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Le Università italiane insieme per governare la sfida dell’Ia

Le Università italiane insieme per governare la sfida dell’IaMilano, 18 set. (askanews) – Prende il via domani a Palazzo Vecchio il XXI Convegno Nazionale del CoDAU, con il titolo “L’università del futuro tra umanesimo, intelligenza artificiale e governo dei dati”. Il CoDAU è l’ente che rappresenta i Direttori Generali ed i dirigenti di tutte le università italiane, statali e non statali. Il Convegno proseguirà nelle giornate di venerdì 20 e sabato 21 settembre, al Polo Universitario delle Scienze Sociali di Novoli dell’Università degli Studi di Firenze.


In apertura, con il Presidente CoDAU, Alberto Scuttari, saranno presenti il Ministro dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, la Sindaca di Firenze, Sara Funaro, la Rettrice dell’Università degli Studi di Firenze, Alessandra Petrucci, la Presidente CRUI, Giovanna Iannantuoni, il Presidente ANVUR, Antonio Felice Uricchio. I temi centrali del Convegno, che vede già oltre 350 accreditati con la presenza anche di una delegazione dei Direttori Generali degli atenei francesi, saranno le modalità con le quali il sistema universitario, insieme ai più importanti stakeholders nazionali ed internazionali, può guidare efficacemente il cambiamento generato dall’intelligenza artificiale e dal governo dei dati, facilitando l’innovazione e lo sviluppo di competenze adeguate. Nei momenti di networking del Convegno sarà possibile per i delegati visitare la Villa Medicea di Poggio a Caiano e partecipare, presso la Villa Castelletti, all’attribuzione del Premio per l’innovazione “Clara Coviello”. “La trasformazione digitale è una realtà che porta gli atenei a vivere questa stagione storica con un allenamento costante ad affrontare un cambiamento che lascia alle spalle molte logiche che hanno fino ad oggi creato convinzioni, equilibri, aspettative – afferma il presidente del CoDAU, Alberto Scuttari, alla vigilia dell’apertura -. In questo contesto, il CoDAU mette al centro della propria riflessione le modalità con le quali il management universitario può guidare efficacemente il cambiamento, facilitando l’innovazione e lo sviluppo di competenze adeguate. Dobbiamo pensare a come gestire i dati in modo responsabile, a come sfruttare l’intelligenza artificiale a vantaggio della ricerca e della didattica e, soprattutto, a come mantenere la funzione dell’università quale motore di innovazione, inclusione e crescita sociale”.

Maltempo, allerta rossa in Romagna e nel Bolognese. Scuole chiuse, la Regione: restare a casa

Maltempo, allerta rossa in Romagna e nel Bolognese. Scuole chiuse, la Regione: restare a casaMilano, 18 set. (askanews) – Maltempo da allerta rossa in Romagna e nel Bolognese: la Regione Emilia Romagna raccomanda per domani la chiusura delle scuole nella Città metropolitana di Bologna e nelle province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini. Spetterà ai sindaci dei singoli territori emettere le relative ordinanze. L’invito è quello di evitare al massimo gli spostamenti, attivando lo smartworking, quando possibile. Per quanto riguarda i collaboratori regionali, la scelta della Regione è di estendere il più possibile per domani la possibilità di lavorare da casa.


Queste alcune delle scelte condivise stamattina dalla presidente della regione, Irene Priolo, a seguito di un incontro con i presidenti di Provincia di Forlì-Cesena, Enzo Lattuca, di Ravenna, Michele de Pascale, di Rimini, Jamil Sadegholvaad e della Città Metropolitana di Bologna, Matteo Lepore. Il bollettino di allerta meteo dell’Agenzia regionale per la sicurezza territoriale e la protezione civile dell’Emilia-Romagna, che prevede temporali e criticità idrogeologiche con precipitazioni intense e persistenti, più consistenti sul settore centro-orientale della regione, in Romagna e nel Bolognese. “Raccomandiamo la massima precauzione e prudenza a tutte le cittadine e i cittadini delle zone coinvolte da questa nuova ondata di maltempo – ha commentato Priolo-. Stiamo adottando tutte le azioni previste in queste situazioni e abbiamo chiesto la mobilitazione dell’intero sistema di Protezione civile. Vogliamo essere accanto alle persone e alle comunità, presenti nei territori col sistema di protezione civile e i corpi dello Stato, grazie a un impegno comune che condividiamo in particolare con sindaci e prefetti”.


