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Salario minimo, Nuova Collaborazione: no per domestici e assistenti familiari

Salario minimo, Nuova Collaborazione: no per domestici e assistenti familiariRoma, 16 mar. (askanews) – “Siamo molto preoccupati perché il salario minimo non può essere sostenuto dalle famiglie italiane datrici di lavoro domestico. Considerato l’elevato tasso di denatalità e l’aumento della popolazione anziana, le famiglie si ritrovano da sole a dover svolgere attività di caregiver nei confronti dei bambini piccoli o dei familiari non autosufficienti. In mancanza di politiche di welfare strutturate, i lavoratori domestici sono diventati un punto di riferimento indispensabile per il c.d. lavoro di cura”. Lo dichiara in una nota Alfredo Savia, Presidente Nuova Collaborazione.
“Ma le stesse famiglie non possono di certo sostenere il costo del salario minimo – ad es. a 9 euro – per i lavoratori domestici e gli assistenti familiari. Basti pensare che una badante convivente con orario fino a 54 ore settimanali – costerebbe alla famiglia circa 2.105 € al mese oltre a vitto, alloggio e versamenti contributivi. Mentre una babysitter per un bambino al di sotto dei sei anni con un lungo orario di 40 ore a settimana, – orario necessario se ci sono madri lavoratrici – verrebbe a costare 1.659 € al mese. È chiaro che questi non sono costi sostenibili. Il comparto necessita di “attenzione” e di interventi mirati da parte delle Istituzioni. Eppure, questo settore non è ancora considerato in modo adeguato. Ad esempio, è stato anche escluso dal decreto immigrazione approvato dall’ultimo Consiglio dei Ministri. Come associazione datoriale, facciamo appello alle Istituzioni affinché comprendano flussi migratori continuativi e annuali con quote riservate ai lavoratori domestici. Per sostenere le famiglie dal punto di vista economico chiediamo, inoltre, che il Governo prenda in considerazione anche la deducibilità totale del lavoro domestico per tutte le famiglie che decidono di assumere regolarmente un assistente familiare”, conclude.

