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Accordo Piemonte-Bosnia Erzegovina per lotta ai tumori femminili

Accordo Piemonte-Bosnia Erzegovina per lotta ai tumori femminiliRoma, 16 mar. (askanews) – La Regione Piemonte, attraverso l’assessore alla Cooperazione Internazionale Maurizio Marrone e l’assessore alla Sanità Luigi Genesio Icardi, ha sottoscritto oggi a Zenica un nuovo protocollo di cooperazione e partenariato in ambito sanitario con il Cantone di Zenica-Doboj in Bosnia Erzegovina.
Il protocollo darà nuovo slancio alla collaborazione tra le due istituzioni, risalente al 1995, che ha già visto realizzare nel paese importanti progettualità per la lotta ai tumori, in particolare femminili, anche grazie alla partecipazione dell’A.O.U. Città della Salute e della Scienza di Torino e dell’Ong RE.TE.
“Grazie agli investimenti, agli incontri, alle verifiche, al compimento dei diversi iter formativi del personale e alla progettazione di percorsi diagnostico terapeutici svoltisi in questi anni di lavoro comune, oggi l’Ospedale Cantonale di Zenica può disporre di un Servizio di Oncologia e di un Servizio di Radioterapia dotati di posti letto di ricovero ordinario, di day hospital e di spazi dedicati all’attività ambulatoriale, oltre alla dotazione di strumentazioni tecnico scientifiche all’avanguardia – ha dichiarato l’assessore alla Sanità Luigi Icardi -. Un percorso che in questo Cantone ha condotto all’attivazione di un progetto pilota di una rete oncologica secondo il modello della Rete Oncologica del Piemonte e della Valle d’Aosta da estendere progressivamente ad altri cantoni della Bosnia-Erzegovina, con la Città della Salute e della Scienza di Torino chiamata a fornire tutta la sua competenza nella realizzazione dei programmi di screening. In Bosnia Erzegovina i tassi di incidenza e mortalità di questi tumori sono fino a tre volte superiori a quelli dei Paesi europei, ragione per cui l’opera che si sta svolgendo sul fronte della prevenzione e della cura risulta particolarmente importante e apprezzata dalla comunità locale. Sappiamo come la Bosnia viva una realtà molto complessa, ma siamo certi che attraverso la Sanità si possano gettare ponti di promozione sociale di fondamentale importanza per il futuro di questo Paese”.
“Come Regione Piemonte siamo orgogliosi del lavoro svolto in questi anni in Bosnia Erzegovina – dichiara l’assessore alla Cooperazione internazionale Maurizio Marrone -. I Balcani sono un’area su cui l’attenzione e il sostegno devono rimanere alti. Sono sicuro che iniziative di questo tipo abbiano contribuito, e contribuiranno, a costruire ponti tra comunità diverse, orgogliose della propria identità, ma unite nel nome della pace. Grazie alla cooperazione piemontese gli screening per la prevenzione dei tumori al seno stanno entrando nella mentalità accettata dalla popolazione femminile bosgnacca anche di fede musulmana, nell’orizzonte di avvicinamento culturale del paese all’Europa”.
Gli assessori regionali Marrone e Icardi, insieme ad alcuni medici piemontesi impegnati nel progetto e ai rappresentanti degli enti partner hanno visitato l’ospedale di Zenica, accolti dalle autorità locali.
Nel dettaglio: Con i finanziamenti concessi dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo, dal 2017 è stato condotto nel Cantone di Zenica-Doboj un progetto pilota di screening del tumore della mammella che serve come caso studio a tutti i centri per l’adattamento delle loro attuali procedure verso uno standard comune. Le attività sono state condotte coinvolgendo i soggetti dei rispettivi territori facenti parte di un partenariato che ha già garantito il raggiungimento di importanti risultati, come la predisposizione di un Programma di Screening dei tumori del collo dell’utero e l’istituzione di un Polo Oncologico presso l’Ospedale Cantonale funzionalmente collegato alla Rete Oncologica del Piemonte e della Valle d’Aosta. Attualmente l’Ospedale Cantonale di Zenica, grazie alla collaborazione con la Rete Oncologica del Piemonte funziona regolarmente e può disporre di un Servizio di Oncologia e di un Servizio di Radioterapia provvisti di posti letto di ricovero ordinario, di day hospital e di spazi dedicati all’attività ambulatoriale, oltre alla dotazione delle strumentazioni tecnico scientifiche all’avanguardia. Altresì, in collaborazione con Ministero della Salute del Cantone di Zenica/Doboj è stato realizzato, sotto la gestione dell’Istituto per la Salute e la Sicurezza alimentare di Zenica, ed in collaborazione con gli ambulatori territoriali e gli ospedali del Cantone, un programma di screening mammografico. 7.000 donne nei Cantoni di Tuzla, Mostar, Sarajevo e Zenica/Doboj sono state raggiunte dalla campagna di informazione e sensibilizzazione promossa da RE.TE Ong e dai suoi partner, con l’obiettivo di aumentare la consapevolezza femminile intorno alla prevenzione oncologica e al diritto alla salute.

