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Carabiniere ucciso a Roma, pg Cassazione: confermare condanne

Carabiniere ucciso a Roma, pg Cassazione: confermare condanne

Mercoledì 15 marzo 2023 – 13:21

Carabiniere ucciso a Roma, pg Cassazione: confermare condanne

“Inconferenti i ricorsi è una doppia conforme”

Carabiniere ucciso a Roma, pg Cassazione: confermare condanne
Roma, 15 mar. (askanews) – Vanno confermate le condanne ai due giovani statunitensi ritenuti responsabili per l’omicidio del vicebrigadiere dei carabinieri Mario Cerciello Rega. Queste le richieste del pg Maria Francesca Loy davanti ai giudici della I sezione penale della Cassazione. Il rappresentante della pubblica accusa ha sollecitato la inammissibilità del ricorso dei difensori di Lee Finnegan Elder e ed il rigetto di quello in favore di Gabriel Natale Hjorth. In appello Elder ha preso 24 anni ed il connazionale 22.
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Al via la stagione del gelato artigianale, un dolce da 2,7 mld fatturato

Al via la stagione del gelato artigianale, un dolce da 2,7 mld fatturatoMilano, 14 mar. (askanews) – E’ ufficialmente aperta la stagione 2023 del gelato artigianale. Parliamo di un prodotto della pasticceria che conta, solo in Europa, 9,8 miliardi di fatturato, 65mila punti vendita e 300 mila addetti. Numeri eloquenti anche quelli italiani, con un fatturato totale di 2,7 miliardi e un 20% dei consumi movimentati dai turisti stranieri.
Il calendario 2023 degli eventi e delle iniziative legati a quello che è uno dei prodotti gastronomici più amati di sempre, è fitto, come è emerso dalla conferenza stampa di presentazione a Roma, a partire dalla 35esima edizione di “Gelato a primavera” e dall’XI Giornata europea del gelato artigianale del 24 marzo oltre che dall’incontro, in programma nel tardo pomeriggio di oggi, tra i rappresentanti della filiera e le istituzioni.
A dare il via alle iniziative, Gelato a primavera, l’evento che ogni anno dal 1986 vede per un’intera settimana i gelatieri di tutta Italia offrire un gelato agli alunni delle scuole elementari e materne per promuovere, in una forma semplice, uno dei prodotti simbolo del made in Italy. Quest’anno, infatti, verranno coinvolte, dal 16 al 18 marzo, le istituzioni italiane, portando assaggi di gusti tipici delle tradizioni locali, e, dal 18 al 22 aprile, gli alunni delle scuole materne ed elementari che potranno ricevere un coupon per un gelato gratis presso le numerose gelaterie aderenti.
Anticipa il Gelato Day anche l’evento di presentazione dell’XI edizione della Giornata europea del gelato artigianale, a cura dell’Europarlamentare Simona Baldassarre, che si terrà il 22 marzo presso la sede del Parlamento Europeo a Bruxelles, e a cui seguiranno, nel pomeriggio, a Liege, la conferenza stampa dedicata al Gelato Day a cura dell’associazione di gelatieri ARAGF e la degustazione del gusto dell’anno: l’Apfelstrudel. Le celebrazioni proseguiranno a Venezia il 23 marzo con la premiazione delle storiche gelaterie venete.
Sarà proprio il gusto dell’anno scelto dall’Austria il protagonista assoluto del 24 marzo, XI Giornata europea del gelato artigianale: tutte le gelaterie aderenti in Italia e in Europa lo offriranno ai loro avventori, nella ricetta originale o in creative varianti. Tra queste ci saranno anche le eccellenze premiate dalla Guida Gelaterie d’Italia 2023 di Gambero Rosso, partner di questa undicesima edizione del Gelato Day.
E gli eventi per la Giornata Europea del Gelato Artigianale non si esauriranno il 24 marzo. Domenica 26 marzo, ad esempio, il Gelato Day arriva anche ad alta quota: a 2.475 metri per l’esattezza, immersi nel panorama innevato di Capanna Ra Valles, dove avrà luogo “Non è mai troppo freddo per un gelato!”, l’iniziativa nata dalla partnership della società Tofana Cortina Freccia nel Cielo con il Ristorante – Pizzeria Capanna Ra Valles con Regione Veneto e Gelato Veneto.
Il gelato sarà poi protagonista anche al cinema con un film che vede la partecipazione di Domenico Belmonte, presidente di Artglace, e che sarà proiettato nelle sale cinematografiche da fine marzo al 31 agosto 2023, per poi approdare sulle reti Mediaset, a partire dal mese di ottobre. Non solo: dal primo marzo al 31 ottobre, sono in programma corsi di informazione dedicati al processo produttivo del gelato artigianale, guidati, tra teoria e pratica, da una tecnologa alimentare, e a cura di maestri gelatieri di comprovata esperienza.
Il gelato artigianale sarà anche al centro dell’incontro tra i rappresentanti della filiera e le istituzioni in occasione della conferenza “L’importanza della filiera del gelato artigianale: come favorire il made in Italy a livello internazionale”. L’incontro evidenzierà quanto l’Italia sia a tutti gli effetti capofila nel mondo, grazie a gelatieri, aziende di ingredienti, macchinari, vetrine, arredamenti, scuole e fiere dedicate al gelato, e quali enormi potenzialità di sviluppo ci siano. La filiera, in particolare, indica alcune priorità per il comparto tra cui l’istituzione di un tavolo di filiera ministeriale dedicato al gelato artigianale, un maggiore investimento nella formazione con un’offerta di corsi ad hoc nell’ambito degli istituti alberghieri, supporto concreto per le attività di internazionalizzazione delle aziende, spesso di piccole dimensioni, e una strategia basata su accordi commerciali che consentano il libero scambio, la riduzione dei dazi e la semplificazione burocratica.

