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Transparency International, l’Italia perde 10 posizioni, ora è 52esima

Transparency International, l’Italia perde 10 posizioni, ora è 52esimaMilano, 11 feb. (askanews) – “Il passaggio dalla 42esima alla 52esima posizione nella classifica globale dell’indice di Transparency International segna per l’Italia un brusco salto indietro, estremamente preoccupante, e vanifica tanti sforzi fatti negli ultimi anni, guadagnando credibilità interna ed internazionale” Lo ha detto Giuseppe Busìa, presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione (Anac), alla presentazione dell’indice CPI 2024 di Transaprency International questa mattina a Roma.


“Tale risultato incide negativamente sulla fiducia dei cittadini, quanto mai preziosa in questo delicato momento storico, oltre a ridurre l’attrattività del nostro Paese agli occhi degli investitori esteri, con conseguente perdita di occasioni di crescita e sviluppo” ha proseguito il presidente dell’Anac, aggiungendo che “purtroppo, pesano alcune scelte recenti, quali l’abrogazione del reato di abuso d’ufficio, che ha lasciato aperti diversi vuoti di tutela, o l’innalzamento delle soglie per gli affidamenti diretti di servizi e forniture fino a 140mila euro, che oltre a ridurre la trasparenza, rischia di far lievitare la spesa pubblica. E pesa – ha continuato Busia – il mancato impegno rispetto a interventi normativi che a livello internazionale ci sollecitano da troppi anni, come l’assenza di una seria disciplina sulle lobby, non criminalizzatrice ma improntata alla assoluta trasparenza, e l’estensione delle regole su conflitti di interessi, sulle incompatibilità e sulle incoferibilità anche alle cariche politiche, mentre noi, pur con una normativa certamente da rivedere, ci siamo fermati a livello amministrativo e dirigenziale”. “Recuperare è possibile – ha concluso Busia – ma richiede volontà politica di tutti: ricordo solo che tre anni fa, presentando nel 2022 lo stesso indice, avevamo festeggiato il fatto di aver scalato ben 10 posizioni”.

Maxi operazione antimafia a Palermo: 183 provvedimenti restrittivi

Maxi operazione antimafia a Palermo: 183 provvedimenti restrittiviMilano, 11 feb. (askanews) – Dalle prime luci dell’alba i Carabinieri del Comando Provinciale di Palermo hanno condotto una vasta operazione antimafia per l’esecuzione di 183 provvedimenti restrittivi disposti dal GIP del Tribunale di Palermo e dalla Direzione Distrettuale Antimafia della locale Procura della Repubblica.


L’operazione, che ha interessato anche altre città italiane, è volta a disarticolare i mandamenti mafiosi della città di Palermo e provincia, in particolare quelli di “Porta Nuova”, “Pagliarelli”, “Tommaso Natale – San Lorenzo, “Santa Maria del Gesù” e “Bagheria”. Gli arrestati sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere di tipo mafioso, tentato omicidio, estorsioni, consumate o tentate, aggravate dal metodo mafioso, associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, favoreggiamento personale, reati in materia di armi, contro il patrimonio, la persona, esercizio abusivo del gioco d’azzardo, e altro.


Complessivamente sono impegnati – con la copertura aerea di un elicottero del Nono Elinucleo di Palermo, 1.200 Carabinieri circa dei Comandi Provinciali della Sicilia, del Reparto Anticrimine del ROS di Palermo, con il supporto dei “baschi rossi” dello Squadrone Eliportato Cacciatori di Sicilia, del 12° Reggimento “Sicilia”, del 14esimo Battaglione “Calabria” nonché di altre componenti specializzate dell’Arma.

