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Studio Archea vince premio per riqualificazione Montpellier

Studio Archea vince premio per riqualificazione MontpellierRoma, 18 mar. (askanews) – Lo Studio d’architettura fiorentino Archea di Marco Casamonti ha conquistato Montpellier.
Il progetto ‘Nouvelle Arche’ è stato premiato con il premio Coup de coeur du jury al concorso Folies architecturales du 21e siècle – promosso dalla città di Montpellier per la riqualificazione di un quartiere di Montpellier.
La speciale menzione è stata conferita presso il Mipim: la proposta di Archea Associati riunisce in sé le componenti che caratterizzano il quartiere Ovalie, ovverosia l’albero, la torre e la porta.
Il progetto ‘Nouvelle Arche’, redatto dallo studio Archea Associati con la promozione di Eiffage Immobilier per la progettazione della nuova folies, è iniziato con l’analisi della città, attraverso gli occhi degli storici, degli abitanti di Montpellier e degli architetti. Il quartiere dell’Ovalie, estensione della città storica e luogo di transizione tra il paesaggio urbano e quello suburbano, è una combinazione di spazi aperti e aree edificate. Il progetto è composto di due edifici, i quali, come la torre Babote o la torre Pins, si ergono e dialogano tra loro, creando una porta che distribuisce il quartiere Ovalie e simboleggia il passaggio tra la grande scala metropolitana e la scala più umana del quartiere residenziale. A differenza di altre, questa nuova porta non è “solo” un monumento o una semplice demarcazione. È “abitata” perché è occupata, attiva e funzionale; abitata perché è un ricettacolo di emozioni; abitata perché uomini, fauna, flora e natura convivono e si incantano a vicenda. Una torre, una porta, un albero? Un nuovo arco così semplice.

Papa a rifugiati: più corridoi umanitari per socngiurare tragedie

Papa a rifugiati: più corridoi umanitari per socngiurare tragedieMilano, 18 mar. (askanews) – Il naufragio di Cutro “non doveva avvenire, e bisogna fare tutto il possibile perché non si ripeta. I corridoi umanitari gettano dei ponti che tanti bambini, donne, uomini, anziani, provenienti da situazioni molto precarie e da gravi pericoli, hanno infine percorso in sicurezza, legalità e dignità fino ai Paesi di accoglienza. Essi attraversano confini e, ancor più, i muri di indifferenza su cui spesso si infrange la speranza di tantissime persone, che attendono per anni in situazioni dolorose e insostenibili”. Lo ha detto Papa Francesco ricevendo in udienza i rifugiati giu ti in Europa proprio grazie ai corridoi umanitari.
“Ognuno di voi – ha aggiunto il Papa – merita attenzione per la storia dura che ha vissuto. In particolare, vorrei ricordare quanti sono passati attraverso i campi di detenzione in Libia; più volte ho avuto modo di ascoltare la loro esperienza di dolore, umiliazioni e violenze. I corridoi umanitari sono una via praticabile per evitare le tragedie e i pericoli legati al traffico di essere umani. Tuttavia, occorrono ancora molti sforzi per estendere questo modello e per aprire più percorsi legali per la migrazione. Dove manca la volontà politica, i modelli efficaci come il vostro offrono nuove strade percorribili. Del resto, una migrazione sicura, ordinata, regolare e sostenibile è nell’interesse di tutti i Paesi. Se non si aiuta a riconoscere questo, il rischio è che la paura spenga il futuro e giustifichi le barriere su cui si infrangono vite umane”.

