Skip to main content
#sanremo #studionews #askanews #ciaousa #altrosanremo

Processo Open Arms, Salvini: sono orgoglioso di quello che ho fatto, non mollerò in ogni caso

Processo Open Arms, Salvini: sono orgoglioso di quello che ho fatto, non mollerò in ogni casoMilano, 20 dic. (askanews) – “Non mollerò in ogni caso”. Lo ha assicurato il vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini entrando nel carcere Pagliarelli di Palermo dove oggi è prevista la sentenza del processo Open Arms che lo vede imputato per sequestro di persona e rifiuto d’atti d’ufficio.


“Sono assolutamente orgoglioso di quello che ho fatto: ho mantenuto le promesse fatte e ho contrastato l’immigrazione di massa – ha sottolineato Salvini -. Qualunque sia la sentenza, per me oggi è una bella giornata, perché sono fiero di avere difeso il mio Paese. Rifarei e rifarò tutto quello che ho fatto. E sono felice delle dimostrazioni di affetto che tantissimi italiani mi stanno portando. Quindi entro in quest’aula orgoglioso del mio lavoro”.

Open Arms, per Salvini è il giorno della sentenza

Open Arms, per Salvini è il giorno della sentenzaMilano, 20 dic. (askanews) – Per Matteo Salvini, è il giorno del verdetto. Oggi è infatti attesa a Palermo la sentenza del processo Open Arms che vede il leader della Lega e vicepremier sul banco degli imputati per sequestro di persona e rifiuto d’atti d’ufficio. Reati commessi, secondo la procura di Palermo, nell’agosto 2019, quando Salvini – all’epoca ministro dell’Interno del primo governo Conte – impedì lo sbarco a Lampedusa di 147 migranti soccorsi nel Mediterraneo dalla ong spagnola Open Arms e rimasti e bordo della nave per 19 giorni. Salvini, presente nell’aula del carcere Pagliarelli al momento della lettura della sentenza, rischia 6 anni di carcere: a tanto ammonta la richiesta di pena formulata per lui dai pm di Palermo.


L’accusa più grave che gli viene addebitata è quella di sequestro persona: i magistrati palermitani gli contestano di “avere, nella sua qualità di Ministro dell’Interno pro-tempore, abusando dei suoi poteri, privato della libertà personale 147 migranti di varie nazionalità giunti in prossimità delle coste di Lampedusa nella notte tra il 14 ed il 15 agosto 2019”. Il vicepremier è poi accusato di rifiuto d’atti d’ufficio “per avere, nella sua qualità di Ministro dell’Interno, Autorità Nazionale di Pubblica Sicurezza, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, in violazione di convenzioni internazionali e di norme interne indebitamente rifiutato di esitare positivamente le richieste di POS (place of safety) inoltrate al suo Ufficio di Gabinetto da I.M.R.C.C. (Italian Maritime Rescue Coordination Centre) in data 14, 15 e 16 agosto 2019. Un atto del suo ufficio che, per ragioni di ordine e sicurezza pubblica – scrivono i pm nel capo di imputazione – di igiene e sanità, doveva essere compiuto senza ritardo”. Salvini, difeso dall’avvocato e senatrice della Lega Giulia Bongiorno, ha sempre sostenuto di aver agito con un solo obiettivo: “difendere i confini dello Stato”. La palla è in mano al Tribunale di Palermo. Non è detto, infatti, che i giudici accolgano ‘in toto’ la richiesta di condanna della pubblica accusa. Diversi gli scenari possibili: quello peggiore, per Salvini, è di essere ritenuto colpevole di entrambe le ipotesi reato. Oppure il leader della Lega potrebbe essere assolto dall’accusa di sequestro di persona ma essere comunque condannato per il reato, giuridicamente meno grave, di rifiuto d’atti d’ufficio. Ma – secondo i pronostici di esperti del diritto – i giudici potrebbero anche decidere di riqualificare il reato di sequestro di persone in quello di violenza privata. Infine Salvini potrebbe incassare una sentenza di assoluzione piena.