In queste ore è attivo il Cor, Centro operativo regionale, H24 e sono stati attivati tutti i Corpi dello Stato, in stretto raccordo con le Prefetture. Inoltre, nei territori delle aree montane, sono stati inviati esperti geologi per il monitoraggio continuo di possibili frane, dissesti, situazione strade, a supporto degli Enti locali. Infine, sarà attivato nel pomeriggio e fino a sabato 21 settembre, il numero verde regionale 800 024662 dalle 8 alle 20.

Maltempo, recuperato il corpo del vigile del fuoco disperso nel Foggiano

Maltempo, recuperato il corpo del vigile del fuoco disperso nel FoggianoMilano, 18 set. (askanews) – E’ stato recuperato il corpo del caporeparto dei vigili del fuoco Antonio Ciccorelli, disperso da ieri sera nel Foggiano, mentre stava prestando soccorso nei territori colpiti dal maltempo. Ciccorelli, vigile del fuoco esperto, prossimo alla pensione, era sul campo per soccorrere alcune persone rimaste intrappolate dalle forti piogge che stavano colpendo quella zona.


L’auto di servizio era stata travolta dalla piena di un torrente sulla SS89 tra S. Severo e Apricena. Il corpo senza vita è stato recuperato dai colleghi sommozzatori all’interno dell’abitacolo dell’auto, poco più a valle del punto dove era stata travolta durante lo svolgimento delle operazioni di soccorso per il maltempo. Salvato il collega che era riuscito ad abbandonare la vettura, rimasto ferito e trasportato in ospedale in condizioni non gravi. L’ondata di maltempo non è ancora cessata e la Sala Situazione Italia della Protezione civile continua, in contatto con i territori, a seguire l’evoluzione dell’ondata di maltempo che sta colpendo alcune zone del Paese.


Secondo le previsioni de IlMeteo.it il ciclone Boris porterà ancora 48 ore di pioggia intensa. Il meteorologo Lorenzo Tedici conferma che il vortice, dopo aver colpito in modo estremo l’Europa Centrale, ha raggiunto il Mediterraneo e sta provocando forti piogge sul nostro Paese. Nel dettaglio, anche nelle prossime ore, i nubifragi saranno più probabili su Emilia Romagna e Marche e su tutta la dorsale appenninica settentrionale, ma potremo avere maltempo a tratti diffuso anche sul Basso Tirreno. Intorno al minimo di bassa pressione, intorno all’occhio del ciclone, ruoteranno due sistemi molto perturbati, uno sull’Alto Adriatico e l’altro sul Tirreno meridionale.

Migranti, il Papa: il Mediterraneo smetta di essere un cimitero

Migranti, il Papa: il Mediterraneo smetta di essere un cimiteroMilano, 17 set. (askanews) – I giovani del Mediterraneo “devono essere instancabili pellegrini di speranza e a seguire i segni di Dio, affinché il Mediterraneo riscopra il suo volto migliore: l’espressione della fraternità e della pace, e smetta di essere un cimitero”. E’ l’appello lanciato da Papa Francesco in un video messaggio inviato ai cinquanta giovani che partecipano al Med 24 Tirana, una nuova edizione degli Incontri del Mediterraneo, organizzati dalla Chiesa Cattolica con la collaborazione di attori mediterranei, come Mar Yam, con l’obiettivo di affrontare le sfide e le opportunità presenti nella regione mediterranea.


Incontri che si concentrano su temi come la pace, il dialogo interreligioso e culturale, la dignità umana e la migrazione. Sotto il motto “Pellegrini di speranza, costruttori di pace”, suggerito dalla Arcidiocesi di Tirana-Durazzo, in continuità con il motto del Giubileo, il Med 24 Tirana segue l’invito del Papa a costruire ponti di dialogo tra le diverse religioni e culture del Mediterraneo. L’incontro Med 24 Tirana, iniziato domenica scorsa e che si protrarrà fino a sabato 21 settembre, ha ricevuto il messaggio di Papa Francesco in cui ha ricordato la sua visita in Albania dieci anni fa: “Come ho detto in quell’occasione ai giovani: ‘Voi siete la nuova generazione dell’Albania’, ora voglio aggiungere, per voi, cari giovani che venite dalle cinque sponde del Mediterraneo, ‘Voi, la nuova generazione, siete il futuro della regione mediterranea’”.