Al via su GreenMe la campagna “Ti meriti la Spagna Green”

Al via su GreenMe la campagna “Ti meriti la Spagna Green”Roma, 15 mar. (askanews) – GreenMe si conferma come modello di attribuzione di funzione valoriale e potenza comunicativa per la promozione del turismo sostenibile e amplia le sue collaborazioni con gli uffici del turismo: nasce a marzo 2023 la campagna di comunicazione tra il magazine online numero 1 in Italia su tematiche ambientali e l’Ufficio Spagnolo del Turismo. L’ufficio turistico della Spagna punta, infatti, tutto sul turismo gestito in maniera sostenibile e sceglie il magazine, tra i più longevi del settore di tutta Italia, per una nuova entusiasmante campagna di comunicazione.
È già online quello che si presenta come un lungo e stimolante percorso che vedrà articoli dedicati e un’ampia sezione sul portale greenMe.it, “Ti meriti la Spagna green”, in cui si potranno conoscere meravigliosi itinerari e interessanti approfondimenti sulle migliori pratiche messe in campo in tema di Smart Tourist Destinations e gestione del turismo in modo sostenibile.
E non solo: GreenMe, con la sua forte presenza social, 875mila follower di Facebook, 300mila follower Instagram e al traguardo del milione di like su TikTok, lancerà reel e post dedicati, forte della sua potenza e competenza comunicativa nel supportare i brand a relazionarsi con la nutrita e fidelizzata community. Il tutto sempre con una componente di intrattenimento, in grado di coinvolgere e incuriosire, creando contenuti social fortemente valoriali e di pubblica utilità.
“Siamo contenti di tornare a collaborare con la Spagna, che tanto sta facendo per promuovere un turismo sostenibile, e proporre una nuova idea di viaggio, con un approccio più etico e responsabile: un tema che da sempre riscontra grande interesse tra i nostri utenti” dichiara Daniele Feliziani, Responsabile progetti speciali di GreenMe.

