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De Castro: vino protagonista della riforma delle Indicazioni geografiche

De Castro: vino protagonista della riforma delle Indicazioni geograficheMilano, 10 mar. (askanews) – “Un sistema di norme forti a tutela e promozione delle nostre eccellenze agroalimentari, fortemente ispirate dalle norme vitivinicole: è questo l’obiettivo che come Parlamento ci siamo posti per questa riforma, e che va nella direzione delle sollecitazioni di quasi 200 delle oltre 1.600 Indicazioni geografiche vitivinicole europee”. Lo ha spiegato in una nota l’eurodeputato dem e vicepresidente della Commissione Agricoltura, Paolo De Castro, relatore del Parlamento europeo della proposta di revisione del sistema delle Indicazioni geografiche dell’Unione.
Commentando la lettera di una parte dei produttori di vino europei in merito al provvedimento attualmente in discussione, De Castro ha sottolineato “nessuna minaccia esistenziale quindi ma uno sforzo per tutelare le specificità del settore vitivinicolo, senza dimenticare le importanti novità che tale riforma può portare, in termini procedurali, di protezione, con la tutela estesa ai domini online, di rafforzamento del ruolo dei Consorzi, del nuovo ruolo per Euipo, che sarà di supporto puramente tecnico alla Commissione nella tutela interna ed esterna delle Indicazioni geografiche”.
“Più il settore vitivinicolo sarà in grado di stare all’interno di coalizioni con altri comparti dell’agroalimentare europeo – ha continuato De Castro – più avremo strumenti di difesa dalle crescenti iniziative che vogliono relegarlo a un ruolo sempre più marginale delle politiche europee, quando non addirittura escluderlo”. “Per queste ragioni – ha concluso -la battaglia per preservare la specificità del settore andrà fatta anche all’interno della proposta di riforma presentata dalla Commissione, piuttosto che isolarsi al di fuori”.

Vino, Violante Gardini Cinelli Colombini premiata da Regione Toscana

Vino, Violante Gardini Cinelli Colombini premiata da Regione ToscanaMilano, 10 mar. (askanews) – L’imprenditrice vinicola senese e presidente del Movimento turismo del vino Toscana, Violante Gardini Cinelli Colombini è tra le otto premiate dal Consiglio regionale della Toscana con il riconoscimento “Otto donne per l’otto marzo”.
Nata a Montalcino nel 1984, Violante Gardini è Export manager dell’azienda di famiglia che porta il nome della madre, Donatella Cinelli Colombini, nelle cantine Casato Prime Donne di Montalcino e Fattoria del Colle di Trequanda (Siena), nonché presidente dell’Associazione giovani imprenditori vinicoli italiani (Agivi). E’ stata insignita del riconoscimento perché ritenuta “un esempio di talento professionale e spirito associativo per aver saputo mettere le sue capacità in comune con altri creando condizioni di sviluppo territoriale”.
“In tutto quello che ho fatto ho avuto il principio che da soli non si va lontano e le donne lo sanno bene, insieme possiamo raggiungere gli obiettivi anche più difficili” ha affermato, aggiungendo “essere toscani è già una fortuna, fare vino in Toscana è stato per me naturale ed essere donna non è uno svantaggio: gli uomini ragionano per obiettivi, le donne per relazioni e questo fa sì che anche la figura femminile possa spiccare con le proprie peculiarità in ruoli importanti e di crescita”.
Assieme a lei sono state premiate anche la chef Valeria Piccini la tennista Martina Trevisan, la psichiatra Liliana Dell’Osso, la docente universitaria Francesca Biagini, il medico Sara Montermerani e le archeologhe dei ritrovamenti di San Casciano Dei Bagni.

