Geologo Lorenzo Benedetto vicepresidente Struttura Tecnica NazionaleRoma, 9 mar. (askanews) – Il Consiglio Direttivo della Struttura Tecnica Nazionale, Supporto delle Professioni Ordinistiche al Sistema di Protezione civile, ha eletto il geologo Lorenzo Benedetto Vice-Presidente. La struttura ha come scopo la coordinazione delle attività dei Consigli Nazionali per la gestione degli eventi emergenziali, con particolare riferimento a quelli indicati all’articolo 7 del Decreto Legislativo n.1 del 2018. La STN – si legge nella nota – svolge tra l’altro, le attività di ricognizione del danno e dell’agibilità nonché le relative attività complementari a queste connesse, le attività di supporto geologico, geotecnico, cartografico ,tutte le ulteriori attività di supporto alla gestione tecnica delle emergenze nonché, di concerto con i sistemi ordinistici territoriali, attività di formazione e informazione sulla cultura della prevenzione e consapevolezza dei rischi. “Ringrazio il Presidente Monaco e l’intero Consiglio per la fiducia accordatami – ha detto Lorenzo Benedetto -. Il contributo della Struttura Tecnica Nazionale al sistema di protezione civile sta assumendo sempre più rilievo su attività di supporto alle emergenze. Proprio in questi giorni stiamo attivando delle procedure di collaborazione con il Commissario delegato per l’emergenza Ischia, On. Giovanni Legnini, in modo particolare nella valutazione dell’impatto e del danno sui fabbricati interessati dagli eventi franosi avvenuti a Casamicciola Terme nel novembre scorso, per la definizione del rischio residuo e della pianificazione di emergenza”, conclude.
‘L’Europa alla sfida della disinformazione: #Giornalismo #IA #FakeNews’
Incontro organizzato da Osservatorio TuttiMedia e Rappresentanza in Italia Commissione Ue
Roma, 9 mar. (askanews) – Affidabilità delle fonti, tecnologia sinergicamente utile all’informazione di qualità, lotta alla disinformazione condivisa. Queste le parole chiave emerse dall’appuntamento “L’Europa alla sfida della disinformazione: #Giornalismo #IA #FakeNews” organizzato dall’Osservatorio TuttiMedia e la Rappresentanza in Italia della Commissione Europea l’8 marzo presso lo Spazio Europa a cui hanno partecipato i giovani dei Master di giornalismo LUMSA e LUISS. Carlo Corazza (Direttore dell’ufficio del Parlamento EU in Italia) apre l’incontro ricordando che Roberta Metsola, presidente del Parlamento Europeo, ha dedicato questo 8 marzo alle donne che lottano per i diritti. “Siamo ad un anno dalle elezioni del parlamento europeo, cuore pulsante della democrazia e i cittadini vogliono che ciò avvenga in maniera corretta; infatti, l’88% vede le fake news come una minaccia. Contro la manipolazione dell’informazione serve un giornalismo robusto ed un’adeguata educazione. I giornalisti sono le prime sentinelle della democrazia liberale che mette al centro le libertà dell’uomo, ecco perché dobbiamo investire nella loro professionalità”. Antonio Parenti (Capo della Rappresentanza Commissione Europea in Italia) fa gli auguri alle donne “vederne tante in sala è un bel segno per il futuro” ed entra nel vivo delle fake news con l’esempio della farina di grillo: “La commissione Eu dice che la farina di grillo non è dannosa alla salute e obbliga l’indicazione nelle etichette”. Rivolgendosi ai giovani in sala sottolinea: “Il vostro ruolo in quanto giornalisti è etico perché avete il compito di cercare le fonti attendibili che possono permettere una critica costruttiva alla politica. Siete i responsabili di un dibattito fondamentale per le nostre istituzioni. La bandiera europea è la bandiera dei diritti, e conto che lo sia per sempre”. Carlo Chianura (direttore del Master Lumsa) ringraziando per l’iniziativa, sottolinea l’importanza del controllo delle fonti che deve essere costante e meticoloso in un ecosistema dei media completamente diverso. Gianni Riotta (direttore del Master Luiss) parla di informazione e disinformazione, due facce della stessa medaglia: “Oggi gli organismi europei istituiti per combattere la disinformazione si riuniscono a Roma, una buona notizia. Purtroppo ho constatato che i fondi a loro dedicati sono stati dimezzati, azione che non condivido”. Conclude sottolineando