilmente in grado di affrontare le sfide future”. Il progetto AGEBA, dunque, ha un approccio genetico volto a individuare dei genotipi con caratteristiche di maggior adattabilità al cambio climatico. Tali caratteristiche vanno ricercate nei singoli ceppi di Barbera, messi a dimora nel periodo di preselezione clonale (fino agli anni ’70 del secolo scorso) in quanto questi ceppi hanno dimostrato di essere incredibilmente adattivi e resistenti agli agenti biotici ed abiotici. Essendo sopravvissuti per diversi decenni, infatti, queste piante risultano essere anche esenti dalle principali virosi e dalla Flavescenza Dorata, un flagello che ancora oggi colpisce la Barbera. “Questo progetto è sicuramente un progetto molto ambizioso: ci troviamo ancora in fase preliminare e come sempre, quando si parla di ricerca sperimentale, non si può avere certezza di esito positivo” ha precisato Mobrici, concludendo “i presupposti però fanno ben sperare e il Consorzio continuerà a impegnarsi e a dare il suo contribuito, affrontando con ottimismo le sfide presenti e future”. Fondato nel 1946, il Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato conta oggi più di 400 aziende associate e 13 denominazione tutelate.
Ass. viticoltori Castellina in Chianti festeggia 20 anni con un libroMilano, 22 feb. (askanews) – L’Associazione viticoltori di Castellina in Chianti (Siena) compie 20 anni e si racconta in un libro di Armando Castagno che ha raccolto le interviste di 37 produttori. Il volume si intitola “Castellina in Chianti – territorio, vino, persone” ed è stato presentato per la prima volta oggi al Beef Baazar di Roma. “I produttori di Castellina in Chianti da tempo sentivano la necessità di iniziare un percorso comune nel tentativo di promuovere il territorio e valorizzare i vini straordinari e l’immagine di Castellina” ha affermato il presidente dell’Associazione, Enrico Pozzesi, sottolineando che “da qui è nata l’idea di affidare ad Armando Castagno il compito di raccontarci”. Castagno ha intervistato dai titolari delle aziende più antiche e blasonate a quelle più piccole e meno conosciute, disegnando fuori un ritratto molto personale di ciascuno di loro, fatto di aneddoti, retroscena, passioni e curiosità, che rivela il lato più umano e autentico di chi con il proprio lavoro è riuscito a rendere grandi i vini di questa zona del Chianti Classico. Al di là di una parte descrittiva e didattica sul territorio di Castellina in Chianti, nel libro non troverete numer, ettari o presentazioni dettagliate delle singole aziende, se non quanto riferito dagli stessi intervistati sulle loro attività” ha spiegato Castagno, aggiungendo che “quello che mi interessava, infatti, era cogliere l’umanità dei produttori, raccontare il loro vissuto che poi si ritrova nel calice”. Ad accompagnare le parole di Castagno, i ritratti di Caroline Aspas che con le sue foto ha saputo catturare la parte più intima dei produttori. Ad immortalare, invece, i paesaggi di Catellina, il fotografo Andrea Federici. Castellina in Chianti occupa una superficie di poco meno di 10mila ettari, a cavallo tra la Val d’Elsa, la Val di Pesa e la Valle del fiume Arbia. Grazie ai suoi 1.682 ettari coltivati a vigneto, è il Comune con più superficie vitata di tutto il Chianti Classico. Circa il 70% dei vigneti è a conduzione biologica o in conversione, una percentuale in progressiva crescita: delle 39 aziende che fanno parte dell’Associazione, infatti, ben 36 sono già certificate bio o in regime di conversione. L’Associazione Viticoltori di Castellina in Chianti è nata nel 2003 per valorizzare e tutelare i produttori locali.