Polignano a Mare, consegnato premio città più accogliente al mondo 2023

Polignano a Mare, consegnato premio città più accogliente al mondo 2023Roma, 16 mar. (askanews) – Nella scenografica sede del Museo di Arte Contemporanea “Pino Pascali”, si è tenuta oggi la premiazione dei Traveller Review Awards di Booking.com che ha visto assegnare a Polignano a Mare, il primo posto in assoluto come città più accogliente al mondo per il 2023. La vittoria annunciata lo scorso 24 gennaio – risultato di oltre 240 milioni di recensioni globali verificate rilasciate sulla piattaforma Booking.com dai propri clienti- è stato lo spunto per l’evento tenutosi oggi dal titolo “Accoglienza e digitale. Binomio vincente per la promozione del territorio” che ha puntato i riflettori sul successo di Polignano a Mare durante una più ampia discussione sull’importanza della digitalizzazione nel settore turistico per la valorizzazione del territorio.
Un momento di confronto sull’importanza di “fare sistema” nel settore turistico per la valorizzazione del territorio a cui hanno partecipato Michele Emiliano, presidente della Regione Puglia, Antonio Decaro, sindaco di Bari e Presidente di ANCI, Gianfranco Lopane, assessore regionale al Turismo, Sviluppo e Impresa turistica della Regione Puglia, e Manuela Vitulli, scrittrice e blogger pugliese molto amata dalla sua regione. A fare gli onori di casa il sindaco di Polignano a Mare, Vito Carrieri, insieme ad Alessandro Callari, Regional Manager di Booking.com.
I Traveller Review Awards nati undici anni fa, rappresentano l’impegno di Booking.com nel sostenere i propri partner – rappresentati da hotel, appartamenti, attrazioni locali tutti prenotabili sulla piattaforma – e contribuire a migliorare la conoscenza delle destinazioni e dell’ampia ospitalità offerta a tutti i viaggiatori.
“Celebrare il riconoscimento di Booking.com per Polignano vuol dire per noi tutti rinnovare il patto antico dei pugliesi con la bellezza e con la propria vocazione ad essere da sempre una terra di frontiera, ospitale e accogliente, una finestra aperta sul Mediterraneo che non ha paura di questo specchio d’acqua che le bagna i fianchi, ma anzi lo considera una benedizione e un’opportunità”, commenta il presidente Michele Emiliano.
(segue)

