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Acqua ed elettricità con la trazione animale, il progetto WEDAP

Acqua ed elettricità con la trazione animale, il progetto WEDAPRoma, 21 feb. (askanews) – WEDAP è l’acronimo di Water and Electricity from Draft Animal Power, ossia Acqua ed Elettricità prodotta da trazione animale. Ed è un’iniziativa di responsabilità sociale d’impresa promossa da un’azienda agricola, Masseria Coppola, nel Comune di Crispiano in provincia di Taranto. WEDAP ha in corso un progetto di ammodernamento dei sistemi per il pompaggio dell’acqua azionati dalla trazione animale. Nel sistema un animale che gira in tondo aziona un generatore di corrente elettrica che, a sua volta, alimenta una pompa. E’ stato dimostrato che, con un animale di taglia media (nel rispetto degli standard internazionali previsti per il benessere animale) il sistema può sollevare, in quattro ore, circa 60 mila litri d’acqua, a 4-6 metri. Con un’apposita torre di distribuzione, attraverso una rete di tubi, l’acqua può arrivare a centinaia di abitazioni in un raggio di diversi chilometri e soddisfare, così, un villaggio di circa mille persone.
L’Empower a Billion Lives (EBL) è una competizione a livello mondiale, organizzata dal 2018 dalla IEEE, la più grande organizzazione professionale al mondo che raccoglie oltre quattrocentomila esperti del settore elettrico ed elettronico. La competizione premia quelle idee che meglio possono garantire il collegamento alla rete elettrica per quel miliardo di persone che quel collegamento non ce l’hanno. Alla competizione hanno partecipato oltre cento realtà tecniche e scientifiche da quasi cinquanta Paesi nel mondo.
Il concorso prevede una preselezione finale dei candidati ed alcuni di essi saranno premiati ad Orlando, in Florida, USA, a marzo prossimo in occasione dell’Applied Power Electronics Conference. L’unico progetto italiano in gara è WEDAP, promosso da Antonio Perrone, già dirigente del Ministero dell’Ambiente alla Direzione Sviluppo Sostenibile e visintig scholar alla New York University per conto del Consiglio Nazionale delle Ricerche. Perrone sarà ospite dello IEEE, a Orlando, per la cerimonia della premiazione finale. La stessa organizzazione ha realizzato a favore dei finalisti un crowfunding.
Il punto di partenza della ricerca realizzata da Antonio Perrone, finalizzata a portare la corrente elettrica nei villaggi isolati dei Paesi a prevalente economia rurale, è stata l’analisi delle fonti di energia primaria realmente disponibile in quei villaggi, ossia il lavoro manuale e la trazione animale, ad oggi assicurata da ben 200 milioni di capi. WEDAP ha migliorato le pompe e le macine a trasmissione meccanica e trazione animale, attualmente in uso, realizzando un meccanismo che trasforma la potenza resa disponibile dalla trazione animale in corrente elettrica. Questa corrente può azionare macine, mulini e pompe e caricare batterie.
“La particolarità del progetto – ricorda Perrone – sta nel fatto che, contrariamente a quanto fatto finora, non si è cercato di adattare le tecnologie occidentali, quali i motori, l’eolico e il fotovoltaico, alle esigenze dei villaggi isolati con costi enormi per gli stessi. Il lavoro è partito da un’analisi socioeconomica ed agronomica ed ha individuato le fonti di energia primaria realmente presenti nei villaggi e cioè il lavoro manuale e la trazione animale”.