Asilo, la Cassazione: il giudice può disapplicare il decreto sui Paesi sicuri

Asilo, la Cassazione: il giudice può disapplicare il decreto sui Paesi sicuriRoma, 19 dic. (askanews) – Con sentenza depositata stamani la Corte di cassazione ha risposto al rinvio pregiudiziale sollevato dal Tribunale di Roma il 1° luglio 2024: “La Prima Sezione civile della Corte di cassazione – recita una nota – nel ribadire che il giudice ordinario è il garante dell’effettività, nel singolo caso concreto al suo esame, dei diritti fondamentali del richiedente asilo, ha affermato che è riservata al circuito democratico della rappresentanza popolare la scelta politica di prevedere, in conformità della disciplina europea, un regime differenziato di esame delle domande di asilo per gli stranieri che provengono da paesi di origine designati come sicuri”.


“Il giudice ordinario quindi – precide la Cassazione – non può sostituirsi al Ministro degli affari esteri. Non può neppure annullare con effetti erga omnes il decreto ministeriale. Può tuttavia, nell’ambiente normativo anteriore al decreto-legge 23 ottobre 2024, n. 158, e alla legge 9 dicembre 2024, n. 187, in sede di esame completo ed ex nunc, valutare la sussistenza dei presupposti di legittimità di tale designazione, ed eventualmente disapplicare in via incidentale, in parte qua, il decreto ministeriale recante la lista dei paesi sicuri (secondo la disciplina ratione temporis), allorché la designazione operata dall’autorità governativa contrasti in modo manifesto, tenuto conto delle fonti istituzionali qualificate di cui all’art. 37 della direttiva 2013/32/UE, con i criteri di qualificazione stabiliti dalla normativa europea o nazionale”. “Inoltre, a garanzia dell’effettività del ricorso e della tutela, il giudice conserva l’istituzionale potere cognitorio, ispirato al principio di cooperazione istruttoria, là dove il richiedente abbia adeguatamente dedotto l’insicurezza nelle circostanze specifiche in cui egli si trova. In quest’ultimo caso, pertanto, la valutazione governativa circa la natura sicura del paese di origine non è decisiva, sicché non si pone un problema di disapplicazione del decreto ministeriale”.

Quattro morti a Firenze, ipotesi intossicazione da monossido

Quattro morti a Firenze, ipotesi intossicazione da monossidoFirenze, 19 dic. (askanews) – A San Felice a Ema, una frazione alle porte di Firenze, una famiglia è stata trovata senza vita in un’abitazione, probabilmente a causa di un’intossicazione da monossido di carbonio. Tre adulti e un bambino sono deceduti, mentre un altro minore è stato trasportato d’urgenza all’ospedale pediatrico Meyer della città, in gravi condizioni.


I soccorsi sono intervenuti dopo l’allarme lanciato dai vicini. Sul posto sono giunti i vigili del fuoco, insieme al personale sanitario del 118 e alle forze dell’ordine, per accertare la causa dell’intossicazione. La fonte del gas velenoso non è stata ancora individuata, ma il monossido di carbonio, un gas inodore e incolore, è noto per essere estremamente pericoloso in ambienti chiusi e mal ventilati.

Aeronautica Militare, a Roma un giorno tra le stelle per studenti

Aeronautica Militare, a Roma un giorno tra le stelle per studentiRoma, 19 dic. (askanews) – Un giorno tra le stelle per gli studenti dell’istituto tecnico aeronautico “Francesco De Pinedo” di Roma, teatro di un incontro davvero speciale, con l’astronauta italiano e colonnello dell’Aeronautica Militare, Walter Villadei.