A Villa San Giovanni germoglia l’orto-frutteto solidale di P&G

A Villa San Giovanni germoglia l’orto-frutteto solidale di P&G

In casa-famiglia per Dopo di noi. Vi vivranno ragazzi con sindrome Down

Roma, 16 mar. (askanews) – Realizzato da Procter & Gamble con il supporto tecnico di AzzeroCO2, nell’ambito di “P&G per l’Italia”, il più vasto programma di cittadinanza d’impresa mai avviato nel nostro Paese dall’azienda, con cui sta realizzando progetti concreti di responsabilità sociale e ambientale su tutto il territorio nazionale, l’Orto-Frutteto Solidale di Villa San Giovanni (60 piante e alberi da frutto) è gestito dalla Cooperativa “Rose Blu” Onlus, che si occupa di offrire supporto alle persone con disabilità mentali attraverso attività formative, ricreative e occupazionali. La Cooperativa “Rose Blu” Onlus ha trasformato una villa sequestrata alla ‘Ndragheta in una casa famiglia per il “Dopo di noi”, dove presto vivranno sei ragazze e ragazzi con Sindrome di Down, orfani o con genitori che non hanno la possibilità di prendersene cura, che già frequentano il centro diurno della onlus. Sono proprio loro, affiancati dai volontari, a portare avanti i lavori tra le 60 piante di arance, limoni, corbezzoli, mandarini, carrubi, ciliegi e kiwi del Frutteto che si estende per circa 1.000 mq nel giardino che circonda la villa. Un vero e proprio progetto di agricoltura sociale, che, oltre a contribuire al sostentamento della Cooperativa attraverso la vendita dei prodotti dell’orto-frutteto e dei suoi derivati, promuove l’integrazione attraverso attività di socializzazione per bambini e bambine con disabilità. «Il 21 marzo è la Giornata Mondiale della Sindrome di Down, istituita dall’ONU per promuovere una società inclusiva per tutti. Un obiettivo che condividiamo pienamente e verso cui tendono numerosi dei progetti di “P&G per l’Italia”, a partire proprio da quello degli Orto-Frutteti Solidali, che coniugano la tutela della biodiversità, la valorizzazione dei territori e l’inclusione sociale lavorativa – spiega Riccardo Calvi, Direttore Comunicazione di P&G Italia -. In particolare, il Frutteto Solidale di Villa San Giovanni, che occupa giovani con Sindrome di Down, è un meraviglioso esempio di come la collaborazione tra Cooperative, aziende ed enti possa creare un grande valore non solo per i diretti beneficiari, ma per l’intera comunità. Per questo siamo estremamente felici di continuare il nostro viaggio insieme ad AzzeroCO2, con cui abbiamo realizzato finora 23 Orto-Frutteti Solidali coprendo tutta Italia, e di poter collaborare in questa occasione con la Cooperativa Rose Blu ma in generale con tutte le altre realtà che si impegnano per favorire, attraverso l’inclusione e il lavoro, l’autonomia di tante persone a rischio di marginalità sociale».

Salario minimo, Nuova Collaborazione: no per domestici e assistenti familiari

Salario minimo, Nuova Collaborazione: no per domestici e assistenti familiariRoma, 16 mar. (askanews) – “Siamo molto preoccupati perché il salario minimo non può essere sostenuto dalle famiglie italiane datrici di lavoro domestico. Considerato l’elevato tasso di denatalità e l’aumento della popolazione anziana, le famiglie si ritrovano da sole a dover svolgere attività di caregiver nei confronti dei bambini piccoli o dei familiari non autosufficienti. In mancanza di politiche di welfare strutturate, i lavoratori domestici sono diventati un punto di riferimento indispensabile per il c.d. lavoro di cura”. Lo dichiara in una nota Alfredo Savia, Presidente Nuova Collaborazione.
“Ma le stesse famiglie non possono di certo sostenere il costo del salario minimo – ad es. a 9 euro – per i lavoratori domestici e gli assistenti familiari. Basti pensare che una badante convivente con orario fino a 54 ore settimanali – costerebbe alla famiglia circa 2.105 € al mese oltre a vitto, alloggio e versamenti contributivi. Mentre una babysitter per un bambino al di sotto dei sei anni con un lungo orario di 40 ore a settimana, – orario necessario se ci sono madri lavoratrici – verrebbe a costare 1.659 € al mese. È chiaro che questi non sono costi sostenibili. Il comparto necessita di “attenzione” e di interventi mirati da parte delle Istituzioni. Eppure, questo settore non è ancora considerato in modo adeguato. Ad esempio, è stato anche escluso dal decreto immigrazione approvato dall’ultimo Consiglio dei Ministri. Come associazione datoriale, facciamo appello alle Istituzioni affinché comprendano flussi migratori continuativi e annuali con quote riservate ai lavoratori domestici. Per sostenere le famiglie dal punto di vista economico chiediamo, inoltre, che il Governo prenda in considerazione anche la deducibilità totale del lavoro domestico per tutte le famiglie che decidono di assumere regolarmente un assistente familiare”, conclude.

