Skip to main content
#sanremo #studionews #askanews #ciaousa #altrosanremo

Bimbo morto per otite “curata” con l’omeopatia, pena definitiva per il medico

Bimbo morto per otite “curata” con l’omeopatia, pena definitiva per il medicoRoma, 10 gen. (askanews) – Nel maggio 2017 il piccolo Francesco aveva una otite. I genitori lo portano dal dottore e viene prescritta una cura con però solo farmaci omeopatici. Dopo pochi giorni il bambino muore. Oggi la Cassazione ha sancito che il medico ha commesso un omicidio colposo ed ha confermato una condanna definitiva a 3 anni di reclusione che era stata stabilita in appello.


Secondo le accuse il dottore non si accorse che l’otite era degenerata in encefalite e poi in ascesso cerebrale. Il quadro clinico – si spiega negli atti – è stato sottostimato: non venne fatta una visita ortoscopica, e non furono indicate le necessarie terapie antibiotiche. L’avvocato Federica Mancinelli, che assiste la famiglia di Francesco, ha spiegato: “Ritengo questa sentenza giusta ed equa. E’ una decisione che ha dato una risposta confortante ai genitori ed ai nonni del piccolo Francesco anche se ovviamente la loro perdita è incolmabile. Ma tale provvedimento ha indicato che la magistratura sancisce senza ombra di dubbio che non ci si può allontanare dalle ‘linee guida’ e dalla buona prassi medica”.


Il piccolo Francesco era originario di Cagli, un piccolo centro nella provincia di Pesaro ed Urbino. Nei confronti del dottore la Cassazione ha confermato, in particolare, i giudici di merito del tribunale di Ancona e respinto il ricorso della difesa. Con la condanna è stata anche stabilita la pena accessoria dell’interdizione di 5 anni dai pubblici uffici. In favore della famiglia di Francesco sono state concesse le provvisionali, ma per il risarcimento dovrà essere istruito il processo civile. L’Unione nazionale consumatori ha supportato nel giudizio la famiglia di Francesco.

Cynthia Penna:”L.A. troppo grande per fermarsi a evento catastrofico”

Cynthia Penna:”L.A. troppo grande per fermarsi a evento catastrofico”Milano, 10 gen. (askanews) – “Un’aria pesante per le ceneri e gli incendi”, estremamente secca, a causa dell’assenza “di piogge consistenti da mesi” ma “Los Angeles è troppo grande per bloccarsi o fermarsi all’evento catastrofico”. Cynthia Penna, italiana a Los Angeles torna a raccontare ad askanews come sta vivendo la situazione la Città degli Angeli, afflitta dai roghi e dalla “secchezza del clima”. Dove il bilancio effettivo delle vittime resta poco chiaro, decine di migliaia di persone sono state colpite dagli ordini di evacuazione e anche la casa del figlio del presidente degli Stati Uniti d’America Joe Biden, Hunter, è andata in fumo, trasformandosi in una massa carbonizzata di muratura sbriciolata con solo due comignoli ancora in piedi.


“Siamo al 10-15% di umidità totale nell’aria in tutta la contea di Los Angeles” ci dice Penna. “Quindi a questo punto è chiaro che gli incendi partono molto velocemente: dal mese di febbraio dello scorso anno non piove, non piove in maniera consistente in modo da inumidire il terreno. Il terreno è secchissimo, la vegetazione è secchissima”. Penna è una curatrice d’arte che ha contribuito ai rapporti interculturali tra la California e l’Italia. Conosce davvero bene Los Angeles e afferma che bisogna tenere conto anche “dell’immensità della contea di circa 19 milioni di abitanti e di un’estensione pari alla Campania intera” rispetto alla quale le comunità colpite sono “piccole” ma “si lavorerà per loro”, per chi “ha perso casa”.