L’occasione è stata la presentazione agli studenti del cortometraggio dell’Aeronautica Militare “Believe”, girato proprio nello storico istituto tecnico aeronautico dell’Eur, che ha come protagonisti quattro adolescenti alle prese – in un ponte tra realtà e finzione – con una missione epica. L’incontro con Villadei ha rappresentato un’occasione unica per gli studenti di confrontarsi con l’ufficiale ed ingegnere aerospaziale dell’Aeronautica Militare, ad inizio del 2024 impegnato nella missione Ax-3 con Axiom che lo ha portato per due settimane sulla stazione spaziale internazionale.


L’Aeronautica Militare ha da sempre guardato allo spazio e all’aerospazio con grande interesse. Lo Spazio nasce in Italia grazie al Generale ingegnere Luigi Broglio, anche scienziato di chiara fama internazionale che attraverso il programma San Marco, di cui ricorrono quest’anno i sessant’anni, ha aperto all’Italia la via dello Spazio. Dal progetto San Marco sono derivate le competenze spaziali dell’Italia in termini di capacità di lancio di satelliti e di ricerca spaziale.

Carabineri, cambio ai vertici CUFA: generale Parrulli nuovo Comandante

Carabineri, cambio ai vertici CUFA: generale Parrulli nuovo ComandanteMilano, 18 dic. (askanews) – Cambio ai vertici del Comando delle Unità Forestali, Ambientali e Agroalimentari dei Carabinieri: al Generale di Corpo d’Armata Andrea Rispoli subentra il suo omologo Fabrizio Parrulli.


La cerimonia di avvicendamento – alla presenza del ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida e del Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri Salvatore Luongo – si è svolta questa mattina presso la Scuola Forestale Carabinieri di Cittaducale (RI), antico istituto che si occupa della formazione e dell’aggiornamento professionale dei militari specializzati nella tutela forestale, ambientale e agroalimentare. Rispoli, che assume l’incarico di Capo Ufficio per la Tutela della cultura e della memoria della Difesa, lascia il Comando della Grande Unità nata dall’unione tra il Corpo forestale dello Stato e l’Arma dei Carabinieri, un comparto, si legge in una nota, “ad elevata specializzazione che, sfruttando innovazione tecnologica e strette sinergie con l’associazionismo, il mondo accademico, scientifico e con le autorità tecniche e di controllo, si dedica non solo alla prevenzione e repressione di reati e illeciti, ma anche alla ricerca scientifica, alla conservazione del patrimonio naturale, al monitoraggio ambientale, alla manutenzione delle aree protette e a numerose attività formative, informative ed educative, con una forte vocazione internazionale”.


Al Generale Rispoli subentra il Generale di Corpo d’Armata Fabrizio Parrulli, 61 anni, ufficiale di consolidata esperienza nazionale e internazionale. Dal 2021 al luglio scorso ha ricoperto l’incarico di Addetto per la Difesa e Consigliere Militare presso la Rappresentanza Permanente d’Italia all’ONU. Precedentemente tra i suoi incarichi principali figurano il Comando della Legione Carabinieri Veneto, il Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale e prima ancora quello di Capo Ufficio Piani e Polizia Militare del Comando Generale e di Comandante Provinciale di Salerno. “Il CUFA rappresenta un’eccellenza unica, che porta avanti i valori dell’onore, della dedizione e del rispetto, in un ambito fondamentale come quello della tutela dell’ambiente e della natura – ha detto il ministro Lollobrigida intervenendo alla cerimonia – Desidero ringraziare le associazioni del Corpo Forestale dello Stato, le associazioni combattentistiche e il personale civile, che ogni giorno lavora con impegno e professionalità. Rivolgo i miei migliori auguri di buon lavoro al Generale Fabrizio Parrulli, un sentito ringraziamento al Generale Andrea Rispoli per i risultati straordinari conseguiti, e la mia stima al Generale Comandante Luongo, uomo di straordinaria levatura etica, con il quale continueremo a lavorare quotidianamente per rafforzare il ruolo strategico che l’Arma ricopre per l’Italia”.


