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Covid, familiari vittime: il 18 marzo giorno di memoria e vita

Covid, familiari vittime: il 18 marzo giorno di memoria e vitaMilano, 14 mar. (askanews) – Si farà memoria ma sarà anche l’occasione per commentare l’attualità e lanciare un messaggio di speranza e di vera rinascita: l’Associazione dei familiari delle vittime #Sereniesempreuniti organizza per il 18 marzo 2023 una serata aperta a tutti dal titolo “La memoria e la vita”. L’evento commemorativo nella Giornata nazionale in memoria delle vittime del Covid19, a tre anni da quando i camion militari portarono le bare fuori da Bergamo, si terrà dalle 18 presso la sala consiliare del Filandone in via Allegreni 37 a Martinengo, in provincia di Bergamo.
Nella prima parte dell’evento l’Associazione presenterà le proprio attività con la volontà di farsi conoscere e coinvolgere nuove persone: sono tante infatti le iniziative promosse da #Sereniesempreuniti con la collaborazione di scuole, biblioteche e altri enti culturali. Seguirà un approfondito dibattito sull’attualità: alla luce della chiusura delle indagini della Procura di Bergamo che vede 19 indagati, tra cui nomi eccellenti della politica e degli enti dirigenziali, la giornalista di Valseriana News Gessica Costanzo dialogherà con il collega di Report (Rai3) Giulio Valesini. Il giornalista fu il primo ad occuparsi della questione al centro dell’inchiesta di Bergamo: il piano pandemico nazionale non aggiornato e non attivato. Valesini parlerà della sua inchiesta, che negli anni si è allargata coinvolgendo tutti i responsabili della tragedia che nella primavera del 2020 nella sola provincia di Bergamo ha causato 6200 decessi in più. Con loro, a commentare il procedimento penale, l’avvocato Consuelo Locati, da sempre in prima linea nel reperimento di documenti per l’accertamento delle verità e delle responsabilità.
Spazio anche al procedimento civile che vede chiamati in causa – dal team legale che segue l’Associazione – il governo Conte, l’ex Ministro della Salute Speranza e il governatore di Regione Lombardia Attilio Fontana. Ad illustrare le tappe di questo procedimento che prevede il risarcimento del danno, l’avvocato del foro di Milano Giovanni Benedetto, esperto in materia sanitaria a cui si aggiungerà la voce del professore Emilio Chiodo del Centro Europeo Medicina delle Catastrofi della Repubblica di San Marino e consulente degli avvocati. La serata si concluderà con un momento artistico con il contributo dell’Associazione artistica Orizzonti Inclinati di Miri Ronchetti.
“Nessuno dimenticherà che c’è stato un tempo in cui, dopo i canti sui balconi, i cori, la sofferenza, la delusione e la fatica, un gruppo di semplici persone ha capito cosa significa essere davvero ‘sereni e sempre unti’ – commentano dal direttivo -: unitevi a noi, facciamo che questa tragedia ci restituisca dignità e una vera rinascita”.