In questo contesto l’annullamento del viaggio in Italia di Joe Biden – e anche quello di Kamala Harris a Singapore, Bahrein e Germania con il Second Gentleman – è più che logico. “Certamente sia Biden che la vicepresidente Harris devono essere per forza negli Usa, anche per supportare moralmente le persone che hanno perso le case. Fra l’altro tra le case bruciate dall’incendio di Pacific Palisades c’è anche quella di Hunter Biden” a Malibu: “è andata distrutta”. E quindi, come fa notare Penna, c’è anche un inevitabile coinvolgimento “familiare” nella situazione drammatica, oltre al “dovere presidenziale. Il presidente è venuto qui per supportare le persone che hanno perso le loro case”. Intanto il bilancio è di circa 10.000 strutture distrutte tra l’incendio costiero di Palisades, che è ora il più distruttivo che abbia mai colpito la contea di Los Angeles, e l’incendio di Eaton, che ha devastato intere comunità. “Sono andate perdute anche molte attività commerciali, ma la vita a Los Angeles continua perché Los Angeles è troppo grande per bloccarsi o fermarsi all’evento catastrofico”.


(di Cristina Giuliano)

Un bambino di 7 anni muore dopo il pattinaggio a scuola

Un bambino di 7 anni muore dopo il pattinaggio a scuolaRoma, 10 gen. (askanews) – Un bambino di 7 anni lo sportè morto in Alto Adige dopo essersi sentito male durante una lezione di sport nella scuola elementare di Villa Ottone (Uttenheim), vicino a Gais in Val di Tures. Lo riporta “Dolomiten”, il quotidiano in lingua tedesca dell’Alto Adige.


Dopo un’ora di pattinaggio ha accusato giramenti di testa, prima di crollare a terra. Inutili i soccorsi e il trasporto d’urgenza all’ospedale di Brunico. L’autopsia dovrà chiarire le cause del decesso.

Cecilia Sala: non mi hanno detto perché ero nel carcere di Evin

Cecilia Sala: non mi hanno detto perché ero nel carcere di EvinRoma, 9 gen. (askanews) – “Sono confusa, felicissima. Mi devo riabituare e devo riposare. Questa notte non ho dormito per l’eccitazione, per la gioia. La notte precedente non ho dormito per l’angoscia”, lo ha detto Cecilia Sala, il giorno dopo il ritorno a casa e la sua liberazione dal carcere iraniano di Evin; la giornalista ha raccontato cosa è successo nel suo podcast Stories, Chora media, ed è il direttore Mario Calabresi che ha raccolto le sue parole.


“A me non è stato spiegato perché io sia finita in un a cella di isolamento nel carcere di Evin”, dice Cecilia Sala nel podcast, confidando che “l’Iran era il Paese dove più volevo tornare, dove c’erano le persone a cui più mi sono affezionata”. “Ci tenevo a tornare da loro ed è molto difficile ottenere un visto per l’Iran, ero molto felice di averlo ottenuto, questo viaggio comincia per incontrarle e dar loro voce”. Il giorno prima di essere arrestata – racconta – aveva intervistato Zeinab Musavi, famosa comica iraniana, e con lei, che c’era stata, aveva parlato proprio della detenzione nella cella di isolamento, le aveva raccontato che persino in quelle condizioni le erano venute in mente delle battute e aveva riso; così “per me pensare alla sua forza è stato di grande aiuto nei giorni successivi”. E anche Cecilia Sala è riuscita, nonostante l’isolamento e il silenzio, a ridere: “Due volte, la prima volta che ho visto il cielo”, anche se nel piccolo cortile del carcere circondato dal filo spinato, “ho pianto di gioia e ho riso di gioia”, e “poi quando c’era un uccellino che faceva un verso buffo”.