A Frascati l’Assemblea dell’Associazione Internazionale della Carità

A Frascati l’Assemblea dell’Associazione Internazionale della CaritàRoma, 16 mar. (askanews) – Si apre martedì 21 marzo a Frascati (Roma) presso il Centro Giovanni XXIII l’Assemblea Internazionale dell’AIC, Associazione Internazionale delle Carità, sul tema: “Cittadini del mondo, in cammino uniti nella speranza”. L’Associazione, che nel 2017 ha festeggiato il quarto secolo di vita essendo stata fondata nel suo nucleo originario nel 1617 a Châtillon in Francia da San Vincenzo de’ Paoli, è oggi una rete internazionale che lotta contro ogni forma di povertà ed esclusione. Questa rete conta oltre 100.000 volontari, principalmente donne, che si impegnano per migliorare la vita delle persone più svantaggiate. Ha membri in 55 paesi in Africa, America Latina, Asia, Europa e Stati Uniti, con oltre 5100 gruppi locali in tutto il mondo. Ogni associazione nazionale ha la propria entità legale ed è responsabile della guida e del coordinamento dei propri gruppi locali, della formazione dei propri membri, della raccolta fondi e dell’advocacy nel proprio paese.
A Frascati oltre 150 delegati di AIC in rappresentanza dei presidenti nazionali e dei direttivi delle varie nazioni si riuniranno, di nuovo in presenza dall’ultima Assemblea internazionale celebratasi a Chatillon nell’agosto 2017, per eleggere il nuovo presidente e per confrontarsi tra l’altro su tre grandi temi: la sostenibilità, il cambiamento climatico, la protezione del Creato. Saranno presentati progetti nazionali e internazionali sorti per affrontare oggi le nuove povertà provocate o esacerbate dalla pandemia nello spirito di un’azione che nasce concertata e si sviluppa in rete, secondo il carisma vincenziano.
Martedì 21 marzo la giornata inaugurale dal tema “Tutti i cittadini responsabili del mondo”: saranno presenti fra gli altri Paolo Beccegato, Vicedirettore vicario della Caritas Italiana, di cui è responsabile dell’Area internazionale, e Vicepresidente della Fondazione Giustizia e Solidarietà della Conferenza Episcopale Italiana, mons. Vincenzo Viva vescovo di Albano e mons. Raffaello Martinelli vescovo di Frascati. Mercoledì 22, giornata dedicata al tema “Lavoro in rete per unire le forze”, i delegati parteciperanno al mattino all’Udienza generale del Santo Padre. Giovedì 23, dal tema “Come reagire alla povertà di oggi?”, saranno presentati alcuni progetti fra i quali l’ “Accompagnamento delle persone senza dimora a La Spezia”. Venerdì 24 marzo, giorno conclusivo dal tema “Il futuro di AIC… agire!”, si terrà l’Assemblea statutaria e l’elezione del nuovo presidente internazionale. Spiega Elena Capra, Presidente GVV, Gruppi di Volontariato Vincenziano, e AIC ITALIA: “Partecipare ad un’assemblea internazionale è molto arricchente per la presenza mondiale che si respira, perché si capisce quanto fortunati siamo. Le nostre povertà sono povertà importanti non c’è dubbio (pensiamo ai migranti, i senza tetto, ecc.) però c’è una rete di volontari in Italia che è presente e ramificata ed essa spesso sostituisce le carenze delle istituzioni. Avere la possibilità di conoscere persone che arrivano da Paesi dove si vivono discriminazioni religiose ed etniche o dove ci sono guerre magari lontane dal clamore dei media è un fatto che allarga mente e cuore. Quello che mi ha colpito se ritorno ai ricordi di Chatillon (ultima assemblea) è la carica di entusiasmo da parte dei volontari, si respira un’aria di gioia e generosità che non ha eguali. Sono persone semplici e con grande cuore. Questo mondo di volontari sotto la “protezione” di San Vincenzo è commovente. Quello che lui ha insegnato è attuale, se seguiamo la sua strada andiamo lontano e siamo sempre avanti, mai un passo indietro. E’ un’atmosfera di festa del dare, delle persone che amano i poveri”.