Bellantone (ISS): per un adulto mezzo bicchiere vino a pasto non fa male

Bellantone (ISS): per un adulto mezzo bicchiere vino a pasto non fa maleMilano, 10 feb. (askanews) – “Bisogna fare molta attenzione agli alcolici in genere, anche al vino, soprattutto negli adolescenti. Oltre un 1,8 mln dei nostri giovani consumano alcol, 700mila di questi hanno avuto degli episodi di ubriacatura e 300mila di questi sono arrivati sino al coma etilico: quindi bisogna stare molto attenti. Dopodiché, per un adulto, mezzo bicchiere a pasto è un qualcosa di piacevole e non dannoso”. A dirlo ad askanews è stato Rocco Bellantone, presidente dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), organo tecnico scientifico da sempre molto attento e prudente su questo tema così delicato e attuale.


E’ bene ricordare che nel suo rapporto del giugno 2024, anche l’Organizzazione mondiale della sanità associava il consumo di alcol ad oltre 200 problemi di salute, evidenziando che gli effetti negativi dipendono soprattutto dalla quantità consumata e dalla frequenza degli eccessi. Questo tema da sempre molto discusso riguarda naturalmente anche il vino, la cui percentuale di alcol è di gran lunga inferiore a quella dei distillati ma per il quale in Europa si torna a parlare in questi giorni di nuove misure restrittive per scoraggiarne il consumo, tra cui l’introduzione in etichetta delle avvertenze sanitarie(Alessandro Pestalozza)

Esposto del Dis contro i pm di Roma, la procura di Perugia apre un’inchiesta (ecco cosa sappiamo)

Esposto del Dis contro i pm di Roma, la procura di Perugia apre un’inchiesta (ecco cosa sappiamo)Roma, 10 feb. (askanews) – La Procura di Perugia ha aperto un fascicolo d’inchiesta in merito all’esposto del Dis nei confronti del pubblici ministeri della Capitale, riguardo la gestione degli atti in una indagine aperta, nelle scorse settimane a Roma, sulla base della denuncia del capo di gabinetto della presidente del consiglio. Gli inquirenti del capoluogo umbro sottolineano, in una nota del procuratore capo Raffaele Cantone, che “non può essere riferito il contenuto dell’iscrizione né il registro in cui è stata disposta, trattandosi di informazioni coperte dal segreto”. Comunque “l’iscrizione è stata disposta nel rigoroso rispetto dei criteri indicati dall’art. 335 cpp, come modificato dal d.lgs n. 150/22 (riforma Cartabia), e dalla direttiva dell’ufficio in materia”.


Sono stati depositati atti coperti da segreto? Quanto avvenuto è stato intenzionale od accidentale? Come è possibile che sia stato pubblicato un documento dell’Aisi su Gaetano Caputi, capo di gabinetto della presidente Giorgia Meloni, e che lo stesso incartamento sia finito in una ‘chiusura indagini’ della Procura di Roma e quindi riportato dal quotidiano Domani? Sono questi alcuni degli interrogativi a cui gli inquirenti della Procura di Perugia dovranno certamente rispondere nel fascicolo avviato stamane riguardo i pubblici ministeri della Capitale ed il loro vertice, il procuratore capo Francesco Lo Voi. L’esposto del Dis, presentato nei giorni scorsi, ha messo a conoscenza dei magistrati del capoluogo umbro un sostanziale riassunto di quanto avvenuto e che vedeva contrapposti alcuni importanti uffici dello Stato. La Procura di Perugia, con una nota del procuratore Raffaele Cantone, ha risposto che “non può essere riferito il contenuto dell’iscrizione né il registro in cui è stata disposta, trattandosi di informazioni coperte dal segreto”.