Nel podcast Stories di Chora media Cecilia Sala racconta che, mentre era in isolamento nel carcere di Evin, “ad un certo punto mi sono ritrovata a passare il tempo contando i giorni, a contarmi le dita, a leggere gli ingredienti del pane, che era l’unica cosa in inglese”, e “non ho mai pensato che sarei stata liberata così presto”. “La tua testa – racconta – quando non hai nulla da fare, non ti stanca, non hai sonno, quindi non dormi e là dentro già un’ora sembra una settimana; se non dormi e devi riempirne 24 di ore, è più faticoso”. “La cosa che più volevo – confida – era un libro, la storia di un altro, qualcosa che mi portasse fuori, una storia diversa dalla mia” perché “non riuscivo ad avere tanti pensieri positivi rispetto alle mie prospettive”. “C’è un’indagine in corso e – spiega la giornalista – ci sono tante cose che non posso dire in questo momento, anche per rispetto del lavoro che stanno facendo le persone che mi hanno portata via di lì. Però posso dire che non vedo senza lenti od occhiali e gli occhiali non me li hanno mai dati fino agli ultimi giorni, perché sono pericolosi puoi spaccare il vetro e usarli per tagliarti. Non ho potuto scrivere, non ho potuto avere una biro, per lo stesso motivo”.


E “ho chiesto il Corano in inglese perché pensavo fosse l’unico libro che potessero avere dentro una prigione di massima sicurezza della Repubblica islamica e non mi è stato dato per molti giorni”. Sulle sue condizioni di detenzione, Cecilia Sala racconta: “Avevo delle coperte, non avevo cuscini o un materasso. Il problema non è stato mangiare il problema è stato dormire”. La giornalista è stata arrestata mentre era in hotel e portata in carcere il giorno prima del programmato rientro in Italia, “stavo lavorando alla puntata di quel giorno del podcast – racconta – e mi hanno bussato alla porta, pensavo fossero delle pulizie e ho detto che non avevo bisogno di nulla e stavo lavorando. Sono stati insistenti e ho aperto. E non erano persone delle pulizie”. Così l’hanno portata via.

In Antartide estratto ghiaccio di 1,2 mln anni, Cnr: risultato storico

In Antartide estratto ghiaccio di 1,2 mln anni, Cnr: risultato storicoMilano, 9 gen. (askanews) – Nel campo remoto di Little Dome C, in Antartide, un team di ricerca composto da dodici istituzioni scientifiche di dieci Paesi europei ha raggiunto un risultato storico per le scienze del clima. La campagna di perforazione decisiva del progetto europeo Beyond EPICA – Oldest Ice ha raggiunto la profondità di 2.800 metri, dove la calotta glaciale antartica incontra la roccia sottostante. Il ghiaccio estratto conserva un archivio senza eguali sulla storia climatica della Terra, fornendo informazioni dirette sulle temperature atmosferiche e le concentrazioni di gas ad effetto serra nell’arco di 1,2 milioni di anni e probabilmente oltre.


“Questo è un momento storico per le scienze climatiche ed ambientali. Parliamo della registrazione continua più lunga del nostro clima passato ottenuta attraverso una carota di ghiaccio, e può rivelare il legame tra ciclo del carbonio e temperatura del nostro pianeta. Un traguardo raggiunto grazie alla straordinaria collaborazione di diversi istituti di ricerca europei e al lavoro dedicato di scienziate, scienziati e del personale logistico sul campo che si è protratto nel corso degli ultimi dieci anni” dichiara Carlo Barbante, professore all’Università Ca’ Foscari Venezia, associato senior presso l’Istituto di scienze polari del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Isp) e coordinatore del progetto Beyond EPICA. Il progetto beneficia della sinergia con il progetto ITN DEEPICE, finanziato dall’UE, che ha coinvolto tre dottorandi di ricerca durante la campagna iniziata a novembre 2024 e tutt’ora in corso. “Dalle analisi preliminari condotte sul sito, abbiamo forti indicazioni che i primi 2.480 metri di ghiaccio contengano una registrazione climatica che risale a 1,2 milioni di anni, nella quale in un solo metro di ghiaccio si trovano compresse informazioni su ben 13mila anni di storia climatica” afferma Julien Westhoff, responsabile scientifico sul campo e ricercatore postdoc presso l’Università di Copenaghen. Il coordinatore sul campo, Frank Wilhelms, professore associato all’Università di Gottingen e all’Alfred-Wegener-Institut, aggiunge: “L’individuazione del punto migliore in cui effettuare il carotaggio ha richiesto diverse stagioni di lavoro, con l’applicazione di tecnologie avanzate di radio-eco-sondaggio e modellazione del flusso glaciale. È stato eccezionale trovare il record che copre il periodo da 800mila a 1,2 milioni di anni fa esattamente dove era stato previsto, nella fascia di profondità compresa tra 2.426 e 2.490 metri, estendendo il nostro precedente record del progetto EPICA risalente a vent’anni fa”.