“La pace va costruita! Dio ama tutti gli uomini; non fa differenze tra noi. La fraternità tra le cinque sponde del Mediterraneo che state costruendo è la risposta, la migliore risposta che possiamo offrire ai conflitti e alle indifferenze mortali”, ha sottolineato Francesco nel suo videomessaggio. All’apertura dell’incontro, ieri mattina, il Arcivescovo di Tirana, Monsignor Arjan Dodaj, F.d.C., ha dato il benvenuto ai 50 giovani partecipanti al Med 24 Tirana e ha detto loro: “Cari giovani, il nostro desiderio è che possiate sperimentare l’Albania come luogo di quel laboratorio di pace che sorge come peculiarità della sua esperienza interreligiosa”.


Monsignor Dodaj ha sottolineato come Tirana sia stata un facilitatore di un ricco scambio tra culture: “Sempre, nella sua storia, la nostra terra è stata un luogo di intersezione e di passaggio, e cosa significa essere una ‘porta’ se non che da un lato si passa, e dall’altro si trova sempre accoglienza? I percorsi 3 sono diversi, ma la porta li unisce tutti senza omologarli”. E ha aggiunto: “Lo stesso accade con il Mar Mediterraneo, il ‘Mare Nostrum’. Per la storia che lo caratterizza, per la diversità delle sue realtà, delle sue culture e anche delle sue prove, costituisce un mosaico al quale oggi vorremmo dare la forma di una porta. E così, di nuovo, questa porta, in questi giorni, passa per Tirana”.

Peggy Guggenheim, una serata di performance per Jean Cocteau

Peggy Guggenheim, una serata di performance per Jean CocteauVenezia, 16 set. (askanews) – Una serata di apertura straordinaria della Collezione Peggy Guggenheim a Venezia per accogliere una serie di performance e di azioni artistiche che rendono omaggio a Jean Cocteau, poliedrica figura del Novecento cui il museo dedica la mostra temporanea “La rivincita del giocoliere”. Negli spazi di Palazzo Venier dei Leoni giovani artisti hanno dato nuove forme alla lezione di Cocteau, sottolinenando la perdurante contemporaneità dei suoi messaggi.


“Avvenimento#2 – Ho amato un sogno? – ha detto ad askanews il curatore della serata, Edoardo Lazzari – è un evento di performance, che raccoglie una serie di artisti italiani e internazionali e che risuona con la mostra di Cocteau intorno ad alcune tematiche che Cocteau ha ripetutamente affrontato nella sua vita, come il tema dell’identità, di genere, del proprio io; dell’autofiction, ovvero come inserire la propria biografia all’interno delle narrazioni fantastiche e per me questi sono stati alcuni vettori di partenza per costruire un parterre di artiste e artisti che potevano declinare questa forma”. Nelle performance ecco che troviamo il tema del doppio, troviamo riferimenti a Orfeo, ma anche alla marginalità e alle istanze Queer, ma soprattutto si trova un momento di dialogo forte tra un museo istituzionalizzato come la Collezione Guggenheim e la scena più giovane degli artisti, molti locali, oltre che che un pubblico più vasto e variegato.


“Vogliamo offrire spazi e risorse alla scena artistica locale – ha aggiunto Michela Perrotta, coordinatrice dei Programmi per il pubblico della Collezione Peggy Guggenheim – per sostenere un sistema dell’arte che a volte è invisibilizzato e che il museo accoglie nei suoi spazi. La dimensione performativa attiva uno spazio: le persone possono venire, visitare la collezione permanente e la mostra temporanea, che è appunto quella di Cocteau, ma anche vivere il museo come un luogo nel quale accade qualcosa, e quindi scoprire anche una forma d’arte che è viva e contemporanea”. Del resto la vocazione al dialogo e al confronto è parte della storia della Collezione, poiché quando nel 1949 Peggy Guggenheim acquistò il palazzo lo fece per ospitare la sua collezione e la sua casa, ma anche per renderlo un luogo di incontro per la scena artistica dell’epoca, locale e internazionale. E vedere il museo pieno di giovani e animato dalle pratiche performative contemporanee ci fa pensare che la visione della mecenate sia ancora viva e operativa, anche nella Venezia del 2024, nello stesso modo in cui resta attuale la figura di Jean Cocteau.