Comunque “il procedimento è stato assegnato al sostituto individuato secondo il criterio predeterminato e automatico e, in relazione alla particolare delicatezza dei fatti in esso esposti, si è ritenuta opportuna la codesignazione” di Cantone. In particolare, “non può essere riferito il contenuto dell’iscrizione né il registro in cui è stata disposta trattandosi di informazioni coperte dal segreto ex art. 329 codice di procedura penale”. Facile immaginare che nei prossimi giorni o settimane potrebbero registrarsi nuovi sviluppi sulla vicenda. Ed al momento si osserva un sostanziale accerchiamento del procuratore capo di Roma visto che dopo la richiesta di apertura pratica per “eventuali profili disciplinari” sarà la I commissione del Consiglio superiore della magistratura a dover fare chiarezza. L’istanza dei consiglieri laici del centrodestra riguarda, come noto, l’iscrizione nel registro delle notizie di reato, per favoreggiamento e altre ipotesi di reato, dei vertici di governo – la premier Meloni, i ministri Nordio e Piantedosi, il sottosegretario alla presidenza del consiglio Alfredo Mantovano.


Il nodo irrisolto è ancora la scarcerazione dell’ufficiale libico Almasri. Intanto sempre al Palazzo dei Marescialli, forse già domani, il Comitato di presidenza deciderà se aprire una seconda pratica su Lo Voi, finalizzata all’avvio di una procedura di trasferimento per incompatibilità ambientale-funzionale. Sullo sfondo c’è la richiesta alla Procura generale della Cassazione per la valutazione di eventuali illeciti disciplinari.

L’Anm: i magistrati indossino la coccarda tricolore fino allo sciopero

L’Anm: i magistrati indossino la coccarda tricolore fino allo scioperoRoma, 9 feb. (askanews) – “Il Comitato direttivo centrale dell’Associazione Nazionale Magistrati invita i colleghi ad indossare la coccarda tricolare durante tutte le udienze civili e penali da qui allo sciopero del 27 febbraio”. E’ quanto è stato deciso oggi nel corso della seconda giornata di riunione del sindacato dei magistrati. L’Anm ha anche invitato le singole Ges ad organizzare a livello distrettuale un’assemblea, aperta ai cittadini, in occasione della giornata di sciopero. “L’Anm ha detto che i magistrati devono indossare una coccarda tricolore fino allo sciopero del 27 febbraio? Tre consigli allora: revochino questo sciopero eversivo; se non fosse possibile lavorino di più, per far rilevare la differenza tra lo sciopero eventuale e le giornate di lavoro, che non appaiono caratterizzate da ritmi apprezzabili e sembrano un simil-sciopero permanente; se proprio devono indossare una coccarda se la mettano rossa, così confermeranno la loro natura di avanguardia militante della sinistra politica. Povera Italia”. Lo dichiara il presidente dei senatori di Forza Italia, Maurizio Gasparri.

Il Papa: tacciano ovunque le armi e si ascolti il grido dei popoli per la pace

Il Papa: tacciano ovunque le armi e si ascolti il grido dei popoli per la paceRoma, 9 feb. (askanews) – “Fratelli e sorelle preghiamo per la pace nella martoriata Ucraina, Palestina Israele, Myanmar, tutto il Medio Oriente, Sudan. Tacciano ovunque le armi e si ascolti il grido dei popoli che chiedono pace”. Papa Francesco ha lanciato un nuovo appello per la pace concludendo la messa per il Giubileo delle Forze Armate, di Polizia e di Sicurezza a San Pietro. Nel corso dell’omelia Papa Francesco ha chiesto ai militari “per favore di vigilare: vigilare contro la tentazione di coltivare uno spirito di guerra; vigilare per non essere sedotti dal mito della forza e dal rumore delle armi; vigilare per non essere mai contaminati dal veleno della propaganda dell’odio, che divide il mondo in amici da difendere e nemici da combattere”. “Siate invece testimoni coraggiosi dell’amore di Dio Padre, che ci vuole fratelli tutti – ha aggiunto -. E, insieme, camminiamo per costruire una nuova era di pace, di giustizia e di fraternità”. “Il giuramento che avete fatto – ha detto il Papa – , sono tutte cose che vi ricordano quanto sia importante non soltanto vedere il male per denunciarlo, ma anche salire sulla barca in tempesta e impegnarsi perché non faccia naufragio, con una missione al servizio del bene, della libertà, e della giustizia. E infine sedervi, perché il vostro essere presenti nelle nostre città e nei nostri quartieri, il vostro stare sempre dalla parte della legalità e dalla parte dei più deboli, diventa per tutti noi un insegnamento: ci insegna che il bene può vincere nonostante tutto, ci insegna che la giustizia, la lealtà e la passione civile sono ancora oggi valori necessari, ci insegna che possiamo creare un mondo più umano, più giusto e più fraterno, nonostante le forze contrarie del male”. “Questo servizio armato -a ha proseguito il Pontefice – va esercitato solo per legittima difesa, mai per imporre il dominio sulle altre nazioni, sempre conservando le convenzioni internazionali in materia di conflitti e prima ancora nel sacro rispetto della vita del Creato”.