Nella sua nota, il Cnr ha spiegato che al di sotto del ghiaccio che custodisce il record climatico di oltre 1,12 milioni di anni, gli ultimi 210 metri della carota di ghiaccio consistono di ghiaccio molto antico e fortemente deformato, probabilmente mescolato o ricongelato, di origine sconosciuta. Analisi avanzate potrebbero aiutare a testare precedenti teorie sul comportamento del ghiaccio ricongelato sotto la calotta antartica, rivelando la storia della glaciazione dell’Antartide orientale, uno degli obiettivi principali di questo progetto. Il team europeo sul campo ha compiuto un’impresa eccezionale: oltre 200 giorni di operazioni di perforazione e analisi delle carote di ghiaccio distribuiti su quattro stagioni di lavoro nell’ambiente ostile dell’altopiano centrale antartico, a un’altitudine di 3.200 metri sul livello del mare e con una temperatura media estiva di -35°C. Le carote di ghiaccio offriranno informazioni senza precedenti sulla Transizione del Medio-Pleistocene, un periodo compreso tra 900.000 e 1,2 milioni di anni fa, quando i cicli glaciali rallentarono da intervalli di 41.000 anni a 100.000 anni. Le ragioni di questo cambiamento rimangono uno dei misteri più complessi delle scienze climatiche, che questo progetto mira a risolvere”. Attualmente siamo nel sesto e penultimo anno di finanziamento europeo. Questo straordinario risultato ha permesso al progetto di rispettare il piano di lavoro concordato con la Commissione Europea” precisa Chiara Venier, tecnologa della ricerca presso il Cnr-Isp e project manager di Beyond EPICA.


“Le analisi isotopiche preliminari condotte sul campo sulla carota di ghiaccio ci hanno permesso di monitorare i progressi della perforazione giorno per giorno e di sincronizzare questo nuovo ed entusiasmante record con la carota di ghiaccio EPICA precedentemente estratta a Dome C e con i record dei sedimenti marini, stabilendo così una scala temporale preliminare” dice Barbara Stenni, professoressa ordinaria all’Università Ca’ Foscari Venezia. Le attività di Beyond EPICA – Oldest Ice beneficiano della sinergia con la ricerca condotta nell’ambito del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (PNRA), finanziato dal Ministero dell’Università e della Ricerca (Mur) e gestito dal Cnr per il coordinamento scientifico, dall’ENEA per la pianificazione logistica e l’organizzazione delle attività nelle basi antartiche, e dall’OGS per la gestione tecnica e scientifica della nave rompighiaccio Laura Bassi. “Le preziose carote di ghiaccio estratte durante questa campagna saranno trasportate in Europa a bordo della nave rompighiaccio Laura Bassi, mantenendo la catena del freddo a -50°C, una sfida significativa per la logistica del progetto. Per raggiungere questo obiettivo, è stata sviluppata una strategia che ha coinvolto la progettazione di contenitori frigoriferi specializzati e una pianificazione precisa delle risorse aeree e navali del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (PNRA)” commenta Gianluca Bianchi Fasani, ricercatore senior presso ENEA-UTA e responsabile della logistica ENEA per Beyond EPICA. Una volta che queste carote di ghiaccio saranno arrivate in Europa, il progetto si concentrerà sull’analisi dei campioni per svelare la storia climatica e atmosferica della Terra negli ultimi 1,5 milioni di anni. Nelle sezioni più profonde della carota, potrebbero essere presenti anche ghiacci più antichi del periodo pre-Quaternario. La datazione delle rocce sottostanti sarà intrapresa per determinare quando questa regione dell’Antartide sia stata priva di ghiaccio per l’ultima volta.