Confagricoltura e Assoverde rilanciano i benefici dei parchi

Confagricoltura e Assoverde rilanciano i benefici dei parchiMilano, 18 mar. (askanews) – Incrementare i parchi urbani per migliorare la qualità dei nostri centri abitati, creare lavoro stabile e qualificato, generare salute. È il tema del convegno “La cura del verde: occupazione, investimenti e sviluppo”, organizzato da Assoverde e Confagricoltura, in collaborazione con l’Unione industriali di Napoli, martedì 21 marzo in occasione della “Giornata internazionale delle foreste”, istituita dall’Onu proprio nel giorno in cui inizia la primavera.
Un importante momento di confronto fra agronomi, botanici e paesaggisti, amministratori, cittadini, rappresentanti di categoria e operatori del verde. E’ la prima tappa regionale del “Libro Bianco del Verde”, la pubblicazione edita per il secondo anno da Assoverde e Confagricoltura per fare il punto sullo stato di salute, l’utilità e le buone pratiche nella gestione del patrimonio verde nelle nostre città. Appuntamento nella sede dell’Unione industriali di Napoli, piazza dei Martiri 58, dalle 9.30 – 14.00.
I numeri contenuti nel “Libro bianco del verde”, del resto, sottolineano con chiarezza l’importanza della ‘foresta urbana’. Una ricerca svolta su 14 città italiane riporta che un ettaro di foresta urbana può rimuovere mediamente 17 kg/anno di polveri sottili e ben 12 milioni di tonnellate di anidride carbonica.
Le aree naturali protette ed il verde pubblico – nei 107 comuni capoluogo di provincia e città metropolitana – si estendono su quasi il 20% della superficie complessiva italiana. Le aree verdi presentano, nel complesso, un continuo aumento delle superfici complessive, anche se molto ridotto: in media dello 0,4%all’anno dal 2015 (0,6% nei capoluoghi metropolitani).
Per queste ragioni – sottolineano Confagricoltura e Assoverde – è importante che le amministrazioni pubbliche s’impegnino a promuovere lo sviluppo e il mantenimento del verde urbano. Non è un costo, ma una grande opportunità da sviluppare con il supporto multidisciplinare in relazione alle diverse funzioni che svolge sotto molti aspetti: sociali, ambientali, economici e per la salute dei cittadini.
L’obiettivo di Confagricoltura e Assoverde, che con questa edizione del Libro Bianco del Verde, in collaborazione con il CREA e l’Istituto Superiore di Sanità, ha coinvolto medici, psicologi, ricercatori, docenti universitari, tecnici, referenti delle amministrazioni professionisti e aziende del settore del verde, è quello di definire e promuovere un percorso certificato di ‘Parco della Salute’.

Prato, da oggi al via l’11 edizione del festival “un Prato di libri”

Prato, da oggi al via l’11 edizione del festival “un Prato di libri”Roma, 18 mar. (askanews) – Una ventata di storie, avventure e fantasia sta per soffiare su Prato e provincia. E’ l’11ma edizione di ‘un Prato di libri’, il festival della lettura per bambini e ragazzi organizzato nella città toscana fino al 2 aprile.
Letture animate, incontri con gli autori, spettacoli, laboratori ed eventi ispirati all’arte di raccontare storie compongono un calendario di oltre 70 appuntamenti in programma in diversi luoghi dell’area pratese – da Palazzo Banci Buonamici alle biblioteche del territorio, dal teatro Politeama alle scuole, dal Centro Pecci alle piazze cittadine, da Palazzo Datini al Museo del Tessuto – tutti uniti dall’intento di avvicinare i più piccoli allo straordinario mondo dei libri: un mondo che non conosce barriere e vince ogni noia.
‘Tessere la tela delle relazioni’ il tema della 11ma edizione del festival, animato come sempre dalla passione dei volontari che rappresentano il cuore pulsante della manifestazione e realizzato con la collaborazione di Regione Toscana, Provincia di Prato e dei sette Comuni dell’area pratese, oltre che di numerosi partner.
Ma la tela di ‘un Prato di libri’ non sarà solo simbolica: domani 19 marzo in piazza delle Carceri sarà creata una grande ‘pezza’, lunga oltre 100 metri, mettendo insieme le porzioni di tessuto decorate dai bambini delle scuole di Prato e provincia: un simbolo delle relazioni tra tutte le realta’ scolastiche del territorio.