Il Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri Luongo ha sottolineato “la fondamentale importanza che questo alto Comando riveste nella struttura ordinativa dell’Arma, il quale espleta delicate funzioni a presidio del più ampio concetto di sicurezza a tutela degli interessi diffusi della collettività, ovvero un’attività che si sviluppa anche a livello internazionale attraverso il Centro di Eccellenza per la Tutela Ambientale di Sabaudia, posto a disposizione delle Nazioni Unite per la formazione di operatori ambientali”. Dopo il ringraziamento al Comandante uscente Rispoli e gli auguri a Parrulli per il nuovo incarico,Luongo ha esortato a “scommettere sui giovani, perché per ogni Comandante saper mettere a frutto la creatività del proprio personale è il modo per spingere noi stessi e l’Istituzione a traguardi sempre più ambiti. È necessario rimanere al passo con i tempi, valorizzando la nostra esperienza e i nostri princìpi con il desiderio di modernità”.


Nel suo saluto di commiato il generale Rispoli ha ricordato come passione, professionalità e innovazione tecnologica debbano essere i fattori qualificanti dell’azione del comparto specialistico, per perseguire al meglio la delicata missione assegnata, di rilevanza costituzionale. A sua volta il generale Parrulli ha espresso grande soddisfazione ed entusiasmo per il prestigioso incarico, evidenziando come il personale del comparto sia prezioso custode del patrimonio naturale e depositario di una esclusiva sensibilità e ricchezza, da dedicare alla tutela del territorio e della comunità.

Un operaio muore schiacciato da una ralla nel porto di Genova

Un operaio muore schiacciato da una ralla nel porto di GenovaGenova, 18 dic. (askanews) – Incidente mortale sul lavoro la notte scorsa nel porto di Genova. Per cause ancora da accertare, il conducente di una ralla avrebbe improvvisamente sterzato e colpito con violenza un altro mezzo operativo all’interno del terminal Psa di Pra’.


Nello schianto ha perso la vita un lavoratore di 52 anni della Compagnia Unica ed è rimasto gravemente ferito un collega che stava conducendo la ralla. Sul posto sono intervenuti i soccorritori ma per il 52enne non c’è stato nulla da fare. A seguito del grave incidente i sindacati hanno proclamato uno sciopero immediato. Cgil, Cisl e Uil di Genova e della Liguria “condannano – si legge in una nota – l’ennesima tragedia sul lavoro che tocca oggi un territorio già martoriato da 20 morti nei primi dieci mesi del 2024”. “Questa volta – prosegue la nota dei sindacati – è accaduto a Genova in porto, al terminal Psa Gp, dove questa notte ha perso la vita un uomo di 52 anni investito da una ralla mentre un altro, infortunato,áè stato portato al San Martino di Genova. In questi momenti concitati, in cui la comunità del lavoro è sconvolta da una tragedia di questa portata, sono state proclamate 24 ore di sciopero dalle categorie dei trasporti Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti. Nell’attesa di conoscere la dinamica dell’incidente ci interroghiamo sulle falle delásistema di sicurezza portuale che ha coinvolto due lavoratori”.


“Sul tema della sicurezza sul lavoro – concludono il segretario della Cgil Genova Igor Magni, il segretario della Cgil Liguria Maurizio Calà, il segretario della Cisl Liguria Luca Maestripieri, il responsabile della Ast Cisl Genova Marco Granara ed il commissario straordinario della Uil Liguria Emanuele Ronzoni – occorre rimettersi al tavolo istituzionale per individuare le azioni ulteriori da mettere in campo per garantire la sicurezza in ambito portuale, per evitare infortuni in un settore delicato attraversato da molteplici dinamiche. Inoltre, per Cgil Cisl e Uil occorre superare il commissariamento dello scalo genovese e procedere subito con la nomina di un nuovo presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale che garantisca governo e sicurezza per le lavoratrici e i lavoratori del porto”.

