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8 Marzo, Umbria aderisce a progetto Rai “No Women No Panel”

8 Marzo, Umbria aderisce a progetto Rai “No Women No Panel”Roma, 8 mar. (askanews) – La Regione Umbria guidata dalla presidente Donatella Tesei, i Comuni di Perugia, con il sindaco Andrea Romizi, e di Terni, con il sindaco Leonardo Latini, le Province di Perugia e Terni presiedute da Stefania Proietti e Laura Pernazza: le istituzioni territoriali dell’Umbria, assieme all’Università degli Studi di Perugia con il Rettore Maurizio Oliviero, hanno annunciato nella data simbolica dell’8 marzo la firma congiunta del Protocollo d’intesa “No Women No Panel”, promosso dalla Rai per la parità di genere nel dibattito pubblico.
Si aggiunge così un nuovo tassello, in collaborazione con la Direzione Rai Umbria e la TGR, alla diffusione del progetto nei territori, dopo la firma un anno fa del Memorandum of Understanding, siglato dalla Presidente Rai Marinella Soldi con i rappresentanti delle massime istituzioni del Paese, e dei protocolli a Bari, Firenze e Milano.
L’Umbria, d’altra parte, si distingue nel panorama nazionale per una più vivace partecipazione femminile alla vita politica e istituzionale, nella pubblica amministrazione come nel governo delle città e dei territori, laddove il dato generale è ancora basso (nei consigli regionali la quota di donne elette nel 2020 è ferma al 22%; in Parlamento scende in questa legislatura dal 36,3 al 31%).
Dopo la ratifica nelle Giunte e nei Consigli provinciali, nonché al Senato Accademico, il Protocollo “No Women No Panel” sarà firmato dai vertici istituzionali e di Rai entro la fine di marzo, in una cerimonia pubblica preceduta da un momento formativo sul tema della democrazia paritaria.