Vinitaly: già iscritti oltre mille top buyer da 68 Paesi, +43% sul 2022

Vinitaly: già iscritti oltre mille top buyer da 68 Paesi, +43% sul 2022

Bricolo: “Risultato storico”. E quest’anno torna anche la Cina

Milano, 15 mar. (askanews) – Un Vinitaly internazionale che parla tutte le lingue del mondo e che si appresta a registrare, per la 55esima edizione a Veronafiere dal 2 al 5 aprile, il record di top buyer selezionati e ospitati anche in collaborazione con Ice Agenzia. Ad oggi, infatti, sono oltre mille i “superacquirenti” esteri di vino italiano da 68 Paesi già accreditati: +43% rispetto al 2022, dagli Usa all0’Africa, dall’Asia, con il grande ritorno della Cina e Giappone, al Centro e Sud America fino al Vecchio Continente tutto rappresentato e alle Repubbliche eurasiatiche.
Un dato, questo, che incrementerà il totale del panel internazionale del business in fiera nei quattro giorni di manifestazione e che, secondo le proiezioni, dovrebbe superare il consuntivo 2022 di Vinitaly che si chiuse con 25mila buyer stranieri da 139 Paesi, il 28% degli 88mila operatori totali arrivati a Verona, facendo registrare la più alta incidenza estera di sempre.
“Si tratta di un risultato storico, frutto di un roadshow globale senza precedenti che ha coinvolto i principali player istituzionali della promozione del made in Italy” ha commentato il presidente di Veronafiere SpA, Federico Bricolo, aggiungendo “un deciso cambio di passo, in termini di investimenti e organizzazione, fortemente voluto dalla nuova governance con l’obiettivo di accrescere la competitività di Vinitaly in Italia e nel mondo”.
Tra i 68 Paesi rappresentati a Vinitaly 55, spiccano per numero le delegazioni di operatori e importatori profilati da Stati Uniti e Canada, a pari merito con un contingente che supera complessivamente i 200 top buyer, con nuovi arrivi dalla grande distribuzione del Midwest e dai vertici della Nabi (National association of beverage importers, l’associazione degli importatori di vino negli Usa) e con ben undici referenti della Société des Alcools du Quèbec (Saq) e del Liquor control Board of Ontario (Lcbo), due dei più importanti Monopoli canadesi.
(segue)
“La strada per la crescita del settore è sempre di più l’export, come emergerà dal rapporto dell’Osservatorio Uiv-Vinitaly e Prometeia che presenteremo a Roma il prossimo 22 marzo” ha spiegato l’ad di Veronafiere SpA, Maurizio Danese, parlando di “un export che negli ultimi 10 anni vede il vino tra i comparti del made in Italy a maggior tasso di crescita e una bilancia commerciale sempre più determinante per il sistema Italia”. “Per questo, Vinitaly 2023 accelera il percorso di rinnovamento del format che, a tendere, sarà sempre più smart e funzionale alle esigenze delle aziende e del settore stesso” ha proseguito, aggiungendo che “lo scenario competitivo fortemente mutato in questi ultimi due anni ci impone di efficientare le risorse economiche ed organizzative per sostenere il posizionamento delle cantine sui mercati”.
Grande attesa per il ritorno della Cina che, dopo i lockdown e i divieti prolungati, è pronta a riprendersi il proprio status di colosso emergente. Una selezione, quella realizzata dalla sede operativa di Veronafiere a Shangai unitamente agli uffici operativi della joint venture a Shenzen, che porterà a Vinitaly 130 responsabili acquisti tra cui i primi venti importatori nazionali per volume e valore come Cws, Interpocrom e Asc, i principali gruppi di primo livello dell’horeca, da Vino Bento a Wine Universe e Gruppo Bottega fino Lady Penguin e Vinehoo, le piattaforme di e-commerce più referenziate.
Con un quartiere al completo e a tutto business, Vinitaly 2023 procede anche verso il cambiamento del modello organizzativo. Vanno in questa direzione, le decisioni di una opening cerimony di Vinitaly in chiave smart (il 2 aprile alle 11) per non intralciare le agende delle oltre quattromila cantine in quartiere, ma anche quella di non inserire nel palinsesto degli appuntamenti istituzionali di Vinitaly la tradizionale cena di gala. Una scelta che segna un cambio di passo rispetto al passato e che vuole privilegiare eventi in linea con la missione business di Vinitaly. Per questo è stato ideata Vinitaly & The Night, la serata inclusiva per i buyer, espositori e le nuove generazioni di produttori presenti alla rassegna in programma martedì 4 aprile al palazzo della Gran Guardia (Verona, Piazza Bra) in modalità open dalle 20 alle 24.
Prosegue, inoltre, la distinzione tra operatori in fiera e winelover. A questi ultimi è dedicato Vinitaly and the City, il percorso di wine talk, tasting, mostre ed eventi del fuori salone nei luoghi più rappresentativi della città Patrimonio Unesco: Piazza dei Signori, Cortile Mercato Vecchio e Cortile del Tribunale. In programma dal 31 marzo al 3 aprile, Vinitaly and the City è organizzato da Veronafiere con la collaborazione di Comune di Verona, Provincia di Verona e Fondazione Cariverona.
Ecco il dettaglio dei 68 Paesi di provenienza degli oltre mille top buyer selezionati, invitati e ospitati da Veronafiere per l’edizione numero 55 di Vinitaly. Nord America: Usa e Canada. Asia (17): Armenia, Azerbaigian, Cina, Corea del Sud, Filippine, Giappone, Georgia, Hong Kong, India, Indonesia, Kazakhistan, Kirghizistan, Malesia, Singapore, Taiwan, Thailandia, Vietnam. Africa (9): Angola, Camerun, Costa d’Avorio, Ghana, Kenia, Marocco, Mozambico, Nigeria, Sud Africa. Centro-Sud America (12): Argentina, Brasile, Cile, Colombia, Costa Rica, Equador, Guatemala, Messico, Panama, Paraguay, Perù, Venezuela. Europa (26 inclusa area Baltica, Balcani, Scandinavia e UK): Austria, Albania, Bulgaria, Belgio, Bosnia Erzegovina, Croazia, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Irlanda, Inghilterra, Lituania, Lettonia, Norvegia, Olanda, Polonia, Portogallo, Repubblica Ceca, Romania, Serbia, Slovenia, Svezia, Svizzera e Ungheria.

“Vino rosso prima scelta per Millennial e Gen Z in Italia, UK, Usa”