Covid, Rezza: impatto clinico basso, situazione positiva

Covid, Rezza: impatto clinico basso, situazione positivaRoma, 17 mar. (askanews) – “Questa settimana si assiste a un’ulteriore lieve diminuzione dei casi di covid-19 nel nostro Paese. Il tasso di incidenza si fissa a 40 casi per 100.000 abitanti, anche l’Rt tende leggermente a scendere, siamo a 0,94 quindi al di sotto della soglia epidemica. Il tasso di occupazione dei posti di area medica e di terapia intensiva è rispettivamente al 4,3 e all’1 per cento: quindi diminuisce ulteriormente il tasso di occupazione dei posti di area medica mentre resta stabile, a bassi livelli, la terapia intensiva. Dunque la situazione epidemiologica sembra evolvere in senso positivo e l’impatto clinico sembra essere molto basso”. Così, il direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute, Giovanni Rezza, nel consueto video settimanale a commento dei dati del monitoraggio sulla situazione epidemiologica nel Paese.

Post Covid: per il cervello più plasticità e relazioni sociali

Post Covid: per il cervello più plasticità e relazioni socialiMilano, 17 mar. (askanews) – Secondo le ultime stime raccolte nel nostro Paese, le malattie neurologiche e psichiatriche sono sempre più diffuse: circa 12 milioni di italiani soffrono di disturbi del sonno, 1 milione sperimentano sintomi legati all’Alzheimer o a demenze senili e ben 3 milioni e mezzo sono alle prese con patologie legate ad ansia e depressione. Numeri che rendono urgente prendersi cura della salute del cervello, perché è da esso che dipende la qualità della vita. Il cervello, infatti, è la cabina di controllo del nostro corpo. Ci permette di pianificare, organizzare e portare a termine le attività quotidiane, così come di percepire e interpretare le situazioni che viviamo, gli stimoli a cui rispondiamo e le relazioni che stringiamo. Ma come è possibile mettere in atto tutte quelle accortezze affinché il cervello mantenga una situazione di equilibrio?
La risposta è emersa nel webinar “Un cervello sempre in forma” condotto dalla Prof.ssa Graziella Madeo, neurologa e direttore sanitario del centro Brain&Care di Rimini.
Il Dott. Furio Ravera – psichiatra, psicoterapeuta e direttore delle Unità “Abuso e Dipendenze da Sostanze Stupefacenti e Farmaci” e “Disturbi di Personalità e Disturbi Psicotici” del Gruppo Ginestra presso la Casa di Cura Le Betulle ha sottolineato come la pandemia da Covid-19 abbia influito in modo pesante sulla salute mentale, in particolar modo sulle fasce d’età “estreme” della vita: adolescenti e anziani. “Il contatto tra esseri umani è uno dei principali fattori che concorrono verso la salute mentale e quando ci si trova in una situazione di isolamento, come è successo durante il lockdown, il cervello va inevitabilmente incontro a pensieri negativi. Abbiamo tutti bisogno di un fattore di distrazione, non possiamo frequentare troppo solo noi stessi e le nostre abitudini. Statistiche hanno dimostrato che se rimaniamo per troppo tempo senza svolgere attività esterne a noi stessi, si innesca il “Default mode network”, un circuito che, se protratto per diverso tempo, ha il potere di produrre pensieri negativi”. Curare le relazioni sociali può aiutare, quindi, nel mantenimento del benessere del cervello e sono diverse le strategie che possono essere messe in campo per prevenire un disagio psicologico, far fronte allo stress quotidiano, combattere l’invecchiamento o potenziare le risorse cerebrali. Tra queste, leggere, ascoltare musica, imparare una nuova lingua o praticare sport, ovvero attività che consentono una stimolazione del cervello. Come affermato dal Prof. Antonello Bonci – neuropsicofarmacologo fondatore del GIA (Global Institutes on Addiction) Miami e direttore scientifico di Brain&Care – “Lo sport impone al cervello di diventare una vera e propria ‘palestra’ e, da un punto di vista chimico, mette in moto una farmacia endogena, per cui il nostro corpo inizia a produrre sostanze anti ansia, anti invecchiamento e anti insonnia. Ovviamente, anche l’attività fisica deve essere svolta con moderazione ed equilibrio, per evitare che l’eccessività diventi dipendenza”.
Strategie che per essere efficaci devono diventare abitudini, capaci di formare nuove connessioni cerebrali e cambiamenti a lungo termine all’interno del nostro organismo, che possano durare anche tutta la vita. Questo si traduce nel concetto di plasticità cerebrale, ovvero la capacità di creare nuove vie che ci possano far “uscire” da un certo tipo di pensieri e comportamenti negativi. Ha proseguito il Prof. Bonci – “In questa ‘nuova era del cervello’, sono stati introdotti anche strumenti che possiamo utilizzare per agire su questi meccanismi e creare plasticità, come la Stimolazione Magnetica Transcranica (TMS) che ha cambiato lo scenario terapeutico attuale. Ad ogni modo, i risultati migliori si raggiungono sempre con la somma delle parti: stimolazione, percorso di psicoterapia e svolgimento di piccole e ‘positive’ attività quotidiane. Ha concluso infine il Dott. Ravera – “Per raggiungere un equilibrio intorno alla propria salute mentale, è fondamentale essere onesti verso sé stessi, riconoscere dove si sbaglia e dove si è in difetto. La salute mentale, infatti, può esprimersi al suo massimo in una condizione di serenità, all’interno della quale si realizza la capacità di prendersi cura di sé stessi, con senso di responsabilità. Lo star bene non è casuale, prevede un dialogo, molto spesso complesso, che ci obbliga a posizionarci in una prospettiva opposta rispetto ai nostri pensieri”.