Accoglie in famiglia un senzatetto incontrato alla mensa dei poveri

Accoglie in famiglia un senzatetto incontrato alla mensa dei poveriRoma, 21 feb. (askanews) – Quella di Nancy Mastia è la storia di come gli incontri possano cambiarti la vita, soprattutto quando, durante periodi più o meno tormentati, il destino ci mette davanti a persone che lasceranno un segno nella nostra esistenza. Dopo la separazione dal suo compagno, a ventinove anni, Nancy, una donna forte e coraggiosa, si ritrova a crescere i suoi tre figli da sola, in un paesino in provincia di Salerno. Per non cadere in depressione, prende una decisione importante. “In quel periodo – racconta – mi sentivo sola, avevo la necessità di stare con altre persone. Così lasciai il mio lavoro d’insegnante e, per rendermi utile, cominciai ad andare a cucinare alla mensa dei poveri della mia città. Portavo con me anche i miei bambini perché volevo insegnare loro l’umiltà, mostrandogli che c’erano persone che vivevano in stato di grande bisogno e che tutti potevamo fare qualcosa per gli altri, anche solo compiendo piccoli gesti”.
Proprio arrivando alla mensa, un giorno, Nancy incrocia lo sguardo stanco di un uomo di una certa età seduto davanti all’ingresso e, prima di superare la soglia, istintivamente si volta verso di lui e gli chiede: “Scusi, lei come si chiama? Posso aiutarla?”. “Mimmo”, le rispose. In quell’istante accadde una magia e fra di loro nacque qualcosa di inspiegabile. “Per me lui è diventato subito ‘Zio Mimmo’ – ricorda commossa – e da quel momento iniziò subito una simpatia, istintiva. Anche i miei tre bimbi, due maschi e una femmina, si avvicinarono a lui, lo aiutarono ad alzarsi e avvertirono una sensazione inspiegabile di empatia e ‘vicinanza’”. E così, dopo vari incontri, Nancy prese un’altra decisione molto coraggiosa. “In quel periodo zio Mimmo viveva in una casa vicino alla mensa dei poveri, nella quale le persone senza fisa dimora dormivano, e dove spesso mi recavo a fare le pulizie. Portavo i bambini con me e, rendendomi conto dell’affetto che li univa a zio Mimmo, dopo un po’ di tempo gli proposi di venire a stare nell’appartamentino in cui abitavamo”. Un gesto spontaneo e venuto dal cuore, quello di Nancy che però ha dovuto affrontare non pochi ostacoli e pregiudizi.
“La mia famiglia mi metteva in guardia e non capiva il perché avessi portato in casa uno sconosciuto. Ma io – spiega la donna – lo consideravo come una persona che conoscevo da sempre. Per i miei figli, poi, era diventato quasi un nonno: li andava a prendere a scuola, li viziava, li consolava quando li rimproveravo e gli dava dei preziosi consigli di vita”. Probabilmente i familiari di Nancy erano preoccupati perché di lui non si sapeva molto, se non che aveva lasciato tutto e preso il primo treno che lo aveva portato in quel piccolo comune del salernitano. “Quando lo portammo a casa – ricorda Nancy – andammo anche al mercato a comprargli dei pantaloni e delle camicie da fargli indossare. Lui si adattò subito a vivere con noi. Cominciò a cucinare e quando rispondeva al telefono fisso, con fare signorile, esclamava: “Pronto? Qui casa Mastia”, come se fosse un maggiordomo. Ma io lo rimproveravo dicendogli che doveva essere meno formale, rispondendo soltanto che Nancy non c’è ma potete riferire a me che sono lo zio. Gli facevo capire che doveva