l’importanza della formazione, problema di oggi perché nelle redazioni non c’è più tempo per questo: “Le scuole sono l’unico luogo dove apprendere le competenze utili alla professione, che ha bisogno di credibilità e di un sistema che la sostenga”. “Se l’informazione è un bene pubblico – ha detto Franco Siddi (presidente TuttiMedia) – bisogna pensare ad un sistema in cui l’intervento pubblico non deve trasformarsi in un assoggettamento, perché fare il giornalista significa lavorare in condizioni di indipendenza”. Per Agnese Pini (direttrice QN) viviamo in un’epoca straordinaria perché “l’informazione non è più elitaria, ma c’è bisogno di educazione allo smartphone, di capitali e uomini che sappiano guidare il cambiamento così come è avvenuto per le altre rivoluzioni”. La direttrice conclude sull’importanza della differenza fra informazione e comunicazione, invitando i giovani alla verifica delle fonti. Di nuove tecnologie a supporto del giornalismo parla Andrea Cristallini (Google): “Le applicazioni sono tante – sottolinea – ma noi lavoriamo per assistere e ottimizzare l’uso dei nuovi strumenti utili a contrastare le fake news e le discriminazioni di genere, ad esempio: la sinergia fra tecnologia e informazione porterà risultati per tutti”. “Garantire l’affidabilità delle notizie che circolano in rete è priorità per gli editori mainstream – afferma Isabella Splendore (FIEG) -. Fake news e disinformazione proliferano laddove la qualità dell’informazione è bassa. L’informazione professionale di qualità è la diga contro le fake news, ma così come al giornalista viene affidata la funzione di antidoto contro i fenomeni quali polarizzazione e echo-chamber, è importante garantire la sostenibilità dell’industria editoriale”. “Condividere le proprie idee in luoghi affidabili – precisa Costanza Andreini (Meta) – è importante per le persone che devono sentirsi sicure negli spazi che usano. Ecco perché siamo in prima linea contro la disinformazione e aperti a strumenti di regolamentazione. Il fact-checking è essenziale, noi gestiamo miliardi di contenuti cercando di ridurre la visibilità di quelli non appropriati o falsi”. Di coscienza della disinformazione parla Claudia Mazzola (direttrice ufficio studi della Rai): “La media literacy, l’alfabetizzazione servono per creare la coscienza della disinformazione”. Per Luigi Rancilio (Avvenire) i giornalisti devono inseguire la verità anche contro i dinosauri che scoraggiano, l’unico modo per vincere è essere credibili. Il consiglio di Leonardo Panetta (corrispondente Mediaset da Bruxelles) ai giovani in sala è di costruire una rete di amicizie con le quali verificare le notizie perché le fake news possono incidere profondamente nelle decisioni politiche, come avvenuto per la Brexit. Il professor Derrick de Kerckhove (direttore scientifico TuttiMedia) conclude sulla crisi epistemologica e antropologica in atto: “Gli esseri umani stanno per delegare alle macchine la loro caratteristica distintiva, cioè il pensiero. Nella tempesta attuale si cerca aiuto nell’IA che si presenta come una soluzione per il controllo sulla verifica dei fatti, per la traduzione linguistica, per il reporting automatizzato e per la personalizzazione. Le tecnologie però non sono ancora pronte o sufficientemente mature, perché non possono andare a sostituire la capacità e il senso critico del giornalista in quanto umano, come mi ha risposto anche lo stesso ChatGPT”. “Lavorare in un ufficio stampa di un’istituzione come è capitato a me – dice Adriano Addis (Press & Media EU) – non è un’ambizione comune fra i giovani aspiranti giornalisti, io non lo sono. In questo contesto voglio invitare i giovani in sala a considerare la rivoluzione che c’è stata nel mondo delle istituzioni rispetto al giornalismo. L’invasione della Crimea (2014) fa da spartiacque. Inizia l’interesse per la disinformazione, l’Europa capisce che bisogna agire e che si deve raccontare, ha bisogno di giornalisti”. “Un Paese senza visione non ha futuro – dice in conclusione Maria Pia Rossignaud (vicepresidente dell’Osservatorio TuttiMedia) – oggi, invece abbiamo tracciato possibili percorsi che da idee possono trasformarsi in pratiche di successo per i giornalisti ed il mondo dei media”.