Nel 2023 italiani meno sedentari ma oltre 46% in eccesso di peso. Il 18,7% fuma e il 15% beve troppo

Nel 2023 italiani meno sedentari ma oltre 46% in eccesso di peso. Il 18,7% fuma e il 15% beve troppoMilano, 17 dic. (askanews) – Nel 2023 si riduce la sedentarietà degli italiani (-2,2 punti percentuali rispetto al 2022), problema che tuttavia riguarda più di un terzo della popolazione di 3 anni e più (35,0%). Lo stima l’Istat nel suo rapporto dedicato a fumo, alcol, eccesso di peso e sedentarietà. Con valori stabili rispetto al 2022, la quota di persone adulte in eccesso di peso è pari al 46,3%, mentre il 15% della popolazione di 11 anni e più ha almeno un comportamento di consumo di alcol a rischio e il 18,7% è un fumatore. È pari al 26,7% la percentuale di bambini e ragazzi di 3-17 anni in eccesso di peso, soprattutto tra i bambini fino a 10 anni, dove si arriva quasi al 33%. Consumo di tabacco, sedentarietà, uso non moderato di alcol ed eccesso di peso, sottolinea l’istituto di statistica, rappresentano stili di vita dannosi che aumentano il rischio di insorgenza di patologie croniche. Tali comportamenti, per la maggior parte modificabili, sono fattori di rischio per i quali il rilevamento, lo screening e il contrasto costituiscono fondamentali azioni di prevenzione.


In relazione ai diversi fattori di rischio l’Italia, nel contesto europeo (Ue27), si distingue per i livelli molto bassi di obesità e una quota minore di fumatori abituali; tuttavia, si caratterizza anche per una percentuale molto bassa di adulti che svolgono attività fisica, almeno secondo i livelli raccomandati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) al fine di migliorare le condizioni di salute. Secondo il Piano Nazionale della Prevenzione 2020-2025 tali fattori di rischio insieme alle caratteristiche dell’ambiente e del contesto sociale, economico e culturale rappresentano cause alle quali si può ricondurre il 60% del carico (burden) dovuto alle malattie croniche non trasmissibili (malattie cardiovascolari, tumori, malattie respiratorie croniche, diabete, problemi di salute mentale, disturbi muscolo scheletrici) in Europa e in Italia che restano le principali cause di morte a livello mondiale. Nel 2023 è pari al 18,7% la proporzione di fumatori tra la popolazione di 11 anni e più, quota che risulta in lieve calo rispetto a quanto registrato nel 2022 (19,0%). Negli ultimi 10 anni si evidenzia una tendenza alla diminuzione della quota di fumatori tra il 2013 (20,3%) e il 2019 (17,8%), mentre dal 2020 (18,2%) si è registrata un’inversione di tendenza con un nuovo e progressivo tendenziale aumento, protrattosi fino al 2022 (19%). L’abitudine al fumo è più diffusa tra gli uomini che tra le donne (22,3% contro 15,2%); nel tempo la distanza di genere si è significativamente ridotta (da 10,2 punti percentuali nel 2013 a 7,1 p.p. nel 2023), per la contrazione dell’attitudine al fumo tra gli uomini, rimasta invece pressoché stabile tra le donne.


