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Segre: l’unica strada per la pace è la scelta di vivere accanto, nel mutuo rispetto da

Segre: l’unica strada per la pace è la scelta di vivere accanto, nel mutuo rispetto daMilano, 6 feb. (askanews) – “La strada per far cessare e per prevenire” la vergogna del giusto davanti alla colpa commessa d’altri di cui scrive Primo Levi, “è una sola: non una generica pace che può essere anche prodotta dalla sopraffazione, ma la scelta della convivenza, cioè di vivere con, di vivere accanto, di vivere nel mutuo rispetto e non nella minaccia permanente o nel dominio sull’altro”, lo ha sottolineato la senatrice a vita Liliana Segre, alla cerimonia al Memoriale della Shoah, il binario 21, alla Stazione centrale di Milano, da dove fu deportata verso Auschwitz: “Da qui, da questa data legata ai miei ricordi più tristi, dalla memoria di quelle persone, i cui nomi sono scritti in bianco su quel muro qui vicino, spero ardentemente che arrivi soprattutto questo grido: pace”.


“Oggi si parla di genocidio, con o senza punto di domanda: io l’ho visto il genocidio, ed era stato preparato a tavolino, già da tempo”, ha ricordato la senatrice Liliana Segre, ricordando la partenza del treno che l’ha portata “fino alla stazione speciale di Auschwitz, preparata per quello scopo”. “Una parola che non deve mai mancare nel vocabolario è la parola ‘accoglienza’, l’accoglienza dell’altro di qualunque colore, di qualunque religione, di qualunque etnia, di qualunque nazionalità. L’ho scelta perché questa parola era l’estremo opposto della volontà dei nazisti di eliminare i diversi, diversi per loro, gli appartenenti a popoli e categorie considerate indegne di vivere. L’accoglienza invece di chi è diverso da noi, la disposizione ad ascoltarlo a soccorrerlo se necessario”. “La mia non è una ricetta semplicistica per problemi seri come quello dell’emigrazione, non è un utopistico ‘accogliamoli tutti’: è in primo luogo una filosofia di vita. Non chiudersi, non respingere a priori, non avere paura dell’altro e non farsi mai abbindolare da chi specula su pregiudizi e investe nell’odio”.

Il cyberbullismo colpisce un milione di adolescenti in Italia

Il cyberbullismo colpisce un milione di adolescenti in ItaliaMilano, 6 feb. (askanews) – Sono oltre 1 milione gli studenti tra i 15 e i 19 anni (47%) che, nel corso del 2024, hanno subito episodi di cyberbullismo. Un fenomeno diffuso e senza distinzioni di genere, che, ogni anno, sembra registrare una crescita senza fine. Nel 2024, in particolare, si osserva una leggera inversione di tendenza rispetto ai periodi precedenti: se nel triennio 2021-2023 erano principalmente le ragazze a segnalare esperienze di vittimizzazione, oggi sono i ragazzi a subire di più. Il dato emerge dallo studio ESPAD«Italia 2024 con particolare riferimento al fenomeno del cyberbullismo, presentato dal Laboratorio di Epidemiologia dell’Istituto di fisiologia clinica del Consiglio nazionale delle ricerche di Pisa (Cnr-Ifc).


Oltre 800.000 studenti (32%) hanno praticato cyberbullismo, con una percentuale poco più alta tra i ragazzi (35%) rispetto alle ragazze (29%). Il dato nel 2024 segna un record negativo, registrando il suo valore più alto di sempre. Le modalità di aggressione variano tra i generi. La modalità aggressiva più diffusa, per entrambi, è l’invio di insulti in una chat di gruppo. I ragazzi, poi, tendono a ricorrere a minacce dirette e insulti pubblici sui social, esponendo la vittima a un pubblico più ampio. Le ragazze, invece, preferiscono forme di bullismo più indirette, come l’esclusione dai gruppi online e la diffusione non autorizzata di contenuti personali. Quasi un quarto degli studenti (il 23%, pari a quasi 600.000 ragazzi) si trova in un circolo vizioso: rivela di aver ricoperto il duplice ruolo di vittima e autore. Questa è una condizione particolarmente preoccupante perché è associata a ripercussioni più gravi, fra cui difficoltà nelle relazioni e altri comportamenti a rischio. Negli ultimi anni, il numero di cyberbulli-vittime è aumentato senza sosta, con una crescita che interessa entrambi i generi. Tuttavia, il fenomeno colpisce in modo più marcato i ragazzi (26%) rispetto alle ragazze (21%).