Vino, l’Azienda agricola Ricci Curbastro diventa società benefitMilano, 9 mar. (askanews) – Da marzo 2023, l’azienda agricola Ricci Curbastro di Capriolo (Brescia) diventa società benefit, integrando nel suo nuovo statuto, oltre agli obiettivi di profitto, quello di avere un impatto positivo sulla società e sull’ambiente. Lo ha annunciato Equalitas, società proprietaria dell’omonimo standard di certificazione della sostenibilità in ambito vitivinicolo, di cui è presidente lo stesso Riccardo Ricci Curbastro. “Il passaggio va di pari passo con il proprio approccio sostenibile, aggiungendo così alla propria missione a lungo termine, la creazione di valore condiviso” si legge in una nota, dove si precisa che la Cantina bresciana si aggiunge così a Salcheto e a Feudi San Gregorio, che hanno già fatto questa scelta. “Il numero di organizzazioni certificate ai sensi dello Standard SOPD Equalitas che hanno modificato il proprio statuto, diventando società benefit, continua così la sua crescita, sulla scia dell’accordo sancito a luglio 2021 tra Equalitas e Assobenefit, associazione nazionale per le società benefit” prosegue il comunicato, spiegando che l’accordo ha l’obiettivo “di promuovere lo sviluppo in Italia di società benefit e sostenibili nel comparto vitivinicolo attraverso iniziative congiunte di formazione e sensibilizzazione destinate a quelle imprese che vogliano assumere un orientamento coerente con il modello di business benefit, adottando allo stesso tempo lo standard di sostenibilità messo a punto da Equalitas”.
Bucci: contenti e orgogliosi per Genova capitale italiana libro 2023Roma, 9 mar. (askanews) – “Siamo estremamente contenti, soddisfatti e orgogliosi di essere nel 2023 la capitale italiana del libro”. Lo ha detto il sindaco di Genova, Marco Bucci, commentando ad askanews l’annuncio del ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano. “E’ una cosa molto importante soprattutto perché il nostro piano integrato di rete, che non vuol dire soltanto leggere i libri o soltanto le biblioteche, ma vuol dire che tutti gli strumenti e le strutture della cultura a Genova sono stati apprezzati e soprattutto serviranno per rilanciare e alzare il livello culturale della città, unito al fatto che la ricaduta sarà importante per i cittadini per turisti e anche per lo sviluppo economico e anche per lo sviluppo turistico”, ha spiegato Bucci. “Siamo assolutamente confidenti che grazie ovviamente al fatto di aver ottenuto questo risultato ci sarà un grande sviluppo alzando l’asticella culturale della città che influenzerà i comportamenti dei cittadini, dei turisti delle imprese e di tutti quelli che vivono sul nostro territorio”, ha aggiunto.
Antonio Rallo riconfermato presidente Consorzio tutela vini Doc SiciliaMilano, 9 mar. (askanews) – Antonio Rallo, amministratore delegato di Donnafugata, è stato riconfermato presidente del Consorzio di tutela vini Doc Sicilia. La decisione è stata presa oggi durante la prima seduta del nuovo CdA che ha riconfermato per il prossimo triennio anche i due i vicepresidenti Giuseppe Bursi e Filippo Paladino. Si completa dunque il nuovo corso del Consiglio, che nei giorni scorsi aveva visto l’ingresso di Roberto Magnisi, direttore di Duca di Salaparuta e Florio, e di Giuseppe Figlioli, enologo della cantina sociale Birgi, al posto rispettivamente di Laurent Bernard de La Gatinais della cantina Rapitalà e Nicolò Vinci della cantina Europa. “Le azioni del Consorzio – ha dichiarato Bursi – dovranno essere adeguate alle sfide che il mercato richiede e sempre più incisive rispetto alla necessità di valorizzare sempre di più la vitivinicoltura siciliana”. Il Consorzio è stato fondato nel 2012, pochi mesi dopo la nascita della Doc Sicilia, e oggi rappresenta circa ottomila viticoltori e oltre 500 imbottigliatori. Nel 2021 gli ettari rivendicati erano 24.683 e le bottiglie prodotte più di 96,2 milioni.