In Italia un milione di ettari di boschi è sostenibile

In Italia un milione di ettari di boschi è sostenibileMilano, 17 mar. (askanews) – Quasi un milione di ettari di boschi e foreste è gestito in modo sostenibile in Italia: lo rileva il rapporto 2023 di PEFC, l’ente promotore della certificazione della buona gestione del patrimonio forestale, presentato in occasione della Giornata Internazionale delle Foreste (21 marzo).
Precisamenre salgono a 925.609,96 gli ettari di superficie certificata PEFC. Aumentano anche le aziende di trasformazione di legno e carta certificate e tra i risultati evidenziati nel rapporto spiccano anche le prime certificazioni di Servizi Ecosistemici per il benessere forestale. Cresce quindi l’attenzione all’ambiente naturale e al bosco e con questo l’interesse delle aziende a garantire il materiale di origine forestale.
“L’aumento dei costi dell’energia e delle difficoltà di approvvigionamento dovute prima alla pandemia e poi alla guerra in Ucraina, hanno creato attenzione all’ambiente naturale bosco e al prodotto naturale legno: la certificazione in Italia cresce, dimostrando l’interesse anche da parte delle aziende a scegliere di dare garanzie sul materiale di origine forestale”, spiega Francesco Dellagiacoma, Presidente PEFC Italia. “Inoltre, nonostante la sospensione delle importazioni dalla Russia e Bielorussia avvenuta nell’ultimo anno (sono 30 milioni gli ettari certificati PEFC in Russia e Bielorussia che non possono attualmente fornire materiale certificato perché dichiarato legname di guerra e quindi ‘fonte controversa’), il sistema PEFC si conferma come lo standard con la maggiore superficie forestale certificata al mondo. Le foreste, con l’assorbimento di CO2 sono una strategia contro il cambiamento climatico; ma formate da piante che vivono ben oltre 100 anni, sono anche a rischio per il cambiamento climatico: sulle Alpi qualche milione di piante sono state portate a morte dal bostrico, un piccolo coleottero che attacca l’abete rosso debilitato a seguito di Vaia”.
A livello territoriale, il Trentino Alto-Adige si conferma quindi capofila per superficie forestale certificata più estesa con 556.147,9 ettari, considerando quelli curati dal Bauernbund – Unione Agricoltori di Bolzano, le aree gestite dal Consorzio dei Comuni Trentini e dalla Magnifica Comunità di Fiemme nella provincia di Trento. Al secondo posto il Friuli Venezia Giulia, con 95.163,98 ettari, di cui la maggior parte gestiti da UNCEM FVG, mentre al terzo il Veneto con 76.294,005 ettari. Tra le regioni in crescita spiccano l’Emilia Romagna e la Toscana che hanno registrato un salto in avanti con il Parco nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano, che ha ottenuto la certificazione per la gestione forestale sostenibile e responsabile e la verifica dei Servizi Ecosistemici biodiversità, servizi turistico-ricreazionali e carbonio forestale. Sempre in Toscana, l’Unione dei Comuni Montani del Casentino ha certificato 5.764,57 ettari. Nelle Marche invece sono stati certificati 9.208,25 ettari di boschi.