sentirsi come una persona di famiglia”. Nancy lo aiutò anche a trovare un lavoretto come segretario per tenerlo occupato e guadagnare qualcosa. Della sua storia invece si sapeva poco davvero, ma i modi e l’eleganza nel vestire, sempre con giacca e cravatta, facevano trasparire un passato di vita agiata e grande istruzione. “Ho anche provato a indagare ma non sono mai riuscita a sapere qualcosa di più di quello che lui raccontava”, ammette Nancy. Sembra che nel periodo in cui Maradona, giocava con il Napoli, Mimmo avesse conoscenze importanti, tanto è vero che quando la figlia di Nancy si ammalò e non trovavano un posto in ospedale per curarla, fu grazie a una telefonata fatta proprio da Mimmo che riuscirono a ricoverare della bambina. Ma lui non ha mai voluto dire nulla sulla sua esistenza precedente, tranne che possedeva dei trulli ad Alberobello di cui, però, non gli interessava molto. Oltretutto Nancy non è mai riuscita a rintracciare un suo parente. Purtroppo, dopo qualche tempo zio Mimmo si è ammalato e poco tempo dopo è morto a causa di un tumore alla prostata. “E’ venuto a mancare il 19 marzo di quattro anni fa, proprio nel giorno della festa del papà. Un segno, per me”, afferma Nancy. Perché in quegli anni lui mi aveva aiutata come avrebbe fatto un parente molto stretto o un padre. “Lui diceva sempre che bisognava aiutare le persone, perché il bene che fai ti torna indietro tre volte e ci dava sempre degli ottimi consigli. Per me che ero una donna separata di 29 anni e che necessitavo di avere una persona accanto che mi aiutasse a non perdermi, Mimmo fu un vero regalo dal Cielo. Era, come detto, anche una figura di riferimento per i miei figli”. Adesso i bambini sono diventati grandi, uno vive a Rho, uno a Venezia e anche la ragazza sta per partire, ma tutti si portano dietro il bagaglio pieno degli insegnamenti che lo zio Mimmo gli ha fornito.
“Quando lo abbiamo accolto in casa, contro il parere di tutti, credevamo noi di fare del bene a lui ma se devo essere sincera, è stato lui che ci ha reso la vita migliore. Più ricca”. Ora, a distanza di molti anni da quando è accaduta questa bellissima storia, Nancy ha deciso di raccontarla per la prima volta. “Ho deciso di farlo perché ho un grande desiderio: voglio che la nostra storia diventi un film, per poter rendere omaggio a quest’uomo straordinario” E, proprio per questo, Nancy lancia un appello alle case di produzione cinematografiche: “vorrei realizzare un film sulla storia di questo ‘zio tutto mio’ perché è bene che i media si occupino anche di storie positive che fanno bene al cuore e che siano di insegnamento per tutti. Dopo tanti sacrifici e anche grazie all’aiuto di zio Mimmo, sono diventata una professionista affermata proprio perché quest’uomo ci ha migliorato la vita. Quello che ho imparato è che, paradossalmente, abbiamo ricevuto più noi da lui che non viceversa. Bisogna solamente imparare a essere più generosi e meno diffidenti verso il prossimo perché la vita ci può regalare dei grandi doni. La mia storia potrebbe capitare a chiunque. Sono tante le persone che affianchiamo ogni giorno, persone che spesso sono cadute ma che possono rialzarsi. Dobbiamo imparare a non voltarci mai dall’altra parte. Il bene si insegna e si propaga. Ecco perché vorrei che la nostra vicenda diventi un film. E’ un insegnamento per tutti”.