Vino, nel 2022 export record: 7,9 mld di euro, +9,8% in valore

Vino, nel 2022 export record: 7,9 mld di euro, +9,8% in valore

A fronte di volumi piatti (-0,6%). Veneto +13,6%: 36% totale nazionale

Milano, 14 mar. (askanews) – L’Italia del vino sfiora il traguardo degli 8 miliardi di euro chiudendo l’export 2022 con un nuovo record commerciale: 7,9 miliardi di euro di euro (+9,8%) a fronte di volumi piatti (22 milioni di ettolitri, -0,6%). Secondo l’analisi dell’Osservatorio Uiv, Ismea e Vinitaly, che ha elaborato i dati rilasciati oggi da Istat sui 12 mesi dello scorso anno, il mercato ha retto anche alle inevitabili quanto parziali variazioni dei listini, ma l’escalation dei costi di produzione ha abbondantemente eroso i margini della filiera in particolare per i prodotti entry-level e popular (fino a 6 euro al litro).
Il risultato finale, vista anche la congiuntura, è senz’altro positivo per uno dei settori del made in Italy più virtuosi nella bilancia commerciale, che chiude in attivo di oltre 7,3 miliardi di euro. Rimane, rileva l’Osservatorio, la consapevolezza che il record commerciale sia senz’altro determinato da un doping dei prezzi, tanto necessario al fine di limitare l’erosione dei margini causata dal surplus dei costi, quanto pericoloso sul fronte dei consumi previsti per il 2023.
Ultimo trimestre in forte rallentamento, con chiusura nei valori a +5% contro +19% di marzo, +11% di giugno e +12% di settembre, mentre i volumi si mantengono in scia negativa (a -3% medio da giugno, con il solo primo trimestre positivo). Tra i competitor, la Francia si conferma leader mondiale con 12,3 miliardi di euro (+11% valore e -5% volume) mentre l’Italia mantiene la posizione di primo fornitore a livello quantitativo e secondo in valore davanti alla Spagna (2,98 miliardi di euro, che chiude a +3,5% nei valori e -9% nei volumi).
Sempre secondo l’Osservatorio targato Unione italiana vini, Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare e Vinitaly, incrementano a valore tutti i principali mercati della domanda, a partire dagli Stati Uniti (+10%) che si confermano primo mercato export italiano con una quota di mercato del 23%. Seguono, tra i top buyer, la Germania (15% lo share), che sale del 5% a 1,2 miliardi di euro; poi Regno Unito (+10%), Canada (+11%), Svizzera (+3%) e una Francia in forte progressione (+25%).
Diverso il quadro dei volumi, in calo o stazionari in tutte le principali destinazioni (Usa a -6%, Germania a -2%, Uk a -4%) a eccezione di quella transalpina (+16%, dovuto alla poderosa crescita del Prosecco, +20%). Ancora in caduta la domanda cinese, che chiude i conti a -28% sul fronte dei vini in bottiglia.
Tra le tipologie, continua il forte traino degli spumanti che volano a +19% in valore (Prosecco a +22%) e confermano la positività sui volumi (+6%, di cui +6% Prosecco e +9% Asti Spumante), mentre faticano i vini fermi imbottigliati (-3% volume), con i rossi in sofferenza che chiudono a -4% volume e +4% valore, contro il +12% dei bianchi. In particolare, sui rossi, risultano in contrazione i volumi nelle fasce di posizionamento più basse (sotto i 3 euro), mentre tengono molto bene e anzi risultano in buona crescita i vini premium, in particolare piemontesi (+9%), veneti (+4%) e toscani (+6%). I frizzanti cedono il 7% in volume ma guadagnano il 6% a valore.
Per quanto riguarda la classifica regionale, con oltre 2,8 miliardi di euro di fatturato all’estero e una performance nei dodici mesi superiore alla media italiana (+13,4%) il Veneto rafforza la sua leadership sulle esportazioni tricolore, guadagnando una quota pari al 36% sul totale nazionale. Si confermano anche il secondo e terzo posto del podio, con il Piemonte in crescita rallentata (+4,6%, a 1,28 miliardi di euro) e tallonato dalla Toscana, che chiude in linea con i risultati nazionali (+10,4%, 1,25 miliardi di euro). A seguire le tre regioni, responsabili complessivamente del 68,2% dell’export enologico made in Italy, il Trentino Alto-Adige (-1,1% il risultato tra gennaio e dicembre 2022) e l’Emilia-Romagna (+8,9%).
Sul fronte delle performance nelle principali regioni enologiche, spiccano le accelerazioni di Friuli-Venezia Giulia (+39,7%), Marche (+25,9%) e Sicilia (+21%).