Via Settimana Nazionale della Prevenzione Oncologica

Via Settimana Nazionale della Prevenzione OncologicaRoma, 17 mar. (askanews) – Prende il via domani, sabato 18 marzo, la Settimana Nazionale per la Prevenzione Oncologica, l’appuntamento promosso dalla LILT – Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori in sinergia con il Ministero della Salute che ha l’intento di diffondere la cultura della prevenzione come metodo di vita e di sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza di adottare un corretto stile di vita per vincere i tumori. Fino al 26 marzo le associazioni provinciali della LILT, distribuite in tutta Italia, saranno impegnate a informare, dialogare e diffondere messaggi positivi per incentivare scelte di vita salutari e virtuose, come l’adozione di un regime alimentare sano ed equilibrato, la pratica di una regolare attività fisica e l’astensione dal fumo. Semplici comportamenti che permetterebbero di evitare oltre un terzo dei tumori. Durante la Settimana Nazionale per la Prevenzione Oncologica sarà inoltre possibile effettuare, previa prenotazione al numero verde SOS LILT 800 998877, visite di controllo presso i 397 centri prevenzione e le 106 associazioni provinciali LILT in tutta Italia.
La campagna, che quest’anno ha il volto dello chef stellato Giorgio Locatelli, è stata lanciata questa mattina alla presenza del Ministro della Salute Orazio Schillaci, il quale ha tenuto a ribadire l’impegno del governo e la collaborazione con la LILT nel promuovere la prevenzione oncologica: «La prevenzione oncologica – ha dichiarato il Ministro Schillaci – è un tema al quale fin dall’inizio del mio mandato in questo Dicastero ho dato particolare risalto e attenzione. Con la LILT c’è una sinergia proficua nella battaglia contro le neoplasie, attraverso la promozione della prevenzione primaria, secondaria e terziaria. La prevenzione è centrale nel Piano Oncologico Nazionale che abbiamo approvato di recente e centrali sono le campagne informative, come quelle sugli screening oncologici che abbiamo avviato lo scorso mese da Sanremo. Incoraggiare stili di vita corretti è un impegno comune che oggi va ribadito fortemente, perché una corretta prevenzione primaria può evitare in Italia l’insorgenza di circa 90 mila nuovi casi di cancro ogni anno. Siamo impegnati a portare l’educazione ai corretti stili di vita nelle scuole primarie e secondarie, progetto al quale stiamo lavorando in collaborazione con gli altri Dicasteri interessati. È proprio dalle scuole e dai più giovani che bisogna iniziare, per trasmettere loro la cultura della prevenzione e far capire sin da piccoli quanto è importante avere cura della propria salute».
“Come on ragazzi, muovetevi!” è l’esortazione dello chef Locatelli nella campagna 2023, un invito inteso sia come sprone per praticare attività fisica, ma anche a muoversi verso la direzione di stili di vita sani: «Sono convinto che una dieta sana sia fondamentale per la prevenzione. Lancio quindi un appello al Ministro Schillaci e al presidente Schittulli a continuare questo percorso di educazione sanitaria nelle scuole. Insegnare ai bambini cosa mangiare e quali sono le proprietà dei vari alimenti è una cosa importantissima. La cucina italiana è spesso associata alla Dieta Mediterranea, quindi a una dieta sana ed equilibrata; il nostro impegno è quello di continuare a insistere su questo punto di forza, che ci viene riconosciuto anche all’estero» commenta lo chef Giorgio Locatelli, in collegamento da Londra.
Il concept della campagna SNPO 2023 punta sull’importanza della responsabilità di ognuno di noi nelle scelte quotidiane. Queste infatti, se orientate dalla corretta informazione e dalla giusta consapevolezza, potrebbero essere determinanti per vivere una quotidianità attenta e attiva, caratterizzata da un cambio di abitudini che va nella direzione della salute e dalla prevenzione.
«Ogni giorno 1.071 italiani ricevono una diagnosi di cancro e i decessi quotidiani in Italia per tumore sono 476. Solo con la riduzione dei fattori di rischio, attraverso quindi una corretta prevenzione primaria, potremmo avere il 40% in meno di casi di cancro. È ormai risaputo che la lotta contro il cancro inizia dalle decisioni quotidiane di ciascuno di noi, in particolare da ciò che scegliamo di mettere in tavola ogni giorno. Grazie alla notorietà del testimonial di quest’anno, lo chef Locatelli, ci auspichiamo che il messaggio del valore della prevenzione arrivi a più italiani possibili. Ancora oggi non tutti sanno che le errate abitudini alimentari sono responsabili di 3 casi di tumore su 10. Lo scopo della Settimana Nazionale per la Prevenzione Oncologica è proprio quello di informare e sensibilizzare sulle singole responsabilità, e possibilità, che abbiamo per tenere lontano il rischio di tumori. Ad esempio, per ridurre la probabilità di sviluppare patologie oncologiche, optiamo per un’alimentazione sana e varia, ispirata alla Dieta Mediterranea, con cereali integrali, frutta, verdura, legumi e le dosi raccomandate di olio extravergine di oliva», questo l’intervento del presidente della LILT nazionale Francesco Schittulli.