Teatro sociale, La Delfa: forza straordinaria per i vulnerabili

Teatro sociale, La Delfa: forza straordinaria per i vulnerabiliRoma, 16 mar. (askanews) – “Un ‘non-manuale’ perché è necessario parlare di teatro, non soltanto in maniera accademica, ma raccontando anche metodologie e realtà. Questo è lo scopo, la motivazione che mi ha spinto a scrivere, durante la pandemia, questo libro, frutto di 30 anni di esperienze dirette sul campo in diversi settori dove il teatro diventa sociale, perché parla di società, di individui, di persone. E anche grazie alla pandemia, purtroppo, abbiamo scoperto come possa essere stato importante lavorare con le persone vulnerabili”. Lo ha detto Pascal La Delfa, autore del libro “Il non-manuale dell’operatore di Teatro Sociale” e presidente di “Oltre le Paole” Onlus, a margine della presentazione del testo, avvenuta presso la Sala stampa della Camera dei deputati – alla presenza, tra gli altri, di Federico Mollicone, Presidente della commissione Cultura di Montecitorio, del deputato Raffaele Bruno e del professor Gilberto Scaramuzzo, docente presso l’Università Roma3 -, parlando delle migliaia di operatori di teatro sociale che lavorano in tante realtà della penisola senza avere spesso l’attenzione riservata a realtà più altisonanti e mediaticamente ‘attraenti’.
“Il teatro ha una forza straordinaria nel poter fare questo e nel trasformare le difficoltà in opportunità – ha sottolineato -. Ecco perché crediamo che il teatro nel sociale sia importante e sia importante formare degli operatori che sono sparsi sul territorio italiano, sono migliaia, spesso formatisi in maniera pioneristica, magari all’università, ma senza una connessione reale tra quello che è la teoria e la pratica ed è quella che invece abbiamo tentato di raccontare nel ‘non-manuale’”.
“Grazie a questo ci sono adesso due proposte di legge che parlano di teatro in carcere e noi ci appoggiamo e sosteniamo queste leggi. Crediamo sia importante fare teatro in qualsiasi luogo sia possibile farlo”, ha concluso.