Proteine alleate (anche) delle donne grazie agli antiossidanti

Proteine alleate (anche) delle donne grazie agli antiossidantiMilano, 8 mar. (askanews) – Proteggono il sistema immunitario, prevengono alcune patologie, fortificano il nostro organismo: gli antiossidanti naturali sono molecole, native in alcuni cibi, fondamentali per la nostra salute, in grado di neutralizzare i radicali liberi e, quindi, di proteggere le cellule. Alcuni studi confermano che un’alimentazione ricca di antiossidanti provenienti da frutta e ortaggi, ma anche dalla carne, può avere un ruolo determinante nella prevenzione di malattie cardiovascolari, neurodegenerative, metaboliche e tumori.
È recente la scoperta di alcuni ricercatori giapponesi che hanno evidenziato nuovi antiossidanti nella carne di manzo, maiale e pollo. Il gruppo di ricerca guidato da Hideshi Ihara della Graduate school of science della Osaka metropolitan University, con un metodo innovativo, è stato il primo a scoprire dei dipeptidi contenenti 2-oxo-imidazolo (2-oxo-IDP), che hanno un atomo di ossigeno in più rispetto ai normali IDP. I dipeptidi imidazolici (IDP), abbondanti nella carne e nel pesce, sono sostanze prodotte nel corpo di vari animali, compreso l’uomo, e sono considerati efficaci nell’alleviare l’affaticamento e prevenire la demenza. I risultati dello studio sono stati pubblicati nell’ultima edizione della rivista Antioxidants.
“I dati che emergono da questa ricerca sono molto importanti – spiega Susanna Bramante, agronomo PhD, diet and nutrition adviser – perché confermano le proprietà benefiche della carne e aggiungono altre sostanze antiossidanti a quelle già note, come glutatione e acido lipoico. Prima si pensava che gli antiossidanti fossero presenti solo nella frutta e nei vegetali. Oggi sappiamo che la carne di manzo, pollo e maiale, contiene sostanze specifiche ad alta attività antiossidante già in piccole quantità. I composti bioattivi della carne erano già noti e questo studio ha dato un’ulteriore conferma del ruolo funzionale e nutraceutico che può avere la carne grazie ai suoi effetti protettivi sulla salute”.
Il corpo umano produce autonomamente i propri antiossidanti, ma il loro livello dipende anche dal cibo che mangiamo. Mangiando cibi ricchi di antiossidanti naturali possiamo creare una protezione contro alcune malattie, evitando alle cellule danni causati dai radicali liberi. E le proteine sono elementi essenziali per la crescita e la riparazione, il buon funzionamento e la struttura di tutte le cellule viventi. Le proteine sono localizzate soprattutto nei muscoli (actina e miosina) e nelle ossa e sono costituite da unità elementari, gli aminoacidi; hanno un ruolo fondamentale nello sviluppo e nel funzionamento di tutti gli organi e tessuti. Gli aminoacidi sono una ventina, di cui alcuni non indispensabili, poiché l’organismo stesso è in grado di sintetizzarli ed altri, invece, essenziali che devono essere apportati attraverso l’alimentazione.
“Una corretta alimentazione è importante in ogni fase della vita di ciascuno di noi sin dall’infanzia – sottolinea Bramante – e nella donna, in particolare, perché attraversa durante il suo percorso di vita diverse fasi. Il fabbisogno proteico della donna aumenta nelle fasi critiche come la gravidanza, l’allattamento e con l’età. Dai 18 ai 59 anni l’assunzione proteica raccomandata secondo i Larn, cioè i valori di riferimento per la dieta, è di 54 grammi di proteine al giorno, che aumentano a 66 grammi dopo i 60 anni, addirittura a 80 nel terzo trimestre di gravidanza e 75 nel primo semestre di allattamento. Sono richieste molto alte e l’unico modo per soddisfarle efficacemente è con le proteine di alta qualità, come quelle nobili di origine animale, che vengono assorbite e utilizzate al 100% senza ostacoli e sono complete di tutti gli amminoacidi essenziali”.
Per soddisfare gli alti fabbisogni proteici è importante anche la qualità proteica oltre che la quantità: “Specialmente i nutrienti che si trovano solo nella carne – aggiunge ancora Bramante – come gli antiossidanti specifici rilevati nello studio dei ricercatori giapponesi, come la carnosina, anserina, balenina, omocarnosina e omoanserina e i loro omologhi a più alta attività antiossidante. Questi svolgono il loro ruolo in elevate quantità nei muscoli, nei tessuti e nel cervello, hanno importanti funzionalità biologiche e protettive contro la formazione di tumori, l’insorgenza di patologie e l’invecchiamento, e ci fanno capire l’importanza della presenza di carne nella dieta”.

Salone del vino di Torino: nella settimana di eventi 13mila presenze

Salone del vino di Torino: nella settimana di eventi 13mila presenzeMilano, 8 mar. (askanews) – Nella settimana dal 28 febbraio al 6 marzo sono state oltre 13mila le presenze a Cavallerizza Reale, Museo del Risorgimento, Palazzo Birago e Palazzo Cisterna, e negli oltre 100 eventi diffusi in 60 location sparse in tutta la città. Questo il bilancio diffuso dagli organizzatori della prima edizione del Salone del Vino di Torino.
“Il cuore della manifestazione del Salone nel week-end di sabato 4 e domenica 5 marzo, ha totalizzato più di 7.400 passaggi raggiungendo il sold out prima dell’apertura delle porte” si legge in una nota, in cui si evidenzia che “anche il 6 marzo, giornata dedicata agli addetti del settore, ha contato la partecipazione di oltre mille operatori tra aziende del territorio, buyer, enoteche e ristoratori”.
“La città ha dimostrato di essere pronta ad accogliere un nuovo grande evento dedicato al mondo del vino, dopo molto tempo” ha spiegato il direttore del Salone, Patrizio Anisio, sottolineando “lavoreremo per rendere Torino la grande Casa del vino piemontese, in un racconto che parli delle nostre eccellenze in Italia e nel mercato internazionale”.