Il Roma Bar Show on Tour arriva a Bologna

Il Roma Bar Show on Tour arriva a BolognaRoma, 10 mar. (askanews) – Tre bar, 5 bartender e una grande città, Bologna. Questi gli ingredienti della sesta tappa del Roma Bar Show ON TOUR, il format realizzato da Roma Bar Show, che da mesi viaggia per tutta Italia presentando masterclass e workshop tenuti da esponenti di spicco del mondo della miscelazione – a livello nazionale e internazionale -, e che sarà nel capoluogo emiliano il prossimo 13 marzo.
Come in tutte le altre città – Torino, Palermo, Lecce, Milano, Salerno e Pescara che chiuderà la serie – anche a Bologna sono stati selezionati tre bar partner: Ruggine, Bamboo e il Donkey Speakeasy, che per un’intera giornata, si trasformeranno in vere e proprie classi dove si susseguiranno masterclass e, a seguire, guest night aperte anche al pubblico. Per prenotarsi alla masterclass basterà contattare direttamente il locale che ospita la lezione cui si è interessati per garantirsi la partecipazione, i posti sono limitati.
Da Ruggine saranno protagoniste Roberta Martino, Martina Proietti e Tea Alberizzi; mentre da Bamboo a condurre la lezione sarà Yeray Monforte guidato dalla voce di Gian Paolo Di Pierro; e Alessandro Mengoni con lo speaker Federico Volpe saranno invece gli ospiti del Donkey Speakeasy.
Un percorso formativo fuori dal comune grazie al quale i partecipanti si troveranno immersi in una giornata di studio e di svago per implementare capacità e informazioni su tutte le ultime novità nel settore. Non solo barman, grazie a questo progetto Roma Bar Show dà la possibilità alle aziende coinvolte di sponsorizzare i singoli eventi – per un massimo di due tappe – usufruendo di una copertura social con dirette live e di un video report della tappa cui hanno partecipato.
“Roma Bar Show ON TOUR è nato dall’esigenza di raccontare il mondo del beverage sotto un aspetto troppo spesso trascurato – spiega Andrea Fofi, tra i fondatori di RBS – ovvero quello della formazione, uno dei valori su cui abbiamo basato la missione del Roma Bar Show. Non solo per offrire occasioni ai bartender, ma per lavorare al contempo sul concetto di consumatore consapevole”.
Punto di riferimento dell’industria del beverage e del mondo della mixology su scala nazionale e internazionale, Il Roma Bar Show con il progetto ON TOUR si pone come leader anche nell’ambito della formazione di settore, con masterclass di alto livello che attirano protagonisti di calibro mondiale – tra aziende e barman -, in un suggestivo viaggio alla scoperta dei locali più interessanti d’Italia.

Vino, Cons. Montecucco torna a Prowien: “In Germania grande potenziale”

Vino, Cons. Montecucco torna a Prowien: “In Germania grande potenziale”Milano, 10 mar. (askanews) – “La Germania è un mercato fondamentale per il vino toscano, come dimostrano le ottime performance qui registrate da DOC per così dire ‘blasonate’ quali Chianti e Brunello, ma il potenziale di crescita in questo Paese per Denominazioni portavoce di una Toscana ‘altra’ come il Montecucco è enorme. Il consumatore tedesco ama non solo i grandi rossi toscani ma anche il nostro territorio, molto spesso meta delle sue vacanze enoturistiche: è un consumatore più giovane, che siamo pronti ad approcciare grazie al grande lavoro di modernizzazione avviato sulle nostre strategie di comunicazione, e che ricerca prodotti sempre più premium e di alto livello qualitativo, oltre che di nicchia e poco conosciuti, senza mai tralasciare l’attenzione verso il tema della sostenibilità”. E’ quanto ha dichiarato Giovan Battista Basile alla guida del Consorzio di Tutela Vini Montecucco, che si prepara a partire per Dusseldorf (Germania), per partecipare a ProWein, il salone internazionale del vino che si terrà da 19 al 21 marzo.
Il Montecucco, che condividerà lo stand con i Consorzi di tutela DOC Maremma e DOCG Morellino di Scansano, presenterà i suoi nuovi millesimi con una selezione al banco d’assaggio di 25 etichette tra le tipologie Montecucco Vermentino DOC, Rosso DOC, Rosso Riserva DOC, Sangiovese DOCG e Sangiovese Riserva DOCG. Tipologie che insieme, nel 2022, sono valse al Montecucco un +35% di imbottigliato, nonché il primo posto sul podio delle Denominazioni più performanti della Toscana.
La Germania è uno dei mercati di riferimento del Montecucco, insieme con Nord America, Nord Europa, Paesi Bassi e Svizzera, che insieme assorbono gran parte del 60% totale di export lasciando poca marginalità ad altri Paesi come Francia, Polonia e Giappone, “ma – spiega il Consorzio – le prospettive di sviluppo in Germania in particolare sono importanti, soprattutto perché molte delle aziende socie stanno iniziando ad approcciare questo mercato solo negli ultimi anni”.