Covid, Ciccozzi: prossima pandemia ci metterà in ginocchio

Covid, Ciccozzi: prossima pandemia ci metterà in ginocchioRoma, 20 feb. (askanews) – “Siamo arrivati a questa fine della pandemia, a livello di endemizzazione. Cosa ci portiamo dietro? Credo che se non facciamo una riforma vera del territorio a livello sanitario, non affronteremo una prossima pandemia. Tanto una prossima pandemia ci sarà, ma non potremo mai scientificamente anticiparla, perché le mutazioni sono casuali. Non possiamo anticipare una pandemia, sappiamo che arriverà ma non sappiamo quando”. E’ l’allarme lanciato dal prof. Massimo Ciccozzi ad askanews, a tre anni dall’identificazione del paziente zero a Codogno di Covid-19.
“Spero che qualcosa si faccia – aggiunge Ciccozzi – che a livello di sanità pubblica si sia capito che dobbiamo avere una sorveglianza genomica. Noi siamo il paese che fa meno genomi di tutti”. “Non siamo pronti a una cosa del genere. Una informatizzazione della sanità pubblica che ci porta ad avere una sorveglianza genomica seria la dobbiamo fare, altrimenti la prossima pandemia ci mette in ginocchio”, conclude.

Anziani, un profilo instagram dedicato a chi li accudisce a casa

Anziani, un profilo instagram dedicato a chi li accudisce a casaMilano, 20 feb. (askanews) – Consigli, accorgimenti, tutorial per stare il più vicino possibile a coloro che hanno un caro da assistere in casa: sono i contenuti del nuovo profilo Instagram “Anni Azzurri per te” (@anniazzurri.perte), lanciato dal Gruppo Kos a supporto e vicinanza di una categoria di persone, quella dei cosiddetti caregiver, che non solo vivono la provante esperienza della malattia di un familiare ma sono impegnate in prima persona nella cura.
Si tratta di un’iniziativa rivolta in particolare alle famiglie della Lombardia, dove oltre 2.280.000 persone hanno più di 65 anni. Il Gruppo Kos con Anni Azzurri conta in Lombardia 17 residenze per anziani dislocate tra Milano, Brescia, Bergamo, Como e provincia.
La scelta di Instagram, uno dei social media oggi più noti e diffusi, nasce dalla volontà di rendere quanto più facile possibile la consultazione all’utente e favorire la diffusione di questi contenuti.
I contenuti sono forniti direttamente dai professionisti Anni Azzurri: psicologi, operatori socio-sanitari, infermieri, medici ed educatori che, nelle varie “pillole” pubblicate dal canale, accompagneranno i caregiver, che spesso di sentono inadeguati e impreparati nella gestione dell’anziano a casa, come una guida cercando di rispondere a dubbi, perplessità e curiosità, mettendo a disposizione professionalità e competenze nel tentativo di rendere un po’ meno gravoso il loro lavoro assistenziale.
Circa due volte alla settimana sono caricati contenuti che puntano molto sulla multimedialità: sono numerosi, infatti, i video tutorial e le interviste video ai professionisti Kos. Anche i contenuti sono molto diversificati: si spazia da temi più forti come il “Christmas blues”, cioè la depressione che può colpire chi è più fragile durante le Festività natalizie, e la prevenzione del burnout dei caregiver, a quelli sanitari come la disfagia, a quelli più leggeri come la pet therapy.
Il Gruppo Kos, che ha attivato questo canale Instagram per tutti i caregiver d’Italia, è presente attraverso le Residenze “Anni Azzurri” in 8 regioni italiane con 61 strutture ed è specializzato nell’assistenza socio-sanitaria, con standard qualitativi e medico infermieristici, ad anziani autosufficienti e non.

Operation Smile apre un centro di cure anche a Milano

Operation Smile apre un centro di cure anche a MilanoMilano, 20 feb. (askanews) – Inaugurato a Milano il Centro di Cura italiano di Operation Smile, l’Organizzazione non-profit specializzata nella chirurgia e nella cura delle labiopalatoschisi e nella formazione di medici ed altri operatori sanitari nei Paesi a medio e basso reddito.
Grazie ad un protocollo d’intesa tra la Fondazione Operation Smile Italia ETS e l’ASST Santi Paolo e Carlo di Milano, anche l’Italia avrà un Centro di Cura multidisciplinare Operation Smile, unico in Europa, che si aggiunge agli oltre 30 centri che l’Organizzazione ha già in altri 20 Paesi del mondo. Il Centro ha come Responsabili la dottoressa Costanza Meazzini, Coordinatore Scientifico, il dottor Luca Autelitano, Coordinatore Clinico e la dottoressa Angela Rezzonico, Coordinatore della logopedia.
“Operation Smile ha scelto Milano e l’ASST Santi Paolo e Carlo per l’alta specializzazione nella cura delle malformazioni del volto, ma anche per elevata formazione del personale medico e l’esperienza più che ventennale come Centro Regionale di Riferimento per le labiopalatoschisi – afferma Federica Tedeschi, Direttore Generale della Fondazione Operation Smile Italia ETS – Il nostro obiettivo è implementare programmi di formazione in ambito chirurgico, logopedico e ortodontico di figure professionali provenienti dai Paesi a basso e medio reddito”.
Il Centro di Cura Operation Smile di Milano, oltre a fornire assistenza diagnostica e terapeutica multidisciplinare per le malformazioni del volto sarà l’Hub Europeo di Operation Smile per l’integrazione dei progetti di formazione professionale e di aggiornamento scientifico di medici e operatori sanitari volontari dell’Organizzazione, con particolare attenzione ai professionisti dei Paesi a basso e medio reddito, e polo di ricerca scientifica in materia di nuove tecnologie, protocolli chirurgici e percorsi terapeutici nell’ambito delle malformazioni cranio-maxillo-facciali.
“Da oggi inizia la collaborazione con la Fondazione Operation Smile Italia ETS e il Centro Regionale Labiopalatoschisi dell’ASST Santi Paolo e Carlo. L’alta professionalità dei nostri specialisti e la multidisciplinarietà del Centro ci hanno consentito di esportare la nostra expertise oltre i confini europei” dichiara il Direttore Generale dell’ASST Santi Paolo e Carlo, Matteo Stocco.