“Vino rosso prima scelta per Millennial e Gen Z in Italia, UK, Usa”Milano, 15 mar. (askanews) – Il vino rosso è quello preferito da Millennial e Generazione Z di Italia, Inghilterra e Stati Uniti. E’ il dato saliente che emerge a sorpresa da una ricerca commissionata da Pasqua Vigneti e Cantine alla società internazionale Toluna, sugli stili di consumo e le attitudini dei giovani tra i 18 e i 43 anni dei tre mercati chiave dell’azienda. Dall’indagine esce il profilo di un consumatore sempre più consapevole e informato, che sceglie brand capaci di incarnare i suoi valori e di offrire un’esperienza unica, personalizzata e condivisibile.
Se convivialità e coinvolgimento emotivo sono determinanti nell’approccio al vino, dall’indagine risulta anche che l’aspetto della sostenibilità è centrale per decidere quale prodotto scegliere. “Queste generazioni cercano brand e produttori che parlino con il loro tono di voce, con il loro taglio e sono sempre più interessati a brand che strizzano l’occhio al loro modo di vivere, al loro ‘lifestyle’. Cercano vini salubri, che siano tracciabili, che abbiano una chiara origine, che abbiano trasparenza: vini che si allineino con i loro stili di vita sicuramente più salubre, con la loro dieta per esempio” ha spiegato ad askanews Riccardo Pasqua, amministratore delegato di Pasqua Vigneti e Cantine, storica impresa vinicola veronese che da anni osserva i nuovi stili di consumo per costruire un dialogo con chi sceglie i loro vini.
Il questionario è stato somministrato a 2.400 partecipanti, donne e uomini nati a cavallo tra il 1980 e il 2000, equamente divisi tra Italia, Regno Unito e Stati Uniti, che hanno consumato vino almeno una volta nell’ultimo mese. Presentata alla conferenza stampa annuale della Cantina a Milano, dalla ricerca emergono altri spunti interessanti. “Le opinioni degli influencer non sono più rilevanti come lo erano fino a qualche anno fa” precisa l’ad dell’azienda, aggiungendo che “queste due generazioni preferiscono prendersi il tempo di informarsi, di andare a leggere e studiare, cercano degli endorsment da parte di critici e diciamo gruppi editoriali che abbiano autorevolezza, spalle larghe ed esperienza”.
Altra curiosità emersa dalla ricerca è che durante i momenti di socialità, il vino è ritenuto non solo un argomento di conversazione ma uno dei più interessanti. “Parlare di vino dà status, parlare di vino è cool” chiosa il manager, sottolineando che l”ultima sorpresa che esce da questa indagine internazionale è legata al mondo dell’arte, “un mondo che ci sta molto a cuore e che utilizziamo da ormai sette anni nei nostri piani editoriali e nella nostra comunicazione. Il mondo dell’arte soprattutto nelle sue espressioni più contemporanee e immersive è in alto nella lista delle priorità e degli interessi di queste generazioni – prosegue – e questo conferma la bontà della strategia che Pasqua sta portando avanti da tempo, con oltre venti collaborazioni con altrettanti talenti attraverso i quali stiamo cercando di veicolare i nostri valori e il nostro messaggio”.
Realtà consolidata del panorama vitivinicolo nazionale e internazionale, Pasqua ha chiuso il 2022 con un giro d’affari di 65,4 milioni di euro e quasi 13 milioni di bottiglie vendute, il 90 delle quali in 72 Paesi del mondo. Impegnata in una strategia di premiumizzazione, sostenuta da importanti investimenti sul valore del brand (tra il 7,5% e il 9% sul fatturato negli ultimi 7 anni), l’azienda sarà presente anche quest’anno al Vinitaly a Verona, dopo il passaggio a ProWein a Dusseldorf. “La nostra presenza sarà come non è mai stata prima: avremo un’edizione senza precedenti con un palinsesto ricchissimo sia di degustazioni che di eventi” annuncia Riccardo Pasqua, spiegando che “Radio24 porterà alcuni dei suoi programmi in diretta dal nostro stand e avremo una partership con ‘Wine Entusiast’, uno dei più influenti magazine di vino statunitense, con cui faremo un piccolo evento sociale e una masterclass guidata dal loro specialista del vino italiano”.
Ma l’evento clou sarà “Luna Somnium”, una maxi installazione progettata dallo studio d’arte “fuse” e ispirata al “Somnium” di Giovanni Keplero. “Sarà un’altra installazione immersiva, ‘site specific’: l’anno scorso era stata fatta in piazza Erbe, quest’anno torneremo invece alle Gallerie Mercatali, uno spazio post industriale di fronte alla fiera di Verona che ben si presta a questo genere di iniziative” racconta il ceo, sottolineando che “sarà un’installazione clamorosa dove cercheremo di intrappolare la luna dentro questo spazi pazzeschi, con l’intento, attraverso tasti emozionali e immersivi, di comunicare i valori della nostra azienda, della nostra famiglia che sono la creatività, l’innovazione, il non avere paura di sperimentare, il non avere paura di guardare le cose da un angolo diverso, valori che hanno caratterizzato tanti dei nostri vini e hanno caratterizzato la crescita della nostra organizzazione”.