6 ristoranti israeliani in lista 50 Best Restaurants in Medio Oriente

6 ristoranti israeliani in lista 50 Best Restaurants in Medio OrienteRoma, 8 mar. (askanews) – Per il secondo anno consecutivo, sei ristoranti israeliani sono entrati nella classifica dei 50 migliori ristoranti del Medio Oriente , secondo il sito www.theworldsbest50.com, sponsorizzato da San Pellegrino e Acqua Panna. L’elenco è stato reso noto all’inizio di questa settimana durante la cerimonia ad Abu Dhabi. Tutti i ristoranti si trovano a Tel Aviv e sono stati inseriti nella lista dell’anno scorso, ad eccezione di A di Yuval Ben Neriah, che ha aperto solo nell’ultimo anno.
Inoltre, il ristorante vegano di Tel Aviv, Opa , è stato insignito del premio One to Watch, che premia un ristorante emergente nella regione MENA e che 50 Best ritiene abbia il potenziale per entrare nella lista negli anni a venire. George and John è il ristorante israeliano con il sesto posto in classifica (dal nono dello scorso anno). Situato al piano terra del Drisco Hotel, nell’American Colony di Tel Aviv e presieduto dallo chef Tomer Tal, il ristorante offre, secondo il sito web “un menù contemporaneo, corrispondente alla località e alla stagionalità, servendo piatti raffinati e creativi in un’atmosfera unica”. “Nel suo ristorante, lo chef Tomer Tal combina i sapori e le ricette della sua eredità ebraico-marocchina con i prodotti crudi di stagione del Carmel Market di Tel Aviv e i frutti di mare freschi dell’adiacente porto di Jaffa. Ogni piatto splendidamente impiattato racconta la sua storia, mostrando un aspetto della cucina locale del Mediterraneo orientale”.

Nel 2022 vini, spiriti e aceti valgono 17 mld, export oltre 9 mld

Nel 2022 vini, spiriti e aceti valgono 17 mld, export oltre 9 mldMilano, 8 mar. (askanews) – Nel 2022 il comparto “vini, spiriti e aceti” rappresentato da Federvini ha registrato un fatturato di oltre 17 miliardi di euro ed esportazioni per oltre 9 miliardi, il 22% del totale dell’export del food and beverage italiano. E’ quanto emerge da uno studio dell’Osservatorio Federvini in collaborazione con Nomisma e Tradelab, che evidenzia che si tratta di un comparto con circa 2.300 imprese e 30mila occupati, senza considerare l’indotto.
Secondo le elaborazioni di Nomisma, le vendite di vino nel canale Gdo italiano nel 2022 “si confermano in flessione del -1,8% rispetto al 2021”. “Soffre soprattutto la categoria fermi e frizzanti che l’anno scorso ha registrato un -6,9%, rispetto al -2,2% del 2021, su cui incide significativamente il calo delle referenze Doc e Docg (-8,1%) e Igt (-7,6%)”. Positivi nel complesso i dati sull’export dei vini verso Paesi quali Regno Unito (+51,4%), Giappone (+25,1%), Canada (+17,9%), Australia (+17,4%), Stati Uniti (+15,6%) e Francia (+15%).
Per quanto riguarda gli spirits, il rapporto evidenzia nel 2022 una leggera contrazione nella Gdo italiana, -0,6%, con un +0,7% di distillati e acquaviti, un -4,8% degli amari, un -5,6% dei liquori dolci, mentre il gin continua a crescere sia in volume che in valore. Nel periodo gennaio-ottobre 2022 l’export delle bevande spiritose ha fatto registrare un +29% rispetto allo stesso periodo del 2021, trainato dalla Grappa (+23%). Nel complesso le performance migliori sono state registrate negli Usa dove la categoria liquori registra +38% sul 2021, e in Germania dove la Grappa è sempre più richiesta +33%.
Secondo le elaborazioni di TradeLab, il mercato dei consumi fuori casa chiude il 2022 a 93 miliardi, superando il dato pre pandemia del 2019 (85 miliardi) e segnando un +33% per valore di mercato, con un picco nel Q1 del 2022 (+105% su Q1 2021) dove ancora incidevano le restrizioni pandemiche. Pranzo e cena generano il 75% dell’incremento complessivo del consumo di vino, mentre gli spirits crescono sia in versione liscia (+88%) che in quella cocktail (+32%). Tradelab ha rilevato che il 98% dei bar (146.803) trattano le bevande spiritose, contribuendo per il 13% al fatturato complessivo di circa 2,6 miliardi di euro. Il 93% dei ristoranti (142.120) somministra spiriti con oltre 200 milioni di consumazioni, e nei ristoranti di fascia alta il 20% dei pranzi e delle cene vengono accompagnati dagli spirits.
“Abbiamo chiuso un 2022 in crescita nei valori delle esportazioni, con una buona ripresa dei consumi fuori casa anche per effetto delle riaperture post pandemia ma con un andamento preoccupante sul canale Gdo del mercato interno dove a soffrire sono stati soprattutto i prodotti premium” ha dichiarato la presidente di Federvini, Micaela Pallini, che ha spiegato che “le previsioni per il 2023 non sono incoraggianti: da un lato il mercato interno è segnato da alti valori di inflazione e bassa crescita del Pil, e dall’altro subiamo un attacco senza precedenti alla reputazione dei nostri settori per la tendenza a livello internazionale di non distinguere tra consumo e abuso di alcol”.