UpTown Milano, prima certificazione in Italia GBC QuartieriRoma, 9 mar. (askanews) – Green Building Council Italia ha conferito la prima certificazione GBC Quartieri al progetto UpTown: il primo smart district in Italia realizzato ad opera di EuroMilano all’interno del comparto urbano che comprende la riqualificata Cascina Merlata, oggi aggregatore di servizi per la cittadinanza. Un quartiere di nuova realizzazione che insiste su un’area di 900.000 mq, di cui circa 300.000 saranno destinati a parco, progettato per accogliere 12.000 abitanti e basato sulla promozione della mobilità sostenibile, del social housing e dei servizi di prossimità. All’attuale stato di avanzamento dei lavori è stata conferita la certificazione livello Gold secondo il Protocollo GBC Quartieri per la fase di masterplan e di parziale di area. Passaggi fondamentali per guidare il completamento dei lavori nel rispetto dei requisiti di sostenibilità e garantendo al sito la capacità di ridurre gli impatti ambientali lungo l’intero ciclo di vita, attraverso l’applicazione di un giusto strumento di misurazione delle politiche industriali definite in accordo coi criteri ESG. Il raggiungimento di questa certificazione si qualifica come evento di primaria importanza per l’Associazione e per l’intero mercato edilizio ed immobiliare nazionale. Da un lato, si tratta di un passo concreto verso processi di rigenerazione urbana ed edilizia che pongono al centro le reali esigenze dei cittadini, garantendo il giusto benessere alle generazioni presenti e future. Dall’altro, evidenzia il radicarsi della consapevolezza da parte di cittadini, pubbliche amministrazioni e di tutti gli stakeholder della filiera in merito all’imprescindibile necessità di concretezza con riferimento alle tematiche energetico-ambientali, al fine di non compromettere lo sviluppo futuro, in ottemperanza con gli obiettivi di sostenibilità ambientale, economica e sociale. “Sono sempre più numerosi i processi di rigenerazione urbana a livello internazionale ma l’Italia non rimane alla finestra e in tale ambito sta giocando un ruolo da protagonista”, afferma Marco Mari, presidente del Green Building Council Italia, che prosegue: “Il nostro Paese figura, su una classifica di oltre 200 paesi, al nono posto al mondo per edifici certificati con protocolli energetico-ambientali della famiglia LEED e con oltre 18 milioni di metri quadrati tra edifici certificati e in via di certificazione con i protocolli della famiglia LEED-GBC si posiziona al secondo posto in Europa dopo la Spagna e prima della Germania. UpTown rappresenta tra questi una vera e propria eccellenza, non solo perché è il primo sviluppo di un intero quartiere a raggiungere la certificazione del masterplan con il protocollo GBC Quartieri, ma soprattutto perché la visione di sostenibilità messa in pratica dal Socio EuroMilano, ha messo al centro del proprio progetto la persona, e facendo leva su una robusta governance capace di guidare un complesso processo di partenariato pubblico-privato, rappresenta un avanzato modello che, per dimensioni e risultati, traccia la rotta verso una nuova cultura dell’abitare sostenibile, capace di mettere a sistema le persone, i luoghi in cui vivono e il nostro pianeta in una corretta logica di mercato”. L’Europa e l’Italia si trovano oggi ad affrontare due grandi sfide. Da un lato il recupero di vaste aree industriali e civili dismesse o degradate, dall’altro la risposta ai rischi climatici che affliggono il nostro Pianeta. Queste due emergenze implicano la necessità di intervenire non solo edificando in modo sostenibile edifici di nuova costruzione, ma anche attraverso processi di riqualificazione di edifici e quartieri e di riprogettazione delle opzioni di mobilità. Si tratta di una nuova visione edilizia definita sui pilastri dello sviluppo sostenibile: integrando gli aspetti ambientali, economici, sociali e culturali, coinvolgendo le comunità che vivono gli spazi antropizzati per giungere a un rinnovamento dal basso e ad una condivisione comunitaria dei primari valori del vivere sociale. Sicuramente non sarà un processo semplice, soprattutto in questa fase di crisi economica. Ma proprio da questi interventi, realizzabili solo grazie a una sinergia tra risorse pubbliche e private, possono innescarsi nuove forze per la risoluzione delle difficoltà del settore del costruito, da tempo riconosciuto come quello con maggior impatto ambientale. Decarbonizzazione, economia circolare, efficienza idrica, uso del suolo e biodiversità, resilienza, benessere e salubrità. Ma anche lotta alla povertà energetica e sostegno alle vulnerabilità sociali, sono gli obiettivi fondamentali per la giusta transizione del comparto edilizio e immobiliare, a sostegno delle azioni sostenibili e innovative promosse dall’Unione Europea per rispondere alla sempre più crescente domanda di riqualificazione e cura dello spazio pubblico. Con UpTown si è compiuto il primo passo sulla strada che avrà l’obiettivo di aprire un nuovo scenario di sviluppo per le nostre città, progettate e riqualificate secondo una visione olistica e sistemica, che conferisca centralità all’individuo e al suo farsi comunità, per garantire il pieno raggiungimento ai 17 sustainable goals individuati dalle Nazioni Unite come strategia “per ottenere un futuro migliore e più sostenibile per tutti”.