I 10 anni di Francesco, Amirante: povertà e gioia i suoi pilastri

I 10 anni di Francesco, Amirante: povertà e gioia i suoi pilastriRoma, 10 mar. (askanews) – L’attenzione agli ultimi e alle periferie esistenziali, il vivere il Vangelo alla lettera, la Chiesa in uscita. Il tutto riassunto nel nome, Francesco, che incarna proprio le caratteristiche del poverello di Assisi. Sono questi i tratti distintivi del Pontificato di Jorge Mario Bergoglio, eletto il 13 marzo 2013. A dieci anni dalla sua elezione, askanews ne parla con Chiara Amirante, fondatrice e presidente della Comunità Nuovi Orizzonti.
“Già il suo nome, Francesco, ci ha dato una indicazione di quella che sarebbe stata la via da percorrere con Papa Francesco. Siamo felici e in festa per lui, per i suoi 10 anni. Ha scelto il nome di Francesco che riassume le coordinate fondamentali: non dimenticarci dei poveri, la cura del Creato – sottolinea – l’impegno per l’edificazione di una fratellanza universale, il vivere il Vangelo alla lettera, che è una tratto fondamentale del suo pontificato. E ci ha esortato a essere una chiesa in uscita. Ci ha indicato la via della gioia, il Vangelo come via di gioia e l’importanza di concentrarsi sulle periferie esistenziali”.
Quello di Bergoglio “è un pontificato molto ricco”, aggiunge Amirante. “Ci ha insegnato che in questo tempo difficile possiamo andare avanti solo insieme, perché siamo sulla stessa barca in mezzo alla tempesta”.
Amirante elenca dunque dieci parole per tratteggiare il pontificato di Francesco: “misericordia, gioia, povertà, creato, fratellanza, Vangelo, periferie esistenziali, comunione, preghiera e solidarietà”.
“Il Papa ci richiama a non lasciarci dominare dalla globalizzazione dell’indifferenza. Vogliamo far tesoro di quanto ci ha regalato per fare una inversione di rotta ed edificare insieme la civiltà dell’amore”, aggiunge la fondatrice della Comunità Nuovi Orizzonti, una realtà che ha al suo centro proprio gli elementi che Papa Francesco ha assunto come suoi pilastri. “Abbiamo iniziato con la strada, abbiamo iniziato a sentire l’importanza di essere testimoni di gioia a chi vive l’inferno già su questa terra. Abbiamo iniziato andando nelle scuole, nelle strade e sentire il Papa sottolineare nuovamente l’importanza del Vangelo della gioia e andare come chiesa in uscita e non ripiegata su se stessa. Per noi oltre che il Papa è un papà, ed è anche madre. Ciò che mi colpisce è la sua paternità e anche maternità, in un modo unico ci fa sentire la chiesa madre”, conclude.
Di Serena Sartini

Vino, il 18 e 19 marzo a Caserta va in scena “Terra di Lavoro Wines”