Foto: PNRA IPEV

Papa: a Gaza situazione ignobile. Inaccettare bombardare civili e bambini

Papa: a Gaza situazione ignobile. Inaccettare bombardare civili e bambiniCittà del Vaticano, 9 gen. (askanews) – Papa Francesco ha rinnovato oggi l’appello “a un cessate-il-fuoco e alla liberazione degli ostaggi israeliani a Gaza, dove c’è una situazione umanitaria gravissima e ignobile”, chiedendo “che la popolazione palestinese riceva tutti gli aiuti necessari”. Parole pronunciate nelcorso del suo discorso al corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede incontrato nella Sala delle Benedizioni in Vaticano.


“La guerra è sempre un fallimento! Il coinvolgimento dei civili, soprattutto bambini, e la distruzione delle infrastrutture non sono solo una disfatta, ma equivalgono a lasciare che tra i due contendenti l’unico a vincere sia il male. Non possiamo minimamente accettare che si bombardi la popolazione civile o si attacchino infrastrutture necessarie alla sua sopravvivenza. Non possiamo accettare di vedere bambini morire di freddo perché sono stati distrutti ospedali o è stata colpita la rete energetica di un Paese”, ha insistito il Papa. “Tutta la Comunità internazionale sembra apparentemente essere d’accordo sul rispetto del diritto internazionale umanitario, – ha poi notato – tuttavia la sua mancata piena e concreta realizzazione pone delle domande. Se abbiamo dimenticato cosa c’è alla base, le fondamenta stesse della nostra esistenza, della sacralità della vita, dei principi che muovono il mondo, come possiamo pensare che tale diritto sia effettivo? È necessaria una riscoperta di questi valori, e che essi a loro volta si incarnino in precetti della pubblica coscienza, affinché – ha concluso – sia davvero il principio di umanità alla base dell’agire. Pertanto, auspico che quest’anno giubilare sia un tempo propizio in cui la Comunità internazionale si adoperi attivamente affinché i diritti inviolabili dell’uomo non siano sacrificati a fronte di esigenze militari”.


“Il mio auspicio è che Israeliani e Palestinesi – ha chiesto Francesco ai rappresentanti degli Stati – possano ricostruire i ponti del dialogo e della fiducia reciproca, a partire dai più piccoli, affinché le generazioni a venire possano vivere fianco a fianco nei due Stati, in pace e sicurezza, e Gerusalemme sia la ‘città dell’incontro’, dove convivono in armonia e rispetto i cristiani, gli ebrei e i musulmani”.

Papa: si alzano sempre più muri. Si superi logica scontri

Papa: si alzano sempre più muri. Si superi logica scontriCittà del Vaticano, 9 gen. (askanews) – “I confini moderni pretendono di essere linee di demarcazione identitarie, dove le diversità sono motivo di diffidenza, sfiducia e paura: ‘Ciò che proviene di là non è affidabile, perché non è conosciuto, non è familiare, non appartiene al villaggio… Di conseguenza si creano nuove barriere di autodifesa, così che non esiste più il mondo ed esiste unicamente il ‘mio’ mondo, fino al punto che molti non vengono più considerati esseri umani con una dignità inalienabile e diventano semplicemente ‘quelli’”. L’analisi sulle radici delle attuali tensioni che scuotono il mondo è venuta stamane da Papa Francesco nel suo discorso, nell’Aula della Benedizione del Palazzo Apostolico, ai membri del Corpo Diplomatico accreditato presso la Santa Sede per la presentazione degli auguri per il nuovo anno.