Cristoforetti: Chiaretto vino identitario e sempre più di bandiera
Pres. Consorzio: oggi le Cantine esaltano l’identità della Corvina
Milano, 9 mar. (askanews) – “L’obbiettivo principale del progetto ‘Pink Revolution’ era quello di arrivare ad una forte identità territoriale del Chiaretto, a partire dal colore. Quasi dieci anni dopo mi sento di dire che quell’identità l’abbiamo trovata: i produttori sanno come lavorare, hanno identificato i vigneti giusti a seconda di quello che vogliono produrre e lo fanno con tecnica e con cultura”. Lo ha detto il presidente del Consorzio di tutela del Chiaretto e del Bardolino, Franco Cristoforetti, intervistato da askanews all’interessante Anteprima dell’annata 2022 del vino rosé prodotto sulla sponda veronese del lago di Garda, territorio dove la viticoltura viene praticata fin dai tempi dei Romani. Il Chiaretto di oggi è sempre più lo specchio fedele del suo vitigno (la Corvina Veronese che dal Disciplinare 2021 può arrivare al 95%, perché c’è una quota minima del 5% di Rondinella) e del suo terroir, l’anfiteatro morenico con le colline che degradano dolcemente verso quel grande e bellissimo lago che ha il potere di mitigare il clima. “L’identità si raggiunge non omologandosi ma sottolineando i nostri caratteri identitari: la sapidità che equilibria l’acidità e tannicità” continua Cristoforetti che è produttore con Vigneti Villabella-Cantina Delibori, sottolineando che si tratta di “fattori che rendono freschi, eleganti e gastronomici i nostri Chiaretto”. Vero, tanto che questo rosato Doc prodotto negli ultimi anni è un vino sempre più fine e pulito senza però perdere la sua schiettezza e profumata immediatezza. “Le Cantine non lo considerano più un prodotto secondario, un completamento di gamma, per molte è diventato il vino bandiera con cui riescono ad entrare in alcuni mercati” precisa il presidente del Consorzio, ricordando che “molte aziende ne producono più di uno e quindi è diventato un prodotto con tante sfaccettature e che è cresciuto tantissimo in qualità”. La produzione di Chiaretto, che conta su un migliaio di ettari, è attestata intorno ai 10 milioni di bottiglie, più o meno la metà della produzione complessiva degli oltre trenta vini rosa italiani a denominazione d’origine, di cui l’Italia è il terzo produttore europeo. Circa 500mila di queste 10 milioni di bottiglie, sono spumanti, principalmente Charmat ma anche Metodo Classico di ottimo livello come, ad esempio, quello prodotto dal giovane Enrico Gentili a Caprino Veronese. L’anno scorso il Chiaretto di Bardolino ha fatto registrare una crescita complessiva intorno al 5%, con un interessante +10% nel settore horeca nazionale. All’Anteprima di due giorni a Bardolino riservata alla stampa a cui hanno partecipato oltre una quarantina di cantine, la qualità del Chiaretto è emersa anche quando è stata messa a confronto con altri celebri rosé stranieri, quelli della Mosella, della Rioja e della Provenza, risultando perfettamente in grado di competere soprattutto con gli uvaggi misti. La sorpresa più bella è però arrivata dalla degustazione delle vecchie annate, a dimostrazione che il Chiaretto può dare molto di più di quello che gli si è chiesto fino ad ora. L’esempio più eclatante è stato l’assaggio del “Baldovino” di Tenuta La Presa 2016, un vino davvero sorprendente per il suo equilibrio e la ricchezza gusto olfattiva complessiva. Un vino “maturo” nel senso più bello del termine, che racconta una volta di più del potenziale di longevità del Chiaretto e del suo carattere sempre più chiaro, non più sottoprodotto del Bardolino né moda passeggera. Tra la cinquantina di referenze dell’annata 2022 in degustazione (ognuna con la sua propria sfumatura di rosa), c’era anche quella prodotta dagli allievi del corso di Tecnico vitivinicolo della Scuola della formazione professionale (Cfp) Salesiani Bardolino Tusini. “L’anno prossimo i ragazzi avranno completato i tre anni di questo primo corso ” (il quarto anno è facoltativo) precisa Cristoforetti, spiegando che “la Scuola ha ripreso in mano un vigneto di proprietà dei Conti Tusini-Giuliari, e ha iniziato a fare il suo Chiaretto” ha spiegato, sottolineando che pur non essendo iscritti alla Doc (è un Corvina in purezza) “li abbiamo voluti come ‘special guest’ a questa Anteprima per sottolineare il loro sforzo e l’impegno di un territorio unito per creare il terzo pilastro della sostenibilità, quella sociale, che tante volte ci si dimentica”.