Operatori sanità pubblica chiedono a Ue adozione urgente del Nutriscore

Operatori sanità pubblica chiedono a Ue adozione urgente del NutriscoreMilano, 17 mar. (askanews) – La European public health association, che rappresenta gli operatori sanitari del settore pubblico europeo, è scesa in campo a favore del Nutriscore (l’etichetta a semaforo), una delle quattro soluzioni per l’etichetta fronte pacco, sulle quali entro fine 2022 avrebbe dovuto esprimersi la Commissione europea. A fronte del rinvio di una proposta da parte della Commissione, l’organizzazione che riunisce associazioni e istituti della sanità pubblica in Europa, lancia un vero e proprio allarme: “Eupha è preoccupata per il fatto che il termine inizialmente annunciato dalla Commissione sia ormai scaduto e non sembra esserci alcuna indicazione formale sulla data in cui la proposta sarà pubblicata – si legge in una nota – Dei quattro schemi di etichette fronte pacco considerati nella valutazione d’impatto iniziale, il Nutriscore è l’unico che soddisfa i criteri scelti, in quanto è semplice, graduato e codificato a colori”.
Le quattro opzioni in campo sono il nutriscore francese, un “indicatore graduato” che assegna un voto complessivo agli alimenti visualizzati attraverso i colori del semaforo; i semafori inglesi, che esprimono una valutazione separata per calorie, zuccheri, sale e grassi saturi, il KeyHole dei Paesi nordici, che viene assegnato agli alimenti più salutari e infine la batteria italiana NutrInform, che fornisce informazioni sulle quantità di sale, grassi, grassi saturi e zuccheri negli alimenti e indica l’incidenza di una porzione di prodotto sul fabbisogno giornaliero.
“Nel maggio 2020, la Commissione europea ha pubblicato la sua strategia Farm to Fork, in cui si è impegnata a proporre un’etichettatura nutrizionale obbligatoria armonizzata sulla parte anteriore della confezione per consentire ai consumatori di fare scelte alimentari informate, sane e sostenibili entro il quarto trimestre del 2022” sottolinea Eupha in una nota schierandosi decisamente a favore della proposta francese del nutriscore: “La sua efficacia in termini di capacità di attrarre l’attenzione dei consumatori, essere percepita favorevolmente, essere ben compresa e avere un impatto sulla qualità nutrizionale degli acquisti è chiara. Dato il peso delle malattie croniche, è urgente un’azione preventiva”. “L’Eupha chiede pertanto alla Commissione di portare avanti le revisioni che si è impegnata a introdurre proponendo una legislazione urgente che richieda l’etichettatura obbligatoria degli alimenti con il Nutriscore in tutta l’Unione europea”..