Siccità, Paparella (RemTech Expo): grave pericolo per l’ItaliaMilano, 22 feb. (askanews) – “L’estrema stabilità e l’aumento delle temperature stanno amplificando in maniera considerevole un grave pericolo per l’Italia: il rischio siccità su molte regioni. Il 2023 si è aperto con temperature record non solo in Italia ma su diversi Paesi europei. A livello italiano, il Nord in particolare torna sotto la morsa di una siccità ma non va meglio al Centro-Sud dove le precipitazioni dell’ultimo periodo non sono ancora riuscite a colmare il gap stagionale. Quasi metà del territorio del Piemonte risulta affetto da deficit di pioggia severo-estremo di lunghissimo periodo. Le altre regioni settentrionali si attestano mediamente intorno al 30%”. E’ l’allarme lanciato da Silvia Paparella, general manager di RemTech Expo, l’Hub Tecnologico Ambientale specializzato sui temi del risanamento, della rigenerazione e dello sviluppo sostenibile dei territori. “La stagione nevosa – prosegue Paparella – si sta mantenendo ben al di sotto della media. Le nevicate importanti sono state poche e spesso seguite da temperature ben oltre la media che ne hanno accelarato il processo di fusione. Le precipitazioni nevose, come sappiamo, sono fondamentali per garantire il necessario serbatorio di approvigionamento in vista della stagione primaverile-estiva. La situazione dei fiumi e dei laghi è decisamente grave, in larga parte in sofferenza e sotto i livelli idrometrici medi. Il lago di Garda è riempito del 36% e risulta 50cm più basso rispetto alla media storica”. “I livelli di molti fiumi – evidenzia ancora la general manager di RemTech Expo – sono quelli da piena estate, nonostante siamo a fine febbraio, è in diversi casi la situazione è molto critica: tra tutti colpisce particolarmente il Po che è diffusamente sotto lo zero idrometro, con un picco di ben -7.45 metri a Cremona. Un primo sblocco a livello meteo potrebbe avvenire solo verso la fine di Febbraio quando la formazione di un ciclone Mediterraneo, alimentato correnti fredde, instabili in discesa dal Nord Europa, potrebbe innescare una fase di maltempo. Se anche in primavera non dovesse piovere in modo adeguato, si affronterebbe l’estate 2023 con forti criticità. Saremmo a forte rischio approvvigionamento su vari livelli, agricolo (coltivazioni), energetico (centrali idroelettriche) e privato (uso d’acqua domestico), oltre ad avere un maggiore rischio idrogeologico indotto da un terreno sostanzialmente più secco. A tutto quanto detto sopra va aggiunto che la rete idrica nazionale non è in buone condizioni, con elevati sprechi d’acqua. Secondo i dati Istat, nel 2020 è stato perso ben il 36% di acqua immessa in rete. Di fatto il 60% degli acquedotti italiani ha più di 30 anni e il 25% persino più di 50 anni”. “L’anno scorso l’agricoltura, che dà lavoro a 3,5 milioni di persone, ha subito 6 miliardi di euro di danni per mancata produzione, secondo Coldiretti, e quest’anno rischia 1/3 del Made in Italy a tavola che si produce proprio nella food valley della Pianura Padana dove si concentra anche la metà dell’allevamento nazionale.La crisi idrica ha ridotto anche la produzione di energia idroelettrica rinnovabile. Nel 2022 c’è stato un calo del 37,7% rispetto al 2021 mentre a dicembre scorso è stato registrato -18,6% rispetto a dicembre 2021, secondo il Rapporto mensile sul Sistema Elettrico di Terna. E’ necessario adottare ed applicare un piano nazionale e soluzioni per aumentare la resilienza dei territori”, conclude Paparella.
Cambio al vertice di STN: Felice Monaco eletto presidenteMilano, 22 feb. (askanews) – E’ l’ingegnere Felice Monaco il neo presidente della “Struttura Tecnica Nazionale degli Ordini e dei Collegi Professionali di supporto alle Attività di Protezione Civile”. L’elezione di Monaco, che resterà alla guida della Struttura per il triennio 2023/2026, è avvenuta nel corso della riunione dei delegati della STN. La STN è un organismo nato su iniziativa del Consiglio Nazionale Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori, del Consiglio Nazionale Geologi, del Consiglio Nazionale Geometri e Geometri Laureati e del Consiglio Nazionale Ingegneri, con l’obiettivo di svolgere attività di supporto al Dipartimento della protezione civile, per la gestione delle emergenze sismiche e di altro tipo, nell’ambito del quadro normativo europeo e nazionale. “Ringrazio il Presidente Armando Zambrano per l’immenso lavoro che in questi anni complessi ha portato avanti con professionalità, dedizione e coraggio. Abbiamo, tutti insieme, affrontato numerose emergenze, con spirito di collaborazione e con l’obiettivo primario di mettere in sicurezza i cittadini e il territorio. Un augurio e un buon lavoro al neo eletto Presidente STN, Felice Monaco”, commenta il Presidente Consiglio Nazionale Geologi Arcangelo Francesco Violo. Con il neo eletto Presidente, la STN continuerà ad occuparsi anche della formazione degli iscritti agli Albi professionali, nonché una cospicua attività organizzativa su base territoriale delle sezioni locali della STN.