Disturbi alimentari, Bambino Gesù: in 2 anni raddoppiati accessi al PS

Disturbi alimentari, Bambino Gesù: in 2 anni raddoppiati accessi al PS

Aumento dei ricoveri del 50%. 15 marzo Giornata del fiocchetto lilla

Roma, 14 mar. (askanews) – Sono raddoppiati negli ultimi due anni (2021-2022) gli accessi per disturbi del comportamento alimentare al pronto soccorso dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù. Aumentati di oltre il 50% anche i ricoveri, passati dai 180 casi pre-pandemia (2019) a quasi 300 casi nell’ultimo anno. Alla vigilia della giornata nazionale del Fiocchetto Lilla, l’Ospedale della Santa Sede rende noti i dati preoccupanti di un fenomeno – i disturbi del comportamento alimentare (DCA) – che coinvolge in Italia circa 3 milioni di persone e rappresenta nel mondo, secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, la seconda causa di morte per le ragazze nella fascia di età tra i 12 e i 25 anni.
Nella mattina di domani, mercoledì 15 marzo, sarà presentato presso il Bambino Gesù il documentario “Vite Sottili” prodotto da Garbo Produzioni per Warner Bros. Discovery, che sarà trasmesso in prima tv su Real Time alle ore 22.40. Sempre il 15 marzo, a partire dalle ore 14.30, la diretta social sulla pagina Facebook dell’Ospedale sui disturbi del comportamento alimentare, con i medici del Bambino Gesù che potranno rispondere alle domande delle famiglie.
In Italia circa 3 milioni di persone, pari al 5% della popolazione, soffrono di disturbi del comportamento alimentare: il 90% sono donne, anche se sempre più numerosi sono gli uomini che manifestano questi sintomi e si rivolgono a strutture specializzate. L’esordio di questi disturbi è sempre più precoce. Negli ultimi anni si è infatti registrato un abbassamento dell’età fino agli 8/9 anni. Ciò è verosimilmente dovuto sia all’abbassamento dell’età puberale nelle bambine che al sempre più diffuso impiego dei social network che facilitano confronti con modelli di bellezza irraggiungibili.
Per la loro complessità, si tratta di disturbi che richiedono la maggiore collaborazione possibile tra figure professionali con differenti specializzazioni (psichiatri, pediatri, psicologi, dietisti, specialisti in medicina interna etc.). Sia l’anoressia che la bulimia possono essere causa di complicanze mediche gravi se non trattate tempestivamente e adeguatamente. I disturbi alimentari nell’ambito delle patologie psichiatriche presentano il più alto indice di mortalità, in particolare, nel caso dell’anoressia nervosa il rischio di morte è 5-10 volte maggiore di quello di persone sane della stessa età e sesso. In Italia, bulimia e anoressia causano più di 4000 morti. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità i disturbi del comportamento alimentare costituiscono la seconda causa di morte per le ragazze nella fascia di età tra i 12 e i 25 anni.
Negli ultimi 2 anni (2021-2022) gli accessi al pronto soccorso del Bambino Gesù legati ai disturbi del comportamento alimentare sono raddoppiati (+96,8%) rispetto al biennio precedente (2019-2020), passando da 463 a 911. I ricoveri ordinari sono invece passati dai 362 del 2019-2020 ai 565 del 2021-2022 (+56%). In aumento anche i day hospital che sono infine passati da 1.062 a 1320 (+24.3%). L’andamento è confermato anche dal confronto tra i dati del 2019 (l’ultimo prima del Covid) con quelli del 2022, in cui gli accessi al pronto sono passati da 214 a 443 (+107,1%), i ricoveri da 180 a 279 (+55%) e i day hospital da 607 a 669 (+10,2%). Un trend che conferma l’aumento del disagio giovanile durante gli anni della pandemia.
«Il lockdown prima e le restrizioni della socialità dopo hanno fatto da detonatore per un malessere che era spesso già presente, a volte in maniera meno manifesta a volte di più – spiega la dottoressa Valeria Zanna, responsabile di anoressia e disturbi alimentari del Bambino Gesù – il Covid e la quarantena sono stati sicuramente fattori di accelerazione, ma molte di queste ragazze e di questi ragazzi erano già allenati a mangiare di nascosto, a vomitare di nascosto, a vivere di nascosto».

Long Covid Day: mix Arginina e Vitamina C funziona in 8 pazienti su 10

Long Covid Day: mix Arginina e Vitamina C funziona in 8 pazienti su 10Roma, 14 mar. (askanews) – A tre anni di distanza dalla scoperta del Long Covid, dagli Stati Uniti si è diffuso un movimento social che unisce migliaia di pazienti in tutto il mondo e che oggi chiedono alle Nazioni Unite di ufficializzare l’istituzione del Long Covid Awareness Day, Giornata internazionale della consapevolezza sul Long Covid, da celebrare il 15 marzo. L’obiettivo è quello di richiamare l’attenzione su questa “pandemia nella pandemia” che si stima riguardi globalmente ben 63 milioni di persone e che continua ad avere un impatto molto negativo sulla qualità della vita di un esercito di “ex-positivi”. I pazienti chiedono di non essere lasciati soli ad affrontare quella che ancora oggi è a tutti gli effetti una sindrome per molti aspetti misteriosa. Ma la scienza continua a lavorare alla ricerca di nuovi approcci per il Long Covid, contro il quale oggi non esistono terapie mirate.
E’ in questo contesto che si inserisce un nuovo studio multicentrico, pubblicato sulla rivista Pharmacological Research, che ha coinvolto 20 centri italiani, tra cui università ed ospedali, coordinato da un consorzio internazionale composto dall’Università Federico II di Napoli, l’Albert Einstein College of New York e il Cardiovascular Research Center di Ahalst (Belgio). Secondo questa ricerca il mix di Arginina e Vitamina C, dopo essersi rivelato efficace nel contrastare la perdita di forza muscolare nei pazienti post-Covid, ha dimostrato di migliorare in modo marcato anche altri sintomi legati al Long Covid, tra cui in particolare insonnia e disturbi gastrointestinali.
Nello studio sono stati coinvolti in totale 1.390 pazienti con Long Covid, intervistati in relazione ai sintomi manifestati e divisi in due gruppi: un primo che ha ricevuto una combinazione multivitaminica (tra cui Vitamina B, B1, B2, B6 e acido folico) e un secondo che ha ricevuto il mix di Arginina e Vitamina C liposomiale. “Dopo 30 giorni abbiamo osservato che nell’87% dei pazienti a cui è stato dato il mix di Arginina e Vitamina C, i disturbi gastrici erano assenti contro il 64% dei pazienti che invece ha ricevuto il composto multivitaminico – spiega Gaetano Santulli, tra i principali autori dello studio e professore di Cardiologia dell’Albert Einstein College di New York -. Allo stesso modo per l’insonnia il disturbo è risultato assente nell’80% dei pazienti trattati con il cocktail Arginina + Vitamina C, contro il 40% dei pazienti che ha ricevuto l’altro composto a base di Vitamina B”. “E’ ormai noto che il Long Covid determina disturbi neurologici, tra cui l’insonnia, e colpisce anche l’intestino con lo sviluppo di sintomi gastrointestinali persistenti, come nausea, diarrea e dolori addominali – spiega Bruno Trimarco, co-autore dello studio e professore emerito di Cardiologia all’Università Federico II di Napoli -. Tra i possibili meccanismi coinvolti vi è l’alterazione della barriera ematoencefalica costituita da cellule endoteliali che può comportare una disregolazione del sistema neurovegetativo. Questa disfunzione altera il ritmo sonno-veglia con sviluppo dell’insonnia e implicazioni anche a livello gastrico-metabolico con l’insorgenza di nausea e crampi addominali”. “L’arginina è un amminoacido essenziale che ha molteplici funzioni nella reattività endoteliale in risposta all’esigenza dei diversi tessuti. Di conseguenza, ripristinare i valori di Arginina porta a un miglioramento significativo dei sintomi associati alla sindrome post-infezione”, concludono gli esperti.