Vino, il 18 e 19 marzo a Caserta va in scena “Terra di Lavoro Wines”Milano, 10 mar. (askanews) – Il Real Sito del Belvedere di San Leucio di Caserta ospiterà anche quest’anno, sabato 18 e domenica 19 marzo, “Terra di Lavoro Wines”, la manifestazione promossa dal Consorzio Vitica-Consorzio Tutela Vini Caserta che punta a diffondere la cultura del vino e del suo territorio e a promuovere scambi culturali e commerciali tra operatori del settore, produttori e buyer.
Giunto alla sua seconda edizione, l’evento è aperto non solo agli addetti ai lavori ma anche a tutti gli enoappassionati, e prevede un ricco programma in cui si alterneranno momenti di approfondimento affidati a voci eminenti del settore, accanto a momenti di degustazioni per i “winelovers”.
L’iniziativa prenderà il via alle 10 di sabato con il convegno dal titolo “La sostenibilità della filiera vitivinicola” che affronterà il tema dello sviluppo sostenibile in chiave ambientale, economica e sociale con gli interventi di Attilio Scienza, Ettore Capri e Roberta Garibaldi accanto a rappresentanti del territorio campano. A seguire, ci sarà la presentazione del libro di Manuela Piancastelli “Pallagrello” (Valtrend editore), che, per la prima volta, ricostruisce la storia dell’omonimo vitigno dall’epoca romana fino alla riscoperta negli anni ’90. Successivamente apriranno i banchi di degustazione e dalle 15 alle 18 sono previste due masterclass, una dedicata al Galluccio Doc e all’Igt Roccamonfina, e l’altra al Falerno del Massico Doc.
Il giorno seguente, domenica, le degustazione inizieranno alle 11, e dalle 15 alle 18 si terranno altre due masterclass: una dedicata all’Asprinio d’Aversa Doc, e l’altra all’Igt Terre del Volturno, permettendo così al pubblico di conoscere in due giorni tutte le cinque denominazioni tutelate dal Consorzio Vitica.
A corollario della manifestazione sono previste la visita al Real Belvedere di San Leucio e all’antica Fabbrica della seta, la commemorazione dei 250 anni dalla morte dell’architetto Luigi Vanvitelli, la cui opera ha segnato profondamente il territorio casertano, e l’attribuzione al Consorzio Vitica del “M.A.C.- Marchio di autenticità culturale” da parte dell’Associazione Culturale Le Ali della mente. Inoltre, ci sarà la consegna del “Premio Maria Felicia Brini” (l’imprenditrice della cantina Masseria Felicia di Sessa Aurunca scomparsa prematuramente) al ristorante casertano con la “migliore carta dei vini del territorio”.

Covid, Rezza: ulteriore decongestione ospedali.Situazione sotto controllo

Covid, Rezza: ulteriore decongestione ospedali.Situazione sotto controlloRoma, 10 mar. (askanews) – “Questa settimana si osserva un ulteriore diminuzione del tasso di incidenza di casi di Covid-19 nel nostro Paese e l’incidenza si fissa a 41 casi per 100.000 abitanti. L’Rt mostra un leggero aumento, siamo però a 0,97, quindi al di sotto della soglia epidemica”. Lo sottolinea il direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute, Giovanni Rezza, nel consueto commento del venerdì dei dati sulla situazione epidemiologica nel Paese.
“Per quanto riguarda il tasso di occupazione di posti di area medica e di terapia intensiva – aggiunge – siamo rispettivamente a 4,7 e 1 per cento, quindi ben al di sotto di ogni soglia di criticità, e c’è un’ulteriore decongestione per tutta l’area ospedaliera per cui la situazione appare al momento del tutto sotto controllo”.

Pecoraro: dieta mediterranea antidoto a cibi artificiali e fakefood

Pecoraro: dieta mediterranea antidoto a cibi artificiali e fakefoodRoma, 10 mar. (askanews) – Oggi a Roma nello spazio Europa del parlamento europeo i sindaci del Cilento hanno firmato e lanciato la candidatura per città creativa Unesco per la gastronomia. È intervenuto anche Alfonso Pecoraro Scanio presidente della fondazione Univerde, della comunità emblematica dell’arte del pizzaiuolo napoletano patrimonio Unesco e tra i promotori del parco nazionale del Cilento e delle suo aree marine protette che ha dichiarato: “La dieta mediterranea è amica della salute e dell’ambiente ed è l’antidoto al cibo anonimo e artificiale, al tentativo di imporre una dieta planetaria in mano a poche multinazionali che sradica tradizioni e distrugge le agricolture familiari. Il Cilento deve essere città creativa Unesco e diventare uno dei motori della difesa dell’agricoltura identitaria e ambiente contro il fakefood”.
Pecoraro Scanio ha annunciato il supporto della fondazione UniVerde e si è complimentato “con i sindaci e gli assessori presenti di Pollica, Castellabate, Montecorice,San Giovanni a Piro, San Mauro Cilento e Bellosguardo per la determinazione e con Sara Roversi e Claudia Recchia Sel future food Institute, la direttrice dell’area archeologica di Paestum Tiziana D’Angelo, Cristina bowermann e gli altri”.