Quote più elevate di fumatori si osservano a partire dalla fascia di età dei giovani di 20-24 anni, fino a raggiungere il livello più elevato tra le persone di 25-34 anni (26,9%). Le prevalenze diminuiscono leggermente nelle fasce di età successive, mantenendosi tuttavia abbastanza stabili fino a 60-64 anni e si riducono, invece, in maniera più marcata tra la popolazione ultra sessantaquattrenne. La prevalenza di forti fumatori (20 sigarette o più al giorno) è pari al 3,5% (pari al 19% dei fumatori di sigarette), quota che si è significativamente ridotta negli ultimi 10 anni (4,8% nel 2013), soprattutto tra gli uomini (da 7,4% al 5,1%). Quanto all’alcol nel 2023 il 15% della popolazione di 11 anni e più (pari a 8 milioni e 29 mila persone) ha almeno un comportamento di consumo di bevande alcoliche a rischio (consumo abituale eccedentario o ubriacature, il cosiddetto binge drinking). Tra gli uomini la quota è pari al 21,2% (5 milioni 507 mila persone) mentre tra le donne è pari al 9,2% (2 milioni 521 mila). Si riscontra una sostanziale stabilità nella proporzione dei consumatori a rischio rispetto al 2022 (14,9%). Il consumo abituale eccedentario riguarda l’8,8% della popolazione (12,2% gli uomini, 5,5% le donne), il binge drinking il 7,8% (10,8% gli uomini, 3,1% le donne). Nell’arco degli ultimi 10 anni si è osservata una forte contrazione del consumo abituale eccedentario (-2,3 punti percentuali), viceversa, la quota di chi ha abitudine alle ubriacature è significativamente aumentata (+1,5 p.p.). Comportamenti non moderati nel consumo di bevande alcoliche si osservano più frequentemente tra gli ultra sessantaquattrenni (il 18,1%, 30,2% per gli uomini e 8,5% per le donne), tra gli adolescenti di 11-17 anni (il 15,7%, il 22,4% degli uomini e il 13,3% delle donne) e tra i giovani e adulti fino a 44 anni (rispettivamente 15,5%, 20,4% e 10,6%). Nelle classi di età anziane il superamento delle quantità raccomandate avviene con il consumo abituale di vino soprattutto durante il pasto (tra coloro che dichiarano un consumo abituale eccedentario ciò si verifica per il 54,6% degli uomini e il 64,6% delle donne). L’abitudine a un consumo non moderato di alcol tra gli anziani potrebbe essere in parte legato a una scarsa conoscenza della quantità di alcol da consumare senza incorrere in rischi per la salute (per la popolazione di 65 anni e più già una quantità di due o più unità è considerata a rischio) ma anche a fattori culturali legati alla tradizione che vedono in tale consumo una consuetudine comportamentale.


Oltre agli anziani, anche i ragazzi rappresentano una sotto popolazione con un’elevata diffusione di comportamenti a rischio. Mentre l’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda la totale astensione dal consumo di alcol fino ai 15 anni, in Italia con la Legge 8.11.2012 n.189 vige il divieto di somministrazione e vendita di bevande alcoliche ai minori di 18 anni. Da ciò si deduce che i giovani di età inferiore ai 18 anni che consumano anche una sola bevanda alcolica durante l’anno presentano un comportamento a rischio nel consumo di alcol. È rilevante, quindi, che nella fascia di età 11-17 anni il 15,7% abbia consumato almeno una bevanda alcolica nell’anno, valore che teoricamente dovrebbe essere uguale allo zero. In questa fascia d’età, il 2,8% ha le abitudini più rischiose perché si caratterizza per un consumo giornaliero di bevande alcoliche e/o per l’abitudine al binge drinking e/o per il consumo fuori pasto almeno settimanale, mentre il 12,9% ha un consumo più occasionale (beve almeno una bevanda alcolica nell’anno o ha un consumo fuori pasto occasionale).

Il Viminale: nel 2024 delitti -1,8% e omicidi volontari -13,1%

Il Viminale: nel 2024 delitti -1,8% e omicidi volontari -13,1%Milano, 17 dic. (askanews) – Dal 1° gennaio al 30 novembre 2024 i delitti risultano in diminuzione dell’1,8% rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente con un calo, in particolare, degli omicidi volontari (-13,1%). È emerso nel corso della riunione del Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza pubblica, presieduta al Viminale dal ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, durante la quale è stata analizzata la situazione dell’ordine e della sicurezza pubblica in Italia.