Antibiotico-Resistenza, dopo ospedali e RSA è allarme sul territorio

Antibiotico-Resistenza, dopo ospedali e RSA è allarme sul territorioRoma, 14 mar. (askanews) – Il problema dei microrganismi multiresistenti agli antibiotici rappresenta un fenomeno in crescita in tutta Europa, con l’Italia che è tra i Paesi con le peggiori performance. Il tema è al centro anche del 9° Congresso AMIT – Argomenti di Malattie Infettive e Tropicali, da cui parte un allarme: i microbi multiresistenti non sono più un fenomeno legato prevalentemente agli ospedali, ma sono ormai diffusi anche sul territorio. Il Congresso AMIT è presieduto da Marco Tinelli, Ospedale San Luca, Istituto Auxologico Italiano IRCCS e infettivologo della SIMIT – Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali, e da Antonella Castagna, primario dell’Unità di Malattie Infettive dell’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano e Direttore della scuola di Specializzazione in Malattie Infettive e Tropicali presso l’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano. Il Congresso si tiene giovedì 16 e venerdì 17 marzo a Milano presso Palazzo Castiglioni, Corso Venezia 47; è patrocinato da ISS, e da molte società scientifiche italiane e internazionali tra cui SIMIT, ESCMID, AMCLI, GISA, SIV, SIGOT.
I dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, delle Nazioni Unite e del G20 stimano nel 2050 una mortalità per germi multiresistenti agli antibiotici analoga alle patologie oncologiche, con 10 milioni di morti a livello globale. Secondo un report dell’Ente europeo per il Controllo della Malattie Infettive (ECDC) pubblicato a fine 2022, si stima che in Italia (seconda solo alla Grecia in un elenco di 29 paesi) per 100mila abitanti vi siano almeno 19 decessi all’anno attribuibili a infezioni da microrganismi multiresistenti, rispetto ai 2 dell’Olanda, ultima dell’elenco. A febbraio 2023, il Ministero della Salute ha approvato il nuovo “Piano Nazionale di Contrasto all’Antimicrobico Resistenza 2022-2025”: oltre al rilievo del concetto di “One Health” per considerare le infezioni a livello ambientale, animale e umano, anch’esso pone attenzione alla fase di “transizione” dei pazienti tra ospedale e territorio, che sta diventando foriera di nuove infezioni da microrganismi multi-resistenti.
Le colonizzazioni batteriche sono dovute alla persistenza di microrganismi patogeni multiresistenti in vari organi e apparati: non sempre determinano infezioni acute, ma sono ugualmente pericolose se si diffondono in vari organi o nel sangue. Le infezioni relative alla transizione ospedale-territorio sono state oggetto di una recente pubblicazione di autori italiani su una importante rivista internazionale. “Questo studio, fatto a Milano e a Roma. ha contribuito a dimostrare che pazienti colonizzati da batteri multiresistenti in ospedale e seguiti per 12 mesi dal momento della dimissione, una volta inviati ad altri contesti come RSA, strutture per la riabilitazione o a domicilio, nel 60% dei casi le colonizzazioni scompaiono spontaneamente mentre nel rimanente 40% possono perdurare anche alcuni mesi – sottolinea Tinelli – questo fenomeno di decolonizzione spontanea può essere dovuto al cambiamento delle condizioni ambientali che favoriscono il ripristino della flora batterica normale, prima sostituita da batteri ad alta resistenza. Si ricostituisce quello che viene chiamato “microbiota” cioè i microrganismi fondamentali per la nostra vita. Nel nostro corpo tali batteri ammontano a circa 1Kg e 200 grammi. Inoltre, è ormai noto che anche a livello prettamente territoriale, se le persone non hanno avuto negli ultimi 6-12 mesi alcun contatto con strutture sanitarie, si evidenziano comunque colonizzazioni da batteri multiresistenti che vanno dal 2,6% al 29% e possono perdurare anche per 8 mesi con il rischio di contagiare anche altre persone”.
Per far fronte all’emergenza dell’antibiotico-resistenza, vi sono all’orizzonte alcune importanti soluzioni terapeutiche oltre al fondamentale trattamento con antibiotici. “Anzitutto, possiamo contare su altri nuovi antibiotici – prosegue Marco Tinelli – nel 2022, l’FDA americano ha approvato nuove molecole per le infezioni complicate delle vie urinarie, addominali, della cute, per tessuti molli e per particolari ceppi di micobatteri della tubercolosi resistenti ai comuni trattamenti: si tratta di veri e propri strumenti “salvavita”, che dovranno però essere gestiti con attenzione onde evitare l’insorgenza di nuove resistenze. In secondo luogo, tra i promettenti trattamenti già sperimentati con successo nel modello animale vi sono le “microcine”, peptidi a basso peso molecolare prodotte dai ribosomi, che hanno un potere battericida, soprattutto a livello intestinale verso batteri multiresistenti come Klebsiella pneumoniae ed Escherichia coli che nei pazienti immunocompromessi o sottoposti a trattamenti antibiotici sostituiscono il microbiota e da lì si possono diffondere in vari organi o nel sangue, determinando anche gravi episodi di sepsi che possono essere letali. Le microcine possono sia uccidere questi batteri multiresistenti che ripristinare una normale flora intestinale. La terapia con la microcina “McC” sembra la più promettente e potrebbe cominciare ad essere testata prossimamente nell’uomo. Altro trattamento, ultimamente rivalutato, è rappresentato dalla cosiddetta terapia “fagica”, nota da tempo ma recentemente riportata all’attenzione dei clinici da nuovi e più approfonditi studi scientifici : i batteriofagi sono particolari virus in grado di attaccare e distruggere i batteri dopo aver inserito il genoma virale al loro interno. Infine, una terapia ancora lontana dall’applicazione routinaria ma che sarà disponibile nell’armamentario terapeutico è il cosiddetto metodo “CRISPR-Cas”, che consiste nel modificare il genoma dei microrganismi intestinali rendendoli non aggressivi oppure eliminandone alcuni, attuando così una sorta di “decolonizzazione genomica” senza sostituzione della gran parte della flora batterica come avviene con la classica decolonizzazione mediante antibiotici”.