L’uso sempre più diffuso dei social media e dei videogiochi, comportamenti sempre in crescita tra gli studenti, sta contribuendo ad intensificare il fenomeno, creando un ambiente in cui il cyberbullismo può proliferare più facilmente. Le piattaforme digitali offrono nuove opportunità per attacchi anonimi e per l’isolamento sociale, senza dimenticare l’influenza che questi spazi hanno sul comportamento offline. Cyberbullismo e altri rischi: un effetto domino preoccupante Il cyberbullismo non è un fenomeno isolato, ma si intreccia con altri comportamenti problematici. Tra questi, l’uso eccessivo di Internet, fenomeni come il ghosting e il phubbing, e una propensione al gioco d’azzardo. Chi è coinvolto in episodi di cyberbullismo – sia come vittima che come autore – mostra anche un uso più frequente di sostanze psicoattive illegali, aumentando i rischi per la salute mentale e fisica. Inoltre, il fenomeno può portare a forme estreme di isolamento sociale, come il fenomeno degli hikikomori, con gravi impatti sul benessere psicologico degli adolescenti. Una dimensione che sta emergendo con forza è il legame tra cyberbullismo e violenza fisica tra i giovani. L’aumento del bullismo online sembra riflettersi in un contesto più ampio di violenza fisica tra gli adolescenti, con episodi di aggressione che spesso si verificano anche nei contesti scolastici e nei luoghi di ritrovo. “Il cyberbullismo non è un fenomeno isolato ma una problematica che coinvolge ampie dimensioni della vita sociale e psicologica dei giovani” afferma Sabrina Molinaro, dirigente di ricerca del CNR-IFC e responsabile dello studio ESPAD«Italia, aggiungendo che “il nostro impegno è aumentare la consapevolezza pubblica e favorire, attraverso una comunicazione basata sull’evidenza scientifica, lo sviluppo di soluzioni concrete che promuovano ambienti online sicuri e inclusivi, portando avanti una cultura di rispetto e solidarietà tra le nuove generazioni L’obiettivo è favorire una cultura di rispetto e solidarietà tra le nuove generazioni”.

Spyware Paragon, la Commissione Ue: caso inaccettabile

Spyware Paragon, la Commissione Ue: caso inaccettabileBruxelles, 6 feb. (askanews) – E’ “inaccettabile” qualsiasi tentativo di “accedere illegalmente ai dati dei cittadini, compresi giornalisti e oppositori politici”. Lo ha ricordato oggi, durante il briefing quotidiano per la stampa, il portavoce per gli Affari interni, la Giustizia, Democrazia e Stato di diritto della Commissione europea, Markus Lammert, in risposta a una domanda sul caso dello spyware militare israeliano Paragon, che sembra sia stato usato in diversi paesi europei, compresa l’Italia, per spiare giornalisti e attivisti politici, impiantandolo in oltre 100 account di WhatsApp a loro insaputa.


Le indagini in corso su questa vicenda, ha detto Lammert, “sono una questione che riguarda le autorità nazionali, non la Commissione”. Ma, ha precisato, “la Commissione si aspetta, ovviamente, che le autorità nazionali esaminino attentamente queste accuse”. “Quello che posso dire, più in generale – ha aggiunto Lammert -, è che la posizione della Commissione è molto chiara: qualsiasi tentativo di accedere illegalmente ai dati dei cittadini, compresi giornalisti e oppositori politici, è inaccettabile, se confermato, ovviamente”.


Inoltre, il portavoce ha ricordato che nell’Ue c’è “una legislazione recentemente adottata, lo ‘European Media Freedom Act’, che include specifiche tutele per i giornalisti e le loro famiglie, e che entrerà in vigore più tardi quest’anno”. La Commissione, ha concluso il portavoce, ha poi “affrontato queste questioni per un certo numero di Stati membri nel nostro ultimo rapporto annuale sullo stato di diritto”.