Un italiano su 4 pronto ad abbandonare l’auto per i mezzi pubblici

Un italiano su 4 pronto ad abbandonare l’auto per i mezzi pubbliciMilano, 16 mar. (askanews) – Quasi un 1 italiano su 4 è pronto ad abbandonare l’auto privata per i mezzi pubblici, ma soltanto se comodi e puntuali. E’ quanto emerge dal sondaggio Ipsos-Legambiente “Tipi mobili nelle città italiane” dedicato alle abitudini di mobilità in Italia con un focus sulle grandi città di Roma, Napoli, Firenze, Milano e Torino: una fetta consistente del campione nazionale, pari al 23%, è rappresentato proprio dagli “aperti al pubblico”, ovvero da coloro che userebbero di più i mezzi pubblici e condivisi a fronte di un potenziamento dei servizi e una diminuzione dei costi. A Milano sono il 25%, a Napoli il 24%, a Torino il 23%, a Firenze 18%, a Roma il 16%.
Il 19% del campione nazionale è, invece, rappresentato dagli “obbligati ma insoddisfatti”: quelli che preferiscono camminare o andare in bicicletta perché conviene. Sono disposti a rinunciare del tutto all’auto di proprietà, a fronte di una maggiore sicurezza stradale e un potenziamento dei servizi sharing. Questo gruppo è cresciuto dopo il lockdown e vive soprattutto nelle grandi città, come Roma (27%) e Torino (25%), seguita da Napoli (22%) e Milano (22%) e Firenze (19%). Tra coloro che si muovono tanto (oltre un’ora al giorno in viaggio) nelle periferie e nei piccoli centri prevalgono gli “irriducibili individualisti – mai fermi ma incollati al volante” (14% del campione), che, a Milano si dimezzano in favore degli “attenti per scelta – multimobili e multimodali”, ovvero chi usa in modo prevalente bici, metropolitana e i servizi di sharing (il 13% dei milanesi).
“I dati emersi dalla campagna e dal sondaggio sono chiari: i cittadini sono disposti a cambiare il loro modo di muoversi, ma il trasporto pubblico in Italia è molto al di sotto della media europea, con soltanto un quarto delle metropolitane, treni veloci, linee tranviarie e autobus elettrici rispetto agli altri paesi – commenta Andrea Poggio, responsabile mobilità di Legambiente -. Per rendere le città veramente sostenibili e inclusive, occorre adottare politiche che rendano i quartieri e le città più accessibili in bici e con mezzi elettrici condivisi (con zone a basse emissioni e a pedaggio per le auto private) adottando le nudge policies (o spinte gentili) attraverso incentivi economici, abbonamenti e miglioramenti dei servizi. Queste misure devono andare di pari passo, poiché l’esperienza di tutte le città del mondo dimostra che senza l’una, l’altra non può funzionare”.

Mobilità e smog: città italiane ancora lontane dagli obiettivi 2030

Mobilità e smog: città italiane ancora lontane dagli obiettivi 2030Milano, 16 mar. (askanews) – Le città italiane sono ancora lontane dagli obiettivi di mobilità, riduzione delle emissioni e sicurezza fissati al 2030. E’ quanto emerso, in sintesi, dal bilancio finale di “Clean Cities”, la campagna itinerante di Legambiente che ha messo in luce il ruolo che i capoluoghi italiani possono svolgere per guidare il paese verso una mobilità a zero emissioni. Il tour nazionale ha visitato 18 capoluoghi italiani (Avellino, Bari, Bergamo, Bologna, Catania, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Padova, Palermo, Perugia, Prato, Frosinone, Roma, Torino, Trieste; ai quali si aggiunge la tappa spin off di Taranto) per misurare la distanza tra le attuali politiche di mobilità e quelle necessarie per raggiungere gli obiettivi prefissati al 2030.
Tutte le città monitorate superano i futuri limiti di legge per la qualità dell’aria e presentato ritardi rispetto agli indici di sicurezza e all’implementazione di servizi e infrastrutture di mobilità sostenibile. Tuttavia, ci sono notevoli differenze territoriali. Per esempio, Catania, Perugia, Avellino e Roma hanno i tassi di motorizzazione più elevati, mentre solo Milano e Genova si avvicinano al limite UE di 35 auto ogni 100 abitanti. Troppe città hanno registrato un numero elevato di feriti e morti in incidenti stradali, superiori alla media nazionale e sono lontane dagli obiettivi di dimezzamento delle vittime della strada al 2030 stabilito dal Piano Nazionale Sicurezza Stradale. Inoltre, spesso presentano una scarsa offerta di trasporto pubblico e mancano di alternative adeguate come i mezzi in sharing. Tendenza ravvisabile, soprattutto ad Avellino, Palermo, Prato, Perugia, Pescara, Catania e Napoli. Per quanto riguarda l’estensione della rete stradale a velocità ridotta (30 km/h), in generale si è molto lontani dagli obiettivi indicativi che Legambiente propone al 2030, pari all’80% delle strade urbane.
“Le città italiane devono compiere un importante cambiamento per diventare più vivibili e meno inquinate, ponendo al centro della loro strategia la mobilità pubblica, condivisa, elettrica, attiva e intermodale – commenta Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – Mentre il governo sembra muoversi in direzione opposta, decisamente anacronistica rispetto agli obiettivi comunitari di riduzione delle emissioni – tra cui il phase-out delle auto alimentate da combustibili fossili – le città hanno la responsabilità e il potere di fare la differenza. Possono diventare veri motori di cambiamento, rispondendo finalmente alle esigenze di tutti i cittadini e posizionando il nostro Paese tra i più avanzati dell’Unione Europea. In particolare, le 9 città pioniere – Bergamo, Bologna, Firenze, Milano, Padova, Parma, Prato, Roma e Torino – incluse nella Missione per la Neutralità Climatica devono definire un percorso chiaro per raggiungere l’obiettivo del net-zero entro 7 anni”.