Papilloma Virus, firmato Memorandum Intesa Associazioni-Istituzioni

Papilloma Virus, firmato Memorandum Intesa Associazioni-IstituzioniRoma, 14 mar. (askanews) – Eliminare in Italia tutti i casi di cancro provocati dall’HPV è un obiettivo raggiungibile. Il messaggio – ribadito in conferenza stampa presso la Camera dei Deputati – è stato sottolineato dalle Associazioni che si occupano di Papilloma Virus, anche durante le manifestazioni della giornata internazionale dell’HPV del 4 marzo. La richiesta alle Istituzioni è netta: un impegno concreto sul tema attraverso la firma di un Memorandum d’Intesa.
Il Piano Oncologico Nazionale, adottato lo scorso gennaio in Conferenza Stato-Regioni e in attesa di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, è sicuramente un passo in avanti, vista la previsione di rafforzare gli interventi per aumentare le coperture vaccinali contro gli agenti infettivi che causano tumori. Ma i tassi di vaccinazione in Italia per l’HPV rimangono ancora insufficienti, con la pandemia che ha acuito il problema, rallentando le prestazioni sanitarie e causando la mancata protezione di un’ampia fetta di popolazione giovanile: oggi esposta al rischio di contrarre un tumore da Papillomavirus.
Tra le ragazze nate nel 2009, infatti, a livello nazionale solo il 32% ha ricevuto il ciclo completo di vaccinazione. Si passa dal massimo del 61% registrato nella Provincia Autonoma di Trento al 5% del Friuli Venezia-Giulia. Leggermente migliore è la situazione per le giovani nate nel 2008, di cui però solo la metà ha ottenuto la doppia dose. Per quanto riguarda i maschi, tra le coorti del 2009 e del 2008 le percentuali sono appena del 26% e del 44%. Insufficienti infine anche le adesioni ai programmi di screening: solo il 77% delle donne tra i 25 e i 64 anni hanno seguito un percorso di prevenzione. In particolare, lo screening cervicale mostra proporzioni pre-pandemiche di esecuzione del test intorno al 38-39% delle donne aventi diritto, un calo al 23% nel 2020 e un livello di copertura del 35% nel 2021. Numeri, questi, ben distanti dagli obiettivi prefissati al 2030: raggiungere almeno il 90% di popolazione femminile e maschile vaccinata e il 90% di donne sottoposte a screening cervicale. Per supplire a questo ritardo, Fondazione Umberto Veronesi, la Federazione Italiana delle Associazioni di Volontariato in Oncologia, Fondazione IncontraDonna, CittadinanzAttiva, ThinkYoung, Consiglio Nazionale dei Giovani, la Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori, ACTO – Italia, aBRCAdabra e LOTO OdV hanno quindi richiesto alle istituzioni un’azione formale, dopo aver aggiornato lo scorso novembre il Manifesto per l’eliminazione dei tumori correlati al papillomavirus. Quest’ultimo prevede di: potenziare i servizi di prevenzione vaccinale e screening; attivare campagne di informazione ed engagement sulla prevenzione dei tumori da HPV; promuovere programmi di prevenzione primaria e secondaria, per garantire a tutti l’accesso in sicurezza alle opportunità del Sistema sanitario nazionale; attivare un monitoraggio dei livelli di copertura vaccinale e screening attraverso strumenti digitali; condividere i dati tra le classi mediche e le ASL per una più efficace implementazione dell’anagrafe vaccinale digitale.
“Oggi rinnoviamo il nostro impegno al fianco delle Istituzioni per fare del nostro Paese il primo in Europa a conseguire gli obiettivi internazionali fissati dall’OMS e ripresi dalla Commissione Europea (Europe’s Beating Cancer Plan) e raggiungere il 90% di vaccinati anti-HPV entro il 2030. In questa sede, sottoscriviamo un memorandum d’intesa con i rappresentanti del Parlamento per proseguire insieme in un’attività di sensibilizzazione dell’opinione pubblica sull’importanza della prevenzione, ribadendo il contenuto del Manifesto nazionale contro l’HPV. Solo insieme, Istituzioni e società civile, possiamo ridurre drasticamente l’incidenza dei nuovi casi di tumori e delle patologie correlate al Papilloma Virus, lavorando in sinergia per recuperare le generazioni perse che non si sono potute vaccinare, anche a causa della pandemia, come da obiettivi del Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale”, scrivono le Associazioni nel Memorandum.