Processo Open Arms, la procura di Palermo ha chiesto 6 anni di carcere per Salvini

Processo Open Arms, la procura di Palermo ha chiesto 6 anni di carcere per SalviniPalermo, 14 set. (askanews) – La procura di Palermo ha chiesto sei anni di reclusione per Matteo Salvini – oggi assente all’udienza – accusato di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio per avere impedito, cinque anni fa, lo sbarco dalla ong Open Arms di 147 migranti a Lampedusa.


A Palermo, oggi nell’aula bunker del carcere Pagliarelli, si è tenuta l’udienza con la requisitoria dell’accusa. “Il principio chiave è quello del soccorso in mare, che viene dall’Odissea, da tempi ancestrali. La persona in mare è da salvare, ed è irrilevante la sua classificazione: migrante, componente di un equipaggio, passeggero. Per il diritto internazionale della convenzione Sar anche un trafficante di essere umani o un terrorista va salvato poi se è il caso la giustizia fa il suo corso. L’Onu ha stabilito che la rotta del mediterraneo centrale sia la più pericolosa del mondo, chiede collaborazione nelle operazioni di ricerca e salvataggio e mette come prioritario la tutela della vita dei naufraghi”, ha detto il pm Geri Ferrara durante la requisitoria al processo Open Arms. “C’è un principio chiave e che non è discutibile: tra i diritti umani e la protezione della sovranità dello Stato sono i diritti umani che nel nostro ordinamento, per fortuna democratico, devono prevalere”, ha aggiunto il magistrato, sottolineando: “Prima si fanno scendere i migranti e poi si ridistribuiscono: altrimenti si rischia di fare politica su gente che sta soffrendo”. “Le posizioni e le scelte del ministro Matteo Salvini diedero luogo a un caos istituzionale, una situazione che avrebbe portato ad approntare soluzioni di fortuna. A ritrovarsi in una condizione di estrema difficoltà fu la Guardia costiera che non poteva premere su un ministero da cui non dipendeva”, ha proseguito la procuratrice aggiunta di Palermo, Marzia Sabella, nel corso della requisitoria del processo Open Arms, sottolineando che “Matteo Salvini aveva l’obbligo di indicare un posto sicuro per lo sbarco dei migranti dalla nave Open Arms. La situazione sarebbe dunque semplice, ma in realtà è molto più complessa”.


Salvini assente aveva affidato ad una intervista su Libero la sua riflessione: “”Mi auguro prevalga il buonsenso, perche’ la difesa dei confini non e’ un reato. E’ imbarazzante dover pensare a questo processo, visto che stiamo affrontando sfide importanti e i dati macroeconomici sono positivi: tasso di occupazione al 62,2%, disoccupazione ai minimi storici al 6,8%”. L’avvocata Giulia Bongiorno, legale di Matteo Salvini, rispondendo a una domanda dei giornalisti dopo la requisitoria, ha detto: “Nel caso Open Arms, a prescindere dalle anomalie della navigazione e dal fatto che c’erano rischi che ci fossero a bordo terroristi, sono state adottate delle misure proprio per garantire la tutela e la protezione dei migranti. Adesso più che analizzare questo aspetto, mi preme rilevare che in questa introduzione è di intuitiva evidenza che il pm sta procedendo a una requisitoria contro il decreto Sicurezza-bis, che è un atto del governo, contro la linea politica ‘prima redistribuire e poi sbarcare’. Ha proprio espresso un giudizio di grande contestazione di questa linea. Sapete perfettamente che anche in dichiarazioni pubbliche, questa linea è stata portata avanti da tutto il governo. Lo stesso premier di allora (Giuseppe Conte, ndr) ha detto ‘prima si redistribuiva e poi si sbarcava’”. “Una requisitoria un po’ contraddittoria. La premessa è ‘non stiamo processando il governo’, ma poi ha detto ‘il decreto Sicurezza bis è in contrasto con la Costituzione, non è accettabile prima redistribuire e poi sbarcare. Il tavolo tecnico ribaltava dei principi fondamentali. Per ora sta parlando di leggi, linee di governo e lui le contesta. Non c’è una condotta Salvini sul banco degli imputati, ma c’è una linea politica sul banco degli imputati”, ha sottolineato ancora.