Roma, prevenzione tumore polmonare con diagnosi precoce in XII Municipio

Roma, prevenzione tumore polmonare con diagnosi precoce in XII Municipio

Iniziativa promossa da Consigliere e Presidente Commissione Politiche Sociali, Alessandro Alongi

Roma, 8 mar. (askanews) – Nuova iniziativa di prevenzione e diagnosi precoce delle malattie, così da ridurre l’incidenza delle stesse e la conseguente mortalità nella popolazione del territorio, promossa dal Consigliere Alessandro Alongi (Roma Capitale – XII Municipio). Già lo scorso anno, sempre su iniziativa del Presidente della Commissione Politiche sociali di Roma XII, era stata approvata una specifica mozione per promuovere la salute sul territorio. Quest’oggi, invece, il Consiglio di via Fabiola ha dato il via libera ad un ulteriore atto, grazie al quale si incentiverà la divulgazione di buone pratiche in tema di prevenzione del tumore polmonare, originato in gran parte dal fumo di sigaretta.
“Il tumore del polmone è responsabile del maggior numero di decessi oncologici in Italia, 34.000 nel 2021. Ogni anno, in Italia, 32.800 cittadini (circa l’80% dei casi) ricevono la diagnosi di tumore del polmone in fase avanzata, quando la malattia non è più operabile e la prognosi è peggiore”, afferma il Consigliere Alessandro Alongi. “Studi clinici hanno dimostrato che l’utilizzo della TAC spirale a basso dosaggio può ridurre di circa il 20% la mortalità per questa neoplasia nei forti fumatori. Per questo, come Municipio, sosteniamo il Programma R.I.S.P., e invitiamo tutti i cittadini che ne abbiano i requisiti a partecipare”.
Il Programma R.I.S.P., finanziato dal Ministero della Salute, ha previsto la partecipazione di 18 Centri in tutta Italia, con l’obiettivo di reclutare almeno 10.000 persone per una ricerca scientifica finalizzata a porre le basi per l’inserimento dello screening polmonare all’interno dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), alla stregua dei programmi di prevenzione del cancro mammario, colorettale e cervicale. Per la regione Lazio è stato identificato come unico Centro partecipante l’IFO (Istituti Fisioterapici Ospitalieri) – IRCCS Istituto Nazionale Tumori Regina Elena (IRE) con l’obiettivo di reclutare almeno 760 persone su Roma.
“Tutti coloro i quali abbiano un’età compresa fra 55 e 75 anni e fumano un pacchetto di sigarette al giorno da più di 30 anni (o sono stati forti fumatori che hanno smesso da meno di 15 anni) possono partecipare al programma di prevenzione, che prevede una TAC di ultima generazione a basso dosaggio volta proprio a verificare lo stato di benessere dei polmoni dopo tanti anni di fumo”, precisa Alongi, che ha continuato: “L’abitudine tabagica è una vera e propria dipendenza. Nel nostro Paese si contano circa 12 milioni di fumatori, il 20% consuma più di 20 sigarette al giorno. Per questo è importante sottoporsi a visite periodiche, e il programma R.I.S.P. rappresenta un ottimo appuntamento con la salute”.
Per chi lo vorrà, inoltre, sarà possibile intraprendere un percorso di disassuefazione dal fumo di sigaretta. Per partecipare allo studio la persona interessata, con i requisiti richiesti, deve collegarsi al portale nazionale https://programmarisp.it/; successivamente un operatore dell’IFO-IRE contatterà la persona per fissare un appuntamento con uno pneumologo.
“Ritengo personalmente che nei forti o ex fumatori del nostro territorio, la disponibilità di uno screening periodico rappresenti una grande opportunità, garantendo potenzialmente il riscontro precoce di malattia e quindi la sua tempestiva presa in carico con maggiori possibilità di cura e guarigione”, ha concluso Alongi.
Tra gli ulteriori argomenti su cui la Commissione del Presidente Alongi sta lavorando c’è anche quello di sensibilizzare l’opinione pubblica sul diritto all’oblio oncologico, materia sulla quale in questi giorni il CNEL sta elaborando un disegno di legge sotto la spinta del Presidente Tiziano Treu e del Consigliere Francesco Riva.