A Frascati l’Assemblea dell’Associazione Internazionale della Carità

A Frascati l’Assemblea dell’Associazione Internazionale della CaritàRoma, 16 mar. (askanews) – Si apre martedì 21 marzo a Frascati (Roma) presso il Centro Giovanni XXIII l’Assemblea Internazionale dell’AIC, Associazione Internazionale delle Carità, sul tema: “Cittadini del mondo, in cammino uniti nella speranza”. L’Associazione, che nel 2017 ha festeggiato il quarto secolo di vita essendo stata fondata nel suo nucleo originario nel 1617 a Châtillon in Francia da San Vincenzo de’ Paoli, è oggi una rete internazionale che lotta contro ogni forma di povertà ed esclusione. Questa rete conta oltre 100.000 volontari, principalmente donne, che si impegnano per migliorare la vita delle persone più svantaggiate. Ha membri in 55 paesi in Africa, America Latina, Asia, Europa e Stati Uniti, con oltre 5100 gruppi locali in tutto il mondo. Ogni associazione nazionale ha la propria entità legale ed è responsabile della guida e del coordinamento dei propri gruppi locali, della formazione dei propri membri, della raccolta fondi e dell’advocacy nel proprio paese.
A Frascati oltre 150 delegati di AIC in rappresentanza dei presidenti nazionali e dei direttivi delle varie nazioni si riuniranno, di nuovo in presenza dall’ultima Assemblea internazionale celebratasi a Chatillon nell’agosto 2017, per eleggere il nuovo presidente e per confrontarsi tra l’altro su tre grandi temi: la sostenibilità, il cambiamento climatico, la protezione del Creato. Saranno presentati progetti nazionali e internazionali sorti per affrontare oggi le nuove povertà provocate o esacerbate dalla pandemia nello spirito di un’azione che nasce concertata e si sviluppa in rete, secondo il carisma vincenziano.
Martedì 21 marzo la giornata inaugurale dal tema “Tutti i cittadini responsabili del mondo”: saranno presenti fra gli altri Paolo Beccegato, Vicedirettore vicario della Caritas Italiana, di cui è responsabile dell’Area internazionale, e Vicepresidente della Fondazione Giustizia e Solidarietà della Conferenza Episcopale Italiana, mons. Vincenzo Viva vescovo di Albano e mons. Raffaello Martinelli vescovo di Frascati. Mercoledì 22, giornata dedicata al tema “Lavoro in rete per unire le forze”, i delegati parteciperanno al mattino all’Udienza generale del Santo Padre. Giovedì 23, dal tema “Come reagire alla povertà di oggi?”, saranno presentati alcuni progetti fra i quali l’ “Accompagnamento delle persone senza dimora a La Spezia”. Venerdì 24 marzo, giorno conclusivo dal tema “Il futuro di AIC… agire!”, si terrà l’Assemblea statutaria e l’elezione del nuovo presidente internazionale. Spiega Elena Capra, Presidente GVV, Gruppi di Volontariato Vincenziano, e AIC ITALIA: “Partecipare ad un’assemblea internazionale è molto arricchente per la presenza mondiale che si respira, perché si capisce quanto fortunati siamo. Le nostre povertà sono povertà importanti non c’è dubbio (pensiamo ai migranti, i senza tetto, ecc.) però c’è una rete di volontari in Italia che è presente e ramificata ed essa spesso sostituisce le carenze delle istituzioni. Avere la possibilità di conoscere persone che arrivano da Paesi dove si vivono discriminazioni religiose ed etniche o dove ci sono guerre magari lontane dal clamore dei media è un fatto che allarga mente e cuore. Quello che mi ha colpito se ritorno ai ricordi di Chatillon (ultima assemblea) è la carica di entusiasmo da parte dei volontari, si respira un’aria di gioia e generosità che non ha eguali. Sono persone semplici e con grande cuore. Questo mondo di volontari sotto la “protezione” di San Vincenzo è commovente. Quello che lui ha insegnato è attuale, se seguiamo la sua strada andiamo lontano e siamo sempre avanti, mai un passo indietro. E’ un’atmosfera di festa del dare, delle persone che amano i poveri”.

Teatro sociale, La Delfa: forza straordinaria per i vulnerabili

Teatro sociale, La Delfa: forza straordinaria per i vulnerabiliRoma, 16 mar. (askanews) – “Un ‘non-manuale’ perché è necessario parlare di teatro, non soltanto in maniera accademica, ma raccontando anche metodologie e realtà. Questo è lo scopo, la motivazione che mi ha spinto a scrivere, durante la pandemia, questo libro, frutto di 30 anni di esperienze dirette sul campo in diversi settori dove il teatro diventa sociale, perché parla di società, di individui, di persone. E anche grazie alla pandemia, purtroppo, abbiamo scoperto come possa essere stato importante lavorare con le persone vulnerabili”. Lo ha detto Pascal La Delfa, autore del libro “Il non-manuale dell’operatore di Teatro Sociale” e presidente di “Oltre le Paole” Onlus, a margine della presentazione del testo, avvenuta presso la Sala stampa della Camera dei deputati – alla presenza, tra gli altri, di Federico Mollicone, Presidente della commissione Cultura di Montecitorio, del deputato Raffaele Bruno e del professor Gilberto Scaramuzzo, docente presso l’Università Roma3 -, parlando delle migliaia di operatori di teatro sociale che lavorano in tante realtà della penisola senza avere spesso l’attenzione riservata a realtà più altisonanti e mediaticamente ‘attraenti’.
“Il teatro ha una forza straordinaria nel poter fare questo e nel trasformare le difficoltà in opportunità – ha sottolineato -. Ecco perché crediamo che il teatro nel sociale sia importante e sia importante formare degli operatori che sono sparsi sul territorio italiano, sono migliaia, spesso formatisi in maniera pioneristica, magari all’università, ma senza una connessione reale tra quello che è la teoria e la pratica ed è quella che invece abbiamo tentato di raccontare nel ‘non-manuale’”.
“Grazie a questo ci sono adesso due proposte di legge che parlano di teatro in carcere e noi ci appoggiamo e sosteniamo queste leggi. Crediamo sia importante fare teatro in qualsiasi luogo sia possibile farlo”, ha concluso.