Processo Open Arms, Salvini: “Ho difeso i confini”. Il pm: ‘La persona in mare è da salvare’

Processo Open Arms, Salvini: “Ho difeso i confini”. Il pm: ‘La persona in mare è da salvare’Palermo, 14 set. (askanews) – “Mi auguro prevalga il buonsenso, perché la difesa dei confini non è un reato. E’ imbarazzante dover pensare a questo processo, visto che stiamo affrontando sfide importanti e i dati macroeconomici sono positivi: tasso di occupazione al 62,2%, disoccupazione ai minimi storici al 6,8%”: lo ha detto Matteo Salvini, vicepresidente del Consiglio e leader della Lega, in un’intervista a Libero a proposito del processo Open Arms che lo vede imputato per sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio, per aver chiuso i porti all’immigrazione clandestina quando era ministro dell’Interno.


A Palermo, oggi nell’aula bunker del carcere Pagliarelli il pm Geri Ferrara durante la requisitoria al processo Open Arms dove è imputato Matteo Salvini, ha sottolineato: “Il principio chiave è quello del soccorso in mare, che viene dall’Odissea, da tempi ancestrali. La persona in mare è da salvare, ed è irrilevante la sua classificazione: migrante, componente di un equipaggio, passeggero. Per il diritto internazionale della convenzione Sar anche un trafficante di essere umani o un terrorista va salvato poi se è il caso la giustizia fa il suo corso. L’Onu ha stabilito che la rotta del mediterraneo centrale sia la più pericolosa del mondo, chiede collaborazione nelle operazioni di ricerca e salvataggio e mette come prioritario la tutela della vita dei naufraghi”. “Oggi e’ un giorno importante per la giustizia italiana, la vicenda Open Arms è un caso unico. Dopo cinque anni siamo alla fase iniziale”, ha dichiarato il fondatore della ong spagnola Open Arms, Oscar Camps, prima di entrare nell’aula bunker del carcere Pagliarelli a Palermo.

Milano, Munch oltre l’Urlo: storia di un grido interiore

Milano, Munch oltre l’Urlo: storia di un grido interioreMilano, 14 set. (askanews) – Da sabato 14 settembre al 26 gennaio 2025 Palazzo Reale ospita la mostra “Munch. Il grido interiore”, un’ampia retrospettiva che celebra Edvard Munch (Norvegia, 1863 -1944) con un percorso di 100 opere eccezionalmente prestate dal Munch Museum di Oslo, che racconterà l’intero percorso umano e artistico dell’artista, esponendo opere tra le più note e iconiche della storia dell’arte.


A cura di Patricia G. Berman, una delle più grandi studiose di Munch, in collaborazione con Costantino D’Orazio per il supporto nella redazione dei testi di approfondimento, la mostra è promossa da Comune di Milano – Cultura con il patrocinio del Ministero della Cultura e della Reale Ambasciata di Norvegia a Roma, ed è prodotta da Palazzo Reale e Arthemisia in collaborazione con il Museo Munch di Oslo. Protagonista indiscusso nella storia dell’arte moderna e tra i principali artisti del XIX secolo, Munch è considerato un precursore dell’Espressionismo, oltre a essere un maestro nell’interpretare le angosce e le aspirazioni più profonde dell’animo umano. I suoi volti senza sguardo, i paesaggi stralunati, l’uso potente del colore, la necessità di comunicare i propri sentimenti e le proprie ansie sono riusciti a trasformare le sue opere in messaggi universali e Munch in uno degli artisti più iconici del Novecento.