Puglia, Emiliano riceve ambasciatore d’Irlanda Patricia O’BrienRoma, 22 feb. (askanews) – Il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano ha ricevuto, nella sede della presidenza, Patricia O’Brien, l’ambasciatore d’Irlanda in Italia e presso la Repubblica di San Marino, nonché Rappresentante Permanente presso le Agenzie delle Nazioni Unite con sede a Roma. Al centro dell’incontro, la possibilità di avviare programmi di sviluppo comuni con l’Irlanda, in particolare nel settore del turismo, delle tecnologie digitali e della formazione universitaria. Emiliano ha ricordato come la Puglia sia la Regione europea leader nella capacità di spesa dei fondi europei e che è particolarmente interessata ad attrarre ed incentivare investimenti esteri attraverso programmi mirati di sostegno alle imprese e al lavoro. O’Brien ha affermato che “la Puglia rappresenta un grande potenziale per l’Irlanda”. O’Brien era accompagnata da Chiara Popplewell, vice capo Missione e capo dell’Ufficio Politico dell’ambasciata.
La ‘Milano-Taranto’ in moto farà tappa nelle “Città dei motori”Roma, 22 feb. (askanews) – La Milano – Taranto, rievocazione storica che dal 1987 fa rivivere la leggendaria maratona motociclistica degli anni Trenta, dal 3 al 9 luglio toccherà i Comuni delle Città dei Motori in contemporanea con la ‘Italian Motor Week’, la manifestazione motoristica vedrà tutti i 37 comuni della Rete Anci impegnati in un calendario di eventi legati alle realtà industriali, sportive e museali del settore dei loro territori. Per Luigi Zironi, presidente di Città dei Motori e sindaco di Maranello, “la Rete Anci ha l’obiettivo e la capacità di promuovere la cultura del Made in Italy motoristico in modo capillare e coordinato, grazie alle eccellenze paesaggistiche, artistiche ed enogastronomiche che abbondano nei territori che la compongono. Voglia di stare assieme, passione per i motori e rilancio dei flussi turistici degli appassionati sono il collante della partnership di ‘Città dei Motori’ con una manifestazione antica e prestigiosa come la Milano-Taranto”. “Salutiamo con entusiasmo la collaborazione con Città dei Motori – dichiarano Natalina, Claudia e Lina Sabatini del Veteran Moto Club di San Martino in Colle (Pg) che cura l’organizzazione della corsa – e garantiamo un’edizione assolutamente irrinunciabile sorprendendo ancora una volta i partecipanti con la scoperta di nuovi e straordinari itinerari. In questa 36ª edizione, per motivi di percorso e logistici, non saranno coinvolte tutte le Città della Rete, ma l’auspicio è che la collaborazione possa continuare nei prossimi anni”. Grande la soddisfazione del vice presidente della Rete Anci Eugenio Leone, del Comune di Pontedera: “La collaborazione stabilita con la Milano-Taranto ci dà modo di condividere un percorso che passa per luoghi della passione motoristica, per le bellezze del nostro Paese, mentre la carovana dei centauri attraverserà alcune delle città più importanti dell’Associazione, a partire da Maranello, ‘capitale’ della Rete e sede della Ferrari, e proseguirà con Pontedera, patria della Piaggio e del mito Vespa: un fatto che legherà idealmente l’Italia dei motori proprio nella settimana dell’Italian Motor Week”.
Bardi: felici per via a 3a stagione fiction ‘Imma Tataranni’ a MateraRoma, 22 feb. (askanews) – “Siamo molto felici per l’imminente inizio delle riprese della terza serie di ‘Imma Tataranni sostituto procuratore’, che andrà in onda su Rai 1. Otto puntate che vedranno la bellezza di Matera assoluta protagonista, una produzione che porta valore all’economia materana e che abbiamo voluto sostenere economicamente come Regione Basilicata, sia per confermare l’assoluta attenzione verso la Città dei Sassi ma anche perché puntare sulle produzioni televisive e cinematografiche è una scelta precisa in favore della promozione del territorio. La Regione Basilicata investe e investirà sull’industria creativa anche grazie al nuovo corso di Lucana Film Commission”. Lo ha detto il presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi, commentando la notizia dell’avvio delle riprese dal prossimo 13 marzo a Matera della fiction “Imma Tataranni sostituto procuratore 3”.