Turismo, Spagna presente a BMT con otto coespositori

Turismo, Spagna presente a BMT con otto coespositoriRoma, 14 mar. (askanews) – L’ufficio Spagnolo del Turismo guidato dal direttore Gonzalo Ceballos si presenta presso la BMT di Napoli con uno spazio molto significativo presso il padiglione 6. La Spagna non manca in questo importante appuntamento professionale per il mercato italiano, dopo aver partecipato nelle ultime edizioni, anche nel 2022, anno in cui è stata premiata come migliore ufficio in Italia per quanto riguarda l’attività di promozione digitale. La Spagna è pronta per un 2023 in cui si stanno raggiungendo i numeri e i volumi prepandemici, e in questa riscossa il mercato del centro sud ha molto da dire. Lo stesso Gonzalo Ceballos, direttore dell’Ente Spagnolo per il turismo a Roma ci tiene a sottolineare: “La presenza della Spagna nella BMT anno dopo anno è la prova di quanto la Spagna tiene al mercato centro-sud italiano. Prova di questa importanza è la straordinaria connettività aerea che collega una rete di 15 aeroporti del sud con il nostro paese, il ché rappresenta oltre 3 milioni di passeggeri provvenienti dalle regioni meridionali. È interessante ricordare come l’aeroporto di Napoli è posizionato nel 5º posto in Italia in quanto volume di passeggeri verso la Spagna. La nostra presenza qui consente di mantenere i rapporti con i nostri partners e sviluppare sempre di più un mercato pronto alla ricerca di nuove esperienze e prodotti turistici che la spagna è in grado di offrire”.
In questa edizione l’ente propone tante novità a cominciare sempre dal Centro Multimediale Interattivo (CMI) gestito dall’Ufficio Spagnolo del Turismo a Roma, nel cuore della città stessa. La storica sede, ubicata a Piazza di Spagna, si rinnova un’altra volta per accogliere l’anno giubilare di Caravaca de la Cruz 2024 in collaborazione con la Regione di Murcia. In programma, anche un ciclo di eventi, presenziali, online e ibridi, dedicati alla Regione di Murcia e all’anno giubilare di Caravaca de la Cruz. Inoltre l’attività di promozione delle destinazioni spagnole prosegue (più info su www.events.esperienzaspagna.it ) con la collaborazione di Tour Operator e compagnie aeree quali: Boscolo, Guiness Travel, Volotea, Palladium group, ecc. Nell’ambito della campagna “La Spagna dipingendo il mondo” organizzata dall’Ente a Roma, il Centro Multimediale Interattivo ospiterà un ciclo di eventi mirato a promuovere interessanti destinazioni spagnole attraverso rinomati artisti spagnoli. In occasione del cinquantesimo anniversario della morte dell’artista spagnolo Picasso, l’anno sarà dedicato alla celebrazione della sua opera e della sua eredità artistica, con un programma basato su 16 mostre in Spagna, in città strettamente legate all’artista.