“Paradossalmente, i- ha poi spiegato – il termine confine indica non un luogo che separa, bensì che unisce, ‘dove si finisce insieme’ (cum-finis), dove si può incontrare l’altro, conoscerlo, dialogare con lui”. “Il mio augurio per questo nuovo anno – ha poi concluso il Papa – è che il Giubileo possa rappresentare per tutti, cristiani e non, un’occasione per ripensare anche le relazioni che ci legano, come esseri umani e comunità politiche; per superare la logica dello scontro e abbracciare invece la logica dell’incontro; perché il tempo che ci attende non ci trovi vagabondi disperati, ma pellegrini di speranza, ossia persone e comunità in cammino impegnate a costruire un futuro di pace”.

Papa: polarizzazioni e fake news fomentano odio nel mondo

Papa: polarizzazioni e fake news fomentano odio nel mondoCittà del Vaticano, 9 gen. (askanews) – “Purtroppo, iniziamo questo anno mentre il mondo si trova lacerato da numerosi conflitti, piccoli e grandi, più o meno noti e anche dalla ripresa di esecrabili atti di terrore, come quelli recentemente avvenuti a Magdeburgo in Germania e a New Orleans negli Stati Uniti. Vediamo pure che in tanti Paesi ci sono sempre più contesti sociali e politici esacerbati da crescenti contrasti”. Lo ha detto stamane Papa Francesco nel suo discorso, nell’Aula della Benedizione del Palazzo Apostolico, ai membri del Corpo Diplomatico accreditato presso la Santa Sede per la presentazione degli auguri per il nuovo anno.


Francesco ha poi notato che “siamo di fronte a società sempre più polarizzate, nelle quali cova un generale senso di paura e di sfiducia verso il prossimo e verso il futuro. Ciò è aggravato – ha detto – dal continuo creare e diffondersi di fake news, che non solo distorcono la realtà dei fatti, ma finiscono per distorcere le coscienze, suscitando false percezioni della realtà e generando un clima di sospetto che fomenta l’odio, pregiudica la sicurezza delle persone e compromette la convivenza civile e la stabilità di intere nazioni”. “Tragiche esemplificazioni” di questa situazione, ha fatto notare Papa Francesco, “gli attentati subiti dal Presidente del Governo della Repubblica Slovacca e dal Presidente eletto degli Stati Uniti d’America”.


“Tale clima di insicurezza spinge a erigere nuove barriere e a tracciare nuovi confini, – ha concluso il Papa – mentre altri, come quello che da oltre cinquant’anni divide l’isola di Cipro e quello che da oltre settanta taglia in due la penisola coreana, rimangono saldamente in piedi, separando famiglie e sezionando case e città”.

Caso Abedini, Nordio: prematuro parlare di estradizione

Caso Abedini, Nordio: prematuro parlare di estradizioneMilano, 9 gen. (askanews) – “La situazione di Abedini è squisitamente giuridica, e va studiata nella sua complessità, indipendentemente dal felice esito della vicenda Sala. Dell’estradizione è prematuro parlare, anche perché sino ad ora la richiesta formale non è ancora arrivata al nostro ministero”. Lo afferma il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, in un’intervista a “La Stampa”.


“Intanto godiamoci questo momento di gioia – prosegue il Guardasigilli commentando la scarcerazione in Iran e il rientro in Italia della giornalista Cecilia Sala – in primo luogo per la libertà della nostra coraggiosa giornalista, e anche per la saggezza e la tempestività della nostra presidente e della nostra diplomazia”.

Cecilia Sala: “Mai pensato che sarei stata a casa oggi”

Cecilia Sala: “Mai pensato che sarei stata a casa oggi”Milano, 9 gen. (askanews) – “Non ho mai pensato, in questi 21 giorni, che sarei stata a casa oggi. Grazie”. Lo scrive la giornalista Cecilia Sala nel primo post su X dopo la scarecerazione in Iran e il rientro il Italia.


“Ho la fotografia più bella della mia vita, il cuore pieno di gratitudine, in testa quelli che alzando lo sguardo non possono ancora vedere il cielo”, aggiunge postando la foto del primo abbraccio con il compagno Daniele Ranieri scattata ieri all’areoporto di Ciampino.