Ricerca, via alla XXI Convention scientifica di Fondazione Telethon

Ricerca, via alla XXI Convention scientifica di Fondazione TelethonRoma, 10 mar. (askanews) – Si aprirà domenica 12 marzo al Centro Congressi di Riva del Garda (TN) la XXI Convention Scientifica di Fondazione Telethon, grazie anche al supporto della Provincia autonoma di Trento. Tre gli eventi previsti, che coinvolgeranno tutti gli attori principali del mondo della ricerca sulle malattie genetiche rare: il V Convegno Clinico sulla ricerca neuromuscolare (12-13 marzo), la XXI Convention Scientifica (13-15 marzo) e il VII Convegno delle Associazioni in Rete di Fondazione Telethon (12-14 marzo). Quest’anno saranno circa 850 i partecipanti, che avranno l’opportunità di conoscere gli ultimi traguardi nella ricerca di Fondazione Telethon ma anche di confrontarsi, condividere idee e progetti, e instaurare nuove collaborazioni: oltre 500 tra ricercatori e clinici, 200 rappresentanti di associazioni di pazienti, oltre 30 ospiti esterni, anche internazionali, 36 coordinatori provinciali della Fondazione, 40 tra espositori e sponsor.
Molto ricco il programma scientifico, costruito grazie anche al supporto di alcuni ricercatori Telethon: tanti gli argomenti trattati, tra cui i più importanti traguardi raggiunti in campo terapeutico e diagnostico e nello studio dei meccanismi di diverse malattie genetiche rare, come quelle neuromuscolari, del neurosviluppo e mitocondriali. Non mancheranno approfondimenti su tematiche d’avanguardia quali le terapie avanzate e l’intelligenza artificiale, così come sull’impatto che il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) avrà nell’ambito della ricerca sulle malattie rare. Di rilievo anche i temi dedicati alle associazioni di pazienti: screening genomico per la diagnosi precoce, sostenibilità e accesso alla terapia genica, modelli virtuosi di finanziamento della ricerca da parte della comunità dei pazienti. “La Convention è un momento centrale per quello che noi chiamiamo l’ecosistema Telethon – dichiara Francesca Pasinelli, Direttore Generale di Fondazione Telethon – È un’occasione di aggiornamento e confronto per i ricercatori sull’avanzamento dei progetti e di dialogo con la comunità dei pazienti rappresentati dalle associazioni che fanno parte della nostra rete. Ringraziamo dunque la Provincia di Trento che in tanti anni ha costruito con Fondazione Telethon una partnership di valore contribuendo all’organizzazione di questo evento e dando così un sostegno importante alla ricerca sulle malattie genetiche rare”. In questa edizione, l’impegno profuso si è fatto ancora più forte, in particolare per quanto riguarda l’accessibilità e l’inclusione. Sarà infatti possibile seguire il Convegno delle Associazioni in Rete anche in streaming su VIMEO, e sarà presente una stenotipista per fornire un supporto alle persone non udenti. Il Convegno sarà inoltre trasmesso in diretta sulla web radio RadioAidel22, il primo laboratorio italiano di radio interno a un’associazione di pazienti dedicata a una malattia rara, la sindrome da delezione del cromosoma 22. Non mancheranno infine momenti di intrattenimento d’eccezione, capaci di stimolare la riflessione all’insegna del sorriso, come gli spettacoli “Siamo fatti Di-versi, perché siamo poesia”, di Guido Marangoni e Nicola De Agostini, e “Life is magic”, di Christopher Castellini – l’illusionista della mente. Tutti i dettagli sul programma della Convention sono disponibili sul sito di Fondazione Telethon.