Primo vino “naturale” per Feudi di Romans: una Ribolla macerata in anfora

Primo vino “naturale” per Feudi di Romans: una Ribolla macerata in anforaMilano, 20 feb. (askanews) – Il brand “I Feudi di Romans” lancia il suo primo vino “naturale”: una Ribolla Gialla da uve in avanzato stato di maturazione, con una lunga macerazione sulle bucce in anfore di ceramica microporosa fatte a mano, fermentazione spontanea da lieviti indigeni e solfiti ridotti ai minimi.
Prodotta per la linea più prestigiosa dell’Azienda agricola Lorenzon di San Canzian d’Isonzo (Gorizia), questa Ribolla è un’edizione limitata di appena mille bottiglie satinate nere, senza etichetta, che sarà presentata ad aprile a Vinitaly e poi messa in commercio. Si tratta di un vino che, secondo i suoi produttori, ha un potenziale di invecchiamento di dieci anni.
“Abbiamo deciso di affinare in anfora la Ribolla Gialla per le caratteristiche organolettiche di questo vitigno, che sono ideali per questo tipo di vinificazione e in più abbiamo volutamente scelto un autoctono della nostra regione anche per dimostrare quanto possano essere longevi i vini del Friuli-Venezia Giulia” ha chiarito Davide Lorenzon, winemaker dell’azienda, sottolineando che “abbiamo poi scelto una vendemmia tardiva fatta solo a mano dai nostri migliori vendemmiatori, per giungere alla vinificazione e alla maturazione in anfora che consente di conservare e di esprimere al meglio le caratteristiche varietali del vitigno e le sue note minerali”.
“Per anni, durante i miei viaggi, ho assaggiato vini in anfora per capire gli stili e le tipologie, e mi sono fatto coinvolgere da questa nuova sfida” ha dichiarato il Sales and marketing director de I Feudi di Romans, Nicola Lorenzon, spiegando che “abbiamo scelto di creare un vino versatile, dalla facile beva rispetto ad altri orange wine, in linea con quella che è sempre stata la nostra filosofia aziendale”. “Nella sua complessità, infatti, è un macerato che si può degustare da solo, come vino da meditazione, o con un piatto – ha proseguito – e questo lo abbiamo voluto proprio per avvicinare il consumatore al mondo degli ‘orange wine’ che non sempre sono facili da abbinare”.
“La scelta di produrre un vino ‘naturale’ e affinarlo in anfora – precisa la realtà vitivinicola friulana – segue anche un percorso legato alla sostenibilità iniziato anni fa con la realizzazione di un avanzato impianto di irrigazione interrato nei vigneti che consente alla Cantina di risparmiare l’80% di acqua, un impianto fotovoltaico in grado di coprire il fabbisogno energetico di una parte dell’azienda, la creazione di un’oasi per le api, l’ottenimento della certificazione Sqnpi per l’agricoltura integrata, l’introduzione di bottiglie di vetro più leggere, il lancio di Fysi, un vino biologico e resistente”.
L’Azienda agricola Lorenzon si trova nel cuore della DOC Friuli Isonzo. E’ stata fondata nel 1974 ed è gestita da Enzo Lorenzon, insieme ai figli Davide e Nicola, e distribuisce ogni anno oltre 500mila bottiglie in Italia e nei più importanti mercati esteri.