Un’interrogazione scritta alla Commissione europea sul caso Paragon è stata presentata dalla vicepresidente del Parlamento europeo, Pina Picierno (Pd), secondo quanto riferito in una nota pubblicata oggi. L’europarlamentare del Pd chiede all’Esecutivo comunitario se intenda “avviare un’indagine per accertare i responsabili e la portata di questa violazione” e “quali misure intenda adottare contro gli autori di tali attacchi”, e “per “proteggere la libertà di stampa e i giornalisti da simili attacchi informatici”.

Cyberbullismo, Cnr: colpisce oltre 1 mln di adolescenti italiani

Cyberbullismo, Cnr: colpisce oltre 1 mln di adolescenti italianiMilano, 6 feb. (askanews) – Sono oltre 1 milione gli studenti tra i 15 e i 19 anni (47%) che, nel corso del 2024, hanno subito episodi di cyberbullismo. Un fenomeno diffuso e senza distinzioni di genere, che, ogni anno, sembra registrare una crescita senza fine. Nel 2024, in particolare, si osserva una leggera inversione di tendenza rispetto ai periodi precedenti: se nel triennio 2021-2023 erano principalmente le ragazze a segnalare esperienze di vittimizzazione, oggi sono i ragazzi a subire di più. Il dato emerge dallo studio ESPAD®Italia 2024 con particolare riferimento al fenomeno del cyberbullismo, presentato dal Laboratorio di Epidemiologia dell’Istituto di fisiologia clinica del Consiglio nazionale delle ricerche di Pisa (Cnr-Ifc).


Oltre 800.000 studenti (32%) hanno praticato cyberbullismo, con una percentuale poco più alta tra i ragazzi (35%) rispetto alle ragazze (29%). Il dato nel 2024 segna un record negativo, registrando il suo valore più alto di sempre. Le modalità di aggressione variano tra i generi. La modalità aggressiva più diffusa, per entrambi, è l’invio di insulti in una chat di gruppo. I ragazzi, poi, tendono a ricorrere a minacce dirette e insulti pubblici sui social, esponendo la vittima a un pubblico più ampio. Le ragazze, invece, preferiscono forme di bullismo più indirette, come l’esclusione dai gruppi online e la diffusione non autorizzata di contenuti personali. Quasi un quarto degli studenti (il 23%, pari a quasi 600.000 ragazzi) si trova in un circolo vizioso: rivela di aver ricoperto il duplice ruolo di vittima e autore. Questa è una condizione particolarmente preoccupante perché è associata a ripercussioni più gravi, fra cui difficoltà nelle relazioni e altri comportamenti a rischio. Negli ultimi anni, il numero di cyberbulli-vittime è aumentato senza sosta, con una crescita che interessa entrambi i generi. Tuttavia, il fenomeno colpisce in modo più marcato i ragazzi (26%) rispetto alle ragazze (21%).


L’uso sempre più diffuso dei social media e dei videogiochi, comportamenti sempre in crescita tra gli studenti, sta contribuendo ad intensificare il fenomeno, creando un ambiente in cui il cyberbullismo può proliferare più facilmente. Le piattaforme digitali offrono nuove opportunità per attacchi anonimi e per l’isolamento sociale, senza dimenticare l’influenza che questi spazi hanno sul comportamento offline. Cyberbullismo e altri rischi: un effetto domino preoccupante Il cyberbullismo non è un fenomeno isolato, ma si intreccia con altri comportamenti problematici. Tra questi, l’uso eccessivo di Internet, fenomeni come il ghosting e il phubbing, e una propensione al gioco d’azzardo. Chi è coinvolto in episodi di cyberbullismo – sia come vittima che come autore – mostra anche un uso più frequente di sostanze psicoattive illegali, aumentando i rischi per la salute mentale e fisica. Inoltre, il fenomeno può portare a forme estreme di isolamento sociale, come il fenomeno degli hikikomori, con gravi impatti sul benessere psicologico degli adolescenti. Una dimensione che sta emergendo con forza è il legame tra cyberbullismo e violenza fisica tra i giovani. L’aumento del bullismo online sembra riflettersi in un contesto più ampio di violenza fisica tra gli adolescenti, con episodi di aggressione che spesso si verificano anche nei contesti scolastici e nei luoghi di ritrovo. “Il cyberbullismo non è un fenomeno isolato ma una problematica che coinvolge ampie dimensioni della vita sociale e psicologica dei giovani” afferma Sabrina Molinaro, dirigente di ricerca del CNR-IFC e responsabile dello studio ESPAD®Italia, aggiungendo che “il nostro impegno è aumentare la consapevolezza pubblica e favorire, attraverso una comunicazione basata sull’evidenza scientifica, lo sviluppo di soluzioni concrete che promuovano ambienti online sicuri e inclusivi, portando avanti una cultura di rispetto e solidarietà tra le nuove generazioni L’obiettivo è favorire una cultura di rispetto e solidarietà tra le nuove generazioni”.