Giornata mondiale della Felicità, indagine sul mondo del lavoro

Giornata mondiale della Felicità, indagine sul mondo del lavoroMilano, 17 mar. (askanews) – In occasione della Giornata mondiale della Felicità, Glickon, azienda italiana che opera nel settore del mercato software dell’HR tech per medie e grandi aziende, ha lanciato una survey che parte da una domanda: nell’arco della nostra vita trascorriamo oltre 90mila ore lavorando. Ma, in questo tanto tempo che trascorriamo a lavoro, siamo davvero felici?
Si parte da un presupposto: la relazione tra lavoro e felicità è necessaria per l’80% degli intervistati e per la quasi totalità (97%), essere felici, rende anche più produttivi. E poi, ci sono altri dati rassicuranti: ben oltre il 66% si dichiara contento della posizione che occupa. Per il 34% – quella posizione -, rappresenta effettivamente ciò che sognava di fare, mentre il 37% si è adattato, ma si ritiene comunque soddisfatto e sereno.
Parliamo di dati rassicuranti perché, se rapportati allo scenario di questo mercato – sempre più coinvolto da grandi fenomeni sociali, culturali ed economici come Great Resignation, Quite Quitting, Hope Fatigue, etc. – risultano essere molto positivi e incoraggianti. Non c’è quindi da stupirsi se il 46% affermi di essere disposto a cambiare il proprio lavoro, in nome della felicità, anche se dovesse rinunciare a qualcosa in termini economici o di benefit. Troverebbe così spiegazione il 65% che ha ammesso di aver vissuto “con felicità” le proprie dimissioni o il proprio licenziamento. Ma attenzione, seppur il detto “I soldi non fanno la felicità” risulti ancora valido, lo stipendio resta un parametro di felicità importante per il 62% dei partecipanti.
Cosa ci rende però davvero felici del nostro lavoro? In cima a tutto le relazioni con i colleghi e l’ambiente lavorativo (30%), seguite dalle attività specifiche di cui ci si occupa (28%), e da flessibilità, benefit e stipendio (23%). Infine, la valorizzazione del talento e l’attenzione verso il proprio percorso di crescita (19%). Quic’è ampio margine di miglioramento, soprattutto oggi, che è in atto una vera e propria corsa ai talenti: le aziende dovranno essere sempre più attente non solo ad acquisire, ma anche a saper trattenere. Invece, come cambiano i fattori di felicità tra le varie generazioni? Per la Generazione Z e i Millennial, ad esempio, la qualità delle relazioni e la sostenibilità del tempo delle persone è più importante (16%) rispetto alla Generazione X e ai Boomer (12%). Così come la trasparenza e l’etica della realtà per cui si lavora (15% vs 12%). Contrariamente per gli over 40 il benessere psico-fisico (25% vs 20%) risulta essere un elemento più importante insieme alla valorizzazione economica e i benefit (19% vs 17%). Quasi cross-generazionali invece: crescita e sviluppo personale (24% per under 40 vs 22% over 40), che per dato risulta essere il valore di maggior rilievo, e condivisione dei valori del brand o società per cui si lavora (6%).
“Scegli un lavoro che ami, e non dovrai lavorare nemmeno un giorno della tua vita” resta il mantra del 67% degli intervistati, ma alla domanda “Riesci ad avere un buon work-life-balance tanto da renderti felice e serena/o?” Il panel si divide quasi a metà con una leggera maggioranza verso il “NO” (51%). Glickon ha quindi chiesto a Monica Bormetti, psicologa del lavoro che si occupa di formazione e coaching su work-life balance e benessere digitale, 5 consigli per essere più felici o ritrovare la propria felicità partendo da noi stessi: fare dipendere la felicità dal tuo “centro” e non dalle condizioni esterne; coltivare gli ormoni della felicità con relazioni positive; individuare piccoli rituali di benessere per favorire il work-life balance; imparare a trovare “il bello” nelle attività che svolgi e infine accogliere nel proprio percorso professionale le opportunità inaspettate.