Lega del Filo d’Oro: un lascito solidale può fare la differenza

Lega del Filo d’Oro: un lascito solidale può fare la differenzaRoma, 20 feb. (askanews) – I bambini, i ragazzi e gli adulti con sordocecità e pluriminorazione psicosensoriale affrontano ogni giorno la difficile sfida di andare oltre il buio e il silenzio. Ma con il giusto sostegno e le migliori professionalità, quei piccoli, preziosi, traguardi quotidiani – come il primo “ciao” pronunciato dopo tanti anni di silenzio, come la soddisfazione di aver finalmente trovato un modo per comunicare con gli altri o, ancora, come la riconquista di semplici azioni, diventate difficili se non impossibili da compiere – rappresentano per le famiglie di queste persone doni dal valore inestimabile. Per queste ragioni, scegliere di fare un lascito solidale a favore della Lega del Filo d’Oro significa contribuire, in modo concreto e duraturo, a garantire un futuro migliore e più accessibile a chi non vede e non sente. Un futuro pieno di possibilità.
Grazie, infatti, alla generosità di tanti italiani che hanno scelto di ricordare la “Lega” nelle ultime volontà, oggi la Fondazione può continuare a fare la differenza per i propri utenti e le loro famiglie, garantendo sempre un elevato standard di servizio e raggiungendo più persone, in diversi territori, attraverso l’apertura di nuove Sedi in tutta Italia. Si tratta di obiettivi che richiedono investimenti importanti, capaci di volgere lo sguardo oltre il presente. Per promuovere la grande importanza di un gesto in grado di vivere per sempre, la Lega del Filo d’Oro rilancia la campagna di sensibilizzazione sui lasciti testamentari “Tra la tua vita e la loro c’è un filo sottile”, che vede come protagonista Renzo Arbore, storico amico e testimonial dell’Ente.
“L’importante lavoro svolto dalla Lega del Filo d’Oro necessita di tanta attenzione e cura, ma anche di progettualità capace di guardare al futuro. Attraverso un atto di amore e generosità, saremo in grado di programmare a lungo termine le nostre attività, garantendo risposte concrete alle sempre più crescenti richieste che ci arrivano quotidianamente – dichiara Rossano Bartoli, Presidente della Lega del Filo d’Oro – Questo si traduce, di fatto, in programmi educativi e riabilitativi personalizzati, in molte più diagnosi precoci per intervenire tempestivamente sui bambini al di sotto dei 4 anni e in una costante crescita a livello territoriale, per essere sempre più presenti e vicini ai nostri utenti e alle loro famiglie grazie all’apertura di nuove Sedi. Disporre un lascito solidale in favore di chi non vede e non sente è un atto di responsabilità alla portata di tutti e anche un piccolo contributo può fare la differenza”.
I lasciti testamentari rappresentano una delle principali forme di sostegno per la Lega del Filo d’Oro e nel 2022 sono stati oltre cento quelli pervenuti alla Fondazione. Un dato significativo a conferma non solo dell’affidabilità di questo strumento in costante crescita – quale gesto semplice e non vincolante, che può essere ripensato, modificato in qualsiasi momento, senza che vengano in alcun modo lesi i diritti legittimi dei propri cari e familiari – ma anche dell’impegno incessante dell’Ente, che grazie al loro contributo ha potuto potenziare, nel tempo, i servizi offerti in favore dei propri utenti e una continua implementazione delle sue strutture. Per destinare un lascito solidale alla Lega del Filo d’Oro non è necessario disporre di patrimoni ingenti, basta anche una piccola parte dei propri risparmi per fare la differenza. Un’altra possibilità, sempre più diffusa fra gli italiani, è nominare la Lega del Filo d’Oro come beneficiaria di una polizza vita: queste risorse non entrano nell’asse ereditario e saranno immediatamente utilizzabili.
Un lascito solidale a favore della Lega del Filo d’Oro ha dunque una triplice valenza: innanzitutto per le persone sordocieche e pluriminorate psicosensoriali rappresenta la sicurezza di essere assistite nel tempo, con le migliori competenze, guardando anche al “dopo di noi”. Per chi lo fa è l’occasione di restare nella memoria non solo dei propri cari, ma anche di persone sconosciute che avranno un futuro migliore. Per la Fondazione è la possibilità di pianificare a lungo termine le proprie attività e realizzare i progetti più sfidanti, dando maggiori risposte ai bisogni di più persone.
Quel filo sottile che ci lega per sempre alla vita di chi non vede e non sente. La campagna di sensibilizzazione sui lasciti solidali della Lega del Filo d’Oro si ispira proprio a quel “filo prezioso” – da cui prende il nome la Fondazione – che dal 1964 unisce le persone sordocieche al mondo esterno con l’obiettivo di condurle oltre il buio e il silenzio imposto dalla loro disabilità, per sostenere e promuovere il loro percorso verso la maggiore autonomia possibile. La volontà di dare un contributo per cambiare in meglio un pezzetto di mondo e il desiderio di lasciare traccia di sé, nel lascito solidale trovano una risposta concreta, tant’è che mai come in questi anni la Lega del Filo d’Oro ha ricevuto tante richieste di informazioni in merito. È un modo per esserci, per sempre. La campagna “Tra la tua vita e la loro c’è un filo sottile” vivrà con uno spot tv e radio, su stampa e su web.