Per Copernicus gennaio 2025 è stato il più caldo della storia

Per Copernicus gennaio 2025 è stato il più caldo della storiaMilano, 6 feb. (askanews) – Gennaio 2025 è stato il gennaio più caldo mai registrato. Il mese scorso è stato di 1,75°C al di sopra del livello preindustriale e di 0,79°C sopra la media del 1991-2020. A rilevarlo è il bollettino mensile di Copernicus, l’osservatorio europeo sui cambiamenti climatici.


– In particolare, spiega Copernicus, gennaio 2025 è stato il 18esimo mese in un periodo di 19 mesi per nel quale la temperatura media globale dell’aria superficiale era superiore a 1,5°C sopra i livelli preindustriali. Inoltre 12 di questi 18 mesi, ossia da settembre 2023 ad aprile 2024 e da ottobre 2024 a gennaio 2025, erano sostanzialmente superiori a 1,5°C, che vanno da 1,58°C a 1,78°C.

Neve in pianura nel fine settimana

Neve in pianura nel fine settimanaMilano, 6 feb. (askanews) – Bel tempo durante la settimana, piogge nel weekend: questo mese di febbraio è molto dispettoso.Lorenzo Tedici, meteorologo del sito www.iLMeteo.it, conferma un peggioramento nel weekend: il Nord sarà interessato dall’ingresso di aria fredda associata ad un “ciclone russo retrogrado” (in spostamento da est verso ovest), mentre le regioni centro meridionali risentiranno di un richiamo di correnti meridionali spinte da un ciclone nordafricano.


In sintesi, avremo due cicloni guastafeste e due ingredienti principali per il weekend: aria fredda dalla Russia e Scirocco molto umido dal Nordafrica; lo scontro tra queste due masse d’aria diverse potrebbe dar luogo a maltempo spiccato, più probabile sulle tirreniche e sul Nord-Ovest. Nel dettaglio, le prossime ore vedranno ancora il dominio dell’Anticiclone delle Azzorre con tempo stabile e soleggiato quasi ovunque: si prevedono solo addensamenti sparsi sulle Isole Maggiori, con qualche piovasco, e nubi in parziale aumento sulle regioni nord occidentali. Ovviamente attenzione alle nebbie che specie lungo l’asta del fiume Po interesseranno le ore notturne.


Venerdì con l’avvicinamento dei due fronti perturbati, russo e nordafricano, avremo un graduale aumento della nuvolosità specie sul fianco occidentale ma non sono attese precipitazioni diffuse: al più, qualche piovasco bagnerà i settori compresi tra coste tirreniche e Nord-Ovest. Dalla sera tutto cambierà. Sabato il maltempo colpirà in modo acceso il Piemonte con neve fino in pianura o a quote di bassa collina, specie sul settore meridionale; avremo quindi la dama bianca protagonista su tutta la regione e in Valle d’Aosta con tanta neve sulle Alpi per lo scontro dello Scirocco con l’aria fredda di lontana estrazione russa; anche sulle regioni centrali tirreniche, Toscana e Lazio, è atteso lo scontro russo-nordafricano con piogge battenti; andrà decisamente meglio sul versante adriatico.