Milano, inaugurato il nuovo “parco 8 marzo” a Porta Vittoria

Milano, inaugurato il nuovo “parco 8 marzo” a Porta VittoriaMilano, 8 mar. (askanews) – Apre alla città il nuovo “Parco 8 Marzo”, inserito nell’asse di verde attrezzato che dallo storico Parco Formentano in largo Marinai d’Italia si sviluppa a est fino a oltre viale Mugello e comprende l’area dove è previsto venga realizzata la Nuova Biblioteca Europea di Informazione e Cultura. Avanza così il processo di rinascita del quartiere di Porta Vittoria che, con la riattivazione delle funzioni urbane e l’attuazione della Beic, proseguirà anche grazie alla rigenerazione dell’Ex Macello e del complesso dei Mercati Generali.
All’inaugurazione, avvenuta oggi, hanno preso parte il Sindaco di Milano Giuseppe Sala, Laura Gatti, progettista architettonica, paesaggistica e agronomica, Riccardo Serrini, amministratore delegato del Gruppo Prelios che con Prelios Sgr è soggetto attuatore per conto del Fondo Niche, e l’attrice Elisabetta Vergani, che ha letto due testi della poetessa Antonia Pozzi. Presenti anche gli assessori Elena Grandi (Verde), Tommaso Sacchi (Cultura), Giancarlo Tancredi (Rigenerazione urbana) e la delegata del Comune alle Pari opportunità di genere Elena Lattuada. Nel corso della cerimonia è stata svelata la targa di intitolazione, che vuole essere una dedica a tutte le donne.
“Quest’area, per anni una ferita nel territorio milanese, viene finalmente restituita alla città arricchita di un importante spazio verde, un parco su cui affaccerà un altro nuovo intervento urbano, la Biblioteca Europea di Informazione e Cultura – commenta il sindaco Giuseppe Sala -. Nonostante le difficoltà del momento, quindi, i progetti di rigenerazione, ricucitura e abbellimento non si fermano, nell’ottica di una città vivace, dinamica e capace di offrire ai suoi abitanti una sempre migliore qualità della vita”.
In una superficie complessiva di circa 28mila mq, sono stati piantati 400 alberi di diverse specie che si aggiungono alla quercia spontanea già presente, quasi 2.500 rose e oltre 4.800 arbusti da fiore e sempreverdi. Colombo Costruzioni ha agito quale general contractor nella realizzazione del Parco. L’idea di progetto è quella di uno slowpark, ossia un parco che inviti alla lentezza e favorisca la temporanea astrazione dalla frenesia cittadina. Non quindi un parco tradizionale, altamente infrastrutturato, bensì un luogo pensato per la libera fruizione dello spazio aperto dove i percorsi sono suggeriti ma non prestabiliti.
L’area lettura restituisce l’immagine di una grande tastiera di computer dove i tasti divengono maxi sedute su cui ritrovarsi, lasciare, prendere e godersi i libri. Nell’area nord-est del Parco, ci sono poi i Green cubes: con misure variabili e contornati da ‘pareti’ formate da vegetazione in blocchi monospecifici di altezza diversa, sono pensati per ospitare svariate funzioni ed attività o installazioni artistiche, performance ed eventi. L’area giochi, situata al centro in una zona in rilievo, è lambita dai percorsi principali ma protetta da flussi di attraversamento. Un’unica struttura inclusiva, adatta a tutti i bambini e le bambine in età scolare, contiene scivoli e reti di arrampicata.