Corso ISSMI, Premio “Davide De Luca” giunto alla quarta edizione

Corso ISSMI, Premio “Davide De Luca” giunto alla quarta edizione

Lecture dell’Amb. Giampiero Massolo sulla guerra in Ucraina

Roma, 20 feb. (askanews) – Si è tenuta questo pomeriggio, presso la suggestiva sede del Centro Alti Studi per la Difesa (CASD) di Roma, la consegna del Premio “Davide De Luca” rivolto ai frequentatori del Corso ISSMI. In particolare, il riconoscimento è stato conferito al Ten. Col. Marco Trentadue, come frequentatore più meritevole del 24° Corso Superiore di Stato Maggiore Interforze.
L’Associazione è stata accolta dal Presidente del CASD, Ammiraglio di Squadra Giacinto Ottaviani. Dopo l’indirizzo di saluto del Direttore dell’ISSMI, Colonnello CC Giovanni Ranucci, l’Ambasciatore Giampiero Massolo, Presidente di Atlantia e Presidente ISPI, ha tenuto una lecture ai frequentatori del 25° Corso Superiore di Stato Maggiore Interforze dal titolo “La Guerra in Ucraina e il mondo che verrà”. Partendo da come l’invasione dell’Ucraina da parte della Federazione Russa, ormai un anno fa, ha rimesso in discussione gli equilibri geopolitici in Europa, con conseguenze e riflessi a livello globale, l’Ambasciatore ha approfondito il campo di battaglia, lo stato di attrito, mettendo in luce alcuni tra i più rilevanti fattori di insicurezza. Nel suo intervento, analizzando l’attuale sistema delle relazioni internazionali, ha parlato di “transizione” e invitato a considerare l’assestamento di quattro ordini (sicurezza fisica, ordine digitale, clima e ordine economico complessivo).
Il Premio, giunto alla sua IV edizione, nella mutua contaminazione che è riuscito a creare con il mondo civile, si propone di contribuire allo sviluppo e alla diffusione della cultura della Difesa, di una percezione diversa dello Strumento Militare nazionale.

In Calabria nasce un laboratorio cinematografico di comunità

In Calabria nasce un laboratorio cinematografico di comunitàRoma, 20 feb. (askanews) – In Calabria, nel piccolo borgo di Casignana, nasce un laboratorio cinematografico di comunità con l’intenzione di raccontare una storia, triste, che successe qui il 21 settembredel 1922. Le Officine delle Idee realizza così con Antonio Blandi “Casignana Il Profumo del Tempo”, co-diretto da Francesco Aiello, Andrea Belcastro, Dario De Luca, possibile grazie all’Amministrazione Comunalee agli abitanti del luogo; un documentario che narra l’uccisione del vicesindaco di allora,Pasquale Micchia, e due contadini, Rosario Conturno e Girolamo Panetta, a cui si aggiunsero decine di feriti.
L’intenzione è quella di consentire alla comunità casignanese di recuperare e trasferire alle nuove generazioni la memoria di un avvenimento che ha fortemente influenzato la storia del paese – dichiara il Sindaco Rocco Celentano.
Cultura, coesione, innovazione sociale e sviluppo locale, poi, sono solo alcune delle parole chiave su cui poggia l’iniziativa che ha dato vita anche alla prima “Fabbrica di Comunità”. Si tratta di uno degli strumenti del progetto “Locride 2025 tutta un’altra storia” (progetto promosso dal Gal Terre Locridee e da Officine delle Idee con la partecipazione dei 42 comuni della Locride e la condivisione della Città Metropolitana e della Regione Calabria) per promuovere la partecipazione dal basso, attiva e creativa, delle comunità locali nel processo di produzione culturale.
“Casignana Il Profumo del Tempo” dopo l’anteprima locale si presenta a Roma. Subito emerge che per realizzarlo sono stati fondamentali i dibattiti con alcuni storici e scrittori e il confronto tra i locali, permettendo così a questi, al di là delle proprie competenze e ruolo sociale, di acquisire nuovi strumenti e chiavi di lettura per apprendere meglio ciò che è avvenuto attivando un approccio non solo consapevole, ma anche critico. Alla comunità di Casignana è stata così offerta l’opportunità di vivere un’esperienza unica ed originale e di poter esprimere la propria opinione in un contesto libero da preconcetti e quindi culturalmente interessante e coinvolgente. Gli incontri sono stati condotti e strutturati in modo da stimolare nei partecipanti le capacità critiche verso il racconto dell’evento, determinando anche una diversa capacità di osservazione e di interpretazione della realtà.
Il documentario è diventato uno strumento di sollecitazione culturale e formativa, un tassello importante che dà forza al borgo anche per svilupparsi a cominciare dall’offerta turistica – dichiara Franco Crinò, Vicesindaco di Casignana. Con l’Assessore Agata Mazzittelli c’è l’intenzione di lavorare in una ben precisa direzione valorizzando anche il contesto paesaggistico rurale e il centro storico, andando oltre quello che siamo riusciti a fare con la Villa Romana che, scoperta nel 1963, rappresenta un’importante testimonianza della ricchezza stilistica, architettonica e della raffinatezza artistica degli edifici nobiliari di epoca ellenistica. I piani pavimentali mosaicati, che rimandano stilisticamente a collegamenti con aree dell’Africa orientale rappresentando un unicum sul territorio calabrese.
Dunque, nuova linfa per Casignana che oggi pensa al ripopolamento e a nuove iniziative che si attualizzano grazie all’impegno di realtà come Le Officine delle Idee in un dialogo costruttivo con il territorio.