Covid, familiari vittime: il 18 marzo giorno di memoria e vita

Covid, familiari vittime: il 18 marzo giorno di memoria e vitaMilano, 14 mar. (askanews) – Si farà memoria ma sarà anche l’occasione per commentare l’attualità e lanciare un messaggio di speranza e di vera rinascita: l’Associazione dei familiari delle vittime #Sereniesempreuniti organizza per il 18 marzo 2023 una serata aperta a tutti dal titolo “La memoria e la vita”. L’evento commemorativo nella Giornata nazionale in memoria delle vittime del Covid19, a tre anni da quando i camion militari portarono le bare fuori da Bergamo, si terrà dalle 18 presso la sala consiliare del Filandone in via Allegreni 37 a Martinengo, in provincia di Bergamo.
Nella prima parte dell’evento l’Associazione presenterà le proprio attività con la volontà di farsi conoscere e coinvolgere nuove persone: sono tante infatti le iniziative promosse da #Sereniesempreuniti con la collaborazione di scuole, biblioteche e altri enti culturali. Seguirà un approfondito dibattito sull’attualità: alla luce della chiusura delle indagini della Procura di Bergamo che vede 19 indagati, tra cui nomi eccellenti della politica e degli enti dirigenziali, la giornalista di Valseriana News Gessica Costanzo dialogherà con il collega di Report (Rai3) Giulio Valesini. Il giornalista fu il primo ad occuparsi della questione al centro dell’inchiesta di Bergamo: il piano pandemico nazionale non aggiornato e non attivato. Valesini parlerà della sua inchiesta, che negli anni si è allargata coinvolgendo tutti i responsabili della tragedia che nella primavera del 2020 nella sola provincia di Bergamo ha causato 6200 decessi in più. Con loro, a commentare il procedimento penale, l’avvocato Consuelo Locati, da sempre in prima linea nel reperimento di documenti per l’accertamento delle verità e delle responsabilità.
Spazio anche al procedimento civile che vede chiamati in causa – dal team legale che segue l’Associazione – il governo Conte, l’ex Ministro della Salute Speranza e il governatore di Regione Lombardia Attilio Fontana. Ad illustrare le tappe di questo procedimento che prevede il risarcimento del danno, l’avvocato del foro di Milano Giovanni Benedetto, esperto in materia sanitaria a cui si aggiungerà la voce del professore Emilio Chiodo del Centro Europeo Medicina delle Catastrofi della Repubblica di San Marino e consulente degli avvocati. La serata si concluderà con un momento artistico con il contributo dell’Associazione artistica Orizzonti Inclinati di Miri Ronchetti.
“Nessuno dimenticherà che c’è stato un tempo in cui, dopo i canti sui balconi, i cori, la sofferenza, la delusione e la fatica, un gruppo di semplici persone ha capito cosa significa essere davvero ‘sereni e sempre unti’ – commentano dal direttivo -: unitevi a noi, facciamo che questa tragedia ci restituisca dignità e una vera rinascita”.