Cutro, Viminale: domani 8 salme in Germania, 16 verso AfghanistanRoma, 9 mar. (askanews) – Sono stati avviati i trasferimenti di salme dei migranti morti nel naufragio del barcone al largo di Cutro lo scroso 26 febbraio. Lo riferisce il ministero dell’Interno. Delle 72 vittime – afferma il Viminale in una nota – il 6 marzo 2023, una salma di nazionalità afghana è stata inumata nel cimitero di Crotone; il 7 marzo 2023, una salma di nazionalità tunisina è stata rimpatriata in Tunisia, una salma di nazionalità afghana è stata rimpatriata in Germania e 4 salme sono state rimpatriate in Pakistan; l’ 8 marzo 2023, sette salme sono state trasferite presso il cimitero musulmano di Bologna”. “Nella giornata di domani è in programma il trasferimento di 8 salme alla volta della Germania ed è in fase di preparazione il trasferimento di 16 ulteriori salme verso l’Afghanistan. Quest’ultimo trasferimento, organizzato da un’agenzia di onoranze funebri tedesca, prevede il passaggio delle salme attraverso la Turchia e, da lì, in Afghanistan d’intesa con i familiari delle vittime ivi presenti””. “Completati questi trasferimenti, resterebbero da trasferire ancora 34 salme per le quali sono in corso interlocuzioni tra i funzionari di questo Ministero inviati sul posto ed i familiari delle vittime. In merito a tutta la vicenda – sottolinea il ministero dell’Interno – vanno considerate le difficoltà oggettive del trasferimento delle salme in Afghanistan”.
Enea, durante lockdown calo significativo di inquinanti nell’ariaRoma, 9 mar. (askanews) – Calo significativo dei principali inquinanti nell’aria in Italia dalla seconda metà di marzo fino ad aprile del 2020, con picchi giornalieri del 30% in meno, e successivo incremento delle emissioni a maggio, quando le restrizioni alla mobilità e alle attività industriali sono state parzialmente rimosse. A tre anni esatti dall’annuncio del primo lockdown in tutta Italia (9 marzo 2020), è questo il bilancio dello studio ENEA sugli effetti della “chiusura totale” sulla qualità dell’aria, con un focus su Roma, pubblicato sulla rivista Atmospheric Pollution Research. Complessivamente, – si legge nella notizia che apre il numero odierno del settimanale ENEAinform@ – nel periodo preso in considerazione (febbraio-maggio 2020), a subire il maggior calo sono state nell’ordine le emissioni di ossidi di zolfo (-15%), ossidi di azoto (-11%), composti organici volatili non metanici (-10%) e monossido di carbonio (-4%), mentre il particolato PM2.5 è sceso di appena il 2%, a causa del maggiore utilizzo del riscaldamento domestico alimentato a legna e pellet. Per quanto riguarda il particolato PM10, ad aprile 2020 (l’intero mese in cui erano in vigore tutte le più stringenti misure del lockdown nazionale), si è verificata una generale riduzione delle concentrazioni, con un calo maggiore registrato nella Pianura Padana (variabili tra -4 e -6 microgrammi/m3). Nelle altre aree del Paese invece, la differenza è stata molto meno pronunciata, tranne in alcune grandi aree urbane come Roma, dove il calo del particolato ha raggiunto una media di 2-4 microgrammi/m3 con picchi di riduzione delle concentrazioni superiori anche a 6 microgrammi/m3 in centro città. “Questi dati confermano che le misure di contrasto all’inquinamento dell’aria, per essere più efficaci nel tempo, devono coinvolgere i trasporti e l’industria, ma anche il riscaldamento residenziale e l’agricoltura su diverse scale, dall’ambito locale e regionale fino a riguardare tutto il Paese e l’Europa intera”, spiega Antonio Piersanti, responsabile del Laboratorio ENEA di Inquinamento Atmosferico e coautore dello studio. Le emissioni di ossidi di azoto si sono ridotte principalmente nel trasporto su strada (-22%), a seguire il settore marittimo (-20%), della produzione di energia (-16%) e aereo (-6%), mentre gli ossidi