Percorsi di innovazione sociale 2023: formazione per 30 innovatori del Sud

Percorsi di innovazione sociale 2023: formazione per 30 innovatori del SudMilano, 14 mar. (askanews) – Torna Percorsi di innovazione sociale, il corso di formazione gratuito di Human Foundation e Eni attraverso Joule, la sua scuola d’impresa, rivolto alle imprese sociali e alle organizzazioni del terzo settore.
Al bando, disponibile fino al 13 aprile, possono partecipare gli innovatori sociali attivi in 11 regioni del centro e sud Italia: Sicilia, Sardegna, Calabria, Puglia, Abruzzo, Molise, Basilicata, Campania, Lazio, Umbria, Marche. Una giuria tecnica composta dagli esperti di Human Foundation e di Eni attraverso Joule, la sua scuola d’impresa, selezionerà i 30 protagonisti del corso che entreranno a far parte di una vera e propria Social innovation academy, interamente dedicata al rafforzamento delle competenze manageriali degli innovatori sociali del Mezzogiorno con l’obiettivo di massimizzare l’impatto sociale generato sui territori.
La formazione, curata dallo staff di Human Foundation e da professionisti specializzati, si svolgerà nel mese di maggio in modalità on line e si articolerà in cinque moduli, per un totale di 30 ore complessive: dallo studio di strategie per affrontare i processi di cambiamento, alla valutazione degli impatti sociali delle loro azioni sul territorio, passando per il project management, il fundraising e, infine, l’impact investment e la co-progettazione. L’approccio scelto è quello del learning by doing, metodo basato sull’alternanza di lezioni frontali, didattica partecipativa e testimonianze dirette.
Al termine della formazione ogni organizzazione partecipante potrà presentare un project work. Una giuria tecnica selezionerà cinque progetti particolarmente meritevoli che accederanno alla fase successiva, quella di accelerazione e capacity building. Si tratta di un percorso complessivo di accompagnamento erogato dai professionisti di Human Foundation nei mesi di giugno e luglio 2023, volto a perfezionare il livello di dettaglio dei progetti per facilitare la loro fattibilità e realizzazione.
Sia la parte di formazione che quella di accompagnamento saranno interamente gratuite per gli enti partecipanti. L’intero progetto è reso possibile grazie allo sponsor unico Eni.

Sardegna, potenziare banda ultralarga per Einstein Telescope

Sardegna, potenziare banda ultralarga per Einstein TelescopeRoma, 14 mar. (askanews) – “La candidatura della Sardegna alla realizzazione dell’Einstein Telescope rappresenta un’opportunità storica per l’Isola e per l’Italia. Oggi più che mai è fondamentale dare attuazione e portare avanti tutte le iniziative che possano contribuire a qualificare ancora di più Sos Enattos come sito ideale a ospitare uno dei poli scientifici più importanti a livello internazionale”. Lo dichiara l’assessore regionale dei Lavori Pubblici, Pierluigi Saiu, che oggi ha partecipato all’incontro di presentazione del progetto Terabit, guidato dall’Istituto nazionale di fisica nucleare e finanziato dal Pnrr per il potenziamento delle infrastrutture digitali strategiche per la ricerca.
“In Sardegna – precisa l’assessore Saiu – il progetto avrà, in particolare, l’obiettivo di potenziare la banda ultralarga della rete Garr, un asset fondamentale per l’interconnessione dei centri di ricerca a livello nazionale. Parliamo dell’autostrada tecnologica attraverso la quale, domani, potranno viaggiare anche i dati raccolti dall’ET verso tutto il mondo”.
“La nuova rete si integrerà con il nuovo collegamento in fibra ottica tra il sito di Sos Enattos e la rete Garr, per cui la Regione – sottolinea l’assessore – ha stanziato un finanziamento di un milione di euro. Connettere ad altissima velocità Sos Enattos e la rete di ricerca nazionale e internazionale è strategico per la candidatura dell’Isola alla realizzazione del grande osservatorio per lo studio delle onde gravitazionali. La giunta sta poi programmando le risorse per gli interventi necessari sulla viabilità provinciale: 1,5 milioni sulla SP73 per i lavori sul manto stradale, mezzo milione per gli interventi all’interno del centro abitato di Lula e duecentomila euro per l’ingresso di Onanì. A queste vanno poi aggiunte le risorse per la progettazione degli interventi di ulteriore messa in sicurezza della Bitti-Sologo. Giochiamo una partita importantissima per il futuro della Sardegna, la Regione farà la propria parte, ma, oggi più che mai, per raggiungere il traguardo, è indispensabile il massimo impegno di tutte le istituzioni in campo”.