Domenica è prevista, poi, una situazione simile al sabato ma con temperature in leggero aumento: la neve cadrà a quote di bassa montagna, ma gli ombrelli resteranno aperti più o meno sulle stesse zone, Nord e regioni tirreniche; elevata attenzione anche tra le Isole Maggiori per fenomeni localmente intensi. In sintesi, Febbraio continua a divertirsi guastando i weekend, due su due: lo scorso fine settimana prima al Centro-Nord e poi al Sud anche con alluvioni, questo weekend in modo democratico su gran parte dello Stivale in modo diffuso, salvo sulle adriatiche che saranno più fortunate e a tratti anche soleggiate.

Elicottero precipita a Noceto (PR), 3 morti tra cui Lorenzo Rovagnati

Elicottero precipita a Noceto (PR), 3 morti tra cui Lorenzo RovagnatiRoma, 5 feb. (askanews) – Tragico incidente a Noceto, in provincia di Parma, dove in serata è precipitato un elicottero Augusta 109. Tutte e tre le persone a bordo sono decedute nello schianto, secondo quanto riportano i soccorritori sul posto, tra cui Lorenzo Rovagnati, co amministratore delegato della casa di salumi.


Lo schianto è avvenuto nei pressi del Castello di Castelguelfo, di proprietà della famiglia Rovagnati, mentre il velivolo era in fase di decollo. Le attività di recupero dei corpi dal relitto appaiono impegnative e il lavoro è reso ulteriormente difficoltoso dalle condizioni del suolo. Sul posto i Vigili del Fuoco. (fonte immagine: Rovagnati).

Novara: “Dopo informatica l’AI? Continua saga della scuola digitale”

Novara: “Dopo informatica l’AI? Continua saga della scuola digitale”Roma, 5 feb. (askanews) – Per Daniele Novara, pedagogista e autore di best seller, quanto affermato in un convegno martedì dal ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ovvero che bisognerebbe insegnare informatica anche nelle classi della primaria e che servirebbe approfondire il tema dell’intelligenza artificiale”, non è altro che la prosecuzione “della saga di cui non se ne sentiva il bisogno, quella della scuola digitale”.


“Un ritornello che sentiamo da oltre un decennio e che, oggettivamente, non ha portato alcun beneficio agli studenti ma ne ha portati molti a tutte quelle aziende che puntano sul business tecnologico – ha aggiunto il direttore del Centro PsicoPedagogico per l’Educazione e la Gestione dei conflitti (CPP) – in un comunicato – Ora si arriva addirittura a parlare di intelligenza artificiale, cosa contraria a ogni buonsenso per chi ha a cuore la crescita sana dei nostri ragazzi e delle nostre ragazze”. “Avevamo avuto un altro sentore quando lo stesso Ministro, all’inizio dell’anno scolastico, aveva regolamentato gli smartphone impedendone l’uso scolastico fino a 14 anni. Un’idea ottima che abbiamo sostenuto anche con un appello che ha quasi raggiunto 100.000 firme per chiedere di proibire gli smartphone fino ai 14 anni e i social fino a 16. Una proposta ancorata alla realtà, visto che si sta facendo in Australia, ma pare che in Italia si preferisca rimanere nell’assoluto Far West, con bambini e ragazzi in balia di dispositivi con una forza di penetrazione neuro celebrale non sostenibile per la loro età”.


“Tornando alla scuola, bisogna distinguere tra quello che è il comune e utile repertorio tecnologico, che da sempre la didattica utilizza, e la volontà di imporre situazioni che si allontanano dal reale scopo scolastico. Perché è necessario ribadirlo: la scuola è prima di tutto una comunità sociale, di apprendimento esperienziale. Ed è proprio l’esperienza diretta, di laboratorio operativo, che permette di attivare apprendimenti duraturi”, ha spiegato il pedagogista. “Abbiamo tutti e tutte sotto gli occhi come l’esperimento avvenuto con la DAD abbia totalmente fallito e questo i ministri post covid dovrebbero ricordarlo. Non è stato utile né alle famiglie, né agli insegnanti, né agli alunni accasciati nelle dimore casalinghe ma senza la spinta neuro cognitiva data dalla presenza sensoriale, corporea e attiva dei compagni”, ha sottolineato. “A scuola anche lo stare assieme agli altri consente di imparare, nella concretezza del contatto, della comunicazione e della relazione in carne ed ossa. Incontrando sguardi e confrontandosi con tutto quello che rende umani gli esseri umani. Il resto non solo non porta da nessuna parte, ma è pericoloso”, ha concluso Novara, ricordando che “ogni tecnologia ha il suo giusto tempo”.