Vino, nasce il progetto “Gli Svitati”: gli ambasciatori del tappo a vite

Vino, nasce il progetto “Gli Svitati”: gli ambasciatori del tappo a viteMilano, 8 mar. (askanews) – Nasce il progetto “Gli Svitati”, gruppo fondato da cinque storici, vignaioli italiani del calibro del piemontese Walter Massa, del friulano Silvio Jermann, del veneto Graziano Prà, del trentino Mario Pojer e degli altoatesini Franz Haas Jr e Maria Luisa Manna, figlio e moglie di Franz Haas, scomparso l’anno scorso. Insomma uno spaccato del meglio della nostra enologia che si è messo insieme per promuovere la chiusura delle bottiglie di vino con il tappo a vite, da anni una loro sfrontata caratteristica.
Cinque amici, cinque ragazzi degli anni Cinquanta, che si sono messi insieme per dire che essere “svitati” oggi non significa essere né dei matti, né dei visionari e nemmeno dei rivoluzionari come furono allora ma, al contrario, persone con i piedi ben piantati nel vigneto, forti di una storia avvi(t)ata da diversi decenni e di dati scientifici “incontestabili”. Il loro punto di partenza è molto semplice: il sughero non è un materiale né inerte né neutro e, nonostante i grandi miglioramenti degli ultimi anni, non garantisce il perfetto mantenimento delle qualità organolettiche del vino cercate in vigna e valorizzate in cantina, la corretta evoluzione nel tempo e l’omogeneità qualitativa in tutte le bottiglie. A differenza di quanto accade invece con il tappo a vite, che a una sessantina d’anni dalla sua nascita è diventato complice e fidato alleato del vignaiolo che ama far invecchiare i suoi vini.
Un dato difficile da contestare, come dimostrano diverse ricerche internazionali che a Villa Sorio di Gambellara, nel Vicentino, dove “Gli Svitati” si sono presentati alla stampa, sono state illustrate con grande perizia da Fulvio Mattivi, già ordinario di Chimica degli alimenti all’Università di Trento e collaboratore della Fondazione Edmund Mach. “A distanza di anni, il vino sia bianco che rosso in tutte le bottiglie con il tappo a vite – ha chiosato Mattivi – aveva un colore ancora brillante e presentava delle caratteristiche organolettiche ideali, uguali a quello delle migliori bottiglie chiuse con il sughero”. Ribaltando il concetto, si può dire che in assenza di difetti il tappo tradizinale dà lo stesso ottimo risultato del tappo a vite, che ha il vantaggio di avere “una permeabilità all’ossigeno molto più bassa ma costante e regolabile a seconda del rivestimento utilizzato al suo interno”. “Ma soprattutto garantisce di non trasmettere al vino né odori, né sapori – ha evidenziato Jermann che con il tappo a vite chiude anche il suo famosissimo “Vintage Tunina” – né tantomeno rischia di ingessarlo grazie ad un’evoluzione lenta ma costante”.
Da anni nessuno dei vignaioli di cui sopra ha più problemi a vendere i suoi vini, ma va detto che si tratta di produttori affermati e autorevoli, e che la stragrande maggioranza delle loro bottiglie prende la via dell’estero. Perché è inutile negare che, soprattutto in Italia, il pregiudizio e lo stigma verso la sofisticata e tecnologica capsula di alluminio è dura a morire. Il sughero naturale (molto meno il suo clone sintetico) è ancora associato al vino di qualità “da enoteca”, mentre il suo “moderno” rivale al vino di fascia economica in vendita al discount. Poi c’è il rituale dell’apertura, condito dall’immaginario del sommelier che, dopo aver sfilato il “verme”, porta il tappo al naso per decifrare eventuali disastri avvenuti in bottiglia: cerimoniali tradizionali ed evocativi spazzati via da una chiusura oggettivamente più prosaica ma “molto più efficace e sicura”.
Dire quindi che in Italia si va verso una generazione senza cavatappi è al momento azzardato, ma i segnali vanno lentamente in questa direzione se si pensa che nel 2020 in Italia il 20% delle bottiglie di vino (304 milioni) sono state chiuse così e che nell’altrettanta tradizionalista Europa Occidentale la quota è arrivata al 34%. Ancora più evidente se si guarda al dato mondiale, dove (sempre secondo Stelvin e Guala Closures, i maggiori player sul mercato) oggi quasi quattro bottiglie su dieci sono imbottigliate con i tappi a vite (+9% sul 2015). Si parla di trenta miliardi di chiusure per il vino fermo e frizzante vendute principalmente in Australia e Nuova Zelanda (dove sono il 77% del mercato locale), nell’Asia Pacifico (il 54%) e nel Nord America (il 42%). E poi c’è il tema della sostenibilità (l’alluminio è completamente riciclabile) che potrebbe aiutare a convincere le nuove generazioni di consumatori consapevoli.
Insomma segnali incoraggianti per gli “Svitati” che da anni, ognuno nella sua cantina, cercano di ribaltare la narrazione che vuole il tappo a vite esclusivo appannaggio dei vini bianchi di pronta e facile beva. Lo fanno imbottigliando anche i rossi importanti e i loro cru più noti, le loro strepitose punte di diamante che sul mercato si collocano nelle fasce di prezzo “premium” e “super premium”. Ci mettono insomma il loro vino, e cioè la loro faccia, ma soprattutto sottolineano il patto stipulato con i loro clienti che devono poter bere sempre il vino che hanno comprato, senza trovare bottiglie diverse e che rischiano di sapere di tappo o sono state rovinate da muffe, batteri, ossidazioni e via dicendo. “Il vino è una cosa seria, è la visione del vignaiolo che lo produce – ha sintetizzato Massa da Monleale, padre del Timorasso – e se non è buono deve essere per colpa mia e non per il tappo”.
Massa, Jermann, Prà, Pojer e Haas al momento non pensano di costituirsi in associazione (il che non esclude avere una sede), puntando piuttosto ad un movimento: vignaioli agitatori e aggregatori di altri produttori che guardano lontano. Svitati appunto ma, una volta di più, concreti come solo l’avanguardia sa essere.