Francesco, il Papa che ha rimesso in cammino la Chiesa

Francesco, il Papa che ha rimesso in cammino la ChiesaCittà del Vaticano, 10 mar. (askanews) – Non c’è dubbio che il tratto riformatore è stato quello dominante nel primo decennio di Pontificato di Jorge Mario Bergoglio. O meglio, il tentativo testardo di intraprendere la strada di una riforma nell’ambito della Chiesa cattolica, sospinta da recenti accadimenti, sfociati poi con la rinuncia di Benedetto XVI. Una strada, quella della guida della più grande comunità cristiana del mondo, nel tracciato evangelico e alla luce del Concilio Vaticano II, alla radice della fede più che di una certa ‘Tradizione’, stratificatasi nei secoli. Un tentativo, concretizzato in passi e decisioni, che sono piaciuti o meno, ad una comunità composita e frastagliata secondo culture, sensibilità, storie ed emisferi spesso profondamente differenti tra loro.
Un’idea chiara della visione ‘bergogliana’ della Chiesa è arrivata nuovamente nel corso dell’udienza generale dell’8 marzo scorso, a pochi giorni dalla data del decennale del suo pontificato. Parlando ai fedeli, riuniti in piazza San Pietro, sul tema dell’evangelizzazione e citando proprio le intuizioni conciliari, Francesco ha detto che ‘c’è come un ponte tra il primo e l’ultimo Concilio, nel segno dell’evangelizzazione, un ponte il cui architetto è lo Spirito Santo’. Da qui l’invito a ‘non sclerotizzarci o fossilizzarci’ anche nell’annuncio e nella vita della Chiesa; anzi, ha aggiunto Francesco, ‘lo zelo missionario del credente si esprime anche come ricerca creativa di nuovi modi di annunciare e testimoniare, di nuovi modi per incontrare l’umanità ferita di cui Cristo si è fatto carico. Insomma, di nuovi modi per rendere servizio al Vangelo e all’umanità. L’evangelizzazione è un servizio e se uno si dice evangelizzatore ma non ha cuore di servizio, e si sente un padrone, è un poveraccio’, ha detto senza mezzi termini. Questo senza dimeticare che proprio ‘la dimensione ecclesiale dell’evangelizzazione – ha detto ancora il Papa – costituisce perciò un criterio di verifica dello zelo apostolico. Una verifica necessaria, perché la tentazione di procedere ‘in solitaria’ è sempre in agguato, specialmente quando il cammino si fa impervio e sentiamo il peso dell’impegno. Altrettanto pericolosa è la tentazione di seguire più facili vie pseudo-ecclesiali, di adottare la logica mondana dei numeri e dei sondaggi, di contare sulla forza delle nostre idee, dei programmi, delle strutture, delle ‘relazioni che contano”. Il tutto alla prova, quindi, della ‘sinodalità’ e, nella sequela del Fondatore, sulla ‘strada della povertà, dell’obbedienza, del servizio e del sacrificio di se stesso fino alla morte’, sempre citando Bergoglio.
Che queste strade e questa visione di Chiesa siano permeate o meno in un ‘corpaccione’ che conta oltre Duemila anni di storia, è ancora tutto da stabilire e sarà forse materia per gli storici.
Da qui la consapevolezza che c’è tutto un lavoro ancora da compiere e realizzare. Il precario equilibrio tra innovatori e conservatori, tra coloro che reputano necessario un ridisegnare strutture e linguaggi per parlare con efficacia all’uomo di oggi e chi, invece, considera ciò come un cedimento ad una società che va dritta verso la a-religiosità, sembra essersi rotto con la morte del papa emerito Joseph Ratzinger, assunto suo malgrado a paladino di quelli che il Papa regnante considera gli ‘indietristi’ di turno.Città del Vaticano, 10 mar. (askanews) – Non sono mancati da parte del Papa ripetuti appelli a non perdersi dietro divisioni e pre-concetti, quasi ideologici, e, ultimamente, inviti all’unità sono venuti anche da figure ‘terze’ come quella del cardinale Raniero Cantalamessa nel corso della sua predicazione in Vaticano degli esercizi spirituali in preparazione della Pasqua a cardinali e figure apicali della Curia romana (una delle più soggette alle azioni di aggiornamento di Francesco, ndr) il 3 marzo scorso.