di zolfo si sono ridotti soprattutto nelle attività industriali (-25%). La più alta riduzione delle concentrazioni di biossido di azoto (-12 microgrammi per m3) è stata rilevata nelle grandi aree urbane come Roma, Torino, Milano e Napoli, lungo i principali assi viari autostradali e nella Pianura Padana, considerata un hot-spot dell’inquinamento atmosferico in Europa. “Ma proprio in quelle stesse aree urbane si è verificato un incremento dei livelli di ozono (+12 microgrammi/m3), un gas inquinante altamente nocivo per la salute dell’uomo e per la vegetazione, che si forma a seguito dell’interazione di altri gas inquinanti con la radiazione solare, tra cui gli ossidi di azoto e i composti organici volatili; quest’ultimi rappresentano una grande famiglia di cui fa parte, ad esempio, il ben noto benzene”, sottolinea Massimo D’Isidoro, ricercatore del Laboratorio ENEA di Inquinamento Atmosferico. “Nessuna riduzione invece per le emissioni di ammoniaca, una delle principali cause (precursore in gergo tecnico) della formazione di particolato in atmosfera, perché il settore agricolo (il principale emettitore) è stato uno dei pochi a non aver subito particolari misure restrittive”, aggiunge Ilaria D’Elia, ricercatrice del Laboratorio ENEA di Inquinamento Atmosferico. L’inquinamento atmosferico – evidenzia ENEA – rappresenta la più grande minaccia ambientale per la salute dell’uomo insieme ai cambiamenti climatici. L’Organizzazione Mondiale della Sanità stima 7 milioni di morti premature ogni anno dovute all’esposizione allo smog e nel settembre del 2021 ha aggiornato le linee guida sulla qualità dell’aria che raccomandano valori limite più bassi e rappresentano oggi il punto di partenza della nuova proposta di direttiva Ue sulla qualità dell’aria.
Blitz a Milano di Ultima Generazione: imbrattata statua in piazza DuomoMilano, 9 mar. (askanews) – Intorno alle 10.20 di questa mattina due attivisti della campagna “Non paghiamo il fossile” promossa dal gruppo ambientalista Ultima Generazione, hanno imbrattato con vernice lavabile il monumento equestre a Vittorio Emanuele II in piazza Duomo a Milano. Dopo aver spruzzato la vernice arancione con un estintore, i due hanno lanciato dei volantini dal basamento della statua, prima di essere bloccati dai carabinieri che li hanno portato via di peso per essere identificati. “Il governo ha investito 41,8 miliardi nell’estrazione di combustibili fossili solo nel 2021: chiediamo che questa montagna di soldi vada immediatamente tolta dal fossile e investita in una transizione ecologica giusta, in misure a vantaggio della salute dei cittadini e nel futuro delle giovani generazioni” ha spiegato in una nota Ultima Generazione, sottolineando che “il vero scandalo non è imbrattare una statua con vernice lavabile ma l’assoluta indifferenza del governo verso le nostre vite, che la crisi climatica distruggerà e sta già distruggendo”. “L’Italia è il sesto investitore al mondo in combustibili fossili, investe persino più di Russia e Arabia Saudita” si legge ancora nel comunicato, che prosegue evidenziando “dobbiamo liberarci immediatamente di petrolio, carbone e gas: farlo è possibile, manca solo la volontà politica perché viviamo in un sistema in cui il profitto di pochi conta più della vita di milioni di persone”. “La comunità scientifica è ignorata e derisa, le manifestazioni ‘classiche’ non hanno sortito alcun effetto: non abbiamo altri mezzi per richiamare l’attenzione sul problema se non entrare in resistenza civile” continua la nota, concludendo “lanciamo il nostro grido d’allarme sempre più alto, siamo terrorizzati e non ci fermeremo finché il governo italiano non avrà tolto fino all’ultimo euro dai combustibili fossili per investirli in una transizione giusta, anteponendo al profitto il futuro delle prossime generazioni e la vita di tutte noi”.