Giubileo, Santanchè: grande opportunità per turismo, non solo a Roma

Giubileo, Santanchè: grande opportunità per turismo, non solo a RomaMilano, 5 feb. (askanews) – “Il Giubileo è un grande evento, una grande opportunità e, lo dico col rispetto, i pellegrini poi diventano turisti e speriamo che non si fermino solo a Roma perché abbiamo tante offerte turistiche anche per loro”. Lo ha detto il ministro del turismo, Daniela Santanchè, intervenendo al convegno “Trainline, Tutti i treni portano a Roma: nuovi percorsi verso un turismo sostenibile” in corso nella Capitale.


“Ne sono previsti 35 milioni, mi sembra sia partito con grande successo, il merito non è solo di uno, anzi abbiamo fatto vedere la collaborazione tra le varie istituzioni, il Governo, la Regione Lazio, il Comune di Roma, la Santa Sede, quindi noi italiani, quando siamo chiamati alle grandi sfide, siamo pronti” ha concluso.

Perché ogni anno svengono 2 milioni di italiani

Perché ogni anno svengono 2 milioni di italianiMilano, 5 feb. (askanews) – Lo svenimento è un problema che riguarda un numero enorme di persone: il 50% della popolazione è svenuto almeno una volta nella vita, uomini e donne in eguale misura. Si stimano in Italia 2 milioni di sincopi l’anno e circa il 2% degli accessi al pronto soccorso, quasi 200.000, riguarda persone che arrivano nei dipartimenti di emergenza ospedalieri proprio per aver perso i sensi. Si tratta per lo più di anziani che, a causa della perdita temporanea di coscienza, spesso cadono con esiti che incidono pesantemente sulla qualità e l’aspettativa di vita. Ma gli svenimenti sono frequenti anche nei giovani, e non vanno sottovalutati, perché le “vittime” finiscono spesso in un vortice di esami medici inutili, con grande spreco di risorse. Un’attenta valutazione “di come si sviene” è essenziale per indirizzare la diagnosi, ma in Italia un ospedale su tre non ha un centro dedicato. A renderlo noto i massimi esperti di sincope che, in occasione del 12esimo Congresso Nazionale del Gruppo italiano multidisciplinare sincope, in corso all’Università Cattolica di Milano, hanno presentato i risultati del censimento italiano dei centri sincope.


“Lo svenimento, tecnicamente chiamato sincope, è un fenomeno molto comune nella popolazione sana: è una perdita di coscienza temporanea, in genere di qualche secondo o pochi minuti, dovuta a una riduzione dell’afflusso di sangue al cervello, da cui di solito ci si riprende in maniera completa e spontanea” spiega Andrea Ungar, presidente Gruppo Italiano Multidisciplinare Sincope e Ordinario di Geriatria all’Università di Firenze, aggiungendo che “nella maggior parte dei casi, non si tratta di nulla di preoccupante e lo svenimento è provocato da forti emozioni (svenimento ‘classico’ o sincope vaso-vagale) o dall’essere rimasti troppo a lungo in piedi, soprattutto d’estate o in un ambiente caldo. Inoltre, prima di perdere coscienza ci sono quasi sempre sintomi come capogiri, nausea, pallore, sudorazione intensa, annebbiamento della vista. In altre parole, ci si accorge sempre di stare per svenire – tranquillizza l’esperto – e solo in rari casi, invece, la perdita di conoscenza può essere dovuta a un’aritmia che rallenta o accelera troppo il battito del cuore e per questo le sincopi di origine cardiaca sono le più pericolose e non sono precedute da segnali”. “I pronto soccorso sono pieni di persone che arrivano proprio per aver perso i sensi: si tratta di circa il 2% dei pazienti accolti in dipartimenti di emergenza, pari a più di 187mila l’anno – prosegue Ungar -. Nella maggior parte dei casi sono anziani che si sono fatti male cadendo, ma lo svenimento si verifica di frequente anche nei giovani, che rappresentano il 30% degli accessi al pronto soccorso per sincope, presi dal timore che lo svenimento possa nascondere un problema cardiaco o neurologico. Fare una diagnosi precisa è, dunque, essenziale per prevenire le cadute che, soprattutto negli anziani, si traducono in traumi, fratture o ferite, con aumento della mortalità e dei ricoveri, ma anche per evitare che i pazienti finiscano in un vortice di esami medici inutili, che richiedono valutazioni su valutazioni e compromettono la qualità della vita, con grande spreco di risorse”.