Un italiano su 4 pronto ad abbandonare l’auto per i mezzi pubblici

Un italiano su 4 pronto ad abbandonare l’auto per i mezzi pubbliciMilano, 16 mar. (askanews) – Quasi un 1 italiano su 4 è pronto ad abbandonare l’auto privata per i mezzi pubblici, ma soltanto se comodi e puntuali. E’ quanto emerge dal sondaggio Ipsos-Legambiente “Tipi mobili nelle città italiane” dedicato alle abitudini di mobilità in Italia con un focus sulle grandi città di Roma, Napoli, Firenze, Milano e Torino: una fetta consistente del campione nazionale, pari al 23%, è rappresentato proprio dagli “aperti al pubblico”, ovvero da coloro che userebbero di più i mezzi pubblici e condivisi a fronte di un potenziamento dei servizi e una diminuzione dei costi. A Milano sono il 25%, a Napoli il 24%, a Torino il 23%, a Firenze 18%, a Roma il 16%.
Il 19% del campione nazionale è, invece, rappresentato dagli “obbligati ma insoddisfatti”: quelli che preferiscono camminare o andare in bicicletta perché conviene. Sono disposti a rinunciare del tutto all’auto di proprietà, a fronte di una maggiore sicurezza stradale e un potenziamento dei servizi sharing. Questo gruppo è cresciuto dopo il lockdown e vive soprattutto nelle grandi città, come Roma (27%) e Torino (25%), seguita da Napoli (22%) e Milano (22%) e Firenze (19%). Tra coloro che si muovono tanto (oltre un’ora al giorno in viaggio) nelle periferie e nei piccoli centri prevalgono gli “irriducibili individualisti – mai fermi ma incollati al volante” (14% del campione), che, a Milano si dimezzano in favore degli “attenti per scelta – multimobili e multimodali”, ovvero chi usa in modo prevalente bici, metropolitana e i servizi di sharing (il 13% dei milanesi).
“I dati emersi dalla campagna e dal sondaggio sono chiari: i cittadini sono disposti a cambiare il loro modo di muoversi, ma il trasporto pubblico in Italia è molto al di sotto della media europea, con soltanto un quarto delle metropolitane, treni veloci, linee tranviarie e autobus elettrici rispetto agli altri paesi – commenta Andrea Poggio, responsabile mobilità di Legambiente -. Per rendere le città veramente sostenibili e inclusive, occorre adottare politiche che rendano i quartieri e le città più accessibili in bici e con mezzi elettrici condivisi (con zone a basse emissioni e a pedaggio per le auto private) adottando le nudge policies (o spinte gentili) attraverso incentivi economici, abbonamenti e miglioramenti dei servizi. Queste misure devono andare di pari passo, poiché l’esperienza di tutte le città del mondo dimostra che senza l’una, l’altra non può funzionare”.