A Treviso un convegno di Ais Veneto sull’evoluzione di menù e carta vini

A Treviso un convegno di Ais Veneto sull’evoluzione di menù e carta viniMilano, 20 feb. (askanews) – Un convegno per indagare come è cambiato il gusto e il nostro modo di stare a tavola. E’ “La grammatica del gusto: l’evoluzione del menù e della carta vini” organizzato dalla delegazione del Veneto dell’Associazione italiana sommelier (Ais) il prossimo 12 marzo a Treviso.
L’incontro, che prenderà il via alle 10.30 a Palazzo dei Trecento, avrà come relatori Alessandro Scorsone, cerimoniere di Palazzo Chigi, Alessia Cipolla, curatrice della mostra “Note di Pranzi: i menù nella storia”, Marco Colognese, food writer e critico enogastronomico, e il presidente di Ais Veneto, Gianpaolo Breda. “Il vino rappresenta da sempre un elemento fondamentale della nostra cultura e dello stile italiano tanto celebrato all’estero” ha dichiarato Breda, spiegando che “la carta dei vini rappresenta uno specchio di questo patrimonio, che si evolve con il tempo assieme alla società: basti pensare alle carte vino digitali, nuovi mezzi con cui il sommelier deve misurarsi”.
“Nei ricevimenti la forma è sostanza” ha precisato Scorsone, ricordando che “la carta vini e il menù sono preziosi strumenti per assicurare il corretto svolgimento dell’incontro”. “La cultura e le consuetudini di un popolo passano anche attraverso le regole dell’etichetta a tavola, norme di comportamento consolidate da secoli, ma che evolvono assieme alla società” ha continuato, sottolineando che “i migliori ambasciatori del nostro Paese sono proprio il cibo e il vino, gli elementi fondamentali del convivio: abbiamo dei veri e propri capolavori che spesso sanno incantare gli ospiti seduti alla più importante tavola d’Italia”.
Il convegno si inserisce nel fitto programma di “Vinetia Tasting – Il Veneto nel calice”, la manifestazione dedicata ai migliori vini della regione secondo i degustatori della guida di AIS Veneto “Vinetia.it”, che si svilupperà nei giorni di sabato 11 e domenica 12 marzo nelle sale della Camera di Commercio di Treviso e Belluno. Durante “Vinetia Tasting”, oltre alla conferenza e ai banchi d’assaggio, sarà possibile partecipare alle quattro masterclass dedicate ai vini da vitigni rari e alle denominazioni Lessini Durello, Amarone della Valpolicella e Soave, organizzate in collaborazione con il Consorzio Tutela Vini Valpolicella, Consorzio Tutela Vini Lessini Durello, Consorzio Tutela Vini Soave e Recioto di Soave.