Barilla porta la pasta al bronzo in tre ristoranti romani

Barilla porta la pasta al bronzo in tre ristoranti romaniMilano, 16 mar. (askanews) – Barilla porta la sua ultima innovazione in fatto di pasta nei ristoranti romani. Al bronzo infatti entra nei menù di tre locali della Capitale Assuntina a Testaccio, Ripa 12 e Osteria Circo, situati a Trastevere e Testaccio. Proprio gli spaghetti della linea trafilata al bronzo si sono aggiudicati il primo posto nella classifica di Altroconsumo e il primo posto ex aequo in quella stilata da Il Salvagente, le due associazioni a tutela dei consumatori.
Con questo progetto sarà possibile mangiare la pasta Al bronzo non solo a casa ma anche al ristorante, nella versione “cacio e pepe con gamberi rossi profumati al lime” da Assuntina a Testaccio, alla carbonara di tonno e al sugo di vegetali e basilico da Ripa 12 durante l’aperipasta, o col pesce spada nel menù del ristorante, o ancora delle linguine ai carciofi in due consistenze, guanciale iberico croccante e olio alla mentuccia all’Osteria Circo, situata di fronte al Circo Massimo.

Vino, Ais Veneto: Kristian Ghedina eletto sommelier ad honorem

Vino, Ais Veneto: Kristian Ghedina eletto sommelier ad honoremMilano, 16 mar. (askanews) – Il campione italiano di sci alpino, nonché pilota automobilistico, Kristian Ghedina è stato eletto sommelier ad honorem dall’Associazione italiana sommelier (Ais). Il titolo gli è stato assegnato “per il suo impegno per la promozione della Valle d’Ampezzo e per essersi adoperato nel progetto solidale di ‘Alba Vitae’, l’iniziativa benefica annuale di Ais Veneto che ogni anno sostiene una realtà sociale del territorio attraverso la vendita di una tiratura limitata di alcuni dei migliori vini della regione”. La proposta di assegnare il riconoscimento è stata avanzata dalla delegazione veneta dell’Ais al direttivo nazionale, che l’ha immediatamente accolta.
La consegna del diploma allo sciatore bellunese con tre medaglie iridate e tredici gare in Coppa del mondo, è avvenuta a Cortina d’Ampezzo, dove Ghedina è cresciuto e tuttora risiede. “Kristian rappresenta a pieno titolo un ambasciatore del territorio – ha dichiarato il presidente di Ais Veneto, Gianpaolo Breda – incarnando la tradizione dell’ospitalità e la cultura della ristorazione ampezzane, ben note anche oltre i confini nazionali”.
“Sono onorato del titolo di Sommelier ad honorem e del fatto che il mio nome sia associato alla promozione del paese a cui appartengo: quello per Cortina è un sentimento profondo, che mi lega da sempre a questi luoghi” ha affermato il neo sommelier ad honorem, aggiungendo “condivido con i soci Ais l’amore per le cose buone, fatte con cura, come lo è spesso il vino, capace di unire persone e culture diverse”.