“Ad una prima lettura, la recente costituzione sulla riforma della Curia ‘Praedicate Evangelium’ (pubblicata il 19 marzo 2022 da Papa Francesco, ndr) a me ha dato l’impressione di un passo avanti in questa stessa direzione: cioè nell’applicare il principio sancito dal Concilio a un settore particolare della Chiesa che è il suo governo e a un maggiore coinvolgimento in esso dei laici e delle donne’, ha affermato il predicatore della Casa Pontificia nella sua meditazione quaresimale.
‘Ma adesso dobbiamo fare un passo avanti. – ha subito aggiunto nell’Aula Paolo VI ai suoi insigni ascoltatori Cantalamessa – L’esempio della Chiesa apostolica non ci illumina soltanto sui principi ispiratori, cioè sulla dottrina, ma anche sulla prassi ecclesiale. Ci dice che non tutto si risolve con le decisioni prese in un sinodo, o con un decreto. C’è la necessità di tradurre nella pratica tali decisioni, la cosiddetta ‘recezione’ dei dogmi. E per questo occorrono tempo, pazienza, dialogo, tolleranza; a volte anche il compromesso”. Quest’ultimo, non interpretato come un “cedimento o uno sconto fatto sulla verità”. Cantalamessa, proseguendo nella sua riflessione, ha poi detto che ‘il ruolo di mediatore che Pietro esercitò tra le opposte tendenze di Giacomo e di Paolo continua nei suoi successori. Non certo (e questo è un bene per la Chiesa) in modo uniforme in ognuno di essi, ma secondo il carisma proprio di ognuno che lo Spirito Santo (e si presume i cardinali sotto di lui) hanno ritenuto il più necessario in un dato momento della storia della Chiesa. Davanti agli eventi e alle realtà politiche, sociali ed ecclesiali, noi siamo portati a schierarci subito da una parte e demonizzare quella avversa, a desiderare il trionfo della nostra scelta su quella degli avversari”. Il riferimento ai fatti più recenti, seguiti proprio alla morte di Benedetto, è apparso ai più del tutto evidente. ‘Non dico che sia proibito avere preferenze: in campo politico, sociale, teologico e via dicendo, o che sia possibile non averle. – ha quindi voluto spiegare il card. Cantalamessa ai suoi importanti ascoltatori – Non dovremmo mai, però, pretendere che Dio si schieri dalla nostra parte contro l’avversario. E neppure dovremmo chiederlo a chi ci governa. È come chiedere a un padre di scegliere tra due figli; come dirgli: ‘Scegli: o me o il mio avversario; mostra chiaramente da che parte stai!’. Dio sta con tutti e perciò non sta contro nessuno! È il padre di tutti’.
Parole chiare e che hanno fatto pensare proprio a quelle crepe, dai toni spesso aspri, che si sono aperte, e soprattutto sono state date in pasto all’opinione pubblica, ed indirizzate senza tanti nascondimenti all’azione di Papa Bergoglio.
Chi crede, quindi, che la sua azione sia terminata o sia ‘inscatolabile’ in questi primi dieci anni, si sbaglia come lo stesso papa Bergoglio ha fatto capire a più riprese rispondendo al nuovo refrain su possibili sue dimissioni.Città del Vaticano, 10 mar. (askanews) – Anzi, siamo entrati forse nella fase più difficile e complessa che, come dice Cantalamessa, è quella della ‘recezione’, evitando ogni possibile insabbiamento.
Fare qui l’elenco dei passi compiuti nei dieci anni di governo bergogliano sarebbe difficile. In uno schematico e non completo elenco si può partire dai gesti (che delineano uno stile e poi una visione) che hanno segnato il pontificato sin dal primo giorno. La scelta di lasciare il Palazzo apostolico per risiedere nell’albergo di Santa Marta e l’indossare segni esteriori, come la croce pettorale, non d’oro, al viaggiare a bordo di utilitarie, all’adottare una versione più confacente alla lingua attuale della Preghiera per eccellenza del cristiano, il “Padre nostro”, al non assegnare