Anm, Parodi: chiederò incontro a governo, non lascio nulla di intentato

Anm, Parodi: chiederò incontro a governo, non lascio nulla di intentatoMilano, 8 feb. (askanews) – “Ritengo indispensabile chiedere una in tempi strettissimi un incontro con il governo: Voi mi direte che è inutile…può darsi. Mi direte che è un atto di servilismo… no, non credo. Noi siamo un potere dello Stato, siamo cittadini che stanno portando avanti una battaglia per difendere la Costituzione su cui abbiamo giurato. Io credo che sia legittima almeno la nostra richiesta. In tempi brevi perché invade in base a quella che sarà la risposta, che potrà essere un diniego, a cui magari non rispondono nemmeno o magari ci rispondono col fatto formale o magari ci ricevono ma non dicono nulla di interessane. Bene acquisiamo elementi di valutazione: noi non possiamo rinunciare a nessuna delle strade per portare avanti una difesa della magistratura per come noi la conosciamo e per come vorremmo che continuasse ad essere. E quindi dobbiamo provare. Lo so, lo so che non riusciremo ma voglio poter dire che non abbiamo lasciato nulla di intentato”. Lo ha affermato Cesare Parodi, il 62enne sostituto procuratore aggiunto del pool fasce deboli a Torino, nel suo discorso subito dopo la sua nomina a presidente dell’Associazione nazionale magistrati (Anm). La nuova giunta è composta da tutti i gruppi tranne che dalle toghe indipendenti di Articolo 101.


“Io non sono un magistrato famoso, non ho mai voluto esserlo, non ci tengo ad esserlo e credo che questo forse potrà aiutarmi, spero, a fare in modo che altri colleghi giovani si possano riconoscere in qualcuno che proprio non è mai sulle pagine dei giornali, pur avendo lavorato in Procura da 35 anni, e quindi in qualche modo che sia più facile riconoscersi nella mia, non voglio dire mediocrità, ma nella mia oscurità laboriosa, più che magari in altre figure”.

Anm svolta a destra: Cesare Parodi (MI) eletto presidente a maggioranza

Anm svolta a destra: Cesare Parodi (MI) eletto presidente a maggioranzaMilano, 8 feb. (askanews) – Il procuratore aggiunto di Torino, Cesare Parodi di Magistratura Indipendente (MI) è il nuovo presidente dell’Associazione nazionale magistrati (Anm). Succede a Giuseppe Santalucia esponente del gruppo progressista di Area che, dopo quattro anni a capo di una giunta unitaria, aveva scelto di non ricandidarsi. Affidando con 32 voti l’incarico, a voto segreto, ad un esponente della lista più filogovernativa che si era aggiudicata le elezioni nel gennaio scorso (con 2.065 preferenze su 6.857 voti), i 36 membri del Comitato direttivo centrale (Cdc) imprimono una virata a destra all’Associazione. Due le schede bianche.