Ricerca, dopo Covid rischio maggiore di disturbi gastrointestinaliRoma, 22 feb. (askanews) – Il Covid-19 è associato a un rischio maggiore di sviluppare disturbi gastrointestinali a lungo termine, inclusa la sindrome dell’intestino irritabile. A mostrarlo sono gli esiti di una ricerca – pubblicata sulla rivista Gut – guidata da studiosi dell’Università di Bologna e dell’IRCCS Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna – Policlinico di Sant’Orsola. “I dati che abbiamo raccolto mostrano che chi ha contratto il COVID-19 presenta sintomi gastrointestinali più di frequente rispetto a chi non è stato colpito dal coronavirus”, spiega Giovanni Barbara, professore Ordinario presso il Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche dell’Università di Bologna e coordinatore dello studio. “Data l’elevata diffusione del COVID-19 a livello globale, dobbiamo quindi aspettarci un aumento delle diagnosi legate ai disturbi dell’interazione intestino-cervello”. È noto che le infezioni virali possono colpire il sistema gastrointestinale e favorire in particolare lo sviluppo della sindrome dell’intestino irritabile: una condizione – spiega UniBo – che tende ad essere cronica, caratterizzata da una serie di disturbi intestinali che interessano il colon, tra cui alterazioni della motilità intestinale, gonfiore e crampi addominali. Fino ad oggi però non era chiaro se anche l’infezione da coronavirus potesse portare a queste conseguenze. Gli studiosi hanno quindi realizzato un’indagine prospettica con l’obiettivo di valutare la prevalenza dei sintomi gastrointestinali e dei disturbi dell’interazione intestino-cervello nei pazienti ricoverati per infezione da SARS-CoV-2. Lo studio ha coinvolto 2.183 pazienti ospedalizzati in 36 strutture di 14 paesi: Italia, Bangladesh, Cipro, Egitto, Israele, India, Macedonia, Malesia, Romania, Federazione Russa, Serbia, Spagna, Svezia e Turchia. I pazienti che avevano contratto il COVID-19 sono stati valutati al momento del ricovero in ospedale e poi seguiti per i 12 mesi successivi, confrontando la loro condizione con quella di pazienti non contagiati dal coronavirus. I dati raccolti e le analisi realizzate dagli studiosi hanno così mostrato che i pazienti ricoverati per COVID-19 hanno riportato più di frequente la presenza di sintomi gastrointestinali (59,3%) rispetto al gruppo di controllo (39,7%). E sono emerse più di frequente anche nuove diagnosi di sindrome dell’intestino irritabile, che sono risultate associate alla coesistenza di allergie, difficoltà respiratorie durante il ricovero per COVID-19 e assunzione cronica di inibitori della pompa protonica (farmaci gastroprotettori che bloccano la produzione di acido nello stomaco). Inoltre, a distanza di 6 mesi e di 12 mesi dall’ospedalizzazione, tra chi ha avuto il COVID-19 sono stati registrati livelli più alti di ansia e di depressione. “Sappiamo che il virus SARS-CoV-2 può infettare anche il tratto gastrointestinale e questo conferma la possibilità che il COVID-19 possa portare allo sviluppo della sindrome dell’intestino irritabile”, spiega Giovanni Marasco, ricercatore al Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche dell’Università di Bologna e primo autore dello studio. “Tracce del coronavirus sono infatti state trovate nell’intestino tenue anche a sei mesi di distanza dall’infezione: questo ci porta a credere che lo stato prolungato di infiammazione e di attivazione del sistema immunitario possa portare allo sviluppo dei sintomi gastrointestinali che sono stati osservati”. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Gut con il titolo “Post COVID-19 irritable bowel syndrome”. Per l’Università di Bologna e l’IRCCS Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna – Policlinico di Sant’Orsola hanno partecipato: Giovanni Marasco, Cesare Cremon, Maria Raffaella Barbaro, Giulia Cacciari, Daniele Salvi, Alessandro Venturi, Claudio Borghi, Marco Zoli, Paolo Gionchetti, Pierluigi Viale, Vincenzo Stanghellini e Giovanni Barbara.
Papa, appello per cessate il fuoco ad una anno da inizio guerra UcrainaRoma, 22 feb. (askanews) – Appello di Papa Francesco per la fine della guerra in Ucraina e per un immediato cessate-il-fuoco. Appello giunto oggi al termine dell’udienza in Vaticano dove ha voluto ricordare l’anniversario del primo anno di conflitto e nel corso del quale ha anche detto che “quella costruita sulle macerie non sarà mai una vera vittoria”. “Cari frateli e sorelle dopodomani, 24 febbraio si compirà un anno dall’invasione dell’Ucraina. Un anno dall’inzio di questa guerra assurda, e crudele. Un triste anniversario. – ha ricordato il Papa – Il bilancio dei morti e dei feriti, profughi e sfollati, distruzioni, danni economici e sociali, parla da sè. Potrai Signore perdonare tanti crimini e tanta violenza? – ha quindi detto – Egli è Dio della pace”. “Restiamo vicini al martoriato popolo ucraino che continua a soffrire e chiediamoci: è stato fatto tutto il possibile,per fermare l guerra faccio appello a quanti hanno autorità sulle nazioni perchè si impegnino concretamente per la fine del conflitto per raggiungere il cessate-il-fuoco e avviare i negoziati di pace. Quella costruita sulle macerie non sarà mai una vera vittoria”, ha concluso il pontefice.