Mobilità e smog: città italiane ancora lontane dagli obiettivi 2030

Mobilità e smog: città italiane ancora lontane dagli obiettivi 2030Milano, 16 mar. (askanews) – Le città italiane sono ancora lontane dagli obiettivi di mobilità, riduzione delle emissioni e sicurezza fissati al 2030. E’ quanto emerso, in sintesi, dal bilancio finale di “Clean Cities”, la campagna itinerante di Legambiente che ha messo in luce il ruolo che i capoluoghi italiani possono svolgere per guidare il paese verso una mobilità a zero emissioni. Il tour nazionale ha visitato 18 capoluoghi italiani (Avellino, Bari, Bergamo, Bologna, Catania, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Padova, Palermo, Perugia, Prato, Frosinone, Roma, Torino, Trieste; ai quali si aggiunge la tappa spin off di Taranto) per misurare la distanza tra le attuali politiche di mobilità e quelle necessarie per raggiungere gli obiettivi prefissati al 2030.
Tutte le città monitorate superano i futuri limiti di legge per la qualità dell’aria e presentato ritardi rispetto agli indici di sicurezza e all’implementazione di servizi e infrastrutture di mobilità sostenibile. Tuttavia, ci sono notevoli differenze territoriali. Per esempio, Catania, Perugia, Avellino e Roma hanno i tassi di motorizzazione più elevati, mentre solo Milano e Genova si avvicinano al limite UE di 35 auto ogni 100 abitanti. Troppe città hanno registrato un numero elevato di feriti e morti in incidenti stradali, superiori alla media nazionale e sono lontane dagli obiettivi di dimezzamento delle vittime della strada al 2030 stabilito dal Piano Nazionale Sicurezza Stradale. Inoltre, spesso presentano una scarsa offerta di trasporto pubblico e mancano di alternative adeguate come i mezzi in sharing. Tendenza ravvisabile, soprattutto ad Avellino, Palermo, Prato, Perugia, Pescara, Catania e Napoli. Per quanto riguarda l’estensione della rete stradale a velocità ridotta (30 km/h), in generale si è molto lontani dagli obiettivi indicativi che Legambiente propone al 2030, pari all’80% delle strade urbane.
“Le città italiane devono compiere un importante cambiamento per diventare più vivibili e meno inquinate, ponendo al centro della loro strategia la mobilità pubblica, condivisa, elettrica, attiva e intermodale – commenta Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – Mentre il governo sembra muoversi in direzione opposta, decisamente anacronistica rispetto agli obiettivi comunitari di riduzione delle emissioni – tra cui il phase-out delle auto alimentate da combustibili fossili – le città hanno la responsabilità e il potere di fare la differenza. Possono diventare veri motori di cambiamento, rispondendo finalmente alle esigenze di tutti i cittadini e posizionando il nostro Paese tra i più avanzati dell’Unione Europea. In particolare, le 9 città pioniere – Bergamo, Bologna, Firenze, Milano, Padova, Parma, Prato, Roma e Torino – incluse nella Missione per la Neutralità Climatica devono definire un percorso chiaro per raggiungere l’obiettivo del net-zero entro 7 anni”.

Barilla porta la pasta al bronzo in tre ristoranti romani

Barilla porta la pasta al bronzo in tre ristoranti romaniMilano, 16 mar. (askanews) – Barilla porta la sua ultima innovazione in fatto di pasta nei ristoranti romani. Al bronzo infatti entra nei menù di tre locali della Capitale Assuntina a Testaccio, Ripa 12 e Osteria Circo, situati a Trastevere e Testaccio. Proprio gli spaghetti della linea trafilata al bronzo si sono aggiudicati il primo posto nella classifica di Altroconsumo e il primo posto ex aequo in quella stilata da Il Salvagente, le due associazioni a tutela dei consumatori.
Con questo progetto sarà possibile mangiare la pasta Al bronzo non solo a casa ma anche al ristorante, nella versione “cacio e pepe con gamberi rossi profumati al lime” da Assuntina a Testaccio, alla carbonara di tonno e al sugo di vegetali e basilico da Ripa 12 durante l’aperipasta, o col pesce spada nel menù del ristorante, o ancora delle linguine ai carciofi in due consistenze, guanciale iberico croccante e olio alla mentuccia all’Osteria Circo, situata di fronte al Circo Massimo.