“Per indirizzare la diagnosi e capire da cosa sia provocato lo svenimento sono necessarie unità dedicate, le cosiddette Syncope Unit, che valutano il paziente con esami, per lo più semplici, ma specifici e mirati. Ad esempio, se si sospetta un problema cardiaco si eseguono gli accertamenti cardiologici necessari per confermare tale sospetto. Se si propende per uno svenimento “classico”, invece, si farà il “tilt test” nel quale il paziente viene posto su un lettino speciale inclinato, in grado di attivare il riflesso vaso-vagale, passando dalla posizione sdraiata a quella eretta”, dichiara Michele Brignole, coordinatore del censimento GIMSI, tra i massimi esperti internazionali di sincope e senior scientist presso l’Ospedale San Luca – Istituto Auxologico di Milano. Ad oggi, in Italia, 1 ospedale su 3 non ha un centro sincope, il 37% ha un ambulatorio dedicato, ma che non risponde ai requisiti raccomandati dalle linee guida europee, e solamente il 30% ha strutture idonee certificate con, ad esempio, ambulatorio con personale specializzato, possibilità di eseguire tilt test, elettrocardiogramma e holter. A rilevarlo è il censimento italiano dei centri sincope condotto dalla GIMSI, tra luglio e dicembre 2024, su un campione di 158 ospedali, che ha fotografato la situazione attuale nel nostro Paese. “Nonostante l’Italia resti leader tra i Paesi europei nella gestione e trattamento della sincope, la situazione negli ultimi anni è peggiorata, con una riduzione del numero di Syncope Unit certificate, dalle 72 censite nel 2019 alle 48 attuali, e la mancanza di centri sincope in molte province – evidenzia Brignole -. Il motivo è da ricercarsi nella diminuzione del personale e delle risorse del Servizio Sanitario Nazionale degli ultimi anni, che ha costretto a ridurre il numero delle Syncope Unit”, sottolinea.


“Non è necessario prevedere una struttura dedicata per ogni ospedale, bensì sarebbe sufficiente almeno un centro sincope per almeno ognuna delle 110 province italiane o almeno una in ogni delle 225 ASL (una ogni 266.000 abitanti) – afferma Brignole -. Tale distribuzione omogenea potrebbe contribuire a ridurre i costi sanitari, migliorare la gestione dei pazienti, limitando le conseguenze a lungo termine e offrire così un importante beneficio sia per il sistema sanitario che per la qualità di vita delle persone colpite. È infatti stato dimostrato da numerosi studi che la presenza di unità di gestione della sincope negli ospedali riduca il rischio di diagnosi errate, di ricoveri non necessari e delle spese totali”, conclude l’esperto. I consigli degli esperti Gimsi per evitare di svenire: Se si avvertono i primi sintomi della sincope, è consigliabile sdraiarsi immediatamente a pancia in su; sollevare le gambe a 45 gradi per facilitare l’afflusso di sangue al cervello e al cuore; stringere i pugni e contrarre le braccia fino alla scomparsa dei sintomi; se tutto diventa scuro e si perde la vista, in quel momento si hanno solo pochi secondi per prevenire la sincope; idratarsi correttamente bevendo circa 2 litri di liquidi al giorno e non limitare troppo l’assunzione di sale, salvo per ragioni mediche.