Questa mostra ruota attorno al “grido interiore” di Munch, al suo saper costruire, attraverso blocchi di colore uniformi e prospettive discordanti, lo scenario ideale per condividere le sue esperienze emotive e sensoriali: un processo creativo che sintetizza osservazione, memoria, emozione. Il percorso racconta tutto l’universo dell’artista, il suo percorso umano e la sua produzione. Tra le opere in mostra figurano una delle versioni litografiche de “L’Urlo” (1895) custodite a Oslo, “La morte di Marat” (1907), “Notte stellata” (1922-1924), “Le ragazze sul ponte” (1927), “Malinconia” (1900-1901) e “Danza sulla spiaggia” (1904).


Ad arricchire la mostra milanese, è previsto un ricco palinsesto di eventi che coinvolgerà diverse realtà culturali della città e che andrà ad approfondire la figura dell’artista e ad espandere i temi delle sue opere.

Papa: ambedue candidati presidenziali Usa sono contro la vita

Papa: ambedue candidati presidenziali Usa sono contro la vitaCittà del Vaticano, 13 set. (askanews) – “Ambedue sono contro la vita, sia quello che butta via i migranti sia quello che uccide i bambini. Ambedue sono contro la vita”. Lo ha detto Papa Francesco, rispondendo alla domanda di un giornalista sulla corsa alla Casa Bianca, nel corso della tradizionale intervista sull’aereo che lo ha riportato a Roma, di ritorno da Singapore, dove ha concluso il suo 45.mo viaggio apostolico, il più lungo del pontificato.


“Non si può decidere, io non posso dire, non sono statunitense, non andrò a votare lì, ma sia chiaro: mandare via i migranti, non dare ai migranti capacità di lavorare, non dare ai migranti accoglienza è peccato, è grave. Nell’Antico Testamento c’è un ritornello: l’orfano, la vedova e lo straniero, cioè il migrante”, ha detto Francesco secondo quanto riportato da Vatican news, ribadendo che “chi non custodisce il migrante, manca, è un peccato, un peccato anche contro la vita di quella gente”. “Io sono stato a celebrare Messa alla frontiera, vicino alla diocesi di El Paso, e c’erano tante scarpe di migranti che sono finiti male, lì. Oggi c’è un flusso di migranti all’interno dell’America Centrale che tante volte vengono trattati come schiavi, perché si approfittano di questo. – è stata la testimonianza di Papa Francesco – La migrazione è un diritto, un diritto che già nella Sacra Scrittura, nell’Antico Testamento c’era”.


“Poi, l’aborto. – ha aggiunto Francesco – La scienza dice che al mese dal concepimento ci sono tutti gli organi di un essere umano, tutti. Fare un aborto è uccidere un essere umano. Ti piaccia la parola o non ti piaccia, ma è uccidere”. “La Chiesa non è chiusa perché non permette l’aborto: la Chiesa non permette l’aborto perché è uccidere, è un assassinio, è un assassinio. E su questo dobbiamo avere le cose chiare. Mandare via i migranti, non lasciarli sviluppare, non lasciare che abbiano la loro vita è una cosa brutta, è cattiveria. Mandare via un bambino dal seno della mamma è un assassinio, perché c’è vita. E in queste cose dobbiamo parlare chiaro”, ha poi concluso.

Ex Ilva, annullata la sentenza “Ambiente Svenduto”: il processo ricomincia da zero a Potenza

Ex Ilva, annullata la sentenza “Ambiente Svenduto”: il processo ricomincia da zero a PotenzaMilano, 13 set. (askanews) – Ricomincerà da zero davanti al Tribunale di Potenza il processo “Ambiente svenduto” sul disastro ambientale provocato dell’ex Ilva di Taranto. Lo ha stabilito la corte d’Assise d’Appello di Taranto annullando la sentenza del primo grado di giudizio che aveva portato alla condanna di 26 imputati, tra cui i fratelli Fabio e Nicola Riva, ex proprietari dello stabilimento, e l’ex governatore pugliese Nicola Vendola.


In particolare, secondo quanto riferisce “La Gazzetta del Mezzogiorno”, i giudici del secondo grado di giudizio hanno accolto le richieste dei difensori di trasferire il procedimento a Potenza. Stando alle argomentazioni delle difese accolte dai giudici d’appello, i giudici tarantini autori della sentenza di primo vanno considerati “parte offese” perché molti di loro (il collegio era composto da giudici togati e popolari) vivono nei quartieri di Taranto colpiti dal disastro ambientale finito al centro del procedimento.