Aeronautica, Amus: rendere operativi sindacati militari

Aeronautica, Amus: rendere operativi sindacati militariMilano, 14 mar. (askanews) – Il sindacato dell’Aeronautica militare Amus (associazione militari uniti in sindacato) ha chiesto al governo di intervenire per rendere definitivamente operativi i sindacati militari delle Forze armate italiane, affinché vengano “riconosciuti come interlocutori di governo e dei vertici militari, così come legge prevede” e venga fornito loro “il necessario legittimo contributo in termini di pensiero critico e collaborativo, allo scopo di garantire il massimo apporto nelle tutele dei diritti del personale militare”.
È quanto si legge in una nota dell’Amus che chiede l’adeguamento delle procedure di contrattazione per il personale delle forze armate e l’istituzione delle relative aree negoziali per i dirigenti.
“La questione dell’operatività sindacale ha oramai assunto dei connotati grotteschi che ledono ancora una volta il principio cardine delle tutele del personale militare, ovvero il tema della rappresentatività”, ha sottolineato Amus.
Il sindacato ha ricordato la nota con la quale “i sindacati di polizia e Ufficiali del Cocer Interforze lo scorso 13 marzo hanno chiesto a gran voce che si attivi il tavolo negoziale, in particolar modo per l’area dirigenziale delle Forze di polizia ad ordinamento civile”, sottolineando che “l’ordinamento italiano ha ampliato l’area di negoziazione ai dirigenti delle Forze armate e di polizia ad ordinamento militare, affidando ai sindacati militari (e a nessun altro) la rappresentanza in detti tavoli”.
“La questione è delicatissima, nel merito ma anche nella forma se non gestita in maniera adeguata”, ha aggiunto il sindacato, “continuando a fingere che le organizzazioni sindacali militari già riconosciute siano uno strumento da tenere ancora in standby, nell’attesa che la rappresentanza militare cessi definitivamente di esistere e di consumare ingenti risorse finanziarie (denaro pubblico), di cui alla fine qualcuno dovrà pur rispondere” si creeranno “gravissimi problemi di rapporti tra l’esecutivo e le rappresentanze sindacali militari” e “un vulnus di tutela per il personale del comparto Difesa, cagionando di conseguenza un danno ingiusto alle migliaia di tesserati”.