Il Cdc ha interamente rinnovato i vertici dell’Anm, eleggendo all’unanimità a vicepresidente Marcello De Chiara (giudice del Tribunale di Napoli, Unicost, 34 voti), a segretario generale Rocco Maruotti (magistrato della procura di Rieti, Area, 33 voti), vicesegretario generale Stefano Celli (pm di Rimini, MD, 32 voti), direttore della rivista “La Magistratura” Monica Mastrandrea (giudice Tribunale di a Torino, Unicost, 33 voti), Giuseppe Tango (giudice al tribunale di Palermo, MI, 34 voti) a coordinatore dell’ufficio sindacale mentre come componenti della giunta sono stati nominati Chiara Salvatori, Paola Cervo, Sergio Rossetti e Dora Bonifacio. In uno dei momenti più difficili del rapporto tra magistratura e governo, con diversi, delicati, “dossier” aperti sul tavolo, una guida più filogovernativa potrebbe alleggerire il clima di tensione, quando non di aperto scontro, con la maggioranza in vista del discusso referendum sulla separazione delle carriere.


La riunione del Cdc, presieduta dal suo componente più anziano, il procuratore capo di Messina, Antonio D’Amato, aveva preso il via questa mattina alle 10 con il saluto e l’”in bocca al lupo” del presidente uscente Santalucia.

Il Papa: ascoltiamo con vicinanza e compassione le vittime della tratta

Il Papa: ascoltiamo con vicinanza e compassione le vittime della trattaMilano, 8 feb. (askanews) – “Mettiamoci in ascolto, con vicinanza e compassione, delle persone che sono state vittime della tratta, per aiutarle a rimettersi in piedi e insieme con loro individuare le vie migliori per liberare altri e fare prevenzione. “Pray Against Trafficking”. Lo ha scritto Papa Francesco in un post su “X” (account Pontifex), in occasione della “Giornata mondiale di preghiera e riflessione contro la tratta di persone” che si celebra oggi nella memoria di santa Giuseppina Bakhita.

Dalla Consulta ok al referendum sul Jobs Act

Dalla Consulta ok al referendum sul Jobs ActRoma, 7 feb. (askanews) – È ammissibile la richiesta di referendum sull’abrogazione del decreto legislativo numero 23 del 2015, che ha attuato una delle deleghe legislative conferite al Governo con il cosiddetto Jobs Act.


Lo ha stabilito la Corte costituzionale con la sentenza numero 12 del 2025, depositata oggi, che ha precisato: la “circostanza che all’esito dell’approvazione del quesito abrogativo il risultato di un ampliamento delle garanzie per il lavoratore non si verificherebbe in realtà in tutte le ipotesi di invalidità” del licenziamento, perché per alcune di queste (e in particolare nel caso del licenziamento intimato al lavoratore assente per malattia o infortunio, oppure intimato per disabilità fisica o psichica a un lavoratore che non versava in realtà in tale condizione) “si avrebbe, invece, un arretramento di tutela”, non inficia la chiarezza, l’omogeneità e l’univocità della richiesta di referendum. Il quesito referendario chiama, infatti, il corpo elettorale “a una valutazione complessiva e generale, che può anche prescindere dalle specifiche e differenti disposizioni normative, senza perdere la propria matrice unitaria”.


Questa è ravvisabile, ha precisato la Corte, “nel profilo teleologico sotteso al quesito referendario, mirante all’abrogazione di un corpus organico di norme e funzionale alla reductio ad unum, senza più la divisione tra prima e dopo la data del 7 marzo 2015, della disciplina sanzionatoria dei licenziamenti illegittimi, con la riespansione della disciplina pregressa, valevole per tutti i dipendenti”, a prescindere dalla data della loro assunzione. Rimane, pertanto, salvaguardato, ha concluso la Corte, “un nesso di coerenza tra il mezzo e il fine referendario”, ciò che esclude che si sia in presenza di “un uso artificioso del referendum abrogativo”.