Vino, nel 2022 export record: 7,9 mld di euro, +9,8% in valore

Vino, nel 2022 export record: 7,9 mld di euro, +9,8% in valore

A fronte di volumi piatti (-0,6%). Veneto +13,6%: 36% totale nazionale

Milano, 14 mar. (askanews) – L’Italia del vino sfiora il traguardo degli 8 miliardi di euro chiudendo l’export 2022 con un nuovo record commerciale: 7,9 miliardi di euro di euro (+9,8%) a fronte di volumi piatti (22 milioni di ettolitri, -0,6%). Secondo l’analisi dell’Osservatorio Uiv, Ismea e Vinitaly, che ha elaborato i dati rilasciati oggi da Istat sui 12 mesi dello scorso anno, il mercato ha retto anche alle inevitabili quanto parziali variazioni dei listini, ma l’escalation dei costi di produzione ha abbondantemente eroso i margini della filiera in particolare per i prodotti entry-level e popular (fino a 6 euro al litro).
Il risultato finale, vista anche la congiuntura, è senz’altro positivo per uno dei settori del made in Italy più virtuosi nella bilancia commerciale, che chiude in attivo di oltre 7,3 miliardi di euro. Rimane, rileva l’Osservatorio, la consapevolezza che il record commerciale sia senz’altro determinato da un doping dei prezzi, tanto necessario al fine di limitare l’erosione dei margini causata dal surplus dei costi, quanto pericoloso sul fronte dei consumi previsti per il 2023.
Ultimo trimestre in forte rallentamento, con chiusura nei valori a +5% contro +19% di marzo, +11% di giugno e +12% di settembre, mentre i volumi si mantengono in scia negativa (a -3% medio da giugno, con il solo primo trimestre positivo). Tra i competitor, la Francia si conferma leader mondiale con 12,3 miliardi di euro (+11% valore e -5% volume) mentre l’Italia mantiene la posizione di primo fornitore a livello quantitativo e secondo in valore davanti alla Spagna (2,98 miliardi di euro, che chiude a +3,5% nei valori e -9% nei volumi).
Sempre secondo l’Osservatorio targato Unione italiana vini, Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare e Vinitaly, incrementano a valore tutti i principali mercati della domanda, a partire dagli Stati Uniti (+10%) che si confermano primo mercato export italiano con una quota di mercato del 23%. Seguono, tra i top buyer, la Germania (15% lo share), che sale del 5% a 1,2 miliardi di euro; poi Regno Unito (+10%), Canada (+11%), Svizzera (+3%) e una Francia in forte progressione (+25%).
Diverso il quadro dei volumi, in calo o stazionari in tutte le principali destinazioni (Usa a -6%, Germania a -2%, Uk a -4%) a eccezione di quella transalpina (+16%, dovuto alla poderosa crescita del Prosecco, +20%). Ancora in caduta la domanda cinese, che chiude i conti a -28% sul fronte dei vini in bottiglia.
Tra le tipologie, continua il forte traino degli spumanti che volano a +19% in valore (Prosecco a +22%) e confermano la positività sui volumi (+6%, di cui +6% Prosecco e +9% Asti Spumante), mentre faticano i vini fermi imbottigliati (-3% volume), con i rossi in sofferenza che chiudono a -4% volume e +4% valore, contro il +12% dei bianchi. In particolare, sui rossi, risultano in contrazione i volumi nelle fasce di posizionamento più basse (sotto i 3 euro), mentre tengono molto bene e anzi risultano in buona crescita i vini premium, in particolare piemontesi (+9%), veneti (+4%) e toscani (+6%). I frizzanti cedono il 7% in volume ma guadagnano il 6% a valore.
Per quanto riguarda la classifica regionale, con oltre 2,8 miliardi di euro di fatturato all’estero e una performance nei dodici mesi superiore alla media italiana (+13,4%) il Veneto rafforza la sua leadership sulle esportazioni tricolore, guadagnando una quota pari al 36% sul totale nazionale. Si confermano anche il secondo e terzo posto del podio, con il Piemonte in crescita rallentata (+4,6%, a 1,28 miliardi di euro) e tallonato dalla Toscana, che chiude in linea con i risultati nazionali (+10,4%, 1,25 miliardi di euro). A seguire le tre regioni, responsabili complessivamente del 68,2% dell’export enologico made in Italy, il Trentino Alto-Adige (-1,1% il risultato tra gennaio e dicembre 2022) e l’Emilia-Romagna (+8,9%).
Sul fronte delle performance nelle principali regioni enologiche, spiccano le accelerazioni di Friuli-Venezia Giulia (+39,7%), Marche (+25,9%) e Sicilia (+21%).