Vino, Ais Veneto: Kristian Ghedina eletto sommelier ad honorem

Vino, Ais Veneto: Kristian Ghedina eletto sommelier ad honoremMilano, 16 mar. (askanews) – Il campione italiano di sci alpino, nonché pilota automobilistico, Kristian Ghedina è stato eletto sommelier ad honorem dall’Associazione italiana sommelier (Ais). Il titolo gli è stato assegnato “per il suo impegno per la promozione della Valle d’Ampezzo e per essersi adoperato nel progetto solidale di ‘Alba Vitae’, l’iniziativa benefica annuale di Ais Veneto che ogni anno sostiene una realtà sociale del territorio attraverso la vendita di una tiratura limitata di alcuni dei migliori vini della regione”. La proposta di assegnare il riconoscimento è stata avanzata dalla delegazione veneta dell’Ais al direttivo nazionale, che l’ha immediatamente accolta.
La consegna del diploma allo sciatore bellunese con tre medaglie iridate e tredici gare in Coppa del mondo, è avvenuta a Cortina d’Ampezzo, dove Ghedina è cresciuto e tuttora risiede. “Kristian rappresenta a pieno titolo un ambasciatore del territorio – ha dichiarato il presidente di Ais Veneto, Gianpaolo Breda – incarnando la tradizione dell’ospitalità e la cultura della ristorazione ampezzane, ben note anche oltre i confini nazionali”.
“Sono onorato del titolo di Sommelier ad honorem e del fatto che il mio nome sia associato alla promozione del paese a cui appartengo: quello per Cortina è un sentimento profondo, che mi lega da sempre a questi luoghi” ha affermato il neo sommelier ad honorem, aggiungendo “condivido con i soci Ais l’amore per le cose buone, fatte con cura, come lo è spesso il vino, capace di unire persone e culture diverse”.

Covid, Schillaci: sia occasione per rilancio del Ssn

Covid, Schillaci: sia occasione per rilancio del SsnMilano, 16 mar. (askanews) – “La storia insegna che cambiamenti più significativi vengono innescati dalle crisi più profonde. L’esperienza del Covid può e deve rappresentare l’occasione di rilancio e di rafforzamento del Ssn”. Lo ha detto il ministro della Salute, Orazio Schillaci, intervenendo a Montecitorio a un evento promosso in vista la Giornata internazionale in memoria delle vittime dell’epidemia di Coronavirus che si celebra il 18 marzo.
“L’Italia – ha osservato Schillaci – è stata la prima nazione in occidente ad essere colpita dall’emergenza Covid con medici e sanitari che con profondo spirito di sacrificio hanno affrontato in prima linea una sfida durissima, anche a costo della vita. Ma la pandemia nella sua drammaticità ha radicato la consapevolezza della centralità della salute”.
Ecco perchè “terminata l’emergenza, è il momento di guardare al domani”, ha evidenziato il ministro convinto che sia “prioritario investire sul capitale umano del Sss” e in particolare sui “pronto soccorso dove ogni giorno si offrontano situazioni ad alti livelli di stress. La valorizzazione capitale umano sarà la prova più eloquente di aver compreso la lezione rel Covid”.
La sfida, ha puntualizzato ancora Schillaci, è “costruire una sanità capace di rispondere in maniera appropriata ai bisogni di ciascuno con attività di prevenzione e con rafforzamento della medicina territoriale. Bisogna realizzare un’integrazione efficace tra ospedale e territorio” con l’obiettivo di “superare quelle criticità e quelle disuguaglianze che pandemia ha acuito. Dobbiamo fare in modo che tutti abbiamo le stesse possibilità di prevenzione, cura e assistenza. L’Italia ha centrato tutti gli obiettivi del Pnrr per il 2022 e stiamo lavorando anche per raggiungere traguardi previsti anche per l’anno in corso”, ha concluso.