Sul fronte del contrasto alla criminalità sono stati poi esaminati i risultati delle operazioni interforze “ad alto impatto” presso le stazioni ferroviarie e le aree a più alto rischio delle maggiori città italiane, interventi che si aggiungono alle quotidiane azioni di presidio del territorio. 1.304 quelle realizzate dal 1° gennaio al 30 novembre 2024 con l’impiego complessivo di 45.113 unità delle Forze di polizia: 321.564 le persone identificate, 566 i soggetti tratti in arresto e 3.817 quelli denunciati, e 457 gli stranieri espulsi. Sul fronte dell’ordine pubblico sono state 11.556 le manifestazioni di rilievo che si sono svolte negli 11 mesi del 2024, +12,1% rispetto all’anno precedente. In 299 casi si sono registrate criticità, in diminuzione del 14,8%. Sono 260 gli operatori delle Forze dell’ordine rimasti feriti, dato in aumento del 195,5% rispetto all’analogo periodo del 2023. Al riguardo il ministro Piantedosi, si legge in una nota, ha voluto ancora una volta ringraziare tutte le donne e gli uomini della Polizia di Stato, dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza per il grande impegno nella gestione degli eventi di piazza, evidenziando la professionalità e l’equilibrio che sempre li contraddistingue in scenari delicati e complessi.

Riforma della giustizia, Santalucia(Anm): lo sciopero è in campo, decideremo quando

Riforma della giustizia, Santalucia(Anm): lo sciopero è in campo, decideremo quandoMilano, 16 dic. (askanews) – Lo sciopero della magistratura contro la riforma della giustizia all’esame del Parlamento è uno strumento che “abbiamo messo in campo, ma non ancora indetto, vedremo quando sarà opportuno farlo anche in base all’andamento dei lavori in Parlamento”. Così il presidente dell’Anm, Giuseppe Santalucia, a Affaritaliani.it. “Abbiamo deciso di creare un comitato di studiosi, non solo magistrati, per spiegare la nostra contrarietà alla riforma costituzionale della giustizia e utilizzeremo tutte le occasioni pubbliche per dirlo chiaramente ai cittadini” ha aggiunto.


“Il nostro sforzo sarà quello di contrastare una narrativa che non corrisponde alla verità. La riforma danneggia i rapporti tra i poteri dello Stato e non migliora la giustizia” ha continuato spiegando le ragioni della mobilitazione decisa all’unanimità dall’Associazione Nazionale Magistrati. “La discussione con il governo non si interrompe mai e i rapporti con il ministro Nordio sono buoni, ma ora il pallino è nelle mani del Parlamento che sta andando avanti in Aula. E sulla riforma il nostro dissenso è netto e totale. Ci sarà la consultazione referendaria al termine dell’iter parlamentare, che non avrà quorum, noi sfrutteremo ogni occasione per invitare i cittadini a votare no alla riforma. Non è questo il modo di toccare il sistema giudiziario” ha osservato.


“Come ha detto anche il ministro, il referendum deve essere l’occasione per un dibattito ampio e completo. Non va trasformato banalmente in ‘ti piace la giustizia o no?’ ma va spiegato all’esterno che servono altri cambiamenti e non stravolgere la Costituzione e un equilibrio che ha retto il Paese per 80 anni” ha proseguito. Quanto alla possibile riforma della responsabilità civile dei magistrati, il presidente dell’Anm ha dichiarato: “C’è già, esiste. La prima rivalsa obbligatoria è contro lo Stato e poi in seconda battuta nei confronti del magistrato se ha sbagliato. Ma che ci sia lo Stato in prima battuta è a garanzia dei cittadini stessi che eventualmente subiscono un danno perché se c’è un risarcimento di milioni e milioni di euro il magistrato non li ha e non può svolgere l’azione riparatoria. Poi ci sono le punizioni penali se quello è il piano e anche quelle disciplinari a discrezione del ministro. Non abbiamo alcun desiderio che gli errori dei magistrati non vengano a galla”, ha concluso Santalucia.