Antibiotico-Resistenza, dopo ospedali e RSA è allarme sul territorio

Antibiotico-Resistenza, dopo ospedali e RSA è allarme sul territorioRoma, 14 mar. (askanews) – Il problema dei microrganismi multiresistenti agli antibiotici rappresenta un fenomeno in crescita in tutta Europa, con l’Italia che è tra i Paesi con le peggiori performance. Il tema è al centro anche del 9° Congresso AMIT – Argomenti di Malattie Infettive e Tropicali, da cui parte un allarme: i microbi multiresistenti non sono più un fenomeno legato prevalentemente agli ospedali, ma sono ormai diffusi anche sul territorio. Il Congresso AMIT è presieduto da Marco Tinelli, Ospedale San Luca, Istituto Auxologico Italiano IRCCS e infettivologo della SIMIT – Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali, e da Antonella Castagna, primario dell’Unità di Malattie Infettive dell’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano e Direttore della scuola di Specializzazione in Malattie Infettive e Tropicali presso l’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano. Il Congresso si tiene giovedì 16 e venerdì 17 marzo a Milano presso Palazzo Castiglioni, Corso Venezia 47; è patrocinato da ISS, e da molte società scientifiche italiane e internazionali tra cui SIMIT, ESCMID, AMCLI, GISA, SIV, SIGOT.
I dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, delle Nazioni Unite e del G20 stimano nel 2050 una mortalità per germi multiresistenti agli antibiotici analoga alle patologie oncologiche, con 10 milioni di morti a livello globale. Secondo un report dell’Ente europeo per il Controllo della Malattie Infettive (ECDC) pubblicato a fine 2022, si stima che in Italia (seconda solo alla Grecia in un elenco di 29 paesi) per 100mila abitanti vi siano almeno 19 decessi all’anno attribuibili a infezioni da microrganismi multiresistenti, rispetto ai 2 dell’Olanda, ultima dell’elenco. A febbraio 2023, il Ministero della Salute ha approvato il nuovo “Piano Nazionale di Contrasto all’Antimicrobico Resistenza 2022-2025”: oltre al rilievo del concetto di “One Health” per considerare le infezioni a livello ambientale, animale e umano, anch’esso pone attenzione alla fase di “transizione” dei pazienti tra ospedale e territorio, che sta diventando foriera di nuove infezioni da microrganismi multi-resistenti.
Le colonizzazioni batteriche sono dovute alla persistenza di microrganismi patogeni multiresistenti in vari organi e apparati: non sempre determinano infezioni acute, ma sono ugualmente pericolose se si diffondono in vari organi o nel sangue. Le infezioni relative alla transizione ospedale-territorio sono state oggetto di una recente pubblicazione di autori italiani su una importante rivista internazionale. “Questo studio, fatto a Milano e a Roma. ha contribuito a dimostrare che pazienti colonizzati da batteri multiresistenti in ospedale e seguiti per 12 mesi dal momento della dimissione, una volta inviati ad altri contesti come RSA, strutture per la riabilitazione o a domicilio, nel 60% dei casi le colonizzazioni scompaiono spontaneamente mentre nel rimanente 40% possono perdurare anche alcuni mesi – sottolinea Tinelli – questo fenomeno di decolonizzione spontanea può essere dovuto al cambiamento delle condizioni ambientali che favoriscono il ripristino della flora batterica normale, prima sostituita da batteri ad alta resistenza. Si ricostituisce quello che viene chiamato “microbiota” cioè i microrganismi fondamentali per la nostra vita. Nel nostro corpo tali batteri ammontano a circa 1Kg e 200 grammi. Inoltre, è ormai noto che anche a livello prettamente territoriale, se le persone non hanno avuto negli ultimi 6-12 mesi alcun contatto con strutture sanitarie, si evidenziano comunque colonizzazioni da batteri multiresistenti che vanno dal 2,6% al 29% e possono perdurare anche per 8 mesi con il rischio di contagiare anche altre persone”.
Per far fronte all’emergenza dell’antibiotico-resistenza, vi sono all’orizzonte alcune importanti soluzioni terapeutiche oltre al fondamentale trattamento con antibiotici. “Anzitutto, possiamo contare su altri nuovi antibiotici – prosegue Marco Tinelli – nel 2022, l’FDA americano ha approvato nuove molecole per le infezioni complicate delle vie urinarie, addominali, della cute, per tessuti molli e per particolari ceppi di micobatteri della tubercolosi resistenti ai comuni trattamenti: si tratta di veri e propri strumenti “salvavita”, che dovranno però essere gestiti con attenzione onde evitare l’insorgenza di nuove resistenze. In secondo luogo, tra i promettenti trattamenti già sperimentati con successo nel modello animale vi sono le “microcine”, peptidi a basso peso molecolare prodotte dai ribosomi, che hanno un potere battericida, soprattutto a livello intestinale verso batteri multiresistenti come Klebsiella pneumoniae ed Escherichia coli che nei pazienti immunocompromessi o sottoposti a trattamenti antibiotici sostituiscono il microbiota e da lì si possono diffondere in vari organi o nel sangue, determinando anche gravi episodi di sepsi che possono essere letali. Le microcine possono sia uccidere questi batteri multiresistenti che ripristinare una normale flora intestinale. La terapia con la microcina “McC” sembra la più promettente e potrebbe cominciare ad essere testata prossimamente nell’uomo. Altro trattamento, ultimamente rivalutato, è rappresentato dalla cosiddetta terapia “fagica”, nota da tempo ma recentemente riportata all’attenzione dei clinici da nuovi e più approfonditi studi scientifici : i batteriofagi sono particolari virus in grado di attaccare e distruggere i batteri dopo aver inserito il genoma virale al loro interno. Infine, una terapia ancora lontana dall’applicazione routinaria ma che sarà disponibile nell’armamentario terapeutico è il cosiddetto metodo “CRISPR-Cas”, che consiste nel modificare il genoma dei microrganismi intestinali rendendoli non aggressivi oppure eliminandone alcuni, attuando così una sorta di “decolonizzazione genomica” senza sostituzione della gran parte della flora batterica come avviene con la classica decolonizzazione mediante antibiotici”.