Scoperto nuovo meccanismo attivazione del sistema immunitario cerebrale

Scoperto nuovo meccanismo attivazione del sistema immunitario cerebraleRoma, 8 mar. (askanews) – Un team di ricercatori e ricercatrici guidato da Silvia Di Angelantonio del Dipartimento di Fisiologia e farmacologia “V. Erspamer” della Sapienza e del laboratorio Nanotechnologies for neurosciences, coordinato da Giancarlo Ruocco dell’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT), in collaborazione con la Columbia University, ha pubblicato un articolo sulla rivista Cell Reports dove ha messo in luce un nuovo meccanismo di attivazione della microglia, una tipologia di cellule che costituisce la prima linea di difesa nel cervello. Questa scoperta potrebbe costituire la base di nuovi approcci da impiegare contro il dolore neuropatico, spesso riscontrato in seguito ai trattamenti chemioterapici, in cui la microglia è coinvolta.
La microglia è un tipo di cellula presente nel cervello, dove svolge funzione immunitaria, ossia difende il sistema nervoso da ciò che potrebbe danneggiarlo, come patogeni, cellule tumorali o infiammazione. Quando non sono presenti minacce, le cellule della microglia sono presenti nel cosiddetto “stato non attivato” o “di sorveglianza” caratterizzato da un gran numero di ramificazioni che vengono sfruttate proprio per sorvegliare l’ambiente del cervello alla ricerca di segnali di pericolo che, una volta trovati, faranno acquisire alla microglia il suo “stato attivato” passando da una forma ramificata a una forma tondeggiante, conformazione con il quale può svolgere la sua funzione di difesa. Il gruppo ha scoperto il ruolo fondamentale che hanno i microtubuli, elementi fondamentali per dare la forma alle cellule, in questa conversione da stato non attivato a stato attivato. Nella microglia non attivata i microtubuli si allineano parallelamente, mentre in quella attivata si dispongono a raggiera, simile a una ruota di bicicletta. Questa riorganizzazione dei microtubuli è fondamentale per l’attivazione della microglia, infatti, bloccando questo processo nel corso dei loro esperimenti, il team ha notato che la microglia non riusciva più ad attivarsi. Mentre la microglia ramificata non attivata e quella tondeggiante attivata sono entrambe essenziali per la salute del cervello, la microglia che rimane bloccata nello stato attivato contribuisce all’infiammazione cerebrale e alla progressione di malattie neurodegenerative come Parkinson e Alzheimer. Inoltre, la microglia è implicata nello sviluppo del dolore neuropatico, spesso riscontrato in pazienti trattati con la terapia chemioterapica. Ciò è dovuto al fatto che alcuni farmaci chemioterapici vanno ad attaccare i microtubuli per distruggere le cellule cancerogene. Il problema è che spesso questi farmaci colpiscono non solo le cellule tumorali, ma anche quelle sane, generando quindi il dolore. “Il futuro sarà lo sviluppo di nuovi approcci terapeutici mirati a modulare in maniera specifica i cambiamenti dei microtubuli della microglia, senza andare a intaccare le altre cellule – conclude Silvia Di Angelantonio, coordinatrice dello studio – Questo nell’ottica di prevenire o contrastare l’attivazione patologica della microglia. Siamo solo all’inizio di questo percorso, ma ci stiamo muovendo in questo senso”.