Sanità, Schillaci: 150 milioni euro annui per rimborso farmaci SSN

Sanità, Schillaci: 150 milioni euro annui per rimborso farmaci SSNRoma, 16 mar. (askanews) – “I tempi sono maturi per rivedere il sistema di remunerazione delle farmacie e dell’intera filiera che da anni deve essere aggiornato. In questo ambito voglio ricordare l’adozione del decreto ministeriale attualmente all’esame della Conferenza Stato-Regione relativo al riparto della remunerazione aggiuntiva riconosciuta alle farmacie nei limiti di 150 milioni di euro annui per il rimborso dei farmaci erogati nel Servizio Sanitario Nazionale e che è prevista nella legge di bilancio approvata lo scorso dicembre”. Lo ha annunciato il Ministro della Salute, Orazio Schillaci, intervenendo al Convegno della Fofi, Federazione Ordini Farmacisti Italiani, “Il farmacista nella percezione degli italiani dopo la pandemia: Presentazione dell’indagine Ipsos”.
“I risultati della ricerca Ipsos – ha sottolineato Schillaci – confermano che il farmacista, negli ultimi tre anni, è diventato sempre più percepito come una figura di riferimento soprattutto per la popolazione più adulta. La pandemia ha sollecitato la necessità di un cambio di passo del nostro Servizio Sanitario e ha innescato nelle farmacie un cambiamento già in atto in risposta ai mutamenti epidemiologici avvenuti”.
Il ruolo delle farmacie, dunque, “è prezioso per la nostra nazione” che può contare “sulla capillarità delle farmacie che con grande tempestività hanno saputo superare non poche difficoltà e riorganizzarsi per offrire tamponi e vaccini” durante il periodo del Covid.

Giornata Mondiale del Sonno: al Gemelli open day con esperti

Giornata Mondiale del Sonno: al Gemelli open day con espertiMilano, 16 mar. (askanews) – Il sonno è un’attività importantissima che occupa più di un terzo della nostra vita ed è fondamentale per la nostra salute e il nostro benessere. “Una persona che non dorme – ricorda Giulio Gasparini, Professore Associato di Chirurgia maxillo-facciale, Università Cattolica, e Responsabile UOS di Chirurgia Preprotesica, presso la UOC Chirurgia maxillo-facciale, della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS diretta dal Professor Alessandro Moro – ha lo stesso livello di attenzione di una persona che ha bevuto un litro di vino; mettersi alla guida dopo una notte di sonno disturbato può dunque avere conseguenze fatali. Da molti anni ci occupiamo di sonno con un team multidisciplinare composto da colleghi neurologi, pneumologi, otorinolaringoiatri e odontoiatri. E il 17 marzo, come da tradizione, organizziamo un Open Day dedicato alle persone con qualsiasi disturbo del sonno (insonnia, russamento, apnee, risveglio precoce con difficoltà a riaddormentarsi) che possono venire presso l’Ambulatorio della Chirurgia Maxillo Facciale (stanza 560, 5° piano, ala D) per fare una visita di orientamento, che consentirà poi di indirizzarle verso l’ambulatorio che si occupa di quella problematica specifica. L’accesso all’ambulatorio sarà consentito dalle 9.00 alle 17.00, previa prenotazione. In caso di grande affluenza i pazienti saranno ricontattati per una programmazione delle visite nei vari ambulatori nei giorni successivi”.
Tra i grandi problemi del sonno, molto importante è la sindrome delle apnee ostruttive del sonno (OSAS), che, nella popolazione generale, ha una prevalenza del 2-30%. “Si tratta di un problema sommerso – spiega il professor Gasparini – perché spesso le OSAS, come anche il russamento (peraltro spesso presente nel paziente con OSAS) toccano lintimo della persona, che ha difficoltà ad accettare il problema e a cercare aiuto. Chi dorme da solo poi può non accorgersi del problema. Ma le OSAS vanno affrontate perché possono dare problemi gravissimi. Basti pensare che le persone con OSAS gravi hanno un rischio di morire 5 volte maggiore della popolazione generale nei 5 anni successivi, se la patologia non viene trattata. Il pericolo è molto alto soprattutto per alcune categorie di lavoratori, come chi lavora alla guida di un taxi o di un camion; si calcola che il 40% degli incidenti stradali sia dovuto al colpo di sonno, evenienza frequente nei pazienti con OSAS”.