Pnrr, Bari: 60 milioni di euro per potenziare territorio e ospedali

Pnrr, Bari: 60 milioni di euro per potenziare territorio e ospedaliRoma, 14 mar. (askanews) – Circa 60 milioni per la città di Bari, cinque Case di Comunità e un Ospedale di Comunità, una nuova idea di Sanità pubblica sul territorio e 15 grandi macchine per ospedali completamente digitalizzati. È il Piano PNRR della Asl per la città di Bari, grazie al quale l’offerta sanitaria del capoluogo di Regione cambierà volto nel prossimo futuro. I dettagli sono stati illustrati stamane a Palazzo di Città dal sindaco Antonio Decaro, dal Direttore generale Antonio Sanguedolce e dall’assessore regionale alla Sanità, Rocco Palese, alla presenza del Direttore sanitario Luigi Rossi, del Direttore amministrativo Luigi Fruscio e della direttrice del Distretto unico di Bari, Rossella Squicciarini.
Fondamentale il ruolo dei finanziamenti garantiti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza attraverso la Missione 6 Salute: una quota cospicua, circa il 35%, sui 172.671.000 complessivi di cui è beneficiaria l’azienda sanitaria sarà investita sul territorio comunale.
A margine, il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano ha definito “un modello da replicare il protocollo firmato oggi a Bari. Sono sicuro – ha sottolineato – che la collaborazione tra le ASL e i comuni di tutta la Puglia porteranno ad accordi di questo genere perché è interesse degli enti territoriali utilizzare al meglio le risorse del PNRR indirizzandole verso la sanità di base, potenziando i servizi e decongestionando le strutture per acuti come gli ospedali. Oggi si avvia un processo virtuoso grazie anche all’impegno della ASL Bari e del Comune di Bari che mette a disposizione importanti immobili per potenziare l’assistenza sanitaria del capoluogo”.
Il Piano prevede nel complesso fondi per 59.863.060 euro che serviranno per rendere le strutture più moderne, digitali e inclusive, garantire equità di accesso alle cure, rafforzare la prevenzione e i servizi sul territorio. Un capitolo strategico, quest’ultimo, per avvicinare la sanità al cittadino con la nascita di vere e proprie Reti di prossimità, strutture intermedie e telemedicina per l’assistenza sanitaria territoriale.
Tema cruciale per il sindaco Antonio Decaro, che in apertura ne ha delineato l’importanza: “Quello che presentiamo oggi è un grande passo avanti nel rapporto tra i cittadini e la sanità pubblica – ha dichiarato -. Un rapporto di fiducia che necessita di essere nutrito giorno per giorno. L’investimento che la Regione Puglia e la ASL Bari stanno realizzando per la città, grazie alle risorse del PNRR, va proprio in questa direzione: avvicinare i servizi sanitari ai cittadini attraverso una ramificazione di strutture diffuse che possono essere un’importante valvola di sfogo per evitare che tutte le attività di diagnostica o di cura ordinaria rischino di appesantire o ingolfare i presidi ospedalieri. Le Case di Comunità assolveranno proprio a questo compito: offrire in un unico luogo tutti i servizi di base che accompagnano i cittadini in un percorso sanitario di prevenzione e cura, dal medico di base, al centro prelievi, al pediatra, all’assistenza h24. Avvicinando le strutture fisiche alla vita quotidiana delle persone facilitiamo l’accesso alla cura, che in tanti casi non necessita di specializzazioni estreme, e restituiamo fiducia ai cittadini che oggi, per forza di cose, incontrano difficoltà. In questo scenario il Comune si è mosso insieme alla ASL per individuare luoghi che in qualche modo fossero conosciuti e riconosciuti dai cittadini come strutture di prossimità, accessibili e dislocate sul territorio. Abbiamo quindi fatto uno sforzo comune per individuare siti che fossero idonei alle esigenze della Asl e contestualmente per rigenerare immobili e contesti che sicuramente beneficeranno di questo intervento. Oggi presentiamo un piano ambizioso, di cui ringrazio la Asl e la Regione. La scadenza del 2026 è dietro l’angolo e siamo tutti consapevoli di non avere molto tempo davanti a noi ma allo stesso tempo abbiamo la certezza che tutti gli interventi presentati oggi saranno realizzati e messi a disposizione dei cittadini con la speranza che possano sentirsi parte di un sistema sanitario che va incontro alle loro esigenze”.

Disturbi alimentari, domani piazze e monumenti illuminati di lilla

Disturbi alimentari, domani piazze e monumenti illuminati di lillaRoma, 14 mar. (askanews) – Grazie all’impegno dell’Associazione dei Comuni Italiani (Anci) e di Never give up Onlus, domani i Comuni italiani aderiranno alla campagna di sensibilizzazione e prevenzione contro i disturbi alimentari, illuminando piazze e monumenti di lilla in occasione della giornata mondiale per la lotta contro i disturbi dell’alimentazione e della nutrizione. La partnership tra Anci e NEVER GIVE UP ha già portato all’illuminazione di piazze e monumenti in occasione delle Giornate Nazionali e Mondiali del 15 marzo e del 2 giugno dal 2020.
“Siamo felici di rinnovare il nostro impegno e supportare NEVER GIVE UP nella lotta contro i disturbi alimentari. Illuminare monumenti e piazze di lilla è un gesto dal forte valore simbolico e ci auguriamo che aiuti a richiamare l’attenzione su di un problema così serio e diffuso, che richiede un’attenzione immediata da parte di tutti”, ha dichiarato Antonio Decaro presidente dell’Anci.
“Anoressia e bulimia sono la prima causa di morte per malattia tra i 12 e i 25 anni in Italia – spiega Stefania Sinesi, Direttore scientifico di NEVER GIVE UP – se intercettati e trattati in tempo, i disturbi dell’alimentazione possono essere curati, ma, purtroppo, solo il 10% di chi soffre chiede aiuto e ci impiega mediamente tre anni a chiederlo. Per questo è fondamentale fare luce su questi disturbi per rompere il silenzio e sensibilizzare sull’importanza di chiedere aiuto tempestivamente”.