Fugatti: nasce nuova azione comune per sviluppo Nordest

Fugatti: nasce nuova azione comune per sviluppo NordestRoma, 8 mar. (askanews) – Intesa tra Regioni del Nordest questa mattina con la firma del protocollo sugli Stati Generali della logistica. Alla firma durante il LetExpo di Verona erano presenti il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, i governatori Luca Zaia, Stefano Bonaccini, Massimiliano Fedriga, Maurizio Fugatti e il vice presidente Daniel Alfreider. “Con la firma di oggi si mette nero su bianco la volontà di portare avanti un azione comune tra le Regioni e Province autonome del Nordest sui temi dell’intermodalità e del trasporto”. È il commento del presidente della Provincia di Trento, Maurizio Fugatti, dopo l’intesa siglata tra Governo, Veneto, Lombardia, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia e Province autonome di Trento e Bolzano al LetExpo di Verona. Il protocollo ha come obiettivo quello di perseguire il miglioramento del sistema logistico e dell’intermodalità tra i territori, attraverso la promozione di un dialogo costruttivo per affrontare con un approccio sistemico, integrato e sostenibile le sfide connesse allo sviluppo delle potenzialità del territorio ed il superamento delle criticità esistenti.
“Vogliamo creare un efficace sistema logistico e migliorare i flussi di traffico, in vista anche alle Olimpiadi del 2026, dove i trasporti avranno un ruolo determinante per il successo dei Giochi. Ci sono diverse tematiche territoriali che devono avere un percorso comune – ha spiegato Fugatti – penso all’A22, la circonvallazione di Trento e il tunnel del Brennero. Ci sono tante questioni che non riguardano solo un singolo territorio, ma devono essere razionalizzate e portate avanti con proposte comuni”.
Il protocollo prevede la costituzione di un Tavolo tecnico interregionale con particolare attenzione alle funzioni dei porti (Ravenna, Trieste e Venezia), degli interporti (Bologna, Verona, Padova, Milano, Udine, ecc.) del sistema aeroportuale (Milano, Bologna, Verona, Treviso, Venezia, ecc.), del sistema delle Infrastrutture (RFI, TerminalItalia, Autostrade, ANAS, Sistema Navigazione Interna), all’interscambio modale strada-ferro-acqua e alla pianificazione territoriale degli insediamenti destinati alla logistica. I risultati del lavoro del Tavolo tecnico saranno presentati durante gli Stati Generali della Logistica del Nord-Est (SGLNE) da tenersi annualmente a rotazione in ciascuna delle regioni e Province autonome.