più automaticamente sedi tradizionalmente cardinalizie (vedi Milano o Venezia) a porporati, fino allo spazio dato a laici e donne nei dicasteri vaticani. Questo senza parlare delle prese di posizioni poco “clericali” o mediane, nei confronti di temi sia ecclesiali che sociali come quelle contro il clericalismo, il sentirsi ‘padroni’ della Chiesa, fino all’aver voluto un giusto canone per l’affitto delle abitazioni, senza più distinzioni, tra porpore e semplici impiegati. Quasi incalcolabile il numero delle prese di posizione, poi, per l’accoglienza e la dignità dei migranti, contro le diseguaglianze sociali nel mondo, a difesa degli ‘scartati’ delle società, per l’ambiente e per politiche e scelte economiche che mettano sempre l’uomo al primo posto e non il profitto. In questo quadro si inseriscono iniziative come la promozione di quella “Economy of Francesco”, per una economia fuori dagli schemi del puro capitalismo o l’aver promosso ed ospitato in Vaticano summit dei movimenti popolari mondiali.
Infine, da menzionare in questo sbrigativo elenco l’aver messo mano a quello che si stava delineando come il ginepraio delle finanze vaticane, una riforma della Curia romana che si aspettava da anni, non essersi opposto anche a procedimenti penali verso casi come quello della vendita dell’ormai noto immobile londinese di Sloane Avenue. O aver affrontato con il metro della carità e della misericordia temi etico-morali come quello dell’omosessualità o dell’accesso ai sacramenti per le coppie divorziate. Ed ancora aver battagliato contro una “piaga” purulenta, quale quella degli abusi.
Tutti passi che alle volte non sono piaciuti ad alcuni ambienti (per la verità più clericali che “di popolo”) ma che, come ha ripetuto e spiegato a più riprese papa Francesco, fanno parte integrante del suo mandato affidatogli quel 13 marzo del 2013 dai cardinali nelle Congregazioni generali che hanno fatto da base programmatica al Conclave che lo ha eletto in due giorni e solo cinque scrutini a Sommo Pontefice.
In una recente intervista facendo un bilancio del decennale di pontificato lo stesso Francesco ha spiegato la sua missione di questi anni. “Le cose che ho fatto non le ho inventate né sognate dopo una notte di indigestione. – ha detto – Ho raccolto tutto ciò che i cardinali avevano detto nelle riunioni pre-conclave che il prossimo Papa avrebbe dovuto fare. Poi abbiamo detto le cose che dovevano essere cambiate, i punti che dovevano essere toccati. Quello che ho messo in moto è stato quello che mi è stato chiesto. Non credo che ci sia nulla di originale da parte mia, ma ho avviato ciò che avevamo deciso tutti insieme”. Città del Vaticano, 10 mar. (askanews) – Francesco ha portato ad esempio la Riforma della Curia che si è conclusa con la nuova Costituzione Apostolica Praedicate Evangelium. Una riforma, ha spiegato, “con la quale, dopo otto anni e mezzo di lavoro e consultazioni, siamo riusciti a mettere in atto ciò che i cardinali avevano chiesto, cambiamenti che già si stavano mettendo in pratica. Oggi c’è un’esperienza di tipo missionario. ‘Praedicate Evangelium’, cioè ‘siate missionari’. Predicate la Parola di Dio. In altre parole, l’essenziale è uscire. Curioso: in quegli incontri – ha poi rivelato – c’era un cardinale che ricordava che nel testo dell’Apocalisse Gesù dice: ‘Sto alla porta e busso. Se qualcuno apre, io entrerò’.
‘Gesù continua a bussare, ma affinché lo lasciamo uscire, perché lo abbiamo ‘imprigionato’. Questo è ciò che è stato chiesto in quelle riunioni di cardinali. – ha ripetuto – E quando sono stato eletto, l’ho messo in moto. Dopo alcuni mesi, si sono tenute consultazioni fino alla stesura della nuova Costituzione. E nel frattempo si stavano apportando dei cambiamenti. Cioè non sono idee mie. Che sia chiaro. Sono le idee di tutto il Collegio Cardinalizio che ha chiesto questo”.